Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Bilancio e Finanziaria 2009 - A.C. 1714 e A.C. 1713
Riferimenti:
AC N. 1714/XVI   AC N. 1713/XVI
Serie: Progetti di legge    Numero: 59
Data: 13/10/2008
Descrittori:
BILANCIO DELLO STATO   LEGGE FINANZIARIA
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

 

Bilancio e Finanziaria 2009

A.C. 1714 e A.C. 1713

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 59

 

14 ottobre 2008


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: BI0028.doc


I N D I C E

 

PARTE I – Gli obiettivi di finanza pubblica

1. Le previsioni macroeconomiche. 3

§      1.2 Il quadro macroeconomico 2009-2013. 5

2. Il quadro di finanza pubblica 2008-2013. 9

PARTE II – La manovra di finanza pubblica

1. L’articolazione della manovra. 17

2. Il contenuto della manovra. 19

§      2.1 Il decreto legge n. 112 del 2008. 19

§      2.2 Il disegno di legge finanziaria per il 2009. 25

PARTE III – Il disegno di legge di bilancio

1. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente. 37

§      1.1 Novità in tema di formazione del bilancio a legislazione vigente per il 2009. 37

§      1.2 Il quadro generale riassuntivo. 48

§      1.3 Le variazioni rispetto alle previsioni 2008. 49

§      1.4 Analisi delle spese finali per Missioni56

§      1.5 Il quadro pluriennale a legislazione vigente. 60

§      1.6 Il Bilancio pluriennale programmatico. 62

§      1.7 Il bilancio di cassa. 64

2. Gli effetti sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato determinati dal disegno di legge finanziaria (A.C. 1713)66

3. L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato Tavole allegate. 69

Appendice

1. La disciplina contabile: il bilancio dello Stato. 77

2. La disciplina contabile: la legge finanziaria. 91


PARTE I
Gli obiettivi di finanza pubblica

 


1. Le previsioni macroeconomiche

Le previsioni macroeconomiche contenute nel DPEF 2009-2013, presentato nel giugno scorso, sono state riviste nella Nota di aggiornamento, presentata in data 23 settembre 2008.

 

Per quanto concerne il 2008, la Nota di aggiornamento rivede al ribasso di 0,4 punti percentuali le stima di crescita del PIL reale, indicandola allo 0,1 per cento, rispetto ad una previsione dello 0,5 per cento indicata nel DPEF di giugno.

 

La revisione delle stime operata per l’anno in corso è ascrivibile all’operare congiunto di una serie di fattori negativi che hanno condizionato l’andamento dell’economia italiana già dal primo semestre 2008, tra i quali la Nota di aggiornamento al DPEF annovera:

§      il rincaro dei beni energetici e alimentari, che ha inciso sui consumi delle famiglie;

§      l’apprezzamento dell’euro, peraltro parzialmente ridimensionatosi alla fine dell’estate, che ha indebolito la domanda estera[1];

§      una correzione superiore alle attese nel settore delle costruzioni.

 

La Relazione previsionale e programmatica per il 2009 - presentata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze il 23 settembre 2008 – sottolinea, in particolare, come nel secondo trimestre il PIL abbia registrato una riduzione dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente. La contrazione è avvenuta contestualmente anche nell’area dell’euro (-0,2 per cento) e, in particolare, in Germania (-0,5 per cento) e in Francia (-0,3 per cento).

 

In generale, la revisione delle stime riflette il deterioramento della congiuntura internazionale derivante dalle persistenti incertezze in ordine all’ampiezza e alla durata degli effetti delle turbolenze sui mercati finanziari internazionali indotte dalla crisi dei mutui sub-prime statunitensi, che ha determinato sui mercati azionari e del credito forti tensioni.

La crisi finanziaria mondiale si è peraltro acuita nel mese di settembre con il coinvolgimento di alcune grandi istituzioni bancarie e assicurative, a fronte del quale le autorità monetarie delle principali aree economiche sono dovute intervenire per garantire massicce iniezioni di liquidità al fine di stabilizzare i mercati. Permane pertanto il rischio di un restrizione del credito nei prossimi mesi, cui si aggiungono i timori di un sensibile rallentamento dell’economia statunitense[2].

Nell’area dell’euro, dopo una crescita oltre le previsioni nel primo trimestre, nel secondo trimestre si è registra tata una contrazione del PIL rispetto al periodo precedente, in gran parte imputabile ad una flessione di tutte le componenti della domanda aggregata, e segnatamente degliinvestimenti fissi lordi e dei consumi delle famiglie[3].  

Nel secondo trimestre l’andamento economico dell’area dell’euro ha risentito oltre il previsto dell’indebolimento del contesto internazionale: le turbolenze che hanno caratterizzato i mercati finanziari e immobiliari si sono tradotte in un inasprimento delle condizioni del credito bancario; i rincari delle commodity, e, segnatamente, dei prodotti energetici e alimentari, hanno spinto l’inflazione su valori elevati[4]; l’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro non ha agevolato la domanda estera, mentre la debolezza del quadro economico e il minor reddito disponibile dei consumatori hanno indebolito la domanda interna.

In questo scenario , la Nota di aggiornamento sottolinea come la congiuntura economica internazionale sia caratterizzata da un elevato grado di incertezza.

1.2 Il quadro macroeconomico 2009-2013

Anche le previsioni relative al quadro macroeconomico 2009-2013 sono state riformulate rispetto alle previsioni contenute nel DPEF di giugno.

In particolare, la Nota di aggiornamento rivede al ribasso di 0,4 punti percentuali le stima di crescita del PIL reale nel 2009, indicandola allo 0,5 per cento,a frontedello 0,9 per cento indicato nel DPEF.

Anchela crescita del PIL attesa nel biennio 2010-2011 viene rivista al ribasso (0,9 e 1,2 per cento rispettivamente, a fronte di 1,2 e 1,3 stimati a giugno), mentre viene confermata la previsione di fine periodo relativa agli anni 2012 e 2013 (pari all'1,5 per cento).

 

Nella tabella seguente sono poste a confronto le stime di crescita per il 2009 indicate nella Nota di aggiornamento con le più recenti stime contenute nel World Economic outlook del Fondo Monetario internazionale (ottobre 2008).

 

Prodotto interno lordo 2009

Confronti internazionali

(variazioni % a prezzi costanti)

 

RPP 2009 -

FMI

Italia

0,5

- 0,2

Francia

-

0,2

Spagna

-

-0,2

Germania

-

0,0

Area euro

-

0,2

Regno unito

-

-0,1

Usa

-

0,1

Giappone

-

0,5

 

Alla revisione delle stime di crescita ha concorso, secondo quanto riportato nella Relazione revisionale e programmatica per il 2009,  la valutazione di alcune variabili esogene alla base del quadro macroeconomico, tra le quali il prezzo del petrolio e il cambio dollaro/euro – giudicati in senso più favorevole rispetto allo scorso DPEF – e il commercio e la crescita mondiale – considerati invece in ulteriore rallentamento.

La crescita dell’economia italiana continuerebbe ad essere inferiore all’area dell’euro, nonostante gli effetti diretti della crisi finanziaria appaiano contenuti rispetto agli altri paesi europei e ciò testimonierebbe, secondo la RPP, come alla base della debolezza dell’economia italiana vi siano soprattutto fattori strutturali.

In particolare, nel 2009 la domanda interna apporterebbe alla crescita un contributo pari a 0,5 punti percentuali (di cui 0,1 punti per investimenti e 0,3 punti per spesa delle famiglie), mentre il settore estero darebbe un contributo nullo.

I consumi delle famiglie sono stimati in crescita dello 0,6 per cento, in recupero rispetto all’anno precedente, anche se sulle decisioni di spesa delle famiglie peserebbe ancora una crescita dei prezzi al consumo mediamente elevata, parzialmente compensata dalla tenuta del mercato del lavoro; negli anni seguenti si prevede invece una dinamica di crescita media pari a circa l’1,5 per cento.

Gli investimenti in macchinari e attrezzature, favoriti dal miglioramento delle prospettive della domanda mostrerebbero un incremento pari all’1,1 per cento. Nel medio periodo, tenuto conto della ritrovata vivacità delle esportazioni e del commercio internazionale, gli investimenti in macchinari e attrezzature crescerebbero in media a tassi superiori al 2,0 per cento.

Gli investimenti in costruzioni mostrerebbero una ulteriore riduzione pari allo 0,2 per cento. Per effetto dell’esaurimento del ciclo delle costruzioni residenziali, la crescita del settore risulterebbe moderata in tutto l’arco previsivo considerato.

La crescita delle esportazioni in volume risulterebbe, il prossimo anno, inferiore a quella del commercio mondiale; le imprese esportatrici dovrebbero tuttavia tendere a recuperare gradualmente competitività di prezzo nel periodo successivo, con una dinamica poco sostenuta dei deflatori delle esportazioni (2,0 per cento a fine periodo).

Le importazioni mostrerebbero un recupero spinte dalle componenti più dinamiche della domanda. Tenuto conto del miglioramento delle ragioni di scambio, il saldo della bilancia commerciale si attesterebbe allo 0,8 per cento in rapporto al PIL nel 2013. Per quanto concerne la bilancia dei pagamenti, il disavanzo di parte corrente mostrerebbe un profilo in progressivo miglioramento sino a raggiungere l’1,2 per cento in rapporto al PIL a fine periodo.

Per quanto concerne il valore aggiunto, il settore dell’industria in senso stretto mostrerebbe un incremento dello 0,2 per cento rispetto al 2008.

Il settore delle costruzioni risulterebbe in contrazione, mentre quello dei servizi evidenzierebbe tassi di crescita in linea con quelli registrati l’anno precedente.

Nonostante la crescita della produttività risulti sostanzialmente nulla, la crescita dell’occupazione, misurata in terminidi unità di lavoro, è stimata essere ancora moderatamente positiva, attestandosi allo 0,5 per cento. Negli anni seguenti l’occupazione è stimata crescere in media dello 0,6-0,7 per cento all’anno. Il tasso di disoccupazione si ridurrebbe gradualmente dal 5,9 per cento nel 2009 al 5,5 per cento nel 2013.

Le retribuzioni lorde per dipendente dovrebbero crescere del 2,4 per cento rispetto al 2008. Unitamente alla crescita nulla della produttività del lavoro, il costo del lavoro per unità di prodotto crescerebbe del 2,5 per cento. Nel medio periodo l’incremento moderato delle retribuzioni nominali, intorno al 2,0 per cento, e un graduale recupero di produttività conterrebbero la dinamica attesa del costo del lavoro per unità di prodotto e dell’inflazione interna.

Coerentemente con la moderazione delle pressioni inflazionistiche esterne, l’inflazione misurata dal deflatore dei consumi privati dovrebbe attestarsi in media lievemente al di sotto del 2,0 per cento

 

Nella tavola seguente sono esposte le previsioni relative alle principali grandezze macroeconomiche per gli anni 2009 e successivi.


 

Quadro macroeconomico

(variazioni percentuali)

 

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

ESOGENE INTERNAZIONALI

 

 

 

 

 

 

 

Commercio internazionale

7,2

5,2

5,1

7,0

7,2

7,2

7,2

Prezzo del petrolio (Brent FOB dollari/barile)

72,5

109,0

101,0

101,0

101,0

101,0

101

Cambio dollaro/euro

1,371

1,497

1,428

1,428

1,428

1,428

1,428

MACRO ITALIA (VOLUMI)

 

 

 

 

 

 

 

PIL

1,5

0,1

0,5

0,9

1,2

1,5

1,5

Importazioni

4,4

-0,8

1,9

3,4

3,9

4,4

4,6

Consumi finali nazionali

1,4

-0,1

0,5

0,9

1,0

1,5

1,4

- Spesa delle famiglie residenti

1,4

-0,3

0,6

1,2

1,4

1,6

1,6

- Spesa della P.A. e I.S.P.

1,3

0,8

0,3

0,0

0,0

1,2

1,0

Investimenti fissi lordi

1,2

-0,1

0,5

0,9

1,5

1,8

2,0

- Macchinari, attrezzature e vari

0,2

0,3

1,1

1,3

1,9

2,5

2,9

- Costruzioni

2,2

-0,5

-0,2

0,5

1,0

1,0

1,0

Esportazioni

5,0

0,7

1,8

3,5

4,0

4,3

4,5

p.m. Saldo corrente bil. pag. in % PIL

2,4

-2,4

-2,1

-1,8

-1,5

-1,4

-1,2

CONTRIBUTI A CRESCITA PIL

 

 

 

 

 

 

 

Esportazioni nette

0,1

0,4

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

Scorte

0,0

-0,1

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

Domanda nazionale al netto delle scorte

1,4

-0,2

0,5

0,9

1,2

1,5

1,5

PREZZI

 

 

 

 

 

 

 

Deflatore importazioni

2,3

5,7

2,4

2,0

1,8

1,8

1,8

Deflatore esportazioni

3,6

4,5

3,2

2,5

2,3

2,0

2,0

Deflatore PIL

2,3

3,7

2,4

2,0

2,0

1,9

1,9

PIL nominale

3,8

3,8

2,9

2,9

3,2

3,4

3,5

Deflatore consumi

2,2

3,8

2,8

2,0

2,0

1,9

1,9

Inflazione (programmata)

2,0

1,7

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

LAVORO

 

 

 

 

 

 

 

Costo del lavoro

1,9

4,0

2,4

2,0

2,0

2,1

2,1

Produttività (misurata su PIL)

0,5

-0,7

0,0

0,3

0,6

0,9

0,9

CLUP (misurato su PIL)

1,5

4,7

2,5

1,7

1,4

1,2

1,2

Occupazione (ULA)

1,0

0,9

0,5

0,6

0,6

0,7

0,7

Tasso di disoccupazione

6,1

6,0

5,9

5,8

5,7

5,6

5,5

Tasso di occupazione (15-64 anni)

58,7

58,9

59,0

59,2

59,6

60,2

60,8

PIL nominale
(val. assoluti milioni
€)

1.535.541

1.594.560

1.640.242

1.687.885

1.741.254

1.800.558

1.863.041

 

Fonte: Relazione Previsionale e Programmatica per il 2009


2. Il quadro di finanza pubblica 2008-2013

Nonostante il deterioramento della congiuntura economica, l’aggiornamento delle stime del conto consolidato delle Pubbliche Amministrazioni per il periodo 2008-2013 - contenuto nella Nota di aggiornamento al DPEF - conferma l’obiettivo di indebitamento netto al 2,5 per cento del PIL per il 2008; mentre rivede lievemente al rialzo le previsioni del deficit per gli anni successivi, pur mantenendo fermo l’obiettivo del perseguimento del “sostanziale” pareggio di bilancio entro il 2011.

 

Gli scostamenti rispetto alle stime formulate nel DPEF presentato nel luglio scorso sono in gran parte ascrivibili, secondo quanto asserito nella Nota, ai seguenti fattori:

§      un indebolimento delle prospettive di crescita dell’economia italiana;

§      una più puntuale ripartizione della manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2011 tra le categorie economiche di entrata e spesa del conto della PA;

§      le modifiche alla manovra introdotte in sede di conversione dei provvedimenti attuativi ;

§      l’aggiornamento del conto delle PA per il 2008 in base all’attività di monitoraggio;

§      le variazioni dei tassi di interesse derivanti dalle turbolenze sui mercati finanziari internazionali

 

Per l’anno in corso, l’indebitamento netto, sostanzialmente invariato in termini nominali, sconta una ricomposizione dei suoi grandi aggregati che riflette gli effetti della minore crescita sul gettito tributario, nonché, sul lato della spesa, un aumento degli oneri per interessi.

Il rapporto debito/PIL, in presenza di una lieve revisione al rialzo del PIL nominale, è invece stimato collocarsi nel 2008 al 103,7 per cento, registrando un miglioramento di due decimi di punti percentuali rispetto a quanto stimato nel DPEF.

 

Per il 2009 il quadro di finanza pubblica – che incorpora gli effetti della manovra realizzata con il decreto legge n. 112 del 2008[5] - prospetta un indebitamento netto pari al 2,1 per cento del PIL, con un peggioramento rispetto alla previsione indicata nel DPEF di 0,1 punti percentuali di PIL.

Secondo quanto riportato nella Relazione Previsionale e Programmatica per il 2009 (RPP), la revisione è riconducibile ad un moderato rialzo della spesa, compensata in parte dall’andamento delle entrate. Le nuove stime delle entrate scontano una ricomposizione del prelievo fiscale: il minor gettito previsto per il comparto tributario, trainato dal ridimensionamento delle imposte indirette, risulta più che compensato dalla maggiore crescita dei contributi sociali rispetto a quanto previsto in precedenza.

 

Anche nel periodo successivo si evidenzia un lieve peggioramento del deficit rispetto alle precedenti stime pari allo 0,2 per cento nel 2010 e nel 2011, che si riduce di un decimo di punto nel biennio 2012-2013.

Tale dinamica è influenzata da una peggioramento dell’avanzo primario di 0,1 punti percentuali del PIL per il periodo 2009-2013 - ad esclusione del 2011 quando il peggioramento risulta pari a 0,3 - cui si aggiunge un aumento della spesa per interessi nella prima parte del periodo di previsione.

 

L’indebitamento netto strutturale (corretto per il ciclo e al netto delle misure una tantum), pari all’1,8 per cento del PIL nel 2009 e allo 0,7 per cento nel 2010 (a fronte, rispettivamente, dell’1,7 e dello 0,6 per cento indicati nel DPEF) diventa positivo nel 2011 (0,2 per cento del PIL), pur mantenendo un valore più basso rispetto al profilo di aggiustamento in precedenza indicato.

 

Nel quadriennio 2008-2011, la correzione complessiva ammonta a oltre due punti percentuali, assicurando la convergenza verso l’obiettivo di medio termine del bilancio in pareggio richiesto dal Patto di stabilità e crescita europeo[6].

 

Il debito pubblico, a fronte di una previsione migliore delle attese per l’anno in corso (103,7 per cento del PIL invece di 103,9), evidenzia un percorso di rientro più lento, attestandosi sotto il 100 per cento nel 2011, fino a raggiungere il 91,9 per cento nel 2013, ossia 1,8 punti percentuali in più rispetto a quanto indicato nel DPEF.

 

Nella tavola che segue si confrontano le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento e quelle contenute nel DPEF presentato a giugno.


Quadro sintetico aggiornato(1) di finanza pubblica

(in percentuale del PIL)

 

 

 

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Indebitamento netto

(Agg. DPEF)

-2,5

-2,1

-1,2

-0,3

-0,1

0,0

(DPEF 2009-2013)

-2,5

-2,0

-1,0

-0,1

0,0

0,1

Interessi

(Agg. DPEF)

5,1

5,1

5,1

5,0

4,9

4,8

(DPEF 2009-2013)

5,0

5,1

5,0

5,0

4,9

4,9

Saldo corrente netto interessi

(Agg. DPEF)

6,2

6,6

7,2

7,5

7,6

7,6

(DPEF 2009-2013)

6,2

6,7

7,4

7,8

7,8

7,8

Saldo primario

(Agg. DPEF)

2,6

3,0

3,9

4,6

4,8

4,9

(DPEF 2009-2013)

2,6

3,1

4,0

4,9

4,9

5,0

Indebitamento netto corretto (2)

(Agg. DPEF)

-2,5

-1,8

-0,7

0,2

0,2

0,2

(DPEF 2009-2013)

-2,3

-1,7

-0,6

0,3

0,2

0,2

Debito

(Agg. DPEF)

103,7

102,9

101,3

98,4

95,1

91,9

(DPEF 2009-2013)

103,9

102,7

100,4

97,2

93,6

90,1

Fabbisogno settore statale

(Agg. DPEF)

-2,9

-1,4

-0,6

0,5

0,8

0,9

(DPEF 2009-2013)

-2,9

-1,3

-0,4

0,7

1,0

1,1

Fabbisogno settore pubblico

(Agg. DPEF)

-2,9

-1,8

-1,0

0,1

0,4

0,5

(DPEF 2009-2013)

-2,8

-1,6

-0,8

0,4

0,7

0,7

(1)I dati non considerano la riclassificazione di Equitalia ancora in via di definizione.

(2)Per il ciclo e al netto delle una tantum.

Fonte: Nota di aggiornamento al DPEF 2009-2013.

 

Per quanto concerne la spesa corrente primaria, a seguito delle riduzioni di spesa operate con la manovra finanziaria, l’incidenza della stessa sul PIL passa dal 40,1 per cento del 2008 al 38,6 per cento nel 2013.

Si confermano pertanto le stime contenute nel DPEF, anche se la Nota di aggiornamento evidenzia una ricomposizione della spesa, che vede diminuire la componente attribuibile ai redditi da lavoro dipendente a fronte di un aumento di tutte le altre voci più che compensativo di tale flessione.

Secondo la RPP, nel quinquennio 2009-2013 la dinamica della spesa corrente primaria dovrebbe  manifestare un sensibile rallentamento, registrando un tasso di incremento medio annuo del 2,4 per cento in termini nominali.

E’ rivista, invece, in aumento, nel triennio 2009-2011, la previsione relativa ai consumi intermedi – sui quali hanno inciso le misure di contenimento adottate nel citato decreto legge n. 112/08 - che si mantengono tuttavia su tassi di crescita annua contenuti (circa lo 0,6 per cento in media). Nel biennio 2012-2013 la crescita si attesta intorno al 3,7 per cento, al di sopra del tasso di variazione del PIL nominale (3,4 per cento).

 

 

 

Fonte: Relazione Previsionale e Programmatica per il 2009.

 

La spesa in conto capitale – stimata in riduzione nel 2008 dal 4 per cento indicato del DPEF al 3,9 indicato nella Nota di aggiornamento – mantiene sostanzialmente il profilo delineato nel DPEF, passando la stessa dal 3,9 per cento del 2009 al 3,1 per cento del 2013.

Nel quinquennio 2009-2013 si prevede, peraltro, una ricomposizione della spesa che delinea una sensibile flessione dei contributi in conto capitale a favore di una maggiore spesa sia per investimenti fissi che per altri trasferimenti.

 

Per quanto concerne, infine, le entrate, si conferma un profilo di sostanziale stabilità. In particolare, la pressione fiscale, pari al 42,8 per cento nel 2008, è prevista aumentare al 43 per cento nel 2009 e al 43,2 nel 2010, per poi ridiscendere al 42,8 per cento nel 2013.

Nella media del triennio 2009-2011 essa è prevista attestarsi al 43,1 per cento.

La pressione tributaria, pari al 29,2 per cento del PIL nel 2008 (29,4 per cento nella precedente stima) è invece stimata aumentare nel periodo centrale per poi ridursi al 29,4 per cento (29,6 per cento nel DPEF) alla fine del periodo di previsione.

Tali valori, contenuti nella Nota di aggiornamento, risultano lievemente al di sotto (due decimi di punto) rispetto a quanto indicato nel DPEF.

 

 

Fonte: Relazione Previsionale e Programmatica per il 2009.

 


PARTE II
La manovra di finanza pubblica

 


1. L’articolazione della manovra

Il procedimento di formazione della manovra di finanza pubblica presenta quest’anno elementi innovativi rispetto al passato.

 

Le linee essenziali della decisione di bilancio sono state infatti contestualmente definite nel DPEF ed attuate con il decreto legge n. 112 del 2008[7]  l’estate scorsa, attraverso l’adozione di un piano triennale (2009-2011) di stabilizzazione della finanza pubblica, volto ad attuare una politica di contenimento del deficit pubblico funzionale al raggiungimento del sostanziale pareggio di bilancio nel 2011, secondo gli impegni assunti in sede europea.

 

Il processo di programmazione economico-finanziaria è stato dunque anticipato nella tempistica ed impostato su base triennale, facendo sostanzialmente convergere i profili programmatici con quelli attuativi.

 

La finalità sottesa a tale approccio è rinvenibile nell’esigenza di conferire alle Amministrazioni maggiori certezze nella pianificazione delle risorse disponibili e nella programmazione delle attività connesse alle missioni e ai programma di spesa di propria competenza.

