CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 ottobre 2012
724.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 109

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 ottobre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 15.35.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013).
C. 5534-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.
C. 5535 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, fa presente che la Commissione è chiamata a esaminare i disegni di legge in titolo, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza; l'esame si concluderà con la trasmissione alla V Commissione (Bilancio) di una relazione per ciascuno degli stati di previsione esaminati e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione.Pag. 110
  Ricorda, peraltro, che la Commissione potrà esaminare anche gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Per quanto riguarda gli emendamenti al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 121, comma 1, del Regolamento, segnala che gli emendamenti proponenti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva; gli emendamenti approvati saranno inseriti nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati, ai sensi dell'articolo 121, comma 4, del Regolamento, nel corso dell'esame in Assemblea. Rammenta che potranno, inoltre, essere presentati e votati in Commissione – seguendo le specifiche regole di ammissibilità – anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all'interno del medesimo stato di previsione; anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione, mentre, nel caso in cui tali ultimi emendamenti fossero respinti, è necessario che gli stessi siano ripresentati alla V Commissione, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
  Fa notare che analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di stabilità: nelle Commissioni in sede consultiva potranno dunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge di stabilità di rispettiva competenza; tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione, mentre quelli respinti, qualora si intenda discuterne nelle successive fasi di esame, dovranno essere ripresentati alla V Commissione. Ricorda che, anche in questo caso, è comunque ammissibile la presentazione degli emendamenti direttamente presso la V Commissione.
  Segnala, inoltre, che la valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati nell'ambito dell'esame in sede consultiva sarà effettuata dalla presidenza della Commissione, prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia.
  Da ultimo, per quanto attiene all'organizzazione dei lavori, informa che la Commissione dovrà concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la giornata di mercoledì 24 ottobre 2012; alla luce delle intese intercorse nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è quindi concordato che il dibattito di carattere generale si esaurisca nella seduta odierna e che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti ai documenti di bilancio sia fissato per la stessa giornata di oggi, alle ore 19, con l'intesa che l'esame degli emendamenti e le deliberazioni di competenza della Commissione abbiano luogo nella giornata di domani, mercoledì 24 ottobre.

  La Commissione prende atto.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, osserva che la manovra di bilancio all'esame della Commissione si compone – come previsto in base all'articolata riforma della contabilità pubblica introdotta con la legge n. 196 del 2009 – del disegno di legge di stabilità, presentato annualmente dal Governo alle Camere, che sostituisce il precedente disegno di legge finanziaria, e del disegno di legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato, che illustra le entrate e le spese dello Stato relative al triennio della manovra finanziaria.
  Con riferimento al bilancio di previsione per il 2013 e al bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015, fa notare che la XI Commissione è chiamata ad esaminare, limitatamente alle parti di competenza, lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4) e, con riferimento a specifiche e limitate voci, anche lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2).
  Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle Pag. 111politiche sociali, rileva che nella Nota integrativa si evidenzia che l'impegno programmatico del Ministero, al fine di arginare gli effetti della crisi economico-finanziaria che sta attraversando il Paese, già avviato con le recenti riforme della previdenza e del mercato del lavoro, prosegue nel prossimo triennio privilegiando la stabilità, il risanamento finanziario e la ripresa economica, attraverso lo sviluppo di iniziative già avviate e rispettando gli impegni concordati in sede europea; in particolare, i settori strategici per l'azione dell'Amministrazione concernono principalmente i settori in cui le tensioni sono più presenti, derivanti dall'ampliamento della domanda di concessione della cassa integrazione e dall'incremento dei tavoli di conciliazione e mediazione. Inoltre, fa presente che si ritiene indispensabile sviluppare gli strumenti, non solo formativi, atti a rilanciare la domanda di forza lavoro, con particolare riferimento a giovani e donne: a tale programma si affiancano le attività di indirizzo, coordinamento e vigilanza in materia previdenziale ed assistenziale.
  Per quanto concerne gli aspetti organizzativi, fa notare che nella Nota si evidenziano le esigenze di razionalizzazione degli apparati organizzativi e funzionali del ministero in vista di una sua revisione strutturale, richiamando, in particolare, il nuovo regolamento di organizzazione del Ministero adottato con il decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2011, n. 144, con cui si è data attuazione alle misure di contenimento della spesa, relative alle strutture e agli organici, previste dalla recente legislazione.
