CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 25 giugno 2012
671.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 32

RISOLUZIONI

  Lunedì 25 giugno 2012. — Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vieri Ceriani.

  La seduta comincia alle 15.50.

Sull'ordine dei lavori.

  Gianfranco CONTE, presidente, informa preliminarmente che il Vice Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data odierna di cui dà integrale lettura, ha dichiarato la sua intenzione di essere presente alla discussione della risoluzione 7-00916 Ventucci, relativa alle misure per la razionalizzazione dell'Amministrazione finanziaria, e della risoluzione 7-00922 Barbato, relativa all'istituzione dell'Agenzia fiscale dei monopoli di Stato, oggi all'ordine del giorno, in considerazione della particolare rilevanza delle questioni da esse affrontate, comunicando peraltro la sua impossibilità a partecipare ai lavori Commissione prima della prossima settimana, in quanto impegnato in una serie di impegni di Governo, ed ha chiesto pertanto di rinviare l'esame delle due risoluzioni.
  Comunica inoltre che, sulla base dei contatti intercorsi per le vie brevi, il Vice Ministro ha già dichiarato la sua disponibilità a presenziare ai lavori della Commissione nella mattinata di martedì 3 luglio prossimo.
  Ritiene quindi che la Commissione, oltre a discutere il contenuto dei predetti atti di indirizzo, debba definire l'organizzazione dei lavori sugli stessi, valutando se rinviarne la votazione alla seduta del 3 luglio.

7-00916 Ventucci ed altri: Misure per la razionalizzazione dell'Amministrazione finanziaria.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

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  Cosimo VENTUCCI (PdL) illustra la propria risoluzione, la quale ha raccolto il consenso di quasi tutti i gruppi presenti in Commissione, a dimostrazione della comunanza di visione in merito alla problematica da essa affrontata, rilevando, preliminarmente come sia in corso un ampio processo di revisione e razionalizzazione della spesa pubblica (cosiddetta spending review), il quale è volto a realizzare una complessiva riduzione della spesa pubblica, riducendo il peso delle strutture burocratiche, raggiungendo più elevati livelli di efficienza da parte delle pubbliche amministrazioni e liberando risorse da destinare al rilancio dell'economia nazionale ed al sostegno delle fasce più deboli della popolazione.
  Osserva, quindi, come nel predetto processo di razionalizzazione debbano evidentemente essere coinvolte anche le strutture dell'amministrazione finanziaria, la quale, in quanto strumento privilegiato di imposizione fiscale e di tutela degli interessi erariali, deve più di altre caratterizzarsi per razionalità organizzativa, efficienza operativa ed eliminazione delle spese improduttive.
  In tale contesto appare, tuttavia, di fondamentale importanza evitare scelte demagogiche e non meditate, in quanto, in particolare nel settore dell'amministrazione finanziaria, le modifiche degli assetti organizzativi non dovranno in alcun modo pregiudicare, neanche in via temporanea, la piena operatività delle strutture e la continuità dell'azione amministrativa.
  A tale proposito, evidenzia come la complessiva revisione della pubblica amministrazione, ed in particolare la riforma dell'amministrazione finanziaria, non possa essere concepita in una prospettiva meramente congiunturale o contabilistica, ma debba porsi la finalità, più ambiziosa, di ripensare gli assetti organizzativi per realizzare in modo più sobrio obiettivi di maggiore efficacia nella gestione dell'intero sistema della fiscalità.
  Inoltre, per quanto riguarda segnatamente l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, occorre tener presente che tale Amministrazione è già oggetto di un processo di evoluzione, tuttora in corso, il quale, ai sensi dell'articolo 40, comma 2, del decreto-legge n. 159 del 2007, dovrebbe portarla a trasformarsi in Agenzia fiscale dei monopoli di Stato.
  In tale contesto, la risoluzione impegna il Governo ad adottare, con la necessaria tempestività, le iniziative di natura normativa finalizzate a realizzare, nel quadro più ampio delle misure di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, una complessiva riforma dell'organizzazione dell'amministrazione finanziaria, anche attraverso una revisione del numero delle Agenzie ed una redistribuzione delle competenze, sulla base di alcuni criteri ed obiettivi prioritari.
  In particolare, il riaccorpamento delle strutture sulla base del principio di omogeneità o maggiore vicinanza delle funzioni svolte dovrebbe tenere conto delle peculiarità di alcuni ambiti di attività, i quali, ad esempio per quanto riguarda il settore dei giochi, sono ormai connotati per uno spiccato profilo di politica industriale che li rende eccentrici rispetto ai tradizionali compiti di accertamento, liquidazione e riscossione di tributi.
  Inoltre, è necessario un rafforzamento e un ampliamento delle sinergie tra le diverse branche dell'amministrazione finanziaria, il Corpo della guardia di finanza, le altre amministrazioni dello Stato, le regioni e gli enti locali, segnatamente attraverso il rafforzamento dei meccanismi di collaborazione per quanto riguarda i controlli sul territorio.
  Parimenti essenziale appare la salvaguardia dei diritti e delle legittime esigenze dei contribuenti, degli operatori economici e degli intermediari professionali, al fine di rendere meno oneroso l'adempimento degli adempimenti burocratici e nello spirito, indicato dallo statuto dei diritti del contribuente, di mantenere un rapporto di correttezza, collaborazione e buona fede nei rapporti tra fisco e contribuenti.
  Reputa altresì necessari, tra l'altro, la definizione di un disegno organizzativo il più possibile stabile nel tempo, evitando il susseguirsi continuo di interventi di aggiustamento che rischierebbero di pregiudicare Pag. 34la continuità e l'efficacia dell'azione amministrativa, nonché il coinvolgimento, nei termini più ampi possibili, e la costante informazione del Parlamento in merito alle decisioni ed alle prospettive dell'intero processo di razionalizzazione.