Le esigenze di contenimento e riqualificazione della spesa, derivanti anche dalle consistenti riduzioni delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa operate dall’articolo 60 del decreto legge n. 112/08 per il triennio 2009-2011, hanno inoltre indotto il Legislatore a concedere alle Amministrazioni un più ampio margine di flessibilità nella gestione delle risorse, consentendo alle stesse, in sede di formazione del bilancio di previsione a legislazione vigente per il 2009, di rimodulare entro certi limiti le dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione, riconfigurando anche le autorizzazioni legislative di spesa ad essi sottostanti.

Tale nuova procedura ha sostanzialmente modificato il processo di definizione delle previsioni di bilancio, rafforzando nel contempo il ruolo della legge di approvazione del bilancio dello Stato come strumento di programmazione economico-finanziaria, affidandogli in modo inedito la funzione di strumento di manovra della finanza pubblica (per un approfondimento cfr. oltre la parte III, paragrafo 1.1. del presente dossier).

 

Per quanto concerne l’articolazione della manovra, le linee portanti della politica di bilancio per il triennio 2009-2011 sono state definite, come accennato, dal decreto legge n. 112 adottato nel giugno scorso; assieme agli interventi ivi contenuti, come di consueto, concorrono alla composizione della manovra di finanza pubblica il disegno di legge finanziaria per il 2009 (AC 1713), il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (AC 1714), nonché una serie di provvedimenti collegati elencati nella Nota di aggiornamento al DPEF.

 

In particolare, a completamento della manovra di bilancio 2009-2011 varata nel luglio scorso il Governo collega alla decisione di bilancio i seguenti disegni di legge:

§      A.C. 1441-bis, recante “Disposizioni per lo sviluppo economico, la riforma del processo civile, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria “, in corso di esame in prima lettura alla Camera;

§      A.C. 1441-ter, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, in corso di esame in prima lettura alla Camera;

§      A.C. 1441-quater, recante la “Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro , in corso di esame in prima lettura alla Camera ;

§      A.S. 847, recante  la “Delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della    produttività del lavoro pubblico”, in corso di esame in prima lettura presso il Senato.

 

A tali progetti di legge vanno aggiunti il disegno di legge recante la “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 ottobre 2008, nonché, secondo quanto indicato nel DP EF, un ulteriore disegno di legge, non ancora deliberato dal Consiglio dei Ministri, volto alla costituzione di un “Codice delle autonomie”.


2. Il contenuto della manovra

Come sopra accennato, le linee portanti della manovra di finanza pubblica 2009-2011 sono state attuate con il citato decreto legge n. 112 del 2008.

Il contenuto del disegno di legge finanziaria per il 2009 (A.C. 1713) non reca pertanto effetti in termini di variazione dell’indebitamento netto della PA, né in termini di fabbisogno, limitandosi ad incidere sul saldo netto da finanziare, in diminuzione nel biennio 2009-2010 e in aumento nel 2011.

A larga parte degli oneri recati dal disegno di legge finanziaria si fa inoltre fronte mediante il ricorso a disponibilità finanziarie già precostituite nell’ambito del decreto legge n. 112/08, sicché ai fini dell’analisi degli effetti finanziari della manovra di finanza pubblica occorre fare in primo luogo riferimento a tale ultimo provvedimento adottato nel giugno scorso.

2.1 Il decreto legge n. 112 del 2008

Il decreto legge n. 112, anticipando gli effetti tipici della legge finanziaria, ha reperito un ammontare di risorse pari, in termini cumulati nel triennio 2009 -2011, a 36,7 miliardi di euro, di cui 6,1 miliardi di maggiori entrate e 30,6 miliardi di minori spese.

Tra le minori spese 22 miliardi di euro sono spese correnti e 8,5 miliardi di euro rappresentano minori spese di conto capitale.

Del complesso di tali risorse la quota prevalente (pari a regime a circa l’84 per cento dell’ammontare complessivo) è stata destinata ad una correzione progressivamente crescente nel triennio 2009-2011 dei conti pubblici.

 

La riduzione dell’indebitamento netto ammonta a circa lo 0,6 per cento del PIL nel 2009, all’1 per cento nel 2010 e all’ 1,78 per cento nel 2011, anno nel quale la Nota di aggiornamento al DPEF prevede un valore del saldo pari a – 0,3 per cento.

Nel 2009 il contributo delle entrate nette e delle spese nette alla correzione dell’indebitamento è sostanzialmente analogo, rappresentando rispettivamente circa il 47 e il 53 per cento della correzione complessiva (4,662 miliardi di euro di maggiori entrate nette a fronte di 5,231 miliardi di riduzione netta delle spese).

Negli anni successivi gli interventi correttivi si concentrano invece in larga parte sul versante del contenimento della spesa: nel 2010 la riduzione netta delle spese rappresenta, infatti, oltre il 70 cento della correzione del saldo, per poi giungere a fine periodo ad oltre l’82 per cento.

Alla riduzione dell’indebitamento si perviene mediante un aumento netto annuo delle entrate pari a circa lo 0,3 per cento del PIL ed una riduzione netta delle spese gradualmente crescente nel triennio (0,32 per cento del PIL nel 2009,  0,72 per cento nel 2010, 1,46 per cento del PIL nel 2011).

 

La tabella seguente riepiloga gli effetti della manovra di finanza pubblica in termini di indebitamento netto per il triennio 2009-2011, disaggregandoli in termini di variazione netta delle entrate (composta dal saldo delle minori e maggiori entrate) e delle spese (anch'esse espresse come saldo delle maggiori e minori spese). I valori sono riportati in termini cumulati.

 

 

EFFETTI SUL CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
(mln euro)

 

2009

2010

2011

Maggiori entrate

5.765

5.516

6.103

Minori entrate

1.103

555

580

Aumento netto entrate

4.662

4.961

5.523

Maggiori spese

6101

5270

5.222

Minori Spese

11.332

17.446

30.624

Riduzione netta spese

5.231

12.177

25.402

Riduzione dell'Indebitamento netto

9.893

17.138

31.925

Fonte: Relazione Previsionale e Programmatica per il 2009.

 

Le maggiori entrate derivano principalmente dagli interventi relativi al settore bancario e assicurativo, tramite misure di rimodulazione della base imponibile degli istituti e delle società, e alle industrie operanti nel settore dell’energia. Ulteriori misure sono destinate a potenziare la lotta all’evasione e al sommerso tramite l’incremento del 10 per cento (rispetto al biennio 2007-2008) della capacità operativa destinata all’attività di contrasto all’evasione fiscale; la predisposizione di un piano straordinario di controlli anche tramite un maggiore coinvolgimento dei comuni; norme di contrasto all’evasione derivante dalle estero-residenze fittizie; il controllo degli obblighi fiscali e contributivi dei soggetti extracomunitari e non residenti; l’applicazione dello strumento dell’accertamento con adesione anche ai verbali di constatazione relativi ad accertamenti parziali con un effetto crescente nel triennio. Altre misure attengono all’incremento dei diritti statali di estrazione mineraria, all’armonizzazione del regime fiscale delle cooperative e all’eliminazione dei requisiti di favore fiscale per gli extra-compensi (stock-option).

 

Le minori entrate sono dovute principalmente all’autorizzazione del Fondo proroga agevolazioni fiscali. La manovra sulle entrate tiene inoltre conto delle modifiche al regime di detraibilità dell’IVA sulle prestazioni alberghiere.

 

Dal lato della spesa, l’azione correttiva deriva in larga parte dall’applicazione di un taglio lineare riferito al triennio 2009-2011, delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa dei Ministeri, ivi comprese le dotazioni relative a spese predeterminate per legge,  disposto ai sensi del citato articolo 60, comma 1, del decreto legge n. 112 del 2009.

Nella definizione degli stanziamenti iniziali su quali sono state apportate le suddette riduzioni, si è inoltre tenuto conto, per il 2009, degli effetti derivanti dalla trasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti sulle dotazioni di bilancio (pari a circa 4,9 miliardi di euro) disposti ai sensi dell’art. 1, commi 507-508, dalla legge finanziaria per il 2007, prevista dal comma 10 del medesimo articolo 60 del D.L. 112/08.

 

Nel 2009, il combinato disposto dellatrasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti previsti dal citato comma 507 e dei tagli lineari operati ai sensi del citato comma 1 dell’articolo 60 del decreto legge n. 112,ha determinato una riduzione delle dotazioni delle missioni di spesa pari, nel complesso, a circa 13,4 miliardi di euro,

 

In termini di indebitamento netto, la riduzione delle missioni di spesa disposta per il 2009 risulta pari a circa 3 miliardi di euro per la spesa corrente2,3 miliardi per la spesa in conto capitale.

 

Negli anni 2009-2011, l’ammontare della riduzione delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa dei Ministeri viene ad incidere in modo prevalente sulle spese in conto capitale, attestandosi a circa 3,6 miliardi euro nel 20108,6 miliardi nel 2011 (a fronte di una riduzione delle spese correnti pari a circa 3,4 miliardi di euro nel 2010 e 6,3 miliardi nel 2011)

 

Ulteriori interventi sono volti al contenimento della spesa nei settori del pubblico impiego, della finanza decentrata, della sanità e della previdenza.

 

In particolare, la RPP per il 2009 ricorda come nel settore del pubblico impiego le minori spese, con un impatto finanziario crescente nel triennio, attengano al riordino del sistema di reclutamento, con l’introduzione di un limite più stringente ai nuovi ingressi; ad una rimodulazione delle spese per studi e consulenze esterne, nonché all’attuazione di un processo di razionalizzazione del personale della scuola pubblica.

Gli interventi sulla finanza decentrata prevedono risparmi correlati alla rinegoziazione del Patto di stabilità interno per il triennio 2009-2011 nel quadro di una riorganizzazione dei rapporti finanziari fra amministrazione centrale e periferica. I risparmi avverranno tramite la fissazione di obiettivi in termini di riduzione del saldo tendenziale per le Province e i Comuni e in termini di tetti alla crescita del complesso delle spese finali per le Regioni. Sono inoltre previsti meccanismi sanzionatori per il mancato rispetto degli obiettivi, di premialità per gli enti locali virtuosi e norme per il contenimento dell’uso degli strumenti derivati.

Nel settore della sanità si prevedono risparmi crescenti nel triennio le cui modalità di conseguimento, fermo restando il rispetto dei Piani di rientro dei disavanzi, sono demandate alle Regioni nell’ambito di una intesa con lo Stato. In caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, è mantenuto il sistema di adeguamento delle aliquote delle addizionali regionali. Ulteriori misure di razionalizzazione della spesa attengono alla remunerazione delle strutture accreditate, al potenziamento dell’attività di verifica delle esenzioni e di controllo dell’appropriatezza nell’erogazione dell’assistenza sanitaria.

Nel settore della previdenza gli interventi comportano una riduzione della spesa per l’invalidità civile attraverso l’attivazione di un piano straordinario di verifica del diritto al beneficio.

 

Le maggiori spese correnti sono principalmente attribuibili:

§      ai rinnovi contrattuali nel pubblico impiego;

§      agli oneri per la sanità conseguenti all’abolizione per gli anni 2009-2011 della quota fissa di partecipazione al costo per assistenza specialistica,

§      alle norme in materia previdenziale che sanciscono l’abolizione del divieto di cumulo fra pensioni e redditi da lavoro sia autonomo che dipendente,

§      alle modifiche al Fondo interventi strutturali di politica economica e in favore degli enti o società di pubblica utilità.

 

Le maggiori spese in conto capitale si riferiscono all’incremento per il 2009 dell’autorizzazione di spesa relativa al Fondo per l’occupazione e all’istituzione del Fondo per la promozione e il sostegno del trasporto pubblico locale.

La manovra triennale prevede, inoltre, un intervento sui fondi destinati al riequilibrio territoriale, attraverso la concentrazione dei fondi pubblici per lo sviluppo su alcuni settori (infrastrutture, ricerca, energia) e su alcuni grandi interventi. Oltre alla concentrazione strategica del Fondo per le Aree Sottoutilizzate con le risorse ancora disponibili nell’ambito del ciclo di programmazione 2000-2006, viene istituito un nuovo Fondo presso il Ministero per lo Sviluppo Economico alimentato da parte delle risorse della programmazione 2007-2013 a fini di interventi infrastrutturali di rilevanza strategica nazionale.

 

 

I grafici seguenti descrivono in valori cumulati al 2011 la composizione degli interventi della manovra di finanza pubblica in termini di reperimento delle risorse finanziarie (maggiori entrate e minori spese correnti) e di utilizzo delle stesse (minori entrate e maggiori spese correnti).


Manovra di bilancio D.L. 112/2008 per il triennio 2009-2011
Reperimento delle risorse -
(articolazione per settori, valori cumulati 2011)

 

 

Manovra di bilancio D. L. 112/2008 per il triennio 2009-2011
Impiego delle risorse -
(articolazione per settori, valori cumulati 2011)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Effetti della manovra di bilancio per gli anni 2009-2011
(articolazione per settori, valori cumulati. Fonte: RPP per il  2009)

 

 

2009

2010

2011

2009

2010

2011

 

(in milioni di euro)

(in % PIL)

REPERIMENTO RISORSE

17.097

22.962

36.727

1,04

1,36

2,11

Maggiori entrate

5.765

5.516

6.103

0,35

0,33

0,35

Imprese operanti nel settore energetico

2.395

1.323

1.331

0,15

0,08

0,08

Settore bancario e assicurativo

2.522

3.099

2.494

0,15

0,18

0,14

Riscossione e lotta all'evasione

513

793

1.953

0,03

0,05

0,11

Altre

335

301

325

0,02

0,02

0,02

Minori spese

11.332

17.446

30.624

0,69

1,03

1,76

Minori spese correnti

8.923

13.776

22.050

0,54

0,82

1,27

Pubblico impiego
(al netto degli effetti indotti)

829

1.336

1.874

0,05

0,08

0,11

Finanza decentrata
(Patto di stabilità interno e altre razionalizzazioni)

3.430

5.480

9.480

0,21

0,32

0,54

Spesa sanitaria

357

2.351

3.344

0,02

0,14

0,19

Misure previdenziali

247

267

295

0,02

0,02

0,02

Riduzione missioni di spesa

3.049

3.532

6.328

0,19

0,21

0,36

Altro

1.011

811

729

0,06

0,05

0,04

Minori spese in conto capitale

2.409

3.670

8.574

0,15

0,22

0,49

Riduzione missioni di spesa

2.280

3.616

8.574

0,14

0,21

0,49

Altro

129

54

 

0,01

0,00

 

USO DELLE RISORSE

7.204

5.825

5.802

0,44

0,35

0,33

Minori entrate

1.103

555

580

0,07

0,03

0,03

Fondo proroga agevolazioni fiscali

900

500

500

0,05

0,03

0,03

Detraibilità IVA su prestazioni alberghiere

147

-80

-17

0,01

0,00

0,00

Altro

56

135

97

0,00

0,01

0,01

Maggiori spese

6.101

5.270

5.222

0,37

0,31

0,30

Maggiori spese correnti

5.182

5.003

4.978

0,32

0,30

0,29

Pubblico impiego (al netto degli effetti indotti)

1.984

1.984

1.984

0,12

0,12

0,11

Spesa sanitaria

834

834

834

0,05

0,05

0,05

Misure previdenziali

410

415

420

0,02

0,02

0,02

Misure in favore di Enti e società pubbliche

453

453

450

0,03

0,03

0,03

Misure a carattere sociale

300

 

 

0,02

 

 

Fondo sicurezza e contrattazione integrativa

260

100

100

0,02

0,01

0,01

Fondo interventi strutturali di politica economica

599

615

603

0,04

0,04

0,03

Altro

342

602

587

0,02

0,04

0,03

Maggiori spese in conto capitale

919

267

244

0,06

0,02

0,01

Fondo per l'occupazione

700

 

 

0,04

 

 

Trasporto pubblico locale

100

110

120

0,01

0,01

0,01

Altro

119

157

124

0,01

0,01

0,01

EFFETTO DELLA MANOVRA SUL SALDO PRIMARIO

9.893

17.138

30.925

0,60

1,02

1,78

2.2 Il disegno di legge finanziaria per il 2009

Il disegno di legge finanziaria per il 2009 presenta significative novità rispetto al passato, sia in quanto a contenuto normativo, sia in termini di effetti sui saldi di finanza pubblica.

Una finanziaria snella

Quanto al primo aspetto, la portata innovativa del quadro legislativo vigente del disegno di legge risulta sensibilmente ridotta rispetto al passato, posto che esso si articola in soli tre articoli, riconducibili al contenuto tipico della legge finanziaria, che si limitano a:

§      fissare gli obiettivi dei saldi di bilancio (livello massimo del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario);

§      disporre la proroga di norme di carattere tributario recanti regimi agevolati e incidenti sulla misura di aliquote o comunque sulla determinazione di parametri da cui deriva il quantum della prestazione;

§      definire l’importo delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali e alle modifiche del trattamento economico del pubblico impiego, nonché l’importo dei trasferimenti destinati agli enti previdenziali;

§      stabilire l’importo da iscrivere nelle tabelle allegate.

 

Tale limitazione del contenuto del disegno di legge finanziaria è coerente con quanto disposto dall’articolo 1, comma 1-bis, del decreto legge n. 112/08, il quale, operando una deroga alle disposizioni della legge di contabilità generale in materia di contenuto della legge finanziaria (articolo 11 della legge n. 468/1978), ha disposto che in via sperimentale la legge finanziaria per l’anno 2009 possa contenere esclusivamente disposizioni strettamente attinenti al suo contenuto tipico, con l’esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico.

Ai sensi del combinato disposto dell’articolo 11 della legge di contabilità generale e del citato articolo 1, comma 1-bis, del decreto legge n. 112,  la legge finanziaria per il 2009 si configura pertanto sostanzialmente come un atto di regolazione quantitativa che definisce le grandezze fondamentali del quadro di finanza pubblica, rimanendo preclusa la possibilità di inserirvi, oltre che norme di delega o prive di effetti finanziari dal primo anno del bilancio pluriennale, anche norme di carattere ordinamentale recanti impatti significativi in termini di miglioramento dei saldi, ovvero disposizioni recanti misure finalizzate al sostegno e allo sviluppo dell’economia.

 

Ad eccezione dell’esclusione relativa agli interventi di carattere localistico o micro settoriale - già prevista ai sensi dell’art. 11, comma 3, lett. i-ter, della legge di contabilità generale n. 468/1978, il citato comma 1-bis vieta sia la previsione di disposizioni di carattere ordinamentale - che la lettera i-bis del citato comma 3 consente qualora le stesse si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi – sia le normefinalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, che il comma 17 dell'art. 2 della legge di riforma n. 208/1999 aveva invece consentito con la sola esclusione degli interventi di carattere localistico o micro settoriale.

Le disposizioni in oggetto delineano pertanto un assetto della decisione di bilancio per molti versi analogo a quello vigente prima della legge di riforma del 1999 (legge n. 208 del 1999), la quale, raggiunto il traguardo dell’ingresso nell’Euro, dispose, tra le altre cose, un ampliamento del contenuto proprio della legge finanziaria, prevedendo appunto la possibilità di introdurvi norme recanti aumenti di spesa o riduzioni di entrata finalizzate direttamente “al sostegno o al rilancio dell’economia” e sostituendo il divieto di introdurre nuove imposte, tasse o contributi e di disporre nuove e maggiori spese (previsto dalla precedente riforma di cui alla legge n. 362 del 1988) con il più labile divieto di introdurre norme di delega o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio (salvo che si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi), nonché di carattere localistico o micro settoriale. (Per un approfondimento della disciplina contabile della legge finanziaria si rinvia all’appendice 2 del presente dossier).

 

A tale ridimensionamento del contenuto della legge finanziaria corrisponde una significativa valorizzazione del contenuto decisionale del bilancio dello Stato, stante la possibilità - prevista anch’essa in via sperimentale per il solo esercizio 2009 dall’articolo 60, comma 3, del decreto legge n. 112/08 – di rimodulare nella legge di bilancio tra i programmi le dotazioni finanziarie di ciascuna missione, ivi incluse le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa. (per un approfondimento cfr. oltre la Parte III, paragrafo 1.1 del presente dossier).

Gli effetti sui saldi di finanza pubblica

Per quanto attiene agli effetti sui saldi di finanza pubblica, il disegno di legge finanziaria per il 2009 non comporta, come accennato, effetti correttivi in termini di indebitamento netto del conto economico delle amministrazioni pubbliche, la cui incidenza sul PIL rimane pertanto fissata per il triennio 2009-2011 nei valori indicati dalla Nota di aggiornamento al DPEF[8], che pur rivedendo lievemente al rialzo le stime del saldo - in ragione del deterioramento della congiuntura economica internazionale - ha confermato l’obiettivo del sostanziale pareggio di bilancio nel 2011.

 

Analogamente, gli interventi introdotti dalla legge finanziaria non incidono sul fabbisogno del settore statale, mentre variazioni in diminuzione nel biennio 2009-2010 e in aumento nel 2011 sono previste in termini di saldo netto da finanziare.

 

La tabelle seguenti riepilogano gli effetti complessivi  del disegno di legge in termini di saldo netto da finanziare, fabbisogno e indebitamento netto per il triennio 2009-2011, disaggregandoli in termini di variazione netta delle entrate (composta dal saldo delle minori e maggiori entrate) e delle spese (anch'esse espresse come saldo delle maggiori e minori spese).

 

SALDO NETTO DA FINANZIARE
(mln euro)

 

2009

2010

2011

Minori entrate

506

313,6

181,4

Maggiori entrate

90,5

9,5

0

Totale entrate

-416,1

-304,1

-181,4

Maggiori spese (articolato)

5.458,1

5.235,2

5.233,5

Maggiori spese (tabelle)

235

1.305

6.576,2

Minori Spese

6886,2

7.113,3

7.303,9

Totale spese

-1.193,1

-573,1

+4.506

TOTALE GENERALE

-777,1

-269

+4.687,4

 

 

INDEBITAMENTO NETTO P.A. E FABBISOGNO
(mln euro)

 

2009

2010

2011

Minori entrate

924,5

530,8

396,9

Maggiori entrate

90,5

9,5

0

Totale entrate

-834

-521,3

-396,9

Maggiori spese (articolato)

63,7

41,5

41,5

Maggiori spese (tabelle)

0

0

0

Minori Spese

-897,7

562,8

438,4

Totale spese

834

521,3

396,9

TOTALE GENERALE

0

0

0

 

Nel complesso, gli effetti derivanti dall’articolato e dalla tabelle del disegno di legge comportano un miglioramento del saldo netto da finanziare pari a circa 777 milioni di euro nel 2009 e a 269 milioni nel 2010; alla fine del triennio è invece previsto un peggioramento del saldo, in larga parte imputabile al rifinanziamento in tabella D del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie.

 

Per quanto concerne la composizione della manovra, il disegno di legge reca nuove o maggiori spese correnti per un ammontare pari ad oltre 5,45 miliardi di euro per il 2009, 5,23 miliardi per il 2010 e il 2011, cui si aggiungono 507 milioni di euro per il 2009, 314 per il 2010 e 181 per il 2011 di minori entrate.

Tali oneri sono più che compensati da una riduzione delle spese correnti  pari a circa 6,9 miliardi di euro per il 2009, 7,11 miliardi per il 2010 e 7,3 miliardi per il 2011, cui si aggiungono 91 milioni di euro per il 2009 e 10 milioni per il 2010 di maggiori entrate.