  Per quanto attiene ai dati di bilancio, facendo rinvio alla documentazione contabile a disposizione della Commissione, nonché alla documentazione di supporto predisposta dagli uffici (da cui emerge, in particolare, una preoccupante riduzione delle risorse destinate a importanti capitoli di spesa, relativi – ad esempio – agli istituti di patronato e di assistenza sociale, al diritto al lavoro dei disabili, ai servizi e sistemi informativi per il lavoro, al lavoro giovanile e femminile, materie sulle quale ritiene si registri una grave lesione dei diritti dei cittadini), evidenzia che all'interno dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali le principali «Missioni» riguardanti il settore del lavoro e della previdenza sociale sono le seguenti: Politiche previdenziali (25), Politiche per il lavoro (26), Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (24), Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti (27), Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (32) e Fondi da ripartire (33). Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2), tra le limitate voci di interesse per la XI Commissione segnala, in particolare, i programmi «Promozione e garanzia dei diritti e delle pari opportunità», «Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale – trasferimenti agli enti ed organismi interessati» e «Infortuni sul lavoro».
  Passando, quindi, al disegno di legge di stabilità, fa presente che le disposizioni di interesse della XI Commissione sono contenute agli articoli 2, 3, 4, 7, 8 e 12.
  Segnala che l'articolo 2 reca disposizioni relative ai trasferimenti a favore di alcune gestioni previdenziali dell'INPS. In particolare, fa notare che la norma determina l'adeguamento, per l'anno 2013, dei trasferimenti dovuti dallo Stato verso la «Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali» (GIAS) presso l'INPS, a favore di alcune specifiche gestioni pensionistiche (Fondo pensioni lavoratori dipendenti, Gestione dei lavoratori autonomi, Gestione speciale minatori e il soppresso ENPALS); gli incrementi dei trasferimenti disposti per il 2013, ai sensi di quanto previsto nell'Allegato 2, pari complessivamente a 959,07 milioni di euro, sono determinati: nella misura di 769,03 milioni di euro, in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori e dell'ENPALS; nella misura di 190,04 milioni di euro, in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (ad integrazione) e delle gestioni artigiani ed esercenti attività Pag. 112commerciali. Nello stesso Allegato 2, inoltre, viene previsto un trasferimento in misura complessivamente pari a 2.260,86 milioni di euro per il 2013, relativa alla quota-parte di mensilità delle pensioni erogate dal soppresso INPDAP e posta a carico dello Stato.
  Evidenzia che, al fine di conseguire gli obiettivi di riduzione di spesa a carico delle amministrazioni centrali dello Stato stabiliti dall'articolo 7, commi da 12 a 15, del decreto-legge n. 95 del 2012, l'articolo 3 prevede la riduzione, in termini di competenza e di cassa, degli stanziamenti relativi alle spese rimodulabili, secondo gli importi indicati nell'elenco 1, suddivisi per ciascun Ministero per missioni e programmi, nonché la rideterminazione delle spese non rimodulabili dei Ministeri, con riduzione delle relative risorse ovvero prevedendo il versamento all'entrata del bilancio dello Stato. Per tali fattispecie, laddove non è possibile ricondurle in schemi semplificati (tabelle, elenchi o allegati), sono previste specifiche disposizioni che recepiscono le iniziative legislative di ciascun Ministero interessato. Per quanto concerne il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, segnala che i commi 5-7 stabiliscono che concorrono agli obiettivi di riduzione delle spese rimodulabili gli stanziamenti per il finanziamento degli istituti di patronato e assistenza sociale (ridotti di 30 milioni di euro annui a decorrere dal 2014), nonché l'autorizzazione di spesa concernente l'erogazione dei contributi, anche comunitari, destinati al Fondo per l'occupazione (per effetto della riduzione, tale autorizzazione è di 30 milioni di euro per il 2013 e di poco più di 11 milioni di euro annui a decorrere dal 2015). In proposito, fa notare che gli eventuali risparmi conseguiti con la riduzione di tale cespite legato alla contribuzione obbligatoria dovrebbero, a rigor di logica, essere restituiti agli stessi lavoratori, in termini di una migliore prestazione previdenziale, piuttosto che confluire nel bilancio statale.
