ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01098

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 655 del 25/06/2012
Abbinamenti
Atto 1/01065 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01075 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01076 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01088 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01089 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01092 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01095 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01096 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01097 abbinato in data 27/06/2012
Atto 6/00111 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01101 abbinato in data 27/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: GALLETTI GIAN LUCA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 25/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 25/06/2012
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/06/2012


Stato iter:
27/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/06/2012
Resoconto CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/06/2012
Resoconto NICCO ROBERTO ROLANDO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Resoconto MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto LETTA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FRATTINI FRANCO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 26/06/2012
Resoconto MONTI MARIO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 26/06/2012

DISCUSSIONE IL 26/06/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/06/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/06/2012

RITIRATO IL 27/06/2012

CONCLUSO IL 27/06/2012

Atto Camera

Mozione 1-01098
presentata da
GIAN LUCA GALLETTI
testo di
lunedì 25 giugno 2012, seduta n.655

La Camera,

premesso che:
la stagnazione dell'economia europea e il perdurare della crisi del debito sovrano in diversi Paesi della zona euro rendono evidente che l'attuale assetto istituzionale e politico dell'Unione europea e, in particolare, dell'Unione economica e monetaria non è in grado nè di assicurare la stabilità dell'area euro contro attacchi speculativi, nè di promuovere il rilancio della crescita e dell'occupazione;

in particolare, il nuovo sistema di governance economica europea, incentrato sull'irrigidimento dei vincoli posti a presidio della stabilità delle finanze pubbliche e non accompagnato da adeguate misure per la crescita a livello europeo, ha prodotto effetti prociclici, come dimostrato dal caso della Grecia;

le tensioni sui mercati dei titoli di debito di numerosi Paesi dell'eurozona e le difficoltà di istituti bancari confermano, inoltre, l'insufficienza dei meccanismi di stabilizzazione costituiti o in via di costituzione e la necessità di creare meccanismi per l'emissione o la garanzia in comune dei debiti sovrani dell'eurozona;

è, quindi, emerso con evidenza che soltanto l'avvio di un processo che, partendo dall'integrazione delle politiche economiche e fiscali, conduca a medio-lungo termine ad un'unione di tipo federale può assicurare la sopravvivenza della moneta unica e della stessa costruzione europea;

se l'area euro fosse uno Stato federale, avrebbe una situazione complessiva di bilancio migliore di gran parte degli altri partner globali e sarebbe al riparo da manovre speculative alimentate dai dubbi in merito alla solvibilità dei suoi membri e delle banche, nonostante l'entità dei debiti sovrani;

occorre, pertanto, avviare, contestualmente al completamento del processo di ratifica del fiscal compact, della modifica all'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e del Trattato istitutivo del meccanismo europeo di stabilità, un processo di integrazione economica e politica articolato in impegni precisi e in tappe e scadenze certe;

le proposte sinora avanzate per definire a livello europeo un'efficace strategia europea per la crescita e creare strumenti per la gestione comune del debito non si sono tradotte sinora in misure concrete, venendo recepite solo in modo parziale e in via di principio nella dichiarazione sulla crescita adottata dal Consiglio europeo del 30 gennaio 2012, nelle conclusioni del Consiglio europeo dell'1-2 marzo 2012 e il vertice straordinario sulla crescita del 23 maggio 2012;

il 25 gennaio 2012 la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato a larghissima maggioranza, tra le altre, due mozioni in identico testo (mozione Camera 1-00800 e mozione Senato 1-00534), che impegnavano il Governo, subito dopo la stipulazione del nuovo Trattato sulla stabilità, la governance e il coordinamento delle politiche economiche (cosiddetto fiscal compact) «a porre al centro della riflessione politica europea le politiche dello sviluppo e della crescita» e a riaprire, in tempi e modi opportuni, il processo costituente verso una unione politica dei popoli europei;

il Governo italiano ha svolto un ruolo di primo piano nel promuovere iniziative per la crescita e la stabilizzazione dell'area euro, anche sottoscrivendo, il 20 febbraio 2012, insieme a Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Finlandia, Estonia, Lettonia, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia e Polonia una lettera al Presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, e al Presidente della Commissione europea, Barroso, recante un «Piano per la crescita in Europa»;

il Governo ha già, inoltre, prospettato, in vista del vertice del 23 maggio 2012, alcune opzioni di intervento, relative all'applicazione delle regole patto di stabilità alle spese per investimenti, all'incremento delle risorse per gli investimenti ad alto potenziale di crescita e al completamento del mercato interno e alla creazione di meccanismi di garanzia comune del debito;

la credibilità e la portata delle misure adottate e degli impegni assunti sinora dall'Italia per il risanamento danno al Governo l'autorevolezza necessaria per ribadire in seno alle istituzioni europee l'esigenza di una risposta più efficace, solidale dell'Unione europea alla crisi,
impegna il Governo:
in occasione del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012:

a) ad adoperarsi affinchè sia adottato un piano europeo per la crescita e l'occupazione, dotato di un preciso programma di interventi coordinati e cofinanziati con risorse significative dell'Unione;

b) a reiterare la proposta di classificare in maniera diversa gli aggregati rilevanti ai fini della verifica del rapporto deficit/prodotto interno lordo, in particolare la parte delle spese per investimenti produttivi (cosiddetta golden rule);

c) a sostenere la necessità di rafforzare il ruolo e la capacità operativa della Banca europea per gli investimenti, procedendo ad una ricapitalizzazione di almeno 10 miliardi di euro, che consentirebbe di accrescerne il sostegno alla emissione di project bond e di prestiti per investimenti nelle infrastrutture e ad altri progetti comuni ai diversi Paesi dell'Unione europea;

d) a promuovere una valutazione approfondita dell'ipotesi di ricorrere all'emissione diretta di titoli obbligazionari della Banca europea per gli investimenti o della Commissione europea per finanziare integralmente progetti di rilievo europeo (cosiddetti eurobond);

e) a sollecitare l'adozione di una garanzia comune dei debiti sovrani secondo la proposta, avanzata dal Parlamento europeo, di trasferire per ciascuno Stato membro il debito eccedente il valore di riferimento del 60 per cento ad un fondo comune a responsabilità solidale (fondo per il rimborso del debito o European redemption fund), definendo un percorso di consolidamento per il rimborso del debito trasferito nell'arco di un periodo di 20-25 anni;

f) a valutare, a medio e lungo termine, anche il ricorso agli stability bond (emissioni comuni di debito) che assicurerebbe, a regime, la garanzia comune del debito sovrano dell'eurozona, in coerenza con una prospettiva federale;

g) a procedere a breve termine, come auspicato dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea, alla creazione di una unione bancaria fra i Paesi dell'eurozona, basata su un sistema comune di garanzia dei depositi, un fondo europeo di risoluzione per i fallimenti bancari e una centralizzazione della vigilanza bancaria a livello di Unione europea.

(1-01098) «Galletti, Della Vedova, Ciccanti».