 

In particolare, quanto concerne il reperimento delle risorse,allacopertura finanziaria di larga parte delle disposizioni previste dal disegno di legge si fa fronte nell'ambito delle dotazioni finanziarie già precostituite con il decreto-legge n. 112 del 2008 e, segnatamente, mediante la riduzione:

§      del Fondo per la proroga di agevolazioni fiscali, istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze ai sensi dell’articolo 63, comma 8 del decreto legge n. 112 del 2008 (per 897,7 milioni di euro nel 2009 – cfr. art. 2, co. 16);

§      del Fondo interventi strutturali di politica economica, che il comma 10 del citato articolo 63 del dl 112 ha appositamente rifinanziato al fine di garantire, tra l’altro, le risorse occorrenti per i rinnovi contrattuali e gli adeguamenti retributivi del personale statale (la riduzione è pari a 2,240 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2009-2011- cfr. art. 2, co. 31).

 

Minori spese correnti sono altresì riconducibili al riordino dei trasferimenti dal bilancio dello Stato all'INPS conseguenti dell’incremento delle aliquote contributive di finanziamento delle gestioni previdenziali disposto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) e dalla legge 24 dicembre 2007, n. 247, recante le norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 (per un importo pari a 2.812 milioni di euro per il 2009 - cfr. art. 2, co. 25).

Maggiori entrate sono invece ascrivibili al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di parte delle risorse dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.a. (ex Sviluppo Italia ) giacenti fuori dalla tesoreria statale (90,5 milioni di euro nel 2009 – cfr. art. 2, co. 21).

 

In ordine all’utilizzo delle risorse, si segnalano una serie di disposizioni di carattere tributario, recanti prevalentemente minori entrate, in larga parte costituite da proroghe di regimi fiscali agevolati, a favore dei soggetti che operano nel settore agricolo e della proprietà contadina, della pesca e dell’autotrasporto, nonché in materia di recupero del patrimonio edilizio, spese per la frequenza di asili nido, per l'acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico e per l’aggiornamento e la formazione del personale docente scolastico. Ulteriori proroghe e disposizioni agevolative di natura tributaria concernono le accise sul gas naturale per gli usi industriali; sul gasolio e GPL impiegati per riscaldamento in comuni non metanizzati; sul gasolio impiegato nelle coltivazioni sotto serra e per gli oli vegetali impiegati per fini energetici nelle serre (cfr. articolo 2, commi 1-18).

 

Sul versante della spesa, le maggiori spese sono principalmente ascrivibili:

§      ad un incremento dei trasferimenti all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) per la gestione degli invalidi civili (1.800 milioni di euro annui per il triennio 2009-2001 – cfr art. 2, co. 26);

§      alle disposizioni in materia di pubblico impiego, che stabiliscono, tra l’altro, le risorse destinate ai rinnovi contrattuali per il biennio 2008-2009 e agliincrementi retributivi del personale statale in regime di diritto pubblico (2.240 milioni di euro annui per il triennio 2009-2001 – cfr art. 2, co. 27,28 e 29).

 

Le maggiori spese connesse all’adeguamento degli oneri pensionistici alle variazioni dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo (pari a 936,5 milioni di euro nel triennio 2009-2001 – cfr art. 2, co. 22), costituiscono invece una partita di giro, in quanto le risorse a tal fine previste a legislazione vigente sono compensate con una riduzione di pari importo dei trasferimenti alle gestioni previdenziali dell’INPS (cfr art. 2, co. 23).

Quadro di copertura legge finanziaria 2009

(milioni di euro)

Risorse

Impieghi

Riduzione Fondo ISPE

2.240

Rinnovi contrattuali 2008-2009
pubblico impiego

2.240

Riduzione Fondo proroga agevol. fiscali

897,7

Agevolazioni fiscali di cui:

988,2

Versamento risorse ex Sviluppo Italia

90,5

Detrazioni per asili nido

35,5

 

 

Agevolazioni pesca

55,4

 

 

Riduzioni di accisa (gas, gasolio e GPL)

153,1

 

 

Agevolazioni fiscali proprietà contadina

163

 

 

Agevolazioni tributarie autotrasporto

283,1

 

 

IRAP agricoltura

285

 

 

Credito d'imposta riscaldamento biomasse

9,1

 

 

Altro (Terremoto Belice e riordino IPAB)

4

Adeguamento ISTAT

936,5

Adeguamento ISTAT

936,5

Riordino trasferimenti all'INPS

2.812

Gestione invalidi civili

1.800

Definanziamenti Tabella E

12

Miglioramento saldo netto da finanziare

1.024

TOTALE

6.988,7

TOTALE

6.988,7

 

 

 

 

 

 

Miglioramento saldo netto da finanziare (articolato + Tabella E)

1.024

 

 

Rifinanziamento Tabella D

-12

 

 

Tabella F

-235

 

 

Totale miglioramento saldo netto da finanziare

777

 

I grafici seguenti descrivono la composizione degli interventi contenuti nell’articolato del disegno di legge finanziaria per l’anno 2009 in termini di reperimento delle risorse finanziarie (maggiori entrate e minori spese correnti) e di utilizzo delle stesse (minori entrate e maggiori spese correnti), al netto della quota di adeguamento ISTAT degli oneri pensionistici.


Legge finanziaria 2009 (A.C. 1713)
Reperimento delle risorse

 

 

 

Legge finanziaria 2009 (A.C. 1713)
Impiego delle risorse

 


 

DDL finanziaria 2009 – Articolato

effetti in termini di saldo netto da finanziare e indebitamento netto PA

 

Art.

Co.

 

Saldo netto da finanziare

Indebitamento netto P.A.

 

 

 

2009

2010

2011

2009

2010

2011

 

 

A) MINORI ENTRATE

506,6

313,6

181,4

924,5

530,8

396,9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

1

Aliquota Irap agricoltura

0

0

0

285

177,4

166,7

2

2

esonero contributivo pesca

0

0

0

40,8

48,3

48,3

2

2

agevolazioni IRE/IRES pesca

0

30,6

17,5

0

30,6

17,5

2

3

Compensazioni contributi al SSN autotrasportatori

0

0

0

72,6

0

0

2

4

Deduzione forfetaria autotrasporto IRPEF

101,0

-43,0

0,0

101,0

-43,0

0,0

2

4

Deduzione forfetaria autotrasporto IRAP

0

0

0

19,0

-9,0

0,0

2

5

Detrazione per autoformazione da parte di docenti

0

73,5

-31,5

0

73,5

-31,5

2

6

Detrazione asili nido

35,0

20,0

20,0

35,0

20,0

20,0

2

6

Asili nido addizionale regionale

0

0

0

0,4

0,4

0,4

2

6

Asili nido addizionale comunale

0

0

0

0,1

0,1

0,1

2

7

Detrazione abbonamenti trasporto pubblico locale IRPEF

0,0

163,0

-70,0

0,0

163,0

-70,0

2

8

Agevolazioni tributarie a favore della proprietà coltivatrice

163,0

0

0

163,0

0

0

2

9

esenzione imposte terremoto Belice

2,00

0,00

0,00

2,00

0,00

0,00

2

10

proroga agevolazioni per il riordino IPAB

2,0

0

0

2,0

0

0

2

11

riduzione aliquota accisa gas metano ad usi industriali

60,0

32,0

44,0

60,0

32,0

44,0

2

12

Accisa Gasolio GPL riscaldamento zone montane

51,9

43,6

47,2

51,9

43,6

47,2

2

13

Agevolazioni su gasolio e gpl per riscaldamento impiegato nelle frazioni parzialmente non metanizzate-zona climatica E

18,1

-2,9

1,2

18,1

-2,9

1,2

2

14

Esenzione accise gasolio riscaldamento serra

23,1

-12,7

5,5

23,1

-12,7

5,5

2

15

Ristrutturazione edilizia

0

0

147,5

0

0

147,5

2

17

Autotrasporto-indennità e deduzione forfetaria trasferte

25,0

5,0

0,0

25,0

5,0

0,0

2

18

Autotrasporto- esclusione straordinario dal reddito imponibile

25,5

4,5

0

25,5

4,5

0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

B) MAGGIORI ENTRATE

90,5

9,5

0

90,5

9,5

0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

21

Copertura art. 2  commi 17-18-19

90,5

9,5

0

90,5

9,5

0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE ENTRATE

-416,1

-304,1

-181,4

-834

-521,3

-396,9

 


 


Art.

Co.

 

Saldo netto da finanziare

Indebitamento netto P.A.

 

 

 

2009

2010

2011

2009

2010

2011

 

 

MINORI SPESE CORRENTI

6.886,20

7.113,30

7.303,90

897,70

562,80

438,40

2

16

Riduzione Fondo proroga agevolazioni fiscali art. 63 co. 8 DL 112/08

897,7

500,0

438,4

897,7

500,0

438,4

2

16

Riduzione Fondo (ISPE)art. 63 co. 10 DL 112/08

0,0

62,8

0,0

0,0

62,8

0,0

2

23

Adeguamento ISTAT

936,5

936,5

936,5

0,0

0,0

0,0

2

25

Incrementi assegni nuclei familiari

782,0

782,0

782,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Incremento indennità di disoccupazione ordinaria non agricola

405,0

405,0

405,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Trattamenti di disoccupazione non agricola a requisiti interi

656,0

692,0

702,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Trattamenti di disoccupazione non agricola a requisiti ridotti

185,0

193,0

200,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Indicizzazione meccanismo tetti

2,0

3,0

4,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Soppressione contributo aggiuntivo ore di straordinario

175,0

180,0

185,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Incrementi assegni nuclei familiari

24,0

24,0

24,0

0,0

0,0

0,0

2

25

revisione requisiti di accesso al pensionamento anticipato

203,0

715,0

1.007,0

0,0

0,0

0,0

2

25

Abolizione divieto di cumulo tra pensione anticipata e redditi di lavoro

380,0

380,0

380,0

0,0

0,0

0,0

2

31

Riduzione Fondo (ISPE) art. 63 c. 10 DL 112/08

2.240,0

2.240,0

2.240,0

0,0

0,0

0,0

 

 

TOTALE MINORI SPESE

6.886,2

7.113,3

7.303,9

897,7

562,8

438,4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAGGIORI SPESE CORRENTI

5.458,1

5.235,2

5.233,5

63,7

41,5

41,5

2

1

Aliquota IRAP agricoltura

285,0

177,4

166,7

0,0

0,0

0,0

2

2

Esonero contributivo pesca

40,8

48,3

48,3

0,0

0,0

0,0

2

2

Credito d'imposta pesca

14,6

17,3

17,3

14,6

17,3

17,3

2

3

Compensazioni contributi al SSN autotrasportatori

72,6

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

2

4

Deduzione forfetaria autotrasporto IRAP

19,0

-9,0

0,0

0,0

0,0

0,0

2

6

Asili nido addizionale regionale

0,4

0,4

0,4

0,0

0,0

0,0

2

6

Asili nido addizionale comunale

0,1

0,1

0,1

0,0

0,0

0,0

2

12

Crediti d'imposta riscaldamento biomasse

9,1

24,2

24,2

9,1

24,2

24,2

2

19

Autotrasporto-credito imposta per tassa automobilistica

40,0

0,0

0,0

40,0

0,0

0,0

2

22

Adeguamento ISTAT

936,5

936,5

936,5

0,0

0,0

0,0

2

26

Gestione invalidi civili

1.800,0

1.800,0

1.800,0

0,0

0,0

0,0

2

27,28,29

Fondo contratti

2.240,0

2.240,0

2.240,0

0,0

0,0

0,0

 

 

TOTALE MAGGIORI SPESE

5.458,1

5.235,2

5.233,5

63,7

41,5

41,5

 

 

TABELLE

235,0

1.305,0

6.576,2

0,0

0,0

0,0

 

 

Tabella D

12,0

 

 

12,0

0,0

0,0

 

 

Tabella E

-12,0

0,0

0,0

-12,0

0,0

0,0

 

 

Tabella F

235,0

305,0

305,0

0,0

0,0

0,0

 

 

TOTALE SPESE

-1.193,1

-573,1

+4.506

0

0

0

 

 

TOTALE MINORI ENTRATE

-416,1

-304,1

-181,4

0

0

0

 

 

TOTALE GENERALE

-777,1

-269

+4.687,4

0

0

0


Per quanto riguarda le Tabelle allegate al disegno di legge (in particolare le Tabelle C ed F), la relazione illustrativa al disegno di legge sottolinea come i relativi stanziamenti a legislazione vigente scontino sia le riduzioni della Tabella C disposte da specifiche disposizioni contenute nei decreti-legge 27 maggio 2008, n. 93 (c.d. decreto ICI) [9] e 28 agosto 2008, n. 134 (c.d. decreto Alitalia[10], sia le riduzioni di spesa previste ai sensi dell'articolo 60, commi 1 e 10, del medesimo decreto-legge n. 112, rispettivamente in relazione ai tagli delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa e alla decurtazione delle quote rese indisponibili ai sensi del comma 507 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

La relazione illustrativa sottolinea, inoltre, come le limitate modifiche alla legislazione vigente apportate con le suddette tabelle si riferiscano a maggiori occorrenze di natura obbligatoria dell'amministrazione, riconosciute per legge o correlate a impegni assunti in sede internazionale, che non determinano effetti sotto il profilo dei saldi di finanza pubblica, essendo tali partite correlate a voci di spesa già incluse nei tendenziali di spesa.

Nelle tabelle del disegno di legge finanziaria sono, inoltre, ricompresi gli effetti derivanti dalle rimodulazioni tra i programmi delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa ( ivi incluse le spese predeterminate per legge ) operate dalle Amministrazioni ai sensi  del comma 3 del citato articolo 60 del decreto-legge n. 112. Le autorizzazioni legislative, nei termini riportati nelle tabelle a seguito delle rimodulazioni, sono esposte in un apposito allegato a ciascuno stato di previsione della spesa del disegno di legge di bilancio.

 

 

 


PARTE III
Il disegno di legge di bilancio


1. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente

1.1 Novità in tema di formazione del bilancio a legislazione vigente per il 2009

Il disegno di legge recante il bilancio annuale di previsione dello Stato e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 è impostato secondo la nuova struttura contabile per missioni e programmi, volta a privilegiare il contenuto funzionale della spesa, introdotta con la legge di bilancio 2008.

Esso presenta tuttavia rilevanti novità rispetto allo scorso anno, sia in ordine all’arco temporale di riferimento, sia in termini di contenuti e portata decisionale del documento.

Sul processo di formazione del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente ha infatti inciso in maniera sostanziale la disciplina introdotta dal decreto legge 25 giugno 2008, n. 112[11], con il quale, ai fini del rispetto degli impegni di medio periodo assunti con l’Unione europea nell’ambito del Patto di stabilità e crescita, è stata realizzata una manovra di stabilizzazione della finanza pubblica riferita al triennio 2009-2011.

Il processo di programmazione economico-finanziaria è stato dunque anticipato nella tempistica ed impostato su base triennale, al fine di conferire alle Amministrazioni maggiori certezze nella pianificazione delle risorse disponibili e nella programmazione delle attività connesse alle missioni e ai programma di spesa di propria competenza.

Gli effetti del decreto legge, approvato prima della presentazione del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria, risultano pertanto già contabilizzati nel disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per l’esercizio 2009 e nel bilancio pluriennale 2009-2011.

La normativa recata dall’articolo 60 del citato decreto legge n. 112 ha peraltro introdotto alcuni criteri specifici per quanto concerne la determinazione degli stanziamenti di spesa del bilancio dello Stato da iscrivere a legislazione vigente per il 2009.

La riduzione della dotazione finanziaria delle missioni

In particolare, ai fini del conseguimento dell’obiettivo del sostanziale pareggio di bilancio nell’anno 2011, i commi 1 e 2 dell’articolo 60 hanno disposto una sensibile riduzione delle dotazioni finanziarie a legislazione vigente per il triennio 20092011 delle missioni di spesa di competenza dei vari Ministeri, secondo gli importi indicati nell'elenco n. 1 allegato al decreto-legge.

Oggetto di riduzione sono state anche le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa.

L’elenco 1 citato fornisce indicazione separata della componente relativa alle spese predeterminate per legge che sono state ridotte nell’ambito di ciascuna missione. Dalla riduzione operata sono state escluse le spese relative alle seguenti voci:

1)      stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse;

2)      spese per interessi;

3)      poste correttive e compensative delle entrate[12], comprese le regolazioni contabili con le regioni;

4)      trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria;

5)      fondo ordinario delle università;

6)      le risorse destinate alla ricerca;

7)      le risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche;

8)      le risorse dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali (comma 2).

 

Si tratta, in sostanza, delle spese di carattere obbligatorio o aventi natura obbligatoria, nonché di altre specifiche spese ritenute “indisponibili”.

 

Con riferimento all’anno 2009, il totale delle riduzioni operate alle dotazioni del bilancio a legislazione vigente è stata pari ad oltre8 miliardi di euro, di cui la parte preponderante, più di 6 miliardi, è costituita da riduzioni apportate a spese predeterminate per legge.

Negli anni successivi, la riduzione delle risorse a legislazione vigente del bilancio dello Stato raggiunge l’entità di 9 miliardi nel 2010, di cui 6,7 miliardi relativi a spese predeterminate per legge, e aumenta fino a oltre 15 miliardi di euro per il 2011, di cui 11,8 miliardi relativi a spese da fattore legislativo.

Le riduzioni, in valori assoluti, risultano, così distribuite per ciascun Ministero:

milioni di euro

 

2009

2010

2011

Ministero

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

riduzioni

di cui:
predeterminate
 per legge

economia e finanze

2.995,8

2.570,4

3.307,0

2.796,8

5.895,1

4986,0

sviluppo economico

2.247,8

2.235,5

2.459,0

2.444,4

4.310,8

4.286,0

lavoro

220,0

187,6

261,1

222,5

452,5

385,6

giustizia

218,6

1,6

262,1

3,2

454,2

5,5

esteri

202,4

153,4

225,4

167,0

388,0

286,5

istruzione

447,0

214,4

456,4

200,2

790,1

346,4

interno

413,7

78,4

462,2

55,2

799,0

95,6

ambiente

249,7

241,3

166,2

156,3

261,9

244,5

infrastrutture

519,6

405,3

463,0

332,9

770,4

544,7

difesa

503,7

158,0

478,1

59,0

834,5

101,7

politiche agricole

180,0

137,0

137,4

88,4

220,2

135,2

beni culturali

236,7

216,8

251,3

227,1

434,6

392,5

totale

8.435

6.599,7

8.929,2

6.753

15.611,3

11.810,2

 

Nella definizione degli stanziamenti iniziali su quali sono state apportate le suddette riduzioni, si è tenuto conto, per il 2009, degli effetti derivanti dalla trasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti sulle dotazioni di bilancio (pari a circa 4,9 miliardi di euro) disposti ai sensi dell’art. 1, commi 507-508, dalla legge finanziaria per il 2007, prevista dal comma 10 del medesimo articolo 60 del D.L. 112/08[13].

 

Nell’esercizio 2009,il combinato disposto dellatrasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti previsti dal citato comma 507 della legge finanziaria per il 2007 e degli ulteriori tagli lineari operati ai sensi del citato comma 1 dell’articolo 60 del decreto legge n. 112,ha determinato una riduzione delle dotazioni delle missioni di spesa pari, nel complesso, a circa 13,4 miliardi di euro.

La rimodulazione della dotazione finanziarie dei programmi

Al fine di contemperare l’esigenza di contenimento della spesa con quella di garantire alle Amministrazioni le risorse atte ad assicurarne comunque l’operatività minima, favorendo nel contempo un processo di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, il medesimo articolo 60 ha introdotto in via sperimentale rilevanti elementi di elasticità nella gestione del bilancio.

 

In particolare, l’articolo 60, comma 3, ha previsto, per il solo esercizio 2009,  la possibilità di effettuare, nella legge di bilancio, rimodulazioni tra i programmi delle dotazioni finanziarie di ciascuna missione di spesa, ivi comprese le spese predeterminate per legge econ la sola eccezione delle spese di natura obbligatoria, in annualità e a pagamento differito.

 

Ai sensi del citato comma 3, le rimodulazioni che possono essere proposte nel disegno di legge di bilancio soggiacciono a taluni limiti, quali:

§      il rispetto dell’invarianza dei saldi di finanza pubblica;

§      un limite massimo del 10 per cento delle risorse stanziate per il macroaggregato “Interventi” e tra queste ultime e le risorse destinate al macroaggregato “funzionamento”;

§      il divieto di utilizzo degli stanziamenti in conto capitale per finanziare spese correnti, in quanto intervento di dequalificazione della spesa.

 

In ragione della possibilità di incidere, con le rimodulazioni presentate a bilancio, sulla legislazione sostanziale di spesa, in apposito allegato ciascuno stato di previsione della spesa del disegno di legge di bilanciosono esposte le autorizzazioni legislative di spesa ed i relativi importi da utilizzare per ciascun programma, con le rimodulazioni effettuate dalle Amministrazioni[14].

 

Al riguardo, si ricorda che ai sensi del comma 4 dell’articolo 60 del D.L. 112/08 ciascun Ministro è chiamato a prospettare le ragioni della riconfigurazione delle autorizzazioni di spesa di propria competenza, nonché i criteri per il miglioramento della economicità ed efficienza e per la individuazione di indicatori di risultato relativamente alla gestione di ciascun programma, nelle Relazioni sullo stato e l’efficacia della spesa di cui al comma 68 dell’articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), il cui termine di presentazione al Parlamento è stato differito, per l’anno in corso, dal 15 giugno al 30 settembre 2008.

 

Secondo quanto indicato nella Circolare del Ministero dell’economia n. 21 del 24 luglio 2008, che definisce i criteri generali per l'impostazione delle nuove previsioni del bilancio per il 2009 e per il triennio 2009-2011, il citato decreto legge n. 112 ha modificato in modo sostanziale il processo di definizione del progetto di bilancio a legislazione vigente.

A fronte delle riduzioni di spesa operate, alle singole Amministrazioni è stato infatti concesso un più ampio margine di discrezionalità in ordine alla allocazione delle risorse nei programmi di spesa di loro pertinenza.

I tagli lineari alle dotazioni finanziarie delle missioni rappresentano infatti un limite preventivo alla crescita di alcune categorie di spesa, ossia una sorta di plafond a disposizione di ogni Amministrazione entro il quale ciascuna di essa, in sede di formazione del progetto di bilancio, ha potuto ripartire una quota delle risorse a disposizione, per ciascuna missione, tra i relativi programmi di spesa ritenuti prioritari, attraverso un attività di programmazione articolata puntualmente per ciascuno degli anni del bilancio triennale 2009 - 2011.

A seguito dell’applicazione della disciplina sopra esposta, le dotazioni finanziarie a legislazione vigente delle missioni di spesa si distinguono ora in due parti:

§      una concernente le “risorse rimodulabili”, il cui ammontare costituisce, per ciascun anno del triennio, un complessivo “tetto” di spesa in sede previsionale e gestionale, entro il quale le Amministrazioni, nei limiti suddetti, possono ripartire le risorse tra i programmi di competenza, tenendo conto delle priorità e delle finalità strategiche piuttosto che del livello della spesa storica;

§      l’altra relativa alle “risorse non rimodulabili” tra i programmi, la cui quantificazione definitiva ha formato oggetto di proposta da parte della Amministrazioni e di revisione a cura della Ragioneria Generale ai fini della verifica della corretta applicazione dei parametri previsti dalla legge per la quantificazione medesima (es. competenze fisse al personale, spese per interessi ed altre classificabili come oneri inderogabili).

 

La relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio sottolinea come eventuali risorse predeterminate per legge che dovessero essere ricomprese nella parte di risorse non rimodulabile, non possono comunque essere oggetto di modifica da parte delle Amministrazioni, mentre le dotazioni derivanti da fattore legislativo, ricomprese tra le risorse rimodulabili, hanno potuto essere oggetto di diversa ripartizione tra i programmi, “nel rispetto delle finalità stabilite dalle disposizioni legislative relative ai programmi medesimi”.

Alla luce di tali innovazioni appaiono sostanzialmente superati i tradizionali criteri di distinzione delle spese tra fattori legislativi, oneri inderogabili e fabbisogno (spese discrezionali), sinora utilizzati nella prassi di classificazione delle spese di bilancio, posto che le innovazioni introdotte individuano un livello di classificazione intermedio e trasversale, nel quale anche le spese derivanti da fattore legislativo, che in passato risultavano immodificabili, rientrano ora, seppur nei limiti citati, nella disponibilità delle Amministrazioni.

