CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 maggio 2012
655.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

  Mercoledì 23 maggio 2012. – Presidenza del Presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

  La seduta comincia alle 9.30.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento civile nei confronti della deputata Monica Faenzi pendente presso il tribunale di Grosseto (atto di citazione del signor Domenico Fimmanò).
(doc. IV-ter, n. 23).

(Seguito dell'esame e conclusione).

  Mario PEPE (Misto-R-A), relatore, insiste sulla sua proposta d'insindacabilità giacché l'articolo 68 della Costituzione è stato scritto per consentire ai parlamentari di esercitare liberamente il proprio mandato senza indebiti condizionamenti e senza doversi ogni volta preoccupare del fatto che le loro espressioni possano dare luogo a contenziosi. L'episodio all'esame della Giunta ha un'indubbia caratterizzazione politica, giacché si riferisce alle elezioni comunali di un paese della Toscana dove per molti anni, in controtendenza rispetto alla gran parte della regione, governava il centrodestra. Ciò è tanto vero che Monica Faenzi è stata anche il candidato del centrodestra alla regione Toscana nel 2010, sconfitta proprio da quell'Enrico Rossi di cui la Giunta si è occupata di recente nel caso che ha riguardato il collega Barani. Ciò a dimostrazione ulteriore della caratterizzazione politica della questione. Che poi la controversia sia di ambito locale non appare decisivo: come ha evidenziato anche il collega Cassinelli in relazione alla successiva deliberazione oggi all'ordine del giorno – relativa al caso Berlusconi-Soru – vi sono molti precedenti di deliberazioni che hanno a che fare con dispute locali. D'altronde il sistema elettorale italiano non prevede il collegio unico nazionale bensì 27 circoscrizioni elettorali che afferiscono a specifici territori. Sicché gli sembra evidente che la politica parlamentare è sempre la proiezione di quella locale.
  È per questi motivi che invita i colleghi a votare per l'insindacabilità.

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  Marilena SAMPERI (PD) voterà per la sindacabilità. In questa sede non si tratta di elaborare teorie generali sugli istituti immunitari previsti in Costituzione ma soltanto di applicare ben consolidati schemi giurisprudenziali, che richiedono di verificare l'esistenza di un nesso funzionale tra quanto affermato extra moenia e atti parlamentari. Ogni collegamento in tal senso è manifestamente carente nel caso di specie.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP) voterà per l'insindacabilità in ragione dei criteri che la Giunta per le autorizzazioni si è data all'inizio della legislatura con un documento approvato all'unanimità. In tale documento si legge che le affermazioni di carattere politico-parlamentare rientrano per ciò stesso nell'ambito della prerogativa a meno che non debordino in insulti o espressioni gratuite. È capitato anche a lui di trovarsi immerso in logiche di partito e in sede locale nell'ambito delle quali l'invettiva e la polemica sono all'ordine del giorno. Non per questo può dirsi interrotto l'esercizio della complessiva funzione parlamentare, la quale quindi può individuarsi anche nei momenti relativi alla presentazione di liste elettorali nel contesto amministrativo, rispetto al quale, nel caso specifico, la deputata Faenzi non ha insultato alcuno ma ha espresso le sue perplessità sulle operazioni di ricezione delle liste medesime.

