CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 292

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

  La seduta comincia alle 13.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Marco Mario MILANESE (PdL), relatore, prima dell'inizio della discussione del provvedimento, ritiene opportuno fare un passo indietro e rimettere al presidente il mandato di relatore. Ciò a seguito delle polemiche sollevate che, in sincerità, ritiene insussistenti.
  Rileva che per questo e per gli apprezzamenti che il presidente della Commissione gli ha sempre riservato lo ringrazia così come ringrazia i tanti colleghi di maggioranza ed opposizione che hanno avuto nei suoi confronti parole di comprensione e stima.
  Ringrazia altresì il suo gruppo e, in particolare, il presidente Cicchitto, per il sostegno che gli hanno dato in ogni occasione, così come in questa.
  Fa quindi presente che rimette il mandato perché ritiene che prima delle persone venga l'interesse comune e collettivo, ed in questo momento più importante di ognuno è che la Commissione resti unita, se non per le normali divergenze sostanziali sui contenuti del provvedimento.
  Rileva che, purtroppo, questa polemica è nata da un equivoco di fondo, iniziata da chi non conosce i meccanismi parlamentari e che ha dato a questo parere in sede consultiva un'importanza che non ha rispetto alla Commissione di merito. Importanza che, purtroppo, chi ha sollevato Pag. 293questa polemica non ha sentito ieri quando in sede congiunta delle Commissioni di merito a fronte di 78 commissari ne erano presenti solo 15.
  Fa presente di non avere alcun intento polemico, ma solo il dispiacere, tenuto conto che voleva solo svolgere il suo dovere di deputato nell'esercizio delle proprie funzioni.
  Rileva che, come detto, non vi è nessun intento polemico; anzi solo l'interesse a che lo spirito costruttivo trovato nella XIV Commissione resti tal quale, vista anche l'importanza fondamentale di ciò, consapevoli tutti della gravità della situazione europea ed italiana, con lo spread in risalita e la borsa a picco. Quindi consapevolezza che è sempre più importante avere un ruolo forte in Europa ed una politica di crescita comune piuttosto che fare continue manovre di correzione che stanno soffocando i Paesi europei ed in particolare l'Italia.

  Mario PESCANTE, presidente, prende atto delle dichiarazioni testé rese dal collega Milanese. Ricorda, peraltro, che di recente gli aveva assegnato, in qualità di relatore, le relazioni su due provvedimenti all'esame della XIV Commissione: sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/65/CE, concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM) (atto 440) e sul disegno di legge, approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge n. 16 del 2012 recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento (C. 5109).
  Intende inoltre sottolineare come il collega Milanese si sia sempre dimostrato competente e puntuale nella funzione di relatore che gli è stata attribuita e le proposte di parere da lui elaborate sono sempre giunte ad approvazione. Si tratta, inoltre, di uno dei deputati più presenti e partecipi alle sedute della Commissione.
  Comprende, peraltro, che egli abbia voluto prendere atto di alcune polemiche emerse in questi giorni, nate al di fuori della XIV Commissione. Ritiene si tratti di cose che possono capitare, come è avvenuto a lui stesso in occasione dell'esame del disegno di legge comunitaria 2011 che, tuttavia, giace ancora al Senato per i motivi che egli stesso aveva avuto modo di evidenziare in precedenza.
  Ritiene che il collega Milanese, nel rimettere il proprio mandato, abbia dato dimostrazione di una solidale partecipazione all'attività ed al ruolo della XIV Commissione ed auspica che quanto accaduto sia solo un incidente di percorso.
  Fa quindi presente che, ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento della Camera, eserciterà direttamente le funzioni di relatore per la XIV Commissione sul documento in esame.

  Sandro GOZI (PD) ringrazia preliminarmente il presidente Pescante ed il collega Milanese per la sensibilità dimostrata dando la priorità al buon andamento dei lavori della Commissione ed alla cooperazione in questo ambito, pur nella diversità di vedute che caratterizzano i vari gruppi sui provvedimenti all'esame parlamentare. Apprezza, quindi, la decisione assunta e ricorda anch'egli che si tratta di polemiche nate fuori dalla Commissione che hanno reso più difficile procedere nei lavori ed a cui è stata data un'enfasi mediatica, che, a titolo personale, considera eccessiva.
  Auspica, in ogni modo, che quanto accaduto possa dare luogo anche ad un'enfasi positiva per quanto concerne l'attività ed il ruolo della Commissione politiche dell'Unione europea che, pur svolgendo un lavoro importante soprattutto dopo l'approvazione del Trattato di Lisbona, continua ad essere considerata come sede essenzialmente tecnica salvo quando vi sono questioni che sollevano l'interesse degli organi di stampa. Auspica, quindi, che, come sono stati dedicati quattro giorni alla questione connessa alla nomina del collega Milanese quale relatore presso la XIV Commissione sul documento in esame, venga dato altrettanto rilievo, sugli organi Pag. 294di stampa, ad altri temi importanti che la XIV Commissione si trova ad affrontare.