Il nuovo meccanismo di flessibilità, consentendo alla legge di bilancio di incidere sull’entità delle risorse predeterminate con legge, rafforza inoltre il ruolo della legge di approvazione del bilancio dello Stato come strumento di programmazione della spesa statalee di manovra di finanza pubblica.

 

Nel disegno di legge di bilancio per il 2009 (A.C. 1714) è esposta, nella Tabella 13, l’analisi delle dotazioni finanziarie per missioni che evidenzia la quota di spesa “rimodulabile” e quella “non rimodulabile” di ciascuna missione, ai sensi dell’articolo 60, commi 2 e 3, del D.L. n. 112/2008.

 

La Tabella evidenzia come l’entità delle spese “rimodulabili” rappresenti circa il 5 per cento della spesa finale del bilancio dello Stato. Nell’ambito di questa percentuale, risulta rimodulabile una quota pari al 33 per cento delle spese in conto capitale, a fronte di una quota pari al 2 per cento delle spese correnti.

Gli stanziamenti rimodulabili sono individuati nell’allegato tecnico per capitoli contenuto nelle tabelle relative a ciascuno stato di previsione della spesa mediante l’apposizione della lettera “R” sotto la denominazione dei capitoli.

 

Missioni

 

BLV 2009

(a)

NON rimodulab.
(b)

Rimodul.

(c)

%

(b/a)

%

(c/a)

1 - Organi costituzionali

C

3.037

2.865

172

94

6

K

-

-

-

 

 

2 - Amm.ne generale territorio

C

422

399

24

94

6

K

1

0

1

0

100

3 - Relazioni autonomie territoriali

C

105.900

105.884

16

100

0

K

4.765

4.703

62

99

1

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

C

19.212

18.724

488

97

3

K

7.083

7.083

-

100

0

5 - Difesa e sicurezza del territorio

C

17.494

16.653

841

95

5

K

1.750

1.704

46

97

3

6 – Giustizia

C

7.054

6.730

324

95

5

K

235

0

235

0

100

7 - Ordine pubblico e sicurezza

C

9.650

8.735

915

91

9

K

423

338

85

80

20

8 - Soccorso civile

C

1.827

1.698

129

93

7

K

1.678

1.327

351

79

21

9 - Agricoltura e pesca

C

433

369

65

85

15

K

430

68

362

16

84

10 - Energia e fonti energetiche

C

9

9

0

97

3

K

39

0

39

0

100

11 - Competitività e sviluppo imprese

C

366

236

131

64

36

K

4.081

2.115

1.967

52

48

12 - Regolazione dei mercati

C

12

11

1

91

9

K

4

0

4

0

100

13 - Diritto alla mobilità

C

2.595

2.307

288

89

11

K

7.385

3.128

4.257

42

58

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

C

123

102

20

83

17

K

3.554

2.070

1.484

58

42

15 – Comunicazioni

C

795

420

375

53

47

K

235

180

54

77

23

16 - Commercio internazionale

C

180

101

79

56

44

K

24

0

24

0

100

17 - Ricerca ed innovazione

C

914

852

62

93

7

K

2.687

2.658

29

99

1

18 - Sviluppo sostenibile e tutela del territorio

C

454

325

128

72

28

K

997

342

656

34

66

19 - Casa e assetto urbanistico

C

385

216

170

56

44

K

505

417

87

83

17

20 - Tutela della salute

C

840

727

113

87

13

K

-

-

-

 

 

21 - Tutela beni culturali

C

1.072

715

357

67

33

K

322

22

301

7

93

22 - Istruzione scolastica

C

43.801

42.989

812

98

2

K

95

0

95

0

100

23 - Istruzione universitaria

C

8.431

8.122

308

96

4

K

119

63

56

53

47

24 - Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

C

24.358

24.120

238

99

1

K

20

0

20

0

100

25 - Politiche previdenziali

C

75.543

75.542

1

100

0

K

1

0

0

98

2

26 - Politiche per il lavoro

C

1.813

1.780

32

98

2

K

1.485

1.417

68

95

5

27 – Immigrazione

C

1.407

1.260

147

90

10

K

9

0

9

0

100

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

C

45

42

4

92

8

K

6.058

0

6.058

0

100

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

C

65.521

62.806

2.715

96

4

K

3.864

3.794

70

98

2

30 - Giovani e sport

C

441

336

104

76

24

K

288

155

132

54

46

31 – Turismo

C

76

0

76

0

100

K

-

-

-

 

 

32 - Servizi generali amministrazioni

C

2.171

1.758

413

81

19

K

152

61

92

40

60

33 - Fondi da ripartire

C

10.184

7.828

2.356

77

23

K

2.042

1.921

121

94

6

34 - Debito pubblico (*)

C

81.349

81.349

0

100

0

Totale spese correnti

 

487.915

476.010

11.905

98

2

Totale spese conto capitale

 

50.334

33.567

16.768

67

33

Totale Spese Finali

 

538.250

509.577

28.673

95

5

 

 

Nelle Tabelle seguenti sono esposti, per l’intero bilancio triennale 2009-2011, le variazioni delle dotazioni di spesa di ciascun Ministero e di ciascuna Missione, ponendo a raffronto i dati di bilancio a legislazione vigente preesistenti alla manovra di finanza pubblica attuata con il D.L. n. 112/2008 con le risultanze del disegno di legge di bilancio di previsione 2009. I dati sono stati acquisiti dalla Ragioneria generale dello Stato.


Variazioni per stati di previsione dei Ministeri

(milioni di euro)

Ministero

Anno

Legislazione vigente
2009
ante DL 112
(a)

Manovra

BLV
2009
(AC 1714)

(b)

Differenza (b)-(a)

DL 112
(60, c. 10)
riduzioni co. 507

DL 112
(60, c. 1)
riduzioni missioni

Rimodulazioni
DL 112 (60, c. 3) +
manovra

Valori assoluti

Valori %

Economia

2009

316.365

-2.363

-2.996

12.159

323.165

6.800

2,1

2010

306.562

0

-3.307

18.590

321.845

15.283

5,0

2011

305.543

0

-5.895

21.676

321.324

15.781

5,2

Sviluppo economico

2009

12.516

-587

-2.248

-89

9.592

-2.924

-23,4

2010

12.323

0

-2.459

-61

9.803

-2.520

-20,4

2011

12.612

0

-4.311

16

8.317

-4.295

-34,1

Lavoro

2009

82.070

-349

-220

39

81.541

-529

-0,6

2010

82.697

0

-261

-83

82.353

-344

-0,4

2011

82.578

0

-452

514

82.640

62

0,1

Giustizia

2009

7.702

-196

-219

255

7.542

-160

-2,1

2010

7.738

0

-262

167

7.644

-94

-1,2

2011

7.750

0

-454

205

7.500

-250

-3,2

Esteri

2009

2.360

-128

-202

14

2.044

-316

-13,4

2010

2.266

0

-225

-36

2.005

-261

-11,5

2011

2.258

0

-388

5

1.875

-383

-17,0

Istruzione

2009

57.142

-324

-447

-1.022

55.349

-1.793

-3,1

2010

56.865

0

-456

-2.752

53.657

-3.208

-5,6

2011

56.283

0

-790

-3.565

51.929

-4.354

-7,7

Interno

2009

27.710

-231

-414

166

27.231

-479

-1,7

2010

26.826

0

-462

404

26.768

-58

-0,2

2011

26.738

0

-799

390

26.328

-410

-1,5

Ambiente

2009

1.556

-26

-250

-17

1.263

-293

-18,8

2010

912

0

-166

-16

730

-182

-20,0

2011

848

0

-262

-11

575

-273

-32,2

Infrastrutture

2009

7.782

-90

-520

10

7.183

-599

-7,7

2010

7.038

0

-463

14

6.589

-449

-6,4

2011

7.562

0

-770

28

6.819

-743

-9,8

Difesa

2009

20.987

-457

-504

268

20.294

-693

-3,3

2010

19.309

0

-478

490

19.322

13

0,1

2011

19.329

0

-835

504

18.999

-330

-1,7

Politiche agricole

2009

1.504

-54

-180

64

1.334

-170

-11,3

2010

1.203

0

-137

66

1.131

-72

-6,0

2011

1.125

0

-220

66

971

-154

-13,7

Beni e attività culturali

2009

2.060

-118

-237

4

1.710

-350

-17,0

2010

1.942

0

-251

7

1.698

-244

-12,6

2011

1.921

0

-435

14

1.500

-421

-21,9

Totale Spese finali

2009

539.754

-4.922

-8.435

11.853

538.249

-1.505

-0,3

2010

525.681

0

-8.929

16.790

533.544

7.863

1,5

2011

524.547

0

-15.611

19.842

528.779

4.232

0,8

 

 


Variazioni dotazioni finanziarie per Missione

(milioni di euro)

Missioni

Anno

Legislazione vigente
2009
ante DL 112
(a)

Manovra

BLV
2009
(AC 1714)

(b)

Differenza (b)-(a)

DL 112
(60, c. 10)
riduzioni co. 507

DL 112
(60, c. 1)
riduzioni missioni

Rimodulazioni
DL 112
(60, c. 3)
+

manovra

Valori assoluti

Valori %

1 - Organi costituzionali

2009

3.311

-116

-128

-30

3.037

-274

-8,3

2010

3.360

0

-159

-62

3.139

-221

-6,6

2011

3.311

0

-262

-53

2.996

-315

-9,5

2 - Amm.ne generale del territorio

2009

362

-5

-7

74

424

62

17,1

2010

362

 

-9

74

427

65

18,0

2011

362

 

-16

74

420

58

16,0

3 - Relazioni autonomie territoriali

2009

105.625

-30

-20

5.091

110.666

5.041

4,8

2010

101.396

 

-22

8.960

110.334

8.938

8,8

2011

100.745

 

-38

12.042

112.749

12.004

11,9

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

2009

26.605

-136

-194

20

26.295

-310

-1,2

2010

25.080

0

-214

-19

24.847

-233

-0,9

2011

20.403

0

-372

215

20.246

-157

-0,8

5 - Difesa e sicurezza del territorio

2009

19.574

-384

-261

315

19.244

-330

-1,7

2010

18.359

 

-313

518

18.564

205

1,1

2011

18.380

 

-549

522

18.353

-27

-0,1

6 – Giustizia

2009

7.409

-195

-181

256

7.289

-120

-1,6

2010

7.445

 

-222

165

7.388

-57

-0,8

2011

7.456

 

-386

202

7.272

-184

-2,5

7 - Ordine pubblico e sicurezza

2009

9.802

-157

-294

722

10.073

271

2,8

2010

9.483

-

-319

711

9.875

392

4,1

2011

9.489

-

-554

713

9.648

159

1,7

8 - Soccorso civile

2009

3.654

-29

-141

21

3.505

-149

-4,1

2010

3.553

-

-156

21

3.418

-135

-3,8

2011

3.544

-

-269

21

3.296

-248

-7,0

9 - Agricoltura e pesca

2009

1.080

-52

-170

3

861

-219

-20,3

2010

828

-

-142

3

689

-139

-16,8

2011

750

-

-229

3

524

-226

-30,1

10 - Energia e fonti energetiche

2009

59

0

-11

0

48

-11

-18,6

2010

10

 

0

0

10

0

0,0

2011

10

 

0

0

10

0

0,0

11 – Competitività e sviluppo imprese

2009

5.187

-53

-557

-129

4.448

-739

-14,2

2010

4.539

-

-430

2

4.111

-428

-9,4

2011

4.401

-

-665

-587

3.149

-1.252

-28,4

12 - Regolazione dei mercati

2009

16

0

-2

2

16

0

0,0

2010

11

 

-1

2

12

1

9,1

2011

11

 

-1

2

12

1

9,1

13 - Diritto alla mobilità

2009

12.023

-694

-1.355

5

9.979

-2.044

-17,0

2010

8.382

-

-1.019

5

7.368

-1.014

-12,1

2011

9.728

-

-2.100

4

7.632

-2.096

-21,5

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

2009

4.159

-31

-448

-4

3.676

-483

-11,6

2010

5.517

-

-778

-8

4.731

-786

-14,2

2011

5.606

-

-1.333

-1.081

3.192

-2.414

-43,1

15 – Comunicazioni

2009

1.310

-100

-127

-54

1.029

-281

-21,5

2010

1.190

-

-127

-62

1.001

-189

-15,9

2011

1.190

-

-221

-88

881

-309

-26,0

16 - Commercio internazionale

2009

257

-21

-33

1

204

-53

-20,6

2010

220

 

-33

1

188

-32

-14,5

2011

219

 

-56

1

164

-55

-25,1

17 - Ricerca ed innovazione

2009

3.865

-285

-30

51

3.601

-264

-6,8

2010

3.418

0

-31

51

3.438

20

0,6

2011

3.444

0

-52

45

3.437

-7

-0,2

18 - Sviluppo sostenibile e tutela del territori

2009

1.636

-26

-243

85

1.451

-185

-11,3

2010

1.005

0

-158

55

902

-103

-10,2

2011

940

0

-249

54

745

-195

-20,7

19 - Casa e assetto urbanistico

2009

978

0

-76

-12

890

-88

-9,0

2010

699

-

-56

-22

621

-78

-11,2

2011

667

-

-96

-12

559

-108

-16,2

20 - Tutela della salute

2009

886

-18

-39

12

841

-45

-5,1

2010

789

 

-38

13

764

-25

-3,2

2011

726

 

-67

13

672

-54

-7,4

21 - Tutela beni culturali

2009

1.684

-114

-205

29

1.394

-290

-17,2

2010

1.565

 

-217

33

1.381

-184

-11,8

2011

1.544

 

-376

33

1.201

-343

-22,2

22 - Istruzione scolastica

2009

45.233

-27

-266

-1.042

43.898

-1.335

-3,0

2010

45.692

-

-264

-2.782

42.646

-3.046

-6,7

2011

45.553

-

-458

-3.597

41.498

-4.055

-8,9

23 - Istruzione universitaria

2009

8.729

-71

-107

-1

8.550

-179

-2,1

2010

7.960

 

-114

-1

7.845

-115

-1,4

2011

7.234

 

-198

2

7.038

-196

-2,7

24 - Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

2009

24.959

-347

-196

-37

24.379

-580

-2,3

2010

24.605

-

-234

-161

24.210

-395

-1,6

2011

24.587

-

-405

285

24.467

-120

-0,5

25 - Politiche previdenziali

2009

70.370

0

0

5.174

75.544

5.174

7,4

2010

73.256

-

0

5.498

78.754

5.498

7,5

2011

73.454

-

-1

5.341

78.794

5.340

7,3

26 - Politiche per il lavoro

2009

3.374

-105

-25

54

3.298

-76

-2,3

2010

1.996

-

-28

54

2.022

26

1,3

2011

1.925

-

-48

123

2.000

75

3,9

27 – Immigrazione

2009

1.637

-35

-46

-140

1.416

-221

-13,5

2010

1.695

-

-54

-188

1.453

-242

-14,3

2011

1.739

-

-91

-238

1.410

-329

-18,9

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

2009

8.539

-532

-1.812

-92

6.103

-2.436

-28,5

2010

9.227

 

-2.210

-62

6.955

-2.272

-24,6

2011

9.561

 

-3.964

-2

5.595

-3.966

-41,5

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

2009

66.680

-390

-456

3.552

69.386

2.706

4,1

2010

63.575

 

-558

3.017

66.034

2.459

3,9

2011

64.144

 

-937

2.672

65.879

1.735

2,7

30 - Giovani e sport

2009

1.349

-60

-132

-429

728

-621

-46,0

2010

1.316

 

-147

-435

734

-582

-44,2

2011

868

 

-111

2

759

-109

-12,6

31 – Turismo

2009

112

-14

-22

0

76

-36

-32,1

2010

103

 

-27

0

76

-27

-26,2

2011

103

 

-47

0

56

-47

-45,6

32 - Servizi generali amministrazioni

2009

2.782

-78

-124

-255

2.325

-457

-16,4

2010

2.746

-

-149

-332

2.265

-481

-17,5

2011

2.746

0

-258

-420

2.068

-678

-24,7

33 – Fondi da ripartire

2009

17.306

-814

-725

-3.540

12.227

-5.079

-29,3

2010

15.620

0

-698

-3.793

11.129

-4.491

-28,8

2011

15.854

0

-1.205

-3.734

10.915

-4.939

-31,2

34 - Debito pubblico

2009

79.200

0

0

2.149

81.349

2.149

2,7

2010

80.687

-

0

5.534

86.221

5.534

6,9

2011

83.857

-

0

7.286

91.143

7.286

8,7

Totale Spese finali

2009

539.754

-4.922

-8.435

11.853

538.249

-1.505

-0,3

2010

525.681

 

-8.929

16.790

533.544

7.863

1,5

2011

524.547

 

-15.611

19.842

528.779

4.232

0,8

 

 

Analizzando le variazioni delle dotazioni finanziarie delle missioni per il 2009 determinate dalla manovra di finanza pubblica, si evince che nel complesso la riduzione delle risorse rispetto alla legislazione vigente ante manovra è pari a circa 1,5 miliardi di euro (-0,3 punti percentuali sul totale delle risorse).

 

Per quanto concerne le singole finalità istituzionali sono state maggiormente interessate da riduzioni di spesa, in valori assoluti, le seguenti missioni:

§      Missione n. 28– “Sviluppo e riequilibrio territoriale, che registra una riduzionedi oltre 2,4 miliardi di euro, passando dagli 8,5 miliardi a legislazione vigente ai 6,1 miliardi previsti nel disegno di legge di bilancio per il 2009;

§      Missione n. 13 – “Diritto alla mobilità”, la quale risulta definanziata in misura pari a circa 2 miliardi di euro;

§      Missione n. 22 – “Istruzione scolastica”, la quale risulta ridotta di 1,3 miliardi di euro.

 

Registrano invece un incremento delle risorse, in termini assoluti, rispetto a quanto previsto a legislazione vigente per il 2009, prima della manovra di finanza pubblica, le dotazioni finanziarie delle seguenti missioni:

§      Missione n. 29 – “Politiche previdenziali”, che registra un incremento pari a  circa 5,2 miliardi di euro;

§      Missione n. 3 –Relazioni con le autonomie territoriali”, i cui stanziamenti risultano sostanzialmente esclusi dai tagli operati ai sensi dell’articolo 60, commi 1 e 10 del D.L. n. 112/2008, registrando pertanto un incremento delle risorse pari a oltre 5 miliardi di euro;

§      Missione n. 29–“Politiche finanziarie e di bilancio”, per la quale è previsto un aumento delle risorse pari a circa 2,7 miliardi di euro.

1.2 Il quadro generale riassuntivo

Il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione per il 2009 a legislazione vigente evidenzia i seguenti importi:

 

BLV 2009 (A.C. 1714)
al netto delle regolazioni contabili e debitorie
valori in milioni di euro

 

Competenza

Cassa

(1)    Entrate finali
   - di cui entrate tributarie

463.904
433.608

437.684
414.058

(2)    Spese finali

497.400

517.442

(3=1-2) Saldo netto da finanziare

33.496

79.758

 

Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2009, in termini di competenza e al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, prevede entrate finali per 463.904 milioni e spese finali per 517.442 milioni.

Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta, in termini di competenza e al netto delle regolazioni debitorie e contabili e dei rimborsi IVA, pari a 33.496 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda il bilancio di cassa, il saldo netto da finanziare risulta pari a 79.758 milioni di euro.

 

Al lordo delle regolazioni contabili e debitorie (pari a 33.800 milioni di euro per quanto concerne le entrate, e a 40.850 milioni di euro, per quanto concerne le spese), il bilancio a legislazione vigente per il 2009 prevede:

 

BLV 2009 (A.C. 1714)
al lordo delle regolazioni contabili e debitorie
valori in milioni di euro

 

Competenza

Cassa

(1)    Entrate finali
   - di cui entrate tributarie

497.704
467.480

471.484
447.858

(2)    Spese finali

538.250

558.292

(3=1-2) Saldo netto da finanziare

40.545

86.808


1.3 Le variazioni rispetto alle previsioni 2008

Con riferimento alle entrate finali, alle spese finale e ai saldi di bilancio, nella Tavola seguente sono posti a raffronto, in termini di competenza, le previsioni iniziali del bilancio per il 2008, le previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, come presentato dal Governo (A.C. 1417) e come modificato dalla manovra recata dal D.L. n. 112/2008, e le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2009 (A.C. 1714).

 

 

Il raffronto è effettuato con i dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

(Valori in milioni di euro)

 

Bilancio di previsione 2008

Assestato
2008
(A.C. 1417)
(
A)

Assestato
2008
+
DL 112/2008

B.L.V.
2009
(A.C. 1714)
(
B)

Diff.

(A)-(B)

Entrate finali

458.373

457.432

459.135

463.904

6.472

Tributarie

426.484

423.191

424.724

433.680

10.489

Extratributarie

29.636

30.876

31.046

28.874

-2.002

Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali

2.254

3.385

3.365

1.350

-2.035

Spese finali

491.711

513.630

514.793

497.400

-16.230

Spese correnti

431.277

451.242

452.362

450.766

-476

- Spese correnti netto interessi

352.751

365.808

366.928

369.446

3.638

- Interessi

78.526

85.434

85.434

81.320

-4.114

Spese conto capitale

60.434

62.388

62.431

46.634

-15.754

Rimborso prestiti

198.212

191.188

191.188

215.245

24.057

Spese Complessive

689.923

704.818

705.981

712.645

7.827

Saldo netto da finanziare

33.337

56.198

55.658

33.496

 

Risparmio pubblico

24.843

2.825

3.408

11.788

 

Ricorso al mercato (*)

239.455

256.126

246.846

255.791

 

(*)  Il ricorso al mercato è calcolato al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

L’analisi delle variazioni rispetto al 2008 che segue è effettuata prendendo a riferimento le previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento per il 2008 (A.C. 1417), senza considerare gli effetti determinati su tale anno dal D.L. n. 112/2008.

 

Le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2009 registrano una forte riduzione del saldo netto da finanziare rispetto al disegno di legge di assestamento per il 2008, nell’importo di 22.702 milioni di euro, derivante da:

§      una riduzione delle spese finali di 16.230 milioni di euro;

§      un aumento delle entrate finali di 6.472 milioni di euro.

 

Anche il saldo corrente (risparmio pubblico) del bilancio a legislazione vigente per il 2009 registra, rispetto alle previsioni assestate per il 2008, un miglioramento di 8.963 milioni di euro, essenzialmente riconducibile all’incremento delle entrate correnti per circa 8.500 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda le entrate finali, l’incremento di oltre 8.500 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2008, è determinato dall’aumento di quasi 10.500 milioni di euro delle entrate tributarie e dalla riduzione di circa 2.000 milioni delle entrate extratributarie.

 

Riguardo alle spese finali iscritte nel bilancio a legislazione vigente per il 2009, la riduzione è pressoché interamente imputabile al forte decremento delle spese in conto capitale, che registrano, rispetto al bilancio assestato 2008, una riduzionedi 15.754 milioni di euro, a fronte di un lieve contenimento della spesa corrente (- 477 milioni di euro).

Le spese di parte corrente

Le spese correnti presentano un decremento, rispetto al dato assestato 2008, di 477 milioni di euro, risultante da una sensibile riduzione della spesa per interessi di 4.114 milioni di euro che ha più che compensato l’aumento della spesa corrente primaria pari a 3.638 milioni di euro.

