CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 settembre 2012
706.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

  Mercoledì 19 settembre 2012. – Presidenza del Presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

  La seduta comincia alle 9.30.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal deputato Lucio Barani, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso il tribunale di Prato (atto di citazione del SIOR – USL n. 1 – Massa Carrara, USL n. 3 – Lucca, USL n. 3 – Pistoia, USL n. 4 – Prato).
(Seguito dell'esame e conclusione).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, ricorda che nella riunione del 12 settembre – dopo aver concordato un rinvio, come richiesto dall'on. Palomba per un approfondimento della lettura dei documenti – si era stabilito che nella seduta odierna si sarebbe proceduto nella sola fase della votazione.

  Federico PALOMBA (IdV) ringrazia il Presidente per aver acconsentito al rinvio. Preannunzia che voterà contro la proposta del relatore. L'oggetto della deliberazione in titolo è ben diverso dalla contesa che oppone il collega Barani al presidente Rossi. In questo caso le persone offese non sono politici e non hanno agevole accesso ai mass-media. L'affermazione per cui il project financing sarebbe un modo preordinato dalle parti attrici per consentire le infiltrazioni mafiose non solo è offensiva ma non è mai stata trasfusa dal collega Barani in atti parlamentari tipici. A questo proposito, non è sufficiente citare la denuncia da lui sporta a vari uffici giudiziari, giacché la giurisprudenza costituzionale ha chiarito che l'esposto giudiziario è facoltà attribuita a tutti i cittadini e non connota specificamente le funzioni parlamentari (al riguardo cita la sentenza della Corte costituzionale n. 294 del 2002). Nel caso fosse approvata la proposta del relatore, presenterebbe una relazione di minoranza.

  Marilena SAMPERI (PD) crede invece che vi sia una sostanziale analogia con i temi trattati allorquando la Giunta esaminò Pag. 17la questione Barani-Rossi e preannunzia l'astensione del suo gruppo.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), espressa sorpresa per la posizione dell'Italia dei Valori – che trova francamente curiosa – voterà a favore della proposta del relatore anche perché non è frequentissimo che un cittadino, parlamentare o meno che sia, trovi il coraggio di denunziare fatti gravissimi come quelli oggi in discussione.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP) voterà a favore della proposta del relatore, pur constatando che non v’è piena corrispondenza tra le frasi contestate in giudizio e il contenuto di atti parlamentari. Trova però meritevole di tutela l'intento del collega Barani di denunziare procedure di affidamento di pubblici lavori poco trasparenti e non rispettose del principio della concorrenza.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP), rimarcato che Lucio Barani è anche membro della Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari e sui disavanzi regionali, voterà a favore della proposta del relatore.

  La Giunta a maggioranza (con tre astensioni e un voto contrario) delibera di avanzare all'Assemblea la proposta che i fatti oggetto del procedimento civile rientrano nell'ambito di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

  Federico PALOMBA (IdV) presenterà una relazione di minoranza.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal deputato Giorgio Conte, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso il tribunale di Vicenza.
(Esame e rinvio).

  Maurizio TURCO, relatore, espone che la domanda in titolo inerisce a un'azione civile risarcitoria intentata per 150 mila euro da Altero Matteoli. Il processo pende innanzi al tribunale di Vicenza. Il sen. Matteoli si duole di un'intervista resa dal collega Conte e pubblicata il 21 ottobre 2011 sul Fatto Quotidiano. In tale intervista, il collega Conte narrava delle sollecitazioni che gli sarebbero pervenute in prossimità del voto sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi del 14 dicembre 2010. Nell'occasione, egli avrebbe riferito sostanzialmente di essere stato sottoposto a un «ricatto morale» da parte dei ministri La Russa, Meloni e Matteoli i quali gli rammentavano che l'opzione della deputata Gardini per il Parlamento europeo, fatto che gli aveva consentito il subentro come deputato, era dovuta alle loro premure. Di qui la pretesa che egli non «tradisse», restasse fedele al PdL e non votasse la sfiducia. Secondo il sen. Matteoli, queste affermazioni sarebbero false e offensive giacché l'implicito dell'intervista sarebbe che il sen. Matteoli non sia una «persona perbene». Ricorda che nella seduta dell'11 luglio 2012 la Giunta unanimemente concordò di sollecitare una composizione stragiudiziale e in tal senso il Presidente della Giunta Castagnetti ha inviato lettere alle parti. Il sen. Matteoli, per il tramite dei suoi difensori, ha dichiarato che egli sarebbe ragionevolmente incline ad accettare un sincero gesto di scuse da parte dell'on. Conte e che tali scuse sarebbero particolarmente apprezzate ai fini di una composizione della vertenza. L'on. Conte non ha fatto pervenire per iscritto le sue determinazioni, riservandosi di farle conoscere alla Giunta in sede di audizione.
  In via generale, crede che la vicenda abbia un saldo ancoraggio parlamentare, giacché il voto di fiducia ottenuto per soli tre voti dal Governo Berlusconi il 14 dicembre 2010 fu un evento cruciale della legislatura in corso, su cui quasi tutti i parlamentari hanno espresso la loro opinione, anche facendo riferimento al cosiddetto «mercato dei voti».
  Ricorda per esempio il caso dell'on. Gino Bucchino, che pubblicamente dichiarò di essere stato contattato e di aver ricevuto offerte per cambiare orientamento di voto. Sulla Stampa del 25 febbraio Pag. 182011, a pag. 12, si riporta che tale Graziani avrebbe agito per conto di Denis Verdini per offrire danaro e la rielezione a Bucchino. Il collega Mario Pepe (allora del gruppo IR) avrebbe smentito il Bucchino dicendo che questi non era mai stato nell'elenco dei «malpancisti» da reclutare (secondo il Quotidiano Nazionale-Resto del Carlino, la frase esatta di Pepe sarebbe stata «Bucchino non è mai stato nell'elenco dei reclutabili»), implicitamente confermando che un elenco ci fosse. L'ex Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, a sua volta, per come riporta Repubblica della stessa data, non si stupì affatto della notizia dicendo che «se volete ve ne porto altri 20, di questi esempi». Denis Verdini dichiarò che era tutto falso ma non risulta che arrivò mai a sporgere querela nei confronti del collega Bucchino. Sul Sole24ore dello stesso 25 febbraio 2011 risulta che un altro esponente di FLI, il collega Aldo Di Biagio, sostenne che i fatti narrati da Bucchino, qualora confermati, sarebbero stati gravi e avrebbero recato un danno al Paese. Fa inoltre presente che Giorgio Conte aderì al gruppo di FLI e quindi risulta impegnativa per la sua posizione parlamentare la dichiarazione di voto di Italo Bocchino, il quale fece esplicito riferimento – proprio il 14 dicembre 2010 – alle accuse reciproche di tradimento che le varie anime dell’ex centrodestra si lanciarono in quei giorni. Dalle accuse di Bucchino scaturì un'inchiesta che poi fu archiviata. In definitiva, Giorgio Conte – il quale prese parte alla votazione nell'aula della Camera dei deputati il 14 dicembre 2010 – non ha fatto molto di più che divulgare sul Fatto Quotidiano il contenuto del suo voto (che risulta dal resoconto stenografico della seduta) e le motivazioni che lo hanno guidato.
  Si riserva comunque di avanzare una proposta all'esito della discussione, anche alla luce del fatto che il sen. Matteoli è l'unico che si duole in giudizio tra i tre ministri che – nella sua ipotesi – sarebbero stati offesi dal Conte e che egli chiama in giudizio solo il deputato Conte e non anche la testata giornalistica.
  (Viene introdotto il deputato Giorgio Conte).

  Giorgio CONTE (FLpTP), precisato che nel suo rapporto con Altero Matteoli restano intonsi l'affetto personale e una lunga comunanza politica, afferma di non aver inteso offendere alcuno. Quelle espresse al Fatto Quotidiano erano valutazioni schiettamente politiche sul contesto di quei giorni, rispetto alle quali non crede di doversi scusare.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP) gli domanda se con tali valutazioni egli intendeva riferirsi allo sfaldamento di una comunanza politica che si era consumato nell'arco dei mesi precedenti alla votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi del dicembre 2010.

  Giorgio CONTE (FLpTP) risponde affermativamente.

  Marilena SAMPERI (PD) domanda se egli si fosse riconosciuto nelle parole dell'on. Italo Bocchino, presidente del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia, nel suo intervento in Assemblea del 14 dicembre 2010.

  Giorgio CONTE (FLpTP) risponde affermativamente.

  Federico PALOMBA (IdV) chiede se la dichiarazione di voto del collega Bocchino fosse stata preceduta da una riunione del gruppo parlamentare nella quale fosse stato concordato il contenuto dell'intervento e se a tale riunione egli abbia partecipato.

  Giorgio CONTE (FLpTP) risponde che tale riunione vi fu e che egli vi prese parte.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP), rilevato che l'espressione «ricatto morale» non evoca l'universo delle pretese offerte corruttive richiamate dal relatore, chiede al collega Conte di chiarire che cosa egli intendesse.

