CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 giugno 2012
660.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 193

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 5 giugno 2012. — Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 14.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2012.
COM(2011)777 def. – Vol. 1-2.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2012.
Doc. LXXXVII-bis, n. 2.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame degli atti in oggetto.

  Luciano ROSSI (PdL), relatore, ricorda che l'esame delle parti di competenza della Relazione programmatica sulla partecipazione Pag. 194dell'Italia all'Unione europea per il 2012 e del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2012 deve svolgersi congiuntamente, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il regolamento della Camera dei deputati nel parere del 14 luglio 2010. Le valutazioni della Commissione saranno trasmesse alla Commissione Politiche dell'Unione europea chiamata, a sua volta, a riferire all'Assemblea su tali atti.
  Ricorda, altresì, che la relazione programmatica è predisposta in attuazione dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, come modificato dalla legge n. 96 del 2010 (legge comunitaria 2009), in base al quale il Governo presenta ogni anno, entro il 31 dicembre, una relazione programmatica recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo ed entro il 31 gennaio, una relazione consuntiva recante le attività svolte dal Governo a livello europeo nell'anno precedente.
  Osserva, quindi, che – come già avvenuto lo scorso anno per la relazione programmatica relativa al 2011 – anche quest'anno il documento è stato trasmesso alle Camere quasi cinque mesi dopo la scadenza del termine previsto. Ricorda che, in occasione dell'esame della Relazione programmatica per il 2011, la risoluzione Pescante ed altri n. 6-00091, approvata dall'Assemblea, sottolineò con forza come il ritardo del Governo nella presentazione del documento riducesse l'utilità dell'esame del Programma di lavoro della Commissione per il 2011, in buona misura già attuato. Nella risoluzione si impegnava, quindi, il Governo «ad assicurare che le relazioni programmatiche siano trasmesse alle Camere entro il termine del 31 dicembre di ogni anno previsto dalla legge n. 11 del 2005, in modo da consentire l'avvio ad inizio anno della sessione programmatica presso la Camera».
  Passando, dunque, all'esame dei profili di competenza della Commissione difesa, segnala in particolare i contenuti del Capitolo II, Sezione II, dedicato all'illustrazione degli orientamenti e delle priorità in tema di politica estera e di sicurezza comune (PSDC).
  Sul piano generale, rileva che la relazione sottolinea la necessità, avvertita dal Governo italiano, di contribuire, anche su tale versante, al rafforzamento del ruolo dell'Unione europea sulla scena internazionale. Sono in particolare considerate di più immediato interesse per l'Unione europea le attività nell'area balcanica, nel «Vicinato meridionale» e nel Medio Oriente, nonché le azioni svolte nella gestione delle crisi regionali sul piano globale – anche attraverso le missioni e le operazioni di politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) – e, infine, la collaborazione con i Paesi terzi.
  Il quadro complessivo di sviluppo della PSDC è stato tracciato dal Consiglio degli affari esteri del 1o dicembre 2011, che ha individuato tre obiettivi strategici: estendere la zona di sicurezza intorno all'Europa; rafforzare l'ordine internazionale; contrastare le minacce derivanti dal terrorismo, dalla criminalità organizzata, dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa e dai conflitti regionali.
  Nell'ambito di tale quadro, secondo quanto affermato nella relazione, il Governo italiano intende contribuire «con proposte realistiche, ma innovative, in materia di capacità di pianificazione e condotta delle operazioni. Sul piano generale, l'obiettivo è di ampliare la riflessione a una revisione della strategia europea di sicurezza che recepisca lo sviluppo di un'agenda positiva a fianco della tradizionale risposta alle minacce».
  La relazione evidenzia, inoltre, l'importante contributo fornito dal nostro Paese alle operazioni PSDC in corso (nel 2011 l'Italia è stato il quarto contributore in ambito UE) sottolineando che la partecipazione italiana nel 2012 continuerà a essere focalizzata sulla lotta alla pirateria con iniziative di tipo multidimensionale, in aderenza al principio dell'approccio integrato civile-militare alla gestione delle crisi, quale tratto distintivo e valore aggiunto Pag. 195del contributo dell'Unione europea al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
  La relazione, inoltre, rileva che l'Italia partecipa con 195 unità alle 12 missioni dell'Unione europea in tre continenti (Europa, Asia e Africa) su un totale di circa 3800 unità impiegate dagli stati membri.
  Infine, per quanto concerne l'attività svolta nell'ambito dell'Agenzia europea della difesa (EDA) nel documento viene riaffermata l'intenzione del Governo di continuare ad assicurare un contributo per la razionalizzazione e l'integrazione del mercato europeo della difesa. L'obiettivo dichiarato è di «tutelare efficacemente gli interessi nazionali all'interno del processo di integrazione europea in questi ambiti, nel contesto di un migliore uso delle limitate risorse disponibili».
  Passando ad illustrare il Programma di lavoro per il 2012, osserva che tale documento dà conto delle nuove iniziative chiave che la Commissione europea si impegna a realizzare nel 2012 e quelle su cui lavorerà nel medesimo anno e in quelli successivi.
  Il programma di lavoro annuale della Commissione coniuga, quindi, le linee strategiche e le priorità pluriennali della Commissione stessa con gli obiettivi specifici di breve periodo, prospettando un programma operativo fondato su decisioni concrete da adottare nel corso del periodo di riferimento.
  Tuttavia, essendo il documento stato presentato alla fine del mese di ottobre dello scorso anno, appare poco utile una riflessione generale sulla sua impostazione e sulle sue priorità che sono oramai in via di attuazione o superamento e che, comunque, non riguardano direttamente le competenze della Commissione difesa.
  In conclusione, non essendovi profili di particolare problematicità per la Commissione, presenta una proposta di parere favorevole sul Programma di lavoro della Commissione europea per il 2012, nonché sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2012, che illustra (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Filippo MILONE valuta favorevolmente la proposta di parere del relatore.