 

La variazione maggiori rispetto al dato assestato 2008 hanno riguardato le seguenti categoria di spesa[15]:

§      i redditi da lavoro dipendente, in relazione ai quali si registra una riduzione di 2.400 milioni. La Relazione rileva peraltro che nel dato relativo al bilancio 2009 non risultano ancora iscritte le risorse finanziarie per i rinnovi contrattuali (2.240 milioni di euro), che sono previste nel disegno di legge finanziaria e che hanno trovato copertura a valere sulle risorse del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, nell’articolo 63, comma 10, del D.L. n. 112/2008;

§      i consumi intermedi, che presentano una contrazione di circa 3.400 milioni di euro rispetto al 2008. La riduzione degli stanziamenti per consumi intermedi, che sono per la quasi totalità risorse “rimodulabili” da parte delle Amministrazioni, è da imputare alle riduzioni lineari disposte dall’articolo 60 del D.L. n. 112/2008, rispettivamente ai sensi del comma 1 (tagli delle missioni di spesa) e del comma 10 (trasformazioni degli accantonamenti disposti dal comma 507 della legge finanziaria 2007 in riduzioni di spesa);

§      i trasferimenti correnti ad imprese, che presentano una variazione negativa di 1.675 milioni, in particolare per minori somme da corrispondere all’impresa Ferrovie dello Stato;

§      gli interessi passivi, che registrano un decremento di 4.114 milioni di euro, in relazione all’andamento dei tassi di interesse sui buoni postali fruttiferi (-7.398 milioni). Infatti, al netto di tale partita, gli interessi passivi sono positivi per 3.014 milioni, di cui 1.850 sono relativi agli interessi sui conti correnti di tesoreria;

§      le risorse proprie dell’Unione europea che aumentano di 1.200 milioni, per le maggiori somme da versare per il finanziamento del bilancio dell’Unione europea;

§      i trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche, le quali complessivamente aumentano di 7.828 milioni di euro. All’interno di tale categoria va comunque specificamente analizzata la variazione relativa:

-       ai trasferimenti correnti alle amministrazioni centrali, il cui decremento è pari a 1.721 milioni di euro e – secondo la relazione illustrativa - riguarda per 1.258 milioni gli organi costituzionali, con esclusione delle dotazioni di Camera dei deputati, Senato, Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale;

-       ai trasferimenti alle amministrazioni locali che aumentano di 2.448 milioni di euro, di cui 1.749 sono costituiti da maggiori trasferimenti ai comuni. Tale incremento – afferma la relazione governativa – è imputabile ai maggiori trasferimenti compensativi per i minori introiti ICI determinati dal decreto legge n. 93/2008 (1.700 milioni);

-       ai trasferimenti a enti di previdenza che aumentano di 7.101, prevalentemente per le anticipazioni di bilancio sul fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali, sia per l’INPS (1.140 milioni) che per l’INPDAP (5.326 milioni), nonché per maggiori somme da corrispondere agli invalidi civili (650 milioni);

§      le altre uscite correnti che aumentano per 4.293 milioni, da riferirsi soprattutto al fondo per interventi strutturali di politica economica, i quali comprendono le risorse per i rinnovi contrattuali. La relazione evidenzia inoltre un incremento di 1.000 milioni del fondo per le missioni di pace e di 900 milioni del fondo per il finanziamento di misure di proroga di agevolazioni fiscali a legislazione vigente.

Le spese in conto capitale

La relazione illustrativa del disegno di legge rileva come la contrazione delle spese in conto capitale sia principalmente ascrivibile ai seguenti comparti di spesa:

-          la cessazione del finanziamento dello Stato per l’attuazione dei piani di rientro regionali in materia sanitaria (circa -9.100 milioni);

-          gli investimenti fissi lordi, chesi riducono di 3.678 milioni di euro. La riduzione è in larga parte imputabile ai minori interventi per le opere infrastrutturali nelle regioni Sicilia e Calabria, per oltre 1.800 milioni di euro, ai sensi del D.L. n. 93/2008[16] (decreto ICI) nonché a minori stanziamenti per investimenti relativi al Ministero della Difesa (-800 milioni di euro);

-          i trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, che si riducono di complessivi 4.161 milioni di euro. In particolare, la riduzione è connessa ai minori trasferimenti alle amministrazioni centrali, per complessivi 3.735 milioni di euro, di cui 1.684 milioni di euro conseguenti alla riduzione degli stanziamenti del Fondo per le politiche comunitarie.

 

I grafici seguenti pongono a raffronto la composizione della spese finali risultante dai dati assestati 2008 e dal bilancio di previsione 2009.

 

 

 


La tavola seguente illustra la ripartizione delle spese finali del bilancio dello Stato, ripartite per categorie, secondo la classificazione economica, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, evidenziando il raffronto tra il dato assestato 2008 e il dato a legislazione vigente per il 2009 ed indicandone la variazione percentuale.

 

Spese finali del bilancio dello stato
(competenza - valori in milioni di euro)

CATEGORIE

ASS. 2008

BLV 2009

Var. %

Redditi da lavoro dipendente

91.534

89.133

-2,6

Consumi intermedi

10.823

7.433

-31,3

Imposte pagate sulla produzione

4.692

4.865

3,7

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

204.926

212.755

3,8

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

4.307

3.775

-12,4

Trasferimenti correnti a imprese

4.956

3.281

-33,8

Trasferimenti all'estero

2.057

1.493

-27,4

Risorse proprie CEE

15.800

17.000

7,6

Interessi passivi e redditi da capitale

85.434

81.320

-4,8

Poste correttive e compensative

18.354

17.038

-7,2

Ammortamenti

870

890

2,3

Altre uscite correnti

7.489

11.782

57,3

Totale Spese Correnti

451.242

450.765

-0,1

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

8.544

4.866

-43,0

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

24.620

20.459

-16,9

Contributi agli investimenti ad imprese

10.045

10.324

2,8

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

128

96

-25,0

Contributi agli investimenti a estero

351

205

-41,6

Altri trasferimenti in conto capitale

9.151

10.314

12,7

Acquisizioni di attività finanziarie

9.549

370

-96,1

Totale spese Conto Capitale

62.388

46.634

-25,3

Totale Spese Finali

513.630

497.400

-3,2

 


Le entrate

 

Per quanto riguarda le entrate finali, l’incremento di oltre 8.500 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2008, è determinato dall’aumento di quasi 10.500 milioni di euro delle entrate tributarie e dalla riduzione di circa 2.000 milioni delle entrate extratributarie.

L’incremento delle entrate tributarie riguarda, in particolare, per 11.449 milioni di euro le imposte dirette; a tale incremento corrisponde una diminuzione pari a 960 milioni delle imposte indirette. Su tale risultato incide la previsione di una diminuzione del gettito derivante dalle imposte sugli affari per 1.676 milioni di euro (-1,3%).

(al netto dei rimborsi IVA, regolazioni contabili e acconto concessionari - milioni di euro)

 

Ass. 2008

BLV 2009

Var.

Var.%

I - Imposte sul patrimonio e sul reddito

245.328

256.777

11.449

4,7

II - Tasse e imposte sugli affari

129.245

127.569

-1.676

-1,3

III Imposte sulla produzione, consumi e dogane

27.625

28.051

426

1,5

IV – Monopoli

10.219

10.335

116

1,1

V - Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

10.774

10.948

174

1,6

Totale Entrate Tributarie

423.191

433.680

10.489

2,5

 

Per ciò che attiene alle imposte sul patrimonio e sul reddito, si prevede un aumento di gettito per 11.449 milioni (+4,7%); analoghe considerazioni valgono per le imposte sulla produzione, sui consumi e per le imposte doganali (complessivamente, 426 milioni di euro). Si registra un aumento contenuto anche per quanto attiene ai monopoli (+116 milioni di euro) e relativamente al lotto, lotterie ed altri giochi (+174 milioni di euro).

 

Le entrate extratributarie (Titolo II)registrano complessivamente, nelle previsioni 2009, una diminuzione pari a 2.003 milioni di euro (-6,5%) dovuta principalmente alla diminuzione dei redditi da capitale (-2.666 milioni di euro) e delle entrate per servizi resi da Amministrazioni Statali (-769 milioni di euro).

 

In relazione ai proventi derivanti (Titolo III) dall’alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali nonché dalla riscossione di crediti, si registra invece un forte calo; la diminuzione è pari a 2.014 euro, con una variazione negativa del 59,9% rispetto al 2008, principalmente ascrivibile alla voce rimborso di anticipazioni e di crediti vari del tesoro, che risulta diminuita del 99%.

 

Nella seguente tabella vengono raffrontati alcuni dati relativi alle entrate tributarie,suddivise per categoria.Nel dettaglio, sono raffrontate le previsioni per il 2008 con il disegno di legge di assestamento 2008 (che non considera gli effetti determinati su tale anno dal D.L. n. 112/2008), nonché con il disegno di legge di bilancio per il 2009. Si ricorda in proposito che quest’ultimo tiene conto degli effetti – anche dal lato delle entrate – dei provvedimenti emanati durante l’anno (cd. “manovra d’estate”).

 

I dati illustrati sono calcolati al netto dei rimborsi IVA, cheammontano a 28.400 milioni di euro per il 2008 e a 33.800 milioni di euro per il 2009.

 

Entrate tributarie – Competenza
(dati al netto dei rimborsi IVA)

(milioni di euro)

Descrizione

Bilancio
2008

(A)

Assest.
2008

(B)

BLV
2009

(C)

Differenza
Tra BLV 2009
 e Assest. 2008

(C-B)

A) Entrate ricorrenti

 

 

 

 

IRE o IRPEF

168.737

170.394

185.078

14.684

IRES

56.342

56.997

52.820

-4.177

Imposte sostitutive

15.778

14.014

14.959

945

Altre imposte dirette

3.360

3.261

3.121

-140

Totale imposte dirette

244.217

244.666

255.978

11.312

IVA

105.073

105.069

102.350

-2.719

Registro, bollo e sostitutiva

12.899

12.570

12.912

342

Accisa e imposta erariale su oli minerali

21.497

21.709

21.569

-140

Accisa e imposta erariale su altri prodotti

6.860

5.820

6.386

566

Imposte sui generi di Monopolio

10.514

10.216

10.332

116

Lotto

6.082

5.911

6.062

151

Imposta sui giochi

2.424

2.515

2.518

3

Lotterie ed altri giochi

3.636

2.348

2.368

20

Altre imposte indirette

12.016

11.653

12.354

701

Totale imposte indirette

181.001

177.811

176.851

-960

Totale A)

425.218

422.477

432.829

10.352

B) Entrate non ricorrenti

 

 

 

 

Imposte sostitutive

1.104

625

757

132

Condoni imposte dirette

34

37

42

5

Altre imposte indirette (successione e donazione)

127

50

50

0

Condoni imposte indirette

1

2

2

0

Totale B)

1.266

714

851

137

Totale tributarie (A + B)

426.484

423.191

433.680

10489

 

 


Dall’analisi della tabella si evidenziano, in particolare, i seguenti aspetti:

§      la già accennata crescita del gettito derivante dalle imposte dirette è influenzata dalla previsione, per il 2009, di una diminuzione dei proventi – che ammonta a circa 4,2 milioni di euro - derivanti dal gettito IRES: 56.342 milioni nella legge di bilancio 2008, a fronte dei 52.820 milioni di euro previsti per il 2009 nel BLV;

§      la diminuzione del gettito delle imposte indirette è in parte ascrivibile ad un minore previsione del gettito IVA per il 2009 (105.073 milioni nella legge di bilancio 2008, contro i 102.350 milioni previsti nel BLV per il 2009, circa 2,7 milioni di euro in meno), ma anche alla diminuzione delle accise e delle imposte erariali su oli minerali e su altri prodotti (complessivamente, a fronte dei 28.357 milioni di euro previsti per il 2008 dalla legge di bilancio, il DDL di bilancio 2009 prevede un ammontare di proventi pari a, complessivamente 27.955 milioni, con una variazione in diminuzione di 402 milioni di euro).

1.4 Analisi delle spese finali per Missioni

Il disegno di legge di bilancio per il 2009conferma la nuova struttura contabile introdotta con la legge di bilancio per il 2008.

In tale quadro, al fine di favorire il passaggio da una cultura di "previsione per capitoli" ad una di "programmazione per politiche pubbliche", viene mantenuta l’articolazionedegli stati di previsione della spesa secondo le 34 Missioni individuate lo scorso anno.

L’unica variazione concerne la Missione n. 24, che è stata rinominata “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia”, anziché “Diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia”, come indicato nel bilancio 2008 .

 

Modificazioni sono invece intervenute in ordine al quadro funzionale relativo ai Programmi, che è stato rivisitato sia per tenere conto della riorganizzazione dei Ministeri definita dal decreto legge n. 85 del 2008[17], sia in ragione di una ricognizione e razionalizzazione delle attività svolte dalle Amministrazioni, indotta anche dalle esigenze di contenimento e riqualificazione della spesa derivanti dagli interventi adottati con il citato decreto legge n. 112 del 2008.

 

Rispetto alla ripartizione prevista nel bilancio 2008, i programmi sono stati pertanto oggetto di accorpamento e di nuova denominazione,anche in relazione a quanto previsto dalla Circolare del Ministero dell’economia e delle finanze n. 21 del 24 luglio 2008.

La suddetta Circolare, nel dettare i criteri per la formazione delle previsioni di bilancio per l'anno 2009 e per il triennio 2009–2011, ha infatti indicato alle singole Amministrazioni alcuni principi, volti a:

-        garantire, di norma, la specificità dei programmi per ciascun Ministero e dunque la riduzione dei casi di condivisione dei medesimi tra più ministeri, fermi restando i due Programmi trasversali nei quali sono allocate le spese relative ai Gabinetti dei Ministri (Programma: Indirizzo politico) e quelle relative al funzionamento dell’Amministrazione (Programma: Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza);

-        assicurare che la denominazione dei programmi risulti il più possibile espressiva del loro contenuto;

-        assicurare, per quanto possibile, che a ciascun centro di responsabilità amministrativa sia collegato un solo programma, tenendo conto della necessità di associare la responsabilità della gestione delle risorse e del risultato ad un unico soggetto;

-        favorire la razionalizzazione dei programmi sia in termini di competenza finanziaria, con l’accorpamento di quelli meno significativi, che di attività svolte;

-        favorire l’associazione delle spese connesse alle strutture periferiche delle Amministrazioni ai Programmi effettivamente svolti, in luogo della loro attribuzione al Programma “Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza”.

 

Nel disegno di legge di bilancioper il 2009, le Missioni sono state pertanto articolate in 163 programmi, rispetto ai 168 presenti nella legge di bilancio per il 2008.

 

Una ulteriore novità è data dall’esistenza di un più puntuale raccordo con la classificazione funzionale della spesa COFOG (classification of functions of government), ossia la classificazione delle funzioni di governo previste dal SEC 95 ed elaborata in sede OCSE.

 

Per quanto concerne gli aspetti quantitativi, il disegno di legge di bilancio consente di identificare chiaramente lo stock delle risorse disponibili a legislazione vigente per ciascuna della 34 grandi finalità istituzionali perseguite con la spesa pubblica.

La tabella che segue mostra l’ammontare complessivo e in quota percentuale delle risorse disponibili per ciascuna delle 34 Missioni iscritte nel bilancio a legislazione vigente per il 2009[18], posto a raffronto con le previsioni iniziali e assestate del bilancio 2008.


I dati sono al lordo delle regolazioni contabili e debitorie.

(milioni di euro)

Missioni

Bilancio di previsione 2008

Assestato
2008

BLV
2009

%
BLV 2009 su totale

1 - Organi costituzionali

3.341

3.410

3.037

0,6

2 – Amm.ne generale territorio

352

369

424

0,1

3 - Relazioni autonomie territoriali

113.465

119.300

110.666

20,6

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

27.187

27.492

26.295

4,9

5 - Difesa e sicurezza del territorio

19.022

22.406

19.244

3,6

6 - Giustizia

7.278

7.683

7.290

1,4

7 - Ordine pubblico e sicurezza

9.375

10.000

10.073

1,9

8 - Soccorso civile

3.910

4.003

3.505

0,7

9 - Agricoltura e pesca

1.414

1.437

863

0,2

10 - Energia e fonti energetiche

59

59

48

0,0

11 - Competitività e sviluppo imprese

4.065

4.127

4.448

0,8

12 - Regolazione dei mercati

16

16

16

0,0

13 - Diritto alla mobilità

10.967

12.538

9.980

1,9

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

3.245

5.159

3.677

0,7

15 - Comunicazioni

1.386

1.418

1.030

0,2

16 - Commercio internazionale

265

265

204

0,0

17 - Ricerca ed innovazione

4.092

4.156

3.601

0,7

18 - Sviluppo sostenibile e tutela del territorio

1.717

1.920

1.451

0,3

19 - Casa e assetto urbanistico

1.052

1.148

890

0,2

20 - Tutela della salute

928

993

841

0,2

21 - Tutela beni culturali

1.646

1.646

1.394

0,3

22 - Istruzione scolastica

41.618

43.275

43.896

8,2

23 - Istruzione universitaria

8.683

8.683

8.549

1,6

24 - Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

24.284

24.292

24.379

4,5

25 - Politiche previdenziali

68.216

68.484

75.544

14,0

26 - Politiche per il lavoro

3.657

3.711

3.298

0,6

27 - Immigrazione

1.558

1.528

1.416

0,3

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

4.653

4.654

6.103

1,1

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

63.141

63.101

69.385

12,9

30 - Giovani e sport

963

963

728

0,1

31 - Turismo

111

111

76

0,0

32 - Servizi generali amministrazioni

2.842

3.359

2.323

0,4

33 - Fondi da ripartire

19.963

14.014

12.226

2,3

34 - Debito pubblico (*)

78.161

85.047

81.349

15,1

Totale Spese Finali

532.632

550.767

538.250

100

 

(*)    La Missione “Debito pubblico” rappresenta il valore cumulato del debito lordo consolidato dello Stato. Il dato indicato nella tabella si riferisce invece alla spesa per interessi, ossia alla Missione al netto dei rimborsi del debito statale.

 

Analizzando la quota delle risorse disponibili per il 2009 per ognuna delle 34 Missioni rispetto al totale del Bilancio dello Stato, emerge come le percentuali maggiori delle risorse siano destinate alle seguenti finalità:

§      relazioni finanziarie con le autonomie locali (Missione 3 “Relazioni autonomie territoriali”), che rappresenta circa il 20,6 per cento della spesa finale dello Stato;

§      interessi per il servizio del debito (Missione 34 “Debito pubblico”), cui sono destinati il 15,1 per cento delle risorse;

§      trasferimenti agli enti previdenziali per la previdenza obbligatoria e complementare (Missione 25 “Politiche previdenziali”), che rappresentano il 14,0 per cento delle risorse;

§      politiche finanziarie e di bilancio (Missione 29), che assorbono il 12,9 per cento della spesa;

§      istruzione scolastica (Missione 22), cui è destinato l’8,2 per cento della spesa.

 

Inoltre, alle relazioni internazionali e alla cooperazione (Missione 4 “L’Italia in Europa e nel mondo”) è destinato 4,9 per cento, mentre ai diritti sociali, politiche sociali e alle politiche per la famiglia (Missione 24) è assegnato il 4,5 per cento delle risorse.

 

 


Bilancio a legislazione vigente 2009
Incidenza % degli stanziamenti per Missione

 

*   Nella voce “Altro” sono raggruppate le Missioni (21 su un totale di 34) che presentano un’incidenza percentuale rispetto al totale dello stati di previsioni della spesa inferiore all’1,15%. In particolare, si tratta delle Missioni 1, 2, 8-12, 14-21, 26-28, 30-32.

 

1.5 Il quadro pluriennale a legislazione vigente

A seguito della riduzione delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa, disposta dal decreto legge n. 112 del 2008 per ciascun anno del triennio 2009-2011, il progetto di bilancio risulta quest’anno puntualmente articolato per ciascuno degli esercizi considerati nel bilancio pluriennale.

 

In particolare, il quadro generale riassuntivo del bilancio pluriennale dello Stato per il triennio 2009-2011 a legislazione vigente evidenzia i seguenti importi, in termini di competenza.

Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

 

 

(Valori in milioni di euro)

 

Ass. 2008

2009

2010

2011

Entrate finali

457.432

463.904

476.960

491.353

Tributarie

423.191

433.680

450.692

464.646

Extratributarie

30.876

28.874

25.284

25.713

Entrate alienaz.e ammort. beni patrimoniali

3.385

1.350

984

994

Spese finali

513.630

497.400

496.484

491.829

Spese correnti

451.242

450.766

456.262

461.646

- Spese correnti netto interessi

365.808

369.446

370.071

370.534

- Interessi

85.434

81.320

86.191

91.112

Spese conto capitale

62.388

46.634

40.222

30.183

Rimborso prestiti

191.188

215.245

217.793

212.964

Spese Complessive

704.818

712.645

714.277

704.793

Saldo netto da finanziare

56.198

33.496

19.524

476

Risparmio pubblico

2.825

11.788

19.714

28.713

Ricorso al mercato (*)

256.126

255.791

240.577

216.590

(*)  Il ricorso al mercato è calcolato al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Per concerne i saldi di finanza pubblica, il saldo netto da finanziare si riduce progressivamente sino ad attestarsi a 476 milioni di euro a fine periodo.

Tale risultato è ascrivibile a:

§      unaprogressiva riduzione delle spese finali (491.829 milioni di euronel 2011);

§      un progressivo aumento delle entrate (491.353 milionidi euro nel 2011).

 

Anche il saldo corrente (risparmio pubblico) registra un andamento positivo (attestandosi a quasi 29 miliardi di euro nel 2011).

 

Per quanto concerne le spese, il bilancio pluriennale a legislazione vigente evidenzia un tasso di incremento contenuto della spesa primaria corrente, mentre le spese in conto capitale registrano una sensibile riduzione.

La spesa per interessi è prevista crescere nel triennio considerato.

 

Nel grafico seguente è evidenziato l’andamento in quota percentuale delle spese quale risultante dal bilancio pluriennale a legislazione vigente.

 

 

1.6 Il Bilancio pluriennale programmatico

Il disegno di legge di bilancio riporta altresì i valori di alcune voci dell’entrata e della spesa, nonché i saldi differenziali previsti nel bilancio programmatico per il 2009, confrontati con i dati del bilancio consuntivo 2007 e della legge di bilancio assestato 2008, come riportato nella tabella che segue (in valore assoluto ed in percentuale sul PIL, al netto delle regolazioni contabili, debitorie e rimborsi IVA):

 

Consuntivo 2007

Bil. 2008 (Assestato)

2009

2010

2011

Entrate tributarie

426,6

423,2

432,7

448,7

462,6

In % sul PIL

27,8

26,5

26,4

26,6

26,6

Altre entrate

52,0

34,2

30,2

28,3

28,7

In % sul PIL

3,4

2,1

1,8

1,7

1,6

Entrate finali

478,6

457,4

462,9

477,0

491,3

In % sul PIL

31,2

28,7

28,2

28,3

28,2

Spese correnti al netto interessi

347,8

365,8

368,4

366,3

364,6

In % sul PIL

22,7

22,9

22,5

21,7

20,9

Interessi

68,2

85,4

81,3

83,0

85,0

In % sul PIL

4,4

5,4

5,0

4,9

4,9

Spese c/cap.

50,2

62,4

46,8

44,2

44,8

In % sul PIL

3,3

3,9

2,9

2,6

2,6

Spese finali

466,2

513,6

496,5

493,5

494,4

In % sul PIL

30,4

32,2

30,4

29,2

28,4

Avanzo primario

80,6

29,2

47,7

66,5

81,9

In % sul PIL

5,2

1,8

2,9

3,9

4,7

Saldo netto da finanziare

12,4

-56,2

-33,6

-16,5

-3,1

In % sul PIL

0,8

-3,5

-2,0

-1,0

-0,2

Saldo di bilancio escluse partite finanziarie

11,0

-55,7

-33,3

-16,4

-3,0

In % sul PIL

0,7

-3,5

-2,0

-1,0

-0,2

 

Anche in relazione al bilancio programmatico, in confronto ai dati del bilancio assestato 2008, si evidenzia, per quanto concerne le spese, una costante riduzione della spesa corrente al netto degli interessi,la cui incidenza sul PIL è prevista diminuire dal 22,9 per cento del 2008 al 20,9 per cento nel 2011.

