CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 giugno 2012
669.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e V)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 25 GIUGNO 2012

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 giugno 2012. — Presidenza del vicepresidente della V Commissione Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, indi del presidente della I Commissione Donato BRUNO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 13.20.

DL 52/2012: Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica.
C. 5273 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 giugno 2012.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, avverte che sono state presentate circa 150 proposte emendative riferite al testo del decreto-legge n. 52 del 2012, alcune delle quali presentano profili di inammissibilità. In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera. Evidenzia come tale criterio risulti più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo». Rileva che la necessità di rispettare Pag. 8rigorosamente tali criteri ancor più si impone a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2012 e della lettera del Presidente della Repubblica del 23 febbraio 2012. Sottolinea che, alla luce di quanto testé detto, i presidenti non possono che applicare rigorosamente le suddette disposizioni regolamentari e quanto previsto dalla citata circolare del Presidente della Camera dei deputati del 1997. Con riferimento al provvedimento in esame, quindi, fa presente che sono da considerarsi ammissibili solo gli emendamenti che intervengono sulle materie già oggetto del decreto-legge in esame o che siano strettamente connesse o consequenziali alle stesse. A riguardo, ricorda che il decreto-legge reca disposizioni concernenti la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi, al fine di migliorare la qualità delle procedure di acquisto centralizzato e di incrementarne significativamente l'utilizzo. Osserva che a tali ambiti si riferisce altresì l'attività del «Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi». Rileva che il provvedimento, pertanto, ha ad oggetto solo uno specifico aspetto della spending review e reca essenzialmente disposizioni di carattere ordinamentale e procedurale. Comunica che sono pertanto da considerarsi inammissibili le seguenti proposte emendative che non recano disposizioni strettamente connesse o consequenziali a quelle contenute nel testo del decreto-legge: Gioacchino Alfano 1.6, volto a consentire ai dipendenti pubblici in pensione la prestazione a titolo gratuito, anche in forma associata, ai fini del contenimento delle spese, di servizi in favore delle amministrazioni pubbliche; Ciccanti 1.7, che prevede la presentazione di un disegno di legge di iniziativa governativa volto a prevedere la presentazione da parte dei rappresentanti degli enti territoriali di una relazione sulla situazione patrimoniale del relativo ente; Simonetti 1.9, volto a prevedere una relazione semestrale sulla partecipazione dell'Italia alla riduzione dei debiti di altri Stati; Bragantini 2.17, che prevede che il Commissario, in collaborazione con l'Agenzia del demanio, ai fini della riduzione del debito pubblico, provveda a verificare ed attuare il completamento del percorso del federalismo demaniale previsto dal decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85; Borghesi 5.9, D'Amico 5.18, Simonetti 5.19, Bitonci 5.20, Bitonci 5.21, Simonetti 5.22, Simonetti 5.23, Simonetti 5.28, che affidano al Commissario compiti in materia di riduzione della spesa non riconducibili alle finalità del decreto, relativo esclusivamente alla razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi; Cicu 6.01, volto a modificare le modalità di riscossione nazionale dei tributi; Mura 6.02 finalizzato a introdurre disposizioni tese a impedire la partecipazione dello stesso soggetto a più di un consiglio di amministrazione e di un collegio sindacale nonché a fissare un tetto al trattamento economico onnicomprensivo; Crosetto 6.03, teso a fissare un tetto per il trattamento economico onnicomprensivo dei Presidenti e dei dipendenti a tempo indeterminato delle Autorità amministrative indipendenti; Crosetto 6.04, volto a ridurre i trasferimenti dal bilancio dello Stato alle Autonomie speciali; Crosetto 6.05, che prevede la soppressione della società ARCUS e l'attribuzione delle relative competenze e risorse al Ministero per i beni e le attività culturali; Crosetto 6.06, volto a introdurre misure premiali e norme sanzionatorie per i pubblici dipendenti; Crosetto 6.07, che introduce un tetto per le pensioni e i vitalizi erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo; Crosetto 6.08, finalizzato a prevedere la misura sanzionatoria della non ricandidabilità, della mancata riconferma e della rimozione per gli amministratori responsabili di deficit di bilancio; Crosetto 6.09, volto a prevede un accertamento straordinario da parte dell'INPS dei trattamenti pensionistici di invalidità civile; Barani 8.4, volto a prevedere la vincolatività del parere che può essere richiesto all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, ai sensi dell'articolo 6, comma 7, lettera n), del decreto legislativo n. 163 del 2006; Bragantini 13.01, diretto Pag. 9a prevedere incentivi per la fusione di comuni; Calderisi 13-bis.01, limitatamente all'articolo 13-quater, che reca una norma di interpretazione autentica dell'articolo 1 del regio decreto n. 267 del 1941, in materia di fallimento e di concordato preventivo; Ciccanti 14.01, volto a introdurre disposizioni connesse allo svolgimento di consultazioni elettorali locali; Bragantini 14.02, diretto ad escludere dai vincoli del patto di stabilità interno le risorse recuperate dalla vendita delle quote delle società partecipate da parte degli enti locali; Bragantini 14.03, finalizzato a introdurre disposizioni in materia di liquidazione di enti e società pubbliche; Giovanelli 14.04, volto a limitare la partecipazione a concorsi pubblici del personale di diretta collaborazione nella vigenza del proprio incarico; Giovanelli 14.05, che introduce una disciplina in materia di modalità di esercizio delle funzioni statali sul territorio, con specifico riguardo all'attività delle prefetture; Tullo 14.07, volto a consentire alle Regioni l'utilizzo per finalità extrasanitarie delle eventuali plusvalenze derivanti dalle operazioni di vendita degli immobili di cui all'articolo 6, comma 2-sexies, del decreto-legge n. 216 del 2011 per la quota eccedente il valore destinato al ripiano del disavanzo sanitario dell'anno 2011; Costa Dis. 1.1. che, oltre ad intervenire su un principio contenuto in una delega legislativa, riguarda la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari. Fa presente che sono state, inoltre, presentate dodici proposte emendative a firma dell'onorevole Giovanelli, le quali non presentano modifiche riferibili al testo del disegno di legge in esame e, pertanto, sono state pertanto considerate irricevibili.