  Augusto DI STANISLAO (IdV) ritiene che la relazione programmatica in esame, nel dar conto dell'impegno dell'Italia in sede PSDC in alcune aree di particolare interesse, non sembra richiamare le modalità con cui il nostro Paese intende assolvere ad impegni internazionali particolarmente gravosi e difficili, quale quello che si delinea per l'Afghanistan nell'anno in corso così come in altre missioni alle quali l'Italia partecipa.
  Preannuncia comunque un voto favorevole sulla proposta di parere.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole del relatore.

  La seduta termina alle 14.10.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 5 giugno 2012. — Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 14.10.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante ulteriori modifiche al testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, per la riorganizzazione del Ministero della difesa, degli uffici di diretta collaborazione del ministro e degli enti vigilati.
Atto n. 472.

(Rilievi alla I Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 29 maggio 2012.

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  Edmondo CIRIELLI, presidente, ricorda che nella seduta del 29 maggio scorso il rappresentante del Governo si era riservato di integrare il proprio intervento al fine di fornire risposte alle ulteriori richieste di chiarimenti avanzate nel corso del dibattito.

  Il sottosegretario Filippo MILONE, osserva che la soppressione della direzione generale dei lavori e del demanio e la conseguente riconfigurazione di GENIODIFE in una nuova direzione interna al Segretariato generale fa parte della più ampia riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture di livello dirigenziale generale operata con il provvedimento in esame, posta in atto in coerenza con le normative che sono via via intervenute.
  Tale intervento determina una razionale e mirata distribuzione delle sue funzioni in una nuova struttura, sempre di livello dirigenziale generale, ma interna al Segretariato generale della difesa, in attuazione della clausola di invarianza della spesa, nonché nel rispetto rigoroso del numero massimo dei posti di funzione in organico dei dirigenti di livello generale stabilità dall'articolo 965, comma 1, lettera a) del testo unico regolamentare.
  Rileva che la scelta della riallocazione delle attribuzioni discende dalla necessità di implementare i livelli di efficacia e di efficienza nell'espletamento delle attribuzioni attinenti alle materia, cruciali per la finanza pubblica e strategiche per il Dicastero, connesse alla valorizzazione, alienazione e, più in generale, alle dismissioni dei beni demaniali militari. Si tratta, evidentemente, di funzioni che richiedono sempre maggiori sforzi amministrativo-gestionali, coordinati con molti altri attori non solo istituzionali, da condurre con continuità e, soprattutto, da parte di una struttura di settore altamente specializzata, che si ritiene debba necessariamente ed opportunamente essere posta sotto la guida diretta e unitaria del Segretario generale della difesa, che esprime ormai ampie e consolidate capacità gestionali, unite alle tradizionali attribuzioni di indirizzo generale, coordinamento e controllo di e su tutte le strutture dell'area tecnico-amministrativa del Dicastero.
  In conclusione, osserva che le modifiche introdotte dallo schema di decreto in esame in tale ambito, consentono il fisiologico sfruttamento delle «sinergie d'area» con conseguente possibilità di co-utilizzo delle strutture comuni alle altre direzioni del Segretariato generale, come, peraltro, già positivamente riscontrato successivamente alle precedenti riorganizzazioni ispirate dagli stessi obiettivi, nel settore del procurement degli armamenti.