La spesa per interessi è prevista passare dal 5,4 per cento del 2008 al 4,9 per cento nel 2011; nel triennio di previsione essa appare sostanzialmente stabile, attestandosi intorno al 5 per cento del PIL.

La spesa in conto capitale è prevista, infine, ridursi dal 3,9 per cento del PIL nel 2008 al 2,6 per cento nel 2011.

 

Nei grafici seguenti è evidenziato l’andamento delle spese in valore assoluto ed in rapporto al PIL quale risultante dal bilancio pluriennale programmatico. Dati al netto delle regolazioni contabili, debitorie e rimborsi IVA.

Andamento delle spese – Valori assoluti (miliardi di euro)

Andamento delle spese -  percentuale sul PIL

1.7 Il bilancio di cassa

La relazione illustrativa sottolinea come in sede di impostazione delle previsioni in termini di cassa per l'anno 2009, si sia tenuto conto, per i capitoli interessati, delle disponibilità esistenti sui conti di tesoreria, operando una riconsiderazione in senso riduttivo delle correlative appostazioni di bilancio in funzione dell'effettivo presumibile fabbisogno di pagamento e in coerenza anche con gli obiettivi dei flussi di cassa.

La relazione sottolinea, inoltre, come le autorizzazioni di cassa iscritte in bilancio non possano essere considerate come poste puramente contabili, configurandosi invece come strumenti indispensabili per il "mantenimento" in bilancio, sotto forma di residui, delle somme che si prevede non verranno utilizzate, favorendo, in tal modo, un compiuto monitoraggio dell'evoluzione dei flussi di spesa.

Il bilancio di cassa viene pertanto considerato come uno strumento per lo svolgimento di una funzione regolatoria dei flussi di spesa, che si realizza mediante la previsione di "autorizzazioni di cassa" che costituiscono un limite alla facoltà delle Amministrazioni di effettuare pagamenti; in tal senso le citate autorizzazioni non assumono sola una funzione giuridico -amministrativa e di informativa sul volume dei pagamenti previsti dal bilancio statale, ma acquisiscono di fatto una rilevanza tale da risultare funzionali al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.

 

La seguente tabella espone l’andamento dei flussi di cassa per l’anno 2009.

 

 

Residui
presunti
31/12/08

Competenza 2009

Massa acquisibile/
spendibile

Cassa 2009

Coeff.
%

 

1

2

3 (1+2)

4

5= 4/3

Entrate finali
di cui:

169.970

463.904

633.874

437.684

69,0

- Tributarie

91.505

433.680

525.185

414.058

78,8

- Extratributarie

78.406

28.874

107.280

22.276

20,8

- Entrate per alienazione e ammort. beni patrimoniali

59

1.390

1.409

1.350

95,8

 

Spese finali
di cui:

58.542

497.400

555.942

517.442

93,1

Spese correnti al netto interessi

26.865

369.445

396.310

386.363

97,5

Interessi

11

81.320

81.331

81.329

100

Totale Spese correnti

26.876

450.765

477.641

467.692

97,9

Spese conto capitale

31.667

46.634

78.301

49.750

63,5

 

Il bilancio di cassa per l'anno 2009 reca, al netto di regolazioni debitorie e contabili, previsioni di incassi e pagamenti pari, rispettivamente, a 437.684 milioni e 517.442 miliardi di euro.

La massa acquisibile e la massa spendibile (risultante dalla somma dei residui presunti al 31 dicembre 2008 e la previsione di competenza BLV 2009) vengono indicate, rispettivamente, in 633.874 milioni e 555.942 milioni.

I coefficienti di realizzazione espressi dal raffronto dei flussi di cassa previsti con i corrispondenti potenziali risultano pari al 69 per cento per le entrate finali ed al 93,1 per cento per le spese finali (rispetto all’89,6 per cento previsto lo scorso anno).

 


2. Gli effetti sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato determinati dal disegno di legge finanziaria (A.C. 1713)

Il bilancio a legislazione vigente per il 2009, espone, in termini di competenza e al netto delle regolazioni debitorie e contabili, i seguenti saldi:

§      un risparmio pubblico pari a 11.788 milioni di euro;

§      un saldo netto da finanziare pari a -33.495 milioni di euro;

§      un livello di ricorso al mercato pari a 255.791 milioni di euro(al lordo delle regolazioni debitorie e contabili).

 

Secondo quanto riportato nell’allegato 8 al disegno di legge finanziaria (A.C. 1713), il complesso delle disposizioni previste dal disegno di legge finanziaria (articolato e tabelle), determinano nel complesso una riduzione delle entrate per 416 milioni di euro, più che compensata da una riduzione delle spese per 1.193 milioni di euro.

La riduzione delle entrate è interamente attribuibile alla diminuzione delle entrate tributarie (- 507 milioni, da ascriversi alle agevolazioni tributarie, in larga parte proroghe, disposte dall’art. 2 del disegno di legge), in minima parte compensata da un incremento delle entrate extratributarie (+ 91 milioni di euro, interamente riconducibili al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di parte delle risorse dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa giacenti fuori dalla tesoreria statale).

Dal lato delle uscite, le disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria determinano una diminuzione delle spese correnti primarie di 1.440 milioni e un incremento della spesa in conto capitale di 247 milioni di euro.

Nel complesso, i saldi del bilancio dello Stato per il 2009 registrano un miglioramento, risultando rideterminati nei seguenti valori:

§      il saldo netto da finanziare risulta pari a 32.718 milioni di euro ( - 777 milioni rispetto al bilancio a legislazione vigente 2009);

§      il risparmio pubblico assume un valore pari a 12.812 milioni di euro (+1.024 milioni);

§      il ricorso al mercato risulta pari, al lordo delle regolazioni debitorie e contabili, a 255.034 milioni di euro( -757 milioni).

I valori del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato, che dovrebbero determinarsi nel bilancio di previsione per il 2009 integrato con gli effetti del disegno di legge finanziaria, risultano pertanto inferiori ai limiti massimi per l’anno finanziario 2009, stabiliti dall’articolo 1, comma 1, del disegno di legge finanziaria medesimo, pari, rispettivamente, a 33.600 milioni di euro, al netto delle regolazioni debitorie, e a 260.000 milioni di euro.

Nella tavola seguente è riportato l’allegato 8 al disegno di legge finanziaria, che illustra gli effetti sul bilancio dello Stato per il 2009 del disegno di legge medesimo.


Allegato 8

 

Bilancio dello Stato – Quadro di sintesi previsioni 2009 – Competenza
(al netto delle regolazioni contabili e debitorie)

(milioni di euro)

 

 

 

2008

2009

Bilancio integrato 2009

Assestato

D.L. 112/2008

Assestato + D.L.112/2008

BLV 2009

Legge finanziaria

ENTRATE

 

 

 

 

Articolato

Tab. A-B

Tab. C

Tab. D

Tab. E

Tab. F

Totale

 

Tributarie

423.191

1.533

424.724

433.680

-507

 

 

 

 

 

-507

433.173

Extratributarie

30.876

170

31.046

28.874

91

 

 

 

 

 

91

28.964

Alien. e amm.to ecc.

3.365

0

3.365

1.350

0

 

 

 

 

 

0

1.350

ENTRATE FINALI

457.432

1.703

459.135

463.904

-416

 

 

 

 

 

-416

463.488

SPESE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spese correnti
(netto interessi)

365.808

1.120

366.928

369.445

-1.428

0

0

 

-12

 

-1.440

368.005

Interessi

85.434

0

85.434

81.320

0

 

 

 

 

 

0

81.320

Spese c/Capitale

62.388

43

62.431

46.634

0

0

0

12

0

235

247

46.881

SPESE FINALI

513.603

1.163

514.793

497.400

-1.428

0

0

12

-12

235

-1.193

496.206

Rimborso prestiti

191.188

0

191.188

215.245

0

 

 

 

 

 

0

215.245

Risparmio pubblico

2.825

583

3.408

11.788

1.012

0

0

0

12

0

1.024

12.812

Saldo netto da finanz.

-56.198

540

-55.658

-33.495

1.012

0

0

-12

12

-235

777

-32.718

Ricorso al mercato

256.126

-540

246.846

255.791

-1.012

0

20

12

-12

235

-757

255.034

 


3. L’evoluzione della spesa nel bilancio dello Stato:
Tavole allegate

 

 

 

 

Tavola I       Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola II      Evoluzione della spesa finale per categorie e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola III     Le spese complessive per funzioni-obiettivo e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola IV    Andamento della spesa finale delle unità previsionali di base (III livello) e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato;

Tavola V     Andamento delle Missioni ed incidenza percentuale sulle spese complessive del bilancio dello Stato

Tavola VI    Andamento delle entrate finali per categorie

Tavola VII    Andamento delle principali imposte

 

Le variazioni in termini assoluti (Diff. VA) e in percentuale (Diff. %) sono riferite al dato assestato 2008.

 

Tutti i dati delle spese sono al lordo dei rimborsi IVA e delle regolazioni debitorie.

 

 

I dati del disegno di legge di assestamento 2008 sono riferiti al testo presentato alla Camera dei deputati (A.C. 1417).


 

Tavola I – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

MINISTERI

BIL. 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

Economia e finanze

319.621

60,0

330.414

60,0

323.165

60,0

-7.249

-2,2

Sviluppo economico

7.990

1,5

8.690

1,6

9.592

1,8

902

10,4

- Comunicazioni

351

0,1

 

 

 

 

-

 

- Commercio internazionale

276

0,1

 

 

 

 

-

 

Lavoro e politiche soc.

61.417

11,5

80.481

14,6

81.541

15,1

1.060

1,3

- Salute

1.597

0,3

 

 

 

 

-

 

- Solidarietà sociale

17.252

3,2

 

 

 

 

-

 

Giustizia

7.575

1,4

7.850

1,4

7.542

1,4

-308

-3,9

Affari esteri

2.546

0,5

2.722

0,5

2.044

0,4

-678

-24,9

Istruzione

42.458

8,0

55.266

10,0

55.349

10,3

83

0,2

- Università e ricerca

11.333

2,1

 

 

 

 

-

 

Interno

25.256

4,7

26.681

4,8

27.231

5,1

550

2,1

Ambiente e tutela del mare

1.649

0,3

1.833

0,3

1.263

0,2

-570

-31,1

Infrastrutture

3.475

0,7

10.016

1,8

7.183

1,3

-2.833

-28,3

- Trasporti

4.923

0,9

 

 

 

 

-

 

Difesa

21.132

4,0

23.014

4,2

20.294

3,8

-2.720

-11,8

Politiche agricole

1.754

0,3

1.793

0,3

1.334

0,2

-459

-25,6

Beni e attività culturali

2.019

0,4

2.011

0,4

1.710

0,3

-301

-15,0

TOTALE SPESE FINALI

532.624

100

550.771

100

538.248

100

-12.523

-2,3

 

 


Tavola II – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

CATEGORIE

BIL. 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

Redditi da lavoro dipendente

89.183

16,7

91.535

16,6

89.133

16,6

-2.402

-2,6

Consumi intermedi

10.019

1,9

11.078

2,0

7.633

1,4

-3.445

-31,1

Imposte pagate sulla produzione

4.533

0,9

4.692

0,9

4.865

0,9

173

3,7

Trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche

199.364

37,4

206.678

37,5

212.755

39,5

6.077

2,9

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

4.206

0,8

4.307

0,8

3.775

0,7

-532

-12,4

Trasferimenti correnti a imprese

4.323

0,8

4.955

0,9

3.281

0,6

-1.674

-33,8

Trasferimenti all'estero

1.931

0,4

2.057

0,4

1.493

0,3

-564

-27,4

Risorse proprie CEE

15.800

3,0

15.800

2,9

17.000

3,2

1.200

7,6

Interessi passivi e redditi da capitale

78.526

14,7

85.434

15,5

81.320

15,1

-4.114

-4,8

Poste correttive e compensative

50.230

9,4

49.787

9,0

53.988

10,0

4.201

8,4

Ammortamenti

847

0,2

870

0,2

890

0,2

20

2,3

Altre uscite correnti

9.529

1,8

7.489

1,4

11.782

2,2

4.293

57,3

Totale spese correnti

468.491

88,0

484.682

88

487.915

90,6

3.233

0,7

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

6.801

1,3

8.544

1,6

4.866

0,9

-3.678

-43,0

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

24.475

4,6

24.620

4,5

20.459

3,8

-4.161

-16,9

Contributi agli investimenti ad imprese

9.970

1,9

10.045

1,8

10.324

1,9

279

2,8

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali pr.

120

0,0

128

0,0

96

0,0

-32

-25,0

Contributi agli investimenti a estero

215

0,0

351

0,1

205

0,0

-146

-41,6

Altri trasferimenti in conto capitale

13.033

2,4

12.851

2,3

14.014

2,6

1.163

9,0

Acquisizioni di attività finanziarie

9.520

1,8

9.549

1,7

370

0,1

-9.179

-96,1

Totale spese conto capitale

64.134

12,0

66.088

12,0

50.334

9,4

-15.754

-23,8

TOTALE SPESE FINALI

532.625

100,0

550.770

100,0

538.249

100,0

-12.521

-2,3


 

Tavola III – Le spese complessive per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

FUNZIONI-OBIETTIVO

BIL. 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

1 Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

479.417

65,6

475.173

64,1

485.599

64,4

10.426

2,2

2 Difesa

18.678

2,6

22.933

3,1

21.205

2,8

-1.728

-7,5

3 Ordine pubblico e sicurezza

21.146

2,9

20.535

2,8

19.944

2,6

-591

-2,9

4 Affari economici

61.913

8,5

50.759

6,8

53.662

7,1

2.903

5,7

5 Protezione dell'ambiente

2.029

0,3

2.213

0,3

1.713

0,2

-500

-22,6

6 Abitazioni e assetto territoriale

1.566

0,2

3.305

0,4

3.157

0,4

-148

-4,5

7 Sanità

11.976

1,6

10.306

1,4

9.209

1,2

-1.097

-10,6

8 Attività ricreative, culturali e di culto

10.068

1,4

6.361

0,9

5.502

0,7

-859

-13,5

9 Istruzione

51.168

7,0

52.760

7,1

52.901

7,0

141

0,3

10 Protezione sociale

72.877

10,0

97.252

13,1

100.603

13,4

3.351

3,4

TOTALE SPESE COMPLESSIVE

730.838

100,0

741.859

100,0

753.495

100,0

11.636

1,6

 

 

Tavola IV – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. III LIVELLO

BIL. 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

Funzionamento

81.530

15,3

87.034

15,8

85.225

15,8

-1.809

-2,1

Interventi

273.187

51,3

281.259

51,1

290.749

54,0

9.490

3,4

Oneri comuni

34.646

6,5

30.370

5,5

29.989

5,6

-381

-1,3

Oneri del debito pubblico

79.128

14,9

86.019

15,6

81.952

15,2

-4.067

-4,7

Totale spese correnti

468.491

88,0

484.682

88,0

487.915

90,6

3.233

0,7

Investimenti

60.478

11,4

62.473

11,3

46.330

8,6

-16.143

-25,8

Altre spese in conto capitale

122

0,0

123

0,0

112

0,0

-11

-8,9

Oneri comuni

3.534

0,7

3.492

0,6

3.892

0,7

400

11,5

Totale conto capitale

64.134

12,0

66.088

12,0

50.334

9,4

-15.754

-23,8

TOTALE SPESE FINALI

532.625

100,0

550.770

100,0

538.249

100,0

-12.521

-2,3


Tavola V –  Andamento delle Missioni ed incidenza percentuale sulle spese complessive del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

MISSIONI

BIL. 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

1 - Organi costituzionali

3.341

0,5

3.410

0,5

3.037

0,4

-373

-10,9

2 - Amm.ne generale territorio

352

0,0

369

0,0

424

0,1

55

14,9

3 - Relazioni autonomie territoriali

113.465

15,5

119.295

16,1

110.666

14,7

-8.629

-7,2

4 - L'Italia in Europa e nel mondo

27.187

3,7

27.492

3,7

26.295

3,5

-1.197

-4,4

5 - Difesa e sicurezza del territorio

19.022

2,6

22.406

3,0

19.244

2,6

-3.162

-14,1

6 - Giustizia

7.278

1,0

7.683

1,0

7.290

1,0

-393

-5,1

7 - Ordine pubblico e sicurezza

9.375

1,3

10.000

1,3

10.073

1,3

73

0,7

8 - Soccorso civile

3.910

0,5

4.003

0,5

3.505

0,5

-498

-12,4

9 - Agricoltura e pesca

1.414

0,2

1.437

0,2

863

0,1

-574

-39,9

10 - Energia e fonti energetiche

59

0,0

59

0,0

48

0,0

-11

-18,6

11 - Competitività e sviluppo imprese

4.065

0,6

4.127

0,6

4.448

0,6

321

7,8

12 - Regolazione dei mercati

16

0,0

16

0,0

16

0,0

-

0,0

13 - Diritto alla mobilità

10.967

1,5

12.508

1,7

9.980

1,3

-2.528

-20,2

14 - Infrastrutture pubbliche e logistica

3.245

0,4

5.159

0,7

3.677

0,5

-1.482

-28,7

15 - Comunicazioni

1.386

0,2

1.418

0,2

1.030

0,1

-388

-27,4

16 - Commercio internazionale

265

0,0

265

0,0

204

0,0

-61

-23,0

17 - Ricerca ed innovazione

4.092

0,6

4.156

0,6

3.601

0,5

-555

-13,4

18 - Sviluppo sostenibile

1.717

0,2

1.920

0,3

1.451

0,2

-469

-24,4

19 - Casa e assetto urbanistico

1.052

0,1

1.148

0,2

890

0,1

-258

-22,5

20 - Tutela della salute

928

0,1

993

0,1

841

0,1

-152

-15,3

21 - Tutela beni culturali

1.646

0,2

1.646

0,2

1.394

0,2

-252

-15,3

22 - Istruzione scolastica

41.618

5,7

43.275

5,8

43.896

5,8

621

1,4

23 - Istruzione universit.

8.683

1,2

8.683

1,2

8.549

1,1

-134

-1,5

24 - Diritti sociali e solidarietà sociale

24.284

3,3

24.292

3,3

24.379

3,2

87

0,4

25 - Politiche previdenziali

68.216

9,3

68.452

9,2

75.544

10,0

7.092

10,4

26 - Politiche per il lavoro

3.657

0,5

3.711

0,5

3.298

0,4

-413

-11,1

27 - Immigrazione

1.558

0,2

1.528

0,2

1.416

0,2

-112

-7,3

28 - Sviluppo e riequilibrio territoriale

4.689

0,6

4.665

0,6

6.139

0,8

1.474

31,6

29 - Politiche finanziarie e di bilancio

63.141

8,6

63.074

8,5

69.385

9,2

6.311

10,0

30 - Giovani e sport

963

0,1

963

0,1

728

0,1

-235

-24,4

31 - Turismo

111

0,0

111

0,0

76

0,0

-35

-31,5

32 - Servizi generali amministrazioni

2.842

0,4

3.359

0,5

2.323

0,3

-1.036

-30,8

33 - Fondi da ripartire

19.963

2,7

14.012

1,9

12.226

1,6

-1.786

-12,7

34 - Debito pubblico

276.331

37,8

276.224

37,2

296.558

39,4

20.334

7,4

TOTALE SPESE COMPLESSIVE

730.838

100

741.859

100

753.494

100

11.635

1,6

 


Tavola VI –  Andamento delle entrate finali per categorie

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

CATEGORIE

BIL 2008

%

Ass. 2008

%

BLV 2009

%

Diff. VA

Diff. %

I - Imposte sul patrimonio e sul reddito

245.355

49,9

245.328

50,5

256.777

51,6

11.449

4,7

II - Tasse e imposte sugli affari

163.020

33,2

157.645

32,4

161.369

32,4

3.724

2,4

III - Imposte sulla produzione, consumi e dogane

28.454

5,8

27.625

5,7

28.051

5,6

426

1,5

IV - Monopoli

10.523

2,1

10.219

2,1

10.335

2,1

116

1,1

V - Lotto, lotterie ed altre attività di gioco

12.142

2,5

10.774

2,2

10.948

2,2

174

1,6

Totale entrate tributarie

459.494

93,5

451.591

93,0

467.480

93,9

15.889

3,5

VI - Proventi speciali

671

0,1

671

0,1

652

0,1

-19

-2,8

VII - Proventi dei servizi pubblici minori

5.373

1,1

5.423

1,1

3.822

0,8

-1.601

-29,5

VIII – Proventi dei beni dello stato

874

0,2

797

0,2

331

0,1

-466

-58,5

IX - Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

3.690

0,8

3.935

0,8

1.660

0,3

-2.275

-57,8

X - Interessi su anticipa­zioni e crediti vari del Tesoro

4.745

1,0

5.608

1,2

4.972

1,0

-636

-11,3

XI - Recuperi, rimborsi e contributi

11.620

2,4

11.777

2,4

14.718

3,0

2.941

25,0

XII - Partite che si compensano nella spesa

2.664

0,5

2.665

0,5

2.719

0,5

54

2,0

Totale entrate extratributarie

29.637

6,0

30.876

6,4

28.874

5,8

-2.002

-6,5

XIII - Vendita di beni ed affrancazione di canoni

1.380

0,3

1.380

0,3

452

0,1

-928

-67,2

XIV - Ammortamento di beni patrimoniali

847

0,2

870

0,2

890

0,2

20

2,3

XV - Rimborso anticipa­zioni e crediti vari del Tesoro

26

0,0

1.114

0,2

7

0,0

-1.107

-99,4

Totale alienazione ed ammortamento di beni

2.253

0,5

3.364

0,7

1.349

0,3

-2.015

-59,9

TOTALE ENTRATE FINALI

491.384

100,0

485.831

100,0

497.703

100,0

11.872

2,0

 


Tavola VII –  Andamento delle principali imposte

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

PRINCIPALI IMPOSTE

BIL.
2008

%

Ass.
2008

%

BLV.
2009

%

Diff.
VA

Diff.
%

Entrate tributarie

459.494

100

451.590

100

467.480

100

15.890

3,5

Di cui:

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrate ricorrenti:

458.228

 

450.877

 

466.629

 

15.752

3,5

1 - Redditi

168.737

36,7

170.393

37,7

185.078

39,6

14.685

8,6

2 - Reddito delle società

56.342

12,3

56.997

12,6

52.820

11,3

-4.177

-7,3

3 - Imposte sostitutive

15.778

3,4

14.015

3,1

14.959

3,2

944

6,7

4 - Altre imposte dirette

3.360

0,7

3.261

0,7

3.121

0,7

-140

-4,3

5 - IVA

133.473

29,0

133.469

29,6

136.150

29,1

2.681

2,0

6 - Registro, bollo e sostitutive

12.899

2,8

12.570

2,8

12.912

2,8

342

2,7

7 - Accisa e imposta erariale sugli oli minerali

21.497

4,7

21.709

4,8

21.569

4,6

-140

-0,6

8 - Accisa e imposta erariale su altri prodotti

6.860

1,5

5.820

1,3

6.386

1,4

566

9,7

9 - Imposte sui generi di monopolio

10.514

2,3

10.216

2,3

10.332

2,2

116

1,1

10 - Lotto

6.082

1,3

5.911

1,3

6.062

1,3

151

2,6

11 - Imposte gravanti sui giochi

2.424

0,5

2.515

0,6

2.518

0,5

3

0,1

12 - Lotterie ed altri giochi

3.636

0,8

2.348

0,5

2.368

0,5

20

0,9

13 -Altre imposte indirette

16.626

3,6

11.653

2,6

12.354

2,6

701

6,0

Entrate non ricorrenti:

1.266

 

713

 

851

 

138

19,4

1 -Imposte sostitutive

1.104

0,2

624

0,1

757

0,2

133

21,3

2 - Altre imposte dirette

-

0,0

-

0,0

-

0,0

-

 

3 - Condoni dirette

34

0,0

37

0,0

42

0,0

5

13,5

4 - Altre imposte indirette

127

0,0

50

0,0

50

0,0

-

0,0

5 - Condoni indiretti

1

0,0

2

0,0

2

0,0

-

0,0

 


APPENDICE

1. La disciplina contabile: il bilancio dello Stato

1.1 Struttura del Bilancio

Il bilancio dello Stato è il documento con il quale viene regolata la gestione finanziaria delle amministrazioni dello Stato, attraverso l’indicazione delle entrate e delle spese.

Ai sensi dell’articolo 81, comma primo, della Costituzione, l’iniziativa relativa alla presentazione in Parlamento del bilancio dello Stato è riservata al Governo. Il Parlamento approva il bilancio con legge.

L’articolo 81, comma terzo, della Costituzione dispone inoltre che “con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese”.

In base a tale disposizione costituzionale si è ritenuto che con la legge di approvazione del bilancio non si possa modificare la normativa sostanziale su cui si fonda l’acquisizione delle entrate e l’erogazione delle spese, ma si provvede soltanto a quantificare le previsioni di entrata e di spesa in base alla disciplina vigente al momento in cui viene predisposto; sono invece determinate direttamente in sede di bilancio le spese di carattere discrezionale, per lo più connesse all’operatività delle amministrazioni, la cui quantificazione non è riconducibile a disposizioni di legge.

Sul punto è da ultimo intervenuto l’articolo 60 del decreto legge n. 112 del 2008, che ha introdotto in via sperimentale per il solo esercizio finanziario 2009 una disciplina specifica illustrata nella Parte III, paragrafo 1.1., del presente dossier, alla quale si rinvia.

 

Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente, presentato dal Governo entro il 30 settembre di ogni anno, è costituito :

§      da un unico stato di previsione dell’entrata, nel quale sono registrate le entrate di competenza statale;

§      dagli stati di previsione della spesa, relativi ai singoli Ministeri con portafoglio[19];

§      dal quadro generale riassuntivo.

 

Il disegno di legge di bilancio viene esaminato congiuntamente al disegno di legge finanziaria nell’ambito della c.d. sessione di bilancio.

 

A partire dal 1997 (a seguito della riforma della struttura del bilancio dello Stato effettuata con le legge n. 94/1997 e il decreto legislativo n. 279/1997), all’interno di ciascuno stato di previsione, le voci contabili in rapporto alle quali sono indicate le previsioni di entrata e di spesa, in termini di competenza e di cassa, sono rappresentate dalle unità previsionali di base, che costituiscono le unità fondamentali di voto ai fini dell’approvazione parlamentare del disegno di legge di bilancio.

 

L’approvazione del bilancio con legge ha l’effetto giuridico di autorizzare l’Amministrazione a incassare le entrate ed effettuare le spese iscritte in bilancio.

Le previsioni relative all’entrata non rappresentano un limite massimo, ma hanno carattere estimativo: le amministrazioni dello Stato hanno comunque facoltà di accertare tutte le entrate per le quali, nel corso dell’esercizio, lo Stato acquisisca un credito e di incassare tutte le entrate versate presso la Tesoreria dello Stato.

L’approvazione delle previsioni di spesa ha invece carattere giuridicamente vincolante: le previsioni di spesa iscritte in bilancio costituiscono, infatti, il limite massimo entro il quale le amministrazioni dello Stato sono autorizzate ad assumere impegni di spesa (autorizzazioni di competenza) e ad effettuare pagamenti (autorizzazioni di cassa).

1.2 Bilancio di competenza e di cassa

Per ciascuna unità previsionale di base viene indicata la previsione di competenza e quella di cassa.

il bilancio dello Stato, pertanto, è un bilancio misto, vale a dire un bilancio redatto sia in termini di competenza che in termini di cassa.

Le dotazioni di competenza quantificano l’entità prevista delle entrate che le amministrazioni statali acquisiranno il diritto di percepire (entrate che si prevede di accertare) e l’entità prevista delle spese che le amministrazioni statali assumeranno l’obbligo di effettuare (spese che si prevede di impegnare).

Le dotazioni di cassa quantificano l’entità prevista delle entrate che saranno incassate (vale a dire versate in Tesoreria) e delle spese che saranno pagate (erogate dalla Tesoreria).

La competenza, pertanto, tiene conto del momento in cui sorge il titolo giuridico dal quale deriva l’entrata o la spesa; la cassa, invece, si riferisce al compimento, di fatto, delle operazioni di incasso e di pagamento.

 

Le previsioni di cassa sono determinate assumendo come limite massimo, per quanto concerne l’entrata, la massa acquisibile, e per quanto concerne la spesa, la massa spendibile.

La massa acquisibile e spendibile è data dalla somma della consistenza dei residui (rispettivamente attivi e passivi) e della dotazione di competenza.

 

Si definiscono residui attivi le entrate accertate, ma non incassate, vale a dire le entrate per le quali ha avuto luogo l’accertamento, ma non è stato effettuato il versamento in tesoreria, entro il termine dell’esercizio finanziario.

Si definiscono residui passivi le spese che sono state impegnate, ma non sono state pagate, perché non si è concluso entro la fine dell’esercizio il relativo procedimento di spesa[20].

 

In deroga al principio generale per il quale le somme stanziate che alla fine dell’esercizio non siano state impegnate costituiscono economie di bilancio, può essere autorizzata la conservazione in bilancio anche di somme non impegnate. Più precisamente, ai sensi dell’articolo 36, comma 2, del R.D. n. 2440/1923, gli stanziamenti relativi a spese in conto capitale possono essere conservati in bilancio, quali residui, anche se non risultano impegnati entro la fine dell’esercizio finanziario (residui di stanziamento o residui impropri)[21].

 

Sono oggetto di approvazione parlamentare soltanto le previsioni di competenza e di cassa.

Per quanto riguarda i residui, che sono indicati a fini conoscitivi, la quantificazione nel disegno di legge di bilancio è effettuata in via presuntiva. L’esatto ammontare dei residui al 1° gennaio dell’anno di riferimento sarà determinato in sede di rendiconto relativo all’esercizio precedente.

1.3 Bilancio pluriennale

Il bilancio a legislazione vigente viene presentato sia su base annuale, con riferimento all’anno successivo, che su base pluriennale, vale a dire con riferimento ad un periodo di tre anni.

Più precisamente, l’articolo 4 della legge n. 468/1978 prevede che, oltre al bilancio pluriennale a legislazione vigente – il quale, a seguito dell’approvazione della legge finanziaria, viene integrato con gli effetti da essa recati – sia predisposto un bilancio pluriennale programmatico, nel quale si evidenziano i saldi di bilancio da conseguire in ciascuno degli anni considerati, tenendo conto sia della manovra finanziaria da attuare per l’anno successivo, sia delle ulteriori manovre che saranno operate nei due anni seguenti[22].

Il bilancio pluriennale è approvato con apposito articolo del disegno di legge di bilancio.

Rispetto al bilancio annuale, il bilancio pluriennale viene presentato in forma più aggregata: si dà conto, infatti, dell’evoluzione pluriennale del quadro generale riassuntivo e delle voci contenute nella classificazione per categorie delle entrate e delle spese.

1.4 La classificazione delle entrate e delle spese

La classificazione delle entrate e delle spese rispecchia la nuova struttura del bilancio, come introdotto a partire dal 2008, incentrato sull’aspetto funzionale piuttosto che su quello gestionale.

 

Per quanto concerne le entrate, la legge di bilancio presenta una classificazione che, superando la struttura per centri di responsabilità amministrativa, mette in risalto la tipologia di entrata e il suo carattere di entrata ordinaria o straordinaria. In particolare, le entrate sono classificate per:

§         Titoli, individuati in numero di quattro. Titolo I: entrate tributarie; Titolo II: entrate extra-tributarie; Titolo III: entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti; Titolo IV: entrate derivanti da accensione di prestiti.

§      entrate ricorrenti e non ricorrenti, con riferimento al carattere strutturale o meno dell’entrata (di particolare rilevanza ai fini della valutazione dei conti pubblici rilevanti ai fini del rispetto del Patto di stabilità e crescita, in particolare dell’indebitamento strutturale, al netto del ciclo e delle una tantum);

§      tipologia di entrata: per le entrate tributarie, le voci sono costituite dai tributi più importanti (Imposta sui redditi, IRES, IVA), ovvero da raggruppamenti di tributi con caratteristiche analoghe (ad esempio, imposte sostitutive, imposte sui generi di monopolio, ecc.); per i restanti titoli, è indicata la tipologia del provento per aggregati più o meno ampi (ad esempio, proventi speciali, redditi da capitale, entrate derivanti da servizi resi dall'amministrazione statale, ecc.).

§      unità previsionali di base (u.p.b) che costituiscono oggetto di approvazione parlamentare (individuate da una numerazione a quattro cifre);

§      capitoli, che rappresentano una ripartizione delle unità previsionali di base ai fini della gestione e della rendicontazione.

 

Per quanto concerne le spese, fino al bilancio per il 2007, le unità previsionali di base sono state articolate per centri di responsabilità amministrativa, i quali rappresentano, nell’ambito dell’amministrazione di ciascun Ministero, le strutture preposte alla gestione delle risorse stanziate.

Il bilancio decisionale (votato dal Parlamento) è stato pertanto strutturato sino ad allora sulla base dell’organizzazione delle Amministrazioni (chi gestisce le risorse) e non anche sulle funzioni (cosa viene realizzato con le risorse disponibili).

Tale struttura del bilancio non consentiva una chiara identificazione delle “azioni” svolte attraverso l’utilizzo delle risorse pubbliche. Ciò rendeva complesso il monitoraggio e la valutazione delle politiche pubbliche e, conseguentemente, non agevolava la definizione delle priorità dell’azione politica ed amministrativa.

Con il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2008 si è pertanto proceduto ad una profonda revisione in senso funzionale del sistema di classificazione delle voci del bilancio dello Stato, volta a chiarire meglio la relazione fra l’insieme complessivo delle risorse disponibili e le specifiche finalità pubbliche perseguite, anche al fine di consentire una più agevole misurazione e verifica degli obiettivi raggiunti.

Con la nuova classificazione, attuata in via amministrativa senza incidere sulla vigente disciplina di contabilità, le unità previsionali di base sono state pertanto articolate sulla base di una nuova classificazione volta a individuate le grandi finalità perseguite nel lungo periodo con la spesa pubblica - le missioni - e come esse si realizzano concretamente attraverso uno o più programmi di spesa.

 

In particolare, le spese sono classificate per:

§      Missioni

Nel bilancio sono elencate 34 missioni, che identificano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica. Esse possono essere ricondotte ad un concetto di "risorse di settore", ove la missione circoscrive l'insieme di risorse disponibili per una specifica funzione, e può dunque essere utilizzata nell'ambito del dibattito parlamentare per organizzare la discussione della sessione di bilancio[23]. Le missioni non corrispondono alla ripartizione degli stati di previsione, nel senso che vi sono Ministeri che partecipano a più di una missione istituzionale e che vi sono missioni istituzionali affidate alla responsabilità di più Ministeri: esse possono essere pertanto ministeriali o trasversali a più Dicasteri (interministeriali), a seconda dell’attuale ripartizione di funzioni.La nuova struttura prevede inoltre due Missioni trasversali, presenti in tutti i Ministeri: "Fondi da ripartire" e "Servizi istituzionali e generali"[24].

§      Programmi

Ciascuna missione è di norma suddivisa in più programmi, che rappresentano aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero, per perseguire obiettivi ben definiti nell’ambito delle finalità istituzionali, riconosciute al Dicastero competente. Essi sono prevalentemente di competenza di un unico Ministero, anche se non mancano Programmi condivisi tra più Amministrazioni. I programmi indicano quanto più possibile i risultati da perseguire in termini di impatto dell’azione pubblica sui cittadini e nel territorio (outcome). Nel concreto, alcuni programmi hanno carattere strumentale, indicano cioè input dell’Amministrazione statale per perseguire le sue finalità, o evidenziano prodotti o servizi finali dell’azione dello Stato (output). Per ogni Ministero esistono due programmi trasversali, dove vengono allocate le “spese indirette”, non attribuibili ex ante ai Programmi (Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza), e le spese di "indirizzo politico", collegati entrambi alla corrispondente missione "Servizi istituzionali e generali", sopra richiamata[25].

§      Unità previsionali di base (o macroaggregati), che costituiscono oggetto di approvazione parlamentare (individuate da una numerazione a tre cifre), che rappresentano le diverse tipologie di spesa necessarie all’attuazione del programma medesimo;

§      Centri di responsabilità amministrativa, che indicano le strutture amministrative cui compete la gestione e, specificamente, l’assunzione degli impegni di spesa e l’emissione dei titoli di pagamento;

§      Capitoli, che rappresentano un’ulteriore ripartizione, a fini gestionali, delle unità previsionali di base.

1.5 Le unità di voto parlamentare

Le unità previsionali di base (UPB), che costituiscono l’oggetto dell’approvazione parlamentare sono individuate dal disegno di legge di bilancio, che provvede, di volta in volta, alle eventuali modifiche o integrazioni rispetto alla classificazione dell'anno precedente.

In particolare, le UPB di spesa corrente sono distinte in:

1.      spese di funzionamento;

2.      spese per interventi;

3.      spese per oneri comuni di parte corrente;

4.      spese per trattamenti di quiescenza e altri trattamenti integrativi o sostitutivi di questi ultimi;

5.      spese per oneri del debito pubblico.

 

Per la spesa in conto capitale, le UPB sono articolate in:

6.      spese di investimento;

7.      altre spese in conto capitale;

8.      spese per oneri comuni.

 

La ripartizione in capitoli delle unità previsionali di baseviene esposta, a scopo esclusivamente conoscitivo, nelle tabelle allegate al disegno di legge di bilancio, concernenti lo stato di previsione dell’entrata e ciascun stato di previsione della spesa.

La ripartizione delle unità previsionali di base in capitoli viene effettuata successivamente all’approvazione e alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge di bilancio, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Le variazioni degli stanziamenti

L’individuazione delle unità previsionali di base come oggetto di approvazione parlamentare e, di conseguenza, l’attribuzione ad un decreto ministeriale della ripartizione in capitoli, ha introdotto significativi profili di elasticità nel sistema di gestione delle risorse.

Infatti, la disciplina contabile prevede che le variazioni compensative tra capitoli appartenenti alla medesima unità previsionale di base possono essere attuate con decreto del Ministro competente, da comunicare al Ministro dell’economia e finanze e alle Commissioni parlamentari.

Tali variazioni, peraltro, non possono avere come oggetto le spese obbligatorie, le spese in annualità e pagamento differito e le autorizzazioni di spesa regolate direttamente dalla legge finanziaria.

È in ogni caso esclusa la possibilità di effettuare in via amministrativa variazioni, anche compensative, tra stanziamenti relativi a diverse unità previsionali di base, in quanto oggetto della deliberazione parlamentare.

Tali variazioni devono pertanto essere autorizzate con legge di assestamento del bilancio o con successivi provvedimenti legislativi.

In sede di legge di bilancio è stata peraltro più volte introdotta una disposizione che autorizza variazioni compensative anche tra diverse unità previsionali di base di uno stato di previsione per l’esercizio finanziario al quale il bilancio si riferisce.

 

Da ultimo, si ricorda che il disegno di legge di bilancio per il 2009, confermando sostanzialmente quanto già previsto nelle ultime leggi di bilancio, all’articolo 16, comma 16, autorizza il Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro competente, ad effettuare con propri decreti, da comunicare alle Commissioni parlamentari competenti e da inviare alla Corte dei conti per la registrazione, variazioni compensative tra capitoli delle unità previsionali di base del medesimo stato di previsione della spesa, fatta eccezione per le autorizzazioni di spesa di natura obbligatoria, per le spese in annualità e a pagamento differito e per quelle direttamente regolate con legge. Variazioni compensative possono essere effettuate anche in termini di cassa, nell’ambito di ciascun titolo di bilancio, tra capitoli delle u.p.b del medesimo stato di previsione. Inoltre, ai sensi del successivo comma 18, i Ministri competenti, nell’ambito dei programmi concernenti i propri stati di previsione, sono stati autorizzati ad effettuare, con propri decreti da comunicare al Ministero dell’economia e delle finanze, eventuali variazioni compensative per la stessa categoria economica tra i capitoli di spese discrezionali relativi ai programmi medesimi, allocati nei diversi centri di responsabilità amministrativa. Tali variazioni non devono comportare alterazioni dei saldi di indebitamento netto e fabbisogno.

Si ricorda, infine, che una disciplina specifica in materia di variazione delle dotazioni di bilancio è stata disposta, in via sperimentale per il solo esercizio 2009, dall’articolo 60 del decreto legge n. 112 del 2008.

Oltre alla possibilità di rimodulare - nella legge di bilancio - le dotazioni finanziaria tra i programmi di ciascuna missione (ivi comprese le autorizzazioni di spesa), prevista entro certi limiti dal comma 3 del citato articolo 60 - per un approfondimento del quale si rinvia alla PARTE III,  paragrafo 1.1 del presente dossieril comma 5 del medesimo articolo ha disposto che le suddette rimodulazioni possano essere proposte anche nel disegno di legge di assestamento e nelle ulteriori variazioni delle dotazioni di competenza e di cassa da presentare al Parlamento non oltre il termine del 31 ottobre. Tali rimodulazioni, dopo la presentazione dei relativi disegni di legge, possono inoltre essere attuate in via provvisoria con decreto del Ministro competente, adottato di concerto con il Ministro dell’economia. Le rimodulazioni “provvisorie”, oltre a soggiacere agli stessi limiti previsti nel citato comma 3 dell’articolo 60 (ossia: operatività limitata all’esercizio finanziario 2009, limite del 10% alle rimodulazioni tra spese di funzionamento e spese per interventi e divieto di dequalificazione della spesa), devono essere effettuate in misura tale da non pregiudicare il conseguimento delle finalità definite dalle relative norme sostanziali e comunque non possono movimentare una quota superiore al 10 per cento delle risorse finanziarie complessivamente stanziate dalle medesime leggi. Sugli schemi dei decreti di rimodulazione è prevista l’espressione del parere parlamentare da parte delle commissioni competenti per materia e per i profili di carattere finanziario; nel caso in cui si operino rimodulazioni di dotazioni direttamente determinate da disposizioni di legge, il parere parlamentare, limitatamente ai profili finanziari, ha carattere vincolante. I decreti di rimodulazione adottati dal Ministro dell’economia perdono peraltro efficacia fin dall’inizio qualora il Parlamento non approvi la variazione in sede di esame del disegno di legge di assestamento.

1.6 La struttura del bilancio decisionale

 

A seguito della nuova classificazione del bilancio, in ciascun stato di previsione si prevede una esposizione che, attraverso le Missioni, i Programmi, i Macroaggregati - cui si aggiungono le analisi che si ritrovano nella parte illustrativa e tecnica del bilancio, costituita dagli allegati a ciascuno stato di previsione - consente di identificare chiaramente le funzioni e gli obiettivi generali che lo Stato si prefigge di conseguire con la spesa pubblica.

La struttura del documento di bilancio per la decisione si articola in 13 tabelle (gli stati di previsione): la prima riguarda l’Entrata, le seguenti, dalla n. 2 alla n. 13, i singoli stati di previsione della spesa dei Ministeri.

Esso contiene inoltre l’insieme di “elenchi”, “riassunti”, “riepiloghi” e “tavole” che tendono a migliorare la lettura dei dati e, nel contempo, a fornire più immediatezza alla comprensione delle grandi cifre del bilancio.

Per quanto concerne gli allegati tecnici al disegno di legge di bilancio, essi  sono costituiti dalle tabelle relative agli stati di previsione di ciascun Ministero.

La parte iniziale delle predette tabelle è rappresentata dalla Nota preliminare, che ha la funzione di illustrare i criteri utilizzati per la formulazione delle previsioni di spesa in coerenza con i criteri ed i parametri indicati nel DPEF[26].

Le Note preliminari si inseriscono pertanto nel quadro della definizione sia delle finalità da perseguire che delle risorse dirette a realizzarle, al fine di valorizzare l’allocazione delle risorse finanziarie pubbliche verso i risultati da raggiungere.

Nelle Note sono indicate, da parte di ciascun Ministro, le priorità – in coerenza con le scelte di politica economica definite sulla base dello scenario macroeconomico, finanziario ed istituzionale della vigente legislazione di settore - delle iniziative legislative in itinere o in progetto, e individuati gli obiettivi che le Amministrazioni intendono conseguire con riferimento ai propri Programmi, nonché gli indicatori di efficienza ed efficacia che si intendono utilizzare per la valutazione dei risultati.

Per quanto concerne la struttura contabile dell’allegato tecnico di ciascun stato di previsione, essa  indica, disaggregati per capitolo, i contenuti di ciascuna unità previsionale di base (Macroaggregato) e il carattere giuridicamente obbligatorio e/o discrezionale della relativa spesa.

 

Lo stato di previsione di ogni Ministero presenta, inoltre, una Scheda di analisiUnità previsionale di base – Macroaggregatoper ciascun Programma. Tale scheda fornisce specifiche informazioni contabili, rilevanti dal punto di vista conoscitivo, concernenti gli stanziamenti ivi previsti.

La scheda è così strutturata:

-       Indicazione della Missione del Ministero;

-       Indicazione del Programma, con la descrizione delle attività sottostanti;

-       Dettaglio contabile delle unità previsionali di base, con la distinzione, al loro interno, della tipologia di spesa, a seconda che si tratti di spese discrezionali, oneri inderogabili o spese predeterminate per legge.

 

Nell’ambito di ciascun Programma le unità previsionali di base  sono contrassegnate mediante una numerazione a tre cifre.

La prima e la seconda cifra indicano, rispettivamente, la Missione e  il Programma, secondo la numerazione che assumono nello stato di previsione.  La terza cifra indica il macroaggregato che definisce la natura economica della spesa. In base alla terza cifra è possibile distinguere se si tratti di una spesa di parte corrente o di conto capitale. Se la terza cifra è compresa tra 1 e 5 l’U.P.B. è di parte corrente (1. funzionamento, 2. interventi, 3. oneri comuni di parte corrente, 4.trattamenti di quiescenza integrativi e sostitutivi, 5.oneri del debito pubblico); se invece la terza cifra è compresa tra 6 e 8, l’U.P.B è di conto capitale (6. investimenti, 7. altri spese in conto capitale, 8. oneri comuni di conto capitale); le UPB la cui numerazione termina con il n. 9 sono relative rimborso del debito pubblico.

Relativamente alle spese discrezionali viene riportata la quota vincolata, cioè connessa a obbligazioni giuridicamente perfezionate, che impegnano quota parte dello stanziamento e lo rendono non assoggettabile a riduzioni senza causare l’insorgenza di nuovi debiti.

 Gli stanziamenti previsti, vengono distinti, a loro volta, per competenza, cassa e residui. Nell’ambito dei fattori legislativi, vengono, infine, indicate le norme autorizzative su cui si fondano le previsioni di spesa, con il relativo importo.

 

Ulteriori allegati al disegno di legge di bilancio e alle tabelle dei singoli stati di previsione della spesa, concernenti le variazioni alle autorizzazioni legislative di spesa e le risorse rimodulabili dalle Amministrazioni, sono previsti in via sperimentale, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 60 del decreto legge n. 112 del 2008, nel disegno di legge di bilancio 2009 (A.C. 1714), per un approfondimento del quale si rinvia alla Parte III, paragrafo 1.1., del presente dossier. 

1.7 La classificazione funzionale e la classificazione economica

Per rendere più significativa la lettura del bilancio, la legge 468/1978 e successive modificazioni prevede che, in appositi allegati (contenuti, a livello generale, nel quadro generale riassuntivo, e, in modo più dettagliato, negli stati di previsione del disegno di legge presentato dal Governo) gli stanziamenti di spesa siano ripartiti secondo l’analisi funzionale e secondo l’analisi economica.