  Oriano GIOVANELLI (PD) fa presente che le proposte emendative dichiarate irricevibili dovevano essere riferite, nell'intenzione del proponente, al decreto legislativo n. 150 del 2009. Auspica quindi che i relatori possano recuperare tali proposte emendative, presentandole come loro emendamenti.
  Insiste poi sull'opportunità di rivedere la dichiarazione di inammissibilità riferita al proprio articolo aggiuntivo 14.05, che introduce una disciplina in materia di modalità di esercizio delle funzioni statali sul territorio, con specifico riguardo alla attività delle prefetture.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, rileva come nella dichiarazione di inammissibilità sono stati evidenziati con chiarezza e puntualità dalle presidenze gli ambiti di intervento del provvedimento ed i criteri seguiti. In ogni modo, considerate le richieste pervenute, fa presente che eventuali richieste di riesame della valutazione di inammissibilità dovranno essere presentate entro un'ora.

  Mario TASSONE (UdCpTP) evidenzia come ci si trovi di fronte all'annosa questione dei limiti di ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, che investe la natura dei provvedimenti di urgenza ed il perimetro degli interventi possibili.
  Rileva come, a suo avviso, alcuni emendamenti presentati dal suo gruppo non debbano rientrare nella dichiarazione di ammissibilità alla luce dei criteri evidenziati: si riferisce, in particolare, all'emendamento Ciccanti 1.7 e all'articolo aggiuntivo Ciccanti 14.01. Con riguardo all'emendamento Ciccanti 1.7, si pone soprattutto la questione che attiene al bilancio delle regioni: occorre infatti chiarire una volta per tutte se le regioni sono fuori dal computo del debito pubblico ovvero, se ne fanno parte a pieno titolo, occorre compiere una valutazione attenta delle entrate e delle uscite che le riguardano.

  Roberto SIMONETTI (LNP) ricorda che il decreto-legge in esame reca, nel titolo, «Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica». Evidenzia come non emerga quindi dal titolo la limitazione alla materia degli acquisti di beni e servizi, richiamata dai presidenti nella valutazione di inammissibilità effettuata. Pag. 10
  Ricorda poi come il comma 1-bis dell'articolo 1 riguardi in generale un programma di riorganizzazione della spesa pubblica, e su questo va ad incidere il proprio emendamento 1.9. Al contempo, anche gli altri emendamenti da lui presentati sono finalizzati al raggiungimento di una migliore razionalizzazione della spesa pubblica con la finalità di conseguire risultati più virtuosi per la pubblica amministrazione. Ritiene quindi che sia stata effettuata una dichiarazione «partigiana» di inammissibilità.

  Gioacchino ALFANO (PdL) chiede a partire da quando decorre il termine di un'ora fissato dal presidente per la presentazione delle richieste di riesame sulla dichiarazione di inammissibilità. Domanda inoltre se le presidenze intendono rivedere i criteri posti di norma alla base delle loro valutazioni, sulla base di quanto finora emerso.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, precisa che le richieste di riesame della valutazione di inammissibilità potranno essere presentate entro le ore 14.30 della giornata odierna.

