Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento finanze
Titolo: Bilancio e Finanziaria 2010 - A.C. 2937 - A.C. 2936 Schede di lettura
Riferimenti:
AC N. 2937/XVI   AC N. 2936/XVI
Serie: Progetti di legge    Numero: 245    Progressivo: 6
Data: 18/11/2009
Descrittori:
BILANCIO DELLO STATO   LEGGE FINANZIARIA
Altri riferimenti:
AS N. 1790/XVI   AS N. 1791/XVI

 

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione per l’esame di
Progetti di legge

Bilancio e Finanziaria 2010

A.C. 2937 – A.C. 2936

Commissione Finanze

 

 

 

 

 

 

n. 245/6

 

 

 

18 novembre 2009

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Finanze

( 066760-9496 – * st_finanze@camera.it

Servizio Studi – Dipartimento Bilancio

( 066760-9932 – * st_bilancio@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: FI0241.doc

 


I N D I C E

 

PARTE I – La manovra finanziaria

1. Il quadro macroeconomico e gli obiettivi di finanza pubblica 2010. 3

2. La manovra di finanza pubblica 2010-2012. 7

PARTE II – Il disegno di legge di bilancio

1. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente. 17

§      1.1 La struttura del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2010  17

§      1.2 Le rimodulazioni effettuate sulle spese predeterminate per legge. 21

§      1.3 Il quadro generale riassuntivo. 23

§      1.4 Le variazioni rispetto alle previsioni 2009. 24

-       Analisi delle spese di parte corrente. 25

-       Analisi delle spese in conto capitale. 26

-       Analisi delle entrate. 29

§      1.5 Analisi delle spese finali per Missioni30

2. Stato di previsione dell’entrata - Tabella 1. 32

Sintesi del quadro generale.. 32

§      2.1 La struttura del bilancio. 32

§      2.2 L’andamento delle entrate nel periodo 1° gennaio – 30 settembre 2009. 33

-       Entrate tributarie erariali34

-       Entrate tributarie degli enti territoriali36

§      2.3 Le previsioni di competenza 2010. 37

-       Le entrate tributarie. 38

-       Le entrate extratributarie. 39

-       Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti.39

-       Accensione di prestiti39

-       Riepilogo e confronti40

-       Disegno di legge finanziaria per il 2010. 41


3. Lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze – Tabella 2: aspetti di competenza della VI Commissione Finanze. 42

§      3.1 Il bilancio a legislazione vigente per il 2010. 42

§      3.2 La Guardia di finanza. 46

§      3.3 Gli stanziamenti pluriennali 2010-2012. 47

§      3.4 La tabella C del disegno di legge finanziaria 2009 (A.C. 2936)49

4. Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato. 50

5. L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato:  Tavole allegate. 52

PARTE III – Il disegno di legge finanziaria per il 2010

§      Articolo 2, commi 7 e 8 (Agevolazioni per ristrutturazioni edilizie)59

§      Articolo 2, comma 22 (Esenzione fiscale per le vittime del terrorismo)62

§      Articolo 2, comma 33 (Finanziamento in favore dei consorzi di confidi)63

§      Articolo 2, comma 35 (Proroga di disposizioni concernenti l'assegnazione diretta alle province dell'addizionale sul consumo di energia elettrica)65

§      Articolo 2, comma 36 (Differimento del termine per l'alienazione delle partecipazioni eccedenti detenute in banche popolari)68

§      Articolo 2, comma 42 (Estensione alla Guardia di finanza delle attività negoziali della Difesa)70

§      Articolo 2, comma 51 (Contributo orfani vittime terrorismo e stragi)72

§      Articolo 2, comma 54 (Modifica alle disposizioni in materia di biodiesel e alcuni prodotti derivati dalla biomassa)75


PARTE I
La manovra finanziaria

 


1. Il quadro macroeconomico e gli obiettivi di
finanza pubblica 2010

Il disegno di legge finanziaria per il 2010 (A.C. 2936) si inserisce nell’ambito degli indirizzi indicati con le risoluzioni parlamentari di approvazione del DPEF 2010-2013 dello scorso luglio, tenendo conto della revisione del quadro macroeconomico e di finanza pubblica effettuata con la Nota di aggiornamento al medesimo Documento, presentata contestualmente ai disegni di legge finanziaria e di bilancio.

Il quadro macroeconomico

La Nota di aggiornamento al DPEF 2010-2013 ha rivisto le stime di crescita per l’anno in corso e per il 2010, in considerazione dei primi segnali di ripresa che si sono manifestati a livello internazionale, nei mesi estivi, dopo la grave crisi economica e finanziaria che si è manifestata a partire dal 2008.

Il miglioramento della congiuntura economica internazionale ha consentito di delineare uno scenario lievemente più favorevole per l’Italia rispetto a quello delineato nel DPEF di luglio per il biennio 2009-2010.

In particolare, per il 2009 la variazione del PIL presenta un miglioramento di 0,4 punti percentuali rispetto a quanto inizialmente previsto; la contrazione del PIL si attesterebbe infatti a -4,8 per cento, rispetto al -5,2 per cento stimato nel DPEF, in linea con i risultati, lievemente superiori alle attese, del secondo trimestre 2009[1],.

Per il 2010, la Nota prevede una crescita più sostenuta dell’economia italiana, pari allo 0,7 per cento, di circa 0,2 punti percentuali superiore rispetto alle indicazioni fornite a luglio.

Restano invariate le stime di crescita per il periodo successivo, fissate dal DPEF di luglio in media al 2 per cento: tale previsione si situa, peraltro, all’interno di una elevata incertezza circa la solidità e l’intensità della ripresa economica mondiale.

La revisione in aumento delle stime di crescita è in larga parte ascrivibile alla minore contrazione dei consumi nel 2009 e ad una maggiore crescita degli stessi nel 2010, nonché ad miglior andamento per il medesimo anno degli investimenti, come si evince dai dati contenuti nella Relazione previsionale e programmatica 2010 (RPP), cui la Nota rinvia, esposti nella seguente tabella.

 


 

(var. %)

RPP 2010 (sett. 2009)

2009

2010

2011

2012

2013

PIL

-4,8

0,7

2,0

2,0

2,0

Importazioni

-16,1

0,9

3,6

4,1

4,3

Consumi nazionali

-1,1

0,4

1,7

1,9

1,8

Investim. fissi lordi

-11,7

1,7

2,4

2,4

2,5

Esportazioni

-19,9

1,2

4,2

4,1

4,3

La revisione delle stime del Governo in ordine al quadro macroeconomico degli anni 2009 e 2010 è confermata dalle ultime previsioni della Commissione europea, formulate alla fine del mese di ottobre, le quali, rispetto all’Interim forecast dello scorso settembre, hanno anche rivisto al rialzo il dato del PIL 2009 di 3 decimi di punto (-4,7% anziché -5%). Secondo le stima della Commissione UE, anche nel 2010 dovrebbe registrarsi un ritorno alla crescita economica - pari allo 0,7% del Pil, come indicato nella Nota – alimentata da alcuni fattori quali la riduzione dei risparmi precauzionali delle famiglie, il recupero dei consumi, anche in virtù dei moderati andamenti inflazionistici, gli effetti delle misure di detassazione degli investimenti ed altri. Nel 2011 la stima della Commissione relativa al Pil è più bassa rispetto a quella della Nota (1,4% anziché 2%), pur confermando il trend in aumento, seppure moderato, della crescita, come evidenzia la tabella che segue

 

(European economic forecast - Autumn 2009)

(var.%)

2009

2010

2011

PIL

-4,7

0,7

1,4

 

Gli obiettivi di finanza pubblica

Il conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche per il periodo 2009-2013 è stato rivisto dalla Nota di aggiornamento del DPEF tenendo conto di una serie di fattori, quali: la revisione delle prospettive di crescita dell’economia italiana, che vede una minore contrazione nel 2009 e una ripresa lievemente più sostenuta nel 2010; l’aggiornamento del conto delle PA in base all’attività di monitoraggio; le modifiche alla manovra di cui al decreto legge 78/2009, introdotte in sede di conversione, e le variazioni alla curva dei tassi di interesse.

Tali fattori, che comportano una ricomposizione all’interno degli aggregati di entrata e di spesa, hanno inciso solo lievemente sull’ indebitamento netto.

La Nota ne conferma, quindi, per il 2009 ed il 2010 il valore tendenziale indicato dal Documento di programmazione (rispettivamente, 5,3 e 5 per cento del PIL).

Nel periodo successivo prosegue la riduzione del saldo (4,3 per cento del PIL nel 2011, 3,9 per cento nel 2012 e 3,5 per cento nel 2013), evidenziando un miglioramento, rispetto alle precedenti stime, pari allo 0,1 di PIL nel 2011, e allo 0,2 nel biennio successivo. Su tale evoluzione tendenziale incide una dinamica più favorevole della spesa per interessi, che più che compensa il peggioramento atteso del saldo primario.

In tale quadro, la Nota conferma la linea di intervento già delineata nel DPEF ed attuata con il decreto legge n. 78/2009[2], volta a consolidare i conti pubblici negli anni 2009 e 2010 e a disporre un’azione correttiva che esplica i suoi effetti a partire dal 2011, in concomitanza con il previsto miglioramento delle prospettive di crescita.

La manovra correttiva resta confermata nell’entità indicata dal DPEF, risultando pari all’1,2 per cento del PIL nel triennio 2011-2013, di cui lo 0,4 per cento nel 2011.

Per l’anno in corso e per il 2010 il quadro programmatico di finanza pubblica coincide pertanto con quello tendenziale, mentre un primo miglioramento dei saldi (e del debito) si registra nel 2011 e prosegue negli anni successivi, come risulta dalla tabella che segue.

Quadro programmatico (%Pil)

 

2009

2010

2011

2012

2013

Saldo primario

-0,5

0,0

1,3

2,7

3,4

Interessi

4,8

4,9

5,2

5,5

5,6

Indebitamento netto

-5,3

-5,0

-3,9

-2,7

-2,2

Debito

115,1

117,3

116,9

115,1

112,7

Quadro tendenziale (%Pil)

 

2009

2010

2011

2012

2013

Saldo primario

-0,5

0,0

0,4

1,9

1,2

Interessi

4,8

4,9

5,3

5,5

5,7

Indebitamento netto

-5,3

-5,0

-4,3

-3,9

-3,5

Debito

115,1

117,3

117,3

116,8

115,5

 

Per quanto concerne il debito, dopo aver raggiunto un livello massimo pari al 117,3 per cento del PIL nel 2010, è previsto in progressiva diminuzione fino al 112,7 per cento nel 2013.

La Commissione europea delinea un quadro previsionale peggiorativo rispetto a quello indicato nella Nota di aggiornamento, con riferimento all’indebitamento netto, che è previsto mantenersi su un livello pressoché costante - intorno al -5,3 per cento - nel triennio 2009-2011, per ragioni riconducibili prevalentemente agli andamenti della spesa primaria.

La Commissione fa riferimento, segnatamente, alla spesa pubblica per consumi intermedi, prevista in crescita nonostante le misure di bilancio adottate per contenerla; al quella per il rinnovo dei contratti pubblici, determinata sulla base di tassi più elevati rispetto all’inflazione, nonché alla dinamica dei trasferimenti alle famiglie, piuttosto accentuata nel 2009.

Con riferimento al debito la Commissione prevede invece che esso si attesti, negli anni 2009 e 2010, su valori più bassi di quelli previsti nella Nota, mentre risulterebbero valori più elevati nell’ultimo anno del periodo previsionale, ossia a il 2011.

 

(European economic forecast - Autumn 2009)

 

2009

2010

2011

 

Indebitamento netto

-5,3

-5,3

-5,1

Debito

114,6

116,7

117,8

 

In relazione alle previsioni formulate dalla Commissione, occorre precisare come le stesse siano predisposte secondo il criterio delle “politiche invariate”, vale a dire considerando, oltre al quadro finanziario determinato dalla legislazione vigente, anche gli impegni e le necessità di spesa che, seppur non ancora previsti normativamente, è presumibile che vengano riproposti, vincolando comunque il legislatore. Tale criterio non coincide, pur approssimandolo, con il quadro programmatico, non potendo, a differenza di quest’ultimo, scontare ulteriori interventi di manovra.


2. La manovra di finanza pubblica 2010-2012

Analogamente a quanto avvenuto lo scorso anno, la manovra finanziaria per il triennio 2010-2012, nella sua articolazione complessiva, è stata anticipata dal Governo lo scorso luglio con il decreto legge n. 78 del 2009 - convertito con modificazioni dalla legge n. 102 del 2009 - recante una serie di misure volte a contrastare gli effetti avversi della crisi economica, salvaguardando nel contempo l'equilibrio dei conti pubblici.

Il decreto, adottato prima della pausa estiva dei lavori contestualmente alla presentazione del DPEF, ha sostanzialmente operato un aggiornamento del piano di stabilizzazione della finanza pubblica per il triennio 2009-2011 delineato con il decreto-legge n. 112 del 2008, al fine di consolidare l’evoluzione attesa dei conti pubblici per gli anni 2009-2010, senza introdurre interventi espansivi che avrebbero gravato sugli equilibri di finanza pubblica.

Gli interventi disposti, indirizzati al sostegno delle famiglie, delle imprese nonché al finanziamento di azioni per il rilancio delle infrastrutture e dello sviluppo, hanno trovato infatti copertura nello stesso decreto, principalmente attraverso il contrasto dell'evasione fiscale, interventi di razionalizzazione della spesa farmaceutica e misure in materia di pensionamento.

Le misure correttive degli andamenti tendenziali dei conti pubblici sono state invece previste a partire dall’esercizio 2011, nel corso del quale, con l’esaurirsi del ciclo recessivo e l’inizio di una fase espansiva, dovrebbe registrarsi un più stabile miglioramento del quadro macro economico.

Nel complesso, il decreto ha reperito risorse per un importo pari, nel quadriennio 2009 – 2012, a circa 17 miliardi di euro, di cui circa 10,6 miliardi di maggiori entrate e 6 miliardi di minori spese. Tali risorse sono state impiegate per finanziare, rispettivamente, circa 11 miliardi di maggiori spese e circa 5,7 miliardi di minori entrate.

Il provvedimento - successivamente modificato, peraltro, dal decreto-legge n. 103 del 3 agosto 2009 - ha in particolare introdotto misure di contrasto all’evasione ed all’elusione fiscale, i cui proventi – pari a 200 milioni di euro nel 2010 e di ammontare più significativo negli anni successivi, con importi che a partire dal 2012 si situano annualmente tra 1,5 e 2 miliardi di euro - sono stati destinati alla manovra per gli anni 2010 e seguenti.

A tali importi si dovrebbero aggiungere le ulteriori entrate, al momento non quantificabili, derivanti dalle misure per il rimpatrio delle attività detenute all’estero (c.d. “scudo fiscale”), anche esse contenute nel decreto legge n. 78/09. Tali risorse – che dovrebbero pervenire dal pagamento di una imposta straordinaria corrispondente al 5 per cento delle attività regolarizzate o rimpatriate, da versare entro 15 dicembre dell'anno in corso – sono destinate ad essere accantonate in una contabilità speciale, per venire poi utilizzate nell'ambito della manovra per gli anni 2010 e seguenti[3].

A tale ultimo proposito, occorre segnalare che il Consiglio dei Ministri ha approvato, in data 12 novembre 2009, un decreto-legge – che alla data di redazione del presente dossier non risulta ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale[4] - recante disposizioni in materia di riduzione degli acconti di imposta dovuti dai contribuenti entro il prossimo 30 novembre. L’intervento – da cui dovrebbe discendere, in particolare, una riduzione dal 99 per cento al 79 per cento dell’acconto complessivo IRPEF - comporta, in sostanza il differimento del pagamento al momento del saldo delle imposte dovute, ossia nel 2010.

Sul piano della finanza pubblica, alle minori entrate previste nel 2009 (quantificate in 3.716 milioni di euro) si dovrebbe fa fronte utilizzando “quota parte” del gettito atteso, entro il prossimo 15 dicembre, dalle operazioni di rimpatrio e regolarizzazione dei capitali connesse allo “scudo fiscale”. Tale gettito, pertanto, manterrebbe la destinazione originaria alla manovra 2010 solo per la parte residua. Per quanto concerne, invece, il gettito d’imposta differito al 2010, si prevede che esso sia destinato ad incrementare la dotazione del fondo di cui all’articolo 7-quinquies, comma 1, del D.L. n. 5 del 2009, finalizzato ad “assicurare il finanziamento di interventi urgenti e indifferibili, con particolare riguardo ai settori dell’istruzione e agli interventi organizzativi connessi ad eventi celebrativi”.

In continuità con la manovra adottata lo scorso anno, anche gli interventi di politica economica per il prossimo triennio si sono ispirati ad una logica di prudenza fiscale, in base alla quale l’intento di contrastare gli effetti negativi della crisi economica senza determinare un peggioramento della situazione dei conti pubblici è stato perseguito attraverso la definizione di misure di sostegno articolate in modo da determinare un impatto quanto più possibile neutrale sulla finanza pubblica.

Nell’ambito di tale linea d’indirizzo il disegno di legge finanziaria per il 2010 vede confermata l’impostazione semplificata già adottata nella manovra dello scorso anno, sia in quanto a contenuto normativo, sia in termini di effetti sui saldi di finanza pubblica.

Anche per il 2010, il Governo ha, infatti, presentato in prima lettura al Senato una finanziaria “snella”, articolata in soli tre articoli, che si limitano a fissare gli obiettivi dei saldi di bilancio (livello massimo del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario), a introdurre un numero limitato di misure, tra le quali la quantificazione delle risorse da destinare ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego e la proroga di norme di carattere tributario recanti regimi agevolati, nonché a stabilire l’importo da iscrivere nelle tabelle allegate.

Tale limitazione del contenuto del disegno di legge finanziaria discende da quanto disposto inizialmente per il solo esercizio finanziario 2009 dall’articolo 1, comma 1-bis, del decreto legge n. 112/08 e riproposto, per l'esercizio 2010, dall'articolo 23, comma 21-ter del decreto legge n. 78/2009. Per effetto di tali disposizioni, in deroga alle disposizioni della legge di contabilità generale in materia di contenuto della legge finanziaria (articolo 11 della legge n. 468/1978), viene stabilito che in via sperimentale la legge finanziaria per l’anno 2009 e per l'anno 2010 possa contenere esclusivamente disposizioni strettamente attinenti al suo contenuto tipico, con l’esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico.

A tale ridimensionamento del contenuto proprio della legge finanziaria corrisponde peraltro una valorizzazione del contenuto decisionale del bilancio dello Stato, stante la possibilità - prevista anch’essa in via sperimentale per il solo esercizio 2009 dall’articolo 60, comma 3, del decreto legge n. 112/08 e riproposta per il 2010 dall'articolo 23, comma 21-quater, del decreto legge n. 78/09 - di rimodulare nella legge di bilancio tra i programmi le dotazioni finanziarie di ciascuna missione, ivi incluse le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa.