  Maurizio LEO (PdL), nel prendere atto della richiesta del Vice Ministro Grilli di rinviare la discussione dell'atto di indirizzo, sottolinea tuttavia come la problematica affrontata dalla risoluzione risulti particolarmente urgente, in quanto il Governo si appresterebbe ad emanare un decreto-legge in materia.
  In tale contesto ritiene dunque fondamentale che, in attesa della partecipazione del Vice Ministro ai lavori della Commissione, l'Esecutivo non proceda all'emanazione di tale provvedimento legislativo, consentendo alla Commissione di svolgere un confronto richiesto dallo stesso Esecutivo e di esprimere i propri indirizzi in merito votando la risoluzione in discussione.
  Sottolinea, infatti, come le complesse tematiche concernenti la riorganizzazione dell'Amministrazione finanziaria siano state affrontate, in questi giorni, con eccessiva leggerezza, laddove invece, in occasione dei precedenti interventi di riforma, che avevano portato, nel 1993, alla sostituzione delle direzioni generali del Ministero delle finanze con i Dipartimenti e, nel 2001, alla creazione delle Agenzie fiscali, si era proceduto con cautela ed attenzione, facendo intercorrere circa due anni tra l'entrata in vigore delle norme che avevano avviato la riorganizzazione e la conclusione di tale processo, al fine di approfondire e regolare tutti i profili coinvolti.
  Passando quindi agli aspetti di merito, rileva, con riferimento alla ventilata intenzione di accorpare l'Agenzia del territorio nell'ambito dell'Agenzia delle entrate, come in nessuno Stato europeo siano attribuite al medesimo soggetto le funzioni di determinazione delle rendite catastali e quelle di accertamento e riscossione delle imposte immobiliari basate su tale valore.
  Rileva, inoltre, come l'Agenzia delle entrate svolga funzioni che esulano dall'ambito strettamente tributario, in quanto gestisce le funzioni di pubblicità immobiliare, alla luce delle disposizioni in materia dettate dal codice civile, che attengono a competenze più che altro al Ministero della giustizia.
  Evidenzia, altresì, come tale prospettiva confligga con il contenuto dell'articolo 2 del disegno di legge C. 5291, recentemente trasmesso dal Governo alla Camera, recante la delega per la riforma del sistema fiscale, il quale attribuisce un ruolo fondamentale all'Agenzia del territorio nell'ambito della revisione del catasto dei fabbricati.
  Sulla scorta di tali considerazioni, suggerisce pertanto l'opportunità di integrare il testo della risoluzione, al fine di sottolineare le difficoltà, per i contribuenti, nonché le pericolose confusioni, che potrebbero essere determinate dalla ipotizzata fusione delle due agenzie.
  Ritiene invece che i condivisibili obiettivi di riduzione della spesa pubblica debbano essere perseguiti attraverso interventi di semplificazione e razionalizzazione delle strutture dell'Amministrazione finanziaria, che non possono essere realizzati attraverso meccanici accorpamenti.