  Mario PESCANTE, presidente, ricorda di essere stato chiamato lui stesso in causa da parte di un autorevole quotidiano per un suo intervento che vi sarebbe stato nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri di fronte alla bocciatura della candidatura di Roma alle Olimpiadi. Rileva che le due questioni non avevano alcuna connessione tra loro. In ogni modo, prende positivamente atto dell'intervento del collega Gozi e ritiene che la polemica sia sorta anche perché si riteneva erroneamente che il relatore presso la XIV Commissione dovesse svolgere tale funzione anche in Assemblea, anche se pure in tale caso non vi sarebbero stati ostacoli procedurali.
  Illustra quindi il documento in esame che investe questioni di carattere complesso anche dal punto di vista tecnico, motivo che l'aveva indotto a nominare un relatore esperto della materia.
  Fa quindi presente che il documento di economia e finanza 2012 si colloca nell'ambito del secondo anno di attuazione della procedura del «semestre europeo» individuata dall'Unione europea per garantire un maggiore coordinamento delle politiche di bilancio, inserendo in un'unica cornice il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma dell'Italia.
  In tal senso, due appaiono gli ambiti di interesse per la Commissione XIV: la descrizione degli andamenti generali della finanza pubblica che il documento fornisce, in primo luogo; la sua collocazione all'interno della nuova governance economica dell'Unione e la conformità con le priorità stabilite a livello europeo e le raccomandazioni rivolte all'Italia in secondo luogo.
  Con riferimento al primo aspetto, il documento evidenzia un peggioramento del ciclo economico, rispetto a quello descritto nella relazione al Parlamento del dicembre 2011. In quest'ultimo documento si prevedeva una contrazione dell'economia italiana per il 2012 dello 0,4 per cento, mentre il DEF prevede ora una contrazione dell'1,2 per cento; per il 2013 si prevede poi nel DEF una crescita dello 0,5 per cento, mentre nella relazione del dicembre scorso era stimata allo 0,3 per cento. Secondo il DEF, infine la crescita si dovrebbe rafforzare all'1 per cento nel 2014 (lo stesso valore stimato nella relazione del dicembre scorso) e all'1,2 per cento nel 2015.
  Il documento conferma poi il raggiungimento del pareggio di bilancio per il 2013: l'indebitamento netto risulterà infatti dell'1,7 per cento nel 2012, dello 0,5 per cento nel 2013, dello 0,1 per cento nel 2014 e 0 nel 2015. Tuttavia considerando il dato, in coerenza con le regole del patto di stabilità e crescita, in termini strutturali, e cioè al netto degli effetti del ciclo economico l'indebitamento risulterà dello 0,4 nel 2012 e già nel 2013 si realizzerà un surplus strutturale dello 0,6 per cento.
  In base al documento, il consistente avanzo primario – in aumento dal 3,6 per cento del PIL per il 2012 al 5,7 per cento nel 2015 – consentirà, a decorrere dal 2013, la discesa del debito pubblico (che dovrebbe passare dal 123,4 per cento nel 2012 al 114,4 nel 2015).
  Il DEF evidenzia l'impatto recessivo delle manovre di correzione della finanza pubblica adottate nel 2011, stimato per il periodo 2012-2014 in un valore che oscilla tra i 2,1 e i 2,6 punti percentuali.
  Insieme però il documento attribuisce ai provvedimenti di riforma già adottati dal Governo, quali i decreti-legge n. 1 (liberalizzazioni) e n. 5 (semplificazioni) del 2012 un effetto di crescita del PIL pari a 2,4 punti percentuali nel periodo 2012-2020.
  Inoltre, il DEF attribuisce alle misure contenute nel Piano nazionale delle riforme (PNR), che costituisce parte integrante del documento, un valore di crescita del PIL di 0,4 punti percentuali per i periodi 2012-2014 e 2015-1017 e di 0,6 punti percentuali nel periodo 2018-2020.
  In particolare, la sezione III del DEF, recante il PNR dell'Italia, dà anzitutto conto, in modo puntuale, delle misure adottate dal nostro Paese per dare seguito Pag. 295alle raccomandazioni adottate nel luglio 2011 dal Consiglio alla prima applicazione della procedura del semestre europeo.
  In secondo luogo, il PNR indica le azioni per il raggiungimento degli obiettivi nazionali nell'ambito delle cinque grandi priorità stabilite dalla Strategia 2020 (portare al 75 per cento il tasso di occupazione per la popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni; portare al 3 per cento del PIL la spesa per investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo; ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990; migliorare i livelli di istruzione, con la riduzione dei tassi di dispersione scolastica al di sotto del 10 per cento e l'innalzamento del tasso di istruzione terziaria o equivalente almeno al 40 per cento delle persone tra 30 e 34 anni; eliminazione del rischio di povertà e di esclusione sociale per almeno 20 milioni di persone).
  Al riguardo sottolinea che il Governo conferma sostanzialmente gli obiettivi nazionali per il 2020 stabiliti nel PNR 2011 presentato lo scorso anno.
