Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari comunitari
Titolo: Bilancio e finanziaria 2009 - A.C. 1714 e A.C. 1713 - Commissione Politiche dell'Unione europea
Riferimenti:
AC N. 1713/XVI   AC N. 1714/XVI
Serie: Progetti di legge    Numero: 59    Progressivo: 14
Data: 07/10/2008
Descrittori:
BILANCIO DELLO STATO   LEGGE FINANZIARIA
Organi della Camera: XIV - Politiche dell'Unione europea


Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

Bilancio e Finanziaria 2009

A.C. 1714 e A.C. 1713

 

Commissione Politiche dell’Unione europea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 59/14

 

7 ottobre 2008

 


Il dossier offre una ricostruzione generale della manovra di finanza pubblica per il triennio 2009-2011 e analizza le parti di competenza della XIV Commissione in relazione al disegno di legge di bilancio 2009-2011 (A.C. 1714) e al disegno di legge finanziaria 2009 (A.C. 1713).

Le schede di lettura analitiche dell’articolato del disegno di legge finanziaria sono contenute nel dossier n. 59.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento affari comunitari

 

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File: UE0035.doc


I N D I C E

 

PARTE I – Gli obiettivi di finanza pubblica

1. Le previsioni macroeconomiche  3

2. Il quadro di finanza pubblica 2008-2013  5

PARTE II – La manovra di finanza pubblica

1. L’articolazione della manovra  11

2. Il contenuto della manovra  13

§      2.1 Il decreto legge n. 112 del 2008  13

§      2.2 Il disegno di legge finanziaria per il 2009  17

PARTE III – Il disegno di legge di bilancio per il 2009

1. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente 2009  23

§      1.1 Novità in tema di formazione del bilancio a legislazione vigente per il 2009  23

§      1.2 Il quadro generale riassuntivo  28

§      1.3 Le variazioni rispetto alle previsioni 2008  29

§      1.4 Analisi delle spese finali per Missioni32

§      1.5 Il quadro pluriennale a legislazione vigente  35

2. Gli effetti sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato determinati dal disegno di legge finanziaria (A.C. 1713)37

3. L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato Tavole allegate  40

Appendice

1. La disciplina contabile: il bilancio dello Stato  47

2. La disciplina contabile: la legge finanziaria  55

PARTE IV – Profili di competenza della XIV Commissione

1. Il disegno di legge di bilancio per il 2009  61

§      1.1. – La struttura del disegno di legge di bilancio per il 2009  61

§      1.2 - Le politiche comunitarie nel disegno di legge di bilancio per il 2009  62

2. Il disegno di legge finanziaria 2009  65

§      2.1.   Tabella D e Tabella F – Parti di competenza della XIV Commissione  65

§      2.2.   Articoli di interesse della XIV Commissione  68

§      Articolo 2, comma 13 (Agevolazione sul gasolio e GPL per riscaldamento impegnati nelle frazioni parzialmente non metanizzate)68

§      Articolo 2, comma 14 (Esenzione da accise per gasolio da riscaldamento utilizzato per le coltivazioni in serra)70

3. Il sistema di finanziamento dell’Unione europea ed i flussi finanziari in favore dell’Italia  72

§      3.1.   Il sistema di finanziamento dell’Unione europea  72

§      3.2.   La contribuzione dell’Unione europea in favore dell’Italia  72

4.       La struttura del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Dipartimento per le politiche comunitarie  75

Documentazione

§      Tabella 2 del D.D.L. di bilancio 2009 – A.C. 1714  81

§      Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – A.C. 1713 (legge finanziaria 2009) (stralcio) 81

§      D.P.C.M. 10 dicembre 2007, Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale 2008-2010 della Presidenza del Consiglio dei Ministri 81

 


PARTE I
Gli obiettivi di finanza pubblica

 


1. Le previsioni macroeconomiche

Le previsioni macroeconomiche contenute nel DPEF 2009-2013, presentato nel giugno scorso, sono state riviste nella Nota di aggiornamento, presentata in data 23 settembre 2008.

 

Per quanto concerne il prodotto, la Nota di aggiornamento rivede al ribasso di 0,4 punti percentuali le stima di crescita del PIL reale per il 2008 ed il 2009, indicandola rispettivamente allo 0,1 e allo 0,5 per cento, rispetto ad una previsione dello 0,5 per il 2008 e dello 0,9 per cento indicata nel DPEF di giugno.

Anchela crescita del PIL attesa nel biennio 2010-2011 viene rivista al ribasso (0,9 e 1,2 per cento rispettivamente, a fronte di 1,2 e 1,3 stimati a giugno), mentre viene confermata la previsione di fine periodo relativa agli anni 2012 e 2013 (pari all'1,5 per cento).

Tali revisioni sono ascrivibili all’operare congiunto di una serie di fattori negativi che hanno condizionato l’andamento dell’economia italiana già dal primo semestre 2008, tra i quali la Nota di aggiornamento al DPEF annovera:

§      il rincaro dei beni energetici e alimentari, che ha inciso sui consumi delle famiglie;

§      l’apprezzamento dell’euro, che ha indebolito la domanda estera,

§      una correzione superiore alle attese nel settore delle costruzioni.

 

In generale, la revisione delle stime riflette il deterioramento della congiuntura internazionale derivante dalle persistenti incertezze in ordine all’ampiezza e alla durata degli effetti delle turbolenze sui mercati finanziari internazionali indotte dalla crisi dei mutui sub-prime statunitensi, che ha determinato sui mercati azionari e del credito forti tensioni e perdite significative.

Oltre all’accentuarsi della crisi finanziaria, nel 2008 hanno contribuito al peggioramento del quadro macroeconomico anche l’incremento del prezzo delle materie prime (segnatamente energetiche e alimentari)elenuove pressioni inflazionistiche, nonché, nell’area dell’euro,l’apprezzamento del cambio nei confronti del dollaro su mercati valutari, peraltro parzialmente ridimensionato dalla fine dell’estate, analogamente a quanto avvenuto con l’andamento dei prezzi delle commodity, e in particolare del petrolio, che ha registrato nell’ultimo trimestre un’ampia correzione.

L’elemento di maggiore incertezza è ancora costituito dalla crisi finanziaria mondiale, acuitasi peraltro nel mese di settembre con il coinvolgimento di alcune grandi istituzioni bancarie e assicurative, a fronte del quale le autorità monetarie delle principali aree economiche sono dovute intervenire per garantire massicce iniezioni di liquidità al fine di stabilizzare i mercati.

Permane pertanto il rischio di un restrizione del credito nei prossimi mesi, cui si aggiungono i timori di un sensibile rallentamento dell’economia statunitense.

Nell’area dell’euro, dopo una crescita oltre le previsioni nel primo trimestre, nel secondo trimestre si è registra tata una contrazione del PIL rispetto al periodo precedente, in gran parte imputabile ad una flessione di tutte le componenti della domanda aggregata, e segnatamente degliinvestimenti fissi lordi e dei consumi delle famiglie.

Nel secondo trimestre l’andamento economico dell’area dell’euro ha dunque risentito oltre il previsto dell’indebolimento del contesto internazionale: le turbolenze che hanno caratterizzato i mercati finanziari e immobiliari si sono tradotte in un inasprimento delle condizioni del credito bancario; i rincari delle commodity, e, segnatamente, dei prodotti energetici e alimentari, hanno spinto l’inflazione su valori elevati; l’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro non ha agevolato la domanda estera, mentre la debolezza del quadro economico e il minor reddito disponibile dei consumatori hanno indebolito la domanda interna.

 

In questo scenario , la Nota di aggiornamento sottolinea come la congiuntura economica internazionale sia caratterizzata da un elevato grado di incertezza.

 


2. Il quadro di finanza pubblica 2008-2013

Nonostante il deterioramento della congiuntura economica, l’aggiornamento delle stime del conto consolidato delle Pubbliche Amministrazioni per il periodo 2008-2013 - contenuto nella Nota di aggiornamento al DPEF - conferma l’obiettivo di indebitamento netto al 2,5 per cento del PIL per il 2008; mentre rivede lievemente al rialzo le previsioni del deficit per gli anni successivi, pur mantenendo fermo l’obiettivo del perseguimento del “sostanziale” pareggio di bilancio entro il 2011.

Gli scostamenti rispetto alle stime formulate nel DPEF presentato nel luglio scorso sono in gran parte ascrivibili, secondo quanto asserito nella Nota, ai seguenti fattori:

§      un indebolimento delle prospettive di crescita dell’economia italiana;

§      una più puntuale ripartizione della manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2011 tra le categorie economiche di entrata e spesa del conto della PA;

§      le modifiche alla manovra introdotte in sede di conversione dei provvedimenti attuativi ;

§      l’aggiornamento del conto delle PA per il 2008 in base all’attività di monitoraggio;

§      le variazioni dei tassi di interesse derivanti dalle turbolenze sui mercati finanziari internazionali

 

Per l’anno in corso, l’indebitamento netto, sostanzialmente invariato in termini nominali, sconta una ricomposizione dei suoi grandi aggregati che riflette gli effetti della minore crescita sul gettito tributario, nonché, sul lato della spesa, un aumento degli oneri per interessi.

Il rapporto debito/PIL, in presenza di una lieve revisione al rialzo del PIL nominale, è invece stimato collocarsi nel 2008 al 103,7 per cento, registrando un miglioramento di due decimi di punti percentuali rispetto a quanto stimato nel DPEF.

 

Per il 2009 il quadro di finanza pubblica – che incorpora gli effetti della manovra realizzata con il decreto legge n. 112 del 2008[1] - prospetta un indebitamento netto pari al 2,1 per cento del PIL, con un peggioramento rispetto alla previsione indicata nel DPEF di 0,1 punti percentuali di PIL.

Secondo quanto riportato nella RPP, la revisione è riconducibile ad un moderato rialzo della spesa, compensata in parte dall’andamento delle entrate. Le nuove stime delle entrate scontano una ricomposizione del prelievo fiscale: il minor gettito previsto per il comparto tributario, trainato dal ridimensionamento delle imposte indirette, risulta più che compensato dalla maggiore crescita dei contributi sociali rispetto a quanto previsto in precedenza.

Anche nel periodo successivo si evidenzia un lieve peggioramento del deficit rispetto alle precedenti stime pari allo 0,2 per cento nel 2010 e nel 2011, che si riduce di un decimo di punto nel biennio 2012-2013.

Tale dinamica è influenzata da una peggioramento dell’avanzo primario di 0,1 punti percentuali del PIL per il periodo 2009-2013 - ad esclusione del 2011 quando il peggioramento risulta pari a 0,3 - cui si aggiunge un aumento della spesa per interessi nella prima parte del periodo di previsione.

L’indebitamento netto strutturale (corretto per il ciclo e al netto delle misure una tantum), pari all’1,8 per cento del PIL nel 2009 e allo 0,7 per cento nel 2010 (a fronte, rispettivamente, dell’1,7 e dello 0,6 per cento indicati nel DPEF) diventa positivo nel 2011 (0,2 per cento del PIL), pur mantenendo un valore più basso rispetto al profilo di aggiustamento in precedenza indicato.

Nel quadriennio 2008-2011, la correzione complessiva ammonta a oltre due punti percentuali, assicurando la convergenza verso l’obiettivo di medio termine del bilancio in pareggio richiesto dal Patto di stabilità e crescita europeo.

Il debito pubblico, a fronte di una previsione migliore delle attese per l’anno in corso (103,7 per cento del PIL invece di 103,9), evidenzia un percorso di rientro più lento, attestandosi sotto il 100 per cento nel 2011, fino a raggiungere il 91,9 per cento nel 2013, ossia 1,8 punti percentuali in più rispetto a quanto indicato nel DPEF.

Nella tavola che segue si confrontano le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento e quelle contenute nel DPEF presentato a giugno.

Quadro sintetico aggiornato(1) di finanza pubblica

(in percentuale del PIL)

 

 

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Indebitamento netto

(Agg. DPEF)

-2,5

-2,1

-1,2

-0,3

-0,1

0,0

(DPEF 2009-2013)

-2,5

-2,0

-1,0

-0,1

0,0

0,1

Interessi

(Agg. DPEF)

5,1

5,1

5,1

5,0

4,9

4,8

(DPEF 2009-2013)

5,0

5,1

5,0

5,0

4,9

4,9

Saldo corrente netto interessi

(Agg. DPEF)

6,2

6,6

7,2

7,5

7,6

7,6

(DPEF 2009-2013)

6,2

6,7

7,4

7,8

7,8

7,8

Saldo primario

(Agg. DPEF)

2,6

3,0

3,9

4,6

4,8

4,9

(DPEF 2009-2013)

2,6

3,1

4,0

4,9

4,9

5,0

Indebitamento netto corretto (2)

(Agg. DPEF)

-2,5

-1,8

-0,7

0,2

0,2

0,2

(DPEF 2009-2013)

-2,3

-1,7

-0,6

0,3

0,2

0,2

Debito

(Agg. DPEF)

103,7

102,9

101,3

98,4

95,1

91,9

(DPEF 2009-2013)

103,9

102,7

100,4

97,2

93,6

90,1

Fabbisogno settore statale

(Agg. DPEF)

-2,9

-1,4

-0,6

0,5

0,8

0,9

(DPEF 2009-2013)

-2,9

-1,3

-0,4

0,7

1,0

1,1

Fabbisogno settore pubblico

(Agg. DPEF)

-2,9

-1,8

-1,0

0,1

0,4

0,5

(DPEF 2009-2013)

-2,8

-1,6

-0,8

0,4

0,7

0,7

(1) I dati non considerano la riclassificazione di Equitalia ancora in via di definizione.

(2) Per il ciclo e al netto delle una tantum.

Fonte: Nota di aggiornamento al DPEF 2009-2013.

 

 


PARTE II
La manovra di finanza pubblica

 


1. L’articolazione della manovra

Il procedimento di formazione della manovra di finanza pubblica presenta quest’anno elementi innovativi rispetto al passato.

 

Le linee essenziali della decisione di bilancio sono state infatti contestualmente definite nel DPEF ed attuate con il decreto legge n. 112 del 2008[2] l’estate scorsa, attraverso l’adozione di un piano triennale (2009-2011) di stabilizzazione della finanza pubblica, volto ad attuare una politica di contenimento del deficit pubblico funzionale al raggiungimento del sostanziale pareggio di bilancio nel 2011, secondo gli impegni assunti in sede europea.

 

Il processo di programmazione economico-finanziaria è stato dunque anticipato nella tempistica ed impostato su base triennale, facendo sostanzialmente convergere i profili programmatici con quelli attuativi.

 

La finalità sottesa a tale approccio è rinvenibile nell’esigenza di conferire alle Amministrazioni maggiori certezze nella pianificazione delle risorse disponibili e nella programmazione delle attività connesse alle missioni e ai programma di spesa di propria competenza.

Le esigenze di riqualificazione della spesa, derivanti anche dalle consistenti riduzioni delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa operate dall’articolo 60 del decreto legge n. 112/08 per il triennio 2009-2011, hanno inoltre indotto il Legislatore a concedere alle Amministrazioni un più ampio margine di flessibilità nella gestione delle risorse, consentendo alle stesse, in sede di formazione del bilancio di previsione a legislazione vigente per il 2009, di rimodulare entro certi limiti le dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione, riconfigurando anche le autorizzazioni legislative di spesa ad essi sottostanti (per un approfondimento cfr. oltre).

 

Per quanto concerne l’articolazione della manovra, le linee portanti della politica di bilancio per il triennio 2009-2011 sono state definite, come accennato, dal decreto legge n. 112 adottato nel giugno scorso; assieme agli interventi ivi contenuti, come di consueto, concorrono alla composizione della manovra di finanza pubblica il disegno di legge finanziaria per il 2009 (AC 1713), il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (AC 1714), nonché una serie di provvedimenti collegati elencati nella Nota di aggiornamento al DPEF.

In particolare, a completamento della manovra di bilancio 2009-2011 varata nel luglio scorso il Governo collega alla decisione di bilancio i seguenti disegni di legge:

§      A.C. 1441-bis, recante “Disposizioni per lo sviluppo economico, la riforma del processo civile, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria “, in corso di esame in prima lettura alla Camera;

§      A.C. 1441-ter, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, in corso di esame in prima lettura alla Camera;

§      A.C. 1441-quater, recante la “Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro , in corso di esame in prima lettura alla Camera ;

§      A.S. 847, recante la “Delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico”, in corso di esame in prima lettura presso il Senato.

 

A tali progetti di legge vanno aggiunti il disegno di legge recante la “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 ottobre 2008, nonché, secondo quanto indicato nel DPEF, un ulteriore disegno di legge, non ancora deliberato dal Consiglio dei Ministri, volto alla costituzione di un “Codice delle autonomie”.


2. Il contenuto della manovra

Il contenuto del disegno di legge finanziaria per il 2009 (A.C. 1713) non reca effetti in termini di variazione dell’indebitamento netto della PA, né in termini di fabbisogno, limitandosi ad incidere sul saldo netto da finanziare, in diminuzione nel biennio 2009-2010 e in aumento nel 2011.

A larga parte degli oneri recati dal disegno di legge finanziaria si fa inoltre fronte mediante il ricorso a disponibilità finanziarie già precostituite nell’ambito del decreto legge n. 112/08, sicché ai fini dell’analisi degli effetti finanziari della manovra di finanza pubblica occorre fare in primo luogo riferimento a tale ultimo provvedimento adottato nel giugno scorso.

2.1 Il decreto legge n. 112 del 2008

Il decreto legge n. 112, anticipando gli effetti tipici della legge finanziaria, ha reperito un ammontare di risorse pari, in termini cumulati nel triennio 2009 -2011, a 36,7 miliardi di euro, di cui 6,1 miliardi di maggiori entrate e 30,6 miliardi di minori spese.

Tra le minori spese 22 miliardi di euro sono spese correnti e 8,5 miliardi di euro rappresentano minori spese di conto capitale.

Del complesso di tali risorse la quota prevalente (pari a regime a circa l’84 per cento dell’ammontare complessivo) è stata destinata ad una correzione progressivamente crescente nel triennio 2009-2011 dei conti pubblici.