  Guido CROSETTO (PdL) si associa a quanto evidenziato dal collega Simonetti, ricordando anch'egli che il titolo del decreto-legge in esame reca «Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica». Si tratta quindi di un riferimento ampio e non vede per quali ragioni si dovrebbero escludere, ad esempio, interventi in materia di sanità, così che l'intervento di spending review riguarderebbe solo 6 miliardi di euro su 750 miliardi di euro. Non comprende, quindi, su quali basi si faccia riferimento, nella dichiarazione di inammissibilità, alla sola materia della spesa per acquisti di beni e servizi e richiama quanto sottolineato dallo stesso Governo nella relazione di accompagnamento al disegno di legge di conversione del decreto-legge in titolo, in cui si fa riferimento all'esigenza di intervenire sulla spesa pubblica in generale.
  Chiede, quindi, alle presidenze di rivedere i parametri utilizzati per la dichiarazione di inammissibilità, ritenendo eccessivamente restrittiva l'impostazione seguita. Rileva inoltre che in base a tale impostazione il Senato non avrebbe dovuto approvare l'articolo 13-bis, recante certificazione e compensazione dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi nei confronti delle amministrazioni pubbliche.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, in relazione all'intervento svolto dall'onorevole Crosetto, fa presente che dalla premessa al decreto-legge si evince chiaramente che l'oggetto del medesimo, «nell'ambito dell'azione del Governo volta all'analisi ed alla revisione della spesa pubblica», è la «razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi, migliorando la qualità delle procedure di acquisto centralizzato ed incrementandone significativamente l'utilizzo». Osserva come tale circostanza sia confermata dalle disposizioni recate dal testo, malgrado le modifiche introdotte dall'altro ramo del Parlamento che, come spesso rilevato, adotta criteri di valutazione di ammissibilità delle proposte emendative non coincidenti con quelli in vigore alla Camera, anche per una differenza nelle rispettive disposizioni regolamentari. Rileva come si tratti di una questione annosa che ha prodotto e continua a produrre effetti non ottimali sui lavori e le prerogative parlamentari. In ogni caso, anche alla luce delle modifiche introdotte dal Senato, le dichiarazioni di inammissibilità appaiono corrette.

  Guido CROSETTO (PdL) chiede al rappresentante del Governo di chiarire quale sia, ad avviso dell'Esecutivo, l'effettiva portata del provvedimento anche in relazione alla premessa al testo, appena richiamata dal presidente.

  Jole SANTELLI (PdL) evidenzia come nella relazione illustrativa allegata al testo presentato in prima lettura al Senato, il Governo abbia precisato che «il decreto-legge è volto a dare attuazione all'impegno Pag. 11del Governo di procedere, in coerenza con l'approvazione del Documento di economia e finanza 2012 nella riunione del Consiglio dei ministri del 18 aprile 2012, all'analisi ed alla revisione della spesa pubblica con la finalità di evitare inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare alla crescita», senza quindi limitarsi ai soli interventi sugli acquisti di beni e servizi. Rileva come, pur comprendendo la necessità di evitare gli abusi anche censurati dalla Corte costituzionale relativi ad una troppo ampia emendabilità dei decreti-legge, le proposte emendative richiamate dall'onorevole Crosetto debbano invece essere considerate ammissibili in quanto, a suo avviso, riconducibili alla finalità del provvedimento come dichiarata dallo stesso Governo nella relazione illustrativa.

  Donato BRUNO, presidente, ribadisce che l'oggetto del decreto, al di là di quanto possa essere scritto nella relazione, è desumibile dalle disposizioni del medesimo e dalla premessa nella quale sono illustrate le ragioni di necessità e di urgenza che ne hanno giustificato l'emanazione da parte del Presidente della Repubblica, ai sensi degli articoli 77 e 87 della Costituzione.

  Jole SANTELLI (PdL) rileva come la relazione da lei richiamata sia relativa proprio al testo approvato dal Consiglio dei ministri ed emanato dal Presidente della Repubblica. Evidenzia come le proposte emendative presentate insieme all'onorevole Crosetto siano finalizzate ad orientare il Governo nel suo compito di razionalizzazione della spesa pubblica come previsto dal decreto-legge, salvo che si ritenga il Parlamento avere un ruolo eminentemente ratificatorio sui decreti-legge.

  Giulio CALVISI (PD) osserva come, preliminarmente alla discussione che le Commissioni stanno svolgendo, il Governo dovrebbe chiarire se sia contrario ad eventuali modifiche al testo in questo ramo del Parlamento, evidenziando come sia chiaro che la risposta a tale domanda è collegata inevitabilmente all'iter della riforma del mercato del lavoro. Evidenzia in proposito come la Camera, già in diverse altre occasioni, si sia trovata a dovere ratificare provvedimenti approvati dal Senato senza poter, di fatto, intervenire.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, rileva come la questione sollevata dall'onorevole Calvisi sia fondata e propone di attendere la scadenza per la presentazione di eventuali richieste di riesame in ordine alle valutazioni sull'ammissibilità, per poi riconvocare la seduta al fine di verificare se i relatori ed il Governo sono in grado di esprimere il parere sulle proposte emendative ammissibili. Evidenzia come in quella sede il Governo potrà fornire la sua risposta alla domanda posta dall'onorevole Calvisi.