La conferma, da parte del Governo, di predisporre per il 2010 - analogamente a quanto accaduto per l'esercizio finanziario 2009 - un disegno di legge finanziaria snello, risulta in linea, peraltro, con quello che potrebbe essere in futuro il contenuto della "legge di stabilità", strumento destinato a sostituire l'attuale legge finanziaria secondo quanto previsto dal progetto di riforma della legge di contabilità nazionale, recentemente approvato dalla Camera dei Deputati in seconda lettura (A.C. 2555) ed attualmente all’esame del Senato.

Per quanto concerne gli effetti sui saldi di finanza pubblica, il disegno di legge finanziaria non comporta effetti correttivi di rilievo in termini di indebitamento netto del conto economico delle amministrazioni pubbliche, la cui incidenza sul PIL rimane pertanto fissata per il triennio 2010-2012 nei valori indicati dalla nota di aggiornamento al DPEF.

Analogamente, gli interventi introdotti dal disegno di legge incidono marginalmente sul fabbisogno del settore statale, mentre variazioni in aumento nel triennio 2010-2012sono previste in termini di saldo netto da finanziare.

Le tabelle seguenti riepilogano gli effetti complessivi del disegno di legge in termini di saldo netto da finanziare, fabbisogno e indebitamento netto per il triennio 2010-2012, disaggregandoli in termini di variazione netta delle entrate (composta dal saldo delle minori e maggiori entrate) e delle spese (anch'esse espresse come saldo delle maggiori e minori spese).


 

SALDO NETTO DA FINANZIARE
(mln euro)

 

2010

2011

2012

Minori entrate

0,2

0,2

406,7

Maggiori entrate

157,9

0,1

0,1

Totale entrate

157,7

-0,1

-406,6

Maggiori spese (articolato)

659

495,8

500,8

Maggiori spese (tabelle)

1277,4

5239,9

3309

Minori Spese

478,9

479,7

481,7

Totale spese

1.457,50

5.256,00

3.328,10

TOTALE GENERALE

1.299,80

5.256,10

3.734,70

 

 

INDEBITAMENTO NETTO P.A. E FABBISOGNO
(mln euro)

 

2010

2011

2012

Minori entrate

0,2

0,2

406,7

Maggiori entrate

157,9

0,1

0,1

Totale entrate

157,7

-0,1

-406,6

Maggiori spese (articolato)

236,7

73,5

78,5

Minori spese (tabelle)

57,9

17,2

427,1

Minori Spese

105,1

105,9

107,9

Totale spese

73,70

-49,60

-456,50

TOTALE GENERALE

-84,00

-49,50

-49,90

 

Nel complesso, gli effetti derivanti dall’articolato e dalla tabelle del disegno di legge comportano un peggioramento del saldo netto da finanziare pari a circa 1,3 miliardi di euro nel 2010, 5,25 miliardi nel 2011 e 3,7 miliardi alla fine del triennio.

 

Tale risultato è in linea con il livello massimo del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, fissato per l’esercizio 2010 – ai sensi dell’articolo 1 del disegno di legge - in 63.000 milioni di euro, al netto di 4.684 milioni di euro per regolazioni debitorie[5].

Il bilancio a legislazione vigente per il 2010 (A.C. 2937 ), espone, infatti, in termini di competenza e al netto delle regolazioni debitorie e contabili, un saldo netto da finanziare per il 2010 pari a 61.118 milioni di euro. Secondo quanto riportato nell’allegato 8 al disegno di legge finanziaria - che espone gli effetti del disegno di legge finanziaria medesimo sul bilancio - il valore effettivo del saldo netto da finanziare per il 2010, come rideterminato per effetto del disegno di legge finanziaria medesimo, come approvato dal Senato, risulterebbe pari a 62.418 milioni di euro, al di sotto pertanto del livello massimo il livello massimo fissato dal comma 1 in esame.

 

Per quanto concerne la composizione della manovra lorda, il disegno di legge reca nuove o maggiori spese – quasi tutte di parte corrente – per un ammontare pari a circa 1,9 miliardi di euro per il 2010, 5,7 miliardi nel 2011 e 3,8 miliardi per il 2012, cui si aggiungono 0,4 miliardi di euro di minori entrate per il solo esercizio 2012.

A tali impieghi si fa parzialmente fronte mediante una riduzione delle spese pari a circa 0,48 miliardi di euro per ciascuno degli anni del triennio, cui si aggiungono circa 0,16 miliardi di euro di maggiori entrate per l’anno 2010.

Si segnala, infine, che ai sensi dell’articolo 1, comma 4, del disegno di legge le eventuali maggiori disponibilità di finanza pubblica che dovessero determinarsi nel 2010 rispetto alle previsioni del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013 vengono destinate a fronteggiare la diminuzione della domanda interna mediante la riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie con figli e dei percettori di reddito medio-basso, con una specifica priorità per i lavoratori dipendenti e pensionati.

 

Si ricorda, infine, che assieme agli interventi contenuti nel citato decreto legge n. 78/09 e ai disegni di legge finanziaria e di bilancio, nonché al disegno di legge recante il bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012, concorrono alla composizione della manovra di finanza pubblica, i seguenti provvedimenti collegati elencati nella Nota di aggiornamento al DPEF:

§      A.S. 1167 "Delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali" già indicato lo scorso anno (approvato dalla Camera e in corso di esame presso il Senato;

§      "Disposizioni in materia di organi e funzioni degli enti locali, semplificazione e razionalizzazione dell'ordinamento e carta delle autonomie locali" (approvato dal Consiglio dei Ministri in data 17 settembre 2009, non ancora trasmesso in Parlamento - in attesa della definizione dell'esame da parte della Conferenza unificata);

§      "Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche" (approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 novembre 2009, ma non ancora presentato in Parlamento).

 

 

La disciplina contabile transitoria per l’esercizio finanziario 2010

L'articolo 23, commi 21-ter e 21-quater, del decreto legge 1 luglio 2009, n. 78, recante "Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini" ha esteso all’esercizio finanziario 2010 la disciplina contabile sperimentale inerente i limiti di contenuto del disegno di legge finanziaria e la flessibilità del bilancio, introdotta, per il solo esercizio finanziario 2009, dall’articolo 1, comma 1-bis e dall’articolo 60 comma 3, del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008.

Per effetto di tale intervento:

§      il disegno di legge finanziaria per l'anno 2010 potrà contenere “esclusivamente disposizioni strettamente attinenti al suo contenuto tipico con l'esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico”. La disposizione di cui al citato articolo 1, comma 1-bis del decreto legge n. 112/2008 – la cui applicazione è oggetto di estensione all’esercizio 2010 - opera una deroga alle disposizioni generali di contabilità recanti la disciplina del contenuto della legge finanziaria (articolo 11, legge n. 468/1978). Ad eccezione dell’esclusione relativa agli intereventi di carattere localistico o micro settoriale, già prevista ai sensi del citato art. 11, comma 3, lett. i-ter, della legge di contabilità generale n. 468/1978, il citato comma 1-bis vieta tout court sia la previsione di disposizioni di carattere ordinamentale - che la lettera i-bis del citato comma 3 consente qualora le stesse si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi – sia le norme finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, che il comma 17 dell'art. 2 della legge di riforma n. 208/1999 aveva invece consentito con la sola esclusione degli intereventi di carattere localistico o micro settoriale;

§      si estende all’esercizio finanziario 2010 la disciplina, introdotta in via sperimentale per il 2009, che consente di apportare, nella legge di bilancio, rimodulazione delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa tra i relativi programmi. L’articolo 60 del citato decreto legge n. 112/2008, ha previsto, al comma 1, una riduzione lineare, per il triennio 2009-2011, delle dotazioni finanziarie a legislazione vigente delle missioni di spesa dei Ministeri, ivi comprese le spese predeterminate con legge, ma con l’esclusione si talune voci di spesa, indicate dal comma 2, essenzialmente di carattere obbligatorio. A fronte di tale taglio trasversale delle dotazioni assegnate a ciascun Ministero alle singole Amministrazioni lo stesso articolo 60 ha concesso un più ampio margine di flessibilità sia nel processo di allocazione delle risorse tra i programmi di spesa nella fase di formazione del bilancio, sia nella fase di gestione delle medesime risorse in corso d’anno (con il disegno di legge di assestamento). In particolare, il comma 3 dell’articolo 60 ha introdotto la possibilità di apportare, nella legge di bilancio, rimodulazioni delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa tra i relativi programmi, fatta eccezione per le spese di natura obbligatoria, in annualità e a pagamento differito, ivi comprese le spese predeterminate per legge. Le rimodulazioni devono avvenire nel rispetto dell’invarianza dei saldi di finanza pubblica e dell’obiettivo di un consolidamento della riclassificazione del bilancio per missioni/programmi. La rimodulazione tra spese di funzionamento e spese per interventi è consentita nel limite massimo del 10 per cento delle risorse stanziate per gli interventi stessi. Rimane precluso - in quanto intervento dequalificativo della spesa - l’utilizzo degli stanziamenti in conto capitale per finanziare spese correnti. Il comma mantiene inoltre fermo quanto previsto in materia di flessibilità con la legge annuale di bilancio.

 

 


PARTE II
Il disegno di legge di bilancio


1. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente

1.1 La struttura del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2010

Il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2010 e per il triennio 2010-2012 è impostato secondo la struttura contabile per Missioni e Programmi, volta a privilegiare il contenuto funzionale della spesa, introdotta con la legge di bilancio per il 2008.

In particolare, la riorganizzazione operata si fonda su una classificazione delle risorse finanziarie secondo due livelli di aggregazione: 34 missioni, che rappresentano le funzioni principali della spesa pubblica e ne delineano gli obiettivi strategici, a loro volta articolate, nella legge di bilancio 2010, in 162 programmi, che rappresentano aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo ministero.

 

Come già per il 2009, sul processo di formazione del disegno di legge di bilancio per il 2010 ha inciso la disciplina introdotta dall’articolo 60, comma 3, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (legge n. 133/2008)che, originariamente prevista, in via sperimentale, per il solo anno 2009, è stata estesa all’anno 2010 dall’articolo 23, comma 21-quater, del decreto legge 1 luglio 2009, n. 78 (legge n. 102/2009).

L’articolo 60, comma 3, del D.L. n. 112 ha introdotto - in connessione con la sensibile riduzione delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di competenza dei vari Ministeri per gli anni 2009, 2010 e 2011, disposta ai sensi del comma 1 – alcuni criteri specifici di flessibilità per quanto concerne la determinazione degli stanziamenti di spesa del bilancio dello Stato, inclusi quelli predeterminati per legge, da iscrivere a legislazione vigente per il 2009 e per il 2010.

 

Come riportato nella Relazione illustrativa al disegno di legge, “nella fase di formazione del disegno di legge di bilancio per il 2010 è stata concessa ai Ministeri la facoltà di riallocare le risorse stesse verso altre forme di impiego ritenute prioritarie o più produttive, attraverso la loro rimodulazione tra Programmi che realizzano la stessa Missione di spesa”.

La Relazione illustrativa richiama, al riguardo, la Circolare del Ministero dell’economia del 5 giugno 2009, n. 21 relativa ai criteri per la determinazione delle previsioni di bilancio per l’anno 2010 e per il triennio 2010-2012, nella quale si afferma che a seguito del taglio disposto dal D.L. n. 112/2008, ciascun Ministero dispone, per l’anno 2010, di un plafond di risorse rimodulabili - aggiornato sulla base di quanto previsto da disposizioni legislative intervenute - che possono essere ripartite tra i programmi di spesa che compongono una missione, secondo i criteri dettati dall’articolo 60, comma 3, del D.L. n. 112, e di un plafond non rimodulabile, da collegarsi alle spese escluse dal taglio. La rimodulabilità delle risorse “R” iscritte nel disegno di legge di bilancio 2010 afferisce, dunque, a risorse relative a voci, anche predeterminate per legge, sulle quali è stato operato un taglio, ai sensi del combinato disposto dei commi 1 e 2 dell’articolo 60 del D.L. n. 112 e che pertanto, essendo state ridotte, possono essere riallocate in modo più funzionale, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 60.

 

Si ricorda che le riduzioni disposte dall’articolo 60, comma 1, del D.L. n. 112/2008 hanno riguardato le dotazioni finanziarie a legislazione vigente per il triennio 2009-2011 delle missioni di spesa di competenza dei vari Ministeri, incluse le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa. Dalla riduzione sono state escluse, ai sensi del comma 2, alcune voci, riferibili, in sostanza, alle spese di carattere obbligatorio o aventi natura obbligatoria: stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; spese per interessi; poste correttive e compensative delle entrate; trasferimenti a enti territoriali aventi natura obbligatoria; fondo ordinario delle università; le risorse destinate alla ricerca; le risorse destinate al finanziamento del 5 per mille IRPEF; le risorse derivanti da accordi internazionali.

Il totale delle riduzioni operate alle dotazioni del bilancio a legislazione vigente è stata pari, nel 2009, ad oltre 8 miliardidi euro, di cui la parte preponderante, oltre 6 miliardi, su spese predeterminate per legge. La riduzione delle risorse a legislazione vigente del bilancio dello Stato raggiunge l’entità di 9 miliardi nel 2010, di cui 6,7 miliardi relativi a spese predeterminate per legge, e aumenta fino a oltre 15 miliardi di euro per il 2011, di cui 11,8 miliardi relativi a spese da fattore legislativo.

Le riduzioni per gli anni 2009-2011 sono risultate così distribuite per ciascun Ministero:

(milioni di euro)

 

2009

2010

2011

Ministero

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

economia e finanze

2.995,8

2.570,4

3.307,0

2.796,8

5.895,1

4986,0

sviluppo economico

2.247,8

2.235,5

2.459,0

2.444,4

4.310,8

4.286,0

lavoro

220,0

187,6

261,1

222,5

452,5

385,6

giustizia

218,6

1,6

262,1

3,2

454,2

5,5

esteri

202,4

153,4

225,4

167,0

388,0

286,5

istruzione

447,0

214,4

456,4

200,2

790,1

346,4

interno

413,7

78,4

462,2

55,2

799,0

95,6

ambiente

249,7

241,3

166,2

156,3

261,9

244,5

infrastrutture

519,6

405,3

463,0

332,9

770,4

544,7

difesa

503,7

158,0

478,1

59,0

834,5

101,7

politiche agricole

180,0

137,0

137,4

88,4

220,2

135,2

beni culturali

236,7

216,8

251,3

227,1

434,6

392,5

totale

8.435

6.599,7

8.929,2

6.753

15.611,3

11.810,2

 

Nel disegno di legge di bilancio per il 2010 è esposta, nella Tabella 13, l’analisi delle dotazioni finanziarie per missioni che evidenzia la quota di spesa “rimodulabile” e quella “non rimodulabile” di ciascuna missione, ai sensi dell’articolo 60, commi 2 e 3, del D.L. n. 112/2008.

La Tabella evidenzia come l’entità delle spese “rimodulabili” rappresenti circa il 4 per cento della spesa finale del bilancio dello Stato.

Nell’ambito di questa percentuale, risulta rimodulabile una quota pari al 33 per cento delle spese in conto capitale, a fronte di una quota pari al 2 per cento delle spese correnti.

Gli stanziamenti rimodulabili sono individuati nell’allegato tecnico per capitoli contenuto nelle tabelle relative a ciascuno stato di previsione della spesa mediante l’apposizione della lettera “R” sotto la denominazione dei capitoli.

 

Missioni

 

BLV 2010

NON rimodulab.

Rimodul.

%
non R

%
R

1 - Organi costituzionali

C

3.161

2.990

171

95

5

K

0

0

0

 

 

2 - Amministrazione generale territorio

C

463

434

29

94

6

K

2

0

2

0

100

3 - Relazioni autonomie territoriali

C

110.919

110.905

14

100

0

K

4.071

4.030

41

99

1

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

C

19.553

19.034

520

97

3

K

5.682

5.680

2

100

0

5 - Difesa e sicurezza del territorio

C

16.491

15.717

774

95

5

K

2.084

2.050

34

98

2

6 – Giustizia

C

7.004

6.608

397

94

6

K

268

0

268

0

100

7 - Ordine pubblico e sicurezza

C

10.107

9.197

910

91

9

K

322

221

101

69

31

8 - Soccorso civile

C

1.879

1.669

210

89

11

K

2.261

1.527

634

72

28

9 - Agricoltura e pesca

C

621

552

69

89

11

K

264

129

135

49

51

10 - Energia e fonti energetiche

C

8

7

1

93

7

K

0

0

0

 

 

11 – Competitività e sviluppo imprese

C

300

213

87

71

29

K

4.375

3.170

1.205

72

28

12 - Regolazione dei mercati

C

27

9

19

31

69

K

2

2

0

100

0

13 - Diritto alla mobilità

C

2.709

2.622

87

97

3

K

4.681

2.273

2.408

49

51

14 – Infrastrutture pubbliche e logistica

C

99

83

16

84

16

K

4.751

2.398

2.353

50

50

15 – Comunicazioni

C

977

559

418

57

43

K

195

171

24

88

12

16 - Commercio internazionale

C

176

95

81

54

46

K

13

0

13

0

100

17 - Ricerca ed innovazione

C

955

892

63

93

7

K

2.526

2.514

12

100

0

18 - Sviluppo sostenibile e tutela del territorio

C

478

338

140

71

29

K

419

120

299

29

71

19 - Casa e assetto urbanistico

C

316

172

144

54

46

K

394

393

1

100

0

20 - Tutela della salute

C

780

674

106

86

14

K

0

0

0

 

 

21 - Tutela beni culturali

C

1.076

624

452

58

42

K

282

74

208

26

74

22 - Istruzione scolastica

C

44.156

43.387

818

98

2

K

22

0

22

0

100

23 - Istruzione universitaria

C

7.785

7.479

306

96

4

K

117

109

8

93

7

24 - Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

C

25.084

24.870

214

99

1

K

70

50

20

72

28

25 - Politiche previdenziali

C

76.870

76.869

1

100

0

K

0

0

0

 

 

26 - Politiche per il lavoro

C

1.737

1.675

62

96

4

K

992

918

73

93

7

27 – Immigrazione

C

1.445

1.292

153

89

11

K

130

0

130

0

100

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

C

51

40

10

79

21

K

6.013

2

6.011

0

100

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

C

63.127

62.480

647

99

1

K

412

323

89

78

22

30 - Giovani e sport

C

568

470

98

83

17

K

221

155

66

70

30

31 – Turismo

C

76

0

76

0

100

K

0

0

0

 

 

32 - Servizi generali amministrazioni

C

1.625

1.182

443

73

27

K

143

55

88

39

61

33 - Fondi da ripartire

C

10.636

9.217

1.419

87

13

K

2.584

2.501

83

97

3

34 - Debito pubblico (*)

C

79.569

79.569

0

100

0

Totale spese correnti

C

490.827

481.871

8.956

98

2

Totale spese conto capitale

K

43.297

28.966

14.331

67

33

Totale Spese Finali

 

534.124

510.837

23.286

96

4

(*)    La Missione “Debito pubblico” rappresenta il valore cumulato del debito lordo consolidato dello Stato. Il dato indicato nella tabella si riferisce invece alla spesa per interessi, ossia alla Missione al netto dei rimborsi del debito statale.