 

La riduzione dell’indebitamento netto ammonta a circa lo 0,6 per cento del PIL nel 2009, all’1 per cento nel 2010 e all’ 1,78 per cento nel 2011, anno nel quale la Nota di aggiornamento al DPEF prevede un valore del saldo pari a – 0,3 per cento.

Nel 2009 il contributo delle entrate nette e delle spese nette alla correzione dell’indebitamento è sostanzialmente analogo, rappresentando rispettivamente circa il 47 e il 53 per cento della correzione complessiva (4,662 miliardi di euro di maggiori entrate nette a fronte di 5,231 miliardi di riduzione netta delle spese).

Negli anni successivi gli interventi correttivi si concentrano invece in larga parte sul versante del contenimento della spesa: nel 2010 la riduzione netta delle spese rappresenta, infatti, oltre il 70 cento della correzione del saldo, per poi giungere a fine periodo ad oltre l’82 per cento.

Alla riduzione dell’indebitamento si perviene mediante un aumento netto annuo delle entrate pari a circa lo 0,3 per cento del PIL ed una riduzione netta delle spese gradualmente crescente nel triennio (0,32 per cento del PIL nel 2009, 0,72 per cento nel 2010, 1,46 per cento del PIL nel 2011).

 

La tabella seguente riepiloga gli effetti della manovra di finanza pubblica in termini di indebitamento netto per il triennio 2009-2011, disaggregandoli in termini di variazione netta delle entrate (composta dal saldo delle minori e maggiori entrate) e delle spese (anch'esse espresse come saldo delle maggiori e minori spese). I valori sono riportati in termini cumulati.

 

 

EFFETTI SUL CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
(mln euro)

 

2009

2010

2011

Maggiori entrate

5.765

5.516

6.103

Minori entrate

1.103

555

580

Aumento netto entrate

4.662

4.961

5.523

Maggiori spese

6101

5270

5.222

Minori Spese

11.332

17.446

30.624

Riduzione netta spese

5.231

12.177

25.042

Riduzione dell'Indebitamento netto

9.893

17.138

31.925

Fonte: Relazione previsionale e programmatica e per il 2009.

 

Le maggiori entrate derivano principalmente dagli interventi relativi al settore bancario e assicurativo, tramite misure di rimodulazione della base imponibile degli istituti e delle società, e alle industrie operanti nel settore dell’energia. Ulteriori misure sono destinate a potenziare la lotta all’evasione e al sommerso tramite l’incremento del 10 per cento (rispetto al biennio 2007-2008) della capacità operativa destinata all’attività di contrasto all’evasione fiscale; la predisposizione di un piano straordinario di controlli anche tramite un maggiore coinvolgimento dei comuni; norme di contrasto all’evasione derivante dalle estero-residenze fittizie; il controllo degli obblighi fiscali e contributivi dei soggetti extracomunitari e non residenti; l’applicazione dello strumento dell’accertamento con adesione anche ai verbali di constatazione relativi ad accertamenti parziali con un effetto crescente nel triennio. Altre misure attengono all’incremento dei diritti statali di estrazione mineraria, all’armonizzazione del regime fiscale delle cooperative e all’eliminazione dei requisiti di favore fiscale per gli extra-compensi (stock-option).

 

Le minori entrate sono dovute principalmente all’autorizzazione del Fondo proroga agevolazioni fiscali. La manovra sulle entrate tiene inoltre conto delle modifiche al regime di detraibilità dell’IVA sulle prestazioni alberghiere.

 

Dal lato della spesa, l’azione correttiva deriva in larga parte dall’applicazione di un taglio lineare riferito al triennio 2009-2011, delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa dei Ministeri, disposto ai sensi del citato articolo 60, comma 1, del decreto legge n. 112 del 2009.

 

Negli anni 2009-2011, l’ammontare della riduzione delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa dei Ministeri viene ad incidere in modo prevalente sulle spese in conto capitale, attestandosi a circa 3,6 miliardi euro nel 2010 e 8,6 miliardi nel 2011 (a fronte di una riduzione delle spese correnti pari a circa 3,4 miliardi di euro nel 2010 e 6,3 miliardi nel 2011)

Nella definizione degli stanziamenti iniziali su quali sono state apportate le suddette riduzioni, si è tenuto conto, per il 2009, degli effetti derivanti dalla trasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti sulle dotazioni di bilancio (pari a circa 4,9 miliardi di euro) disposti ai sensi dell’art. 1, commi 507-508, dalla legge finanziaria per il 2007, prevista dal comma 10 del medesimo articolo 60 del D.L. 112/08.

Nel 2009, il combinato disposto della trasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti previsti dal citato comma 507 e dei tagli lineari operati ai sensi del citato comma 1 dell’articolo 60 del decreto legge n. 112, ha determinato una riduzione delle dotazioni delle missioni di spesa pari, nel complesso, a circa 13,4 miliardi di euro (per una analisi delle riduzioni di spesa cfr. oltre).

 

In termini di indebitamento netto, la riduzione delle missioni di spesa disposta per il 2009 risulta pari a circa 3 miliardi di euro per la spesa corrente e 2,3 miliardi per la spesa in conto capitale.

 

Ulteriori interventi sono volti al contenimento della spesa nei settori del pubblico impiego, della finanza decentrata, della sanità e della previdenza.

 

Le maggiori spese correnti sono principalmente attribuibili:

§      ai rinnovi contrattuali nel pubblico impiego;

§      agli oneri per la sanità conseguenti all’abolizione per gli anni 2009-2011 della quota fissa di partecipazione al costo per assistenza specialistica,

§      alle norme in materia previdenziale che sanciscono l’abolizione del divieto di cumulo fra pensioni e redditi da lavoro sia autonomo che dipendente,

§      alle modifiche al fondo interventi strutturali di politica economica e in favore degli enti o società di pubblica utilità.

 

Le maggiori spese in conto capitale si riferiscono all’incremento per il 2009 dell’autorizzazione di spesa relativa al Fondo per l’occupazione e all’istituzione del Fondo per la promozione e il sostegno del trasporto pubblico locale.

 


Effetti della manovra di bilancio per gli anni 2009-2011
(articolazione per settori, valori cumulati. Fonte: RPP per il 2009)

 

 

2009

2010

2011

2009

2010

2011

 

(in milioni di euro)

(in % PIL)

REPERIMENTO RISORSE

17.097

22.962

36.727

1,04

1,36

2,11

Maggiori entrate

5.765

5.516

6.103

0,35

0,33

0,35

Imprese operanti nel settore energetico

2.395

1.323

1.331

0,15

0,08

0,08

Settore bancario e assicurativo

2.522

3.099

2.494

0,15

0,18

0,14

Riscossione e lotta all'evasione

513

793

1.953

0,03

0,05

0,11

Altre

335

301

325

0,02

0,02

0,02

Minori spese

11.332

17.446

30.624

0,69

1,03

1,76

Minori spese correnti

8.923

13.776

22.050

0,54

0,82

1,27

Pubblico impiego
(al netto degli effetti indotti)

829

1.336

1.874

0,05

0,08

0,11

Finanza decentrata
(Patto di stabilità interno e altre razionalizzazioni)

3.430

5.480

9.480

0,21

0,32

0,54

Spesa sanitaria

357

2.351

3.344

0,02

0,14

0,19

Misure previdenziali

247

267

295

0,02

0,02

0,02

Riduzione missioni di spesa

3.049

3.532

6.328

0,19

0,21

0,36

Altro

1.011

811

729

0,06

0,05

0,04

Minori spese in conto capitale

2.409

3.670

8.574

0,15

0,22

0,49

Riduzione missioni di spesa

2.280

3.616

8.574

0,14

0,21

0,49

Altro

129

54

 

0,01

0,00

 

USO DELLE RISORSE

7.204

5.825

5.802

0,44

0,35

0,33

Minori entrate

1.103

555

580

0,07

0,03

0,03

Fondo proroga agevolazioni fiscali

900

500

500

0,05

0,03

0,03

Detraibilità IVA su prestazioni alberghiere

147

-80

-17

0,01

0,00

0,00

Altro

56

135

97

0,00

0,01

0,01

Maggiori spese

6.101

5.270

5.222

0,37

0,31

0,30

Maggiori spese correnti

5.182

5.003

4.978

0,32

0,30

0,29

Pubblico impiego (al netto degli effetti indotti)

1.984

1.984

1.984

0,12

0,12

0,11

Spesa sanitaria

834

834

834

0,05

0,05

0,05

Misure previdenziali

410

415

420

0,02

0,02

0,02

Misure in favore di Enti e società pubbliche

453

453

450

0,03

0,03

0,03

Misure a carattere sociale

300

 

 

0,02

 

 

Fondo sicurezza e contrattazione integrativa

260

100

100

0,02

0,01

0,01

Fondo interventi strutturali di politica economica

599

615

603

0,04

0,04

0,03

Altro

342

602

587

0,02

0,04

0,03

Maggiori spese in conto capitale

919

267

244

0,06

0,02

0,01

Fondo per l'occupazione

700

 

 

0,04

 

 

Trasporto pubblico locale

100

110

120

0,01

0,01

0,01

Altro

119

157

124

0,01

0,01

0,01

EFFETTO DELLA MANOVRA SUL SALDO PRIMARIO

9.893

17.138

30.925

0,60

1,02

1,78

2.2 Il disegno di legge finanziaria per il 2009

Il disegno di legge finanziaria per il 2009 presenta significative novità rispetto al passato, sia in quanto a contenuto normativo, sia in termini di effetti sui saldi di finanza pubblica.

Una finanziaria snella

Quanto al primo aspetto, la portata innovativa del quadro legislativo vigente del disegno di legge risulta sensibilmente ridotta rispetto al passato, posto che esso si articola in soli tre articoli, riconducibili al contenuto tipico della legge finanziaria, che si limitano a:

§      fissare gli obiettivi dei saldi di bilancio (livello massimo del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario);

§      disporre la proroga di norme di carattere tributario recanti regimi agevolati e incidenti sulla misura di aliquote o comunque sulla determinazione di parametri da cui deriva il quantum della prestazione;

§      definire l’importo delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali e alle modifiche del trattamento economico del pubblico impiego, nonché l’importo dei trasferimenti destinati agli enti previdenziali;

§      stabilire l’importo da iscrivere nelle tabelle allegate.

 

Tale limitazione del contenuto del disegno di legge finanziaria è coerente con quanto disposto dall’articolo 1, comma 1-bis, del decreto legge n. 112/08, il quale, operando una deroga alle disposizioni della legge di contabilità generale in materia di contenuto della legge finanziaria (articolo 11 della legge n. 468/1978), ha disposto che in via sperimentale la legge finanziaria per l’anno 2009 possa contenere esclusivamente disposizioni strettamente attinenti al suo contenuto tipico, con l’esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico.

 

A tale ridimensionamento del contenuto della legge finanziaria corrisponde una significativa valorizzazione del contenuto decisionale del bilancio dello Stato, stante la possibilità - prevista anch’essa in via sperimentale per il solo esercizio 2009 dall’articolo 60, comma 3, del decreto legge n. 112/08 – di rimodulare nella legge di bilancio tra i programmi le dotazioni finanziarie di ciascuna missione, ivi incluse le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa (per un approfondimento cfr. oltre).

Gli effetti sui saldi di finanza pubblica

Per quanto attiene agli effetti sui saldi di finanza pubblica, il disegno di legge finanziaria per il 2009 non comporta, come accennato, effetti correttivi in termini di indebitamento netto del conto economico delle amministrazioni pubbliche, la cui incidenza sul PIL rimane pertanto fissata per il triennio 2009-2011 nei valori indicati dalla Nota di aggiornamento al DPEF[3], che pur rivedendo lievemente al rialzo le stime del saldo - in ragione del deterioramento della congiuntura economica internazionale e dell’aumento della spesa per interessi derivante dalle turbolenze nei mercati finanziari - ha confermato l’obiettivo del sostanziale pareggio di bilancio nel 2011.

 

Analogamente, gli interventi introdotti dalla legge finanziaria non incidono sul fabbisogno del settore statale, mentre variazioni in diminuzione nel biennio 2009-2010 e in aumento nel 2011 sono previste in termini di saldo netto da finanziare.

 

La tabelle seguenti riepilogano gli effetti complessivi del disegno di legge in termini di saldo netto da finanziare, fabbisogno e indebitamento netto per il triennio 2009-2011, disaggregandoli in termini di variazione netta delle entrate (composta dal saldo delle minori e maggiori entrate) e delle spese (anch'esse espresse come saldo delle maggiori e minori spese).

 

SALDO NETTO DA FINANZIARE
(mln euro)

 

2009

2010

2011

Minori entrate

506

313,6

181,4

Maggiori entrate

90,5

9,5

0

Totale entrate

-416,1

-304,1

-181,4

Maggiori spese (articolato)

5.458,1

5.235,2

5.233,5

Maggiori spese (tabelle)

235

1.305

6.576,2

Minori Spese

6886,2

7.113,3

7.303,9

Totale spese

-1.193,1

-573,1

+4.506

TOTALE GENERALE

-777,1

-269

+4.687,4

 

 

INDEBITAMENTO NETTO P.A. E FABBISOGNO
(mln euro)

 

2009

2010

2011

Minori entrate

924,5

530,8

396,9

Maggiori entrate

90,5

9,5

0

Totale entrate

-834

-521,3

-396,9

Maggiori spese (articolato)

63,7

41,5

41,5

Maggiori spese (tabelle)

0

0

0

Minori Spese

-897,7

562,8

438,4

Totale spese

834

521,3

396,9

TOTALE GENERALE

0

0

0

 

Per quanto concerne l’entità della manovra, il disegno di legge reca nuove o maggiori spese correnti per un ammontare pari ad oltre 5,45 miliardi di euro per il 2009, 5,23 miliardi per il 2010 e il 2011, cui si aggiungono 507 milioni di euro per il 2009, 314 per il 2010 e 181 per il 2011 di minori entrate.

Tali oneri sono più che compensati da una riduzione delle spese correnti pari a circa 6,9 miliardi di euro per il 2009, 7,11 miliardi per il 2010 e 7,3 miliardi per il 2011, cui si aggiungono 91 milioni di euro per il 2009 e 10 milioni per il 2010 di maggiori entrate.

 

In particolare, per quanto concerne il reperimento delle risorse (maggiori entrate e minori spese), alla copertura finanziaria di larga parte delle disposizioni onerose previste dal disegno di legge si fa fronte nell'ambito delle risorse già precostituite con il decreto-legge n. 112 del 2008 e, in particolare mediante la riduzione della dotazione:

§      del Fondo per la proroga di agevolazioni fiscali, istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze ai sensi dell’articolo 63, comma 8 del decreto legge n. 112 del 2008 (per circa 900 milioni di euro nel 2009 – cfr. art. 2, co. 16);

§      del Fondo intereventi strutturali di politica economica, che il comma 10 del citato articolo 63 del D.L. n. 112 ha appositamente rifinanziato al fine di garantire, tra l’altro, le risorse occorrenti per i rinnovi contrattuali e gli adeguamenti retributivi del personale statale (la riduzione è pari a circa 2,2 miliardi di euro per ciascun anno del triennio 2009-2011).

 

Minori spese correnti sono altresì riconducibili al riordino dei trasferimenti dal bilancio dello Stato all'INPS conseguenti dell’incremento delle aliquote contributive di finanziamento delle gestioni previdenziali disposto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) e dalla legge 24 dicembre 2007, n. 247, recante le norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 (cfr. art. 2, c. 25).

 

Maggiori entrate sono invece ascrivibili al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di parte delle risorse dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa giacenti fuori dalla tesoreria statale (per circa 90 milioni di euro nel 2009 – cfr. art. 2, c. 21).

 

In ordine all’utilizzo delle risorse, tra le misure recanti minori entrate si segnalano una serie di disposizioni di carattere tributario, in larga parte costituite da proroghe di regimi fiscali agevolati, a favore dei soggetti che operano nel settore agricolo e della proprietà contadina, della pesca e dell’autotrasporto, nonché in materia di recupero del patrimonio edilizio, spese per la frequenza di asili nido, per l'acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico e per l’aggiornamento e la formazione del personale docente scolastico. Ulteriori proroghe e disposizioni agevolative di natura tributaria concernono le accise sul gas naturale per gli usi industriali; sul gasolio e GPL impiegati per riscaldamento in comuni non metanizzati; sul gasolio impiegato nelle coltivazioni sotto serra e per gli oli vegetali impiegati per fini energetici nelle serre (cfr. articolo 2, commi 1-18).

 

Sul versante della spesa, le maggiori spese sono principalmente ascrivibili:

§      ai maggiori trasferimenti all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) a titolo di adeguamento ISTAT ( 936 milioni di euro nel triennio 2009-2001 – cfr art. 2, co. 26) e per la gestione degli invalidi civili (1.800 milioni di euro annui per il triennio 2009-2001 – cfr art. 2, co. 26);

§      alle disposizioni in materia di pubblico impiego, che stabiliscono, tra l’altro, le risorse destinate ai rinnovi contrattuali per il biennio 2008-2009 e agli incrementi retributivi del personale statale in regime di diritto pubblico (2.240 milioni di euro annui per il triennio 2009-2001 – cfr art. 2, co. 27,28 e 29).

 

Per quanto riguarda le Tabelle allegate al disegno di legge (in particolare le Tabelle C ed F), la relazione illustrativa al disegno di legge sottolinea come i relativi stanziamenti a legislazione vigente scontino sia le riduzioni della Tabella C disposte nei decreti-legge n. 93/2008 (c.d. decreto ICI) e n. 134/2008 (c.d. decreto Alitalia), sia le riduzioni di spesa previste ai sensi dell'articolo 60, commi 1 e 10, del decreto-legge n. 112, rispettivamente in relazione ai tagli delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa e alla decurtazione delle quote rese indisponibili ai sensi del comma 507 della legge n. 296/2006.

Nelle tabelle del disegno di legge finanziaria sono inoltre ricompresi gli effetti derivanti dalle rimodulazioni tra i programmi delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa (ivi incluse le spese predeterminate per legge ) operate dalle Amministrazioni ai sensi del comma 3 del citato articolo 60 del decreto-legge n. 112. Le autorizzazioni legislative, nei termini riportati nelle tabelle a seguito delle rimodulazioni, sono esposte in un apposito allegato a ciascuno stato di previsione della spesa del disegno di legge di bilancio.