  Federico PALOMBA (IdV) voterà contro la proposta del relatore e rammenta ai colleghi, se non se ne fossero ancora accorti, che nel Paese serpeggia un corposissimo sentimento ostile ai partiti e alle istituzioni elettive in cui essi sono rappresentati. Tutto suggerirebbe di adoperare e amministrare le prerogative parlamentari con oculatezza e di evitare forzature che le persone estranee al circuito della politica avvertirebbero come un abuso di privilegi. La proposta del relatore, che egli trova molto audace, giunge a ipotizzare un'insindacabilità motivata dal solo fatto che Monica Faenzi fosse, e sia, deputata. L'argomento per cui si tratterebbe di una disputa politica non solo è infondato ma, fosse effettivamente riscontrato nei dati di fatto, comunque proverebbe troppo. L'attività politica di per sé non è coperta dall'articolo 68 della Costituzione ma è anzi una possibilità offerta dalla Costituzione a tutti i cittadini che volessero concorrere alla vita pubblica del Paese. Non capisce per quale motivo l'attività politica del candidato sindaco Faenzi dovrebbe essere coperta dall'articolo 68, mentre l'attività politica del candidato a lei avverso, non deputato, dovrebbe invece essere esposta al controllo giurisdizionale. Ognuno capisce l'abuso che si propone venga commesso e quanto esso sia pericoloso in una temperie storica e mediatica come quella attuale, nella quale l'opinione pubblica non è disposta a perdonare più nulla. Crede anche che la collega Faenzi abbia perso un'occasione, quella che la Giunta le ha offerto di tentare una conciliazione stragiudiziale, anche oltre l'obbligatoria procedura di mediazione prevista dalla legge. Ella ha sdegnosamente respinto l'ipotesi di una composizione bonaria, mostrandosi insensibile all'invito della Giunta.
  Conclude ribadendo che voterà contro la proposta del relatore.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP), osservato che le espressioni contestate alla deputata Faenzi non sono particolarmente gravi od offensive, nondimeno ritiene che esse esulino dall'articolo 68 della Costituzione. Le funzioni che ella stava esercitando erano evidentemente quelle di un concorrente politico in sede amministrativa e non già quelle di membro del Parlamento. Gli sembra di aver ascoltato due soluzioni estreme, quella del relatore, per cui a fondare l'insindacabilità basterebbe la qualità di deputato, e quella dell'on. Palomba, per cui le garanzie parlamentari sarebbero solo dei privilegi di casta. Il suo gruppo sceglierà una terza via, più meditata e fedele alla giurisprudenza costituzionale. Dettosi costernato che ogni volta la Giunta debba tornare a mettere in discussione i relativi dettami, preannunzia Pag. 6il suo voto contrario alla proposta del relatore.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) annunzia che il suo gruppo si asterrà.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) teme che il dibattito che ha ascoltato trascuri alcuni dati di fatto rilevanti. La deputata Faenzi non si è limitata a rilasciare dichiarazioni alla stampa ma ha anche depositato un esposto in sede penale nonché un ricorso al TAR sui fatti occorsi durante la fase preparatoria delle elezioni comunali di cui si tratta. Tali azioni giudiziarie costituiscono indubbi addentellati documentali per fondare l'insindacabilità parlamentare. Voterà a favore della proposta del relatore.

  Maurizio TURCO (PD) voterà per la sindacabilità, rimarcata l'evidente differenza con il caso da poco esaminato dalla Giunta e dall'Assemblea dell'on. Barani.

  Maurizio PANIZ (PdL) dichiara il voto favorevole del gruppo del Popolo della libertà alla proposta del relatore.

  Vincenzo D'ANNA (PT), con riferimento a quanto ascoltato dal collega Palomba, crede che la Giunta non possa farsi condizionare da un ambiente mediatico ostile. Se i deputati dovessero seguire gli umori della piazza, dovrebbero cambiare mestiere. Peraltro, non comprende come mai i magistrati godano dell'insindacabilità delle dichiarazioni espresse e invece il collega Palomba vorrebbe che di tale prerogativa i deputati fossero spogliati.

  Federico PALOMBA (IdV), replicando, chiarisce che la disinvolta applicazione degli istituti immunitari da parte di una maggioranza faziosa non è censurata tanto e solo dall'opinione pubblica ma da una granitica giurisprudenza costituzionale, la quale con ogni probabilità annullerà anche la delibera che gli pare si stia preparando in questa sede.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, messa ai voti la proposta del relatore, ne constata l'approvazione per 9 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti.

  La Giunta dà quindi mandato al deputato Mario Pepe (Misto-R-A) di predisporre la relazione scritta per l'Assemblea.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento penale nei confronti del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il giudice di pace della Maddalena (proc. n. 110/10 RG GdP). (doc. IV-ter, n. 21).
(Seguito dell'esame e conclusione).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rammenta che il relatore Cassinelli ha proposto l'insindacabilità.

  Federico PALOMBA (IdV) voterà contro la proposta del relatore, il quale ha fatto riferimento a due casi nei quali la Giunta e la Camera avrebbero deliberato per l'insindacabilità in relazione a casi di dispute politiche locali. Questo dovrebbe confortare l'opinione per cui anche gli insulti dell'ex Presidente del Consiglio all'ex Presidente della Regione Sardegna sarebbero ricompresi nell'articolo 68 della Costituzione. Egli ha anche detto che tali precedenti sono stati confermati dalla Corte costituzionale. Si tratta di una doppia inesattezza.
  Tanto per iniziare, entrambe quelle delibere, relative ai deputati Di Fonzo e Patarino, sono state impugnate dai giudici procedenti e la Corte costituzionale ha salvato la Camera solo per motivi procedurali, avendo i giudici ricorrenti omesso di rispettare i termini processuali. Non è dato sapere quale sarebbe stato l'esito se la Corte fosse entrata nel merito. Ma il richiamo a quei precedenti è anche sbagliato da un punto di vista sostanziale, specialmente con riferimento al caso dell'on. Di Fonzo. La delibera concernente Giovanni Di Fonzo è risalente al tempo in cui i deputati erano eletti con il sistema maggioritario e quindi davvero rappresentavano Pag. 7il loro territorio. Tanto più che la questione relativa all'acquedotto del chietino era stata oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore eletto nello stesso collegio di Di Fonzo. Sicché si tratta di un caso che probabilmente esulava dai criteri stretti della Corte costituzionale, ma non se ne allontanava neanche di tanto, come invece accade in questo caso.
  Riconosce che il relatore ha fatto degli sforzi ma questi saranno vanificati dal vaglio non solo della Corte costituzionale ma anche da quello di qualsiasi persona di buon senso. Chiunque dei presenti sarebbe insorto di fronte alla falsa accusa di aver intascato illecitamente 30 milioni di euro.