  Marco CAUSI (PD) condivide le considerazioni critiche svolte dal deputato Leo, sottolineando come anche il gruppo del Partito Democratico nutra molti dubbi e perplessità in merito ai provvedimenti annunciati dal Governo in materia di revisione degli assetti organizzativi dell'Amministrazione finanziaria.
  In particolare, evidenzia come la propria parte politica abbia già affermato, in molteplici occasioni, che gli obiettivi di riduzione della spesa collegati alla riorganizzazione degli uffici statali presenti sul territorio devono essere conseguiti unificando le sedi, accrescendo le dimensioni medie delle amministrazioni provinciali di riferimento, riducendo gli oneri di locazione, nonché le spese relative ai sistemi informatici e su tutte le altre spese accessorie, attraverso la costituzione di uffici Pag. 35territoriali di governo presso i quali siano accentrate tutte le funzioni statali. Osserva, quindi, come non si concili con tale impostazione la preannunciata soppressione dell'Agenzia del territorio, la cui funzione fondamentale è del tutto diversa da quello dell'Agenzia delle entrate.
  Inoltre, sottolinea come i comuni sviluppino, con l'Agenzia del territorio, un'interlocuzione pressoché quotidiana, rilevante non soltanto per quanto riguarda la gestione delle funzioni catastali, ma anche per quanto attiene, più in generale, allo svolgimento delle funzioni urbanistiche, in quanto, come palesato dalla sua stessa denominazione, l'Agenzia del territorio svolge compiti che sono intimamente collegate, sotto molteplici profili, alla vita delle comunità locali.
  Peraltro, nelle aree del Paese più avanzate, sono già state sperimentate, tra uffici periferici dell'Agenzia e comuni, forme di interoperabilità – estrinsecatesi, in particolare, nella condivisione degli uffici e delle pratiche – che andrebbero perdute qualora si procedesse all'accorpamento dell'Agenzia medesima con quella delle entrate. Tale misura, che rappresenterebbe senz'altro un regresso rispetto alla situazione attuale, causerebbe, altresì, la perdita dell'autonomia funzionale e operativa delle attività catastali, per effetto della loro inclusione nell'ambito di processi produttivi completamente diversi, quali quelli che caratterizzano l'attività dell'Agenzia delle entrate.
  Auspica, pertanto, che il tema specifico della riorganizzazione dell'Agenzia del territorio, e quello, più generale, dei risparmi connessi alla riforma dell'amministrazione finanziaria, da conseguire anche attraverso l'integrazione con gli uffici comunali e la definizione di ulteriori tappe nel percorso di decentramento delle funzioni catastali, possa essere affrontato in maniera più compiuta, dopo un'adeguata riflessione, nell'ambito dell'esame del disegno di legge delega in materia fiscale.
  Rileva, infine, come l'operazione annunciata dal Governo, lungi dal sembrare idonea a produrre risultati rilevanti dal punto di vista della spending review, rischi, piuttosto, di pregiudicare gli interessi dei cittadini e dell'apparato produttivo, frenando il processo di riforma e semplificazione dei procedimenti catastali e ostacolando l'azione di contrasto all'evasione fiscale.
  Invita pertanto il Governo, a nome del proprio gruppo, ad aprire sull'argomento una più approfondita riflessione, evitando di assumere decisioni sul futuro delle agenzie fiscali senza coinvolgere i competenti organi parlamentari.