 


 

PARTE III
Il disegno di legge di bilancio per il 200
9

 

 


1. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente 2009

1.1 Novità in tema di formazione del bilancio a legislazione vigente per il 2009

Il disegno di legge recante il bilancio annuale di previsione dello Stato e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 è impostato secondo la nuova struttura contabile per missioni e programmi, volta a privilegiare il contenuto funzionale della spesa, introdotta con la legge di bilancio 2008.

Esso presenta tuttavia rilevanti novità rispetto allo scorso anno, sia in ordine all’arco temporale di riferimento, sia in termini di contenuti e portata decisionale del documento.

Sul processo di formazione del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente ha infatti inciso in maniera sostanziale la disciplina introdotta dal decreto legge 25 giugno 2008, n. 112[4], con il quale, ai fini del rispetto degli impegni di medio periodo assunti con l’Unione europea nell’ambito del Patto di stabilità e crescita, è stata realizzata una manovra di stabilizzazione della finanza pubblica riferita al triennio 2009-2011.

Il processo di programmazione economico-finanziaria è stato dunque anticipato nella tempistica ed impostato su base triennale, al fine di conferire alle Amministrazioni maggiori certezze nella pianificazione delle risorse disponibili e nella programmazione delle attività connesse alle missioni e ai programma di spesa di propria competenza.

Gli effetti del decreto legge, approvato prima della presentazione del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria, risultano pertanto già contabilizzati nel disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per l’esercizio 2009 e nel bilancio pluriennale 2009-2011.

 

La normativa recata dall’articolo 60 del citato decreto legge n. 112 ha peraltro introdotto alcuni criteri specifici per quanto concerne la determinazione degli stanziamenti di spesa del bilancio dello Stato da iscrivere a legislazione vigente per il 2009.

In particolare, ai fini del conseguimento dell’obiettivo del sostanziale pareggio di bilancio nell’anno 2011, i commi 1 e 2 dell’articolo 60 hanno disposto una sensibile riduzione delle dotazioni finanziarie a legislazione vigente per il triennio 2009–2011 delle missioni di spesa di competenza dei vari Ministeri, secondo gli importi indicati nell'elenco n. 1 allegato al decreto-legge.

Oggetto di riduzione sono state anche le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa.

Dalla riduzione operata sono escluse le spese relative a stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; spese per interessi; poste correttive e compensative delle entrate[5], comprese le regolazioni contabili con le regioni; trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; fondo ordinario delle università; le risorse destinate alla ricerca; le risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche; le risorse dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali.

Si tratta, in sostanza, delle spese di carattere obbligatorio o aventi natura obbligatoria, nonché di altre specifiche spese ritenute “indisponibili”.

 

Con riferimento all’anno 2009, il totale delle riduzioni operate alle dotazioni del bilancio a legislazione vigente è stata pari ad oltre8 miliardi di euro, di cui la parte preponderante, più di 6 miliardi, è costituita da riduzioni apportate a spese predeterminate per legge.

Negli anni successivi, la riduzione delle risorse a legislazione vigente del bilancio dello Stato raggiunge l’entità di 9 miliardi nel 2010, di cui 6,7 miliardi relativi a spese predeterminate per legge, e aumenta fino a oltre 15 miliardi di euro per il 2011, di cui 11,8 miliardi relativi a spese da fattore legislativo.

Le riduzioni, in valori assoluti, risultano, così distribuite per ciascun Ministero:

milioni di euro

 

2009

2010

2011

Ministero

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

economia e finanze

2.995,8

2.570,4

3.307,0

2.796,8

5.895,1

4986,0

sviluppo economico

2.247,8

2.235,5

2.459,0

2.444,4

4.310,8

4.286,0

lavoro

220,0

187,6

261,1

222,5

452,5

385,6

giustizia

218,6

1,6

262,1

3,2

454,2

5,5

esteri

202,4

153,4

225,4

167,0

388,0

286,5

istruzione

447,0

214,4

456,4

200,2

790,1

346,4

interno

413,7

78,4

462,2

55,2

799,0

95,6

ambiente

249,7

241,3

166,2

156,3

261,9

244,5

infrastrutture

519,6

405,3

463,0

332,9

770,4

544,7

difesa

503,7

158,0

478,1

59,0

834,5

101,7

politiche agricole

180,0

137,0

137,4

88,4

220,2

135,2

beni culturali

236,7

216,8

251,3

227,1

434,6

392,5

totale

8.435

6.599,7

8.929,2

6.753

15.611,3

11.810,2

 

Nella definizione degli stanziamenti iniziali su quali sono state apportate le suddette riduzioni, si è tenuto conto, per il 2009, degli effetti derivanti dalla trasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti sulle dotazioni di bilancio (pari a circa 4,9 miliardi di euro) disposti ai sensi dell’art. 1, commi 507-508, dalla legge finanziaria per il 2007, prevista dal comma 10 del medesimo articolo 60 del D.L. 112/08[6].

Nell’esercizio 2009,il combinato disposto dellatrasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti previsti dal citato comma 507 e dei tagli lineari operati ai sensi del citato comma 1 dell’articolo 60 del decreto legge n. 112,ha determinato una riduzione delle dotazioni delle missioni di spesa pari, nel complesso, a circa 13,4 miliardi di euro.

 

A fronte dei tagli operati, è stato infatti introdotto, in via sperimentalee limitatamente all’esercizio finanziario 2009, un meccanismo di flessibilitàin ordine all’allocazione delle risorse nell’ambito dei programmi di spesa di pertinenza delle singole Amministrazioni.

In particolare, l’articolo 60, comma 3, ha previsto la possibilità di effettuare, nella legge di bilancio, rimodulazioni tra i programmi delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa, ivi comprese le spese predeterminate per legge econ la sola eccezione delle spese di natura obbligatoria, in annualità e a pagamento differito.

Ai sensi del comma 3 dell’articolo 60, le rimodulazioni che possono essere proposte nel disegno di legge di bilancio soggiacciono a taluni limiti, quali:

§      il rispetto dell’invarianza dei saldi di finanza pubblica;

§      un limite massimo del 10 per cento delle risorse stanziate per il macroaggregato “Interventi” e tra queste ultime e le risorse destinate al macroaggregato “funzionamento”;

§      il divieto di utilizzo degli stanziamenti in conto capitale per finanziare spese correnti, in quanto intervento di dequalificazione della spesa.

 

In ragione della possibilità di incidere, con le rimodulazioni presentate a bilancio, sulla legislazione sostanziale di spesa, in apposito allegato a ciascuno stato di previsione della spesa del bilancio a legislazione vigente per il 2009 sono esposte le autorizzazioni legislative di spesa ed i relativi importi, con le rimodulazioni effettuate dalle Amministrazioni (a tale riguardo, cfr. l’allegato 2 a ciascun stato di previsione della spesa: “Prospetto delle autorizzazioni di spesa per programmi”).

 

In particolare, a seguito dell’applicazione della disciplina in oggetto, le dotazioni finanziarie a legislazione vigente delle missioni di spesa si distinguono ora in due parti:

§      una concernente le “risorse rimodulabili”, il cui ammontare rappresenta, come accennato, il plafond complessivo di risorse a disposizione di ciascuna Amministrazione. La quota rimodulabile costituisce, dunque, per ciascun anno del triennio, un complessivo “tetto” di spesa in sede previsionale e gestionale, entro il quale le Amministrazioni, nei limiti suddetti, possono ripartire le risorse tra i programmi di competenza, tenendo conto delle priorità e delle finalità strategiche piuttosto che del livello della spesa storica;

§      l’altra relativa alle “risorse non rimodulabili” tra i programmi, per la quale la quantificazione definitiva ha formato oggetto di proposta da parte della Amministrazioni e di revisione a cura della Ragioneria Generale ai fini della verifica della corretta applicazione dei parametri previsti dalla legge per la quantificazione medesima (es. competenze fisse al personale, spese per interessi ed altre classificabili come oneri inderogabili).

 

Nel disegno di legge di bilancio per il 2009 (A.C. 1714) è esposta, nella Tabella 13, l’analisi delle dotazioni finanziarie per missioni che evidenzia la quota di spesa “rimodulabile” e quella “non rimodulabile” di ciascuna missione, ai sensi dell’articolo 60, commi 2 e 3, del D.L. n. 112/2008.

Nella seguente Tabella sono esposti, per l’intero bilancio triennale 2009-2011, le variazioni delle dotazioni di spesa di ciascun Ministero, ponendo a raffronto i dati di bilancio a legislazione vigente preesistenti alla manovra di finanza pubblica attuata con il D.L. n. 112/2008, con le risultanze del disegno di legge di bilancio di previsione 2009, con separata indicazione delle variazioni proposte nel disegno di legge medesimo.

(milioni di euro)

Ministero

Anno

Legislazione vigente
2009
ante DL 112
(a)

Manovra

BLV
2009
(AC 1714)

(b)

Differenza (b)-(a)

DL 112
(60, c. 10)
riduzioni co. 507

DL 112
(60, c. 1)
riduzioni missioni

Rimodulazioni
DL 112 (60, c. 3) +
manovra

Valori assoluti

Valori %

Economia

2009

316.365

-2.363

-2.996

12.159

323.165

6.800

2,1

2010

306.562

0

-3.307

18.590

321.845

15.283

5,0

2011

305.543

0

-5.895

21.676

321.324

15.781

5,2

Sviluppo economico

2009

12.516

-587

-2.248

-89

9.592

-2.924

-23,4

2010

12.323

0

-2.459

-61

9.803

-2.520

-20,4

2011

12.612

0

-4.311

16

8.317

-4.295

-34,1

Lavoro

2009

82.070

-349

-220

39

81.541

-529

-0,6

2010

82.697

0

-261

-83

82.353

-344

-0,4

2011

82.578

0

-452

514

82.640

62

0,1

Giustizia

2009

7.702

-196

-219

255

7.542

-160

-2,1

2010

7.738

0

-262

167

7.644

-94

-1,2

2011

7.750

0

-454

205

7.500

-250

-3,2

Esteri

2009

2.360

-128

-202

14

2.044

-316

-13,4

2010

2.266

0

-225

-36

2.005

-261

-11,5

2011

2.258

0

-388

5

1.875

-383

-17,0

Istruzione

2009

57.142

-324

-447

-1.022

55.349

-1.793

-3,1

2010

56.865

0

-456

-2.752

53.657

-3.208

-5,6

2011

56.283

0

-790

-3.565

51.929

-4.354

-7,7

Interno

2009

27.710

-231

-414

166

27.231

-479

-1,7

2010

26.826

0

-462

404

26.768

-58

-0,2

2011

26.738

0

-799

390

26.328

-410

-1,5

Ambiente

2009

1.556

-26

-250

-17

1.263

-293

-18,8

2010

912

0

-166

-16

730

-182

-20,0

2011

848

0

-262

-11

575

-273

-32,2

Infrastrutture

2009

7.782

-90

-520

10

7.183

-599

-7,7

2010

7.038

0

-463

14

6.589

-449

-6,4

2011

7.562

0

-770

28

6.819

-743

-9,8

Difesa

2009

20.987

-457

-504

268

20.294

-693

-3,3

2010

19.309

0

-478

490

19.322

13

0,1

2011

19.329

0

-835

504

18.999

-330

-1,7

Politiche agricole

2009

1.504

-54

-180

64

1.334

-170

-11,3

2010

1.203

0

-137

66

1.131

-72

-6,0

2011

1.125

0

-220

66

971

-154

-13,7

Beni e attività culturali

2009

2.060

-118

-237

4

1.710

-350

-17,0

2010

1.942

0

-251

7

1.698

-244

-12,6

2011

1.921

0

-435

14

1.500

-421

-21,9

Totale Spese finali

2009

539.754

-4.922

-8.435

11.853

538.249

-1.505

-0,3

2010

525.681

0

-8.929

16.790

533.544

7.863

1,5

2011

524.547

0

-15.611

19.842

528.779

4.232

0,8

 


1.2 Il quadro generale riassuntivo

Il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione per il 2009 a legislazione vigente evidenzia i seguenti importi:

 

BLV 2009 (A.C. 1714)
al netto delle regolazioni contabili e debitorie
valori in milioni di euro

 

Competenza

Cassa

(1)      Entrate finali
          - di cui entrate tributarie

463.904
433.608

437.684
414.058

(2)      Spese finali

497.400

517.442

(3=1-2) Saldo netto da finanziare

33.496

79.758

 

Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2009, in termini di competenza e al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, prevede entrate finali per 463.904 milioni e spese finali per 517.442 milioni.

Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta, in termini di competenza e al netto delle regolazioni debitorie e contabili e dei rimborsi IVA, pari a 33.496 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda il bilancio di cassa, il saldo netto da finanziare risulta pari a 79.758 milioni di euro.

 

Al lordo delle regolazioni contabili e debitorie (pari a 33.800 milioni di euro per quanto concerne le entrate, e a 40.850 milioni di euro, per quanto concerne le spese), il bilancio a legislazione vigente per il 2009 prevede:

 

 

BLV 2009 (A.C. 1714)
al lordo delle regolazioni contabili e debitorie
valori in milioni di euro

 

Competenza

Cassa

(1)      Entrate finali
          - di cui entrate tributarie

497.704
467.480

471.484
447.858

(2)      Spese finali

538.250

558.292

(3=1-2) Saldo netto da finanziare

40.545

86.808

 


1.3 Le variazioni rispetto alle previsioni 2008

Nella Tavola seguente sono posti a raffronto, in termini di competenza, le previsioni iniziali del bilancio per il 2008, le previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, come presentato dal Governo (A.C. 1417) e come modificato dalla manovra recata dal D.L. n. 112/2008, e le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2009 (A.C. 1714).

 

Il raffronto è effettuato con i dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

(Valori in milioni di euro)

 

Bilancio di previsione 2008

Assestato
2008
(A.C. 1417)
(
A)

Assestato
2008
+
DL 112/2008

B.L.V.
2009
(A.C. 1714)
(
B)

Diff.

(A)-(B)

Entrate finali

458.373

457.432

459.135

463.904

6.472

Tributarie

426.484

423.191

424.724

433.680

10.489

Extratributarie

29.636

30.876

31.046

28.874

-2.002

Entrate alienazione e ammort. beni patrimoniali

2.254

3.385

3.365

1.350

-2.035

Spese finali

491.711

513.630

514.793

497.400

-16.230

Spese correnti

431.277

451.242

452.362

450.766

-476

- Spese correnti netto interessi

352.751

365.808

366.928

369.446

3.638

- Interessi

78.526

85.434

85.434

81.320

-4.114

Spese conto capitale

60.434

62.388

62.431

46.634

-15.754

Rimborso prestiti

198.212

191.188

191.188

215.245

24.057

Spese Complessive

689.923

704.818

705.981

712.645

7.827

Saldo netto da finanziare

33.337

56.198

55.658

33.496

 

Risparmio pubblico

24.843

2.825

3.408

11.788

 

Ricorso al mercato (*)

239.455

256.126

246.846

255.791

 

(*)  Il ricorso al mercato è calcolato al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

L’analisi delle variazioni rispetto al 2008 che seguono è effettuato prendendo a riferimento le previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento per il 2008 (A.C. 1417), senza considerare gli effetti determinati su tale anno dal D.L. n. 112/2008.

 

Le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2009 registrano una forte riduzione del saldo netto da finanziare rispetto al disegno di legge di assestamento per il 2008, nell’importo di 22.702 milioni di euro, derivante da:

§      una riduzione delle spese finali di 16.230 milioni di euro;

§      un aumento delle entrate finali di 6.472 milioni di euro.

 

Anche il saldo corrente (risparmio pubblico) del bilancio a legislazione vigente per il 2009 registra, rispetto alle previsioni assestate per il 2008, un miglioramento di 8.963 milioni di euro, essenzialmente riconducibile all’incremento delle entrate correnti per circa 8.500 milioni di euro.

 

Riguardo alle spese finali iscritte nel bilancio a legislazione vigente per il 2009, la riduzione è pressoché interamente imputabile al forte decremento delle spese in conto capitale, che registrano, rispetto al bilancio assestato 2008, una riduzionedi 15.754 milioni di euro, a fronte di un lieve contenimento della spesa corrente (- 477 milioni di euro).

Le spese di parte corrente

Le spese correnti presentano un decremento, rispetto al dato assestato 2008,di 477 milioni di euro, risultante da una sensibile riduzione della spesa per interessi di 4.114 milioni di euro che ha più che compensato l’aumento della spesa corrente primaria pari a 3.638 milioni di euro.

Le spese in conto capitale

La relazione illustrativa del disegno di legge rileva come la contrazione delle spese in conto capitale sia principalmente ascrivibile ai seguenti comparti di spesa:

-          la cessazione del finanziamento dello Stato per l’attuazione dei piani di rientro regionali in materia sanitaria (circa -9.100 milioni);

-          gli investimenti fissi lordi, chesi riducono di 3.678 milioni di euro. La riduzione è in larga parte imputabile ai minori interventi per le opere infrastrutturali nelle regioni Sicilia e Calabria, per oltre 1.800 milioni di euro, ai sensi del D.L. n. 93/2008[7] (decreto ICI) nonché a minori stanziamenti per investimenti relativi al Ministero della Difesa (-800 milioni di euro);

-          i trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, che si riducono di complessivi 4.161 milioni di euro. In particolare, la riduzione è connessa ai minori trasferimenti alle amministrazioni centrali, per complessivi 3.735 milioni di euro, di cui 1.684 milioni di euro conseguenti alla riduzione degli stanziamenti del Fondo per le politiche comunitarie.

La tavola seguente illustra la ripartizione delle spese finali del bilancio dello Stato per categorie, secondo la classificazione economica, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, evidenziando il raffronto tra il dato assestato 2008 e il dato a legislazione vigente per il 2009.