1.2 Le rimodulazioni effettuate sulle spese predeterminate per legge

Ai sensi dell’articolo 60, comma 3, le rimodulazioni tra i programmi delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa, riguardano anche le spese predeterminate per legge, con la sola eccezione delle spese di natura obbligatoria, in annualità e a pagamento differito.

Le rimodulazioni che possono essere proposte nel disegno di legge di bilancio soggiacciono peraltro ad alcuni limiti, quali:

§      il rispetto dell’invarianza dei saldi di finanza pubblica;

§      il limite massimo del 10% delle risorse stanziate per il macroaggregato “Interventi” per le rimodulazioni tra queste ultime e le risorse del macroaggregato “funzionamento”;

§      il divieto di utilizzo degli stanziamenti in conto capitale per finanziare spese correnti, in quanto intervento di dequalificazione della spesa.

 

In ragione della possibilità di incidere, con le rimodulazioni presentate a bilancio, sulla legislazione sostanziale di spesa, in apposito allegato a ciascuno stato di previsione della spesa del disegno di legge di bilanciosono esposte le autorizzazioni legislative di spesa ed i relativi importi da utilizzare per ciascun programma che possono essere oggetto di rimodulazione, con indicazione delle rimodulazioni effettuate per il triennio dalle Amministrazioni.

 

Nel disegno di legge di bilancio per il 2010 (A.S. 1791), come già lo scorso anno, è presente, in allegato a ciascuno stato di previsione, un apposito prospetto, l’Allegato 2Prospetto delle autorizzazioni di spesa per programmi”, che espone le autorizzazioni di spesa relative a ciascun Ministero rientranti nella componente rimodulabile del bilancio.

In particolare, nell’Allegato 2 è indicato, con riferimento a ciascuna autorizzazione legislativa, l’importo a legislazione vigente, l’eventuale variazione operata mediante rimodulazione per ciascun anno del triennio 2010-2012 e il conseguente importo iscritto nel disegno di legge di bilancio.

I prospetti seguono l’impostazione già adottata lo scorso anno. Le voci incluse sembrano corrispondere, infatti, per la quasi totalità, a quelle incluse nell’allegato 2 del disegno di legge di bilancio dello scorso anno, eventualmente aggiornato con le disposizioni legislative approvate nel 2009, come precisato nella circolare n. 21/2009, le cui risorse sono iscritte in bilancio in programmi/capitoli già inclusi nella rimodulabilità lo scorso anno[6].

Vi sono, tuttavia, casi di programmi le cui autorizzazioni legislative di spesa sottese, considerate come rimodulabili per l’anno 2009, non trovano invece più inclusione nell’allegato 2 del bilancio di previsione per il 2010 (è questo, ad esempio, il caso dei fattori legislativi di cui ai programmi 4 e 5 della Missione “Diritto alla mobilità” del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti).

In merito alla composizione dell’Allegato 2, va, in ultimo, considerato che, in virtù della ristrutturazione subita da taluni programmi di spesa, alcune autorizzazioni legislative già presenti negli Allegati 2 trovano ora collocazione in programmi diversi[7].

Al fine di una compiuta valutazione dell’Allegato 2, sarebbe pertanto utile che il Governo fornisse ulteriori informazioni in merito ai criteri di inclusione delle autorizzazioni legislative nell’ambito dell’Allegato 2.

Nella tabella che segue sono esposte le autorizzazioni legislative di spesa presenti negli Allegati 2 per le parti di competenza della Commissione finanze su cui sono state effettuate variazioni nell’ambito delle rimodulazioni tra programmi delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa.

Per ciascuna autorizzazione legislativa di spesa è indicata la dotazione prevista nel bilancio di previsione per il triennio 2010-2012 e l’entità della rimodulazione che è stata effettuata dall’Amministrazione in sede di predisposizione del bilancio medesimo.

E’ altresì indicata la collocazione della legge di spesa all’interno della missione e del programma di spesa cui essa afferisce.

Le rimodulazioni delle autorizzazioni di spesa esposte nell’Allegato 2

(importi in euro)

ECONOMIA E FINANZE

Mis/Pro

Cap.

2010

2011

2012

M. 29 - Politiche finanziarie e di bilancio

 

Ddl 2010

Var.

Ddl 2010

Var.

Ddl 2010

Var.

Prog. 1

L. 358/1991, art. 9, co. 4
Acquisto e costruzioni di sedi per gli uffici finanziari

7751

48.143

+5.777

60.584

+7.270

104.553

+12.546

M. 33 – Servizi generali delle amministrazioni

 

 

 

 

 

 

 

Prog. 3

L. 358/1991, art. 9, co. 4
Acquisto e costruzione di sedi per gli uffici finanziari

7753

0

-5.777

0

-7.270

0

-12.546


1.3 Il quadro generale riassuntivo

Il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione per il 2010 a legislazione vigente evidenzia i seguenti importi:

 

BLV 2010 (A.S. 1791)
al netto delle regolazioni contabili e debitorie
valori in milioni di euro

 

Competenza

Cassa

(1)      Entrate finali
          - di cui entrate tributarie

436.759
407.540

403.655
382.492

(2)      Spese finali

497.878

519.048

(3=1-2) Saldo netto da finanziare

61.118

115.393

 

Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2010, in termini di competenza e al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, prevede entrate finali per 436,8 miliardi di euro e spese finali per 497,9 miliardi.

Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta pari a 61,1 miliardi di euro.

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è pari a 115,4 miliardi di euro.

 

A seguito delle modifiche approvate nel corso dell’esame al Senato, e considerando gli effetti prodotti sul bilancio dal disegno di legge finanziaria (A.C. 2936), il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2010, in termini di competenza e al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, viene rideterminato in 62.418 milioni di euro

 

Al lordo delle regolazioni contabili e debitorie (pari a 32.696 milioni di euro per quanto concerne le entrate, e a 36.326 milioni di euro, per quanto concerne le spese), il bilancio a legislazione vigente per il 2010 prevede:

 

BLV 2010 (A.S. 1791)
al lordo delle regolazioni contabili e debitorie
valori in milioni di euro

 

Competenza

Cassa

(1)      Entrate finali
          - di cui entrate tributarie

469.455
440.236

436.351
415.188

(2)      Spese finali

534.204

555.374

(3=1-2) Saldo netto da finanziare

64.748

119.023

Considerando la I Nota di variazioni al bilancio (A.C. 2937-bis), il saldo netto da finanziare, in termini di competenza e al lordo delle regolazioni, risulta pari a 67.102 milioni di euro.


1.4 Le variazioni rispetto alle previsioni 2009

Con riferimento alle entrate finali, alle spese finali e ai saldi di bilancio, nella Tavola seguente sono posti a raffronto, in termini di competenza, le previsioni iniziali del bilancio per il 2009, le previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, come presentato dal Governo (A.S. 1646) e le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2010 (A.S. 1791).

 

Il raffronto è effettuato con i dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili, non tenendo conto delle modifiche apportate al disegno di legge nel corso dell’esame presso il Senato.

(Valori in milioni di euro)

 

Bilancio di previsione 2009

Assestato
2009
(A)

B.L.V.
2010

(
B)

Diff.

(A)-(B)

Entrate finali

463.688

437.488

436.759

-729

Tributarie

433.373

403.994

407.540

+3.546

Extratributarie

28.964

31.916

28.004

-3.912

Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali

1.350

1.578

1.216

-363

Spese finali

496.478

507.148

497.878

-9.270

Spese correnti

449.589

455.503

454.581

-922

- Spese correnti netto interessi

368.269

377.330

375.234

-2.096

- Interessi

81.320

78.173

79.347

+1.174

Spese conto capitale

46.889

51.645

43.297

-8.348

Rimborso prestiti

215.245

215.294

258.589

+43.295

Spese Complessive

711.723

722.441

756.466

+34.025

Saldo netto da finanziare

32.790

69.659

61.118

 

Risparmio pubblico

12.748

-19.593

-19.037

 

Ricorso al mercato (*)

255.105

292.023

323.337

 

(*)  Il ricorso al mercato è calcolato al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.
Per il 2010, la relazione al disegno di legge di bilancio precisa che nell’importo del ricorso al mercato sono ricompresi 45 miliardi, quale importo per ristrutturazioni delle passività preesistenti. Pertanto, al netto di tale importo, il ricorso al mercato sarebbe pari a 278.337 milioni di euro.

 

Le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2010 registrano una riduzione del saldo netto da finanziare rispetto all’assestamento per il 2009, nell’importo di 8.541 milioni di euro, derivante da:

§      una riduzione delle spese finali di 9.270 milioni di euro, che riguarda in larga parte le spese in conto capitale;

§      una riduzione delle entrate finali di 729 milioni di euro.

Il saldo corrente (risparmio pubblico) del bilancio a legislazione vigente per il 2010 registra, rispetto ai dati assestati per il 2009, un miglioramento di 556 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda le spese finali iscritte nel bilancio a legislazione vigente per il 2010, la riduzione (9.270 milioni) è pressoché interamente imputabile ad un sensibile decremento delle spese in conto capitale, che registrano una riduzionedi 8.348 milioni di euro rispetto al bilancio assestato 2009. Anche rispetto al dato del bilancio 2009, le spese in conto capitale risultano ridotte di 3.592 milioni.

Anche la spesa corrente registra, rispetto al bilancio assestato 2009, una riduzione (- 922 milioni di euro). Se confrontata, tuttavia, con il bilancio 2009, la previsione di spesa corrente nel 2010 evidenzia un incremento di circa 5 miliardi di euro.

 

Riguardo alle entrate finali, la riduzione di 729 milioni rispetto alle previsioni assestate per il 2009 risulta determinata dall’andamento decrescente delle entrate extratributarie e di quelle da alienazione e ammortamento beni patrimoniali (nel complesso -4.037 milioni), in parte compensato dall’incremento delle entrate tributarie(+3.546 milioni).

Confrontando i dati con quelli della legge di bilancio per il 2009, si evidenzia peraltro una considerevole riduzione delle entrate finali nel 2010, di circa 27 miliardi di euro, quasi interamente ascrivibile alle entrate tributarie.

Analisi delle spese di parte corrente

Le previsioni di competenza delle spese correnti presentano, per il 2010, un decremento, rispetto al dato assestato 2009, di 922 milioni di euro.

Tale importo è sostanzialmente dovuto alla previsione di una consistente riduzione della spesa corrente primaria di 2.096 milioni di euro, cui fa da contrappeso un aumento della spesa per interessi di 1.174 milioni di euro.

Le variazioni maggiori rispetto al dato assestato 2009 sono previste per le seguenti categoria di spesa:

§      i trasferimenti correnti alle famiglie registrano una flessione di 3.075 milioni, di cui 2.400 milioni sono riferiti al venir meno nel 2010 del bonus straordinario ai contribuenti a basso reddito, beneficio previsto dall’articolo 1, comma 2, del D.L. n. 185/2009 per il solo 2009. Anche le risorse destinate al fondo speciale per la “social card” presentano una riduzione di 487 milioni, in quanto il meccanismo di finanziamento del fondo è basato sulla riassegnazione di risorse che affluiranno in entrata nel corso del 2010. Ulteriori riduzioni interessano gli Istituti di patronato ed assistenza sociale (96 milioni) e le spese per detenuti (73 milioni);

§      i consumi intermedi presentano una contrazione di 1.186 milioni rispetto al 2009. La Relazione rileva che tale flessione interessa in modo particolare il dicastero della Difesa per quanto concerne le risorse destinate alle missioni di pace;

§      le altre uscite correnti presentano nel 2010 una riduzione di 1.991 milioni, di cui 674 milioni sono da riferirsi al venir meno, per l’anno 2010, della dotazione del fondo costituito con le risorse provenienti dai c.d. “ conti bancari dormienti” (cap. 2175/Economia);

§      i redditi da lavoro dipendente registrano una flessione pari a 590 milioni. Tale flessione tiene conto del venir meno di una quota delle risorse destinate alla prosecuzione delle missioni internazionali di pace. La relazione precisa che risultano incluse, nell’ambito dello stanziamento del fondo contratti per il pubblico impiego, le risorse occorrenti per la corresponsione degli adeguamenti relativi all’indennità di vacanza contrattuale.

 

Le suddette variazioni negative sono compensate, in parte, dalle seguenti variazioni in aumento relative a:

§      i trasferimenti alle amministrazioni pubbliche, che aumentano di complessivi 4.655 milioni. In particolare, la Relazione evidenzia l’incremento dei trasferimenti alle amministrazioni locali (+1.780 milioni), quale risultante dei maggiori finanziamenti alle regioni (+3.741 milioni a titolo di compartecipazione all’IVA) e dei minori trasferimenti agli enti locali (riduzione di 901 milioni del fondo ordinario per il finanziamento dei bilanci degli enti locali e riduzione di 342 milioni della compartecipazione dei comuni e delle province al gettito IRPEF). Analogamente, presentano un incremento di 2.550 milioni anche i trasferimenti agli enti di previdenza ed assistenza sociale, relativi a maggiori finanziamenti riferiti sia all’INPS che all’INPDAP;

§      gli interessi passivi registrano un incremento di 1.174 milioni connesso all’andamento sia degli interessi sui BOT poliennali (3.500 milioni) sia all’andamento dei tassi di interesse sui buoni postali fruttiferi (2.350 milioni). Per contro si riducono di 2.250 milioni gli interessi sui conti correnti di tesoreria.

Analisi delle spese in conto capitale

La contrazione delle spese in conto capitale per 8.348 milioni nel 2010 è principalmente ascrivibile ai seguenti comparti di spesa:

§         riduzione di 2.537 milioni dei contributi agli investimenti ad imprese, di cui 2.160 milioni riferiti a minori trasferimenti alle Ferrovie dello Stato.

La riduzione dei contributi a Ferrovie deriva per 960 milioni dal venir meno dello stanziamento, disposto per il solo 2009, dall’articolo 25, comma 1, del D.L. n. 185/2008 per la realizzazione di investimenti in favore di Ferrovie dello Stato Spa (cap. 7120/Economia), e per 1.200 milioni dal minor finanziamento previsto per l’anno 2010 per il Sistema «Alta Velocità/Alta Capacità» della linea Torino-Milano-Napoli, ai sensi dell’articolo 1, comma 964, della legge finanziaria 2007 (legge n. 296/2006), che ha stanziato 400 milioni per il 2007, 1.300 milioni per il 2008, 1.600 milioni per il 2009 e 400 milioni annui per il periodo 2010-2021 (cap. 7124/Economia);

§         riduzione di 4.219 milioni dei contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche, di cui -2.742 milioni di contributi alle amministrazioni centrali, dovuto principalmente a minori stanziamenti per il Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie (-1.601 milioni) e per l’ANAS (-1.205 milioni);

La dotazione del Fondo politiche comunitarie (cap. 7493/Economia) passa da 6.872 milioni nel 2009 a 5.271 milioni nel 2010.

Per quanto concerne i minori trasferimenti ad ANAS, va considerato che nel bilancio per il 2010 è venuto meno lo stanziamento di 1.205 milioni disposto ai sensi dell’art. 1, co. 1026, della legge finanziaria 2007 (legge n. 296/2006) per la realizzazione di un programma di investimenti ANAS per lo sviluppo e l’ammodernamento delle infrastrutture, in quanto limitata alle annualità 2008 e 2009 (ex cap. 7372/Economia).

§         riduzioni di 1.538 milioni di altri trasferimenti in conto capitale. In tale categoria di spesa va considerato:

-        il decremento di 1.460 milioni del corrispettivo dovuto a SCIP per l’anno 2009, per gli immobili relativi ad operazioni di cartolarizzazione, al fine di estinguere le passività in capo alla stessa (cap. 7288/Economia);

-        la riduzione del Fondo per la riassegnazione dei residui passivi perenti in conto capitale (cap. 7496/Economia), che pur mantenendosi nel 2010 superiore rispetto alla dotazione iniziale del bilancio 2009, presenta una riduzione di 3.114 milioni rispetto all’assestamento 2009.

In tale sede, infatti, il Fondo era stato incrementato di 4.000 milioni per il 2009 per il pagamento di crediti vantati dalle imprese per richieste rimaste inevase nel corso del 2008, a causa della esiguità delle risorse disponibili.

-        le maggiori risorse stanziate sul Fondo per le aree sottoutilizzate (cap. 8425/Sviluppo) per 2.386 milioni. In realtà, le risorse del FAS per il 2010 sono previste dal bilancio a legislazione vigente allo stesso livello del dato di previsione 2009 (6 miliardi). La variazione è indicata con riferimento al dato assestato 2009, in cui il Fondo è ridotto a 3,6 miliardi a seguito delle variazioni di bilancio apportate per ripartizioni ai sensi di delibere CIPE o per copertura di oneri posti da provvedimenti legislativi.

 

La tavola che segue illustra le spese finali del bilancio dello Stato, ripartite per categorie, secondo la classificazione economica, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, evidenziando il raffronto tra il dato assestato 2009 e il dato a legislazione vigente per il 2010 (A.S. 1791).

 

Spese finali del bilancio dello stato
(competenza - valori in milioni di euro – al netto delle regolazioni debitorie)

CATEGORIE

BIL. 2009

ASS. 2009

BLV 2010

Var.

Redditi da lavoro dipendente

91.355

91.646

91.056

-590

Consumi intermedi

7.516

9.143

7.957

-1.186

Imposte pagate sulla produzione

4.875

4.862

4.817

-45

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

213.307

215.579

220.234

4.655

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

3.801

6.874

3.799

-3.075

Trasferimenti correnti a imprese

3.359

4.129

4.279

150

Trasferimenti all'estero

1.493

1.601

1.508

-93

Risorse proprie CEE

17.000

17.000

17.200

200

Interessi passivi e redditi da capitale

81.320

78.173

79.347

1.174

Poste correttive e compensative

17.078

17.303

17.335

32

Ammortamenti

890

1.054

900

-154

Altre uscite correnti

7.596

8.138

6.147

-1.991

Totale Spese Correnti

449.590

455.502

454.579

-923

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

4.866

5.144

5.056

-88

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

20.495

20.930

16.711

-4.219

Contributi agli investimenti ad imprese

10.564

11.577

9.039

-2.537

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

94

97

46

-51

Contributi agli investimenti a estero

205

220

554

334

Altri trasferimenti in conto capitale

10.315

13.278

11.740

-1.538

Acquisizioni di attività finanziarie

350

400

150

-250

Totale spese Conto Capitale

46.889

51.645

43.297

-8.348

Totale Spese Finali

496.478

507.148

497.878

-9.270


Analisi delle entrate

Per quanto riguarda le entrate finali viene prevista nel 2010 una riduzione complessiva di 729 milioni rispetto al dato assestato 2009, determinata da un incremento dello 0,9% delle entrate tributarie (+3.546 milioni) a fronte di una riduzione di quelle extratributarie e delle entrate da alienazione e ammortamento beni patrimoniali, per oltre 4.000 milioni di euro.