  Massimo MARCHIGNOLI (PD) prendendo spunto dall'intervento del deputato Causi, che condivide integralmente, sottolinea quanto sia preziosa, per gli enti locali, la collaborazione con l'Agenzia del territorio, la quale è stata rafforzata in questi anni, per consentire ai comuni di acquisire informazioni storiche ed attuali sul patrimonio immobiliare e sulle titolarità presenti nel catasto terreni.
  A tale proposito, lamenta come l'Agenzia del territorio abbia cessato di trasmettere ai comuni – come da lui segnalato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-15554, presentata il 29 marzo 2012 – gli elaborati planimetrici e le planimetrie, essenziali per verificare le dichiarazioni dei cittadini in relazione al patrimonio immobiliare posseduto e, dunque, per applicare correttamente i tributi sul territorio comunale, evidenziando, altresì, come il comportamento omissivo dell'Agenzia stia creando agli enti locali, nella gestione delle procedure connesse all'applicazione dell'IMU, difficoltà che rischiano di mettere in pericolo il gettito di tale imposta.
  Osserva, quindi, come il risultato più urgente da conseguire non sia tanto quello della soppressione dell'Agenzia del territorio, ma, semmai, quello di garantirne un migliore funzionamento.

  Bruno CESARIO (PT) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Leo, ritenendo opportuno che il Governo non dia corso alla pubblicazione del provvedimento d'urgenza recante le annunciate misure di ristrutturazione delle agenzie fiscali fino a quando non sarà stato sviluppato Pag. 36un doveroso e approfondito confronto in merito a tale tematica, come richiesto da tutti i gruppi presenti in Commissione attraverso la sottoscrizione della risoluzione in discussione.
  Ritiene, in proposito, che obiettivo della spending review debba essere quello della razionalizzazione delle risorse – da conseguire soprattutto mediante la sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi –, evitando di compiere scelte che causerebbero un ulteriore appesantimento degli apparati, per alcuni versi già molto farraginosi, dell'amministrazione finanziaria nel suo complesso.
  Peraltro, considera incongrua e, forse, anche inficiata da profili di illegittimità la scelta di accorpare le funzioni impositive con quelle di gestione del catasto, rilevando come lo svolgimento di un proficuo rapporto tra Agenzia del territorio e comuni sia ancora più importante nell'attuale fase di crisi economica, i cui deleteri effetti risultano, purtroppo, ulteriormente aggravati nelle aree del Paese colpite dai recenti eventi sismici.
  Osserva, quindi, come l'obiettivo della riduzione delle spese degli apparati amministrativi possa essere conseguito mediante la responsabilizzazione dei dirigenti pubblici e una gestione più oculata delle risorse finanziarie, sottolineando, altresì, come ogni provvedimento volto a riorganizzare e a razionalizzare le agenzie fiscali debba essere preceduto da un preventivo dibattito nella sede parlamentare, a maggior ragione in pendenza della discussione di un atto di indirizzo che quasi tutti i gruppi parlamentari presenti in Commissione hanno sottoscritto, con l'intento di invitare il Governo ad un confronto aperto su una materia che necessita di un adeguato approfondimento.

  Giampaolo FOGLIARDI (PD) si associa ai deputati intervenuti in precedenza, le cui considerazioni condivide, sottolineando come il ventilato accorpamento dell'Agenzia del territorio con l'Agenzia delle entrate, comportando la confluenza, in un'unica amministrazione, della titolarità di funzioni attraverso le quali si esplicano potestà amministrative di natura diversa, metta in pericolo la concreta realizzazione, nel settore tributario, dei principi di democrazia cui è informato il nostro ordinamento.
  Evidenzia, quindi, come tale ulteriore sacrificio possa amplificare la disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni, peraltro già abbondantemente alimentata, come ha avuto occasione di segnalare in precedenti interventi, dalle innumerevoli difficoltà che i contribuenti incontrano quotidianamente nei rapporti con gli uffici delle amministrazioni pubbliche, caratterizzati da complicazioni burocratiche che hanno raggiunto livelli inimmaginabili.
  Invita, quindi, a non sottovalutare le conseguenze che potrebbero derivare da un'ulteriore e ingiustificata esasperazione del clima di sfiducia nei pubblici poteri che regna in tante aree del Paese, ribadendo come la rabbia dei contribuenti nasca, in molti casi, più che dall'entità delle imposte da versare all'Erario, dalla pratica impossibilità di individuare, in caso di bisogno, un interlocutore che li aiuti a risolvere i tanti problemi creati da una legislazione sempre più complessa e confusa.