Queste ripartizioni, pur non essendo oggetto di votazione in Parlamento, hanno un rilevante valore conoscitivo.

In primo luogo la riforma del 1997 ha previsto la classificazione degli stanziamenti di spesa per funzioni-obiettivo (analisi funzionale), con l’intento di evidenziare la ripartizione delle risorse tra le diverse finalità della spesa, ovvero tra le diverse politiche di settore che si intendono attuare.

Oltre all’analisi funzionale, è prevista la classificazione per categorie (analisi economica), che mira ad evidenziare l’effetto che le spese di bilancio hanno sul sistema economico nazionale. Per questo, con la riforma del 1997, si è previsto che le categorie economiche siano definite in conformità con gli schemi di classificazione del sistema di contabilità nazionale, che è identico per tutti i paesi membri della Comunità europea.

Anche per le entrate viene esposta una classificazione per categorie, che tuttavia non è ancora stata riformulata in base ai criteri della contabilità nazionale, ma fa riferimento, piuttosto, alla natura dei proventi.

a) La classificazione funzionale delle spese: le funzioni-obiettivo

L’articolo 6 della legge n. 468 del 1978, come modificato dalla legge n. 94/1997, ha introdotto una classificazione analitica delle speseper funzioni-obiettivo.

Le funzioni-obiettivo sono individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche pubbliche di settore, e indicano le finalità dell’attività amministrativa e della spesa.

A partire dal bilancio 1999 sono stati adottati i criteri di classificazione comunitari recepiti nel sistema COFOG (SEC 95). Il sistema COFOG (relativo alla classificazione delle funzioni di governo comune a tutti i paesi dell’Unione Europea e a livello OCSE) è articolato secondo il sistema dei conti SEC95 (Sistema europeo di contabilità nazionale) con la classificazione delle funzioni obiettivo risultante dalla ricognizione delle attività e dei servizi.

La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su tre livelli, di cui:

-          il primo livello, rappresentato dalle divisioni (n. 10), rappresenta i fini primari perseguiti dalle Amministrazioni;

-          il secondo livello, rappresentato dai gruppi (n. 63), esprime le specifiche aree di intervento delle politiche pubbliche;

-          il terzo livello, rappresentato dalle classi (n. 90), identifica i comparti di attività in cui si articolano le aree di intervento del livello precedente.

Prima della riclassificazione del bilancio per il 2008, la classificazione funzionale era stata sviluppata in un ulteriore quarto livello di aggregazione basato sulle Missioni istituzionali, espressive delle realtà funzionali della spesa pubblica del nostro Paese.

Il primo livello, costituito dalle 10 divisioni, mette in rilievo la ripartizione delle risorse tra le finalità primarie e più generali delle spese (le grandi destinazioni di spesa). Le “funzioni-obiettivo” di 1° livello delle spese complessive del bilancio dello Stato (spese finali + rimborso passività finanziarie) sono articolate nelle voci seguenti:

Funzioni obiettivo – 1° livello

1.    Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

2.    Difesa

3.    Ordine pubblico e sicurezza

4.    Affari economici

5.    Protezione dell’ambiente

6.    Abitazioni e assetto territoriale

7.    Sanità

8.    Attività ricreative, culturali e di culto

9.    Istruzione

10.Protezione sociale

La classificazione per funzioni-obiettivo delle spese complessive del bilancio dello Stato è esposta nel quadro generale riassuntivo della legge di bilancio: in tale prospetto, gli stanziamenti di spesa del bilancio dello Stato sono ripartiti per funzioni-obiettivo di 1° livello, in riferimento a ciascun Ministero, in termini di competenza (Allegato A) e di cassa (Allegato B).

b) La classificazione economica delle spese e delle entrate

La classificazione delle spese per categorie è stata ridefinita dalla legge di bilancio per il 2000, dove, in sostituzione delle categorie tradizionali, è stata introdotta una classifica­zione economica degli stanziamenti di spesa elaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95. La classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato è articolata in 19 categorie, di cui 12 di parte corrente e 7 di conto capitale:


Spese finali: Classificazione per Categorie economiche – Sec95

Parte Corrente

Categoria 1

Redditi da lavoro dipendente

Categoria 2

Consumi intermedi

Categoria 3

Imposte pagate sulla produzione

Categoria 4

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

Categoria 6

Trasferimenti correnti a imprese

Categoria 7

Trasferimenti correnti a estero

Categoria 8

Risorse proprie CEE

Categoria 9

Interessi passivi e redditi da capitale

Categoria 10

Poste correttive e compensative

Categoria 11

Ammortamenti

Categoria 12

Altre uscite correnti

 

Conto Capitale

Categoria 21

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

Categoria 22

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 23

Contributi agli investimenti ad imprese

Categoria 24

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

Categoria 25

Contributi agli investimenti a estero

Categoria 26

Altri trasferimenti in conto capitale

Categoria 31

Acquisizioni di attività finanziarie

 

Nella legge di bilancio, la classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato è esposta nel quadro generale riassuntivo, in cui sono presenti due prospetti che espongono gli stanziamenti delle spese finali del bilancio dello Stato, ripartiti per categorie economiche, con riferimento a ciascun Ministero, in termini di competenza (Allegato A/2) e di cassa (Allegato B/2).

 

Per quanto riguarda la classificazione economica delle entrate, nel bilancio è ancora mantenuta la tradizionale individuazione delle categorie in base alla natura dei proventi:

 

Entrate finali: Classificazione per Categorie economiche

Titolo I - Entrate Tributarie

Categoria I

Imposte sul patrimonio e sul reddito

Categoria II

Tasse e imposte sugli affari

Categoria III

Imposte sulla produzione, consumi e dogane

Categoria IV

Monopoli

Categoria V

Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

Titolo II - Entrate Extratributarie

Categoria VI

Proventi speciali

Categoria VII

Proventi dei servizi pubblici minori

Categoria VIII

Proventi dei beni dello Stato

Categoria IX

Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

Categoria X

Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

Categoria XI

Recuperi, rimborsi e contributi

Categoria XII

Partite che si compensano nella spesa

Titolo III – Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti

Categoria XIII

Vendita di beni ed affrancazione di canoni

Categoria XVI

Ammortamento di beni patrimoniali

Categoria XV

Rimborso di anticipazione e di crediti vari del tesoro

 


2. La disciplina contabile: la legge finanziaria

La legge finanziaria costituisce lo strumento attraverso il quale viene modificata la legislazione vigente al fine di conseguire gli obiettivi finanziari stabiliti nel DPEF e nell’eventuale Nota di aggiornamento, come approvati dalle relative risoluzioni parlamentari.

A tal fine gli effetti, in termini di entrata e di spesa, delle disposizioni contenute nella legge finanziaria, una volta che quest’ultima è stata approvata da ciascun ramo del Parlamento, sono recepiti nel bilancio dello Stato per effetto dell’approvazione della Nota di variazioni. Attraverso la Nota di variazioni, infatti, le previsioni del bilancio dello Stato, che viene presentato in Parlamento in base alla legislazione vigente, sono modificate per tenere conto degli effetti delle norme contenute nella legge finanziaria.

La legge finanziaria risulta pertanto lo strumento di attuazione della manovra di finanza pubblica, vale a dire del complesso di interventi per mezzo dei quali viene operata una correzione degli andamenti tendenziali (gli andamenti a legislazione vigente) del bilancio dello Stato e della finanza pubblica, in modo da adeguarli al perseguimento degli obiettivi programmati.

 

Il contenuto della legge finanziaria è stabilito dall’articolo 11 della legge della legge n. 468/1978, e successive modificazioni.

In base al citato articolo (comma 3), essa contiene esclusivamente norme recanti effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale, e per ciò che attiene al contenuto necessario, disposizioni recanti:

§      il livello massimo di saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario, vale a dire il tetto massimo del nuovo indebitamento aggiuntivo consentito in ciascuno degli anni del periodo considerato nel bilancio pluriennale (lett. a); con riferimento al livello massimo di saldo netto da finanziare, sono distintamente indicate le eventuali regolazioni debitorie pregresse;

§      l'importo complessivo massimo destinato, per ciascun anno, al rinnovo dei contratti del pubblico impiego ed alle modifiche del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale (lett. h);

§      altre regolazioni meramente quantitative rinviate alla finanziaria da norme vigenti (lett. i);

§      norme recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi dalla cui attuazione siano derivati oneri maggiori rispetto a quelli previsti (lettera i-quater, introdotta dal comma 01, lett. a), dell'art. 1 del D.L. n. 194/2002 come modificato dalla legge di conversione n. 246/2002).

Di conseguenza, ai sensi del comma 01, lett. b), dell'art. 1 del D.L. n. 194/2002, come modificato dalla relativa legge di conversione, in allegato alla legge finanziaria sono indicati i provvedimenti legislativi adottati ai sensi dell’art. 11-ter, comma 7, della L. n. 468/1978, per correggere gli effetti finanziari di leggi che abbiano registrato oneri superiori a quelli previsti, e le misure correttive inserite a tal fine nella legge finanziaria medesima.

 

Possono inoltre essere contenute nella legge finanziaria (cd. contenuto eventuale):

§      le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni e le altre misure che incidono sulla determinazione quantitativa della prestazione, relativamente ad imposte indirette, tasse, canoni, tariffe e contributi in vigore, con effetto, di norma, dal 1° gennaio dell'anno cui essa si riferisce, nonché le correzioni delle imposte conseguenti all'andamento dell'inflazione (lett. b);

§      norme che comportino aumenti di entrata o riduzioni di spesa, escluse quelle a carattere ordinamentale o organizzatorio, a meno che si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi (lett. i-bis, introdotta dal comma 17 dell'art. 2 della legge n. 208/1999);

§      norme che comportino aumenti di spesa o riduzioni di entrata, il cui contenuto sia finalizzato direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, con esclusione di interventi di carattere localistico o microsettoriale (lett. i-ter, introdotta dal comma 17 dell'art. 2 della legge n. 208/1999);

 

Si ricorda che, per quanto concerne il disegno di legge finanziaria per il 2009, l’articolo 1, comma 1-bis del DL 112/08, operando una deroga alla disciplina generale sopra descritta, ha disposto che, in via sperimentale, esso possa contenere “esclusivamente disposizioni strettamente attinenti al suo contenuto tipico con l'esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico”.

Sul punto, si rinvia alla Parte II, paragrafo 2.2 del presente dossier.

 

Nelle Tabelle approvate con la legge finanziaria sono inoltre disposti (e rientrano sempre nel contenuto necessario):

§      gli importi dei fondi speciali destinati al finanziamento di provvedimenti che si prevede saranno approvati nel corso d'anno (lett. g). I fondi speciali sono indicati per Ministeri in due distinte tabelle, una per la parte corrente e l'altra per quella in conto capitale (rispettivamente, Tabelle A e B).

La legge n. 468/1978 ha inoltre previsto l'introduzione nei fondi speciali di accantonamenti di segno negativo, relativi cioè a provvedimenti di risparmio di spesa o di aumento di entrata, il cui perfezionamento in corso di anno condiziona per pari ammontare la successiva approvazione di provvedimenti collegati ad accantonamenti positivi;

§      la determinazione per ciascun anno del finanziamento da iscrivere in bilancio per le leggi di spesa permanenti la cui quantificazione è rinviata alla legge finanziaria, sia che si tratti di spese di parte corrente che di spese in conto capitale (Tabella C – lett. d), come modificata dal comma 15 dell'art. 2 della legge n. 208/1999).

Le leggi di spesa quantificate nella Tabella C sono, in gran parte, riferite a trasferimenti di risorse per il funzionamento di enti, organi, Autorità amministrative indipendenti e Agenzie di settore e leggi di spesa relative al finanziamento di alcuni fondi (Università, Osservatori, Protezione civile);

§      la determinazione (le c.d. “rimodulazioni”), per le leggi di spesa a carattere pluriennale, ripartite per settori di intervento, delle quote destinate a gravare su ciascuno degli anni considerati (Tabella F – lett. c) dell'art. 11, comma 3).

Nelle tabelle possono inoltre essere disposti:

§      il rifinanziamento, per un solo anno, di interventi di conto capitale per i quali nell'ultimo esercizio sia previsto uno stanziamento di competenza, nonché il rifinanziamento, per uno o più degli anni considerati nel bilancio pluriennale, di norme vigenti che prevedono interventi di particolare rilievo definiti di "sostegno dell'economia", classificati tra le spese in conto capitale. Mentre il finanziamento annuale può essere autonomamente disposto al momento della predisposizione dalla legge finanziaria, il rifinanziamento pluriennale deve essere previsto dalla legge sostanziale, (Tabella D – lett. f), modificata dal comma 16 dell'art. 2 della legge n. 208);

§      la riduzione per ciascun anno di autorizzazioni legislative di spese: il cosiddetto "definanziamento" (Tabella E – lett. e).

 


 



[1]    La Relazione previsionale e programmatica per il 2009 rileva come dall’inizio dell’anno l’euro si sia apprezzato rispetto alle principali valute, raggiungendo rispetto al dollaro il massimo di 1,59 nel luglio scorso, per poi indebolirsi notevolmente attorno a quota 1,40 nel mese di settembre. Il cambio effettivo reale dell’euro si è rafforzato di circa il 35 per cento dai minimi dell’ottobre 2000 all’agosto scorso.

[2]    Secondo la RPP, negli Stati Uniti, la crescita del PIL è stata dello 0,8 per cento nel secondo trimestre rispetto al periodo precedente, superiore di 0,6 punti percentuali a quella del primo trimestre grazie a un maggior contributo delle esportazioni, della spesa pubblica e dei consumi privati, questi ultimi sostenuti dalle misure fiscali introdotte nella primavera del 2008. Nella seconda parte dell’anno, il mancato sostegno del pacchetto fiscale potrebbe influire sul reddito disponibile delle famiglie, contribuendo a deprimere i consumi privati. Gli investimenti residenziali hanno continuato a ridursi, sebbene in misura minore rispetto ai tre mesi precedenti. Nel mercato del lavoro continua la contrazione dei nuovi posti di lavoro, iniziata verso la fine del 2007. L’inflazione al consumo è progressivamente aumentata nel corso dell’anno, superando il 5 per cento. Questo risultato è dovuto principalmente al rincaro dei prodotti energetici. Infatti, l’inflazione al netto della componente energetica è risultata pari a circa la metà di quella totale. Il perdurare della crisi finanziaria ha contribuito a far ridurre ripetutamente il tasso di riferimento alla Federal Reserve dal 4,25 all’inizio dell’anno al 2,0 per cento. Inoltre, l’autorità monetaria ha garantito abbondante liquidità nel tentativo di ristabilire condizioni ordinate sui mercati finanziari. La crescita dell’economia statunitense è prevista in ulteriore indebolimento nella seconda parte dell’anno, con un rischio non trascurabile di recessione, a causa del perdurare delle tensioni finanziarie, del debole andamento dei consumi e del rallentamento della domanda estera. Nel 2008 il PIL è stimato crescere dell’1,5 per cento, inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Anche nel 2009 la crescita dovrebbe rallentare ulteriormente, per poi riprendere negli anni 2009-2013 a un tasso medio di crescita del 2,0 per cento.

[3]    Nel secondo trimestre 2008 la crescita dell’area dell’euro ha registrato una riduzione dello 0,2 per cento rispetto al periodo precedente (nel quale si era invece assistito ad un incremento del PIL dello 0,7 per cento). Ad eccezione della spesa per consumi della PA, in aumento dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente, tutte le componenti della domanda aggregata hanno registrato una flessione. Particolarmente pronunciato è stato l’indebolimento della domanda interna, con gli investimenti fissi lordi in riduzione dell’1,2 per cento e i consumi delle famiglie dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente. Anche le esportazioni sono diminuite dello 0,4 per cento, per un affievolimento della domanda mondiale e il rafforzamento dell’euro. Una pari riduzione è stata registrata dalle importazioni. Anche la produzione industriale ha registrato, nel secondo trimestre dell’anno, il peggiore risultato degli ultimi cinque anni, con una diminuzione dello 0,8 per cento rispetto al periodo precedente, dopo un aumento dello 0,2 nel primo trimestre.

[4]    Nei primi otto mesi del 2008 l’inflazione nell’area dell’euro si è attestata su valori elevati, registrando un picco del 4,0 per cento a luglio, ridimensionato al 3,8 per cento in agosto. Anche l’inflazione di fondo è risultata in crescita, dal 2,1 per cento della seconda parte del 2007 al 2,5 nel primo semestre del 2008. La componente più dinamica è stata quella dei beni alimentari prodotti, il cui tasso di inflazione ha raggiunto il 7,2 per cento nel luglio scorso dall’1,9 per cento di un anno prima.

[5]    Convertito, con modificazioni, dalla legge 133 del 2008.

[6]    La Nota di aggiornamento conferma pertanto l’obiettivo del pareggio del saldo di bilancio strutturale da raggiungere entro il 2011, indicato nei precedenti documenti programmatici e concordato in sede europea. Il processo di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine indica disavanzi strutturali programmatici in graduale riduzione, pari a -2,5 nel 2008, -1,8 nel 2009, e -0,7 nel 2010, mentre per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013 viene previsto un surplus strutturale pari allo 0,2 per cento del PIL.

[7]    Convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133/2008

[8]    Pari al -2,1 per cento nel 2009, -1,2 per cento nel 2010 e -0,3 per cento nel 2010.

[9]    Recante “Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126.

[10]   Recante "Disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi, in corso di conversione.

[11]   Convertito, con modificazioni, dalla legge n.133 del 2008.

[12]   Si ricorda che, secondo la definizione ISTAT, sono poste correttive e compensative delle entrate gli importi inseriti tra le spese e riferiti ad entrate indebitamente percepite.

[13]   Il citato comma 10 ha previsto che, per l’anno 2009, sia portata ad effettiva riduzione la quota delle dotazioni di bilancio di previsione per il predetto anno resa indisponibile (“accantonata”) ai sensi dell’articolo 1, commi 507 e 508 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006). Tali disposizioni avevano previsto l’accantonamento in maniera lineare di quote pari a 4.572 milioni di euro per il 2007, a 5.031 milioni di euro per il 2008 e a 4.922 milioni di euro per il 2009 degli stanziamenti di spesa riferiti a talune categorie iscritti nel bilancio dello Stato.

[14]   In particolare, nell’allegato “2” a ciascun stato di previsione della spesa ( “Prospetto delle autorizzazioni di spesa per programmi”), è indicato, con riferimento a ciascuna autorizzazione legislativa, l’importo a legislazione vigente, l’eventuale variazione operata mediante rimodulazione per ciascun anno del triennio 2009-2011 e il conseguente importo iscritto nel disegno di legge di bilancio.

[15]    Nell’analizzare l’andamento delle singole categorie di spesa nel 2009 va ricordato che le riduzioni delle dotazioni delle missioni di spesa disposte ai sensi dell’art. 60, commi 1 e 2, del D.L. n. 112, sono state operate in maniera lineare soltanto sulle seguenti categorie: consumi intermedi, trasferimenti ad enti pubblici, famiglie e imprese, trasferimenti ad estero, e altre partite correnti, per quanto riguarda la parte corrente; investimenti fissi lordi, contributi ad enti pubblici, famiglie e imprese e estero e altre partite di conto capitale.

[16]   Si tratta, nello specifico, della riduzione, rispetto all’assestamento 2008, di 500 milioni di euro, per il potenziamento della viabilità non statale in Sicilia e Calabria (cap. 7486/Infrastrutture) e di 1.363,5 milioni di euro, autorizzati ai sensi dell’art. 1, co. 1155, della legge n. 296/2006 per la realizzazione di opere infrastrutturali in Sicilia e Calabria (cap. 7487/Infrastrutture).

[17]   Convertito, con modificazioni, dalla legge n.121 del 2008.

[18]   Il riepilogo delle Missioni e dei Programmi è contenuto in un apposita Tabella del disegno di legge di bilancio in esame (pag. 63 dello stampato A.C. 1714). In tale elenco, per ogni Missione e sottostante Programma viene indicato il relativo stanziamento a legislazione vigente per il 2009, in termini di competenza, cassa e residui.

[19]    Agli stati di previsione della spesa sono allegati i bilanci delle aziende ed amministrazioni autonome controllate dal relativo Ministero. Le principali aziende ed amministrazioni autonome, peraltro, nel corso di un processo sviluppatosi in particolare negli anni novanta, sono state trasformate in società per azioni (talora con un passaggio intermedio ad ente pubblico economico). Esse pertanto costituiscono adesso una struttura organizzativa residuale.

[20]   I residui propri relativi alle spese correnti sono mantenuti in bilancio per i due esercizi successivi a quello nel quale le somme corrispondenti sono state inizialmente stanziate (art. 36, comma 1, R.D. n. 2440/1923). Tra i residui di parte corrente hanno un regime particolare quelli concernenti spese per lavori, forniture e servizi, che possono essere mantenuti in bilancio per tre esercizi.

I residui propri relativi alle spese in conto capitale sono mantenuti in bilancio per tre esercizi successivi a quello in cui è stato iscritto il corrispondente stanziamento (art. 36, comma 3, R.D. n. 2440/1923, come novellato dall’art. 3, comma 36, della legge n. 244/2007)

[21]    L’art. 1, comma 6, del D.L. n. 194/2002 (legge n. 246/2002), modificando l’articolo 36, comma 2, del R.D. n. 2440/1923, ha limitato ad un solo anno, dopo l’esercizio di iscrizione in bilancio, il periodo di conservazione in bilancio dei residui di stanziamento di conto capitale. Per gli stanziamenti iscritti in bilancio in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell'ultimo quadrimestre dell'esercizio finanziario, il periodo di conservazione è protratto di un ulteriore anno.

[22]   Con il DPEF 2009-2013 e con il D.L. n. 112/2008 è stata configurata ed attuata una manovra di stabilizzazione triennale della finanza pubblica. Il bilancio pluriennale evidenzia 2009-2011 evidenzia pertanto i saldi di bilancio da conseguire nell’arco triennale di riferimento della manovra.

[23]   L’articolazione delle missioni sottende una visione dello Stato che non svolge solo le funzioni fondamentali - quali, ad esempio, l'amministrazione della difesa (Missione 5), e della giustizia (Missione 6), la tutela della salute (Missione 20) e la promozione dell’istruzione scolastica (Missione 22) - ma espleta anche compiti di protezione di particolari categorie sociali e di redistribuzione delle risorse, tutelando, ad esempio, i diritti sociali e la famiglia (Missione 24) e i giovani e lo sport (Missione 30), ovvero interessi collettivi, come lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente (Missione 18).

[24]   La missione "Fondi da ripartire" raccoglie alcuni fondi di riserva e speciali, che non hanno, in sede di predisposizione della legge di Bilancio di previsione, una collocazione specifica, ma la cui attribuzione è demandata ad atti e provvedimenti successivi adottati in corso di gestione.

      La seconda - "Servizi istituzionali e generali" - raggruppa le spese di funzionamento dell'apparato amministrativo, le quali sono trasversali a più finalità e non attribuibili puntualmente alle singole Missioni. Rientrano, in particolare, in tale categoria le spese per "l'indirizzo politico" e per "gli affari generali".

[25]   Ciascun Programma si articola in un insieme di attività che ogni Amministrazione pone in essere per il raggiungimento delle proprie finalità. attraverso l’attuazione dei processi e delle funzioni da parte singole strutture amministrative. Fanno tuttavia eccezione i c.d. “Programmi finanziari”, i quali non sono rappresentati da attività operative svolte dai competenti Centri di responsabilità amministrativa, ma costituiscono mere operazioni di trasferimento delle risorse finanziarie ai rispettivi enti destinatari, che a loro volta utilizzeranno le risorse per il perseguimento degli obiettivi istituzionali.

[26]   Cfr. art. 2 della legge n. 468/1978, come modificata dalla legge n. 94/1997.