SPESE FINALI DEL BILANCIO DELLO STATO
(competenza - valori in milioni di euro)

CATEGORIE

ASS. 2008

BLV 2009

Var. %

Redditi da lavoro dipendente

91.534

89.133

-2,6

Consumi intermedi

10.823

7.433

-31,3

Imposte pagate sulla produzione

4.692

4.865

3,7

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

204.926

212.755

3,8

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

4.307

3.775

-12,4

Trasferimenti correnti a imprese

4.956

3.281

-33,8

Trasferimenti all'estero

2.057

1.493

-27,4

Risorse proprie CEE

15.800

17.000

7,6

Interessi passivi e redditi da capitale

85.434

81.320

-4,8

Poste correttive e compensative

18.354

17.038

-7,2

Ammortamenti

870

890

2,3

Altre uscite correnti

7.489

11.782

57,3

Totale Spese Correnti

451.242

450.765

-0,1

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

8.544

4.866

-43,0

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

24.620

20.459

-16,9

Contributi agli investimenti ad imprese

10.045

10.324

2,8

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

128

96

-25,0

Contributi agli investimenti a estero

351

205

-41,6

Altri trasferimenti in conto capitale

9.151

10.314

12,7

Acquisizioni di attività finanziarie

9.549

370

-96,1

Totale spese Conto Capitale

62.388

46.634

-25,3

Totale Spese Finali

513.630

497.400

-3,2

Le entrate

Per quanto riguarda le entrate finali, l’incremento di oltre 8.500 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2008, è determinato dall’aumento di quasi 10.500 milioni di euro delle entrate tributarie e dalla riduzione di circa 2.000 milioni delle entrate extratributarie.

 

L’incremento delle entrate tributarie riguarda, in particolare, per 11.449 milioni di euro le imposte dirette; a tale incremento corrisponde una diminuzione pari a 960 milioni delle imposte indirette. Su tale risultato incide la previsione di una diminuzione del gettito derivante dalle imposte sugli affari per 1.676 milioni di euro (-1,3%).

 

 

(al netto dei rimborsi IVA, regolazioni contabili e acconto concessionari - milioni di euro)

 

Ass. 2008

BLV 2009

Var.

Var.%

I - Imposte sul patrimonio e sul reddito

245.328

256.777

11.449

4,7

II - Tasse e imposte sugli affari

129.245

127.569

-1.676

-1,3

III Imposte sulla produzione, consumi e dogane

27.625

28.051

426

1,5

IV – Monopoli

10.219

10.335

116

1,1

V - Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

10.774

10.948

174

1,6

Totale Entrate Tributarie

423.191

433.680

10.489

2,5

 

1.4 Analisi delle spese finali per Missioni

Il disegno di legge di bilancio per il 2009conferma la nuova struttura contabile introdotta con la legge di bilancio per il 2008.

 

In tale quadro, al fine di favorire il passaggio da una cultura di "previsione per capitoli" ad una di "programmazione per politiche pubbliche", viene mantenuta l’articolazionedegli stati di previsione della spesa secondo le 34 Missioni individuate lo scorso anno.

 

Modificazioni sono invece intervenute in ordine al quadro funzionale relativo ai Programmi, che è stato rivisitato sia per tenere conto della riorganizzazione dei Ministeri definita dal decreto legge n. 85 del 2008[8], sia in ragione di una ricognizione e razionalizzazione delle attività svolte dalle Amministrazioni, indotta anche dalle esigenze di contenimento e riqualificazione della spesa derivanti dagli interventi adottati con il citato decreto legge n. 112 del 2008.

 

Rispetto alla ripartizione prevista nel bilancio 2008, i programmi sono stati pertanto oggetto di accorpamento e di nuova denominazione.

In particolare, nel disegno di legge di bilancioper il 2009, le Missioni sono state pertanto articolate in 163 programmi, rispetto ai 168 presenti nella legge di bilancio per il 2008.

 


La tabella che segue mostra l’ammontare complessivo e in quota percentuale delle risorse disponibili per ciascuna delle 34 Missioni[9]. I dati sono al lordo delle regolazioni contabili e debitorie.

(milioni di euro)

Missioni

Bilancio di previsione 2008

Assestato
2008

BLV
2009

%
BLV 2009 su totale

1 - Organi costituzionali

3.341

3.410

3.037

0,6

2 – Amm.ne generale territorio

352

369

424

0,1

3 - Relazioni autonomie territoriali

113.465

119.300

110.666

20,6

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

27.187

27.492

26.295

4,9

5 - Difesa e sicurezza del territorio

19.022

22.406

19.244

3,6

6 - Giustizia

7.278

7.683

7.290

1,4

7 - Ordine pubblico e sicurezza

9.375

10.000

10.073

1,9

8 - Soccorso civile

3.910

4.003

3.505

0,7

9 - Agricoltura e pesca

1.414

1.437

863

0,2

10 - Energia e fonti energetiche

59

59

48

0,0

11 - Competitività e sviluppo imprese

4.065

4.127

4.448

0,8

12 - Regolazione dei mercati

16

16

16

0,0

13 - Diritto alla mobilità

10.967

12.538

9.980

1,9

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

3.245

5.159

3.677

0,7

15 - Comunicazioni

1.386

1.418

1.030

0,2

16 - Commercio internazionale

265

265

204

0,0

17 - Ricerca ed innovazione

4.092

4.156

3.601

0,7

18 - Sviluppo sostenibile e tutela del territorio

1.717

1.920

1.451

0,3

19 - Casa e assetto urbanistico

1.052

1.148

890

0,2

20 - Tutela della salute

928

993

841

0,2

21 - Tutela beni culturali

1.646

1.646

1.394

0,3

22 - Istruzione scolastica

41.618

43.275

43.896

8,2

23 - Istruzione universitaria

8.683

8.683

8.549

1,6

24 - Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

24.284

24.292

24.379

4,5

25 - Politiche previdenziali

68.216

68.484

75.544

14,0

26 - Politiche per il lavoro

3.657

3.711

3.298

0,6

27 - Immigrazione

1.558

1.528

1.416

0,3

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

4.653

4.654

6.103

1,1

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

63.141

63.101

69.385

12,9

30 - Giovani e sport

963

963

728

0,1

31 - Turismo

111

111

76

0,0

32 - Servizi generali amministrazioni

2.842

3.359

2.323

0,4

33 - Fondi da ripartire

19.963

14.014

12.226

2,3

34 - Debito pubblico (*)

78.161

85.047

81.349

15,1

Totale Spese Finali

532.632

550.767

538.250

100

(*)    La Missione “Debito pubblico” rappresenta il valore cumulato del debito lordo consolidato dello Stato. Il dato indicato nella tabella si riferisce invece alla spesa per interessi, ossia alla Missione al netto dei rimborsi del debito statale.

Analizzando la quota delle risorse disponibili per il 2009 per ognuna delle 34 Missioni rispetto al totale del Bilancio dello Stato, emerge come le percentuali maggiori delle risorse siano destinate alle seguenti finalità:

§      relazioni finanziarie con le autonomie locali (Missione 3 “Relazioni autonomie territoriali”), che rappresenta circa il 20,6 per cento della spesa finale dello Stato;

§      interessi per il servizio del debito (Missione 34 “Debito pubblico”), cui sono destinati il 15,1 per cento delle risorse;

§      trasferimenti agli enti previdenziali per la previdenza obbligatoria e complementare (Missione 25 “Politiche previdenziali”), che rappresentano il 14,0 per cento delle risorse;

§      politiche finanziarie e di bilancio (Missione 29), pari al 12,9 per cento;

§      istruzione scolastica (Missione 22), cui è destinato l’8,2 per cento.

 

Inoltre, alle relazioni internazionali e alla cooperazione (Missione 4 “L’Italia in Europa e nel mondo”) è destinato il 4,9 per cento, mentre ai diritti sociali, alle politiche sociali e alle politiche per la famiglia (Missione 24) sono assegnate il 4,5 per cento delle risorse.

 

Bilancio a legislazione vigente 2009
Incidenza % degli stanziamenti per Missione

 

*   Nella voce “Altro” sono raggruppate le Missioni (21 su un totale di 34) che presentano un’incidenza percentuale rispetto al totale dello stati di previsioni della spesa inferiore all’1,15%. In particolare, si tratta delle Missioni 1, 2, 8-12, 14-21, 26-28, 30-32.


1.5 Il quadro pluriennale a legislazione vigente

A seguito della riduzione delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa, disposta dal decreto legge n. 112 del 2008 per ciascun anno del triennio 2009-2011, il progetto di bilancio risulta quest’anno puntualmente articolato per ciascuno degli esercizi considerati nel bilancio pluriennale.

In particolare, il quadro generale riassuntivo del bilancio pluriennale dello Stato per il triennio 2009-2011 a legislazione vigente evidenzia i seguenti importi, in termini di competenza.

Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

(Valori in milioni di euro)

 

Ass. 2008

2009

2010

2011

Entrate finali

457.432

463.904

476.960

491.353

Tributarie

423.191

433.680

450.692

464.646

Extratributarie

30.876

28.874

25.284

25.713

Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali

3.385

1.350

984

994

Spese finali

513.630

497.400

496.484

491.829

Spese correnti

451.242

450.766

456.262

461.646

- Spese correnti netto interessi

365.808

369.446

370.071

370.534

- Interessi

85.434

81.320

86.191

91.112

Spese conto capitale

62.388

46.634

40.222

30.183

Rimborso prestiti

191.188

215.245

217.793

212.964

Spese Complessive

704.818

712.645

714.277

704.793

Saldo netto da finanziare

56.198

33.496

19.524

476

Risparmio pubblico

2.825

11.788

19.714

28.713

Ricorso al mercato (*)

256.126

255.791

240.577

216.590

(*)  Il ricorso al mercato è calcolato al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Per concerne i saldi di finanza pubblica, il saldo netto da finanziare si riduce progressivamente sino ad attestarsi a 476 milioni di euro a fine periodo.

Tale risultato è ascrivibile a:

§      unaprogressiva riduzione delle spese finali (491.829 milioninel 2011);

§      un progressivo aumento delle entrate (491.353 milioni nel 2011).

 

Anche il saldo corrente (risparmio pubblico) registra un andamento positivo (attestandosi a quasi 29 miliardi di euro nel 2011).

 

Per quanto concerne le spese, il bilancio pluriennale a legislazione vigente evidenzia un tasso di incremento contenuto della spesa primaria corrente, mentre le spese in conto capitale registrano una sensibile riduzione.

La spesa per interessi è prevista crescere nel triennio considerato.

 

Nel grafico seguente è evidenziato l’andamento in quota percentuale delle spese quale risultante dal bilancio pluriennale a legislazione vigente.

 

 

 


2. Gli effetti sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato determinati dal disegno di legge finanziaria
(A.C. 1713)

Il bilancio a legislazione vigente per il 2009, espone, in termini di competenza e al netto delle regolazioni debitorie e contabili, i seguenti saldi:

§      un risparmio pubblico pari a 11.788 milioni di euro;

§      un saldo netto da finanziare pari a -33.495 milioni di euro;

§      un livello di ricorso al mercato pari a 255.791 milioni di euro(al lordo delle regolazioni debitorie e contabili).

 

Secondo quanto riportato nell’allegato 8 al disegno di legge finanziaria (A.C. 1713), il complesso delle disposizioni previste dal disegno di legge finanziaria (articolato e tabelle), determinano una riduzione delle entrate per 416 milioni di euro, più che compensata da una riduzione delle spese per 1.193 milioni.

La riduzione delle entrate è interamente attribuibile alla diminuzione delle entrate tributarie (- 507 milioni, da ascriversi alle agevolazioni tributarie, in larga parte proroghe, disposte dall’art. 2 del disegno di legge), in minima parte compensata da un incremento delle entrate extratributarie (+ 91 milioni di euro, interamente riconducibili al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di parte delle risorse dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa giacenti fuori dalla tesoreria statale).

Dal lato delle uscite, le disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria determinano una diminuzione delle spese correnti primarie di 1.440 milioni e un incremento della spesa in conto capitale di 247 milioni di euro.

Nel complesso, i saldi del bilancio dello Stato per il 2009 registrano un miglioramento, risultando rideterminati nei seguenti valori:

§      il saldo netto da finanziare risulta pari a 32.718 milioni di euro ( - 777 milioni rispetto al bilancio a legislazione vigente 2009);

§      il risparmio pubblico assume un valore pari a 12.812 milioni di euro (+1.024 milioni);

§      il ricorso al mercato risulta pari, al lordo delle regolazioni debitorie e contabili, a 255.034 milioni di euro( -757 milioni).

 

I valori del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato, che dovrebbero determinarsi nel bilancio di previsione per il 2009 integrato con gli effetti del disegno di legge finanziaria, risultano pertanto inferiori ai limiti massimi per l’anno finanziario 2009, stabiliti dall’articolo 1, comma 1, del disegno di legge finanziaria medesimo, pari, rispettivamente, a 33.600 milioni di euro, al netto delle regolazioni debitorie, e a 260.000 milioni di euro.

Nella tavola seguente è riportato l’allegato 8 al disegno di legge finanziaria, che illustra gli effetti sul bilancio dello Stato per il 2009 del disegno di legge medesimo.


Allegato 8

 

Bilancio dello Stato – Quadro di sintesi previsioni 2009 – Competenza
(al netto delle regolazioni contabili e debitorie)

(milioni di euro)

 

 

 

2008

2009

Bilancio integrato 2009

Assestato

D.L. 112/2008

Assestato + D.L.112/2008

BLV 2009

Legge finanziaria

ENTRATE

 

 

 

 

Articolato

Tab. A-B

Tab. C

Tab. D

Tab. E

Tab. F

Totale

 

Tributarie

423.191

1.533

424.724

433.680

-507

 

 

 

 

 

-507

433.173

Extratributarie

30.876

170

31.046

28.874

91

 

 

 

 

 

91

28.964

Alien. e amm.to ecc.

3.365

0

3.365

1.350

0

 

 

 

 

 

0

1.350

ENTRATE FINALI

457.432

1.703

459.135

463.904

-416

 

 

 

 

 

-416

463.488

SPESE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spese correnti
(netto interessi)

365.808

1.120

366.928

369.445

-1.428

0

0

 

-12

 

-1.440

368.005

Interessi

85.434

0

85.434

81.320

0

 

 

 

 

 

0

81.320

Spese c/Capitale

62.388

43

62.431

46.634

0

0

0

12

0

235

247

46.881

SPESE FINALI

513.603

1.163

514.793

497.400

-1.428

0

0

12

-12

235

-1.193

496.206

Rimborso prestiti

191.188

0

191.188

215.245

0

 

 

 

 

 

0

215.245

Risparmio pubblico

2.825

583

3.408

11.788

1.012

0

0

0

12

0

1.024

12.812

Saldo netto da finanz.

-56.198

540

-55.658

-33.495

1.012

0

0

-12

12

-235

777

-32.718

Ricorso al mercato

256.126

-540

246.846

255.791

-1.012

0

20

12

-12

235

-757

255.034

 


3. L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato
Tavole allegate

 

 

 

 

Tavola I       Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola II      Evoluzione della spesa finale per categorie e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola III     Le spese complessive per funzioni-obiettivo e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola IV    Andamento della spesa finale delle unità previsionali di base (III livello) e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola V     Andamento delle Missioni ed incidenza percentuale sulle spese complessive del bilancio dello Stato

 

Le variazioni in termini assoluti (Diff. VA) e in percentuale (Diff. %) sono riferite al dato assestato 2008.

 

Tutti i dati delle spese sono al lordo dei rimborsi IVA e delle regolazioni debitorie.

 

 

I dati del disegno di legge di assestamento 2008 sono riferiti al testo presentato alla Camera dei deputati (A.C. 1417).


 

Tavola I – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

MINISTERI

BIL 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

Economia e finanze

319.621

60,0

330.414

60,0

323.165

60,0

-7.249

-2,2

Sviluppo economico

7.990

1,5

8.690

1,6

9.592

1,8

902

10,4

- Comunicazioni

351

0,1

 

 

 

 

-

 

- Commercio internazionale

276

0,1

 

 

 

 

-

 

Lavoro e politiche soc.

61.417

11,5

80.481

14,6

81.541

15,1

1.060

1,3

- Salute

1.597

0,3

 

 

 

 

-

 

- Solidarietà sociale

17.252

3,2

 

 

 

 

-

 

Giustizia

7.575

1,4

7.850

1,4

7.542

1,4

-308

-3,9

Affari esteri

2.546

0,5

2.722

0,5

2.044

0,4

-678

-24,9

Istruzione

42.458

8,0

55.266

10,0

55.349

10,3

83

0,2

- Universita' e ricerca

11.333

2,1

 

 

 

 

-

 

Interno

25.256

4,7

26.681

4,8

27.231

5,1

550

2,1

Ambiente e tutela del mare

1.649

0,3

1.833

0,3

1.263

0,2

-570

-31,1

Infrastrutture

3.475

0,7

10.016

1,8

7.183

1,3

-2.833

-28,3

- Trasporti

4.923

0,9

 

 

 

 

-

 

Difesa

21.132

4,0

23.014

4,2

20.294

3,8

-2.720

-11,8

Politiche agricole

1.754

0,3

1.793

0,3

1.334

0,2

-459

-25,6

Beni e attività culturali

2.019

0,4

2.011

0,4

1.710

0,3

-301

-15,0

TOTALE SPESE FINALI

532.624

100

550.771

100

538.248

100

-12.523

-2,3

 

 


Tavola II – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

CATEGORIE

BIL 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

Redditi da lavoro dipendente

89.183

16,7

91.535

16,6

89.133

16,6

-2.402

-2,6

Consumi intermedi

10.019

1,9

11.078

2,0

7.633

1,4

-3.445

-31,1

Imposte pagate sulla produzione

4.533

0,9

4.692

0,9

4.865

0,9

173

3,7

Trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche

199.364

37,4

206.678

37,5

212.755

39,5

6.077

2,9

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

4.206

0,8

4.307

0,8

3.775

0,7

-532

-12,4

Trasferimenti correnti a imprese

4.323

0,8

4.955

0,9

3.281

0,6

-1.674

-33,8

Trasferimenti all'estero

1.931

0,4

2.057

0,4

1.493

0,3

-564

-27,4

Risorse proprie CEE

15.800

3,0

15.800

2,9

17.000

3,2

1.200

7,6

Interessi passivi e redditi da capitale

78.526

14,7

85.434

15,5

81.320

15,1

-4.114

-4,8

Poste correttive e compensative

50.230

9,4

49.787

9,0

53.988

10,0

4.201

8,4

Ammortamenti

847

0,2

870

0,2

890

0,2

20

2,3

Altre uscite correnti

9.529

1,8

7.489

1,4

11.782

2,2

4.293

57,3

Totale spese correnti

468.491

88,0

484.682

88

487.915

90,6

3.233

0,7

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

6.801

1,3

8.544

1,6

4.866

0,9

-3.678

-43,0

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

24.475

4,6

24.620

4,5

20.459

3,8

-4.161

-16,9

Contributi agli investimenti ad imprese

9.970

1,9

10.045

1,8

10.324

1,9

279

2,8

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali pr.

