Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari comunitari
Altri Autori: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della lingua dei segni italiana - A.C. 4207 ' Nuovo testo - Elementi di valutazione per la compatibilità con l'ordinamento dell'Unione europea
Riferimenti:
AC N. 4207/XVI     
Serie: Note per la compatibilità comunitaria    Numero: 102
Data: 12/09/2011
Descrittori:
SORDOMUTI     
Organi della Camera: XIV - Politiche dell'Unione europea
Altri riferimenti:
AS N. 37/XVI     

 

12 settembre 2011

 

n. 102

Promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della lingua dei segni italiana

A.C. 4207 – Nuovo testo

Elementi di valutazione per la compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea

 

Numero dell’atto

4207

Titolo

Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della lingua dei segni italiana

Iniziativa

Parlamentare

Iter:

 

sede

Referente

esame al Senato

Sì ((S. 37 T.U. con S. 831, S. 948, S. 1344, S. 1354, S. 1391)

Commissione competente

XII Commissione (Affari sociali)

Pareri previsti

I Affari Costituzionali, II Giustizia, III Affari esteri, V Bilancio, VII Cultura, XI Lavoro, XIV Politiche dell'Unione europea e della Commissione parlamentare per le questioni regionali

 

 


Contenuto

La XII Commissione Affari sociali ha iniziato l’esame in sede referente della proposta di legge A.C. 4207 (Peterlini ed altri), approvata dalla 1° Commissione Affari costituzionali del Senato in sede deliberante il 16 marzo scorso, in data 13 aprile 2011. Nel corso dell’iter parlamentare al provvedimento sono state abbinate le proposte di legge C. 286, 351, 941, 1088, 2342, 2528, 2734, 3490 e la petizione n. 1239. Nella seduta del 26 luglio 2011 la Commissione ha deliberato di adottare come testo base per il prosieguo dell'esame il nuovo testo della proposta di legge n. 4207, elaborato dal Comitato ristretto, e di trasmetterlo alle Commissioni competenti per il prescritto parere.

Il provvedimento, che detta disposizioni per promuovere la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e per il riconoscimento della lingua dei segni italiana, in armonia con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, si compone di 3 articoli.

Nel 2006, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 3 marzo 2009, n. 18, ha rappresentato il primo strumento internazionale vincolante per gli Stati. Nei suoi principi ispiratori la Convenzione non riconosce “nuovi” diritti alle persone con disabilità, intendendo piuttosto assicurare che queste ultime possano godere, sulla base degli ordinamenti degli Stati di appartenenza, degli stessi diritti riconosciuti agli altri consociati, in applicazione dei princìpi generali di pari opportunità per tutti.

L’articolo 1 promuove, nell’ambito delle finalità della legge 104 del 1992 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), l’adozione di provvedimenti volti a facilitare l'integrazione sociale e culturale delle persone sorde, ed a garantire ogni forma di prevenzione, diagnosi e cura della sordità. Il provvedimento sancisce il riconoscimento della lingua dei segni italiana (LIS) e ne promuove l’acquisizione e l’uso, consentendone l’utilizzazione in giudizio e nei rapporti con le pubbliche amministrazione.

L’articolo 2 prevede l’emanazione di un regolamento attuativo, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, nell’ambito delle finalità di cui alla legge n. 104/1992, previa intesa in sede di Conferenza unificata, sentite le associazioni di rilevanza nazionale per la tutela e la promozione dei diritti delle persone sorde, per disciplinare, tra l’altro, le modalità degli interventi diagnostici precoci per i bambini nati o divenuti sordi quali livelli essenziali delle prestazioni, determinare le modalità di utilizzo della LIS in ambito scolastico e universitario, promuovere l’utilizzo della LIS in sede giurisdizionale, nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e nelle trasmissioni televisive, favorire i progetti di ricerca sulle tecnologie avanzate per la sordità.

L’articolo 3 pone la clausola di invarianza finanziaria del provvedimento.

Esame del provvedimento in relazione alla normativa europea

Il provvedimento in esame detta disposizioni finalizzate al riconoscimento della lingua dei segni italiana, anche in attuazione dei numerosi provvedimenti adottati dalle Istituzioni comunitarie a garanzia della pari dignità e del pieno inserimento sociale dei soggetti affetti da sordità.

Per quanto riguarda il riconoscimento e il diritto all’uso della lingua dei segni, il Parlamento europeo è intervenuto con la Risoluzione sulla lingua dei segni dei sordi del 17 giugno 1988, nella quale si prevede l’adozione di misure concernenti la formazione a tempo pieno per interpreti di lingua dei segni, la traduzione nella lingua dei segni per le principali trasmissioni televisive e per le circolari governative pertinenti in materia di assistenza sociale, salute e occupazione, l’insegnamento della lingua dei segni agli udenti, la pubblicazione di dizionari aggiornati delle rispettive lingue dei segni nazionali, nonché la ricerca in tale settore e l’elaborazione di dizionari multilingue delle lingue dei segni usate nella Comunità.