  Pietro LAFFRANCO (PdL) evidenzia come le proposte emendative dichiarate inammissibili richiamate dai colleghi del suo gruppo avevano solo finalità positive e propositive per la discussione in corso, al fine di modificare un provvedimento, a suo avviso, lacunoso ed insufficiente. Rileva come i criteri formali in ordine alle valutazioni di ammissibilità siano suscettibili di cambiamenti a seconda delle circostanze. Rileva come occorra stabilire se la politica possa dare o meno un contributo alla discussione, altrimenti, a suo giudizio, si dovrebbe passare ad un approccio negativo. Si associa quindi alla richiesta, formulata al Governo dall'onorevole Santelli, di chiarire l'effettiva portata del provvedimento.

  Roberto SIMONETTI (LNP) rileva come sia preferibile che i relatori ed il Governo attendano le decisioni definitive in ordine all'ammissibilità prima di esprimere i propri pareri.

  Pierguido VANALLI (LNP) osserva come le motivazioni addotte a sostegno dell'inammissibilità degli emendamenti stridano, a suo avviso, rispetto all'importanza ed alla portata che lo stesso Governo Pag. 12ha annesso al provvedimento anche attraverso gli organi di informazione. Rileva come la stessa relazione dell'onorevole Bernini, nell'introdurre il provvedimento, non sembrava affatto limitarne la portata a quella richiamata dalla presidenza.

  Roberto OCCHIUTO (UdCpTP), relatore per la V Commissione, osserva come i relatori non possono che rispettare le valutazioni sull'ammissibilità effettuate dalla presidenza. Evidenzia quindi come le proposte emendative ammissibili sarebbero circa 120, peraltro molte di analogo contenuto e come tale numero consenta una discussione effettiva nel merito delle questioni. Manifesta quindi la sua disponibilità a riprendere i lavori anche al termine della seduta dell'Assemblea per esprimere le valutazioni dei relatori.

  Anna Maria BERNINI BOVICELLI (PdL), relatore per la I Commissione, concorda con il collega Occhiuto e manifesta anche la propria disponibilità ad esaminare attentamente tutte le questioni sollevate, comprese quelle segnalate dall'onorevole Crosetto, per quanto possibile ai relatori, al fine di effettuare eventualmente interventi migliorativi del testo.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO fa presente che il Governo non può che rimettersi alla tempistica che sarà decisa dal Parlamento per l'esame del provvedimento, manifestando la propria disponibilità a contribuire al buon esito della discussione. Auspica a tal fine che i gruppi possano concentrare la propria attenzione su talune questioni ritenute essenziali, mentre osserva di non poter intervenire sulle decisioni della presidenza in ordine alle valutazioni sull'ammissibilità delle proposte emendative.

  Donato BRUNO, presidente, ricorda al sottosegretario che l'onorevole Calvisi aveva chiesto al rappresentante del Governo di chiarire la posizione dell'Esecutivo in ordine alla possibilità di modificare il testo.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO fa presente che il Governo rispetta la sovranità del Parlamento e che il testo non può, a suo avviso, considerarsi blindato.

  Massimo POLLEDRI (LNP) rileva come al provvedimento il Governo abbia sempre annesso una portata ben più ampia di quella considerata dalla presidenza ai fini delle valutazioni sull'ammissibilità e chiede quindi una revisione delle valutazioni espresse.

  Pietro LAFFRANCO (PdL) ribadisce la sua richiesta al rappresentante del Governo di chiarire l'esatto ambito del provvedimento.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO evidenzia come il decreto-legge sia stato emanato con l'oggetto della razionalizzazione della spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi, anche se il Senato ha introdotto, con la contrarietà del Governo, all'articolo 1 il comma 1-bis, che, pur ampliando l'oggetto del provvedimento, ha tuttavia una portata esclusivamente programmatica ed individua i criteri generali da seguire per la riduzione della spesa pubblica.