 

Per una analisi dettagliata sull’andamento e sulle previsioni di gettito delle entrate si rinvia alla successivo paragrafo 2.3 del presente dossier.


1.5 Analisi delle spese finali per Missioni

Come già ricordato, il disegno di legge di bilancio per il 2010conferma la struttura contabile introdotta a partire dalla legge di bilancio per il 2008.

In tale quadro, al fine di rendere diretto il legame tra “risorse stanziate e azioni perseguite”, viene mantenuta l’articolazionedegli stati di previsione della spesa secondo le 34 Missioni, le quali rappresentano le funzioni principali della spesa pubblica e ne delineano gli obiettivi strategici.

 

Modificazioni sono invece intervenute in ordine al quadro funzionale relativo ai Programmi, che è stato rivisitato, in ossequio a quanto previsto dalla Circolare n. 21 del 5 giugno 2009, che – nel fornire i criteri per la redazione delle previsioni di bilancio per l’anno 2010 e per il triennio 2010-2012 - ha evidenziato l’opportunità di proseguire, anche con riferimento alle proposte di previsione per il 2010, l’attività iniziata nel 2009, di perfezionamento e affinamento della classificazione, al fine di migliorarne la leggibilità e la significatività.

 

A seguito della revisione operata dai diversi dicasteri, nel disegno di legge di bilancioper il 2010, le Missioni sono state articolate in 162 programmi, rispetto ai 163 presenti nel disegno di legge di bilancio 2009, poi divenuti 164 nel testo di legge (legge n. 204/2008).

 

Per quanto concerne gli aspetti quantitativi, il disegno di legge di bilancio consente di identificare lo stock delle risorse disponibili a legislazione vigente per ciascuna della 34 grandi finalità istituzionali perseguite con la spesa pubblica.

La tabella che segue mostra l’ammontare complessivo e in quota percentuale delle risorse disponibili per ciascuna delle 34 Missioni iscritte nel bilancio a legislazione vigente per il 2010[8](A.S. 1791), come risultanti dalla prima nota di variazioni (A.C. 2937-bis), poste a raffronto con le previsioni iniziali e assestate del bilancio 2009, nonché con i dati di consuntivo per il 2008.

I dati sono al lordo delle regolazioni contabili e debitorie.


(milioni di euro)

Missioni

Rend.
2008

Bilancio 2009

Assestato
2009

BLV
2010

I nota di variazioni

% su totale

1 - Organi costituzionali

3.513

3.058

3.181

3.161

3.161

0,6

2 – Amm.ne generale territorio

532

424

424

465

465

0,1

3 - Relazioni autonomie territoriali

122.217

111.056

113.263

114.990

116.324

21,7

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

27.137

26.297

26.411

25.235

25.312

4,7

5 - Difesa e sicurezza del territorio

22.661

19.244

21.271

18.575

18.575

3,5

6 - Giustizia

7.345

7.308

7.600

7.272

7.272

1,4

7 - Ordine pubblico e sicurezza

9.990

10.639

10.861

10.429

10.429

1,9

8 - Soccorso civile

4.544

3.505

3.717

4.140

4.150

0,8

9 - Agricoltura e pesca

1.551

1.004

1.070

885

895

0,2

10 - Energia e fonti energetiche

62

48

48

8

8

0,0

11 - Competitività e sviluppo imprese

4.977

4.690

4.822

4.675

4.763

0,9

12 - Regolazione dei mercati

378

31

53

30

30

0,0

13 - Diritto alla mobilità

12.218

10.017

11.394

7.390

7.395

1,4

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

3.370

3.640

3.722

4.850

4.850

0,9

15 - Comunicazioni

1.317

1.030

1.034

1.252

1.252

0,2

16 - Commercio internazionale

258

204

210

188

188

0,0

17 - Ricerca ed innovazione

4.120

3.613

3.721

3.481

3.496

0,7

18 - Sviluppo sostenibile e tutela del territorio

2.179

1.443

1.393

897

897

0,2

19 - Casa e assetto urbanistico

1.281

890

1.024

710

622

0,1

20 - Tutela della salute

1.050

841

860

780

780

0,1

21 - Tutela beni culturali

1.739

1.394

1.408

1.358

1.358

0,3

22 - Istruzione scolastica

46.943

44.016

44.264

44.178

44.184

8,2

23 - Istruzione universitaria

8.614

8.553

8.555

7.902

7.909

1,5

24 - Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

23.090

25.373

26.319

25.154

25.154

4,7

25 - Politiche previdenziali

67.411

73.996

74.173

76.871

76.991

14,3

26 - Politiche per il lavoro

3.567

2.934

3.168

2.729

2.729

0,5

27 - Immigrazione

1.480

1.416

1.400

1.575

1.580

0,3

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale (*)

2.439

6.103

3.758

6.064

7.059

1,3

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

62.482

66.254

71.225

63.539

63.339

11,8

30 - Giovani e sport

1.069

828

801

789

792

0,1

31 - Turismo

104

76

76

76

76

0,0

32 - Servizi generali amministrazioni

1.279

2.324

2.426

1.767

1.770

0,3

33 - Fondi da ripartire

3.331

13.750

16.627

13.219

13.341

2,5

34 - Debito pubblico (**)

79.446

81.349

77.654

79.568

79.570

14,8

Totale Spese Finali

535.737

537.348

547.933

534.202

536.716

100,0

(*)    Al netto di 36 milioni di euro relativi a rimborsi del debito statale.

(**)  La Missione “Debito pubblico” rappresenta il valore cumulato del debito lordo consolidato dello Stato. Il dato indicato nella tabella si riferisce invece alla spesa per interessi, ossia alla Missione al netto dei rimborsi del debito statale.


2. Stato di previsione dell’entrata - Tabella 1

Sintesi del quadro generale

2.1 La struttura del bilancio

La struttura dello stato di previsione dell’entrata per l’anno 2010 è sostanzialmente in linea con quanto già delineato per l’esercizio 2009.

 

A partire dall’esercizio 2008, nel quadro della reimpostazione del bilancio dello Stato in base al criterio delle missioni e dei programmi, è stata operata una revisione anche dello stato di previsione dell’entrata, allo scopo di armonizzarlo alla nuova struttura della spesa, nonché di corrispondere all’esigenza di migliorare il livello qualitativo delle informazioni fornite dal documento. Nell’occasione, si è operato un avvicinamento della classificazione ai principi propri del Sistema Europeo di Conti Nazionali e Regionali - SEC 95, che prevede la registrazione delle operazioni sulla base del criterio della competenza economica - rispettando, al contempo, le peculiarità connesse all’inquadramento nell’ambito del bilancio dello Stato.

Nella nota preliminare tecnica allo stato di previsione dell’entrata per il 2010 sisottolinea, tuttavia, che si è provveduto ad affinare tale struttura con modifiche volte a soddisfare esigenze espositive e contabili già emerse negli anni precedenti.

In base alla classificazione economica, le spese e le entrate vengono articolate in categorie. Le principali categorie delle entrate del bilancio dello Stato sono: imposte sul patrimonio e sul reddito, tasse e imposte sugli affari, imposte sulla produzione, consumi e dogane, monopoli, lotto, lotterie e altre attività di giuoco, proventi dei beni dello Stato, dei servizi pubblici minori e speciali, interessi su anticipazioni e crediti vari del Tesoro.

La classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato è stata rielaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95; le principali voci sono: redditi da lavoro dipendente, consumi intermedi, trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, a famiglie e istituzioni sociali private, a imprese, interessi passivi e redditi da capitale, investimenti fissi lordi e acquisti di terreni, contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche e a imprese, acquisizioni di attività finanziarie.

 

Come già accennato nella parte generale del presente dossier, la classificazione dell’entrata rimane articolata su quattro livelli di aggregazione.

Nel primo livello si ha una suddivisione per i seguenti quattro titoli:

1.      Tributarie.

2.      Extra-tributarie.

3.      Alienazione e ammortamento dei beni patrimoniali e riscossione di crediti.

4.      Accensione di prestiti.

 

Al secondo livello è stata introdotta la distinzione tra entrate ricorrenti ed entrate non ricorrenti.

Nel terzo livello è evidenziata la tipologia dell’entrata: per le tributarie, le voci sono costituite dai tributi più importanti, ovvero raggruppamenti di tributi aventi caratteristiche analoghe; per i restanti titoli, è indicata la tipologia del provento per aggregati, a seconda dell’esigenza conoscitiva.

Per quanto riguarda il quarto livello, nelle entrate tributarie gli introiti relativi alle unità afferenti ai singoli tributi sono distinti in entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione ed entrate derivanti dall’attività di accertamento e controllo.

Tale suddivisione permette di individuare la quota che si riferisce ai versamenti effettuati spontaneamente dai contribuenti, differenziandola dalla quota correlata all’attività di accertamento e controllo svolta dagli uffici finanziari e finalizzata alla lotta all’evasione. Nei restanti titoli, al quarto livello vengono indicate le voci di dettaglio dei proventi che rientrano nelle tipologie di introiti individuate al terzo livello.

Lo stato di previsione dell’entrata è articolato in 65 unità di voto, così ripartite:

-        34 unità relative alle entrate tributarie;

-        25 unità relative alle entrate extratributarie;

-        4 unità relative all’alienazione ed all’ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti;

-        2 unità relative all’accensione di prestiti.

 

Nel disegno di legge di bilancio a legislazione vigente (A.C. 2937) le entrate finali previste per il 2010, al netto dei rimborsi IVA e delle regolazioni contabili, ammontano a 436.8 miliardi di euro, così ripartiti:

-        407,6 miliardi per entrate tributarie;

-        28,0 miliardi per entrate extra-tributarie;

-        1,2 miliardi per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti.

Si ricorda al proposito che i rimborsi IVA ammontano a 32.696 milioni di euro per il 2010, a fronte di 33.715 milioni per l’assestamento 2009.

2.2 L’andamento delle entrate nel periodo 1° gennaio – 30 settembre 2009

Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino delle “Entrate tributarie”, pubblicato a novembre 2009 dal Dipartimento delle finanze, l’andamento delle entrate tributarie nei primi nove mesi del 2009 registra, rispetto al gettito del medesimo periodo del 2008, una riduzione di 9.575 milioni di euro (-3,3%) imputabile, in particolare, alle minori entrate relative all’IVA (-7.634 milioni), all’IRES (-4.884 milioni) e all’IRE (-2.807 milioni). Risultano, invece, in aumento le entrate classificate “Altre imposte dirette” (+5.292 milioni) e quelle relative al settore giochi.

I dati rilevati dal Dipartimento delle Finanze riguardano gli accertamenti in competenza giuridica delle voci di entrata relative al bilancio dello Stato. Essi vengono costruiti sulla base del dato di cassa ottenuto dai versamenti effettuati dai contribuenti con il modello F24: in tale modello, infatti, il contribuente indica l’imposta pagata (attraverso il corrispondente codice tributo) e il periodo di competenza (che, normalmente, non coincide con la data del pagamento) relativamente al quale si provvede al pagamento del tributo. Come precisato nel Bollettino, la competenza giuridica delle imposte rappresenta il momento in cui nasce l’obbligazione tributaria.

Entrate tributarie erariali

Nella seguente tabella si riportano le principali voci di entrata relative a tributi erariali evidenziando, nell’ultimo colonna, le variazioni di gettito tra il periodo gennaio-settembre 2009 e il corrispondente periodo del 2008.

 

Entrate tributarie erariali - Accertamenti

(in milioni di euro)

 

gennaio-settembre 2008

gennaio-settembre 2009

Variazione %

Imposta sul reddito (IRE/IRPEF)

116.514

113.707

-2,4

Imposta sul reddito delle società (IRES)

26.171

21.287

-18,7

Imposte sostitutive (interessi banca, interessi obbligazioni, rivalutazioni beni aziendali, smobilizzo fondi in sospensione d'imposta, redditi da capitale, plusvalenze)

10.010

9.380

-6,3

Imposta sulle riserve matematiche dei rami vita delle imprese assicurative

1.090

1.103

+1,2

Altre imposte dirette

4.444

9.736

+119,1

Totale imposte dirette

158.229

155.213

-1,9

Imposta di registro

3.920

3.405

-13,1

Imposta sul valore aggiunto (IVA)

82.188

74.554

-9,3

Imposta di bollo

2.562

2.498

-2,5

Imposta sulle assicurazioni

1.905

1.833

-3,8

Ipotecaria

1.757

1.469

-16,4

Canoni abbonamento TV

1.586

1.616

+1,9

Concessioni governative

1.273

1.290

+1,3

Tasse automobilistiche

456

474

+3,9

Imp.indirette legate ai giochi e lotterie

6.725

7.166

+6,6

Imposta fabbricazione su oli minerali (accisa)

14.450

14.141

-2,1

Imposta su consumo tabacchi

7.810

7.910

+1,3

Imposta consumo su gas metano

1.666

3.405

+104,4

Imposta di consumo su oli lubrificanti e bitumi

303

225

-25,7

Imposta energia elettrica

1.063

1.022

-3,9

Altre imposte di fabbricazione

730

732

+0,3

Diritti catastali e di scritturato

809

678

-16,2

Altre imposte indirette

2.756

2.982

+8,2

Totale imposte indirette

131.959

125.400

-5,0

TOTALE ENTRATE TRIBUTARIE ERARIALI

290.188

280.613

-3,3

 

Nel dettaglio, le entrate IRE evidenziano una riduzione, rispetto al corrispondente periodo del 2008, di 2.807 milioni di euro (-2,4%) e il gettito è così ripartito:

§      ritenute sui dipendenti del settore privato, 48.618 milioni di euro (-2.402 milioni di euro, pari al -4,7%).

La riduzione risente sia del fatto che nei primi mesi dello scorso anno si è registrata una crescita più sostenuta ascrivibile alla corresponsione degli arretrati a seguito di alcuni rinnovi contrattuali sia della circostanza che nel periodo gennaio-settembre 2009 si è registrata una contrazione dei flussi di gettito dovuta al deterioramento del mercato del lavoro che ha subito gli effetti della crisi determinando un aumento della disoccupazione comunque più contenuto rispetto agli altri Paesi dell’area dell’euro;

§      ritenute sui dipendenti del settore pubblico, 42.277 milioni di euro (+1.870 milioni di euro, pari al +4,6);

L’incremento è ascrivibile essenzialmente al rinnovo dei contratti collettivi di alcuni comparti del settore pubblico (ministeri, scuola, università, etc.).

§      ritenute sui lavoratori autonomi, 10.214 milioni di euro (-271 milioni di euro, pari al -2,6%);

§      autoliquidazione, 12.598 milioni di euro (-2.004 milioni di euro), di cui 4.780 milioni di euro (-23,3%) relativi al saldo e 7.818 milioni di euro (-6,6%) relativi all’acconto.

 

L’IRES presenta un gettito di 21.287 milioni di euro (-4.884 milioni di euro, pari a –18,7%) così ripartito:

-        9.260 milioni di euro (-14,0%) relativi al saldo;

-        12.027 milioni di euro (-21,9%) relativi all’acconto.

 

Tra le maggiori imposte indirette, le entrate IVA, pari a 74.554 milioni di euro, risentono del contesto economico, con una riduzione di -7.634 milioni di euro (–9,3%) rispetto al dato 2008 e sono così riconducibili:

-             66.442 milioni di euro (-3.652 milioni di euro, pari a –5,2%) derivanti dalla tassazione degli scambi interni, con dati omogenei;

-             8.112 milioni di euro (-3.982 milioni di euro, pari a –32,9%) derivanti dalla tassazione delle importazioni.

Alla crisi economica sono dovuti anche i risultati di gettito delle imposte sulle transazioni.

 

Il gettito dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali è stato di 14.141 milioni di euro (-309 milioni di euro, pari a –2,1%). L’imposta di consumo sul gas metano ha generato entrate per 3.405 milioni di euro (+1.739 milioni di euro, pari a +104,4%).

 

In merito alle entrate relative ai giochi, complessivamente pari a 9.140 milioni di euro (+632 milioni di euro, +7,4%), si osserva che il minor gettito dei proventi del gioco del lotto (-199 milioni di euro, pari a – 4,5%), é compensato dalle maggiori entrate generate dalle lotterie istantanee e dagli apparecchi e congegni di gioco.

Entrate tributarie degli enti territoriali

Nella seguente tabella si riportano alcune voci di entrata relative ad alcuni tributi degli enti territoriali evidenziando, nell’ultima colonna, le variazioni di gettito tra il periodo gennaio-settembre 2009 e il corrispondente periodo del 2008.

Al momento, il bollettino riporta il gettito di soli tre tributi riservandosi di inserire, successivamente, anche altre voci di entrata.

 

Entrate tributarie degli enti territoriali

(milioni di euro)

 

gennaio-settembre
2008

gennaio-settembre
2009

Variazione %

Addizionale regionale IRE

6.244

6.121

-2,0

Addizionale comunale IRE

2.047

2.153

+5,2

IRAP

21.178

18.987

-10,3

 

Addizionale regionale all’IRE: le entrate di periodo sono state 6.121 milioni di euro (-123 milioni di euro, pari a –2,0%). Dai soggetti privati derivano 3.748 milioni di euro (-179 milioni di euro, pari a –4,6%) e dalle amministrazioni pubbliche 2.373 milioni di euro (+56 milioni di euro, pari a +2,4%).

 

Addizionale comunale all’IRE: il gettito di periodo è stato di 2.153 milioni di euro (+106 milioni di euro, pari a +5,2%). La componente derivante dai soggetti privati è stata di 1.387 milioni di euro (+23 milioni di euro, pari a +1,7%) mentre quella derivante dalle amministrazioni pubbliche è stata di 766 milioni di euro (+83 milioni di euro, pari a +12,2%).

 

IRAP: il gettito di periodo è stato di 18.987 milioni di euro (-2.191 milioni di euro, pari a –10,3%). Dai soggetti privati derivano 11.366 milioni di euro (-1.941 milioni di euro, pari a –14,6%) e dalle amministrazioni pubbliche 7.621 milioni di euro (-250 milioni di euro, pari a –3,2%). Inoltre, i versamenti dell’autotassazione riflettono per la prima volta pienamente gli effetti dell’entrata in vigore del cuneo fiscale e delle modifiche normative IRAP contenute nella legge finanziaria per il 2008.