Il Parlamento europeo è nuovamente intervenuto sul tema con la risoluzione del 18 novembre 1998, ribadendo, a dieci anni di distanza, gli stessi principi definiti nella richiamata risoluzione del 1988, e invitando nuovamente la Commissione a presentare una proposta al Consiglio relativa al riconoscimento ufficiale in ogni Stato membro della lingua dei segni usata dai sordi.

Nel 2003Il Consiglio d’Europa ha sollecitato i Paesi membri ad elaborazione un nuovo strumento giuridico per proteggere i diritti delle persone che comunicano nella lingua dei segni, inserendo un protocollo aggiuntivo, nell’ambito della Convenzione sulle lingue minoritarie (vedi infra), al fine di conferire a tale lingua lo stesso statuto delle lingue vocali.

Nel 2006 il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sulla situazione delle persone con disabilità nell’Unione europea allargata: Piano d’azione europeo 2006-2007, in cui invita gli Stati membri ad utilizzare, promuovere e diffondere nella maggior misura possibile il linguaggio gestuale, attraverso la televisione digitale, per migliorare la sottotitolazione, il commento sonoro e le spiegazioni mediante simboli, e promuovendo al contempo, nell'ambito della televisione analogica, la generalizzazione dell'uso dei sottotitoli e del linguaggio gestuale.

Nel 2010 la Commissione europea ha adottato la comunicazione sulla Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 (COM(2010) 636), che identifica otto ambiti d'azione principali: l'accessibilità, la partecipazione, l'uguaglianza, l'occupazione, l'istruzione e la formazione, la protezione sociale, la salute e le azioni esterne. In particolare, la Commissione s’impegna a esaminare i modi di facilitare l'utilizzo del linguaggio dei segni e Braille nelle relazioni con le istituzioni dell'UE.

Per quanto riguarda il riconoscimento della comunità dei sordi quale minoranza linguistica, nel 1997 l’Unione Europea dei Non Udenti (European Union of the Deaf-EUD)[1] ha approvato una risoluzione per il riconoscimento da parte degli Stati membri dell’Unione della lingua dei segni, come lingua della comunità dei sordi, da inserire nella Carta europea delle lingue regionali o minoritarie (European Charter for Regional or Minority Languages - ECRML), trattato internazionale concluso dal Consiglio d'Europa nel 1992, al quale hanno aderito diversi Stati europei, inclusa l’Italia.

Nel 2009, l'EUD ha promosso il progetto SignSpeak, finanziato dall'UE, per aumentare la comprensione linguistica delle lingue dei segni, attraverso la creazione di un software. Il progetto potrebbe avere implicazioni sulla grande comunità dei sordi, consentendo di comunicare anche con le persone udenti, senza dover utilizzare un servizio di inoltro: in pochi anni una persona sorda potrebbe essere in grado di firmare semplicemente nella fotocamera e una persona udente potrebbe sentire una traduzione o leggere sullo schermo.

Per gestire il progetto, l'EUD è in collaborazione con quattro centri di ricerca e un partner industriale in vari paesi europei: Spagna, Paesi Bassi, Germania e Belgio.

Si menziona inoltre che, nell'ambito del programma "Leonardo da Vinci", il progetto Deaf people in Europe acquiring languages through e-learning (DEAL) ha coinvolto fin dal 2006 le istituzioni italiane, austriache e spagnole nella realizzazione di interventi a sostegno della formazione professionale dei sordi.

In particolare, il progetto ha il duplice obiettivo di realizzare un corso a distanza di italiano, spagnolo e tedesco scritti per studenti sordi e di creare in tale modo un modello di e-learning specificatamente concepito a misura delle risorse e degli stili di apprendimento dei sordi, utilizzabile per l’erogazione di corsi di lingue straniere nell’ambito della formazione professionale, con particolare riguardo alle mansioni di segreteria/o in azienda.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi – Dipartimento Affari Comunitari

( 066760-9409 – *st_affari_comunitari@camera.it

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File: NOTST102.doc



[1] L’Unione Europea dei Non Udenti (EUD) è stata fondata nel 1985 da 5 associazioni nazionali dei non udenti che intendevano assicurare che la voce dei non udenti fosse sentita nell’Unione Europea. Attualmente, rappresenta le associazioni  di venticinque Stati membri dell’UE e di tre Stati come membri affliliati Tale struttura coopera con la Federazione Mondiale dei Sordi (WFD).