120

0,0

128

0,0

96

0,0

-32

-25,0

Contributi agli investimenti a estero

215

0,0

351

0,1

205

0,0

-146

-41,6

Altri trasferimenti in conto capitale

13.033

2,4

12.851

2,3

14.014

2,6

1.163

9,0

Acquisizioni di attività finanziarie

9.520

1,8

9.549

1,7

370

0,1

-9.179

-96,1

Totale spese conto capitale

64.134

12,0

66.088

12,0

50.334

9,4

-15.754

-23,8

TOTALE SPESE FINALI

532.625

100,0

550.770

100,0

538.249

100,0

-12.521

-2,3


 

Tavola III – Le spese complessive per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

FUNZIONI-OBIETTIVO

BIL 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

1Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

479.417

65,6

475.173

64,1

485.599

64,4

10.426

2,2

2 Difesa

18.678

2,6

22.933

3,1

21.205

2,8

-1.728

-7,5

3 Ordine pubblico e sicurezza

21.146

2,9

20.535

2,8

19.944

2,6

-591

-2,9

4 Affari economici

61.913

8,5

50.759

6,8

53.662

7,1

2.903

5,7

5 Protezione dell'ambiente

2.029

0,3

2.213

0,3

1.713

0,2

-500

-22,6

6Abitazioni e assetto territoriale

1.566

0,2

3.305

0,4

3.157

0,4

-148

-4,5

7 Sanità

11.976

1,6

10.306

1,4

9.209

1,2

-1.097

-10,6

8Attività ricreative, culturali e di culto

10.068

1,4

6.361

0,9

5.502

0,7

-859

-13,5

9 Istruzione

51.168

7,0

52.760

7,1

52.901

7,0

141

0,3

10 Protezione sociale

72.877

10,0

97.252

13,1

100.603

13,4

3.351

3,4

TOTALE SPESE COMPLESSIVE

730.838

100,0

741.859

100,0

753.495

100,0

11.636

1,6

 

 

Tavola IV – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. III LIVELLO

BIL 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

Funzionamento

81.530

15,3

87.034

15,8

85.225

15,8

-1.809

-2,1

Interventi

273.187

51,3

281.259

51,1

290.749

54,0

9.490

3,4

Oneri comuni

34.646

6,5

30.370

5,5

29.989

5,6

-381

-1,3

Oneri del debito pubblico

79.128

14,9

86.019

15,6

81.952

15,2

-4.067

-4,7

Totale spese correnti

468.491

88,0

484.682

88,0

487.915

90,6

3.233

0,7

Investimenti

60.478

11,4

62.473

11,3

46.330

8,6

-16.143

-25,8

Altre spese in conto capitale

122

0,0

123

0,0

112

0,0

-11

-8,9

Oneri comuni

3.534

0,7

3.492

0,6

3.892

0,7

400

11,5

Totale conto capitale

64.134

12,0

66.088

12,0

50.334

9,4

-15.754

-23,8

TOTALE SPESE FINALI

532.625

100,0

550.770

100,0

538.249

100,0

-12.521

-2,3


Tavola V – Andamento delle Missioni ed incidenza percentuale sulle spese complessive del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

MISSIONI

BIL 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

1 - Organi costituzionali

3.341

0,5

3.410

0,5

3.037

0,4

-373

-10,9

2 - Amm.ne generale territorio

352

0,0

369

0,0

424

0,1

55

14,9

3 - Relazioni autonomie territoriali

113.465

15,5

119.295

16,1

110.666

14,7

-8.629

-7,2

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

27.187

3,7

27.492

3,7

26.295

3,5

-1.197

-4,4

5 - Difesa e sicurezza del territorio

19.022

2,6

22.406

3,0

19.244

2,6

-3.162

-14,1

6 - Giustizia

7.278

1,0

7.683

1,0

7.290

1,0

-393

-5,1

7 - Ordine pubblico e sicurezza

9.375

1,3

10.000

1,3

10.073

1,3

73

0,7

8 - Soccorso civile

3.910

0,5

4.003

0,5

3.505

0,5

-498

-12,4

9 - Agricoltura e pesca

1.414

0,2

1.437

0,2

863

0,1

-574

-39,9

10 - Energia e fonti energetiche

59

0,0

59

0,0

48

0,0

-11

-18,6

11 - Competitività e sviluppo imprese

4.065

0,6

4.127

0,6

4.448

0,6

321

7,8

12 - Regolazione dei mercati

16

0,0

16

0,0

16

0,0

-

0,0

13 - Diritto alla mobilità

10.967

1,5

12.508

1,7

9.980

1,3

-2.528

-20,2

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

3.245

0,4

5.159

0,7

3.677

0,5

-1.482

-28,7

15 - Comunicazioni

1.386

0,2

1.418

0,2

1.030

0,1

-388

-27,4

16 - Commercio internazionale

265

0,0

265

0,0

204

0,0

-61

-23,0

17 - Ricerca ed innovazione

4.092

0,6

4.156

0,6

3.601

0,5

-555

-13,4

18 - Sviluppo sostenibile

1.717

0,2

1.920

0,3

1.451

0,2

-469

-24,4

19 - Casa e assetto urbanistico

1.052

0,1

1.148

0,2

890

0,1

-258

-22,5

20 - Tutela della salute

928

0,1

993

0,1

841

0,1

-152

-15,3

21 - Tutela beni culturali

1.646

0,2

1.646

0,2

1.394

0,2

-252

-15,3

22 - Istruzione scolastica

41.618

5,7

43.275

5,8

43.896

5,8

621

1,4

23 - Istruzione universitaria

8.683

1,2

8.683

1,2

8.549

1,1

-134

-1,5

24 - Diritti sociali e solidarietà sociale

24.284

3,3

24.292

3,3

24.379

3,2

87

0,4

25 - Politiche previdenziali

68.216

9,3

68.452

9,2

75.544

10,0

7.092

10,4

26 - Politiche per il lavoro

3.657

0,5

3.711

0,5

3.298

0,4

-413

-11,1

27 - Immigrazione

1.558

0,2

1.528

0,2

1.416

0,2

-112

-7,3

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

4.689

0,6

4.665

0,6

6.139

0,8

1.474

31,6

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

63.141

8,6

63.074

8,5

69.385

9,2

6.311

10,0

30 - Giovani e sport

963

0,1

963

0,1

728

0,1

-235

-24,4

31 - Turismo

111

0,0

111

0,0

76

0,0

-35

-31,5

32 - Servizi generali amministrazioni

2.842

0,4

3.359

0,5

2.323

0,3

-1.036

-30,8

33 - Fondi da ripartire

19.963

2,7

14.012

1,9

12.226

1,6

-1.786

-12,7

34 - Debito pubblico

276.331

37,8

276.224

37,2

296.558

39,4

20.334

7,4

TOTALE SPESE COMPLESSIVE

730.838

100

741.859

100

753.494

100

11.635

1,6

 


APPENDICE

1. La disciplina contabile: il bilancio dello Stato

1.1 Struttura del bilancio

Il bilancio dello Stato è il documento con il quale viene regolata la gestione finanziaria delle amministrazioni dello Stato, attraverso l’indicazione delle entrate e delle spese.

Ai sensi dell’articolo 81, comma primo, della Costituzione, l’iniziativa relativa alla presentazione in Parlamento del bilancio dello Stato è riservata al Governo. Il Parlamento approva il bilancio con legge.

L’articolo 81, comma terzo, della Costituzione dispone inoltre che “con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese”.

 

Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente, presentato dal Governo entro il 30 settembre di ogni anno, è costituito :

§      da un unico stato di previsione dell’entrata, nel quale sono registrate le entrate di competenza statale;

§      dagli stati di previsione della spesa, relativi ai singoli Ministeri con portafoglio[10];

§      dal quadro generale riassuntivo.

 

Il disegno di legge di bilancio viene esaminato congiuntamente al disegno di legge finanziaria nell’ambito della c.d. sessione di bilancio.

 

A partire dal 1997 (a seguito della riforma della struttura del bilancio dello Stato effettuata con le legge n. 94/1997 e il decreto legislativo n. 279/1997), all’interno di ciascuno stato di previsione, le voci contabili in rapporto alle quali sono indicate le previsioni di entrata e di spesa, in termini di competenza e di cassa, sono rappresentate dalle unità previsionali di base, che costituiscono le unità fondamentali di voto ai fini dell’approvazione parlamentare del disegno di legge di bilancio.

 

L’approvazione del bilancio con legge ha l’effetto giuridico di autorizzare l’Amministrazione a incassare le entrate ed effettuare le spese iscritte in bilancio.

Le previsioni relative all’entrata non rappresentano un limite massimo, ma hanno carattere estimativo: le amministrazioni dello Stato hanno comunque facoltà di accertare tutte le entrate per le quali, nel corso dell’esercizio, lo Stato acquisisca un credito e di incassare tutte le entrate versate presso la Tesoreria dello Stato.

L’approvazione delle previsioni di spesa ha invece carattere giuridicamente vincolante: le previsioni di spesa iscritte in bilancio costituiscono, infatti, il limite massimo entro il quale le amministrazioni dello Stato sono autorizzate ad assumere impegni di spesa (autorizzazioni di competenza) e ad effettuare pagamenti (autorizzazioni di cassa).

1.2 Bilancio di competenza e di cassa

Per ciascuna unità previsionale di base viene indicata la previsione di competenza e quella di cassa.

il bilancio dello Stato, pertanto, è un bilancio misto, vale a dire un bilancio redatto sia in termini di competenza che in termini di cassa.

Le dotazioni di competenza quantificano l’entità prevista delle entrate che le amministrazioni statali acquisiranno il diritto di percepire (entrate che si prevede di accertare) e l’entità prevista delle spese che le amministrazioni statali assumeranno l’obbligo di effettuare (spese che si prevede di impegnare).

Le dotazioni di cassa quantificano l’entità prevista delle entrate che saranno incassate (vale a dire versate in Tesoreria) e delle spese che saranno pagate (erogate dalla Tesoreria).

La competenza, pertanto, tiene conto del momento in cui sorge il titolo giuridico dal quale deriva l’entrata o la spesa; la cassa, invece, si riferisce al compimento, di fatto, delle operazioni di incasso e di pagamento.

 

Le previsioni di cassa sono determinate assumendo come limite massimo, per quanto concerne l’entrata, la massa acquisibile, e per quanto concerne la spesa, la massa spendibile.

La massa acquisibile e spendibile è data dalla somma della consistenza dei residui (rispettivamente attivi e passivi) e della dotazione di competenza.

 

Si definiscono residui attivi le entrate accertate, ma non incassate, vale a dire le entrate per le quali ha avuto luogo l’accertamento, ma non è stato effettuato il versamento in tesoreria, entro il termine dell’esercizio finanziario.

Si definiscono residui passivi le spese che sono state impegnate, ma non sono state pagate, perché non si è concluso entro la fine dell’esercizio il relativo procedimento di spesa[11].

In deroga al principio generale per il quale le somme stanziate che alla fine dell’esercizio non siano state impegnate costituiscono economie di bilancio, può essere autorizzata la conservazione in bilancio anche di somme non impegnate. Più precisamente, ai sensi dell’articolo 36, comma 2, del R.D. n. 2440/1923, gli stanziamenti relativi a spese in conto capitale possono essere conservati in bilancio, quali residui, anche se non risultano impegnati entro la fine dell’esercizio finanziario (residui di stanziamento o residui impropri)[12].

 

Sono oggetto di approvazione parlamentare soltanto le previsioni di competenza e di cassa.

Per quanto riguarda i residui, che sono indicati a fini conoscitivi, la quantificazione nel disegno di legge di bilancio è effettuata in via presuntiva. L’esatto ammontare dei residui al 1° gennaio dell’anno di riferimento sarà determinato in sede di rendiconto relativo all’esercizio precedente.

1.3 Bilancio pluriennale

Il bilancio a legislazione vigente viene presentato sia su base annuale, con riferimento all’anno successivo, che su base pluriennale, vale a dire con riferimento ad un periodo di tre anni.

Più precisamente, l’articolo 4 della legge n. 468/1978 prevede che, oltre al bilancio pluriennale a legislazione vigente – il quale, a seguito dell’approvazione della legge finanziaria, viene integrato con gli effetti da essa recati – sia predisposto un bilancio pluriennale programmatico, nel quale si evidenziano i saldi di bilancio da conseguire in ciascuno degli anni considerati, tenendo conto sia della manovra finanziaria da attuare per l’anno successivo, sia delle ulteriori manovre che saranno operate nei due anni seguenti[13].

Il bilancio pluriennale è approvato con apposito articolo del disegno di legge di bilancio.

Rispetto al bilancio annuale, il bilancio pluriennale viene presentato in forma più aggregata: si dà conto, infatti, dell’evoluzione pluriennale del quadro generale riassuntivo e delle voci contenute nella classificazione per categorie delle entrate e delle spese.

1.4 La classificazione delle entrate e delle spese

La classificazione delle entrate e delle spese rispecchia la nuova struttura del bilancio, come introdotto a partire dal 2008, incentrato sull’aspetto funzionale piuttosto che su quello gestionale.

 

Per quanto concerne le entrate, la legge di bilancio presenta una classificazione che, superando la struttura per centri di responsabilità amministrativa, mette in risalto la tipologia di entrata e il suo carattere di entrata ordinaria o straordinaria. In particolare, le entrate sono classificate per:

§      titoli, individuati in numero di quattro. Titolo I: entrate tributarie; Titolo II: entrate extra-tributarie; Titolo III: entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti; Titolo IV: entrate derivanti da accensione di prestiti.

§      entrate ricorrenti e non ricorrenti, con riferimento al carattere strutturale o meno dell’entrata (di particolare rilevanza ai fini della valutazione dei conti pubblici rilevanti ai fini del rispetto del Patto di stabilità e crescita, in particolare dell’indebitamento strutturale, al netto del ciclo e delle una tantum);

§      tipologia di entrata: per le entrate tributarie, le voci sono costituite dai tributi più importanti (Imposta sui redditi, IRES, IVA), ovvero da raggruppamenti di tributi con caratteristiche analoghe (ad esempio, imposte sostitutive, imposte sui generi di monopolio, ecc.); per i restanti titoli, è indicata la tipologia del provento per aggregati più o meno ampi (ad esempio, proventi speciali, redditi da capitale, entrate derivanti da servizi resi dall'amministrazione statale, ecc.).

§      unità previsionali di base (u.p.b) che costituiscono oggetto di approvazione parlamentare (individuate da una numerazione a quattro cifre);

§      capitoli, che rappresentano una ripartizione delle unità previsionali di base ai fini della gestione e della rendicontazione.

 

Per quanto concerne le spese, fino al bilancio per il 2007, le unità previsionali di base sono state articolate per centri di responsabilità amministrativa, i quali rappresentano, nell’ambito dell’amministrazione di ciascun Ministero, le strutture preposte alla gestione delle risorse stanziate.

Il bilancio decisionale (votato dal Parlamento) è stato pertanto strutturato sino ad allora sulla base dell’organizzazione delle Amministrazioni (chi gestisce le risorse) e non anche sulle funzioni (cosa viene realizzato con le risorse disponibili).

Tale struttura del bilancio non consentiva una chiara identificazione delle “azioni” svolte attraverso l’utilizzo delle risorse pubbliche. Ciò rendeva complesso il monitoraggio e la valutazione delle politiche pubbliche e, conseguentemente, non agevolava la definizione delle priorità dell’azione politica ed amministrativa.

Con il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2008 si è pertanto proceduto ad una profonda revisione in senso funzionale del sistema di classificazione delle voci del bilancio dello Stato, volta a chiarire meglio la relazione fra l’insieme complessivo delle risorse disponibili e le specifiche finalità pubbliche perseguite, anche al fine di consentire una più agevole misurazione e verifica degli obiettivi raggiunti.

 

In particolare, le spese sono classificate per:

§      Missioni

Nel bilancio sono elencate 34 missioni, che identificano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica. Esse possono essere ricondotte ad un concetto di "risorse di settore", ove la missione circoscrive l'insieme di risorse disponibili per una specifica funzione, e può dunque essere utilizzata nell'ambito del dibattito parlamentare per organizzare la discussione della sessione di bilancio[14]. Le missioni non corrispondono alla ripartizione degli stati di previsione, nel senso che vi sono Ministeri che partecipano a più di una missione istituzionale e che vi sono missioni istituzionali affidate alla responsabilità di più Ministeri: esse possono essere pertanto ministeriali o trasversali a più Dicasteri (interministeriali), a seconda dell’attuale ripartizione di funzioni.La nuova struttura prevede inoltre due Missioni trasversali, presenti in tutti i Ministeri: "Fondi da ripartire" e "Servizi istituzionali e generali"[15].

§      Programmi

Ciascuna missione è di norma suddivisa in più programmi, che rappresentano aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero, per perseguire obiettivi ben definiti nell’ambito delle finalità istituzionali, riconosciute al Dicastero competente. Essi sono prevalentemente di competenza di un unico Ministero, anche se non mancano Programmi condivisi tra più Amministrazioni. I programmi indicano quanto più possibile i risultati da perseguire in termini di impatto dell’azione pubblica sui cittadini e nel territorio (outcome). Nel concreto, alcuni programmi hanno carattere strumentale, indicano cioè input dell’Amministrazione statale per perseguire le sue finalità, o evidenziano prodotti o servizi finali dell’azione dello Stato (output). Per ogni Ministero esistono due programmi trasversali, dove vengono allocate le “spese indirette”, non attribuibili ex ante ai Programmi (Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza), e le spese di "indirizzo politico", collegati entrambi alla corrispondente missione "Servizi istituzionali e generali", sopra richiamata[16].