  Renato CAMBURSANO (Misto), pur non avendo presentato emendamenti al provvedimento in esame, ritiene essenziale che si chiarisca cosa si sta facendo, in quanto il titolo del decreto-legge, che fa riferimento all'adozione di disposizioni urgenti per la razionalizzazione della finanza pubblica appare assai più ampio di un intervento volto al mero contenimento della spesa per beni e servizi. Nel sottolineare, quindi, che un'eventuale limitazione del dibattito a quest'ultima materia avrebbe dovuto riguardare anche il Senato, che ha invece inserito disposizioni di portata particolarmente ampia, osserva come l'affermazione del sottosegretario Polillo in ordine alla sovranità del Parlamento sui tempi e i contenuti dei provvedimenti al suo esame deve applicarsi non solo al decreto in esame, ma anche al disegno di legge sul mercato del lavoro.

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  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, sottolinea come le disposizioni introdotte nell'articolo 1 nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento abbiano un profilo essenzialmente procedurale e programmatico e, pur indicando talvolta obiettivi di portata generale e modificando normative di settore, non prevedono specifiche riduzioni di spesa.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) richiamando quanto già evidenziato dal collega Tassone, ritiene che la valutazione in ordine all'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo 14.01 da lui presentato vada effettuata tenendo conto delle integrazioni al contenuto del decreto apportate dal Senato, con particolare riferimento all'articolo 1, comma 1-bis, che prevede l'adozione di un programma per la riorganizzazione della spesa pubblica, che indichi anche dei risparmi di spesa per ogni intervento di tale riorganizzazione. Ritiene, pertanto, che si debba privilegiare una lettura estensiva dei criteri di ammissibilità, tenendo conto delle modifiche introdotte al Senato.

  Beatrice LORENZIN (PdL) apprezza la disponibilità manifestata dal Governo a non comprimere il dibattito sul merito del provvedimento in esame, dichiarandosi disponibile a riformulare le proposte emendative da lei sottoscritte riconducendole nell'ambito delle norme programmatiche di cui all'articolo 1, commi da 1-bis a 1-quinquies. Sottolinea, infatti, l'esigenza di esaminare proposte concrete di contenimento delle spese, dando risposta alle grandi aspettative che si sono prodotte nel Paese su questi temi.

  Enrico COSTA (PdL) lamenta che il proprio emendamento Dis. 1.1 sia stato considerato inammissibile, sottolineando come la disposizione intervenga su una delega legislativa che ha lo scopo di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, al fine di sopprimere un criterio direttivo che fa salvi alcuni tribunali, introdotto in modo quasi surrettizio dal Senato della Repubblica. Quanto al fatto che l'emendamento interviene su una delega legislativa nell'ambito del procedimento di conversione di un decreto-legge sottolinea come la delega interessata dalle modifiche è stata inserita dal Senato nell'articolo 1 del disegno di legge di conversione del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138. Sollecita, pertanto, una revisione della valutazione in ordine dell'ammissibilità dell'emendamento, sottolineando come, in caso contrario, ai deputati non sarebbe consentito ciò che è invece permesso ai senatori.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, ricorda come per prassi costante alla Camera non sono considerate ammissibili proposte emendative volte a intervenire su norme recanti deleghe legislative in sede di conversione di decreti-legge, mentre al Senato si applica un diverso metro di valutazione.

  Gioacchino ALFANO (PdL), sottolineando come i deputati del suo gruppo hanno prospettato l'esigenza di introdurre norme puntuali volte a conseguire risparmi di spesa, ricorda come tradizionalmente i criteri di ammissibilità applicati dalla Camera, specialmente con riferimento ai decreti-legge, sono più restrittivi di quelli utilizzati dal Senato. In questo quadro, ritiene che si debba considerare se continuare ad applicare un metro di valutazione dell'ammissibilità conforme alla prassi, e adottarlo anche nella presente circostanza, o ipotizzare un ampliamento dei criteri utilizzati in passato al fine di consentire l'esame delle proposte emendative che si muovono nella logica dell'ottimizzazione della spesa, in modo da supportare l'azione del Governo.

  Guido CROSETTO (PdL) ritiene che gli uffici della Camera non abbiano svolto il proprio lavoro in sede di esame di ammissibilità delle proposte emendative con la dovuta imparzialità, manifestando l'intenzione di informare di tale comportamento il Presidente della Camera.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, fa presente che eventuali Pag. 14critiche alle valutazioni in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative devono essere rivolte solo alla presidenza delle Commissioni, alla quale sono imputabili tali valutazioni, e non agli uffici della Camera.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ritiene che, anche a seguito dell'esame del decreto da parte del Senato, risulta sostanzialmente confermato il perimetro del provvedimento, che reca disposizioni riferibili all'analisi e alle revisione della spesa pubblica ovvero misure per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi. In ogni caso, ribadisce che la decisione definitiva in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative spetta al Presidente della Camera.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) chiede quale sia l'organizzazione dei lavori delle Commissioni in ordine al decreto-legge in titolo.