  Cosimo VENTUCCI (PdL), concorda con le considerazioni, emerse nel corso del dibattito, relative all'opportunità di tenere distinte le competenze dall'Agenzia delle entrate da quelle dell'Agenzia del territorio, in quanto la prima svolge funzioni di controllo e riscossione, laddove la seconda interviene prioritariamente in sede di definizione dei valori e delle rendite catastali. Ritiene quindi che la scelta, ventilata dall'Esecutivo, di procedere ad un accorpamento delle due Agenzie possa determinare gravi conseguenze, e sia legata, probabilmente, a problematiche di carattere personale.
  Parimenti, mentre riterrebbe comprensibile attribuire le competenze in materia di accise sui tabacchi lavorati all'Agenzia delle dogane, che già si occupa di tale forma di imposizione con riferimento ad altri prodotti, considera sbagliato prevedere l'integrale assorbimento dell'Amministrazione Pag. 37autonoma dei monopoli di Stato nell'ambito della predetta Agenzia delle dogane. Rileva, infatti, come il settore dei giochi costituisca un comparto di grande rilevanza economica ed industriale, che, dopo essere stato fino ad alcuni anni fa sostanzialmente abbandonato nelle mani della criminalità, è stato ricondotto ad una situazione di legalità grazie alle scelte del legislatore ed all'attività di controllo svolta dall'AAMS. In tale ambito è dunque quanto mai necessaria la presenza di un soggetto cui attribuire specificamente i compiti di vigilanza e regolazione pubblicistica, anche al fine di evitare iniziative improvvide ed infondate, come la richiesta, avanzata negli anni scorsi, di irrogare ai concessionari dei giochi una sanzione di 90 miliardi di euro, poi drasticamente ridimensionata, per irregolarità nel collegamento in rete con la SOGEI degli apparecchi da gioco.
  Evidenzia, altresì, come l'eventuale accorpamento dell'AAMS nell'Agenzia delle dogane finirebbe per amplificare i problemi organizzativi che già affliggono tali due enti, i quali dispongono di un numero di dirigenti assolutamente insufficiente a far fronte alle esigenze operative, rischiando in tal modo di pregiudicare l'efficacia dei controlli in materia.
  Sottolinea quindi, in linea generale, come gli interventi di riforma, anche di settori fondamentali dell'Amministrazione finanziaria quali, appunto, le Agenzie fiscali e l'AAMS, siano spesso definiti senza tener conto del reale funzionamento e delle concrete esigenze delle Amministrazioni, ritenendo che, in particolare, nell'attuale assetto di Governo, molte scelte non siano dettate da considerazioni politiche generali, ma siano imposte dalle volontà particolari di ristretti circoli ministeriali. A tale riguardo richiama le negative esperienze relative al progetto di collaborazione con il nuovo governo libico per la ricostruzione del sistema doganale di tale Paese, che risulta sostanzialmente inattuabile in quanto non si è tenuto conto di taluni fondamentali aspetti normativi ed organizzativi.
  Concorda quindi con l'esigenza di ascoltare il Vice Ministro Grilli, al fine di comprendere quali siano gli orientamenti dell'Esecutivo, nonché per realizzare un fattivo confronto che consenta alla Commissione di indirizzare la futura azione del Governo in materia.

  Gianfranco CONTE, presidente, alla luce della richiesta in tal senso avanzata dal Vice Ministro Grilli, nonché di quanto emerso nel corso del dibattito, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad una seduta da convocare nella mattinata del 3 luglio scorso il seguito della discussione della risoluzione.
  Invita quindi il Sottosegretario Ceriani a riferire al Presidente del Consiglio e Ministro dell'economia circa le risultanze della seduta odierna, informando inoltre che, facendosi interprete dell'avviso unanime in tal senso espresso da parte di tutti i gruppi politici, scriverà comunque al Presidente Monti per sottolineare l'esigenza che ogni provvedimento riguardante il riassetto dell'Amministrazione finanziaria non entri formalmente in vigore fino a tale data, al fine di consentire alla Commissione di sviluppare il confronto richiesto dallo stesso Esecutivo, nonché di esprimere il proprio indirizzo in merito, votando le risoluzioni all'ordine del giorno.