§      Unità previsionali di base (o macroaggregati), che costituiscono oggetto di approvazione parlamentare (individuate da una numerazione a tre cifre), che rappresentano le diverse tipologie di spesa necessarie all’attuazione del programma medesimo;

§      Centri di responsabilità amministrativa, che indicano le strutture amministrative cui compete la gestione e, specificamente, l’assunzione degli impegni di spesa e l’emissione dei titoli di pagamento;

§      Capitoli, che rappresentano un’ulteriore ripartizione, a fini gestionali, delle unità previsionali di base.

1.5 Le unità di voto parlamentare

Le unità previsionali di base (UPB), che costituiscono l’oggetto dell’approvazione parlamentare sono individuate dal disegno di legge di bilancio, che provvede, di volta in volta, alle eventuali modifiche o integrazioni rispetto alla classificazione dell'anno precedente.

Esse sono identificate da una numerazione a tre cifre. La prima e la seconda cifra indicano, rispettivamente, la missione e il programma nell’ordine progressivo in cui questi sono esposti nello stato di previsione. La terza cifra indica la natura economica della spesa. In particolare, se essa è costituita da numeri tra 1 e 5, si tratta di spesa di natura di corrente; se la cifra è compresa tra 6 e 8, si tratta di spesa di conto capitale (le UPB la cui numerazione termina con il n. 9 sono relative rimborso del debito pubblico).

In particolare, le UPB di spesa corrente sono distinte in:

1.      spese di funzionamento;

2.      spese per interventi;

3.      spese per oneri comuni di parte corrente;

4.      spese per trattamenti di quiescenza e altri trattamenti integrativi o sostitutivi di questi ultimi;

5.      spese per oneri del debito pubblico.

Per la spesa in conto capitale, le UPB sono articolate in:

6.      spese di investimento;

7.      altre spese in conto capitale;

8.      spese per oneri comuni.

 

La ripartizione in capitoli delle unità previsionali di baseviene esposta, a scopo esclusivamente conoscitivo, nelle tabelle allegate al disegno di legge di bilancio, concernenti lo stato di previsione dell’entrata e ciascun stato di previsione della spesa.

La ripartizione delle unità previsionali di base in capitoli viene effettuata successivamente all’approvazione e alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge di bilancio, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Le variazioni degli stanziamenti

L’individuazione delle unità previsionali di base come oggetto di approvazione parlamentare e, di conseguenza, l’attribuzione ad un decreto ministeriale della ripartizione in capitoli, ha introdotto significativi profili di elasticità nel sistema di gestione delle risorse.

Infatti, la disciplina contabile prevede che le variazioni compensative tra capitoli appartenenti alla medesima unità previsionale di base possono essere attuate con decreto del Ministro competente, da comunicare al Ministro dell’economia e finanze e alle Commissioni parlamentari.

Tali variazioni, peraltro, non possono avere come oggetto le spese obbligatorie, le spese in annualità e pagamento differito e le autorizzazioni di spesa regolate direttamente dalla legge finanziaria.

È in ogni caso esclusa la possibilità di effettuare in via amministrativa variazioni, anche compensative, tra stanziamenti relativi a diverse unità previsionali di base, in quanto oggetto della deliberazione parlamentare.

Tali variazioni devono pertanto essere autorizzate con legge di assestamento del bilancio o con successivi provvedimenti legislativi.

In sede di legge di bilancio è stata peraltro più volte introdotta una disposizione che autorizza variazioni compensative anche tra diverse unità previsionali di base di uno stato di previsione per l’esercizio finanziario al quale il bilancio si riferisce.

 

Una disciplina specifica in materia di variazione delle dotazioni di bilancio è stata disposta, in via sperimentale per il solo esercizio 2009, dall’articolo 60, comma 3, del decreto legge n. 112 del 2008, per un approfondimento della quale si rinvia alla Parte III concernente il disegno di legge di bilancio per il 2009 del presente dossier .

1.6 La classificazione funzionale e la classificazione economica

Per rendere più significativa la lettura del bilancio, la legge 468/1978 e successive modificazioni prevede che, in appositi allegati (contenuti, a livello generale, nel quadro generale riassuntivo, e, in modo più dettagliato, negli stati di previsione del disegno di legge presentato dal Governo) gli stanziamenti di spesa siano ripartiti secondo l’analisi funzionale e secondo l’analisi economica.

Queste ripartizioni, pur non essendo oggetto di votazione in Parlamento, hanno un rilevante valore conoscitivo.

In primo luogo la riforma del 1997 ha previsto la classificazione degli stanziamenti di spesa per funzioni-obiettivo (analisi funzionale), con l’intento di evidenziare la ripartizione delle risorse tra le diverse finalità della spesa, ovvero tra le diverse politiche di settore che si intendono attuare.

Oltre all’analisi funzionale, è prevista la classificazione per categorie (analisi economica), che mira ad evidenziare l’effetto che le spese di bilancio hanno sul sistema economico nazionale. Per questo, con la riforma del 1997, si è previsto che le categorie economiche siano definite in conformità con gli schemi di classificazione del sistema di contabilità nazionale, che è identico per tutti i paesi membri della Comunità europea.

Anche per le entrate viene esposta una classificazione per categorie, che tuttavia non è ancora stata riformulata in base ai criteri della contabilità nazionale, ma fa riferimento, piuttosto, alla natura dei proventi.


2. La disciplina contabile: la legge finanziaria

La legge finanziaria costituisce lo strumento attraverso il quale viene modificata la legislazione vigente al fine di conseguire gli obiettivi finanziari stabiliti nel DPEF e nell’eventuale Nota di aggiornamento, come approvati dalle relative risoluzioni parlamentari.

A tal fine gli effetti, in termini di entrata e di spesa, delle disposizioni contenute nella legge finanziaria, una volta che quest’ultima è stata approvata da ciascun ramo del Parlamento, sono recepiti nel bilancio dello Stato per effetto dell’approvazione della Nota di variazioni. Attraverso la Nota di variazioni, infatti, le previsioni del bilancio dello Stato, che viene presentato in Parlamento in base alla legislazione vigente, sono modificate per tenere conto degli effetti delle norme contenute nella legge finanziaria.

La legge finanziaria risulta pertanto lo strumento di attuazione della manovra di finanza pubblica, vale a dire del complesso di interventi per mezzo dei quali viene operata una correzione degli andamenti tendenziali (gli andamenti a legislazione vigente) del bilancio dello Stato e della finanza pubblica, in modo da adeguarli al perseguimento degli obiettivi programmati.

 

Il contenuto della legge finanziaria è stabilito dall’articolo 11 della legge della legge n. 468/1978, e successive modificazioni.

In base al citato articolo (comma 3), essa contiene esclusivamente norme recanti effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale, e per ciò che attiene al contenuto necessario, disposizioni recanti:

§      il livello massimo di saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario, vale a dire il tetto massimo del nuovo indebitamento aggiuntivo consentito in ciascuno degli anni del periodo considerato nel bilancio pluriennale (lett. a); con riferimento al livello massimo di saldo netto da finanziare, sono distintamente indicate le eventuali regolazioni debitorie pregresse;

§      l'importo complessivo massimo destinato, per ciascun anno, al rinnovo dei contratti del pubblico impiego ed alle modifiche del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale (lett. h);

§      altre regolazioni meramente quantitative rinviate alla finanziaria da norme vigenti (lett. i);

§      norme recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi dalla cui attuazione siano derivati oneri maggiori rispetto a quelli previsti (lettera i-quater, introdotta dal comma 01, lett. a), dell'art. 1 del D.L. n. 194/2002 come modificato dalla legge di conversione n. 246/2002).

Di conseguenza, ai sensi del comma 01, lett. b), dell'art. 1 del D.L. n. 194/2002, come modificato dalla relativa legge di conversione, in allegato alla legge finanziaria sono indicati i provvedimenti legislativi adottati ai sensi dell’art. 11-ter, comma 7, della L. n. 468/1978, per correggere gli effetti finanziari di leggi che abbiano registrato oneri superiori a quelli previsti, e le misure correttive inserite a tal fine nella legge finanziaria medesima.

 

Possono inoltre essere contenute nella legge finanziaria (cd. contenuto eventuale):

§      le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni e le altre misure che incidono sulla determinazione quantitativa della prestazione, relativamente ad imposte indirette, tasse, canoni, tariffe e contributi in vigore, con effetto, di norma, dal 1° gennaio dell'anno cui essa si riferisce, nonché le correzioni delle imposte conseguenti all'andamento dell'inflazione (lett. b);

§      norme che comportino aumenti di entrata o riduzioni di spesa, escluse quelle a carattere ordinamentale o organizzatorio, a meno che si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi (lett. i-bis, introdotta dal comma 17 dell'art. 2 della legge n. 208/1999);

§      norme che comportino aumenti di spesa o riduzioni di entrata, il cui contenuto sia finalizzato direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, con esclusione di interventi di carattere localistico o microsettoriale (lett. i-ter, introdotta dal comma 17 dell'art. 2 della legge n. 208/1999);

 

Si ricorda che, per quanto concerne il disegno di legge finanziaria per il 2009, l’articolo 1, comma 1-bis del D.L. 112/08, operando una deroga alla disciplina generale sopra descritta, ha disposto che, in via sperimentale, esso possa contenere “esclusivamente disposizioni strettamente attinenti al suo contenuto tipico con l'esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico(sul punto, si rinvia alla Parte II concernente il d.d.l. finanziaria 2009 del presente dossier).

 

Nelle Tabelle approvate con la legge finanziaria sono inoltre disposti (e rientrano sempre nel contenuto necessario):

§      gli importi dei fondi speciali destinati al finanziamento di provvedimenti che si prevede saranno approvati nel corso d'anno (lett. g). I fondi speciali sono indicati per Ministeri in due distinte tabelle, una per la parte corrente e l'altra per quella in conto capitale (rispettivamente, Tabelle A e B).

La legge n. 468/1978 ha inoltre previsto l'introduzione nei fondi speciali di accantonamenti di segno negativo, relativi cioè a provvedimenti di risparmio di spesa o di aumento di entrata, il cui perfezionamento in corso di anno condiziona per pari ammontare la successiva approvazione di provvedimenti collegati ad accantonamenti positivi;

§      la determinazione per ciascun anno del finanziamento da iscrivere in bilancio per le leggi di spesa permanenti la cui quantificazione è rinviata alla legge finanziaria, sia che si tratti di spese di parte corrente che di spese in conto capitale (Tabella C – lett. d), come modificata dal comma 15 dell'art. 2 della legge n. 208/1999).

Le leggi di spesa quantificate nella Tabella C sono, in gran parte, riferite a trasferimenti di risorse per il funzionamento di enti, organi, autorità amministrative indipendenti e Agenzie di settore, leggi di spesa relative al finanziamento di alcuni fondi (Università, Osservatori, Protezione civile);

§      la determinazione (le c.d. “rimodulazioni”), per le leggi di spesa a carattere pluriennale, ripartite per settori di intervento, delle quote destinate a gravare su ciascuno degli anni considerati (Tabella F – lett. c) dell'art. 11, comma 3).

Nelle tabelle possono inoltre essere disposti:

§      il rifinanziamento, per un solo anno, di interventi di conto capitale per i quali nell'ultimo esercizio sia previsto uno stanziamento di competenza, nonché il rifinanziamento, per uno o più degli anni considerati nel bilancio pluriennale, di norme vigenti che prevedono interventi di particolare rilievo definiti di "sostegno dell'economia", classificati tra le spese in conto capitale. Mentre il finanziamento annuale può essere autonomamente disposto al momento della predisposizione dalla legge finanziaria, il rifinanziamento pluriennale deve essere previsto dalla legge sostanziale, (Tabella D – lett. f), modificata dal comma 16 dell'art. 2 della legge n. 208);

§      la riduzione per ciascun anno di autorizzazioni legislative di spese: il cosiddetto "definanziamento" (Tabella E – lett. e).

 

 

 


PARTE IV
Profili di competenza della XIV Commissione

 

 


1. Il disegno di legge di bilancio per il 2009

1.1. – La struttura del disegno di legge di bilancio per il 2009

A seguito del processo di riforma del bilancio dello Stato avvenuto nel corso del 2007, si è pervenuti alla riclassificazione del bilancio dello Stato, anche in funzione di un vasto programma di analisi, valutazione e riqualificazione della spesa pubblica (cd. spending review).

 

Il disegno di legge del bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 presenta, pertanto, come già avvenuto per l’anno finanziario 2008, la nuova articolazione del bilancio, relativa agli stati di previsioni della spesa, basata su una classificazione delle risorse finanziarie secondo due livelli di aggregazione: 34Missioni, a loro volta articolate in 163 “Programmi[17].

 

Le missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica. Sono una rappresentazione politico-istituzionale del bilancio, volta a rendere più trasparenti i grandi aggregati di spesa e a meglio comunicare le direttrici principali dell’azione amministrativa delle singole Amministrazioni.

Le missioni non corrispondono alla ripartizione degli stati di previsione, nel senso che vi sono numerosi ministeri che partecipano a più di una missione istituzionale e vi sono missioni istituzionali affidate alla responsabilità di più ministeri. Esse possono essere pertanto ministeriali o trasversali a più dicasteri (interministeriali), a seconda dell’attuale ripartizione di funzioni, superando, come accennato, l’approccio tradizionale che articola la spesa pubblica secondo l’organizzazione amministrativa del Governo.

 

Ogni missione si realizza concretamente attraverso uno o più programmi.

I 163 programmi individuati rappresentano “aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero, per perseguire obiettivi ben definiti nell’ambito delle finalità istituzionali, riconosciute al dicastero competente”.

Essi sono prevalentemente di competenza di un unico Ministero, anche se non mancano programmi condivisi tra più Amministrazioni.

Ogni programma si compone a sua volta di "macroaggregati", che rappresentano le nuove unità previsionali di base (UPB) sottoposte al voto durante l’esame parlamentare del disegno di legge di Bilancio. I macroaggregati evidenziano le risorse attribuite e gestite dai centri di responsabilità (CRA); essi vengono, pertanto, collocati al di sotto dei macroaggregati, per consentire l'evidenziazione degli stanziamenti di missioni, programmi e macroaggregati, assegnati agli stessi centri di responsabilità, secondo le schema seguente:

-       missioni

-       programmi

-       macroaggregati (unità di voto parlamentare).

I centri di responsabilità hanno il compito sia di individuare l’insieme degli obiettivi che concorrono alla realizzazione dei programmi caratterizzanti ciascuna missione, sia di quantificare le risorse finanziarie necessarie al loro conseguimento.

Il disegno di legge di bilancio comprende anche un allegato tecnico comprensivo dei capitoli sottostanti a ciascun centro di responsabilità amministrativa: la legge di bilancio, definitivamente approvata, sarà infatti accompagnata – come di consueto – dal cosiddetto “bilancio per capitoli”, pubblicato con apposito decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

La struttura contabile, per ogni stato di previsione, alla luce della nuova classificazione, è quindi la seguente:

 

SPESE

§      Primo livello di aggregazione:

-       34 missioni

§      Secondo livello di aggregazione:

-       163 programmi

§      Terzo livello di aggregazione

-       9 macroaggregati (unità previsionale di base – unità di voto parlamentare)

§      Quarto livello di aggregazione

-       centri di responsabilità amministrativa

-  capitoli

1.2 - Le politiche comunitarie nel disegno di legge di bilancio per il 2009

Nel ddl di bilancio per l’anno finanziario 2009, le politiche comunitarie sono esposte nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2 allegata al ddl di bilancio) e più precisamente nella missione 3 – L’Italia nell’Europa e nel mondo[18]. Tale missione comprende sia alcuni programmi riguardanti principalmente le relazioni finanziarie internazionali, che fanno capo al centro di responsabilità 3 (Dipartimento del tesoro), sia il programma 3.1 – Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE, che fa capo al centro di responsabilità 4 – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato[19]; lo stanziamento previsto complessivamente per tale ultimo programma risulta essere pari a 23.890,3 milioni di euro.

Nella legge di bilancio 2008 per la medesima spesa erano previsti 24.374,3 milioni di euro, mentre nelle previsioni assestate si era registrato un lieve decremento (24.373,4 milioni di euro).

Pertanto, rispetto alle previsioni assestate 2008, si registra complessivamente una variazione in diminuzione dello stanziamento pari a 483,1 milioni di euro: tale dato risulta dal decremento previsto per i capitoli di spesa riguardanti gli Investimenti (-1.683,3 milioni di euro, ed in particolare il cap. 7493, cfr. ultra) e dall’aumento che si rileva per le voci di spesa attinenti gli Interventi (+ 1.199,9 milioni di euro).

In particolare i capitoli direttamente interessati alla partecipazione italiana alle politiche di bilancio UE registrano le seguenti variazioni:

ü      Capitolo 2751 – somme da versare per il finanziamento del bilancio dell’UE a titolo di risorsa RNL e di risorsa IVA: 14.400 milioni di euro, con un aumento di 1.100 milioni di euro rispetto al bilancio preventivo 2008;

ü      Capitolo 2752 – somme da versare per il finanziamento del bilancio dell’UE a titolo di risorse proprie tradizionali: 2.600 milioni di euro, con un aumento di 100 milioni di euro rispetto al bilancio di previsione 2008;

ü      Capitolo 7493 – somme da versare al conto corrente infruttifero presso la Tesoreria centrale dello Stato denominato “Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti nazionali”: 6.872,286 milioni di euro, con una diminuzione di 1.684,714 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate 2008, pari a 8.557 mln.

 

Si rileva che sul capitolo 7493 relativo al Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie, istituito dall’articolo 5 della legge n. 183/1987 (c.d. “legge Fabbri”)[20], sono iscritte le risorse nazionali destinate al cofinanziamento degli interventi comunitari nelle aree obiettivo dei Fondi strutturali: ad esso infatti affluiscono disponibilità provenienti sia dal bilancio comunitario sia dal bilancio nazionale.