  Pier Fausto RECCHIA (PD), relatore, prende atto degli ulteriori chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo e si riserva di presentare una proposta di parere nella successiva seduta, già programmata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 14.20.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 5 giugno 2012. — Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 14.20.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012.
C. 5193 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Riccardo MAZZONI (PdL), relatore, osserva che l'Accordo in esame mira a promuovere lo sviluppo di un partenariato di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, Pag. 197consentendo all'Italia di concretizzare la propria strategia di consolidamento delle relazioni bilaterali. Tale strategia passa attraverso una cornice unitaria entro la quale ricondurre i vari filoni di collaborazione italo-afghana attualmente esistenti e quelli da rafforzare: dal dialogo politico alla difesa e sicurezza, alla cooperazione allo sviluppo, alla collaborazione economica, alla lotta al narcotraffico, agli aspetti culturali.
  L'intesa, ovviamente, si inserisce nel contesto della futura Enduring Partnership con l'Alleanza atlantica (NATO) e del futuro accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo tra l'Afghanistan e l'Unione europea, in conformità con gli obiettivi delle Nazioni Unite.
  Quanto ai contenuti dell'accordo, segnala che l'articolo 1 richiama il ruolo svolto dal nostro Paese – in particolare con la presenza ad Herat – per la stabilità e lo sviluppo dell'Afghanistan.
  L'articolo 2, invece, sancisce l'impegno italiano per il buon governo, il rispetto dei diritti umani, la partecipazione delle donne alla vita politica e sociale, la lotta al traffico di stupefacenti, il contrasto alla corruzione ed all'illegalità. In tale contesto, si fa riferimento a un importo di 570 milioni di euro che rappresenta tuttavia – come precisato nella relazione tecnica allegata al disegno di legge – una mera indicazione della dimensione complessiva dell'impegno italiano a favore della ricostruzione e dello sviluppo dell'Afghanistan, attraverso finanziamenti già deliberati dal Ministero degli affari esteri. Anche il credito d'aiuto di 150 milioni verrà finanziato attraverso lo strumento del Fondo rotativo acceso presso l'Artigiancassa ai sensi della legge sulla cooperazione allo sviluppo.
  Sempre in base all'articolo 2, il Governo afghano s'impegna ad un'efficace e trasparente allocazione delle risorse finanziarie internazionali, ad una loro gestione responsabile e ad una maggiore capacità di assorbimento in un'ottica di risultato. Per garantire un'efficace monitoraggio di questi impegni bilaterali si prevede lo svolgimento di consultazioni annuale italo-afghane tra il Ministero delle finanze di Kabul ed il Ministero degli esteri italiano.
  Di particolare interesse per la Commissione è il contenuto dell'articolo 3, dedicato alle questioni strategico-militari.
  In particolare, viene sancito l'impegno italiano a sostegno delle Forze nazionali di sicurezza afgane (ANSF) – che si attuerà attraverso il canale ISAF ed EUPOL – nei settori della formazione e dell'addestramento. Viene inoltre prevista la prosecuzione dell'impegno italiano nel settore della sicurezza, fino al compimento della transizione nel 2014 e oltre, nel quadro dell'impegno e delle attività NATO-ISAF in Afghanistan. È altresì richiamata l'importanza delle attività finalizzate sia a migliorare i controlli di frontiera sia a sviluppare la capacità delle istituzioni afgane preposte a riscuotere i tributi, stabilendo la prosecuzione dell'impegno italiano nell'addestramento dei funzionari doganali e della polizia di frontiera afgana.
  L'articolo 4 è dedicato al contrasto alla coltivazione, produzione, lavorazione, traffico e consumo di stupefacenti ed in materia di polizia.
  L'articolo 5 disciplina la cooperazione in campo economico.
  L'articolo 6 impegna le Parti a sviluppare la cooperazione in materia di cultura e mezzi d'informazione.
  Infine, l'articolo 7, contiene le disposizioni finali e di attuazione dell'Accordo.
  Ricorda, quindi, che il rappresentante del Governo in Commissione esteri ha avuto occasione di raccomandare la rapida ratifica dell'Accordo per l'importanza strategica che riveste per il nostro Paese assicurando che vi saranno adeguate verifiche sull'uso dei fondi.
  In conclusione, non ravvisando nel provvedimento disposizioni che rivestono profili di carattere problematico per la Commissione difesa, presenta una proposta di parere favorevole, che illustra (vedi allegato 2).