  Pietro LAFFRANCO (PdL) ringrazia il sottosegretario per le precisazioni fornite e si associa alla richiesta della collega Lorenzin in ordine alla opportunità di riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti, così da dare la possibilità di riformulare quelli già presentati in termini programmatici, così da poter essere ulteriormente valutati dalle presidenze ai fini dell'ammissibilità.

  Doris LO MORO (PD) chiede di sottoscrivere l'emendamento Costa dis 1.1, qualora sia considerato ammissibile, sottolineando come a suo avviso questa sia la sede idonea per intervenire sulla questione sia sotto il profilo metodologico sia per quanto attiene il merito.
  Ricorda, infatti, che la delega su cui interviene l'emendamento Costa dis 1.1 era stata approvata sulla base di esigenze di razionalizzazione della giustizia ed in funzione di risparmio degli oneri pubblici. Oggi si pone l'esigenza di modificare un aspetto relativo ai criteri di delega e non vede quindi per quale ragione questa non possa essere la sede per intervenire nella direzione di una razionalizzazione e diminuzione della spesa pubblica.

  Massimo POLLEDRI (LNP) si associa alla richiesta di riaprire i termini per la presentazione di emendamenti, auspicando che venga rivista l'impostazione seguita nella dichiarazione di inammissibilità. Ricorda che sul punto si sono espressi tutti i rappresentanti dei gruppi nelle Commissioni. In ogni modo, chiede che si possano riformulare gli emendamenti presentati e dichiarati inammissibili, riferendoli all'articolo 1.
  Rileva inoltre che, se si intende a mantenere questa rigidità della dichiarazione di inammissibilità lo stesso «metro di giudizio» dovrà essere applicato ad eventuali emendamenti che il Governo dovesse presentare.

  Gianclaudio BRESSA (PD) precisa che gli interventi sulla dichiarazione di inammissibilità sono stati effettuati dai proponenti degli emendamenti più che dai rappresentanti dei gruppi nelle Commissioni I e V. Non ritiene peraltro che vi sia nulla da eccepire sulla procedura seguita dalle presidenze in ordine all'ammissibilità degli emendamenti.

  Donato BRUNO, presidente, propone di convocare una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni I e V, al termine della seduta in corso.

  Le Commissioni concordano.

  Donato BRUNO, presidente, fa presente che nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni I e V potrà essere definita l'organizzazione dei lavori delle Commissioni per il prosieguo, tenendo conto dell'esigenza di rispettare i tempi previsti per la conversione in legge del decreto-legge in titolo, nel presupposto che alcune modifiche potranno essere approvate dalla Camera. A tal fine, chiede ai rappresentanti dei gruppi nelle Commissioni Pag. 15di segnalare gli emendamenti che investono, a loro avviso, nodi prioritari su cui concentrare la discussione.
  Con riferimento alla questione posta nel corso del dibattito, sottolinea che la responsabilità delle dichiarazioni di inammissibilità degli emendamenti è dei presidenti di Commissione, che la effettuano sulla base di criteri di ammissibilità consolidati e con il supporto degli uffici, che sono al servizio del buon funzionamento delle istituzioni parlamentari, e svolgono il proprio dovere con dedizione, competenza ed imparzialità.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.35 alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 giugno 2012. — Presidenza del presidente della I Commissione Giancarlo GIORGETTI, indi del presidente della I Commissione Donato BRUNO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 19.05.

DL 52/2012: Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica.
C. 5273 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che è stato richiesto il riesame della dichiarazione di inammissibilità pronunciata con riferimento a ventitre proposte emendative. Al riguardo, rappresenta che le presidenze, tenuto conto della discussione svoltasi a riguardo nella precedente seduta, ritengono che talune di tali proposte, in quanto volte a stabilire indirizzi di carattere generale che appaiono in linea di principio idonei a ridurre e razionalizzare le spese della pubblica amministrazione, possano ritenersi riconducibili al contenuto del decreto-legge in esame.
  Sulla base di tale criterio, segnala che possono considerarsi ammissibili le seguenti proposte emendative:
   D'Amico 5.18, che individua criteri di carattere generale finalizzati a rimodulare in riduzione l'organico dei dipendenti pubblici regionali;
   Simonetti 5.19, che prevede la definizione di un piano per la redistribuzione del personale docente presso le istituzioni scolastiche sulla base di indicatori uniformi volti a razionalizzarne l'impiego;
   Bitonci 5.21, che fissa un limite massimo al trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico della finanza pubblica emolumenti o retribuzioni in relazione a rapporti di lavoro dipendente o autonomo.
   Crosetto 6.03, volta a fissare un tetto per il trattamento economico onnicomprensivo dei Presidenti e dei dipendenti a tempo indeterminato delle Autorità amministrative indipendenti;
   Crosetto 6.07, che introduce un tetto per le pensioni e i vitalizi erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo;