Il Fondo è dotato di amministrazione autonoma e di gestione fuori bilancio e si avvale di due conti correnti infruttiferi presso la Tesoreria centrale dello Stato:

-          il conto corrente n. 23211, che registra i movimenti di entrata e uscita che fanno capo ai versamenti comunitari, denominato “Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti CEE”;

-          il conto corrente n. 23209, che registra le analoghe operazioni a carico dei finanziamenti nazionali, denominato “Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti nazionali”.

Il Fondo di rotazione presenta annualmente il proprio rendiconto alla Corte dei Conti.

Lo stanziamento del capitolo 7493 viene esposto anche nella Tabella F allegato al disegno di legge finanziaria 2009 (A.C. 1713).


2. Il disegno di legge finanziaria 2009

2.1.   Tabella D e Tabella F – Parti di competenza della XIV Commissione

I profili di specifico interesse della XIV Commissione contenuti nel disegno di legge finanziaria 2009, di carattere più strettamente finanziario-quantitativo, sono ricavabili dalle Tabelle D ed F allegate al d.d.l. finanziaria 2009. In particolare rileva lo stanziamento previsto per il Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie, istituito dall’articolo 5 della legge n. 183 del 1987.

 

Si osserva che nel disegno di legge di bilancio a legislazione vigente 2009 (A.C. 1714) la dotazione del Fondo risulta pari a 6.872,3 milioni (con una riduzione delle risorse del Fondo pari a 1.684,7 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate 2008, pari 8.857).

Tale riduzione risulta determinata fondamentalmente da un minore dotazione di bilancio già stabilita dalla legge finanziaria 2008 relativamente al 2009 (6.897 milioni) e al 2010 (5.283 milioni).

Per il 2010 le risorse stanziate a favore del Fondo di rotazione ammontano a 5.271 milioni, come riportato nella tabella F (cfr. pag. 158, A.C. 1713).

Per il 2011 la tabella D dispone un rifinanziamento del Fondo di rotazione per un importo pari a 5.271 milioni di euro (cfr. pag. 150, A.C. 1713).

 

Il rifinanziamento del Fondo è, in genere, presente in tutte le leggi finanziarie, in quanto la funzione del Fondo è quella di affiancare le proprie risorse (unitamente ad altre risorse nazionali, quali ad esempio il Fondo per le aree sottoutilizzate) a quelle che l’Unione europea destina per gli interventi della politica di coesione attraverso i fondi strutturali.

Ad esempio:

§       la legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311/2004) ha previsto un rifinanziamento di 932,5 milioni per il 2006 e 4.304 milioni per il 2007. Contestualmente la tabella F ha effettuato una rimodulazione delle risorse, determinando riduzioni di 5.500 milioni nel 2006 e di 100 milioni nel 2007, che slittano al 2008 (5.600 milioni).

§       la legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266/2005) ha previsto un rifinanziamento di 3.767 milioni nel 2006. Contestualmente la tabella F ha effettuato una rimodulazione delle risorse, determinando riduzioni di 5.999,5 milioni nel 2006, di 4.000 milioni nel 2007 e di 5.000 milioni nel 2008, che slittano al 2009 (14.999,5 milioni).

§       la legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296/2007) ne ha disposto un rifinanziamento di 4 miliardi per il 2009;

§       la legge finanziaria per il 2008 (legge n. 244/2007) ne ha disposto un rifinanziamento di 3,2 miliardi nel 2008, di 2 miliardi nel 2009 e di 300 milioni nel 2010. Contestualmente disposizioni contenute nell’articolato della stessa utilizzavano le risorse del Fondo a copertura di oneri recati da specifiche disposizioni (art. 2, co. 378 - soppressione ticket ambulatoriale: 326 milioni nel 2008; art. 3, co. 159 - convenzioni stipulate dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale con i comuni per lo svolgimento di attività socialmente utili (ASU): 15 milioni nel 2008 e 15 milioni a decorrere dal 2010).

 

Si riporta di seguito l’ammontare gli stanziamenti pluriennali del Fondo come determinati da ciascuna legge finanziaria nel periodo 2005-2009 (dati in milioni di euro)

 

 

 

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Fin. 2005

4.189

4.232

4.204

5.600

 

 

 

Fin. 2006

 

2.000

204

600

14.999

 

 

Fin. 2007

 

 

4.204

5.700

4.899

5.000

 

Fin. 2008

 

 

 

8.557

6.897

5.283

 

Ddl Fin. 2009

 

 

 

 

6.872

5.271

5.271

 

 

Nelle successive tavole sono indicate, relativamente alle leggi finanziarie dal 2005 ad oggi, la “costruzione in bilancio” delle risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione per le politiche comunitarie, come determinato da ciascuna legge finanziarie. Non si tiene conto di eventuali riduzioni delle risorse intervenute nel corso di ciascun esercizio. (dati in migliaia di euro):

 

Finanziaria 2005

2005

2006

2007

2008

BLV

4.189.000

8.800.000

-

-

Tabella D

-

932.500

4.304.000

-

Tabella F

-

-5.500.000

-100.000

+5.600.000

Disponibilità

4.189.300

4.232.500

4.204.000

5.600.000

 

Finanziaria 2006

2006

2007

2008

2009 e succ.

BLV

4.232.500

4.204.000

5.600.000

 

Tabella D

+3.767.000

-

-

-

Tabella F

-5.999.500

-4.000.000

-5.000.000

+14.999.500

Disponibilità

2.000.000

204.000

600.000

14.999.500

 


 


Finanziaria 2007

2007

2008

2009

2010 e succ.

BLV

204.000

600.000

14.999.500

-

Tabella D

-

-

+4.000.000

 

Tabella F

+4.000.000

+5.100.00

-14.100.000

+5.000.000

Disponibilità

4.204.000

5.700.000

4.899.500

5.000.000

 

Finanziaria 2008

2008

2009

2010

Bilancio a legislazione vigente

5.698.000

4.897.500

4.998.000

Tabella D

+3.200.000

+2.000.000

+300.000

Art. 2, co. 378 (copertura oneri sop­pressione ticket ambulatoriale)

-326.000

0

0

Art. 3, co. 159 (copertura oneri conven­zioni ASU)

-15.000

0

-15.000

Disponibilità

8.557.000

6.897.500

5.283.000

 


2.2.   Articoli di interesse della XIV Commissione

Articolo 2, comma 13
(Agevolazione sul gasolio e GPL per riscaldamento impegnati nelle frazioni parzialmente non metanizzate)

 

13. A decorrere dal 1o gennaio 2009 e fino al 31 dicembre 2009 si applicano le disposizioni in materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio e sul gas di petrolio liquefatto impiegati nelle frazioni parzialmente non metanizzate dei comuni ricadenti nella zona climatica E, di cui all'articolo 13, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.

 

 

Il comma 13 dell’articolo 2 proroga per l’anno 2009 le disposizioni in materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio e sul GPL impiegati nelle frazioni parzialmente non-metanizzate di comuni ricadenti nella zona climatica E, di cui all'articolo 13, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.

L’agevolazione consiste nella riduzione del costo del gasolio (0,026 euro per litro) e del GPL (0,026 euro per chilogrammo) impiegati, rispettivamente per il riscaldamento nei richiamati comuni.

 

Il richiamato comma 2 dell’articolo 13 della legge n. 448 del 2001 ha stabilito che, in attesa della revisione organica del regime tributario dei prodotti energetici, per gli anni 2002 e 2003, i benefìci di cui all'articolo 8, comma 10, lettera c), della legge 23 dicembre 1998, n. 448, come sostituita dal comma 4 dell'articolo 12 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, relativamente ai comuni ricadenti nella zona climatica E, di cui al D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412, sono concessi alle frazioni parzialmente non metanizzate limitatamente alle parti di territorio comunale individuate da apposita delibera del consiglio comunale, ancorché nella stessa frazione sia ubicata la sede municipale. Il beneficio è stato oggetto di numerose proroghe l’ultima delle quali, disposta dall’articolo 38, comma 1-ter, del DL n. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 31 del 2008, consentiva la fruizione dell’agevolazione fino al 31 dicembre 2008.

Il richiamato comma 10, lettera c), dell’articolo 8 della legge n. 448 del 1998 prevede che le maggiori entrate derivanti dalle disposizioni sulla c.d. carbontax (contenute nel medesimo articolo 8) sono destinate a compensare i maggiori oneri derivanti dall'aumento progressivo dell'accisa applicata al gasolio usato come combustibile per riscaldamento e ai gas di petrolio liquefatti usati come combustibile per riscaldamento, anche miscelati ad aria, attraverso reti canalizzate o destinati al rifornimento di serbatoi fissi, nonché a consentire, a decorrere dal 1999, ove occorra anche con credito di imposta, una riduzione del costo del predetto gasolio non inferiore a lire 200 per ogni litro ed una riduzione del costo dei sopra citati gas di petrolio liquefatti corrispondenti al contenuto di energia del gasolio medesimo. Il suddetto beneficio non è cumulabile con altre agevolazioni in materia di accise ed è applicabile ai quantitativi dei predetti combustibili impiegati nei comuni, o nelle frazioni dei comuni:

-        ricadenti nella zona climatica F di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412;

-        facenti parte di province nelle quali oltre il 70 per cento dei comuni ricade nella zona climatica F;

-        della regione Sardegna e delle isole minori, per i quali viene esteso anche ai gas di petrolio liquefatti confezionati in bombole.

L’articolo 2 del richiamato D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 reca l’individuazione della zona climatica e dei gradi-giorno, stabilendo che a tali fini il territorio nazionale è suddiviso nelle seguenti sei zone climatiche in funzione dei gradi-giorno, indipendentemente dalla ubicazione geografica:

-        Zona A: comuni che presentano un numero di gradi-giorno non superiore a 600;

-        Zona B: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 600 e non superiore a 900;

-        Zona C: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 900 e non superiore a 1.400;

-        Zona D: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100;

-        Zona E: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 2.100 e non superiore a 3.000;

-        Zona F: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 3.000.

 

Con decisione del Consiglio 7 aprile 2008 n. 2008/318/CE l’Italia è stata autorizzata ad applicare aliquote di tassazione ridotte al gasolio e al GPL utilizzati per il riscaldamento di locali in alcune zone geografiche caratterizzate da costi di riscaldamento elevati. Tale autorizzazione, tuttavia, riguarda il periodo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2012.

 

Nella seguente tabella si riportano gli effetti finanziari, in milioni di euro, quantificati dalla relazione tecnica.

 

Anno

2009

2010

2011

Variazione (“-“ è minor gettito)

- 18,1

+ 2,9

- 1,2

 

 


 

Articolo 2, comma 14
(Esenzione da accise per gasolio da riscaldamento utilizzato per le coltivazioni in serra)

 

14. A decorrere dal 1o gennaio 2009 e fino al 31 dicembre 2009 si applicano le disposizioni in materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra, di cui all'articolo 2, comma 4, della legge 24 dicembre 2003, n. 350; tali agevolazioni sono estese agli oli di origine vegetale utilizzati nelle medesime coltivazioni.

 

 

Il comma 14 dell’articolo 2 interviene sulle disposizioni fiscali in materia di coltivazioni sotto serra ed in particolare:

§      proroga al 2009 l’agevolazione sulle accise per il gasolio utilizzato per il riscaldamento nelle coltivazioni sotto serra, di cui all’articolo 2, comma 4, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria per il 2004);

§      estende l’agevolazione agli oli vegetali impiegati per fini energetici nelle serre.

L’agevolazione sul gasolio utilizzato per il riscaldamento nelle serre, inizialmente introdotta dall’articolo 5, comma 5, del DL n. 268/2000[21], relativamente al periodo 3 ottobre 2000 - 31 dicembre 2000, è stata oggetto di numerose proroghe l’ultima delle quali, al 31 dicembre 2008, è stata disposta dall’articolo 1, comma 175, della legge n. 244/2007 (legge finanziaria per il 2008).

L’articolo 5 del DL n. 268/2000 prevedeva un regime impositivo per il gasolio usato nelle coltivazioni sotto serra anche se l’aliquota di accisa era fissata in misura pari allo 0 per cento[22] di quella applicata sul gasolio usato come carburante. Con successivi provvedimenti è stato, invece, disposto il regime di esenzione da accisa[23].

Si ricorda che l’articolo 24 del testo unico delle accise, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, disciplina gli impieghi agevolati dei prodotti energetici soggetti ad accisa disponendo che, ferme restando le norme comunitarie relative al regime delle agevolazioni, i prodotti energetici sono ammessi ad esenzione o all'aliquota ridotta se destinati agli usi elencati nella tabella A allegata al testo unico stesso. In particolare il n. 5 della tabella A prevede la possibilità di introdurre esenzioni o applicazioni di aliquote ridotte di accisa per taluni oli minerali impiegati in lavori agricoli, orticoli in allevamento, nella silvicoltura e piscicoltura e nella florovivaistica. In assenza del regime di esenzione, le aliquote ridotte applicabili sono pari al 10% dell’aliquota ordinaria per il gasolio impiegato nelle serre florovivaistiche (art. 2, co. 127, della legge n. 662/1996) e al 22% di quella ordinaria per l’impiego di gasolio nella altre serre (articolo 10 del DI n. 375/2000).

Circa le modalità applicative, si rinvia al decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 14 dicembre 2001, n. 454 e al DM 26 febbraio 2002 con il quale sono stati determinati i consumi medi dei prodotti petroliferi impiegati in lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella silvicoltura e piscicoltura e nella florovivaistica ai fini dell'applicazione delle aliquote ridotte o dell'esenzione dall'accisa..

 

L’ultimo periodo del comma in esame prevede che l’esenzione si applichi, nel 2009, anche agli oli vegetali utilizzati per fini energetici nelle serre. Tale facoltà è prevista, nella normativa nazionale, dalla sopra richiamata tabella A allegata al D.Lgs. n. 504/1995.

 

L’agevolazione fiscale disciplinata dal comma in esame, come precisato anche nella relazione tecnica allegata al provvedimento, è subordinata all’autorizzazione dell’Unione europea.

 

Si ricorda infine che il decreto legislativo 2 febbraio 2007, n. 26, recante “Attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità” ed entrato in vigore dal 1° giugno 2007, ha modificato in più punti il testo unico delle accise (D.Lgs. n. 504 del 1995), per adeguarlo alle sopravvenute disposizioni comunitarie della direttiva 2003/96/CE[24].

L’articolo 8 di tale decreto legislativo n. 26 del 2007, reca proprio una norma sull’esenzione dall'accisa degli oli di origine vegetale per l'anno 2007 utilizzati nelle coltivazioni sotto serra, prevedendo espressamente che agli oli di origine vegetale utilizzati nelle coltivazioni sotto serra si applichi l'agevolazione di cui all'articolo 1, comma 394, lettera h) della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

 

Nella seguente tabella si riportano gli effetti finanziari, in milioni di euro, quantificati dalla relazione tecnica.

 

Anno

2009

2010

2011

Variazione (“-“ è minor gettito)

- 23,1

+ 12,7

- 5,5

 

 


3. Il sistema di finanziamento dell’Unione europea ed i flussi finanziari in favore dell’Italia

3.1.   Il sistema di finanziamento dell’Unione europea

Il sistema di finanziamento dell’Unione, previsto dall’articolo 269 del Trattato CE, stabilisce che il bilancio generale dell’Unione Europea sia integralmente finanziato dalle cosiddette “risorse proprie”, ossia dai mezzi finanziari conferiti da ciascuno Stato membro per garantire il funzionamento dell’amministrazione comunitaria e la realizzazione delle relative politiche. Tali risorse sono costituite da:

•      risorse proprie tradizionali (R.P.T.): derivano dall’esistenza di uno spazio doganale unificato e sono riscosse dai Paesi membri e poi versate alla Comunità, al netto delle spese di riscossione; esse sono costituite dai dazi doganali riscossi dai Paesi membri negli scambi con Paesi terzi, dai prelievi sulle importazioni di prodotti agricoli, derivanti da scambi con paesi terzi, nonché da contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero;

•      risorsa I.V.A., è costituita da un contributo a carico di ciascuno Stato membro calcolato applicando un’aliquota uniforme all’imponibile nazionale dell’IVA;

•      risorsa R.N.L. (Reddito Nazionale Lordo, già P.N.L.), che consiste in un contributo degli Stati membri commisurato alle quote parte dei RNL nazionali sul RNL comunitario, e destinata a finanziare le spese di bilancio non coperte dalle altre due suddette risorse (c.d. “risorsa complementare”).

La risorsa I.V.A. e la risorsa R.N.L. rappresentano attualmente la maggior parte delle risorse del bilancio UE.

Il sistema di finanziamento dell’Unione europea è attualmente disciplinato dalla decisione 2007/436/CE, Euratom, adottata dal Consiglio il 7 giugno 2007, che ha sostituito, per il periodo 2007-2013, la precedente decisione del 2000/597/CE, Euratom, sul sistema delle risorse proprie. Alla decisione è stata data attuazione nell’ordinamento italiano con il comma 66 dell’articolo 2 della legge n. 244/2007 (legge finanziaria per il 2008).

3.2.     La contribuzione dell’Unione europea in favore dell’Italia

Per quanto riguarda la contribuzione dell’Unione europea in favore dell’Italia, essa consegue alle politiche comuni di sviluppo poste in essere dall’Unione in vari settori e si realizza concretamente con gli Strumenti finanziari costituiti dai Fondi strutturali.

A seguito della definizione del nuovo quadro finanziario dell’UE per il periodo 2007-2013, l’11 luglio 2006 sono stati definitivamente adottati i seguenti provvedimenti relativi alla politica di coesione dell’UE per il medesimo periodo:

-      il regolamento (CE) 1083/2006 recante norme e princìpi comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale e al Fondo di coesione (c.d. regolamento generale);

-      il regolamento (CE) 1080/2006 sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FEDER);

-      il regolamento (CE) 1081/2006 sul Fondo sociale europeo (FSE);

-      il regolamento (CE) 1083/2006 sul Fondo di coesione.