7-00922 Barbato: Istituzione dell'Agenzia fiscale dei monopoli di Stato.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che la risoluzione in titolo è stata sottoscritta dal deputato Paladini.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra la risoluzione, di cui è cofirmatario, ricordando innanzitutto che l'articolo 40, comma 2, del decreto-legge n. 159 del 2007, prevede la trasformazione dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Pag. 38Stato in Agenzia fiscale dei monopoli di Stato, fissando al 1o marzo 2008 il termine di istituzione dell'Agenzia medesima.
  Al fine di ottemperare a tale norma, il precedente Governo aveva predisposto, sia pure con molto ritardo, uno schema di decreto ministeriale di istituzione dell'Agenzia fiscale dei monopoli di Stato che era stato trasmesso alle Camere, e sul quale avevano espresso parere favorevole con condizioni e osservazioni sia la Commissione finanze della Camera, il 10 novembre 2011, sia la Commissione Finanze e tesoro del Senato, in data 14 febbraio 2012.
  Rileva, quindi, come, l’iter di emanazione del predetto decreto ministeriale, nonostante i pareri parlamentari espressi, non si sia mai concluso, in quanto il Governo attualmente in carica non ha ritenuto di procedere alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del predetto decreto ministeriale.
  In tale contesto risulta da notizie di stampa che recentemente il Governo abbia adottato un decreto-legge che stravolge ulteriormente tale impostazione, prevedendo la soppressione dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e il suo l'accorpamento nell'Agenzia delle dogane.
  Osserva in proposito come la scelta da ultimo operata dal Governo appaia, in primo luogo, molto discutibile sul piano del merito, in quanto non si comprende come le funzioni, del tutto peculiari, svolte dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato possano essere meccanicamente trasferite all'Agenzia delle dogane.
  Infatti, le attività di regolazione e vigilanza pubblica sul settore dei giochi presentano connotazioni del tutto diverse dalle funzioni di accertamento, liquidazione e riscossione di tributi svolte dalle altre branche dell'amministrazione finanziaria, in particolare in quanto l'azione dell'AAMS assume profili di vera e propria politica industriale relativamente ad un settore di estrema rilevanza economica, che ha visto crescere in modo esponenziale il proprio fatturato nel corso degli ultimi anni.
  In secondo luogo, l'assorbimento dell'AAMS nell'ambito dell'Agenzia delle dogane rischia di determinare un grave indebolimento dei presidi pubblicistici, posti a garanzia del gettito erariale ed a tutela dei diritti dei cittadini, in un settore che, anche per l'estrema rilevanza degli interessi economico-finanziari coinvolti, presenta molteplici aspetti di criticità, in particolare per quanto riguarda la trasparenza degli aspetti societari e le possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.
  In terzo luogo, ritiene che la decisione dell'Esecutivo di non dare seguito a quanto già stabilito dal legislatore, che aveva previsto l'istituzione dell'Agenzia fiscale dei monopoli di Stato, nonché alle pronunce parlamentari sugli atti di normativa secondaria attuativi delle citate previsioni, oltre che sbagliata dal punto di vista della tecnica normativa, sia, soprattutto, gravemente irrispettosa delle prerogative delle Camere, essendo stata, in sostanza, completamente ignorata la volontà degli organi parlamentari che si erano espressi in senso favorevole al provvedimento.
  Rileva, inoltre, come la decisione dell'Esecutivo sembri rappresentare l'ennesimo cedimento dell'attuale Governo ai poteri forti delle società concessionarie dei giochi pubblici, le quali risultano già beneficiate da un trattamento fiscale assolutamente di favore per quanto riguarda il prelievo erariale unico applicato sulle giocate degli apparecchi e congegni da gioco leciti. Tale ulteriore cedimento dell'Esecutivo alle spinte della lobby dei concessionari risulta tanto più inquietante, laddove si consideri che una delle principali concessionarie, la società BPlus, è riconducibile al signor Francesco Corallo, latitante, nei cui confronti la magistratura milanese ha emesso un mandato di cattura per associazione a delinquere, e che tutte le concessionarie, oggetto di pesanti rilievi da parte della Corte dei conti per gravi irregolarità concernenti il mancato collegamento in rete con la SOGEI degli apparecchi da gioco, sono state per tale motivo condannate ad una sanzione pecuniaria di circa 2,5 miliardi di euro. Pag. 39
  Sulla scorta di tali considerazioni, la risoluzione impegna il Governo a dare seguito al processo di trasformazione dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato in Agenzia dei monopoli di Stato, prevista dall'articolo 40, comma 2, del decreto-legge n. 159, proseguendo nell'adozione del decreto ministeriale di istituzione della predetta Agenzia, sul quale le competenti Commissioni di Camera e Senato hanno già espresso parere favorevole.