2.3 Le previsioni di competenza 2010

Per il 2010 si stima un ammontare di entrate finali, al netto dei rimborsi IVA (32.696 milioni per il 2010), pari a 436.759 milioni di euro, in riduzione di 729 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2009.

Rispetto alla legge di bilancio 2009 la riduzione delle entrate finali risulta pari a 26.729 milioni di euro.

 

Nella seguente tabella, l’andamento delle entrate finali rispetto alle previsioni assestate per il 2009 è illustrato per categorie (primo livello di classificazione).

 

Entrate Finali

(al netto dei rimborsi IVA - milioni di euro)

 

Bilancio di previsione 2009

Assestato
2009
 (A)

B.L.V.
2010

(
B)

Diff.

(A)-(B)

Entrate finali

463.488

437.488

436.759

-729

Tributarie

433.373

403.994

407.540

+3.546

Extratributarie

28.964

31.916

28.004

-3.912

Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali

1.350

1.578

1.216

-363

 

Tale quadro è il risultato di una riduzione di 729 milioni rispetto al dato assestato, determinata da un incremento delle entrate tributarie (+3.546 milioni) a fronte di una riduzione di quelle extratributarie e delle entrate da alienazione e ammortamento beni patrimoniali. Confrontando i dati con quelli della legge di bilancio di previsione 2009, si evidenzia una considerevole riduzione di circa 27 miliardi di euro, quasi interamente ascrivibile alle entrate tributarie.

Le entrate tributarie

A seguito della crisi economica, con l’assestamento 2009 le previsioni relative al gettito delle entrate tributarie per il 2009 erano state riviste al ribasso (da 433.373 a 403.994 milioni di euro) rispetto ai dati della legge di bilancio 2008.

Il DDL di bilancio per il 2010 indica, rispetto alle previsioni assestate 2009, un incremento dello 0,9% delle entrate tributarie (da 403.994 milioni di euro a 407.540 milioni).

 

Entrate Tributarie

(al netto dei rimborsi IVA, regolazioni contabili e acconto concessionari - milioni di euro)

 

Ass. 2009

BLV 2010

Var.

Var.%

I – Imposte sul patrimonio e sul reddito

242.191

245.218

3.027

1,2

II - Tasse e imposte sugli affari

113.343

113.144

-199

-0,2

III Imposte sulla produzione, consumi e dogane

25.660

26.017

357

1,4

IV – Monopoli

10.507

10.507

0

0

V - Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

12.294

12.654

360

2,9

Totale Entrate Tributarie

403.994

407.540

3.546

0,9

 

Per ciò che attiene alle imposte sul patrimonio e sul reddito, rispetto alle previsioni assestate si prevede un aumento di gettito pari a 3.027 milioni (+1,2%).

Relativamente all’IRPEF/IRE, il gettito 2010 è stimato in 178.361 milioni, di cui 163.520 derivanti dall’attività ordinaria di gestione. Rispetto alla previsione assestata per il 2009, si prevede un incremento pari a 4.337 milioni.

Per quanto riguarda l’IRES, si prevede per il 2010 un gettito pari a 48.596 milioni di euro (di cui 43.319 derivanti dall’attività ordinaria di gestione). Rispetto al dato assestato 2009, si registra un incremento pari a 728 milioni di euro.

 

Per quanto attiene alle tasse ed imposte sugli affari, la categoria registra una variazione negativa di 199 milioni rispetto alla previsione assestata 2009; si passa infatti da un gettito di 113.343 milioni per il 2009 ad una previsione di introiti 2010 per 113.144 milioni (-0,2%).

Si registra un aumento di gettito per il 2010 per le imposte sulla produzione e sui consumi, nonché per le imposte doganali (la cui previsione 2010 complessivamente ammonta a 26.017 milioni) con un aumento di 357 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate 2009.

Mentre rimane inalterato il dato relativo ai monopoli, viene infine registrato un aumento contenuto rispetto alle previsioni assestate per quanto attiene al lotto, lotterie ed altri giochi (+360 milioni di euro).

 

Nel corso dell’esame al Senato, a seguito dell’approvazione della manovra proposta dal Governo e degli emendamenti, l’ammontare delle entrate tributarie risulta aumentato di 157,7 milioni, relativamente all’accisa sui prodotti energetici (cap. 1409/1).

Le entrate extratributarie

Le entrate extratributarie (Titolo II)registrano complessivamente, nelle previsioni 2010, una contrazione per 3,9 miliardi di euro (-12,3%) rispetto alle previsioni assestate 2009.

L’ammontare complessivo per il 2010 è infatti stimato in 28 miliardi di euro (contro il dato 2009, pari a 31,9 miliardi).

 

La nota tecnica preliminare a tal proposito sottolinea le particolari caratteristiche delle entrate extratributarie che, in molti casi, non consentono di ricorrere a criteri di valutazione analoghi a quelli adottati per le entrate tributarie.

 

La suddetta diminuzione è dovuta al venir meno all’entrata del bilancio (cap. 3331, upb 2.1.7.2) dei versamenti corrispondenti alle risorse accertate sul fondo per l’erogazione ai dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto (-4 miliardi di euro).

Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti.

In relazione ai proventi derivanti (Titolo III) dall’alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali nonché dalla riscossione di crediti, si registra un decremento (variazione, in valore assoluto, pari a -363 milioni di euro; variazione percentuale del -23%). Si passa infatti da un dato assestato 2009 pari a 1.578 milioni di euro ad una previsione per il 2010 che ammonta a 1.216 milioni.

Accensione di prestiti

La nota preliminare specifica che, in merito a tale voce, la previsione 2010 dovrebbe rappresentare il limite massimo di indebitamento autorizzato per assicurare – assieme alle “entrate finali” – la copertura per il complesso delle spese, ivi comprese le occorrenze per il rimborso prestiti. Come tale, l’importo previsto è indicativo, in quanto il d.d.l. di bilancio non comprende i riflessi delle misure contenute nel d.d.l. finanziaria, e rimanda alla nota di variazioni per eventuali modifiche.

 

La previsione di competenza per il 2010 è pari a 323,2 miliardi di euro, con un incremento di 31,3 miliardi rispetto al dato assestato 2009 e di 68 miliardi rispetto al dato iniziale 2009.

Nel corso dell’esame al Senato l’ammontare del titolo “Accensione prestiti” è stato incrementato di 2,4 miliardi, determinandosi in 325,6 miliardi per il 2010 in termini di competenza e in 379,8 miliardi quali autorizzazioni di cassa.

Riepilogo e confronti

Nella seguente tabella riassuntiva vengono raffrontati i dati relativi alle entrate tributarie, classificate sulla base del carattere ricorrente o non ricorrente e, all’interno di ciascuna delle due categorie, ulteriormente suddivise per principali tipologie d’imposta.

 

Nel dettaglio, sono messi a confronto le previsioni del BLV 2010 con i dati contenuti nell’assestamento per il 2009.

 

 

Entrate tributarie – Competenza

Raffronto dati Bilancio 2009 – Assestamento 2009 – BLV 2010
(dati al netto dei rimborsi IVA)

(milioni di euro)

Descrizione

Bil. 2009

Ass. 2009

Bil 2010

Var. su Bil 2009

Var. su Ass. 2009

Var. % su Bil 2009

Var. % su Ass, 2009

A) Entrate ricorrenti

466.322

434.060

439.224

-6.530

4.337

-3,5

2,5

IRE - IRPEF

184.891

174.024

178.361

-4.229

728

-8,0

1,5

IRES

52.825

47.868

48.596

-902

403

-6,0

3,0

Imposte sostitutive

14.959

13.654

14.057

433

196

13,9

5,8

Altre imposte dirette

3.121

3.358

3.554

-11.228

5.664

-4,4

2,4

Totale imposte dirette

255.796

238.904

244.568

-6.530

4.337

-3,5

2,5

IVA

102.337

90.854

90.029

-12.308

-825

-12,0

-0,9

Registro, bollo e sostitutiva

12.794

10.952

11.488

-1.306

536

-10,2

4,9

Accisa e imposta erariale
su oli minerali

21.484

19.718

19.918

-1.566

200

-7,3

1,0

Accisa e imposta erariale
su altri prodotti

6.326

5.887

6.044

-282

157

-4,5

2,7

Imposte sui generi
di Monopolio

10.332

10.506

10.506

174

0

1,7

0,0

Lotto

6.062

6.554

6.782

720

228

11,9

3,5

Imposta sui giochi

2.718

3.018

3.072

354

54

13,0

1,8

Lotterie ed altri giochi

2.368

2.722

2.800

432

78

18,2

2,9

Altre imposte indirette

12.305

11.231

11.321

-984

90

-8,0

0,8

Totale imposte indirette

176.726

161.442

161.960

-14.766

518

-8,4

0,3

Totale A)

432.522

400.346

406.528

-25.994

6.182

-6,0

1,5

B) Entrate non ricorrenti

 

 

 

 

 

 

 

Imposte sostitutive

757

3.244

606

-151

-2.638

-19,9

-81,3

Condoni imposte dirette

42

42

44

2

2

4,8

4,8

Altre imposte indirette
 (successione e donazione)

50

360

360

310

0

620,0

0,0

Condoni imposte indirette

2

2

2

0

0

0,0

0,0

Totale B)

851

3.648

1.012

161

-2.636

18,9

-72,3

Totale tributarie (A + B)

433.373

403.994

407.540

-25.833

3.546

-6,0

0,9

 

 

Si ricorda, infine, che nella tabella 1 allegata al disegno di legge di bilancio (stato di previsione dell’entrata) sono riportati (pag. 25 e ss) gli “Elementi conoscitivi in ordine alle disposizioni introdotte nell’esercizio recanti esenzioni o riduzioni del prelievo obbligatorio”.

Si tratta, in sostanza, dell’elenco di tutte quelle disposizioni che determinano un minor gettito nel periodo considerato. Nell’elenco sono riportate le disposizioni comprese nel periodo da maggio 2008 (D.L. n. 93/2008) a fine aprile 2009 (D.L. n. 39/2009).

Disegno di legge finanziaria per il 2010

Si riporta di seguito l’allegato 7 al d.d.l. finanziaria 2010, come integrato dalle modifiche introdotte dal Senato, relativamente alle voci di entrata e agli effetti contabili sul saldo netto da finanziare.

 

 

 

Art.

Co.

 

 

Saldo netto da finanziare

 

 

 

 

2010

2011

2012

 

 

A) MINORI ENTRATE

 

0,2

0,2

406,7

2

7-8

Agevolazioni Irpef- IVA interventi di recupero edilizio

t

0,0

0,0

406,5

2

22

esenzione registro atti giudiziari vittime terrorismo

t

0,2

0,2

0,2

 

 

B) MAGGIORI ENTRATE

 

157,9

0,1

0,1

2

54

D.Lgs 504/95 art. 22 bis c. 5 bis (Accisa bietanolo)

t

69,2

0,1

0,1

 

 

D.Lgs 504/95 art.22 bis c. 1 Riduzione contingente biodiesel

t

88,7

0,0

0,0

 

TOTALE ENTRATE

 

157,7

-0,1

-406,6

 

 


3. Lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze – Tabella 2: aspetti di competenza
della VI Commissione Finanze

Le competenze della VI Commissione finanze relativamente allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze riguardano l’attività dei centri di responsabilità del Dipartimento delle finanze e della Guardia di Finanza.

3.1 Il bilancio a legislazione vigente per il 2010

Il Dipartimento delle finanze

Le risorse stanziate per il 2009 concernenti l’attività del “Dipartimento delle finanze” ammontano a circa 57 miliardi di euro, con una riduzione di circa 6,5 miliardi rispetto al dato assestato 2009, di cui 2,3 miliardi relativi alle risorse destinate ai rimborsi d’imposte.

 

Dipartimento delle finanze

(milioni di euro)

Missione/Programma

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

1.  Politiche economico finanziarie e di bilancio (29)

 

 

 

1.1       Regolazione giurisdizione e coordi­namento del sistema della fiscalità (29.1)

8.550,6

-2.498,4

6.052,1

1.5       Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposte (29.5)

52.942,8

-4.259,5

48.683,3

8.  Competitività e sviluppo delle imprese (11)

 

 

 

8.1       Incentivi alle imprese (11.4)

1.452,2

129,1

1.581,2

14. Casa e assetto urbanistico (19)

 

 

 

14.1 Edilizia abitativa e politiche territoriali (19.1)

-

88,5

88,5

20.       Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti (27)

 

 

 

20.1  Rapporti con le confessioni religiose (27.5)

985,0

88,0

1.073,0

24.       Servizi istituzionali e generali della amministrazioni pubbliche (32)

 

 

 

24.3  Servizi ed affari generali per le ammini­strazioni di competenza (32.3)

27,4

-27,4

-

25.       Fondi da ripartire (33)

 

 

 

251 Fondi da assegnare (33.1)

14,0

-1,9

12,1

Totale Dipartimento delle finanze

63.972,0

-6.481,6

57.490,2

 

Nelle successive tavole si analizza (dati in milioni di euro), relativamente a ciascun programma nell’ambito delle missioni di competenza del Dipartimento delle finanze, l’evoluzione degli stanziamenti, evidenziandone l’articolazione per unità previsionali di spesa.

 

Programma 1.1        Regolazione giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità

Programma/UPB

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

1.1       Regolazione giurisdizione e coordinam. del sistema della fiscalità (29.1)

8.550,6

-2.498,4

6.052,1

1.1.1 Funzionamento

468,2

-1,8

466,4

1.1.2 Interventi

6.656,6

-1.975,1

4.681,4

1.1.3 Oneri comuni di parte corrente

414,9

-156,9

258,0

1.1.5 Oneri del debito pubblico

970,0

-370,0

600,0

1.1.6 Investimenti

40,6

5,5

46,2

 

Analizzando il programma “Regolazione giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità” relativamente alla UPB 1.1.2 “Interventi” per la parte di competenza del Dipartimento delle finanze la riduzione di 1.975,1 milioni rispetto al dato assestato 2009, è determinata da incrementi dei trasferimenti alle Agenzie fiscali (in particolar modo all’Agenzia delle entrate) e ai C.A.F, a fronte di riduzioni di 2,4 miliardi dovuti al venir meno delle risorse relative al bonus straordinario ai contribuenti a basso reddito. Si tratta in particolare di:

§      un aumento di 32,1 milioni di euro relativo alle spese per compensi spettanti ai Centri autorizzati di assistenza fiscale (cap. 3845), che passano da 287,9 milioni del dato assestato 2009 a 320 milioni del bilancio 2010;

§      un aumento di 357,1 milioni di euro relativo agli oneri per la gestione dell'Agenzia delle entrate (cap. 3890), che passano da 2.508 milioni del dato assestato 2009 a 2.865,5 milioni del bilancio 2010;

§      un aumento di 2,3 milioni di euro relativo agli oneri per la gestione dell'Agenzia del demanio (3901), che passano da 104,9 milioni del dato assestato 2009 a 107,2 milioni del bilancio 2010;

§      un aumento di 8,8 milioni di euro relativo agli oneri per la gestione dell'Agenzia del territorio (che passano da 641,7 milioni del dato assestato 2009 a 650,5 milioni del bilancio 2010);

§      un aumento di 24,3 milioni di euro relativo agli oneri per la gestione dell'Agenzia delle dogane (che passano da 658,5 milioni del dato assestato 2009 a 682,8 milioni del bilancio 2010);

§      la soppressione di 2.400 milioni di euro relativa al pagamento del bonus straordinario a famiglie, lavoratori, pensionati e persone non autosufficienti (cap. 3874) per cessazione dell'onere recato dall'articolo 1, comma 22 , del decreto legge n. 185/2008 in quanto il beneficio era finanziato per il solo 2009.

 

La riduzione di 370 milioni degli “Oneri del debito pubblico” (UPB 1.1.5) riguarda il cap. 4015 relativo alle “indennità per ritardato sgravio di imposte pagate - Interessi di mora da corrispondere ai contribuenti sulle somme indebitamente riscosse dall'erario per imposte dirette”.

 

 

Programma 1.5 Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposte

 

Programma/UPB

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

1.5 Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposte (29.5)

52.942,8

-4.259,5

48.683,3

1.5.1 Funzionamento

327,3

53,0

380,3

1.5.2 Interventi

48.892,7

-601

48.290,9

1.5.3 Oneri comuni di parte corrente

22,8

-10,8

12,0

1.5.6 Investimenti

3.700,0

-3.700,0

-

 

Nell’ambito del programma “Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposte” si segnala, per quanto riguarda i rimborsi IVA, una riduzione di 1.019 milioni delle risorse del cap. 3814 che si aggiunge alla riduzione di 301 milioni delle risorse del cap. 3813, determinando, complessivamente, una riduzione di 1.320 milioni.

Si segnala, altresì, che la riduzione di 3.700 milioni relativamente all'UPB 1.5.6 "Investimenti" è interamente dovuta al cap. 7776 (somme da assegnare per liquidazione rimborsi IVA a soggetti passivi che fino al 13 settembre 2008 hanno effettuato acquisti relativi a mezzi di trasporto), capitolo soppresso per insussistenza dei residui.

Sul lato degli aumenti degli stanziamenti, si segnala l’incremento delle risorse destinate ad Equitalia Spa (complessivamente 45,6 milioni sui capp. 3555 e 3565) e quello relativo alle restituzioni IRES e IRPEF in relazione alla deduzione della quota IRAP relativa agli interessi passivi e oneri assimilati ovvero per il personale dipendente o assimilato, in attuazione dell’art. 6, co. 4, del D.L. n. 185/2008 (da 100 milioni del 2009 a 500 milioni nel 2010).

 


Programma 8.1 Incentivi alle imprese

 

Programma/UPB

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

8.1 Incentivi alle imprese (11.4)

1.452,2

129,1

1.581,2

8.1.2 Interventi

205,7

-125,3

80,4

8.1.6 Investimenti

1.246,4

254,3

1.500,7

 

Per quanto concerne il programma "Incentivi alle imprese", concorrono a formare i 254 milioni di incremento degli investimenti destinati alle imprese di competenza del Dipartimento delle finanze, tra gli altri:

§      per 201 milioni il credito di imposta per investimenti nelle aree svantaggiate (cap. 7809);

§      per 120 milioni il credito d'imposta fruito dalle imprese in relazione ai costi sostenuti per attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo (cap. 7811).

Tali incrementi di risorse risultano a fronte della soppressione del cap. 7792 - credito di imposta per rinnovo parco autocarri circolante ex articolo 1, comma 226, legge n. 296/2006 (-61,2 milioni).

La riduzione delle spese per interventi è ascrivibile per 100 milioni al venir meno dell’autorizzazione di spesa prevista dall’art. 7, co. 15, del D.L. n. 282/2006 relativa al Fondo per gli interventi finalizzati a promuovere l’utilizzo del GPL e metano per autotrazione (cap. 3828).

