CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 maggio 2012
648.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

  Martedì 8 maggio 2012. – Presidenza del Presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

  La seduta comincia alle 14.30.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento civile nei confronti della deputata Monica Faenzi pendente presso il tribunale di Grosseto (atto di citazione del signor Domenico Fimmanò) (doc. IV-ter, n. 23).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rammenta che si era concordato di tentare una conciliazione stragiudiziale tra le parti e a tale scopo aveva inviato loro comunicazioni con lettere del 20 aprile 2012. Non ha ancora ricevuto riscontri. Domanda al relatore se intenda rendere chiarimenti al riguardo.

  Mario PEPE (Misto-R-A), relatore, sa che la deputata Faenzi intende intervenire proprio per offrire alla Giunta i ragguagli richiesti.
  (Viene introdotta la deputata Faenzi).

  Monica FAENZI (PdL), rappresenta che il carattere squisitamente politico e non già personale della disputa impedisce che essa possa essere composta sul piano di una transazione privata. Venendo allo specifico della vicenda, ricorda che, in qualità di sindaco di Castiglione della Pescaia, aveva prescelto quale segretario comunale il dottor Fimmanò dopo una severa selezione e che, sull'arco dei due mandati da sindaco che ella ha esercitato, si era consolidato un rapporto di lealtà senza riserve fino all'episodio che dà origine alla contesa. Le risulta che il segretario Fimmanò, il giorno prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste, in modo irrituale, avesse sollecitato la presentazione con inusitata premura da parte del Popolo della libertà delle liste di candidati per il consiglio comunale. Fu in seguito a queste sollecitazioni che i responsabili di lista si recarono presso gli uffici competenti e consegnarono fascicoli incompleti Pag. 4(in particolare, con i nomi dei candidati in bianco e quindi senza un esplicitato collegamento con i firmatari), ma ricevettero la rassicurazione da parte del dottor Fimmanò che avrebbe provveduto lui a comporre l'incartamento, ciò che peraltro rientrava nei suoi doveri ai sensi di una circolare del Ministero dell'interno.
  Viceversa, non è stato così ed è per questo che si è determinata a presentare una denunzia per irregolarità elettorali presso la procura della Repubblica. Il fatto evidentemente non ha solo risvolti penali ma corpose implicazioni politiche, dal momento che la lista del Popolo della libertà non poté presentare i propri candidati, in cima alla lista dei quali era lei stessa, e perse il comune. Precisa che il dottor Fimmanò, che già lavorava «a scavalco» tra vari comuni, è poi stato definitivamente assunto dal comune di Volterra.
  I termini di legge per ottenere giudizialmente un reintegro della lista sono molto stretti (tre giorni), sicché il suo primo pensiero fu quello di percorrere le vie del ricorso e non quello di presentare atti parlamentari. Del resto, nelle interviste agli organi di stampa non ha offeso nessuno in persona ma ha narrato oggettivamente i fatti avvenuti.

  Mario PEPE (Misto-R-A), relatore, le domanda se vi fossero stati – in prossimità di tali eventi – dissapori con il dottor Fimmanò.

  Monica FAENZI (PdL), risponde negativamente, precisando tuttavia che, nei tempi più vicini alla cessazione del suo mandato, il dottor Fimmanò aveva mostrato disponibilità verso l'opposizione consiliare e, ad elezioni avvenute, suo figlio è stato assunto presso lo studio professionale del nuovo assessore all'urbanistica. Peraltro, dopo i fatti in causa il Fimmanò non è più tornato nel comune di Castiglione e, avendola incrociata casualmente, le ha semplicemente detto di essersi sbagliato per motivi di distrazione.

  Marilena SAMPERI (PD), premesso che la Giunta non può entrare nel merito specifico dei torti e delle ragioni e che, invece, deve limitarsi a cercare, ove sussistente, il nesso funzionale tra i fatti di causa e atti tipici del mandato parlamentare, domanda alla deputata Faenzi se non convenga insistere nel tentativo di una conciliazione che farebbe venir meno l'oggetto della deliberazione della Giunta.

  Monica FAENZI (PdL), ribadisce che non può auspicare una soluzione transattiva che presupporrebbe la natura personale della disputa, in antitesi con il suo carattere politico.

  Francesco Paolo SISTO (PdL), chiede di chiarire i termini della sua denunzia giudiziaria.