  Gianfranco CONTE, presidente, analogamente a quanto convenuto per quanto riguarda la risoluzione 7-00916 Ventucci ed altri, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad una seduta da convocare nella mattinata del 3 luglio scorso il seguito della discussione della risoluzione.

  La seduta termina alle 16.30.

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 25 giugno 2012. — Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vieri Ceriani.

  La seduta comincia alle 16.30.

DL 58/2012: Disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS).
C. 5287 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giampaolo FOGLIARDI (PD), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, il disegno di legge C. 5287, approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge n. 58 del 2012, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
  Il decreto-legge, che si compone di tre soli articoli, autorizza, all'articolo 1, comma 1, la spesa di circa 826.000 euro nel periodo 14 maggio – 31 dicembre 2012, per la partecipazione di personale militare italiano alla predetta missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS).
  Al riguardo ricorda che il 21 aprile 2012 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la seconda Risoluzione sulla Siria (n. 2043), votando all'unanimità l'invio di un contingente massimo di trecento osservatori militari disarmati, oltre alla necessaria componente civile. A tale missione UNSMIS, della durata iniziale di 90 giorni, parteciperanno mediamente circa 10 militari italiani.
  Il comma 2 indica le disposizioni applicabili al personale partecipante alla missione, per quanto riguarda il trattamento economico – giuridico e la disciplina penale. Al riguardo la norma specifica che l'indennità di missione è corrisposta nella misura intera incrementata del 30 per cento, se il personale non usufruisce di vitto e alloggio gratuiti, calcolata sulla diaria prevista per le missioni in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Oman.
  In particolare, la lettera a) del comma richiama l'articolo 3, commi 1, 2, 4, 5, 6 e 9, della legge n. 108 del 2009.
  Le disposizioni richiamate della legge n. 108 del 2009, riguardano:
   la diversificazione dell'ammontare dell'indennità di missione a seconda delle missioni stesse;Pag. 40
   l'esclusione delle predette indennità, nonché del trattamento economico corrisposto al personale che partecipa alle attività di assistenza alle Forze armate albanesi, della riduzione del 20 per cento prevista per le indennità di missione all'estero del personale delle pubbliche amministrazioni dall'articolo 28, comma 1, del decreto-legge n. 223 del 2006;
   la corresponsione, ai militari inquadrati nei contingenti impiegati nelle missioni internazionali di pace, dell'indennità di impiego operativo nella misura uniforme pari al 185 per cento dell'indennità operativa di base, in sostituzione, se più favorevole, dell'indennità operativa, ovvero dell'indennità pensionabile percepita;
   la devoluzione all'Amministrazione di appartenenza delle eventuali retribuzioni corrisposti direttamente dall'ONU al personale militare impiegato dall'ONU nelle missioni internazionali con contratto individuale, fino a concorrenza dell'importo corrispondente alla somma del trattamento economico fisso e continuativo e dell'indennità di missione percepiti;
   la valutazione dei periodi di comando, le attribuzioni specifiche, il servizio e l'imbarco svolti dagli ufficiali delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, presso comandi, unità, reparti ed enti costituiti per lo svolgimento delle missioni internazionali;
   la disciplina dell'indennità di missione, del trattamento assicurativo e pensionistico, del personale in stato di prigionia o disperso, del rilascio del passaporto di servizio, dell'orario di lavoro e dell'utilizzo a titolo gratuito delle utenze telefoniche di servizio.

  In tale ambito segnala, in quanto attinente ai profili di competenza della Commissione Finanze, il rinvio al comma 4 dell'articolo 3 della legge n. 108 del 2009, il quale specifica, tra l'altro, che alle indennità riconosciute al personale partecipante alle missioni internazionali si applica il comma 6 dell'articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, ai sensi del quale tali componenti concorrono a formare il reddito imponibile nella misura del 50 per cento del loro ammontare.
  Sempre nell'ambito di tali disposizioni segnala inoltre, in quanto rilevante per gli ambiti di competenza della Commissione Finanze, come il rinvio indiretto all'articolo 3 del decreto-legge n. 451 del 2001, a sua volta richiamato dal comma 9 dell'articolo 3 della citata legge n. 108 del 2009, comporti che al personale impegnato nella missione sia attribuito il trattamento assicurativo previsto dalla legge n. 301 del 1982, il quale dispone la corresponsione al personale militare o di polizia impegnati in missioni – per il periodo di effettiva presenza nella zona di intervento – del rimborso della spesa di un'assicurazione sulla vita, nei limiti di un massimale ragguagliato allo stipendio annuo lordo e indennità di funzione, o assegno perequativo pensionabile o altro analogo assegno annuo pensionabile, moltiplicati per il coefficiente 10 per i casi di morte o di invalidità permanente, indipendentemente dall'uso di mezzi di trasporto e per tutti i rischi derivanti da attività direttamente o indirettamente riconducibili alla missione.
  La lettera b) del comma 2 stabilisce che alla missione si applicano le disposizioni di cui all'articolo 5, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge n. 209 del 2008, i quali prevedono, in particolare, l'applicabilità al personale militare impegnato nelle missioni internazionali della disciplina del codice penale militare di pace e di quella di cui all'articolo 9, commi 3, 4 (lettere a, b, c, d), 5 e 6, del decreto-legge n. 421 del 2001 (competenza territoriale del tribunale militare di Roma; possibilità per gli ufficiali di polizia giudiziaria militare di procedere all'arresto di chiunque è colto in flagranza di taluni reati militari; possibilità di procedere all'interrogatorio della persona sottoposta alla misura coercitiva della custodia cautelare in carcere).
  Il rinvio ai predetti commi dell'articolo 5 del decreto-legge n. 209 comporta che i reati commessi dallo straniero nei territori in cui si svolgono le missioni e gli interventi Pag. 41militari, in danno dello Stato o di cittadini italiani partecipanti alle stesse missioni, siano puniti a richiesta del Ministro della giustizia, sentito il Ministro della difesa per i reati commessi a danno di appartenenti alle Forze armate e che per tali reati la competenza spetti al Tribunale di Roma.
  La lettera rinvia inoltre all'articolo 4, commi 1-sexies e 1-septies, del decreto-legge n. 152 del 2009, al fine di prevedere la non punibilità del militare che nel corso delle missioni all'estero, per necessità delle operazioni militari, fa uso della forza o ordina di far uso della forza (purché ciò avvenga in conformità alle direttive; alle regole di ingaggio; agli ordini legittimamente impartiti), nonché di prevedere l'applicazione delle disposizioni concernenti i delitti colposi laddove il militare faccia uso della forza o ordini di far uso della forza eccedendo colposamente i limiti stabiliti dalla legge, dalle direttive, dalle regole di ingaggio, dagli ordini legittimamente impartiti o dalla necessità delle operazioni militari.
  L'articolo 2 reca la copertura finanziaria degli oneri determinati dal decreto- legge, ai quali si fa fronte, quanto a 475.983 euro, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa, di complessivi 157 milioni di euro, per la proroga, fino al 31 dicembre 2012, della partecipazione del contingente militare italiano alla missione delle Nazioni Unite in Libano, denominata United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL). Quanto ai restanti 350.703 euro, l'onere è coperto attraverso una riduzione di pari ammontare delle spese di funzionamento relative al supporto logistico alla missione.
  L'articolo 3 regola l'entrata in vigore del decreto-legge.
  Propone quindi di esprimere parere favorevole sul provvedimento.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 16.35.