 

Relativamente al programma 14.1 "Edilizia abitativa e politiche territoriali" si segnala l'istituzione del cap. 7817, con una dotazione di 88,5 milioni di euro per la concessione di contributi anche sotto forma di crediti di imposta alle popolazioni colpite al sisma in Abruzzo del 6 aprile 2009 (articolo 3, comma 1, decreto legge n. 39/2009).

 

Programma 20.1 Rapporti con le confessioni religiose

 

Programma/UPB

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

20.1 Rapporti con le confessioni religiose (27.5)

984,9

88,0

1.073,0

 

L’incremento riguarda i contributi da versare alle confessioni religiose (cap. 2840).

 


3.2 La Guardia di finanza

Per il Centro di Responsabilità “Guardia di Finanza” le risorse stanziate per il 2010 risultano pari a poco più di 4 miliardi di euro, con un incremento di 90 milioni rispetto al dato assestato 2009.

 

 

Guardia di Finanza

(milioni di euro)

Missione/Programma

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

1.  Politiche economico finanziarie e di bilancio (29)

 

 

 

1.3       Prevenzione e repressione delle frodi e delle violazioni agli obblighi fiscali (29.3)

2.536,1

98,3

2.634,4

5.         Ordine pubblico e sicurezza (7)

 

 

 

5.1       Concorso della Guardia di Finanza alla sicurezza pubblica (7.5)

1.468,8

5,8

1.474,6

18.       Politiche previdenziali (25)

 

 

 

18.1  Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale (25.2)

64,7

-14,1

50,7

Totale Guardia di FINANZA

4.069,6

90,0

4.159,7

 

 

In particolare per quanto riguarda il programma “Prevenzione e repressione delle frodi e delle violazioni agli obblighi fiscali” il disegno di legge di bilancio per il 2010 prevede un incremento di 98 milioni, riferibile per la quasi totalità (circa 91 milioni) alle spese di funzionamento.

 

 

Programma/UPB

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

1.3       Prevenzione e repressione delle frodi e delle violazioni agli obblighi fiscali (29.3)

2.536,1

98,3

6.634,4

1.3.1 Funzionamento

2.446,7

91,2

2.538,0

1.3.2 Interventi

3,0

2,9

5,9

1.3.3 Oneri comuni di parte corrente

1,9

0,2

2,2

1.3.6 Investimenti

84,7

3,7

88,1

 


Per quanto concerne il programma “Concorso della Guardia di Finanza alla sicurezza pubblica” l'incremento di quasi 6 milioni è dovuto in larga parte alle spese per investimenti.

 

Programma/UPB

Ass. 2009

Diff.

BLV 2010

5.1 Concorso della Guardia di Finanza alla sicurezza pubblica (7.5)

1.468,8

5,8

1.474,6

5.1.1 Funzionamento

1.420,3

0,2

1.420,6

5.1.3 Oneri comuni di parte corrente

1,0

0,1

1,2

5.1.6 Investimenti

47,2

5,4

52,7

 

3.3 Gli stanziamenti pluriennali 2010-2012

Nella successiva tavola sono riportati gli stanziamenti pluriennali destinati ai Centri di Responsabilità “Dipartimento delle finanze” e “Guardia di Finanza”, come indicati nel disegno di legge di bilancio.

 

Dipartimento delle finanze

(milioni di euro)

Missione/Programma

2010

2011

2012

1. Politiche economico finanziarie e di bilancio (29)

 

 

 

1.1   Regolazione giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità (29.1)

 

 

 

1.1.1 Funzionamento

466,4

454,7

464,8

1.1.2 Interventi

4.681,5

3.938,3

3.973,0

1.1.3 Oneri comuni di parte corrente

258,1

258,1

258,1

1.1.5 Oneri del debito pubblico

600,0

600,0

878,0

1.1.6 Investimenti

46,2

39,8

47,3

1.5   Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposte (29.5)

 

 

 

1.5.1 Funzionamento

380,4

530,9

355,8

1.5.2 Interventi

48.290,9

47.934,9

47.936,9

1.5.3 Oneri comuni di parte corrente

12,0

12,0

12,0

1.5.6 Investimenti

0

0

0

8. Competitività e sviluppo delle imprese (11)

 

 

 

8.1 Incentivi alle imprese (11.4)

 

 

 

8.1.2 Interventi

80,4

68,1

65,1

8.1.6 Investimenti

1.500,8

682,9

565,9

14. Casa e assetto urbanistico (19)

 

 

 

14.1Edilizia abitativa e politiche territoriali (19.1)

 

 

 

14.1.6 Investimenti

88,5

177,0

265,5

20. Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti (27)

 

 

 

20.1Rapporti con le confessioni religiose (27.5)

 

 

 

20.1.2 Interventi

1.073,0

1.073,0

1.073,0

24    Servizi istituzionali e generali della amministrazioni pubbliche (32)

 

 

 

24.3Servizi ed affari generali per le amministrazioni di competenza (32. 3)

 

 

 

24.3.1 Funzionamento

0

0

0

24.3.6 Investimenti

0

0

0

25. Fondi da ripartire (33)

 

 

 

25.1 Fondi da assegnare (33.1)

 

 

 

25.1.3 Oneri comuni di parte corrente

12,1

12,5

12,5

Totale Dipartimento delle finanze

57.490,3

55.782,2

55.907,9

 

Missione/Programma

2009

2010

2011

1. Politiche economico finanziarie e di bilancio (29)

 

 

 

1.3 Regolamentazione e vigilanza nel settore finanziario (29.3)

 

 

 

1.3.1 Funzionamento

2.538,0

2.496,5

2.501,2

1.3.2 Interventi

6,0

4,6

4,6

1.3.3 Oneri comuni di parte corrente

2,2

2,2

2,2

1.3.6 Investimenti

88,2

81,9

81,9

5. Ordine pubblico e sicurezza (7)

 

 

 

5.1 Concorso della Guardia di Finanza alla sicurezza pubblica (7.5)

 

 

 

5.1.1 Funzionamento

1.420,6

1.408,4

1.411,0

5.1.3 Oneri comuni di parte corrente

1,3

1,3

1,3

5.1.6 Investimenti

52,7

47,0

47,0

18. Politiche previdenziali (25)

 

 

 

18.1 Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale (25.2)

 

 

 

18.1.3 Oneri comuni di parte corrente

50,7

48,6

43,0

Totale Guardia di Finanza

4.159,7

4.090,5

4.092,2

 


3.4 La tabella C del disegno di legge finanziaria 2009 (A.C. 2936)

 

L'articolo 11, comma 3, lett. d), della legge 5 agosto 1978, n. 468 - nel testo sostituito dall'articolo 5 della legge 23 agosto 1988, n. 362 e da ultimo modificato dall’articolo 2, comma 15, della legge n. 208 del 1999 - prevede tra i contenuti propri della legge finanziaria la "determinazione", in apposita tabella, degli stanziamenti annui (per il triennio finanziario di riferimento) delle leggi di spesa permanente, di natura corrente e in conto capitale, la cui quantificazione è rinviata alla legge finanziaria (Tabella C).

 

Nella tabella che segue sono esposti, relativamente alle leggi presenti in tabella C per le materie di competenza della VI Commissione finanze, gli importi delle dotazioni di ciascuna autorizzazione di spesa di Tabella C per gli anni 2010, 2011 e 2012 come definiti dal disegno di legge finanziaria in esame, poste a raffronto con le originarie previsioni di spesa per il 2010 iscritte nella Tabella C della legge finanziaria del 2009, ricordando che le variazioni sono essenzialmente dovute alle riduzioni lineari apportate a legislazione vigente.

 

(in migliaia di euro)

 

L.F. 2009 (L. 203/08)

DDL finanziaria 2010
(A.C. 2936)

 

2010

2010

2011

2012

Ministero dell’economia e delle finanze

 

 

 

 

Politiche economico-finanziarie e di bilancio

Regolazione giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità

D.Lgs. 287/1999: Riordino della SSPA-Scuola superiore della pubblica amministrazione (U.P.B. 1.1.2. – cap. 3935)

12.553

12.510

11.945

11.945

D.Lgs. 300/1999, art. 70, co. 2: Finanziamento Agenzia del demanio (U.P.B. 1.1.2. - cap. 3901)

102.314

101.815

87.646

87.646

Regolamentazione e vigilanza sul settore finanziario

D.L. 95/1974: Disposizioni relative al mercato mobiliare ed al trattamento fiscale dei titoli azionari (CONSOB) (U.P.B. 1.4.2 – cap. 1560)

8.465

8.414

6.208

6.208

Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d'imposte

D.L. 185/2008, art. 3, co. 9: Compensazione oneri derivanti dalla fruizione di tariffe agevolate energia elettrica e gas (1.5.2 - interventi - cap. 3822)

88.145

87.977

87.973

87.973

 


4. Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato

Lo stato di previsione dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS)[9] indica, per l’anno 2010, un aumento delle entrate e delle spese pari a 636,4 milioni di euro rispetto al dato assestato 2009.

Il raffronto fra le previsioni per l’anno 2010 e le previsioni assestate 2009 si presenta secondo il prospetto che segue; la spesa complessiva viene ripartita in spesa di parte corrente e spesa in conto capitale.

 

(dati in milioni di euro)

 

Prev. Ass. 2009

Variazioni

Previsioni 2010

ENTRATE

 

 

 

Titolo I – Entrate correnti

1.165,1

30,4

1.195,5

Titolo II – Entrate c/capitale

10,0

-

10,0

Titolo III- Accensione prestiti

-

-

-

Gestioni speciali ed autonome

15.086,4

606,0

15.692,4

Totale Entrate

16.261,5

636,4

16.897,9

SPESE

 

 

 

Titolo I – Spese correnti

1.127,5

30,4

1.157,9

- Funzionamento

531,4

5,4

536,8

- Interventi

352,7

0,5

353,2

- Oneri comuni

243,4

24,5

267,9

Titolo II – Spese c/ capitale

47,6

-

47,6

- Investimenti

47,6

-

47,6

Titolo III - Rimborso prestiti

-

-

--

Titolo IV - Gestioni speciali ed autonome

15.086,4

606,0

15.692,4

Totale Spese

16.261,5

636,4

16.897,9

 

La nota tecnica preliminare precisa che, anche per lo stato di previsione dell’AAMS, la struttura delineata per il 2010 è coerente alla complessiva riclassificazione del bilancio per missioni e programmi. In termini di competenza, le gestioni speciali ed autonome pareggiano nei rispettivi capitoli di entrata e di spesa; le somme introitate nell’apposito capitolo (3001) dello stato di previsione dell’entrata dell’AAMS rappresentano il finanziamento assegnato dal Tesoro per la gestione del Lotto automatizzato (somme correlate al capitolo 1634 dello stato di previsione della spesa del MEF).

 

La spesa complessiva, escluse le gestioni speciali ed il rimborso prestiti, ammonta a 1.205,5 milioni di euro.

Per ciò che attiene alle entrate ed alle spese correnti, si registra un aumento per un pari importo (30,4 milioni di euro) che dà luogo alla compensazione delle stesse.


5. L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato:
Tavole allegate

 

 

 

 

Tavola I       Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola II      Le spese complessive per funzioni-obiettivo e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola III     Andamento delle entrate finali per categorie;

Tavolo IV    Andamento delle principali imposte.

 

Le variazioni in termini assoluti, a seguito della I Nota di variazioni e in percentuale sono riferite al dato assestato 2009.

 

Tutti i dati delle spese sono al lordo dei rimborsi IVA e delle regolazioni debitorie.

 

I dati del disegno di legge di assestamento 2009 sono riferiti al testo presentato al Senato (A.S. 1646).


Tavola I – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

MINISTERI

Ass. 2009

%

BLV
2010

%

I Nota
Bil 2010

%

Diff. VA

Diff. %

Economia e finanze

329.989

60,2

318.622

59,6

319.844

59,6

-10.145

-3,1

Sviluppo economico

7.730

1,4

9.558

1,8

10.555

2,0

2.825

36,5

Lavoro e politiche sociali

81.949

15,0

82.920

15,5

83.044

15,5

1.095

1,3

Giustizia

7.757

1,4

7.408

1,4

7.408

1,4

-349

-4,5

Affari esteri

2.164

0,4

2.074

0,4

2.074

0,4

-90

-4,2

Istruzione

55.661

10,2

55.252

10,3

55.280

10,3

-381

-0,7

Interno

29.035

5,3

27.205

5,1

27.330

5,1

-1.705

-5,9

Ambiente e tutela del mare

1.284

0,2

738

0,1

738

0,1

-546

-42,5

Infrastrutture

7.648

1,4

6.985

1,3

6.990

1,3

-658

-8,6

Difesa

21.447

3,9

20.363

3,8

20.364

3,8

-1.083

-5,0

Politiche agricole

1.546

0,3

1.377

0,3

1.386

0,3

-160

-10,3

Beni e attività culturali

1.731

0,3

1.702

0,3

1.702

0,3

-29

-1,7

TOTALE SPESE FINALI

547.941

100

534.204

100,0

536.715

100,0

-11.226

-2,0

 

Tavola II – Le spese complessive per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

FUNZIONI-OBIETTIVO

Ass. 2009

%

BLV
2010

%

I Nota
Bil 2010

%

Diff.
I Nota/Ass

Diff. %

1Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

494.952

64,8

534.306

67,4

535.357

67,3

40.405

8,2

2 Difesa

22.147

2,9

20.791

2,6

20.791

2,6

-1.356

-6,1

3 Ordine pubblico e sicurezza

20.351

2,7

19.690

2,5

19.690

2,5

-661

-3,2

4 Affari economici

49.049

6,4

42.923

5,4

43.175

5,4

-5.874

-12,0

5 Protezione dell'ambiente

1.654

0,2

1.100

0,1

1.100

0,1

-554

-33,5

6Abitazioni e assetto territoriale

1.120

0,1

754

0,1

754

0,1

-366

-32,7

7 Sanità

9.506

1,2

10.733

1,4

11.791

1,5

2.285

24,0

8Attività ricreative, culturali e di culto

5.524

0,7

5.711

0,7

5.714

0,7

190

3,4

9 Istruzione

53.190

7,0

52.956

6,7

52.969

6,7

-221

-0,4

10 Protezione sociale

105.732

13,9

103.828

13,1

103.963

13,1

-1.769

-1,7

TOTALE SPESE COMPLESSIVE

763.226

100,0

792.792

100,0

795.304

100,0

32.078

4,2

 

Tavola III – Andamento delle entrate finali per categorie

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

CATEGORIE

Ass. 2009

%

BLV
2010

%

I Nota
Bil 2010

%

Diff. VA

Diff. %

I - Imposte sul patrimonio e sul reddito

242.190

51,4

245.218

52,2

245.218

52,2

3.028

1,3

II - Tasse e imposte sugli affari

147.057

31,2

145.840

31,1

145.840

31,1

-1.217

-0,8

III - Imposte sulla produzione, consumi e dogane

25.660

5,4

26.017

5,5

26.175

5,6

515

2,0

IV - Monopoli

10.507

2,2

10.507

2,2

10.507

2,2

-

-

V - Lotto, lotterie ed altre attività di gioco

12.294

2,6

12.654

2,7

12.654

2,7

360

2,9

Totale entrate tributarie

437.708

92,9

440.236

93,8

440.394

93,8

2.686

0,6

VI - Proventi speciali

718

0,2

720

0,2

720

0,2

2

0,3

VII - Proventi dei servizi pubblici minori

5.887

1,2

4.375

0,9

4.375

0,9

-1.512

-25,7

VIII – Proventi dei beni dello stato

271

0,1

203

0,0

203

0,0

-68

-25,1

IX - Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

1.961

0,4

2.300

0,5

2.300

0,5

339

17,3

X - Interessi su anticipa­zioni e crediti vari del Tesoro

4.971

1,1

5.257

1,1

5.257

1,1

286

5,8

XI - Recuperi, rimborsi e contributi

15.386

3,3

12.329

2,6

12.329

2,6

-3.057

-19,9

XII - Partite che si compensano nella spesa

2.718

0,6

2.819

0,6

2.819

0,6

101

3,7

Totale entrate extratributarie

31.912

6,8

28.003

6,0

28.003

6,0

-3.909

-12,2

XIII - Vendita di beni ed affrancazione di canoni

515

0,1

170

0,0

170

0,0

-345

-67,0

XIV - Ammortamento di beni patrimoniali

1.054

0,2

900

0,2

900

0,2

-154

-14,6

XV - Rimborso anticipa­zioni e crediti vari del Tesoro

8

0,0

146

0,0

146

0,0

138

1.725,0

Totale alienazione ed ammortamento di beni

1.577

0,3

1.216

0,3

1.216

0,3

-361

-22,9

TOTALE ENTRATE FINALI

471.197

100,0

469.455

100,0

469.613

100,0

-1.584

-0,3

 


Tavola IV – Andamento delle principali imposte

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

PRINCIPALI IMPOSTE

Ass. 2009

%

BLV
2010

%

I Nota
Bil 2010

%

Diff. VA

Diff. %

Entrate tributarie

437.708

100,0

440.236

100,0

440.394

100,0

2.686

0,6

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrate ricorrenti:

434.060

92,9

439.224

99,8

439.382

99,8

5.322

1,2

1 - Redditi

174.024

37,3

178.361

40,5

178.361

40,5

4.337

2,5

2 - Reddito delle società

47.868

10,2

48.596

11,0

48.596

11,0

728

1,5

3 - Imposte sostitutive

13.654

2,9

14.057

3,2

14.057

3,2

403

3,0

4 - Altre imposte dirette

3.358

0,7

3.554

0,8

3.554

0,8

196

5,8

5 - IVA

124.568

26,7

122.725

27,9

122.725

27,9

-1.843

-1,5

6 - Registro, bollo e sostitutive

10.952

2,3

11.488

2,6

11.646

2,6

694

6,3

7 - Accisa e imposta erariale sugli oli minerali

19.718

4,2

19.918

4,5

19.918

4,5

200

1,0

8 - Accisa e imposta erariale su altri prodotti

5.887

1,3

6.044

1,4

6.044

1,4

157

2,7

9 - Imposte sui generi di monopolio

10.506

2,2

10.506

2,4

10.506

2,4

-

-

10 - Lotto

6.554

1,4

6.782

1,5

6.782

1,5

228

3,5

11 - Imposte gravanti sui giochi

3.018

0,6

3.072

0,7

3.072

0,7

54

1,8

12 - Lotterie ed altri giochi

2.722

0,6

2.800

0,6

2.800

0,6

78

2,9

13 -Altre imposte indirette

11.231

2,4

11.321

2,6

11.321

2,6

90

0,8

Entrate non ricorrenti:

3.648

0,8

1.012

0,2

1.012

0,2

-2.636

-72,3

1 -Imposte sostitutive

3.244

0,7

606

0,1

606

0,1

-2.638

-81,3

2 - Altre imposte dirette

-

0,0

-

0,0

-

0,0

-

-

3 - Condoni dirette

42

0,0

44

0,0

44

0,0

2

4,8

4 - Altre imposte indirette

360

0,1

360

0,1

360

0,1

-

-

5 - Condoni indiretti

2

0,0

2

0,0

2

0,0

-

-


PARTE III
Il disegno di legge finanziaria per il 2010

 


 

Articolo 2, commi 7 e 8
(Agevolazioni per ristrutturazioni edilizie)

 


7. All'articolo 1, comma 17, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'alinea, le parole: «2010 e 2011» sono sostituite dalle seguenti: «2010, 2011 e 2012»;

b) alla lettera a), le parole: «dicembre 2011» sono sostituite dalle seguenti: «dicembre 2012»;

c) alla lettera b), le parole: «dicembre 2011» sono sostituite dalle seguenti: «dicembre 2012» e le parole: «giugno 2012» sono sostituite dalle seguenti: «giugno 2013».