In sintesi, il Regolamento (CE) 1083/2006 del Consiglio ha abrogato il precedente regolamento 1260/1999 ed ha riformato la disciplina comunitaria dei Fondi strutturali a decorrere dal 2007, disponendo la riduzione di tali fondi dai cinque del precedente periodo di programmazione a tre: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Sociale Europeo, Fondo di Coesione.

I nuovi Regolamenti prevedono il finanziamento dei seguenti 3 obiettivi prioritari di sviluppo:

a) l'obiettivo "Convergenza", volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l'occupazione tramite l'aumento e il miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell'innovazione e della società della conoscenza, dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell'ambiente e l'efficienza amministrativa;

b) l'obiettivo "Competitività regionale e occupazione", che punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l'occupazione anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all'apertura degli scambi, mediante l'incremento e il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, l'innovazione e la promozione della società della conoscenza, l'imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell'ambiente e il miglioramento dell'accessibilità, dell'adattabilità dei lavoratori e delle imprese e lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi;

c) l'obiettivo "Cooperazione territoriale europea", che è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte locali e regionali, a rafforzare la cooperazione transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale e lo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato.

Inoltre con il regolamento (CE) 1082/2006 è stato istituito un nuovo strumento giuridico denominato Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT).

Per quanto riguarda invece il finanziamento della politica agricola, sono stati di recente adottati i seguenti provvedimenti:

-        Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del 21 giugno 2005, relativo al finanziamento della politica agricola comune, che istituisce il FEAGA (per il 1° pilastro) e il FEASR (per il 2° pilastro): in particolare il FEAGA diviene lo strumento per realizzare la politica di sostegno dei mercati agricoli e dei redditi, denominata 1° pilastro della Politica Agricola Comunitaria (PAC), mentre il FEASR finanzia i programmi di sviluppo rurale, ossia il 2° pilastro della PAC;

-        Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che definisce gli obiettivi finanziati dal fondo;

-        Regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio, del 27 luglio 2006, relativo al Fondo europeo per la pesca.

Dal Bollettino statistico n. 2/2008 della RGS sulla situazione trimestrale dei flussi finanziari Italia-UE risulta che nel corso del secondo trimestre 2008 sono stati accreditati all’Italia contributi per 3.573,71 milioni di euro.

Dal confronto dei dati relativi ai versamenti effettuati nel medesimo periodo al bilancio comunitario con gli accrediti comunitari in favore dell’Italia, deriva un saldo netto negativo di circa 817,92 milioni di euro.

I dati trimestrali confermano una tendenza ormai consolidata da diversi anni, ovvero che i versamenti dell’Italia al bilancio UE superano abbondantemente i rientri in favore del nostro Paese,.

Nel complesso, i fondi accreditati all’Italia nel secondo trimestre 2008 hanno riguardato interventi variamente localizzati sul territorio nazionale, in relazione ai diversi periodi di programmazione, agli obiettivi prioritari ed ai programmi di sviluppo cofinanziati da Bruxelles. La distribuzione geografica degli accrediti evidenzia - in particolare – che il 18,38% delle risorse affluite all’Italia sono state attivate da interventi realizzati dalla Regione Puglia ed il 16% da interventi della Regione Sicilia.

I programmi gestiti da Amministrazioni centrali che riguardano, contemporaneamente, il territorio di più regioni o l’intero territorio nazionale hanno assorbito, nel secondo trimestre 2008, il 23,87% degli accrediti.

 


4.     La struttura del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Dipartimento per le politiche comunitarie

Il Dipartimento per le politiche comunitarie è uno dei centri di responsabilità di spesa (C.d.R. n. 4) della Presidenza del Consiglio dei ministri: tale organo gode di autonomia finanziaria e contabile disciplinata con il D.P.C.M. 9 dicembre 2002[25].

La dotazione finanziaria spettante alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per garantirne il funzionamento viene annualmente indicata nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze: in particolare la Presidenza del Consiglio è oggetto del Programma 21.3, che fa capo alla Missione n. 21 (Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri).

Per l’anno finanziario 2009 lo stanziamento iscritto nel Programma 21.3 risulta essere di 555,869 milioni di euro, con una variazione in diminuzione rispetto al 2008 di 344,113 milioni di euro.

Si rileva che non è ancora disponibile il bilancio di previsione 2009 della Presidenza del Consiglio, e, pertanto, non si conosce la ripartizione delle somme spettanti a ciascun Centro di responsabilità.

 

Al riguardo si ricorda che, ai sensi del D.lgs. 303/1999[26], alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è riconosciuta piena autonomia contabile e di bilancio. Diversamente da quanto accadeva fino al 1999, quando la Presidenza del Consiglio dei Ministri era dotata di un autonomo stato di previsione, riportato nella Tabella 2 allegata alla legge annuale di bilancio, le disponibilità finanziarie relative al funzionamento della Presidenza sono collocate in un’apposita unità previsionale di base (U.P.B.) dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze. L’ammontare dello stanziamento è determinato annualmente dalla tabella C della legge finanziaria. Nei limiti di tali disponibilità la Presidenza provvede all’autonoma gestione delle spese.

In questo contesto, il D.lgs. 303/1999 attribuisce ampia autonomia alla Presidenza, con riferimento sia all’organizzazione interna, sia agli aspetti finanziari. Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, l’art. 8 del D.lgs. 303/1999 stabilisce che la programmazione e la gestione delle spese viene affidata alla piena autonomia della Presidenza. La struttura dei bilanci e la disciplina della gestione delle spese, in coerenza con i princìpi generali della contabilità pubblica e tenendo conto delle specifiche esigenze della Presidenza, sono demandati all’emanazione di appositi decreti del Presidente del Consiglio. Tali decreti sono comunicati ai Presidenti delle Camere, ai quali sono trasmessi, al fine di garantirne la trasparenza, anche i bilanci preventivi e il rendiconto della gestione finanziaria. In sede di attuazione di tali disposizioni è stato emanato il D.P.C.M. 9 dicembre 2002[27], che, tra l’altro, reca la disciplina del bilancio annuale di previsione[28]. Tale provvedimento prevede che spetta all’Ufficio bilancio e ragioneria elaborare il progetto di bilancio, sulla base della direttiva annuale del Segretario generale. Sentita la conferenza dei capi dipartimento, il Segretario generale sottopone, entro il 30 novembre, il bilancio al Presidente del Consiglio che lo approva con proprio decreto. Il bilancio viene quindi comunicato ai Presidenti delle Camere entro 15 giorni dalla sua approvazione. Qualora, in seguito all’approvazione del bilancio dello Stato, si renda necessario apportare delle variazioni al bilancio dello Presidenza, il Presidente del Consiglio vi provvede con proprio decreto. Il bilancio della Presidenza, infine, viene trasmesso, entro dieci giorni dalla pubblicazione del bilancio dello Stato, per la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. In allegato al bilancio di previsione viene presentato il bilancio pluriennale, ed, inoltre, è prevista la predisposizione del conto finanziario entro il 10 giugno di ogni anno.

Il bilancio di previsione è ripartito in unità previsionali di base, determinate per aree omogenee di attività, affidate a ciascun centro di responsabilità. I centri di responsabilità corrispondono al Segretariato generale ed alle strutture affidate a Ministri e Sottosegretari.

Per quanto riguarda invece il conto finanziario, questo viene predisposto entro il 30 aprile dall'Ufficio bilancio e ragioneria; unitamente al conto del patrimonio comprende i risultati della gestione del bilancio per l'entrata e la spesa, distintamente per competenza e per residui. Entro il 15 maggio il Segretario generale presenta il conto finanziario al Presidente per l'approvazione. Il Segretario generale trasmette poi il conto finanziario e la relazione, entro quindici giorni dall'approvazione, ai Presidenti delle Camere nonché alla Corte dei conti ai fini del referto annuale.

 

Si rileva che l’organizzazione interna del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie è stata definita inizialmente con il DM 19 settembre 2000 e successivamente con il decreto del Ministro delle politiche comunitarie del 10 febbraio 2004, visto anche il DPCM 23 luglio 2002, recante “Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri”, il cui art. 10 aveva provveduto ad individuare gli uffici ed i servizi del Dipartimento per le politiche comunitarie.

L'attuale organizzazione interna del Dipartimento è stabilita dal decreto del Ministro per le politiche comunitarie del 9 ottobre 2006, che ha completato l’organizzazione della struttura alla luce delle nuove competenze e finalità previste dalla legge 4 febbraio 2005, n. 11, ed ha ridefinito le modalità di esercizio delle competenze attribuite al Dipartimento in relazione ai più ampi contenuti della delega di funzioni assegnate al Ministro dal DPCM 15 giugno 2006.

Con il DPR 17 maggio 2007, n. 91, si è provveduto infine a riordinare gli organismi operanti nel Dipartimento.

 

Per quanto riguarda l’anno 2008, il bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio è stato approvato con D.P.C.M. 10 dicembre 2007.

La nota preliminare allegata al bilancio di previsione 2008 evidenzia che al Centro di responsabilità del Dipartimento per le politiche comunitarie (C.d.R. 4) sono destinati fondi per 3,266 milioni di euro.

La medesima Nota evidenzia peraltro come l’attività del Dipartimento per le politiche comunitarie continui ad essere finalizzata al rafforzamento del ruolo dell’Italia nell’Unione europea. Pertanto, nel corso del 2008, viene previsto che l’attività del Dipartimento si svolga con le seguenti linee programmatiche:

a)    sviluppo dell’attività delle Amministrazioni statali nel processo di formazione della posizione italiana nella fase ascendente della normativa europea, mediante il rafforzamento dell’azione del CIACE e del Comitato tecnico permanente;

b)    potenziamento dell’attività della Struttura di missione;

c)    preparazione di iniziative e manifestazioni per il rilancio del progetto europeo;

d)    perseguimento di una politica dell’informazione incentrata sui grandi temi di interesse comunitario.

 


Documentazione

 




[1]    Convertito con modificazioni dalla legge 133/2008.

[2]    Convertito, con modificazioni, nella legge n° 133/2008.

[3]    -Pari al 2,1 per cento nel 2009, -1,2 per cento nel 2010 e -03 per cento nel 2010.

[4]    Convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008.

[5]    Si ricorda che, secondo la definizione ISTAT, sono poste correttive e compensative delle entrate gli importi inseriti tra le spese e riferiti ad entrate indebitamente percepite.

[6]    Il citato comma 10 ha infatti previsto che, per l’anno 2009, sia portata ad effettiva riduzione la quota delle dotazioni di bilancio di previsione per il predetto anno resa indisponibile (“accantonata”) ai sensi dell’articolo 507 e 508 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006). Tali disposizioni avevano disposto l’accantonamento in maniera lineare di quote pari a 4.572 milioni di euro per il 2007, a 5.031 milioni di euro per il 2008 e a 4.922 milioni di euro per il 2009 sul totale degli stanziamenti di spesa iscritti nel bilancio dello Stato. Pertanto, a seguito del calcolo proporzionale delle quote rispetto ai predetti stanziamenti, erano state rese indisponibili per ciascuno stato di previsione somme corrispondenti alla percentuale fissa - ad eccezione dello stato di previsione relativo alla Pubblica istruzione - del 12,57% nel 2007, 14,34% nel 2008 e 12,82% nel 2009, relativamente alle previsioni delle dotazioni del bilancio triennale 2007-2009.

[7]    Si tratta, nello specifico, della riduzione, rispetto all’assestamento 2008, di 500 milioni di euro, per il potenziamento della viabilità non statale in Sicilia e Calabria (cap. 7486/Infrastrutture) e di 1.363,5 milioni di euro, autorizzati ai sensi dell’art. 1, co. 1155, della legge n. 296/2006 per la realizzazione di opere infrastrutturali in Sicilia e Calabria (cap. 7487/Infrastrutture).

[8]    Convertito, con modificazioni, dalla legge n.121 del 2008.

[9]    Il riepilogo delle Missioni e dei Programmi è contenuto in un apposita Tabella del disegno di legge di bilancio in esame (pag. 63 dello stampato A.C. 1714). In tale elenco, per ogni Missione e sottostante Programma viene indicato il relativo stanziamento a legislazione vigente per il 2009, in termini di competenza, cassa e residui.

[10]    Agli stati di previsione della spesa sono allegati i bilanci delle aziende ed amministrazioni autonome controllate dal relativo Ministero. Le principali aziende ed amministrazioni autonome, peraltro, nel corso di un processo sviluppatosi in particolare negli anni novanta, sono state trasformate in società per azioni (talora con un passaggio intermedio ad ente pubblico economico). Esse pertanto costituiscono adesso una struttura organizzativa residuale.

[11]   I residui propri relativi alle spese correnti sono mantenuti in bilancio per i due esercizi successivi a quello nel quale le somme corrispondenti sono state inizialmente stanziate (art. 36, comma 1, R.D. n. 2440/1923). Tra i residui di parte corrente hanno un regime particolare quelli concernenti spese per lavori, forniture e servizi, che possono essere mantenuti in bilancio per tre esercizi.

I residui propri relativi alle spese in conto capitale sono mantenuti in bilancio per tre esercizi successivi a quello in cui è stato iscritto il corrispondente stanziamento (art. 36, comma 3, R.D. n. 2440/1923, come novellato dall’art. 3, comma 36, della legge n. 244/2007)

[12]    L’art. 1, comma 6, del D.L. n. 194/2002 (legge n. 246/2002), modificando l’articolo 36, comma 2, del R.D. n. 2440/1923, ha limitato ad un solo anno, dopo l’esercizio di iscrizione in bilancio, il periodo di conservazione in bilancio dei residui di stanziamento di conto capitale. Per gli stanziamenti iscritti in bilancio in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell'ultimo quadrimestre dell'esercizio finanziario, il periodo di conservazione è protratto di un ulteriore anno.

[13]   Con il DPEF 2009-2013 e con il D.L. n. 112/2008 è stata configurata ed attuata una manovra di stabilizzazione triennale della finanza pubblica. Il bilancio pluriennale evidenzia 2009-2011 evidenzia pertanto i saldi di bilancio da conseguire nell’arco triennale di riferimento della manovra.

[14]   L’articolazione delle missioni sottende una visione dello Stato che non svolge solo le funzioni fondamentali - quali, ad esempio, l'amministrazione della difesa (Missione 5), e della giustizia (Missione 6), la tutela della salute (Missione 20) e la promozione dell’istruzione scolastica (Missione 22) - ma espleta anche compiti di protezione di particolari categorie sociali e di redistribuzione delle risorse, tutelando, ad esempio, i diritti sociali e la famiglia (Missione 24) e i giovani e lo sport (Missione 30), ovvero interessi collettivi, come lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente (Missione 18).

[15]   La missione "Fondi da ripartire" raccoglie alcuni fondi di riserva e speciali, che non hanno, in sede di predisposizione della legge di Bilancio di previsione, una collocazione specifica, ma la cui attribuzione è demandata ad atti e provvedimenti successivi adottati in corso di gestione.

      La seconda - "Servizi istituzionali e generali" - raggruppa le spese di funzionamento dell'apparato amministrativo, le quali sono trasversali a più finalità e non attribuibili puntualmente alle singole Missioni. Rientrano, in particolare, in tale categoria le spese per "l'indirizzo politico" e per "gli affari generali".

[16]   Ciascun Programma si articola in un insieme di attività che ogni Amministrazione pone in essere per il raggiungimento delle proprie finalità. attraverso l’attuazione dei processi e delle funzioni da parte singole strutture amministrative. Fanno tuttavia eccezione i c.d. “Programmi finanziari”, i quali non sono rappresentati da attività operative svolte dai competenti Centri di responsabilità amministrativa, ma costituiscono mere operazioni di trasferimento delle risorse finanziarie ai rispettivi enti destinatari, che a loro volta utilizzeranno le risorse per il perseguimento degli obiettivi istituzionali.

[17]    Nel bilancio 2008 i Programmi erano 167; il numero delle Missioni resta invariato.

[18]    Si ricorda che precedentemente la missione “L’Italia in Europa e nel mondo” risultava essere la missione 4 anziché 3.

[19]    Si ricorda che la Ragioneria generale dello Stato svolge un duplice ruolo nella gestione finanziaria degli interventi di politica comunitaria, curando sia l’intermediazione finanziaria tra le istituzioni comunitarie e le Amministrazioni titolari degli interventi, sia l’assegnazione delle quote di cofinanziamento nazionale degli interventi a carico della legge n. 183/1987.

[20]    Legge 16 aprile 1987, n. 183, Coordinamento delle politiche riguardanti l’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee ed adeguamento dell’ordinamento interno agli atti normativi comunitari.

[21]   Misure urgenti in materia di imposta sui redditi delle persone fisiche e di accise.

[22]   La versione originaria del sopra citato articolo 5, comma 5, del D.L. n. 268 del 2000 prevedeva l’applicazione dell’accisa nella misura del 5 per cento dell’aliquota del gasolio utilizzato come carburante. La misura dello 0 per cento è stata introdotta dalla legge di conversione n. 354 del 2000.

[23]   Articolo 24, comma 3, della legge n. 388/2000 (finanziaria 2001).

[24]   La direttiva 2003/96/CE (c.d. “direttiva DTE”) sostituisce, abrogandole, le precedenti direttive 92/81/CEE, relativa all'armonizzazione delle strutture delle accise sugli olî minerali, e 92/82/CE, relativa al ravvicinamento delle aliquote d’accisa sugli olî minerali, e modifica la direttiva 92/12/CEE, che disciplina il regime generale, la detenzione, la circolazione e i controlli dei prodotti soggetti ad accisa.

[25]   Tale decreto ha integralmente sostituito il precedente DPCM 23 dicembre 1999, recante anch’esso “Disciplina dell’autonomia finanziaria e della contabilità della Presidenza del Consiglio”.

[26]   Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 11 della L. 15 marzo 1997, n. 59.

[27]   Disciplina dell’autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio.

[28]    Il D.P.C.M. 9 dicembre 2002 ha sostituito il D.P.C.M. 23 dicembre 1999, recante la prima attuazione della disciplina finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio. Recentemente, è intervenuto in materia il D.P.C.M. 4 luglio 2007, Modificazioni al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 dicembre 2002, concernente la disciplina dell'autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha recato innovazioni anche al fine di tener conto della nuova struttura espositiva del bilancio.