  Monica FAENZI (PdL) fa presente di aver depositato un esposto all'autorità giudiziaria nell'immediatezza dei fatti. Tuttavia la posizione del dottor Fimmanò è stata stralciata rispetto a quella di eventuali altri indagati. A seguito della sua denunzia sono state inviate comunicazioni giudiziarie a vari soggetti. Precisa altresì che, nelle interviste per cui è causa, di fatto sono riprodotti i concetti della denunzia.
  (La deputata Faenzi si allontana dall'aula).

  Mario PEPE (Misto-R-A), relatore, propone che la Giunta deliberi per l'insindacabilità e chiede che si passi al voto nella seduta odierna.

  Federico PALOMBA (IdV), è decisamente contrario ad un voto troppo precoce. Il relatore ha, del resto, avanzato la sua proposta soltanto ora, in assenza di molti membri della Giunta, impegnati nei lavori delle Commissioni riunite I e II su un provvedimento di estremo rilievo.

  Marilena SAMPERI (PD), si associa alle considerazioni del collega Palomba e chiede che la votazione non si svolga nella seduta di oggi.

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  Francesco Paolo SISTO (PdL), per onore di verità, rimarca che presso le Commissioni riunite I e II non sono in corso votazioni.

  Fulvio FOLLEGOT (LNP), considererebbe opportuno un rinvio della votazione.

  Giuseppe CONSOLO (FLpTP), si associa.

  Maurizio PANIZ (PdL), a nome del suo gruppo, non insiste per la votazione.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rinvia pertanto il seguito dell'esame ad altra seduta.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento penale nei confronti del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il giudice di pace della Maddalena (proc. n. 110/10 RG GdP) (doc. IV-ter, n. 21).
(Esame e rinvio).

  Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, espone che il querelante, dottor Renato Soru, presidente della Giunta regionale sarda all'epoca dei fatti, ritiene che la sua reputazione sia stata offesa da alcune espressioni utilizzate dall'onorevole Berlusconi nell'ambito della campagna elettorale per le elezioni amministrative in Sardegna allora in corso: si tratta, segnatamente, di dichiarazioni rese in occasione di due comizi elettorali (tenutisi a Tempio Pausania e ad Arzachena il 24 gennaio 2009), ai quali il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore aveva partecipato a sostegno della coalizione di centrodestra e del candidato alla carica di Governatore della regione Sardegna Ugo Cappellacci.
  Intervenendo in tali sedi, secondo quanto riferito dalla stampa, l'onorevole Berlusconi avrebbe fatto riferimento al fallimento del Presidente Soru nella sua veste di «moralizzatore politico [...] Infatti, in occasione di un appalto di pubblicità della Regione per 60 milioni di euro, che ha affidato all'agenzia Saatchi & Saatchi, contestualmente si è fatto dare dalla stessa agenzia un contratto di 30 milioni per la sua azienda».
  Secondo quanto lamentato dal querelante, le suddette espressioni ricevevano immediata diffusione nella stampa, dapprima a livello locale e quindi in ambito nazionale. Il dottor Soru sporgeva quindi querela nei confronti di Berlusconi, ritenendo le espressioni utilizzate da quest'ultimo gravemente diffamatorie in quanto «rilasciate in un contesto chiaramente extra-istituzionale ed aldilà dei limiti di una corretta e rispettosa interlocuzione politica [...] senza riferimento ad un benché minimo riscontro concreto, risultando infatti del tutto false e non riferite ad episodi precisi e specifici, o a persone individuate concretamente che avrebbero potuto confermare o riferire dati e circostanze, documenti ufficiali e attendibili fonti».
  Nel corso del giudizio instauratosi, la difesa dell'onorevole Berlusconi ha eccepito l'applicabilità della prerogativa dell'insindacabilità, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003, ma il giudice ha respinto l'eccezione: di qui la trasmissione degli atti alla Camera ed il loro conseguente deferimento alla Giunta.
  La vicenda sottesa alle affermazioni del Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore aveva avuto a sua volta grande eco (non soltanto nella stampa locale) avendo formato oggetto di un procedimento penale nel quale è stato coinvolto anche il Presidente Soru, pendente all'epoca dei comizi. Infatti, in quel tempo, il dottor Soru risultava indagato in un procedimento penale per le ipotesi di abuso d'ufficio in relazione alle procedure seguite per l'affidamento (mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara) dell'appalto del servizio di consulenza gestionale per l'ideazione della campagna pubblicitaria «Sardegna fatti bella» in favore della Saatchi & Saatchi; la pubblica accusa in quel procedimento ipotizzava la sussistenza di presunte irregolarità nell'assegnazione diretta del contratto alla Pag. 6medesima Saatchi & Saatchi che, a sua volta, avrebbe affidato in sub-appalto a una società vicina al presidente della Regione l'esecuzione di prestazioni per un valore pari al trenta per cento.
  Gli sembra pertanto sin d'ora possibile individuare numerosi elementi a sostegno dell'insindacabilità delle affermazioni rese dal deputato Berlusconi.
  Innanzitutto, che il presidente Soru fosse stato raggiunto da un avviso di garanzia in relazione alle ipotesi di reato di abuso d'ufficio e turbativa d'asta in relazione alle procedure per l'affidamento di una gara d'appalto costituiva, all'epoca, fatto notorio, in quanto le vicende giudiziarie in questione erano state portate a conoscenza dell'opinione pubblica dalla stampa. Peraltro, in relazione alla stessa vicenda era stata istituita in seno al consiglio regionale una commissione d'inchiesta che aveva «accertato evidenti anomalie nello svolgimento della gara di cui si tratta. Invero, lo svolgimento dei lavori non pare essere stato caratterizzato da canoni d'imparzialità, trasparenza e correttezza [...]» (si veda la relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta approvata dal consiglio regionale il 19 giugno 2007).
  Solo per completezza d'informazione, ricorda che la sentenza di proscioglimento del dottor Soru è intervenuta in un'epoca successiva a quella alla quale risalgono i fatti all'esame.
  In secondo luogo, da un raffronto tra gli stralci delle dichiarazioni dell'onorevole Berlusconi riportate sui giornali e il resoconto stenografico dei comizi elettorali nei quali tali dichiarazioni furono rese, risulta la presenza, negli articoli di stampa, di una rilevantissima omissione: non si riporta infatti che le affermazioni contestate («....in occasione di un appalto di pubblicità della Regione per 60 milioni di euro, che ha affidato all'agenzia Saatchi & Saatchi, contestualmente si è fatto dare dalla stessa agenzia un contratto di 30 milioni per la sua azienda.») fossero precedute dal seguente passaggio: «sembra che [Soru] sia stato chiamato sotto processo».
  In terzo luogo, come risulta ampiamente documentato dai resoconti stenografici dei comizi elettorali in questione, il deputato Berlusconi ha intrecciato strettamente considerazioni su questioni di rilevanza più marcatamente locale, in quanto riferite alla regione Sardegna, con considerazioni afferenti alla politica nazionale e al programma di governo dell'Esecutivo da lui guidato, di tal che appare difficile affermare che le espressioni utilizzate non siano riconducibili alla attività politica di interesse nazionale.
  D'altronde, è patrimonio di questa Giunta, fin dalla XIII legislatura, che la natura locale o regionale della vicenda oggetto di polemica non basta a recidere il nesso funzionale con il mandato parlamentare. Si può ricordare, per esempio, la vicenda dell'on. Giovanni Di Fonzo, che era stato chiamato a rispondere civilmente per dichiarazioni inerenti all'acquedotto del Chietino ritenute lesive dell'onore del sindaco di Lanciano e su cui la Giunta e l'Assemblea, nella XIII legislatura, si pronunziarono per la non sindacabilità (doc. IV-quater, n. 164); e – nella corrente legislatura – occorre ricordare il caso dell'on. Patarino, di cui al documento IV-ter n. 10, relativo ad una disputa sul collocamento di un villaggio-vacanze in Puglia, su cui la Giunta a larga maggioranza ha proposto all'Assemblea una delibera d'insindacabilità, decisione che ha trovato successivamente – a suo avviso – la conferma della Corte costituzionale.

  Federico PALOMBA (IdV), domanda se siano disponibili i documenti posti a base della relazione appena ascoltata.

  Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, precisa che li ha evinti dal fascicolo pervenuto alla Camera.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, ricorda che sia i documenti della difesa del deputato Berlusconi, sia i precedenti citati dal relatore sono a disposizione di tutti i membri della Giunta, come sempre accade. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Sui lavori della Giunta.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, fa presente che dalla procura della Repubblica di Palmi è pervenuta una domanda di autorizzazione all'acquisizione dei tabulati telefonici del deputato Belcastro in qualità di persona offesa dal reato. La relativa documentazione è a disposizione dei componenti la Giunta presso gli uffici e la questione sarà esaminata nella prossima seduta. Chiederà di riferire all'onorevole Lo Presti.

  La seduta termina alle 15.11.