  Il sottosegretario Filippo MILONE valuta favorevolmente la proposta di parere del relatore.

Pag. 198

  Franco GIDONI (LNP) dichiara il voto di astensione sul provvedimento da parte dei componenti del gruppo della Lega Nord in commissione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan, fatto a Roma il 30 settembre 2009.
C. 5180 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Gianni FARINA (PD), relatore, osserva che il Memorandum d'intesa tra Italia e Pakistan sulla cooperazione nel settore della difesa, siglato a Roma il 30 settembre 2009, si propone di sviluppare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi, nell'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza.
  Nell'attuale legislatura, la Commissione ha già avuto modo di esaminare – sempre in sede consultiva – analoghi accordi in materia di cooperazione nel settore della difesa tra l'Italia e altri paesi; segnatamente con l'Arabia Saudita (C. 2384), gli Emirati Arabi Uniti, (C. 2552), la Moldova (C. 2765), il Brasile (C. 3882), il Qatar (C. 4142) ed il Marocco (C. 4433).
  L'Accordo in esame, riveste tuttavia una particolare rilevanza. Infatti, il Pakistan – che fa parte del club delle potenze nucleari – svolge un ruolo cruciale nei confronti della lotta al terrorismo internazionale e della situazione afgana, che vede impegnato anche un contingente militare italiano.
  Purtroppo, tale Paese nei tempi più recenti ha marcato un peggioramento dei propri rapporti con la NATO e gli Stati Uniti, rispetto ai quali solo nell'appena svolto Vertice di Chicago della NATO vi sono stati timidi segnali di superamento, con la presenza del presidente Zardari.
  Evidenzia, quindi, che l'accordo si compone di dodici articoli.
  L'articolo 1 enuncia lo scopo dell'accordo, ossia – come già ricordato – l'impegno delle Parti a operare, su base di reciprocità e nel rispetto degli impegni internazionali, nella collaborazione nel settore delle rispettive capacità difensive.
  L'articolo 2 illustra le modalità di gestione della cooperazione, prevedendo che le consultazioni a cadenza annuale tra i rappresentanti delle due Parti, riuniti nella Commissione paritetica per la cooperazione nel settore della difesa, si svolgeranno alternativamente nelle rispettive capitali.
  L'articolo 3 e l'articolo 4 individuano i settori e le modalità della cooperazione, che possono essere così sintetizzati: politica di sicurezza e difesa; esperienze acquisite in operazioni umanitarie e di peace-keeping; svolgimento di esercitazioni militari; formazione militare; storia militare; sport militare; diritto militare; servizi di medicina militare; scambio di materiali per la difesa; supporto alle iniziative commerciali del settore dei sistemi per la difesa previste nel Memorandum d'intesa del 1990; scambi di esperienze, visite e partecipazioni reciproche in esercitazioni e addestramenti, visite a strutture militari, navali e aeree, scambi di informazioni e pubblicazioni.
  Di particolare interesse per le competenze della Commissione è l'articolo 5, dedicato allo scambio di armamenti. L'elenco degli armamenti e dei materiali militari suscettibili di scambio tra Italia e Pakistan è estremamente ampio comprendendo aeromobili, navi, sottomarini, veicoli blindati e corazzati, sistemi di comunicazione e di difesa. Tali operazioni potranno essere attuate sia con modalità diretta «da Paese a Paese», sia previa autorizzazione rilasciata ad aziende private dai rispettivi governi. Le Parti, di comune accordo, potranno inoltre individuare Pag. 199altri armamenti, apparecchiature e munizioni da scambiare, che dovranno però essere elencati in appositi Accordi tecnici aggiuntivi.
  Gli articoli 6-7 riguardano gli aspetti finanziari e risarcitori delle attività previste dall'accordo in esame.
  L'articolo 8 individua gli ambiti delle giurisdizioni nazionali per i reati commessi dal personale della Nazione inviante operante nella Nazione ospite.
  L'articolo 9 disciplina il trattamento delle informazioni, dei documenti e dei materiali classificati, sulla base delle normative dei due Paesi.
  L'articolo 10 regolamenta le eventuali controversie derivanti dall'interpretazione o dall'applicazione del Memorandum, che saranno regolate attraverso il canale diplomatico.
  Gli ultimi due articoli disciplinano rispettivamente le modalità di revisione dell'intesa (articolo 11) e la sua durata, le modalità di denuncia, di cessazione e la sua entrata in vigore (articolo 12).
  Per quanto riguarda il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, segnala l'articolo 3 che reca la copertura finanziaria degli oneri previsti dall'attuazione dell'Accordo, pari a circa 6.000 euro annui. Come precisato dalla relazione illustrativa, tali oneri – la cui decorrenza è dal 2012 – sono relativi alle consultazioni annuali, da svolgere alternativamente ad Islamabad ed a Roma, per le misure di attuazione del Memorandum in esame. A tale fine sono utilizzate accantonamenti relativi al Ministero degli affari esteri, fermo restando che spetta al Ministero della difesa svolgere il monitoraggio degli oneri ai sensi dell'articolo 17, comma 12 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009).
  In conclusione, nell'evidenziare che l'articolo 5 dell'accordo richiama la legislazione nazionale in materia di controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, ribadisce, in coerenza con le posizioni espresse dagli organi parlamentari per gli accordi di analogo tenore già esaminati nel corso di questa legislatura, che il Memorandum non può considerarsi quale «intesa intergovernativa» ai sensi della legge n. 185 del 1990, trattandosi di un accordo di natura generale ed astratta, a differenza delle intese intergovernative che invece devono avere un contenuto concreto e circoscritto.
  Infine, si sofferma sulle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo in Commissione esteri, con cui sottolineava l'importanza strategica di avere rapporti costruttivi e positivi con il Pakistan che è un grande paese con evidenti difficoltà e raccomandava la tempestiva ratifica del memorandum, pur non negando che esso possa porre interrogativi legittimi.

  Edmondo CIRIELLI, presidente, rileva che l'iter dei disegni di legge con cui si ratificano intese sulla cooperazione nel settore della difesa si presenta generalmente snello, essendo provvedimenti condivisi e coerenti con la politica internazionale del nostro Paese.
  Osserva che nel caso di specie un elemento di riflessione deriva dalla circostanza che il Memorandum oggetto di ratifica è stato siglato il 30 settembre 2009, e che da tale data la situazione politica interna ed internazionale del Pakistan è considerevolmente mutata. Opportunamente il relatore ha evidenziato come, accanto a questioni delicate relative alla sicurezza interna e all'emergere di tendenze disgreganti, siano sorte in questi anni sempre più evidenti frizioni con gli USA e, più in generale, con la coalizione NATO che opera nell'area.
  Ritiene che un tema delicato quale quello della cooperazione in campo militare debba essere esaminato sempre con prudenza e, pertanto, chiede al rappresentante del Governo di fornire rassicurazioni sulla circostanza che le condizioni che avevano suggerito la sottoscrizione dell'intesa possano ancora considerarsi favorevoli alla ratifica dell'atto stesso.

  Il sottosegretario Filippo MILONE ritiene che l'approfondimento prospettato dal presidente possa risultare utile per esprimere il parere con maggiore dovizia di informazioni e si riserva, pertanto, di Pag. 200riferire in Commissione sugli elementi di valutazione richiesti in una prossima seduta.

  Gianni FARINA (PD), relatore, ringrazia il Governo per la disponibilità a fornire ulteriori elementi di valutazione relativamente ai rapporti bilaterali con un Paese di indiscutibile importanza strategica, che attraversa un periodo di rischiosa instabilità interna ed esterna e nei cui confronti l'Italia deve continuare ad avere un atteggiamento costruttivo.

  Luciano ROSSI (PdL) si associa alle considerazioni espresse nel corso del dibattito ed, in particolare, sull'esigenza di favorire i rapporti diplomatici con il Pakistan. Al riguardo, auspica che il Governo possa fornire specifiche informazioni anche sugli eventuali sviluppi delle relazioni bilaterali (con gli Stati Uniti) e multilaterali conseguenti al positivo riavvicinamento tra il Pakistan e la coalizione NATO durante il recente vertice di Chicago della NATO.

  Edmondo CIRIELLI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

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