8. All'articolo 1, comma 18, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, le parole: «2010 e 2011» sono sostituite dalle seguenti: «2010, 2011, 2012 e successivi».


 

 

I commi 7 e 8, modificando rispettivamente i commi 17 e 18 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244), intervengono sulla disciplina relativa alle spese di ristrutturazione edilizia prevedendo:

-        la proroga per l’anno 2012 della detrazione IRPEF;

-        la messa a regime dell’applicazione dell’aliquota IVA agevolata.

 

Le modifiche al comma 17 della legge finanziaria 2008 recate dal comma 7 in esame interessano la proroga della detrazione IRPEF, in misura pari al 36% per un importo di spesa non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare, relativamente a:

a)      spese di ristrutturazione edilizia[10], di cui all’articolo 2, comma 5, della legge n. 289/2002 (finanziaria 2003) realizzate su unità immobiliari a prevalente destinazione abitativa privata. Per effetto delle modifiche introdotte dal comma in esame sono detraibili anche le spese sostenute nel 2012[11];

b)      spese per il restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia[12] eseguite su interi fabbricati dalle imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare nonché da cooperative edilizie che provvedano alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile. Per effetto delle modifiche introdotte dal comma in esame, il termine entro il quale devono essere eseguiti gli interventi è prorogato dal 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2012 e il termineentro il quale gli immobili devono essere alienati o assegnati è differito dal 30 giugno 2012 al 30 giugno 2013[13].

 

Le modifiche al comma 18 della legge finanziaria 2008 recate dal comma 8, invece, prevedono l'applicazione a regime dell’aliquota IVA agevolata al 10% alle prestazioni di cui all’art. 7, comma 1, lettera b), della legge n. 488 del 1999 (legge finanziaria 2000)[14]. Si tratta, in particolare, dei seguenti interventi di recupero del patrimonio edilizio realizzati su fabbricati a prevalente destinazione abitativa privata:

-        interventi di manutenzione ordinaria, ossia quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;

-        interventi di manutenzione straordinaria, ossia le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso;

-        interventi di restauro e di risanamento conservativo, ossia quelli rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio;

-        interventi di ristrutturazione edilizia, ossia quelli rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l’eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti.

 

Si ricorda che sino alla legge finanziaria 2009 l'applicazione dell'aliquota IVA ridotta era rinnovata di anno in anno e prevista solo transitoriamente, in considerazione dei termini di durata della relativa autorizzazione rilasciata dal Consiglio dell'Unione europea. Tuttavia con l'approvazione della direttiva 2009/47/CE del Consiglio, del 5 maggio 2009, con la quale è stato modificato l'allegato III alla direttiva IVA 2006/112/CE - contenente un elenco di beni e servizi per i quali gli Stati membri possono decidere l'applicazione di un'aliquota ridotta - sono stati inseriti anche i servizi ad alta intensità di lavoro, incluse le ristrutturazioni edilizie, tra quelli a cui è applicabile l'aliquota ridotta.

A differenza di quanto previsto in passato, l'attuale normativa comunitaria consente pertanto agli Stati membri di introdurre a regime l'aliquota IVA ridotta per le prestazioni nel settore edile.

 

Sul piano della formulazione della norma, tenuto conto che il comma 8 trasforma l’applicazione dell’aliquota IVA ridotta da regime transitorio a regime definitivo, sarebbe opportuno introdurre, in luogo di una proroga per gli anni “2012 e successivi” nella legge finanziaria per il 2008, una novella al Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 recante “Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto”.

 

Si ricorda inoltre che ai sensi dell’articolo 1, comma 19, della legge finanziaria per il 2008, la detrazione fiscale IRPEF spetta solo se il costo della relativa manodopera risulta evidenziato in fattura. Tale requisito, invece, non è richiesto ai fini dell’applicazione dell’aliquota agevolata IVA.

 


 

Articolo 2, comma 22
(Esenzione fiscale per le vittime del terrorismo)

 

22. Le vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice e i loro superstiti, compresi i figli maggiorenni, gli ascendenti, i fratelli e le sorelle che siano stati parti in causa in un procedimento civile, penale, amministrativo o contabile comunque dipendente da atti di terrorismo o da stragi di tale matrice, sono esenti dall'obbligo di pagamento dell'imposta di registro previsto, quali parti in causa, dall'articolo 57 del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, e di ogni altra imposta.

 

 

Il comma 22, introdotto durante l’esame del disegno di legge al Senato, dispone l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro - prevista dall’articolo 57 del decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131[15] per le parti in causa - e di ogni altra imposta, per i seguenti soggetti:

§      vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice;

§      i loro superstiti, compresi i figli maggiorenni, gli ascendenti, i fratelli e le sorelle che siano state parti in causa in un procedimento civile, penale, amministrativo o contabile comunque dipendente da atti di terrorismo o di stragi di tale matrice.

 

L'articolo 57 del D.P.R. n. 131/1986 enumera altresì le parti in causa tra i soggetti obbligati al pagamento dell’imposta di registro per alcune categorie di atti (tra gli altri, i contratti verbali e delle operazioni di società ed enti esteri, di cui al primo comma dell’articolo 57).

 

Si osserva tuttavia che non appare chiaro il riferimento all’esenzione per "ogni altra imposta"; benché, in considerazione della materia cui fa riferimento il comma in esame, possa ipotizzarsi che essa sia circoscritta agli obblighi previsti dal Testo unico in materia di spese di giustizia[16], la genericità della dizione in questione potrebbe dar luogo a problematiche in sede applicativa. Sembrerebbe pertanto utile precisare più circostanziatamente in norma il contenuto dell’esenzione medesima.


 

Articolo 2, comma 33
(Finanziamento in favore dei consorzi di confidi)

 


33. Al fine di assicurare efficace sostegno alle iniziative di rilancio produttivo e di tutela occupazionale nelle aree a più alto tasso di ricorso alla cassa integrazione, nonché per potenziare gli strumenti di tutela della stabilità dell'occupazione, nell'ambito delle risorse del fondo di garanzia di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, una quota di 10 milioni di euro è destinata agli interventi in favore dei consorzi dei confidi delle province con il più alto tasso di utilizzazione della cassa integrazione. Con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità attuative del presente comma.


 

 

Il comma 33 dell’articolo 2 in esame destina, nell'ambito delle risorse del Fondo per la finanza d'impresa, una quota di 10 milioni di euro agli interventi in favore dei consorzi dei confidi delle province con il più alto tasso di utilizzazione della cassa integrazione.

 

Il richiamato articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266 aveva stabilito, in generale, che la garanzia del fondo ivi previsto poteva essere concessa alle banche, agli intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'articolo 107 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, recante il testo unico bancario, e alle società finanziarie per l'innovazione e lo sviluppo iscritte all'albo di cui all'articolo 2, comma 3, della legge 5 ottobre 1991, n. 317, a fronte di finanziamenti a piccole e medie imprese, ivi compresa la locazione finanziaria, e di partecipazioni, temporanee e di minoranza, al capitale delle piccole e medie imprese. La garanzia del fondo era estesa a quella prestata dai fondi di garanzia gestiti dai consorzi di garanzia collettiva fidi di cui all'articolo 155, comma 4, del testo unico bancario e dagli intermediari finanziari iscritti nell'elenco generale di cui all'articolo 106 del medesimo testo unico.

L’articolo 1, comma 847, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), in attesa della riforma delle misure a favore dell'innovazione industriale, ha quindi istituito il Fondo per la finanza d'impresa, al quale sono conferite le risorse del sopra citato Fondo di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, del Fondo di cui all'articolo 4, comma 106, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, che vengono soppressi, nonché altre risorse.

 

Il Fondo opera con interventi mirati a facilitare operazioni di concessione di garanzie su finanziamenti e di partecipazione al capitale di rischio delle imprese anche tramite banche o società finanziarie sottoposte alla vigilanza della Banca d'Italia e la partecipazione a operazioni di finanza strutturata, anche tramite sottoscrizione di fondi di investimento chiusi, privilegiando gli interventi di sistema in grado di attivare ulteriori risorse finanziarie pubbliche e private in coerenza con la normativa nazionale in materia di intermediazione finanziaria. Con riferimento alle operazioni di partecipazione al capitale di rischio gli interventi del Fondo per la finanza di impresa sono prioritariamente destinati al finanziamento di programmi di investimento per la nascita ed il consolidamento delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato contenuto tecnologico, al rafforzamento patrimoniale delle piccole e medie imprese localizzate nelle aree dell'obiettivo 1 e dell'obiettivo 2 di cui al regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del 21 giugno 1999, nonché a programmi di sviluppo posti in essere da piccole e medie imprese e per sostenere la creazione di nuove imprese femminili ed il consolidamento aziendale di piccole e medie imprese femminili.

 

Tuttavia, alcune recenti disposizioni hanno ancora riguardato il finanziamento della dotazione del Fondo di garanzia di cui all’articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266 (ad esempio, i commi 5 e 8 dell'articolo 7-quinquies, l'articolo 7-septies e il comma 2 dell'articolo 8, del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione).

 

Sarebbe opportuno che la norma facesse quindi direttamente riferimento al sopra menzionato Fondo per la finanza d'impresa, piuttosto che ad uno dei fondi che il citato comma 847 ha soppresso, disponendone la confluenza nel medesimo Fondo per la finanza d'impresa.

 

La destinazione di una quota di 10 milioni di euro nell'ambito delle risorse del fondo agli interventi in favore dei consorzi dei confidi delle province con il più alto tasso di utilizzazione della cassa integrazione viene effettuata con le finalità:

1)      di assicurare efficace sostegno alle iniziative di rilancio produttivo e di tutela occupazionale nelle aree a più alto tasso di ricorso alla cassa integrazione;

2)      di potenziare gli strumenti di tutela della stabilità dell'occupazione.

 

La disposizione demanda quindi ad un decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il compito di stabilire le modalità di attuazione.

 


 

Articolo 2, comma 35
(Proroga di disposizioni concernenti l'assegnazione diretta alle province dell'addizionale sul consumo di energia elettrica)

 

35. Per l'anno 2010 sono prorogate le disposizioni di cui al comma 153 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni.

 

 

Il comma 35 dell’articolo 2 proroga per l'anno 2010 le disposizioni della legge finanziaria 2007 – recate all’articolo 1, comma 153, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e successive modifiche – con le quali è stata prevista, in deroga alla disciplina generale, l'assegnazione adalcune province della riscossione diretta dell'addizionale sul consumo di energia elettrica.

 

Si ricorda in proposito che l’articolo 1, comma 153 della legge finanziaria 2007 – così come modificato dall’articolo 6, comma 6, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81[17] - ha demandato a un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze l’individuazione delle province cui assegnare, nel limite di spesa di 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la riscossione diretta dell’addizionale sul consumo di energia elettrica (relativa ai consumi con forniture di potenza impegnata maggiore di 200 kW) in deroga alle ordinarie modalità di riscossione , disciplinate all’articolo 6 del decreto-legge n. 511 del 1988[18] (l’articolo 6, come si vedrà infra, disciplina l’addizionale in commento).

 

Tale assegnazione diretta può essere applicata alle province in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:

-        province confinanti con quelle di Trento e Bolzano;

-        province confinanti con la Confederazione elvetica;

-        province nelle quali oltre il 60 per cento dei comuni ricade nella zona climatica “F”, di cui al D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412[19].

 

Le disposizioni assegnano priorità alle province in possesso di almeno 2 dei predetti parametri.

 

Il Ministero dell’economia e delle finanze, con D. M. 20 dicembre 2007, ha assegnato le risorse relative all’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica relative all’anno 2006 alle seguenti province e con la seguente ripartizione:

-        complessivi 3.996.794 euro alle province di Belluno e Sondrio, in quanto aventi due dei requisiti previsti dalla legge;

-        complessivi 4.003.206 alle province di Brescia, Como, Varese, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza, in quanto aventi uno dei requisiti richiesti dalla legge.

 

La norma in commento proroga tali disposizioni per l’anno 2010 assegnando, all’uopo, risorse per un ammontare pari a 8 milioni di euro (capitolo 1333 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell’interno, come risultante dalla I nota di variazione al disegno di legge di bilancio).

 

L’addizionale comunale e provinciale sull’energia elettrica è stata istituita dall’articolo 6 del decreto-legge n. 511 del 1988 (“Disposizioni urgenti in materia di finanza regionale e locale”), convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 1989, n. 20. La materia è stata recentemente ridisciplinata dal decreto legislativo 2 febbraio 2007, n. 26, il quale, in attuazione della direttiva 2003/96/CE, ha ristrutturato il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità[20]. L’articolo 5 ha in particolare sostituito l’articolo 6 del decreto-legge n. 511 del 1988, recante la disciplina delle addizionali comunale e provinciale sull’energia elettrica.

La nuova disciplina riproduce peraltro sostanzialmente le disposizioni previgenti, in particolare per quanto riguarda la misura delle addizionali. L’addizionale all'accisa sull'energia elettrica è prevista di euro 9,30 per mille kWh in favore delle province per qualsiasi uso effettuato in locali e luoghi diversi dalle abitazioni, per tutte le utenze, fino al limite massimo di 200.000 kWh di consumo al mese. Con deliberazione, da adottarsi entro i termini di approvazione del bilancio di previsione, le province possono peraltro incrementare tale misura fino a euro 11,40 per mille kWh. Le deliberazioni sono pubblicate sul sito informatico del Dipartimento per le politiche fiscali del Ministero dell'economia e delle finanze. Alcune limitate modifiche hanno inciso sulle modalità di applicazione dell’addizionale. In particolare le addizionali sono dovute al momento della fornitura dell'energia elettrica ai consumatori finali ovvero, per l'energia elettrica prodotta o acquistata per uso proprio, al momento del suo consumo. Le addizionali sono liquidate e riscosse con le stesse modalità dell'accisa sull'energia elettrica. Le addizionali relative a forniture di energia elettrica con potenza disponibile non superiore a 200 kW sono versate direttamente ai comuni ed alle province nell'ambito del cui territorio sono ubicate le utenze. Per quanto riguarda invece le addizionali relative a forniture di energia elettrica con potenza disponibile superiore a 200 kW e quelle relative al consumo dell'energia elettrica, prodotta o acquistata per uso proprio, queste sono versate all'erario, ad eccezione di quelle riscosse nell'ambito delle province autonome di Trento e di Bolzano che sono versate direttamente ai comuni ed alle province stesse.

Si ricorda inoltre che l’articolo 6 del decreto-legge n. 511 del 1988 prevede che le addizionali sul consumo di energia elettrica siano liquidate e riscosse con le stesse modalità dell’imposta erariale di consumo sull’energia elettrica e siano versate direttamente ai comuni e alle province nell’ambito del cui territorio sono ubicate le utenze, con esclusione di quelle sui consumi relativi a forniture con potenza impegnata superiore ai 200 chilowatt.

Queste ultime, infatti, sono liquidate e riscosse con le stesse modalità dell’imposta erariale di consumo sull’energia elettrica e sono versate in apposito conto corrente aperto presso la Tesoreria centrale dello Stato intestato a “Ministero del tesoro: somme da devolvere a favore dei comuni e delle province”.

Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, le somme affluite nel predetto conto corrente di tesoreria sono prelevate per essere iscritte nei competenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell’interno, per la successiva loro ripartizione tra i comuni e le province secondo criteri individuati dal Ministro dell’interno, sentite l’UPI e l’ANCI. In relazione al particolare ordinamento finanziario delle province di Trento e di Bolzano, le addizionali in questione, riscosse nell’ambito delle province medesime, sono versate direttamente ai comuni e alle province interessate.

In base all’articolo 2, comma 1, del citato D.P.R. n. 412 del 1993, il territorio nazionale è suddiviso nelle seguenti sei zone climatiche in funzione dei gradi-giorno, indipendentemente dalla ubicazione geografica:

§       Zona A: comuni che presentano un numero di gradi-giorno non superiore a 600;

§       Zona B: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 600 e non superiore a 900;

§       Zona C: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 900 e non superiore a 1.400;

§       Zona D: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100;

§       Zona E: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 2.100 e non superiore a 3.000;

§       Zona F: comuni che presentano un numero di gradi-giorno maggiore di 3.000.

Ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera z), per gradi-giorno di una località, si intende la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura dell’ambiente, convenzionalmente fissata a 20 C°, e la temperatura media esterna giornaliera; l’unità di misura utilizzata è, per l’appunto, il grado-giorno.


 

Articolo 2, comma 36
(Differimento del termine per l'alienazione delle partecipazioni eccedenti detenute in banche popolari)

 

36. Per i soggetti che alla data del 31 dicembre 2008 detenevano una partecipazione al capitale sociale di banche popolari superiore alla misura prevista al comma 2 dell'articolo 30 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, è ulteriormente differito al 31 dicembre 2010 il termine per l'alienazione delle azioni eccedenti di cui al citato articolo 30, comma 2.

 

 

Il comma 36 dell'articolo 2 in esamedispone l'ulteriore differimento fino al 31 dicembre 2010 del termine annuale entro il quale devono essere alienate le azioni del capitale sociale delle banche popolari detenute in eccesso rispetto al limite di possesso azionario fissato nello 0,50 per cento del capitale sociale. La disposizione si applica ai soggetti che detenevano una partecipazione superiore al suddetto limite al 31 dicembre 2008.

 

Di fatto, pertanto, i soci che al 31 dicembre 2008 detenevano una partecipazione eccedente il limite avranno a disposizione due anni per procedere all'alienazione, invece del termine ordinario annuale di cui al decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 - testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB).

 

Al riguardo, si ricorda che in base all’articolo 30, comma 1, del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 (TUB) ogni socio di banche popolari ha diritto ad un voto, a prescindere dal numero delle azioni possedute (c.d. principio del voto capitario).