  Sottolinea poi che specifiche disposizioni riguardanti il personale della scuola sono contenute ai commi 42-45, ove si prevede, a decorrere dal 1o settembre 2013, l'aumento dell'orario di impegno per l'insegnamento per i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado (da 18 a 24 ore) a fronte di un aumento di 15 giorni di ferie. Fa notare che tali norme dispongono, inoltre, in materia di organico di diritto dei docenti di sostegno e di fruizione delle ferie da parte del personale docente di tutti i gradi di istruzione. Osserva che i commi 46-47 dispongono una riduzione delle unità di personale scolastico, che è possibile collocare fuori ruolo per compiti connessi con l'autonomia scolastica, o per assegnazioni presso soggetti che svolgono attività relative alle tossicodipendenze, ovvero presso associazioni professionali del personale direttivo e docente, facendo salvi i collocamenti fuori ruolo già disposti per l'anno scolastico 2012/2013. Segnala poi il comma 61, che riduce ulteriormente (rispetto a quanto già previsto con la legge di stabilità 2012) la misura nella quale si applicano i benefici disposti con il decreto-legge n. 457 del 1997, che aveva stabilito (a decorrere dal 1o gennaio 1998) l'esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali in favore delle imprese armatrici per il personale imbarcato su navi adibite esclusivamente a traffici commerciali internazionali.
  Sottolinea che l'articolo 4, comma 1, prevede ulteriori riduzioni di spesa degli enti pubblici previdenziali e assistenziali (cioè INPS ed INAIL), ferme restando le misure di contenimento della spesa già previste dalla legislazione vigente. Più specificamente, fa notare che si prevede per tali enti l'obbligo di adottare ulteriori interventi di razionalizzazione per la riduzione delle proprie spese, anche attraverso la riduzione delle risorse destinate ai progetti speciali (finalizzati al rientro dall'evasione contributiva e simili), in modo da conseguire, a decorrere dal 2013, risparmi aggiuntivi complessivamente non inferiori a 300 milioni di euro annui, da versare entro il 31 ottobre di ciascun anno ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato; con decreto interministeriale, da adottare entro 60 giorni dalla Pag. 113data di entrata in vigore del provvedimento in esame, verrà stabilito il riparto della riduzione tra gli enti.
  Evidenzia che l'articolo 7, comma 39, prevede che l'indennità di trasferimento ad altra sede di servizio sita in un comune diverso da quello di provenienza, prevista per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia ad ordinamento militare e civile e dei Vigili del fuoco, nonché ogni altra indennità o rimborso previsti nei casi di trasferimento d'autorità, non competono al personale trasferito ad altra sede di servizio limitrofa, anche se distante oltre 10 chilometri, a seguito della soppressione o dislocazione dei reparti o relative articolazioni.
  Segnala che l'articolo 8, comma 11, autorizza la spesa di 100 milioni di euro per il 2013 al fine di finanziare interventi di natura assistenziale a favore dei cosiddetti «esodati» e «salvaguardati»; le modalità di utilizzo del fondo verranno stabilite con decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro del lavoro e con il Ministro dell'economia e delle finanze. Fa notare, al riguardo, che – al di là degli ulteriori interventi allo studio dei gruppi – sarebbe auspicabile una modifica del testo che fissi un termine per l'adozione del citato decreto di natura non regolamentare.
  Fa presente che l'articolo 8, comma 20, autorizza la spesa di 10 milioni di euro per il 2013 per la prosecuzione degli interventi statali in materia di lavori socialmente utili, a favore del comune e della provincia di Napoli e del comune di Palermo, facendo notare che si tratta della consueta norma tesa a prorogare determinati contratti di natura temporanea, che tuttavia, a fronte delle reiterate proroghe, non possono più essere considerati propriamente tali.
  Ritiene che numerose disposizioni di interesse della Commissione siano recate dall'articolo 12, sottolineando che il comma 3 (in armonia con taluni atti di indirizzo presentati in sede parlamentare, peraltro da lui stesso sottoscritti) proroga a tutto il 2013 la detassazione dei contratti di produttività, da applicarsi nel limite massimo di 1,2 miliardi di euro per il 2013 e di 400 milioni per l'anno 2014. Osserva che la norma prevede che – ove le disposizioni secondarie di attuazione della misura in esame non siano emanate entro il 15 gennaio 2013 ed il Governo non promuova un'apposita iniziativa legislativa per destinare le risorse ad altra finalità – le risorse stanziate vengano destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Nell'ambito della ridefinizione, ai commi da 4 a 7, dei limiti alla deducibilità e alla detraibilità di taluni oneri (indicati, rispettivamente, negli articoli 10 e 15 del TUIR), attraverso la fissazione di una franchigia nei confronti dei contribuenti con un reddito complessivo superiore a euro 15.000, segnala – per quanto di interesse della Commissione – che restano esclusi dalla riduzione i contributi previdenziali ed assistenziali obbligatori e quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza, nonché i contributi versati alle forme pensionistiche complementari. Fa presente che il comma 11 abroga, inoltre, la cosiddetta «clausola di salvaguardia», relativa alla tassazione delle indennità di fine rapporto (TFR), consistente nell'applicazione della curva delle aliquote vigenti al 31 dicembre 2006, se più favorevoli, in luogo di quelle vigenti nell'anno di insorgenza del diritto a percepire le indennità medesime: per effetto delle norme in esame, dunque, ai predetti emolumenti dovranno applicarsi le aliquote applicabili nell'anno di maturazione del diritto alla percezione. Rileva che il comma 17 abroga l'esenzione dall'IRPEF per le pensioni di guerra e per gli altri redditi assimilati, per i soggetti titolari di reddito complessivo superiore a 15.000 euro. Infine, fa notare che il comma 34 dimezza il minimo edittale di alcune sanzioni comminate dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
  Si sofferma poi su un aspetto del provvedimento che, pur non rientrando direttamente nei profili di stretta competenza della Commissione, ritiene rivesta Pag. 114un'importanza particolare ai fini del dibattito. Fa riferimento, in particolare, alla norma che prevede un aumento dell'IVA, dal 4 al 10 per cento, a carico delle cooperative sociali, che giudica irragionevole, alla luce del fatto che nessuna infrazione comunitaria è stata avviata nei confronti dell'Italia sul punto e che, peraltro, le stesse norme europee prospettano un eventuale innalzamento di tale imposta di gran lunga inferiore a quello previsto. Fa notare, altresì, che una norma di questa portata rischia di determinare effetti negativi in termini di riduzione del personale impiegato in tale importante settore e in termini di minore qualità dei servizi erogati alla collettività.
  Per quanto concerne, infine, le tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, segnala, in primo luogo, che nella Tabella A (recante le indicazioni delle voci da includere nel fondo speciale di parte corrente, per la copertura degli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio) per il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è presente uno stanziamento pari a 16,04 milioni di euro per il 2013, 23,99 milioni di euro per il 2014 e 23,08 milioni di euro per il 2015. Rileva che nella relazione illustrativa allegata al provvedimento si sottolinea come tale accantonamento sia prestabilito – tra l'altro – per l'applicazione delle sentenze della Corte costituzionale nn. 306/2008 e 11/2009 (che hanno dichiarato illegittime le norme che, per gli stranieri extracomunitari, escludono il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento e della pensione di inabilità, nel caso in cui non sussistano specifici requisiti di reddito), per il provvedimento concernente gli «interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno al reddito» (A.C. 2424, A.S. 2514) e per il provvedimento relativo a «norme in materia di previdenza e tutela della maternità per gli atleti non professionisti» (A.C. 4019, A.S. 2829). Evidenzia che sempre nella Tabella A, per il Ministero dell'economia e delle finanze, è previsto uno stanziamento di risorse destinato ad una molteplicità di interventi, pari a 48,60 milioni di euro per il 2013, 43,64 per il 2014 e 2015, tra le quali sono computate quelle relative al provvedimento recante norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili (A.C. 82, A.S. 2206).
  Segnala che la Tabella B (recante le indicazioni delle voci da includere nel fondo speciale di conto capitale, per la copertura degli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio) prevede invece uno stanziamento per il Ministero del lavoro e delle politiche sociali pari a 38,18 milioni di euro per il 2012, 41,53 milioni di euro per il 2014 e 36,33 milioni di euro per il 2015: nella relazione illustrativa si evidenzia come lo stanziamento sopra riportato sia finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili nella città di Napoli.

  Maria Grazia GATTI (PD) svolge preliminarmente talune considerazioni di carattere generale sul provvedimento in esame, osservando che esso, pur rispondendo all'esigenza di rispettare rigidi vincoli di bilancio imposti dalla situazione economica di crisi, in conformità agli orientamenti comunitari, non appare esente da critiche in ordine alla qualità degli interventi di riduzione della spesa operati, soprattutto sotto il profilo della loro equità sociale. Evidenza l'esigenza, ad esempio, di rimodulare gli interventi fiscali in materia di detrazione e deducibilità degli oneri, al fine di salvaguardare meglio le fasce più deboli della popolazione (composte da donne, giovani, pensionati al minimo, attualmente non ricompresi nel beneficio fiscale), anche tenuto conto del corrispettivo innalzamento dell'IVA, disciplinato, al contrario, in modo uguale per tutti.
  Passando al merito specifico delle disposizioni di più diretto interesse della Commissione, esprime perplessità sui tagli previsti ai danni di soggetti fragili quali donne, disabili e giovani, manifestando perplessità, innanzitutto, sull'articolo 4, comma 1, del provvedimento, nella parte in cui prevede ulteriori riduzioni di spesa Pag. 115degli enti pubblici previdenziali e assistenziali (cioè INPS ed INAIL), a scapito del finanziamento dei progetti speciali finalizzati al rientro dall'evasione contributiva e simili: chiede chiarimenti circa la portata della norma, auspicando che dietro a tale previsione non si nasconda, in realtà, la volontà di abdicare alla lotta all'evasione previdenziale attraverso forme di riduzione del personale addetto. Manifesta poi dubbi sulla parte del provvedimento relativa alla detassazione dei premi di produttività, soprattutto laddove si prevede che, ove le disposizioni secondarie di attuazione della misura in esame non siano emanate entro un certo termine, le risorse stanziate vengano destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Ritiene, infatti, che una simile formulazione normativa renda incerta la reale intenzione del Governo di promuovere dinamiche salariali connesse al miglioramento della produttività, atteso che vengono previste forme di incentivo vaghe e condizionate a termini troppo stringenti, che lasciano intravedere un impiego di tali risorse per altre finalità (che, a suo avviso, potrebbe essere comprensibile solo qualora si trattasse di finanziare interventi a favore di soggetti deboli, come, ad esempio, i cosiddetti «esodati»).
  Esprime poi profonda insoddisfazione sulle disposizioni in materia di organizzazione scolastica, che ritiene disciplinino materie rimesse all'autonomia delle parti sociali, inasprendo quell'orientamento, già manifestato dal precedente Governo di centrodestra, teso a limitare i diritti dei lavoratori, non più esclusivamente per il tramite dei contratti integrativi territoriali (come previsto da un precedente provvedimento adottato in questa legislatura), ma intervenendo addirittura direttamente con una norma di legge. Nel far notare che sulla materia si sarebbe attesa ben altri interventi (ad esempio, a sostegno dell'edilizia scolastica), conclude auspicando che nel prosieguo dell'esame i gruppi possano collaborare al fine di migliorare il contenuto dei provvedimenti in titolo, ridefinendo la distribuzione delle risorse in termini di maggiore equità e sostenibilità sociale.

  Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP) ritiene paradossale intervenire oggi in sede di esame preliminare su un testo destinato ad essere modificato in modo significativo, tenuto conto che nessun gruppo sarebbe disposto a votarlo così come formulato, a fronte di disposizioni gravemente lesive dei diritti dei cittadini più deboli. Esprime, infatti, forti perplessità sulle norme riguardanti la scuola, il fisco (in particolare, si riferisce all'improprio aumento dell'IVA e agli interventi sbagliati sul TFR), la detassazione dei contratti produttività (giudicata inadeguata a incentivare realmente positive dinamiche salariali, per come è stata disciplinata), la riduzione delle risorse destinate ai premi di produttività del personale impegnato, nell'ambito dell'INPS, alla lotta contro l'evasione contributiva.
  Nell'auspicare che i gruppi possano trovare una convergenza in materia di salvaguardia degli «esodati», confida in un iter normativo costruttivo, che consenta di modificare un provvedimento che appare, allo stato, impossibile da votare.

  Amalia SCHIRRU (PD) ritiene necessario modificare profondamente l'impostazione del provvedimento, che, al momento, appare penalizzante nei confronti delle classi più deboli della società, rappresentate da donne, giovani, pensionati e disabili. Giudica importante, in particolare, invertire la rotta in materia di sostegno ai soggetti disabili, sia prevedendo maggiori risorse per il finanziamento dei relativi assegni sociali sia garantendo, attraverso specifiche previsioni normative, una maggiore flessibilità oraria ai lavoratori gravati dall'onere di cura.
  Dopo aver espresso una certa soddisfazione per la decisione del Governo di non assoggettare a tassazione le pensioni di invalidità (misura che sarebbe stata, a suo avviso, iniqua e inefficace), auspica che il medesimo orientamento venga assunto anche con riferimento alle pensioni di guerra, che, allo stato, appaiono ingiustamente Pag. 116colpite da misure fiscali inappropriate. Proprio su tali argomenti, si augura che possano essere recuperate le iniziative parlamentari assunte nella corrente legislatura, che mirano a prevedere trattamenti previdenziali agevolati a favore di coloro che prestano attività di assistenza nei confronti di soggetti gravemente disabili, misure che giudica idonee, peraltro, a conseguire risparmi di spesa per il bilancio statale nel settore dei servizi di assistenza sociale.
  Auspica, in conclusione, un proficuo lavoro parlamentare che conduca ad un miglioramento complessivo del provvedimento.

  Elisabetta RAMPI (PD), pur comprendendo l'esigenza di fronteggiare una difficile congiuntura economica, ritiene grave prevedere interventi di riduzione della spesa pubblica suscettibili di mettere in discussione i livelli minimi di assistenza ai soggetti più bisognosi della collettività (donne, giovani, pensionati e disabili), come quelli contemplati da talune disposizioni del provvedimento in esame. Auspicata, dunque, una convergenza di tutte le forze istituzionali, politiche e sociali, in vista dell'avvio di un confronto costruttivo sul tema del futuro assetto economico della società, che ritiene non possa ignorare le imprescindibili esigenze dei lavoratori e delle famiglie, si augura che i gruppi collaborino positivamente al fine di modificare il contenuto dei presenti provvedimenti, secondo principi di maggiore equità sociale.

  Cesare DAMIANO (PD), manifestata perplessità innanzitutto sull'impianto generale del provvedimento, giudicato inadeguato a innescare processi positivi di sviluppo e a salvaguardare le fasce più deboli della popolazione, si sofferma sulla questione degli «esodati», di stretta competenza della Commissione, richiamando i gruppi ad un impegno unitario che sia teso a risolvere un problema fortemente avvertito dai soggetti coinvolti. Fa notare che sarebbe importante apportare modifiche al testo in esame, recuperando una parte della proposta di legge riguardante tale materia, già esaminata dalla Commissione in sede referente e successivamente passata alla discussione dell'Assemblea, atteso che su di essa gli schieramenti hanno già raggiunto intese di massima sui contenuti più importanti. Fa presente, infatti, che, grazie al confronto positivo tra i gruppi, è stato possibile elaborare un intervento ragionevole a sostegno degli «esodati», limitando dal punto di vista temporale le forme di tutela ed espungendo talune disposizioni ritenute poco sostenibili dal punto di vista finanziario, come, ad esempio, la norma in materia di trattamento previdenziale anticipato, calcolato integralmente col sistema contributivo (che ribadisce non essere stata da lui proposta e voluta). Osserva che l'intervento in questione appare necessario in quanto mira ad estendere la platea dei potenziali beneficiari delle deroghe al vigente regime pensionistico, salvaguardando quelle specifiche categorie di lavoratori che si trovano in situazioni di particolare difficoltà (disoccupati, in mobilità, autorizzati alla prosecuzione volontaria, licenziati individualmente). Pur giudicando utile la costituzione di un fondo ad hoc, prefigurata dal provvedimento in esame, per il finanziamento degli interventi a favore di tali soggetti, ritiene necessario modificarne la natura (da assistenziale a previdenziale) ed estenderne la copertura, recuperando le risorse già stanziate nei precedenti provvedimenti (e non utilizzate) e stabilendo eventualmente apposite clausole di salvaguardia (come, ad esempio, quella in materia di tassazione dei tabacchi, prevista originariamente nel decreto cosiddetto «mille proroghe»), nonché forme specifiche di contributo di solidarietà a carico dei cittadini più benestanti. Fatto notare che un intervento di tale portata non avrebbe alcuna natura demagogica, ma risponderebbe soltanto all'esigenza di far fronte ad un problema grave che riguarda migliaia di lavoratori, si dichiara disponibile a confrontarsi con i gruppi sul merito degli emendamenti da presentare sul punto, auspicando una convergenza sul contenuto degli stessi. Al riguardo, ritiene Pag. 117ragionevole studiare una proposta di modifica che rimetta al Governo il compito di individuare le modalità di finanziamento degli interventi, riservando al Parlamento la disciplina dei criteri utili all'individuazione della platea dei beneficiari e scongiurando un eventuale provvedimento amministrativo di natura non regolamentare sulla materia. Concludendo, nel giudicare necessario che i risparmi finanziari provenienti dalle recenti riforme previdenziali – nelle misure prospettate, di recente, dallo stesso Presidente dell'INPS – vadano ridistribuiti in forma equa, a vantaggio dei lavoratori più deboli, auspica un miglioramento del provvedimento sotto tale aspetto, confidando nel consenso unanime già espresso dai gruppi sulla materia.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), convenendo sull'esigenza di impiegare le risorse risparmiate con le recenti riforme previdenziali nel finanziamento di interventi socialmente importanti come quello in favore degli «esodati», fa notare che la copertura finanziaria attualmente prevista dal disegno di legge di stabilità appare ancora inadeguata. Osserva poi che le stesse proposte di modifica preannunciate in via informale da taluni gruppi non sembrano garantire idonee garanzie sotto tale profilo, prevedendo clausole di salvaguardia di dubbia legittimità costituzionale. Si chiede, peraltro, se non sia il caso di inserire nel testo una misura di salvaguardia in favore di coloro che abbiano maturato 15 anni di contributi entro il 1992, fornendo una interpretazione normativa univoca in materia, a fronte delle incertezze determinate dall'applicazione controversa della recente riforma Fornero da parte dell'INPS. Si augura, quindi, che il Parlamento dia al Paese un segnale unitario di sostegno alle categorie dei lavoratori più disagiati, contrapponendosi all'atteggiamento contraddittorio e ambiguo assunto dal Governo su tale importante questione previdenziale. Si tratta, a suo avviso, semplicemente di salvaguardare soggetti in difficoltà, che rischiano di rimanere per lungo tempo senza stipendio e senza pensione: si sorprende, in proposito, che sia tanto difficile prevedere interventi in loro favore, se persino la Corte costituzionale si è di recente pronunciata sull'illegittimità dei tagli operati retroattivamente ai danni degli stipendi degli alti manager pubblici.
  In conclusione, riservandosi di svolgere ulteriori considerazioni sulle altre parti del provvedimento nel prosieguo dell'esame, auspica un miglioramento generale del provvedimento, in nome di una maggiore equità e sostenibilità sociale.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, fa notare al deputato Fedriga che la Corte costituzionale si pronuncia a seguito di un'eccezione sollevata dalle parti, durante un giudizio in corso, non potendo intervenire d'ufficio a dichiarare l'illegittimità di una norma di legge.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una precisazione, osserva ironicamente come, a differenza di quanto accaduto per la vicenda degli «esodati» o per altre tematiche previdenziali, non sia stato difficile – per la magistratura ordinaria – sollevare questioni di legittimità costituzionale in relazione a vicende riguardanti direttamente tale categoria o, più in generale, gli alti vertici dell'amministrazione statale.

  Marialuisa GNECCHI (PD) ritiene che alcune questioni connesse all'interpretazione giuridica di talune norme previdenziali poste in relazione al nuovo regime normativo (come, ad esempio, la disposizione che richiede 15 anni di contributi per l'accesso alla pensione maturati entro il 1992 o quella che disciplina l'accesso alla pensione anticipata per le donne in presenza di determinati requisiti contributi e anagrafici) siano risolvibili in via amministrativa, atteso che tali disposizioni non risultano formalmente abrogate e che la loro operatività è stata semplicemente posta in dubbio da semplici circolari dell'INPS, che hanno fornito interpretazioni giuridiche di dubbia legittimità. Ritiene, pertanto, inutile intervenire con una norma di legge al riguardo, considerato, Pag. 118peraltro, che un'eventuale modifica normativa in materia richiederebbe una copertura finanziaria adeguata, al momento difficilmente ipotizzabile.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, prende atto del dibattito svolto e si riserva di valutare eventuali interventi modificativi nel prosieguo dell’iter.

  Il sottosegretario Cecilia GUERRA, preso atto positivamente dello spirito costruttivo che ha caratterizzato gli interventi dei gruppi nel corso del dibattito, si riserva di svolgere ulteriori approfondimenti sulle questioni sollevate, auspicando che si possa raggiungere un'ampia convergenza su materie di estrema delicatezza sociale.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, preso atto che si è concluso l'esame preliminare dei provvedimenti in titolo, intende anzitutto premettere – con riferimento alla questione della formulazione della proposta di legge in materia di deroghe al regime previdenziale – che la norma relativa alla facoltà di optare per il pensionamento anticipato con calcolo integralmente contributivo avrebbe avuto effetti da valutare con attenzione alla luce della sua potenziale appetibilità per una più ampia platea di beneficiari.
  Passando agli aspetti di natura procedurale, ricorda che alle ore 19 di oggi verrebbe a scadenza il termine per la presentazione di emendamenti ai documenti di bilancio. Per tale ragione, invita la Commissione a verificare se sia opportuno confermare il termine per la presentazione di emendamenti, atteso che il tempo intercorrente tra tale termine e le ore 14 di domani – a partire da quanto avrà inizio la seduta per l'esame delle proposte emendative presentate – potrebbe essere utilizzato per affrontare, anche mediante incontri informali, i nodi politici più significativi per i gruppi.

  Cesare DAMIANO (PD), intervenendo per una precisazione, ribadisce che la disposizione richiamata dalla presidenza, che conteneva un'idea non sbagliata in linea di principio, non è stata da lui voluta e proposta nell'ambito degli interventi per l'ampliamento della platea di lavoratori salvaguardati dalla riforma previdenziale ed è ormai diventata oggetto di un «assalto» da parte delle competenti strutture tecniche del Governo, oltre che di una esagerata attenzione da parte degli organi di informazione.
  Quanto ai profili di metodo, si rimette alle valutazioni della presidenza circa il termine per la presentazione di emendamenti, ritenendo prioritario che, sui punti condivisi in materia di salvaguardia dei lavoratori senza pensione e senza reddito, si giunga quanto prima a soluzioni unitarie.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene utile un differimento alla giornata di domani del termine per la presentazione di emendamenti ai documenti di bilancio, in attesa di svolgere i necessari incontri politici, anche a livello informale, che potrebbero comportare variazioni di impostazione nella formulazione delle proposte emendative sinora predisposte.

  Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP) invita la presidenza a valutare il possibile differimento alle ore 12 di domani del termine per la presentazione di emendamenti ai documenti di bilancio.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, preso atto degli orientamenti emersi, ritiene che un'utile proposta di compromesso – che consentirebbe anche agli uffici della Commissione e del Governo di svolgere i necessari adempimenti istruttori – sia quella di differire alle ore 11 di domani il termine per la presentazione di emendamenti ai provvedimenti in titolo, spostando alle ore 15 l'inizio della prevista seduta della Commissione in sede consultiva.

  La Commissione conviene.

  Il sottosegretario Cecilia GUERRA, preso atto delle determinazioni Pag. 119assunte dalla Commissione, intende comunque rappresentare le esigenze di approfondimento tecnico del suo dicastero, che potrebbero comportare l'impossibilità di avere, per le ore 15 di domani, un quadro completo degli orientamenti del Governo sulle proposte emendative presentate.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, ritiene che si possa prevedere che – ove dovessero verificarsi esigenze di approfondimento tecnico in relazione ad un numero eventualmente elevato di emendamenti presentati – la Commissione valuterà, nella stessa seduta di domani alle ore 15, l'opportunità di differire l'esame delle proposte emendative al tardo pomeriggio di domani o, se possibile, alla mattina di giovedì 25 ottobre.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.25.