ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01570

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 657 del 27/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 27/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/06/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 16/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01570
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
mercoledì 27 giugno 2012, seduta n.657

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

era il 31 ottobre 2002 il giorno in cui, alle 11,32, la terra a San Giuliano tremò facendo crollare, fra le altre, anche la scuola: restarono schiacciati sotto le macerie 27 bambini della prima elementare insieme alla loro maestra, Carmela Ciniglio;

si trattava, come è noto, di una scuola già pericolante, mai collaudata dopo una ristrutturazione criminosa, distrutta totalmente dal sisma, mentre le altre case avevano subìto forti crepe ma erano rimaste intatte;

come sempre accade in questi casi, anche l'allora presidente del consiglio promise che assolutamente, entro 24 mesi, gli abitanti avrebbero ricevuto «nuovi appartamenti funzionali, innovativi, costruiti secondo le nuove tecniche della domotica, in un ambiente verde»;

come si evince anche da un reportage a firma di Barbara Spinelli, apparso sul quotidiano la Repubblica del 25 giugno 2012, la San Giuliano che oggi si può vedere ha perso i connotati che la caratterizzavano apparendo piuttosto come un «ciclopico esperimento urbanistico» carico di bruttura e disumanizzazione di tutto il tessuto cittadino, con relativo spreco di denaro pubblico che ancor oggi comporta oneri per lo Stato;

insomma, un piccolo paese, di circa 1.000 abitanti, è stato dunque investito da progetti megalomani, abbondantemente sovradimensionati, quasi con la pretesa di volerlo trasformare in una sorta di metropoli: si possono, infatti, notare, come riportato nel reportage citato, fontane monumentali, scalinate in pietre pregiate, strisce pedonali non dipinte ma di marmo, a ridosso della piazza una strada inutile, addirittura in porfido, un vasto parco della memoria che ricorda quello dell'olocausto a Berlino, una scuola esagerata che potrebbe ospitare migliaia di bambini e invece ne accoglie non più di 98, una piscina olimpionica (in un paese abitato da anziani per la maggior parte), un palazzo dello sport, una strada di 700 metri che gira intorno alla città costata 5 milioni di euro, un auditorium, una succursale dell'università del Molise, anch'essa esagerata, un centro polifunzionale necessario all'accademia;

sempre secondo il reportage citato, sconcertante è stato scoprire come, sebbene la targa all'ingresso certifichi la presenza dell'università, questa non risulti esserci mai stata mentre al suo posto c'è un call center;

fa specie che in un Paese come l'Italia, tra i più corrotti e indebitati del mondo, non manchi occasione per speculare su tragedie, calamità naturali in danno delle casse dello Stato e del territorio con i suoi continui scempi e devastazioni, e il caso citato ne è uno dei più incredibili esempi;

in nome di disposizioni emergenziali si è consentito di eludere leggi e gare d'appalto per la costruzione di opere morte, fatte e chiuse (come l'università citata), con un impegno economico, a quanto si apprende, di un miliardo di euro in 10 anni, un fiume di denaro pubblico -:

a quanto ammonti l'utilizzo di denaro pubblico nelle fattispecie di cui alla premessa e quali azioni intendano adottare per verificare l'utilizzo delle risorse dello Stato alla luce dello scempio edilizio e infrastrutturale citato.

(2-01570) «Di Pietro».