Atto Camera
Interrogazione a risposta orale 3-02343
presentata da
LIVIA TURCO
lunedì 18 giugno 2012, seduta n.651
LIVIA TURCO, VELO e ZAMPA. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
in data 12 giugno 2012 è stato siglato da Poste italiane spa e da UilPoste, Failp-Cisal, ConfsalCom e UglCom (il 22 per cento della rappresentanza sindacale in azienda) un accordo con il quale vengono fortemente penalizzati, nella valorizzazione della presenza in servizio, oltre 35.000 lavoratrici e lavoratori, tra i quali le donne in maternità;
l'astensione obbligatoria per maternità viene equiparata infatti (insieme all'infortunio sul lavoro) all'assenza per malattia e, a meno che la lavoratrice interessata non decida di violare la legge e di presentarsi al lavoro anche quando è obbligata a stare a casa, perderà 140 euro di salario;
le future mamme, al pari dei lavoratori in infortunio, dei malati di gravi patologie e di chi subisce ricoveri in ospedale, non avranno da oggi più diritto al bonus presenza pari a 140 euro annui;
il 53 per cento del personale di Poste italiane è composto da donne e l'azienda ha ricevuto nel 2007 il «Bollino Rosa S.O.N.O. - Stesse Opportunità Nuove Opportunità», promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
il Progetto «Bollino Rosa S.O.N.O. - Stesse Opportunità Nuove Opportunità» aveva la finalità di comprendere il complesso fenomeno dei differenziali retributivi che colpiscono le lavoratrici in ampi segmenti del mercato del lavoro e «certificava» le buone prassi in termini di strategie e pratiche aziendali tendenti alla valorizzazione della presenza e delle competenze femminili -:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire urgentemente non solo revocando il riconoscimento «bollino rosa» attribuito a Poste italiane spama anche tutelando e garantendo sia il diritto alla maternità sia il diritto alla salute del personale impiegato presso Poste italiane spa.
(3-02343)