  Giuseppe CONSOLO (FLpTP) fa presente che è in corso la seduta della Commissione giustizia e che comunque ha bisogno di formarsi un orientamento preciso sulla base della documentazione che non ha potuto compiutamente compulsare oggi. Chiede pertanto un rinvio del seguito dell'esame.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, nessuno chiedendo di parlare a favore o contro, pone ai voti la richiesta di rinvio.

  La Giunta respinge.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP) preannuncia che il suo gruppo voterà in senso contrario alla proposta del relatore.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP) voterà contro la proposta del relatore.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) voterà a favore della proposta del relatore, in ragione del fatto che la questione del processo per abuso d'ufficio a carico di Renato Soru era già emersa sull’Unione Sarda in mesi precedenti il comizio e rispetto a quelle notizie Soru non aveva reagito. Di qui l'ovvio affidamento del deputato Berlusconi sulla verità dei fatti.

  Marilena SAMPERI (PD) preannuncia che il suo gruppo voterà per la sindacabilità, anche associandosi agli argomenti del collega Palomba in ordine alla totale inconferenza dei precedenti Di Fonzo e Patarino.

  La Giunta, per 10 voti contro 9, approva la proposta del relatore, conferendogli il mandato di predisporre il documento per l'Assemblea.

Comunicazioni del Presidente sul conflitto d'attribuzione di cui all'ordinanza della corte costituzionale n. 147 del 2011.
(Seguito e conclusione).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, ricorda che nella scorsa seduta era stata data notizia del deferimento di un parere su un conflitto di attribuzione relativo a una deliberazione d'insindacabilità della Camera – adottata su conforme proposta della Giunta a maggioranza – a sua volta inerente a una causa tra i deputati Berlusconi e Di Pietro. Aveva proposto di esprimere il parere che la Camera si costituisse al solo fine di far rilevare la tardività della notifica e, dunque, l'improcedibilità del conflitto. Ipotizza altresì, pur non essendo questo un profilo strettamente rientrante nelle competenze della Giunta, di suggerire di avvalersi dell'Avvocatura interna.
  Il deputato Palomba aveva richiesto il rinvio dell'esame della questione per intervenire.

  Federico PALOMBA (IdV), chiarito che la difesa privata del deputato Di Pietro non è chiamata in causa dai rilievi procedurali emersi dall'esposizione del Presidente delle sedute del 16 maggio e di oggi, rimarca tuttavia che sarà decisivo conoscere il dies a quo dal quale considerare decorrenti i 60 giorni assegnati nell'ordinanza n. 147 al tribunale di Bergamo per notificare il conflitto alla Camera.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, concorda che la tardività della notifica del conflitto d'attribuzione non è in alcun Pag. 8modo attribuibile alla difesa privata dell'onorevole Di Pietro: il giudizio per conflitto d'attribuzione non è tra parti private ma pubbliche, ovvero i poteri dello Stato in conflitto, in questo caso la Camera dei deputati e il tribunale di Bergamo. Salva la verifica sul dies a quo giustamente ritenuta opportuna dal collega Palomba, la tardività potrebbe essere ascritta agli uffici di Bergamo. Ciò non toglie che ai sensi della giurisprudenza della Corte costituzionale a partire dalla sentenza n. 76 del 2001 l'onorevole Di Pietro avrebbe potuto intervenire ad adiuvandum nel giudizio, ove questo si fosse svolto, ciò che gli pare tuttavia compromesso, essendo passato ormai un anno dal deposito dell'ordinanza nella cancelleria della Corte costituzionale.

  La Giunta concorda all'unanimità sull'orientamento proposto dal Presidente, il quale avverte che ne riferirà al Presidente della Camera.

  La seduta termina alle 10.20.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento civile nei confronti del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il tribunale di Brescia (atto di citazione del dottor Alfredo Robledo). (Doc. IV-ter, n. 22) (rel.: Costa).