ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01512

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 638 del 24/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: PEPE MARIO (MISTO)
Gruppo: MISTO-REPUBBLICANI-AZIONISTI
Data firma: 24/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 24/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01512
presentata da
PEPE
giovedì 24 maggio 2012, seduta n.638

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:

il 26 aprile 2012, presso il comune di Sant'Angelo a Fasanella (Salerno) si è tenuto un incontro pubblico sul tema «Emergenza cinghiali nel territorio degli Alburni», con la partecipazione dei rappresentanti dei comuni, del comitato cittadino Alburni, della provincia di Salerno, della comunità montana Alburni, del presidente e del direttore del parco nazionale del Cilento e vallo di Diano nonché di parlamentari regionali e nazionali;

nell'incontro sono stati esaminati gli effetti sull'economia locale della proliferazione dei cinghiali che si riflette in continui danneggiamenti alle colture e in pericolosi avvistamenti nei paesi. Il comitato cittadino Alburni da tempo chiede la riperimetrazione del parco da quota 800 metri di altura e l'apertura della caccia nelle aree protette in periodi stabiliti dell'anno per scongiurare il continuo sconfinamento di una crescente massa di esemplari della specie;

l'emergenza cinghiali non riguarda soltanto gli Alburni, ma si verifica in tutta l'Italia; la Toscana ha già introdotto modifiche alle proprie norme, volte a favorire sia l'ampliamento dei periodi di caccia, sia la cattura in aree protette;

il cinghiale è una specie selvatica presente in tutte le regioni, prevalentemente in quelle dell'arco appenninico, ma anche nelle aree prossime all'arco alpino e nelle isole maggiori; secondo le stime pubblicate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare i capi di cinghiale presenti nel Paese sono oltre 500.000; in realtà, se si deve giudicare dal numero di abbattimenti in corso, che non intaccano minimamente l'aggressività ambientale della specie, potrebbero essere anche il triplo;

si assiste ad una esplosione demografica della specie, che si sostanzia con l'espansione dei territori occupati, l'invasione anche di territori impropri (comprese le strade, le periferie cittadine e le spiagge), la devastazione delle colture e delle infrastrutture agricole (vanno attribuiti circa il 90 per cento dei danni subiti dagli ecosistemi agrari e gli indennizzi sono cresciuti anche del 500 per cento negli ultimi 5 anni), la messa a rischio di altre specie faunistiche (rettili, anfibi ed uccelli terricoli); limitatamente all'agricoltura, i costi dell'«emergenza cinghiali» sono stati valutati dalle associazioni di settore nell'ordine di alcune centinaia di milioni l'anno, in crescita di anno in anno e non adeguatamente coperti dai risarcimenti previsti ai sensi dell'articolo 26 della legge n. 157 del 1992;

ai sensi della legge 11 febbraio 1992, n. 157, che recepisce la direttiva 79/409/CEE sulla conservazione della fauna selvatica, il cinghiale è specie cacciabile ed il prelievo è regolato dai piani regionali di cui all'articolo 10 della legge 11 febbraio 1992, n. 157; la medesima legge contiene disposizioni di carattere generale sulla tutela delle produzioni agricole dalla fauna selvatica (articolo 19) e prevede una procedura di «prelievo in deroga» (articolo 19-bis, introdotto dalla legge n. 221 del 2002) per varie finalità tra le quali compare anche la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, anche nelle zone vietate alla caccia; la disciplina delle deroghe è rimessa dalle norme nazionali alle regioni;

per quel che riguarda le aree protette, la legge n. 394 del 1991 vieta all'interno dei parchi la cattura, l'uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali rimettendo al regolamento dei parchi, e al solo fine di ricomporre squilibri ecologici accertati dall'ente parco, la disciplina di eventuali prelievi faunistici e abbattimenti selettivi (articolo 11, comma 3, lettera a) e 4); tuttavia, va rilevato che il Corpo della guardia forestale solo dal 2009 si sta attrezzando per il prelievo dei cinghiali in eccesso, con l'istituzione di corsi di specializzazione in tiratore scelto e l'acquisto di armi idonee -:

se non ritenga opportuno promuovere una modifica della legge n. 394 del 1991, nel senso sia di consentire l'abbattimento dei cinghiali che rechino danni alle colture o mettano in pericolo la circolazione stradale, sia di individuare, nell'ambito delle aree protette, zone perimetrali all'interno delle quali i cinghiali possano essere pienamente tutelati;

se non intenda assumere iniziative normative per introdurre disposizioni applicative degli articoli 19 (tutela produzioni agricole) e 19-bis (prelievo in deroga) della legge 11 febbraio 1992, n. 157, che consentano alle regioni di regolamentare la caccia al cinghiale nelle aree agricole nelle quali si registrino danni non tollerabili, in deroga agli articoli 10, comma 4, e 21, comma 1, lettera c), della legge 11 febbraio 1992, n. 157;

se non ritenga, inoltre, opportuno ipotizzare una caccia permanente e programmata, nel quadro di una generale riduzione della popolazione di cinghiali presenti sul territorio nazionale, svolta secondo rigidi criteri di controllo sanitario dei capi abbattuti e connessa al soddisfacimento delle esigenze del settore alimentare in generale o della ristorazione, anche di alta qualità, delle aree di abbattimento.
(2-01512) «Mario Pepe (Misto-R-A)».