  In seguito alla riammissione dell'articolo aggiuntivo Crosetto 6.03, deve inoltre considerarsi ammissibile l'articolo aggiuntivo Mura 6.02, finalizzato a introdurre disposizioni dirette a impedire la partecipazione dello stesso soggetto a più di un consiglio di amministrazione e di un collegio sindacale, nonché a fissare un Pag. 16tetto al trattamento economico onnicomprensivo del personale dirigente delle società a totale o prevalente partecipazione pubblica o che comunque beneficiano di interventi pubblici.
  Fa presente, infine, che resta confermato il giudizio di inammissibilità relativamente alle seguenti proposte emendative: Gioacchino Alfano 1.6, Simonetti 1.9, Bragantini 2.17, Bitonci 5.20, Simonetti 5.22, 5.23 e 5.28, Cicu 6.01, Crosetto 6.04, 6.06, 6.08 e 6.09, Bragantini 13.01, 14.02 e 14.03, Ciccanti 14.01, Giovanelli 14.05, Costa Dis. 1.1.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) pur non contestando le decisioni in ordine alle nuove valutazioni sull'ammissibilità delle proposte emendative, con particolare riferimento alla riammissione degli articoli aggiuntivi a prima firma dell'onorevole Crosetto 6.03 e 6.07, rileva come, alla luce di tale criterio, si dovrebbe ritenere ammissibile anche l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 14.01. Precisa in proposito che tale proposta emendativa, più che riguardare la materia elettorale, attiene in definitiva alla razionalizzazione della spesa, evitando la ripetizione di elezioni locali per sopravvenuta incompatibilità dei sindaci a seguito delle disposizioni di cui all'articolo 13 del decreto-legge n. 138 del 2011. In proposito osserva come le disposizioni introdotte dal Senato nel comma 1-bis dell'articolo 1 abbiano modificato l'ambito oggettivo del provvedimento, aprendo la possibilità di introdurre un quadro più ampio di azioni rispetto a quelle originariamente previste dal decreto-legge. Ritiene che tra le attività di razionalizzazione della spesa possono sicuramente rientrare le finalità di cui al richiamato articolo aggiuntivo a sua prima firma e chiede quindi una valutazione ulteriore rispetto alla sua ammissibilità.

  Angelo CERA (UdCpTP) fa presente di essere stato successivamente eletto sindaco del proprio comune in virtù delle disposizioni che prevedevano la possibilità di svolgere contemporaneamente il mandato di parlamentare e quello di sindaco nei comuni con meno di 20 mila abitanti. Ricorda che l'articolo 13, comma 3, del decreto-legge n. 138 del 2011 ha abbassato a 5 mila abitanti la soglia oltre la quale è prevista l'incompatibilità tra le due funzioni. Rileva come il richiamato decreto-legge sia stato esaminato rapidamente dal Senato della Repubblica e approvato poi alla Camera nell'identico testo con voto di fiducia, impedendo in tal modo una riflessione più compiuta sugli effetti che tale disposizione avrebbe in concreto avuto. In particolare, osserva come tale mancanza di approfondimento abbia impedito la previsione di una disciplina transitoria al fine di evitare un aggravio sulle finanze locali a seguito di un'assicurazione perfettamente legittima sulla base della normativa applicabile al momento dell'elezione a sindaco. Osserva come in tale condizione versino circa quaranta sindaci e ritiene che occorra necessariamente trovare una soluzione al fine di evitare lo spreco di risorse pubbliche, consentendo ai sindaci che versano in tale situazione di poter svolgere fino alla scadenza naturale il proprio mandato. Precisa inoltre di non percepire le indennità connesse alla funzione di sindaco, proprio in ragione del suo mandato di parlamentare, consentendo in tal modo l'accantonamento di risorse utili per la realizzazione di opere pubbliche nel suo comune.

  Donato BRUNO, presidente, fa presente di comprendere bene la situazione richiamata dall'onorevole Cera e ritiene che occorra farsi carico di individuare una soluzione al problema. Ritiene tuttavia, anche a nome del presidente Giorgetti, di non poter rivedere le valutazioni in ordine all'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo Ciccanti 14.01 in mancanza di un consenso unanime di tutti i gruppi.