Il comma 2 stabilisce che nessun socio possa detenere azioni in misura eccedente lo 0,50 per cento del capitale sociale. La banca, appena rileva il superamento di tale limite, contesta al detentore la violazione del divieto. Le azioni eccedenti devono essere alienate entro un anno dalla contestazione; trascorso tale termine, i relativi diritti patrimoniali maturati fino all’alienazione delle azioni eccedenti vengono acquisiti dalla banca.

 

Una proroga del suddetto termine annuale era già stata inizialmente prevista dall'art. 28-bis del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248[21] a favore di tutti i soggetti che, alla data del 31 dicembre 2007, detenevano una partecipazione al capitale sociale di banche popolari superiore allo 0,50 per cento. Pertanto, tali soggetti avevano a disposizione due anni dalla data di contestazione dell’inosservanza del limite dello 0,50 per cento per procedere all'alienazione.

Successivamente l'articolo 41, comma 14, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207[22], ha previsto un secondo differimento fino ad un anno del termine annuale entro il quale dovevano essere alienate le azioni del capitale sociale delle banche popolari detenute in eccesso rispetto al limite di possesso azionario, qualora il superamento di tale limite derivasse da operazioni di concentrazione tra banche oppure tra investitori.

 


 

Articolo 2, comma 42
(Estensione alla Guardia di finanza delle attività negoziali della Difesa)

 


42. Per il contenimento delle relative spese di potenziamento, ammoderna
mento, manutenzione e supporto per mezzi, materiali e strutture in dotazione, la facoltà di cui all'articolo 1, comma 568, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, di stipulare, nei termini ivi contemplati, convenzioni e contratti aventi ad oggetto la permuta di materiali o prestazioni con soggetti pubblici e privati compete anche al Corpo della guardia di finanza. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono disciplinate le condizioni e le modalità per la stipula degli atti e l'esecuzione delle prestazioni di cui al periodo precedente, nel rispetto della vigente disciplina in materia negoziale e del principio di economicità.


 

 

Il comma 42 dell’articolo 2 estende alla Guardia di finanza la facoltà, in origine concessa dalla legge finanziaria 2006 (articolo 1, comma 568 della legge 23 dicembre 2005, n. 266) al Ministero della difesa, di stipulare convenzioni e contratti aventi ad oggetto la permuta di materiali o prestazioni con soggetti pubblici e privati, con finalità di contenimento della spesa, nei medesimi termini previsti dalla citata legge finanziaria 2006.

Tale facoltà è concessa con lo scopo di contenere le spese di potenziamento, ammodernamento, manutenzione e supporto per mezzi, materiali e strutture in dotazione al Corpo della Guardia di finanza.

L’articolo 1, comma 568 della legge finanziaria 2006 (legge 23 dicembre 2005, n. 266) ha autorizzato, ai fini del contenimento delle spese di ricerca, potenziamento, ammodernamento, manutenzione e supporto relative ai mezzi, sistemi, materiali e strutture in dotazione alle Forze armate, inclusa l'Arma dei carabinieri, il Ministero della difesa, anche in deroga alle norme sulla contabilità generale dello Stato e nel rispetto della legge 9 luglio 1990, n. 185 (recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento) a stipulare convenzioni e contratti per la permuta di materiali o prestazioni con soggetti pubblici e privati.

Il successivo comma 569 ha demandato a un decreto del Ministero della difesa, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, la disciplina di condizioni e le modalità per la stipula degli atti e l'esecuzione delle prestazioni, nel rispetto della vigente disciplina in materia negoziale e del principio di economicità. Tale decreto è stato emanato in data 29 dicembre 2006; esso tra l’altro indica le modalità per la stipula degli atti e l'esecuzione delle prestazioni, nonché per l’individuazione dei materiali e delle prestazioni da permutare. In particolare, l’articolo 7 del DM prevede l’applicazione, agli atti negoziali disciplinati dal medesimo provvedimento ed alle relative reciproche obbligazioni, in quanto compatibili, le norme stabilite in materia di appalti di pubbliche forniture di beni e servizi, nonché materia di lavori pubblici.

La norma in commento demanda – con formulazione analoga al citato articolo 1, comma 569 della legge finanziaria 2006 - a un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze la disciplina delle condizioni e delle modalità per la stipula degli atti e l’esecuzione delle prestazioni.

 


 

Articolo 2, comma 51
(Contributo orfani vittime terrorismo e stragi)

 


51. Nei confronti degli orfani delle vittime di terrorismo e delle stragi di tale matrice che siano stati già collocati in pensione è riconosciuto un contributo straordinario per l'anno 2010 pari a 5 milioni di euro. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, si provvede alla ripartizione del predetto contributo sulla base dei criteri di cui all'articolo 4, comma 2, della legge 3 agosto 2004, n. 206, e successive modificazioni, in modo tale da escludere sperequazioni di trattamento tra le diverse categorie di beneficiari. Tale contributo non è decurtabile ad ogni effetto di legge e allo stesso contributo si applicano i benefìci fiscali di cui all'articolo 2, commi 5 e 6, della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di esenzioni dall'IRPEF.


 

 

Il comma 51, inserito nel corso dell’esame al Senato, prevede l’elargizione di un contributo straordinario per l’anno 2010 nei confronti degli orfani, già collocati in pensione, delle vittime di terrorismo e delle stragi di tali matrice. Il contributo, pari a 5 milioni di euro, è ripartito sulla base dei criteri individuati dall’articolo 4, comma 2, della legge 206/2004, Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.

 

Nell’ordinamento italiano non esiste a tutt’oggi una normativa generale sostanziale a tutela di tutte le vittime dei reati, mentre sono state nel tempo adottate misure e forme di assistenza, sostegno e informazione a favore di alcune vittime di “specifici” illeciti (in particolare, terrorismo e criminalità organizzata) o di vittime “qualificate” in ragione della riconducibilità della lesione subita all’espletamento di funzioni istituzionali da parte di dipendenti pubblici (vittime del dovere).

La legge 3 agosto 2004, n. 206, Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, ha dettato norme in favore dei cittadini italiani vittime di atti di terrorismo e di stragi, compiute sul territorio nazionale o all’estero, e dei loro familiari superstiti. Tale legge si innesta sulla stratificata disciplina preesistente prevedendo misure agevolative di natura economica, previdenziale e fiscale, che si applicano a tutte le vittime degli atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, compiuti sul territorio nazionale o extranazionale, se coinvolgenti cittadini italiani, nonché ai loro familiari superstiti.

Successivamente, la legge 206/2004 è stata modificata ed integrata e dall’articolo 34 del decreto-legge 159/2007, Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale, e dall’articolo 2, commi 105 e 106, della legge finanziaria 2008 (legge 244/2007). Le disposizioni sopra citate estendono la platea dei destinatari della legge 206/2004 ai quali si applicano i benefici di natura pensionistica contemplati nella medesima legge[23] e introducono innovazioni circa le modalità di calcolo della pensione per una parte dei destinatari stessi.

 

Il citato articolo 4, comma 2, della legge prevede che a tutti coloro che hanno subito un'invalidità permanente pari o superiore all'80 per cento della capacità lavorativa, causata da atti di terrorismo e dalle stragi di tale matrice, sia riconosciuto il diritto immediato alla pensione diretta, in misura pari all'ultima retribuzione percepita integralmente dall'avente diritto e incrementata del 7,50 per cento, secondo le previsioni della stessa legge 206/2004.

La modalità sopra illustrata per la rideterminazione della retribuzione pensionabile deve essere utilizzata anche nella liquidazione delle pensioni a favore dei lavoratori autonomi.

Pertanto, ai fini della liquidazione della pensione e dell’indennità di fine rapporto o altro trattamento equipollente, l’articolo 2 della legge 206/2004, riconosce a chiunque subisca o abbia subito un’invalidità permanente di qualsiasi entità e grado in conseguenza di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, nonché alle vedove e agli orfani, un incremento della retribuzione pensionabile pari al 7,5 per cento. Conseguentemente, il Trattamento di Fine Servizio (TFS), deve essere calcolato sulla base della retribuzione contributiva utile, ossia quella corrisposta nell’ultimo giorno di servizio nel caso della indennità di buonuscita o quella corrisposta negli ultimi dodici mesi di servizio nel caso dell’indennità premio di servizio, maggiorata del 7,5 per cento. La retribuzione utile ai fini del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) viene incrementata per ogni singolo anno di una quota pari al 7,5 per cento.

Il successivo articolo 3 della legge 206/2004 riconosce un aumento figurativo di dieci anni di versamenti contributivi utile ad aumentare, per una pari durata, la misura del trattamento di fine servizio e di fine rapporto a tutti coloro che hanno subito un’invalidità permanente, di qualsiasi entità e grado della capacità lavorativa, causata da atti di terrorismo e dalle stragi di tale matrice. Il medesimo beneficio spetta anche sui trattamenti diretti di fine servizio o fine rapporto dei familiari, anche superstiti, limitatamente al coniuge ed ai figli anche maggiorenni, o, in assenza di questi, ai genitori[24].

 

Ai sensi del comma in esame il “contributo non è decurtabile ad ogni effetto di legge” e non concorre alla formazione della base imponibile ai fini IRPEF.

L’esenzione dall’IRPEF è disposta mediante il rinvio alla disciplina contenuta nell’articolo 2, commi 5 e 6, della legge n. 407/1998[25].

Il richiamato articolo 2 reca disposizioni dirette a disciplinare le indennità spettanti ai soggetti vittime di azioni terroristiche e della criminalità organizzata nonché ai relativi superstiti. In particolare, i commi 5 e 6 dispongono che gli assegni vitalizi corrisposti non concorrono alla formazione del reddito ai fini IRPEF.

E’ opportuno evidenziare che il regime di esenzione previsto dalla norma in esame trova applicazione anche ai fini delle addizionali all’IRPEF. Tali imposte, infatti, sono determinate dai contribuenti applicando le relative aliquote alla base imponibile determinata ai fini IRPEF.

In particolare, l’articolo 50 del D.Lgs. n. 446/1997, istitutivo dell’addizionale regionale all’IRPEF, e l’articolo 1 del D.Lgs. n. 360/1998, istitutivo delle addizionali provinciali e comunali all’IRPEF, dispongono che i predetti tributi si applicano al reddito complessivo determinato ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

 

Sarebbero opportuni dei chiarimenti finalizzati a precisare con maggior dettaglio l’ambito di applicazione della prevista non decurtabilità del contributo ad ogni effetto di legge. Ciò in quanto, trattandosi di una elargizione avente natura straordinaria, non computabile ai fini della determinazione del reddito del percettore, non appaiono individuabili, ad un primo esame, le situazioni nelle quali la stessa potrebbe essere oggetto di decurtazione.

 


 

Articolo 2, comma 54
(Modifica alle disposizioni in materia di biodiesel e alcuni prodotti derivati dalla biomassa)

 

54. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 22-bis, comma 5-bis, del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, è ridotta di 69,2 milioni di euro per l'anno 2010 e di 0,1 milione di euro a decorrere dall'anno 2011. È ridotto da 250.000 tonnellate a 18.000 tonnellate il contingente annuo, per l'anno 2010, di cui all'articolo 22-bis, comma 1, del citato testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.

 

 

Il comma 54, intervenendo sull’articolo 22-bis del D.Lgs. n. 504/1995[26], dispone una rilevante riduzione dello stanziamento destinato all’agevolazione per il bioetanolo nonché un significativo ridimensionamento della quota di biodiesel ammessa ad accisa agevolata.

 

L’articolo 22-bis del D.Lgs. n. 504 del 1995 introduce, nei commi da 1 a 4, agevolazioni fiscali finalizzate all’attuazione di un programma pluriennale (2007-2010) diretto a promuovere l’utilizzo di biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili in sostituzione della benzina e del gasolio nel settore dei trasporti. Viene disposta, tra l’altro, la riduzione della misura dell’accisa da applicare al biodisel destinato ad essere impiegato in miscela con il gasolio. L’agevolazione, che spetta su un contingente annuo fissato in 250.000 tonnellate, consiste nell’applicazione di un’aliquota di accisa corrispondente al 20 per cento di quella ordinaria applicata al gasolio come carburante.

Il medesimo articolo, nei commi da 5 a 5-quater, introduce ulteriori agevolazioni fiscali finalizzate all’attuazione di un ulteriore programma triennale con decorrenza 1° gennaio 2008 che ha l’obiettivo di incrementare l’utilizzo di fonti energetiche, utilizzate come carburanti da sole o in miscela con oli minerali, che determinano un ridotto impatto ambientale. In particolare, si introducono misure agevolate di accisa per il bioetanolo di origine agricola, l’etere etilterbutilico (ETBE) e gli additivi e riformulanti prodotti da biomasse. In merito al profilo finanziario il comma 5-bis stabilisce, per l’attuazione del programma 2008-2010, un limite di spesa fissato in 73 milioni di euro annui, comprensivi dell’IVA.

 

Il primo periodo del comma in esame, prevedendo la riduzione dell’autorizzazione di spesa indicata nel comma 5-bis del richiamato articolo 22-bis, interviene sulle agevolazioni fiscali, introdotte nell’ambito del programma triennale 2008-2010, consistenti nell’applicazione di un’aliquota ridotta di accisa per l’utilizzo di bioetanolo, ETBE nonché additivi e riformulanti prodotti da biomasse.

In particolare, la norma prevede che, per l’anno 2010, l’autorizzazione di spesa sia ridotta da 73 a 3,8 milioni di euro e che, a decorrere dal 2011, l’autorizzazione di spesa sia ridotta di 0,1 milioni annui.

Appaiono opportuni dei chiarimenti circa la riduzione dell’autorizzazione di spesa operata a decorrere dal 2011, tenuto conto che la norma di riferimento disciplina un programma triennale di agevolazioni fiscali che termina il 31 dicembre 2010.

 

Il secondo periodo del comma in esame interviene sulle agevolazioni previste dal comma 1 del richiamato articolo 22-bis introdotte nell’ambito del programma pluriennale 2007-2010.

In particolare, si dispone la riduzione, limitatamente all’anno 2010, da 250.000 a 18.000 tonnellate della quantità di contingente che può beneficiare dell’aliquota ridotta di accisa.

 


 



[1]     Le cui indicazioni positive sembrano trovare conferma nei dati Istat relativi al terzo trimestre dell’anno, in cui si è registrata una crescita del Pil dello 0,6% rispetto al trimestre precedente (comunicato Istat del 13 novembre 2009).

[2]     Decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.

[3]     Si ricorda che nella medesima contabilità dovranno, inoltre, essere riversate le ulteriori risorse, quantificabili in circa 270 milioni di euro, derivanti dal recupero di alcune tipologie di aiuti di Stato disposto ai sensi dell’articolo 19 del decreto-legge del 25 settembre 2009, n. 135, concernente l’attuazione di obblighi comunitari.

[4]     Al momento deve pertanto farsi riferimento, oltre che al comunicato stampa relativo all’approvazione del decreto-legge, alle anticipazioni riportate ne “Il sole 24 ore” del 17 novembre 2009.

[5]     Il DPEF 2010-2013 presentato nel luglio scorso e le risoluzioni parlamentari con cui è stato approvato, avevano fissato, a livello programmatico, un limite massimo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2010 pari a 61.400 milioni di euro, al netto delle regolazioni contabili e debitorie. Con la Nota di Aggiornamento al Documento di Programmazione, presentata a settembre, si è provveduto ad aggiornare tale stima, fissando il saldo netto da finanziare per il 2010 in misura pari ai 63.000 milioni di euro indicato nella norma. La rideterminazione del saldo in 63.000 miliardi di euro è stata effettuata sulla base dei dati del bilancio a legislazione vigente 2010 e degli interventi della manovra per lo stesso anno.

[6]     Si veda, ad esempio, che nell’ambito dell’allegato 2 dello stato di previsione del Ministero della giustizia, alla Missione 6 – Giustizia (Missione 1 del Ministero della Giustizia), è stata introdotta la legge n. 85/2009, art. 32, co. 1, all’interno del programma 1. Tale programma già lo scorso anno conteneva risorse rimodulabili, seppure non da fattore legislativo.

[7]     Ad esempio, all’Interno del Ministero per i beni e le attività culturali, talune autorizzazioni legislative rientranti nell’allegato 2 del bilancio 2009 nell’ambito dei programmi 7 e 8 della Missione 1 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici”, trovano ora allocazione nell’allegato 2 del bilancio di previsione 2010 nel programma 12 di nuova istituzione della medesima Missione.

[8]     Il riepilogo delle Missioni e dei Programmi è contenuto in un apposita Tabella del disegno di legge di bilancio in esame (pag. 60 dello stampato A.S. 1791). In tale elenco, per ogni Missione e sottostante Programma viene indicato il relativo stanziamento a legislazione vigente per il 2009, in termini di competenza, cassa e residui.

[9]     Riportato in Appendice allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze

[10]    Per effetto di un rinvio normativo, tali interventi sono analiticamente elencati nell’art. 1 (Disposizioni tributarie concernenti interventi di recupero del patrimonio edilizio) della legge n. 449 del 1997 "Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica".

[11]    L’articolo 2, comma 15, della legge n. 203/2008 (finanziaria 2009) aveva, da ultimo, prorogato il termine al 31 dicembre 2011.

[12]    Si tratta, più in particolare, delle spese previste dall'articolo 31, primo comma, lettere c) e d), della legge n. 457/1978.

[13]    L’articolo 2, comma 15, della legge n. 203/2008 (finanziaria 2009) aveva, da ultimo, prorogato il termine per eseguire gli interventi al 31 dicembre 2011 e il termine per l’assegnazione o l’alienazione degli immobili al 30 giugno 2012.

[14]    L’articolo 2, comma 15, della legge n. 203/2008 (finanziaria 2009) aveva, da ultimo, prorogato al 2011 il termine per l'applicazione dell'aliquota agevolata.

[15]    Approvazione del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro.

[16]    Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia.

[17]    Decreto- legge 2 luglio 2007, n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria e convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127.

[18]    Decreto-legge 28 novembre 1988, n. 511, recante disposizioni urgenti in materia di finanza regionale e locale e convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 1989, n. 20.

[19]    Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10.

[20]    Decreto legislativo emanato in attuazione della delega conferita dall’art. 1, comma 3 della legge n. 62 del 2005 (legge comunitaria 2004).

[21]    Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31.

[22]    Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14.

[23]    Le disposizioni della legge 206/2004 si applicano inoltre ai familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica del 1980, ai superstiti degli aviatori italiani vittime dell’eccidio di Kindu, nonché ai familiari delle vittime e ai superstiti della cosiddetta banda della Uno bianca. (art. 1, commi 1e 1-bis).

[24]    Per ulteriori chiarimenti, INPDAP, Circolare n. 15 del 28 ottobre 2008.

[25]    Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

[26]    Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative.