CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 luglio 2012
691.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Giovedì 26 luglio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 9.

7-00952 Stefani: Sulla soluzione del conflitto in Nagorno Karabah.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

  Stefano STEFANI, presidente, illustra la risoluzione di cui è firmatario, che ha presentato per sottolineare l'attenzione del nostro Paese verso un «conflitto congelato» che dura da troppi anni e, come dimostrano gli incidenti di frontiera dell'inizio di giugno, continua a fare vittime.
  Ritiene che l'Italia, che già fa parte del Gruppo di Minsk anche se non della sua presidenza, possa tentare di giocare un ruolo positivo in quanto intrattiene eccellenti relazioni bilaterali sia con l'Armenia che con l'Azerbaigian.
  Occorre, a suo avviso, affrontare un triplice ordine di questioni. Innanzitutto, Baku e Jerevan continuano a far prevalere una logica antagonista, forse anche per ragioni di politica interna, senza far progredire il negoziato. In secondo luogo, influenti attori regionali, come la Russia e la Turchia, potrebbero essere sollecitati ad esercitare maggiormente una sorta di moral suasion nei confronti delle parti. Infine, la comunità internazionale nel suo complesso dovrebbe mostrarsi più interessata alla risoluzione del conflitto che al momento sembra invece amministrare in modo alquanto burocratico.
  Quel che più gli preme denunciare è però la situazione di sofferenza quotidiana delle popolazioni coinvolte, sia di etnia armena che di etnia azera, che non vedono alcuna prospettiva di ritorno alla normalità.
  In tale ottica, crede che la Commissione, prima di procedere al voto della risoluzione, potrebbe cogliere l'occasione per svolgere alcuni approfondimenti della Pag. 67questione, con particolare riferimento al ruolo dell'OSCE, anche al fine di valutare riformulazioni che rendano più efficace il testo da lui presentato.
  A questo proposito, reputa importante potersi avvalere del prezioso contributo del collega Riccardo Migliori, che è stato appena eletto presidente dell'Assemblea parlamentare di quell'Organizzazione, a cui rinnova le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro suoi personali e di tutta la Commissione. Ricorda altresì che un diplomatico italiano, l'ambasciatore Lamberto Zannier, che la Commissione ha audito qualche mese fa insieme all'omologa Commissione del Senato, ricopre l'incarico di segretario generale dell'OSCE.
  Conclusivamente, ribadisce il dovere di affrontare il tema, che sta peraltro suscitando particolare interesse in sede parlamentare, ed osserva che l'obiettivo di una soluzione pacifica e duratura del conflitto, a tutela delle popolazioni coinvolte, merita ogni attenzione, dal momento che rappresenta una preoccupante fonte di instabilità per la regione del Caucaso meridionale, di cui non ha bisogno di richiamare l'importanza strategica per l'Europa.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ concorda con il presidente Stefani sull'importanza del tema oggetto della risoluzione, in ordine ad un conflitto congelato che ha origini lontane ma rischia comunque di riacutizzarsi. Richiama quindi la strategicità dell'area anche ai fini dell'approvvigionamento energetico dell'Europa. Sottolinea l'importanza dell'azione del Gruppo di Minsk e dell'OSCE nella promozione dei principi di Madrid, in cui possono trovare conciliazione le visioni oggi in contrasto, rispettivamente incentrate sull'autodeterminazione dei popoli e sull'integrità territoriale. Nel prendere pertanto atto delle finalità dell'iniziativa parlamentare volta a sollecitare uno sforzo di mediazione più attivo del Gruppo di Minsk e dell'OSCE, sulla base dell'equilibrio che caratterizza da sempre la posizione italiana, condivide l'opportunità degli approfondimenti conoscitivi prospettati, anche in vista di un affinamento del testo presentato, con particolare riferimento ai principi di Helsinki e di Madrid.

  Stefano STEFANI, presidente, ringrazia il rappresentante del Governo per aver colto lo spirito della sua iniziativa.

  Enrico PIANETTA (PdL) condivide l'opportunità degli approfondimenti conoscitivi proposti dal presidente Stefani anche al fine di disporre del tempo necessario per affrontare con equilibrio e cautela una situazione particolarmente delicata.

  Renato FARINA (PdL) considera essenziale riferirsi al principio dell'autodeterminazione dei popoli, cui è notoriamente molto sensibile la parte politica del presentatore della risoluzione in titolo. Ritiene che si tratti di un punto qualificante dei principi di Madrid da considerare nella redazione del testo finale.

  Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE), nel dichiararsi favorevole alle audizioni proposte, ritiene comunque inopportuno ogni riferimento testuale a principi generali, la cui affermazione rischia spesso di provocare tragiche conseguenze sul terreno dei conflitti.

  Andrea ORSINI (PT) reputa saggia la proposta di procedere ad approfondimenti conoscitivi, ferma restando l'esigenza di tenere nella debita considerazione il principio dell'autodeterminazione dei popoli.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ ribadisce la validità dei principi di Madrid e del relativo aggiornamento intercorso al vertice G8 dell'Aquila.

  Francesco TEMPESTINI (PD) osserva che la Commissione potrà compiere ogni valutazione del caso, nel migliore dei modi, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.

  Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.20.

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INTERROGAZIONI

  Giovedì 26 luglio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 9.20.

5-06861 Renato Farina: Sul campo profughi di Shousha al confine libico-tunisino.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), sottolineando che il Governo persegue con determinazione una linea di rigorosa condanna di ogni violazione dei diritti delle minoranze cristiane, ovunque esse siano perpetrate. Segnala quindi che, come preannunciato dal Ministro degli affari esteri in occasione dell'audizione di ieri sull'evoluzione della crisi siriana, è in corso di realizzazione un'iniziativa sul tema della libertà religiosa, in collaborazione con le reti di organizzazioni non governative, da tenere in occasione della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre.

  Renato FARINA (PdL) si dichiara assai soddisfatto dalla risposta illustrata dal sottosegretario Dassù, che conferma l'impegno assiduo del Governo italiano a tutela della libertà religiosa, soprattutto nel continente africano dove la situazione generale è in fase di peggioramento. Riferisce di essere a conoscenza di continue vessazioni ai danni della popolazione cristiana da parte di gruppi salafiti, soprattutto nelle regioni più periferiche del Paese. Coglie, quindi, l'occasione per richiamare l'attenzione del Governo sulla condizione dei profughi eritrei, che rischia di essere dimenticata, e sulla necessità di mantenere alta l'attenzione sulla condizione del campo profughi di Shousha, che il nostro Paese ha contribuito a fondare.

5-06935 Renato Farina: Sul campo profughi di Scegarab in Sudan.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Renato FARINA (PdL) si dichiara soddisfatto dalla risposta fornita dal rappresentante del Governo, rilevando la disattenzione da parte dei mezzi di informazione italiani nei confronti di quanto avviene nel continente africano, come d'altra parte è emerso anche in occasione della recente audizione sulla situazione in Mali, svolta nell'ambito dell'indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia. Riferisce quindi di una notizia, apparsa sul quotidiano inglese The Guardian lo scorso 17 luglio, in merito ad un vero e proprio commercio di schiavi che interesserebbe il campo profughi e di cui sarebbero artefici le bande di trafficanti del Sinai, peraltro infiltrate da Al Qaeda. Segnala che di tale questione è stato investito lo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, malgrado tale organizzazione sia spesso spettatrice impotente di tali crimini nelle regioni in cui è presente con i propri osservatori. Sottolinea, infine, che la sua ostinazione a richiamare l'attenzione dei colleghi commissari e del Governo sul tema è dovuta alla volontà di dimostrare come tali fatti abbiano un impatto e Dei riflessi universali, anche su profili attinenti alla nostra stessa sicurezza.

  Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.40.

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