  Matteo BRAGANTINI (LNP) chiede un'ulteriore valutazione in ordine agli articoli aggiuntivi a sua firma 13.01, 14.02 e 14.03, alla luce delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 1-bis e 1-quinquies del provvedimento in esame. Osserva in particolare come il primo dei richiamati Pag. 17articoli aggiuntivi, volto ad incentivare l'unione di comuni è esattamente riconducibile alla finalità del provvedimento e, reca un criterio generale al fine di intraprendere un percorso virtuoso di razionalizzazione delle spesa per gli enti locali. Ricorda che l'articolo aggiuntivo 14.03 ripropone una questione contenuta in diversi ordini del giorno già approvati dall'Assemblea ed è volto a porre un termine entro il quale gli enti locali possono procedere alla liquidazione di enti inutili evitando l'imposizione fiscale sulle eventuali plusvalenze che, nei fatti, spesso impedisce la soppressione di tali enti con evidenti aggravi di costi strutturali. Infine osserva che anche l'articolo aggiuntivo 14.02, relativo alla dismissione delle società partecipate dagli enti locali va nella direzione auspicata anche dal Governo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, pur condividendo lo spirito delle proposte emendative richiamate dall'onorevole Bragantini osserva che essere potranno essere fatte proprie dal Governo, se lo ritiene, nell'ambito del provvedimento in corso di predisposizione sulla riduzione della spesa pubblica, ma non le ritiene immediatamente riconducibili all'oggetto ultimo del presente provvedimento e pertanto, anche a nome del presidente Bruno conferma le valutazioni di ammissibilità già espresse. Osserva inoltre come anche altre disposizioni in questa sede non considerate ammissibili potrebbero, a suo avviso, essere discusse nell'ambito dei prossimi provvedimenti legislativi auspicati dal Governo auspicando che essi possano essere discussi effettivamente dalla Camera e non siano considerati immodificabili dal Governo.

  Massimo BITONCI (LNP) chiede di rivedere la valutazioni in ordine all'emendamento a sua prima firma 5.20 relativo alle procedura di assunzione dei dirigenti pubblici.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, anche a nome del presidente Bruno, ritiene di confermare la valutazioni già espresse.

  Mario TASSONE (UdCpTP) nel richiamare l'intervento svolto dal Governo nella seduta antimeridiana e l'intervento testé reso dal presidente Giorgetti, ritiene necessario un chiarimento sulla natura e i limiti del provvedimento in esame. Osserva come le valutazioni da ultimo espresse sull'ammissibilità degli emendamenti non sembrino coerenti e, rispetto alla prospettiva, tracciata dal presidente Giorgetti, di discutere talune delle proposte oggi dichiarate inammissibili, nell'ambito dei successivi provvedimenti che saranno a breve presentati dal Governo, rileva come, sia difficile procedere non conoscendone i relativi contenuti.

  Angelo CERA (UdCpTP) insiste, sull'opportunità di rivedere la proposta emendativa Ciccanti 14.01, evidenziando come essa trovi un diffuso consenso.

  Pier Paolo BARETTA (PD), pur comprendendo l'importanza della questione sollevata dall'onorevole Cera, rileva come non sia possibile in tale sede procedere alla discussione sul merito di tale proposta emendativa.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva come i relatori potranno provare ad individuare eventualmente una formulazione, volta a recepire il contenuto dell'articolo aggiuntivo Ciccanti 14.01, idonea a superare i rilievi di ammissibilità.

  Enrico COSTA (PdL) pur comprendendo le ragioni della conferma del giudizio di inammissibilità del suo emendamento Dis. 1.1, ritiene che si debba nuovamente segnalare, ai fini delle opportune valutazioni regolamentari, la difformità dei criteri di ammissibilità degli emendamenti applicati dalla Camera e dal Senato con riferimento alle disposizioni che intervengono su deleghe legislative in sede di conversione di decreti-legge. Ribadisce, infatti, che l'emendamento da lui presentato interviene su una delega legislativa introdotta dal Senato nel disegno di legge di conversione di un decreto-legge, sulla quale la Camera non ha potuto a suo Pag. 18tempo intervenire. Sottolinea, nel merito, come la delega dovrà essere esercitata in un termine piuttosto ravvicinato e nell'ambito della Commissione giustizia sussista un'ampia convergenza in ordine all'opportunità della modifica proposta.

  Donato BRUNO, presidente, chiede se i relatori e il Governo siano nella condizione di esprimere i pareri sulle proposte emendative presentate.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO fa presente che non è stata ancora completata l'istruttoria sulle proposte emendative e che il Governo potrà esprimere il proprio parere solo nella giornata di domani.

  Donato BRUNO, presidente, prendendo atto di quanto testé dichiarato dal rappresentante del Governo, propone di convocare immediatamente una riunione degli Uffici di Presidenza integrati dai rappresentanti dei gruppi, per decidere in ordine all'organizzazione del seguito dell'esame del provvedimento.

  Le Commissioni concordano.

  Donato BRUNO, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta già convocata per le ore 14 di domani.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 19.35 alle 19.50.

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