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  Giorgio CONTE (FLpTP) risponde di non aver mai pronunziato quelle specifiche parole, che invece ritiene essere frutto di una normale sintesi o semplificazione giornalistica. Si sarebbe potuto meglio scrivere «moral suasion».

  Maurizio BIANCONI (PdL) osserva che la doglianza del sen. Matteoli non attiene alle valutazioni politiche del Conte ma alla falsità del fatto in sé dei contatti tra i tre ministri citati e il medesimo deputato Conte. Quanto poi al tentativo di conciliazione esperito, chiede se il collega Conte abbia mai messo per iscritto quello che oggi afferma nell'audizione.

  Giorgio CONTE (FLpTP) chiarisce di aver scritto personalmente una bozza di lettera per il sen. Matteoli.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) gli domanda di confermare se «i ministri ex AN» fossero proprio Matteoli, Meloni e La Russa.

  Giorgio CONTE (FLpTP) conferma.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) chiede inoltre se confermi che fu contattato da costoro e se abbia presentato interrogazioni parlamentari in ordine a tale circostanza. Gli chiede altresì se con la parola «disgusto» si riferisse proprio a quei contatti.

  Giorgio CONTE (FLpTP) conferma i contatti, che avvennero sia direttamente sia indirettamente, e specifica di non aver presentato atti ispettivi. Il suo disgusto era invece riferito a tutto il contesto storico e politico di quei giorni.

  Roberto CASSINELLI (PdL) chiede cosa intenda per «bozza di lettera».

  Giorgio CONTE (FLpTP), precisato di non essere un esperto in temi legali, chiarisce di aver discusso approfonditamente con il sen. Mugnai, difensore di Matteoli, di una bozza di testo in cui erano riportati i concetti che oggi ha esposto.
  (Il deputato Giorgio Conte si allontana dall'Aula).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, chiede al relatore se abbia maturato una convinzione e sia in grado di formulare una proposta.

  Maurizio TURCO (PD), relatore, precisato che non è compito della Giunta indagare su dettagli di fatto, quasi a svolgere il processo civile, crede che i fatti attengano a vicende parlamentari notorie e quindi propone l'insindacabilità, la quale peraltro si collocherebbe in un ampio solco di precedenti di questa Giunta.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), intervenendo per dichiarazione di voto, precisa che si è chiaramente nell'ambito della comune dialettica politica legata all'attività parlamentare. Voterà a favore della proposta del relatore.

  Maurizio PANIZ (PD), chiarito di essere legato all'on. Conte da un consolidato rapporto di amicizia, rammenta di essere sempre stato favorevole a soluzioni stragiudiziali di simili vertenze, tanto più in un caso come questo che pone oggettivamente la Giunta in imbarazzo. Esso ripropone l'annoso tema della ricerca del nesso funzionale, vuoi nel dato tecnico di un pregresso atto tipico, vuoi nel più elastico concetto della partecipazione alla vita del gruppo parlamentare. Premesso che non si sottrarrà al dovere di esprimersi nel merito della proposta del relatore, tuttavia intravede ancora spazi per un autorevole intervento del Presidente della Giunta, eventualmente affiancato dal relatore Turco, volto a prospettare alle parti l'esigenza di una composizione bonaria. Chiede pertanto al Presidente Castagnetti di considerare questa ipotesi.

  Maurizio BIANCONI (PdL) conosce personalmente sia Matteoli sia Mugnai. Crede che il percorso proposto dal collega Paniz possa effettivamente portare all'esito sperato.

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  Antonino LO PRESTI (FLpTP), viceversa, dubita che un ulteriore tentativo di conciliazione possa avere successo, giacché dalla lettera del sen. Mugnai emerge che Matteoli esige delle scuse che Conte non può porgere.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP) crede accoglibile la proposta del collega Paniz a patto che essa non si risolva in via di fatto in una sorta di correzione a posteriori del pensiero politico-parlamentare del collega Conte, la cui posizione non può essere coartata in alcun modo, atteso che essa era la genuina manifestazione di un disagio – peraltro diffuso e non limitato a quella circostanza – e considerata anche l'assenza di profili denigratori nella dichiarazione resa dal deputato Conte alla testata giornalistica.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, riepilogando, prende atto della prevalenza tra i componenti dell'orientamento per cui sarebbe opportuno verificare ancora una volta i margini per una soluzione bonaria della controversia, senza che ciò comporti rinunzie significative sul piano delle posizioni politiche. Egli pertanto contatterà personalmente le parti e ne riferirà alla Giunta nella prossima seduta.
  (Così rimane stabilito).

  La seduta termina alle 10,20.