  In terzo luogo, nell'ambito di una apposita sezione del Piano nazionale delle riforme intitolata «l'Agenda per la crescita», il Governo preannuncia, tra le altre cose, l'adozione dei seguenti provvedimenti finalizzati alla crescita e competitività del sistema produttivo: un disegno di legge di riforma e rafforzamento degli incentivi e degli strumenti di premialità in diversi ambiti, dalla Pubblica amministrazione alla ricerca, dalla sanità al fisco; revisione degli strumenti nazionali esistenti per l'incentivazione delle attività imprenditoriali; anticipo del recepimento della direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento rispetto alla scadenza di aprile 2013; istituzione dei tribunali delle imprese e riorganizzazione degli uffici giudiziari; rafforzamento degli investimenti nelle opere infrastrutturali; attuazione degli obiettivi di sviluppo nell'Agenda digitale per l'Europa; conquista di nuovi spazi di mercato all'estero; attuazione di un nuovo programma di riduzione degli oneri amministrativi nei confronti delle imprese, da realizzarsi nel 2012-2015; rafforzamento dell'azione di pianificazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni; attuazione di una strategia integrata di prevenzione e contrasto dei fenomeni di corruzione.
  Il DEF sottolinea poi, e si tratta di un aspetto di interesse specifico per la XIV Commissione, la prosecuzione nel corso del 2012 dell'azione di riprogrammazione dei Fondi strutturali avviata con il Piano di Azione coesione.
  Rileva che, come già accennato, il DEF, nella sua articolazione in programma nazionale di stabilità e piano nazionale di riforma, costituisce parte integrante della procedura del «semestre europeo». Tale procedura prevede l'approvazione in gennaio da parte della Commissione europea dell'indagine annuale della crescita, l'elaborazione nei mesi di febbraio e marzo da parte del Consiglio europeo delle linee guida di politica economica, l'invio alla Commissione europea, appunto, nel mese di aprile dei piani nazionali di riforma (elaborati nell'ambito della Strategia UE2020) e del programma nazionale di stabilità (ai fini del rispetto del Patto europeo di stabilità e crescita) da parte degli Stati membri; l'approvazione nel mese di giugno da parte del Consiglio Ecofin, su proposta della Commissione e tenendo conto degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo, delle raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati membri; l'elaborazione, sulla base delle raccomandazioni, delle leggi di bilancio da parte dei singoli Stati membri.
  Al riguardo, per quel che concerne la competenza della Commissione XIV, assume quindi rilievo una valutazione di quanto le misure prospettate dal DEF risultino coerenti con le linee guida di politica economica approvate nel Consiglio europeo del 1o-2 marzo:
  In proposito ricorda che, nell'ambito di tali linee guida, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri a: combinare il risanamento di bilancio, differenziato in funzione degli Stati membri, con investimenti nei settori dell'istruzione, ricerca e innovazione; riesaminare ove opportuno i Pag. 296rispettivi sistemi tributari al fine di renderli più efficaci ed efficienti, eliminare le esenzioni ingiustificate, ampliare la base imponibile, spostare l'onere fiscale dal lavoro, migliorare l'efficienza della riscossione e combattere l'evasione fiscale; modernizzare le politiche del lavoro, nel rispetto del ruolo delle parti sociali e dei sistemi nazionali di formazione dei salari.
  Pertanto, in via generale, segnala che avrebbe forse giovato, anche ai fini di un più efficace esame parlamentare, una formulazione del documento in termini più sintetici e volti a dare puntuale risposta alle azioni da ultimo sollecitate dall'Unione europea nelle linee guida.
  Ciò premesso, con riferimento al primo aspetto (combinare il risanamento di bilancio con investimenti nei settori dell'istruzione, ricerca e innovazione) il documento richiama essenzialmente, per gli investimenti nei settori dell'istruzione, ricerca e innovazione, le risorse già previste nel piano di Azione coesione e derivanti dalla riprogrammazione delle risorse, europee e nazionali, delle politiche di coesione, con una specifica attenzione al programma operativo nazionale per la ricerca e la competitività di competenza del Ministero dell'istruzione (con una spesa stimata al 2015 di cinque miliardi di euro). Non appare invece farsi riferimento a nuovi interventi, anche se è presente l'impegno a considerare, nell'ambito della riforma del sistema degli incentivi alle imprese, l'istituzione di un credito di imposta permanente ed automatico per le spese di ricerca e sviluppo.
  Con riferimento al secondo aspetto (riforma del sistema fiscale) il documento richiama il recente disegno di legge delega approvato dal governo nella riunione del Consiglio dei ministri del 16 aprile scorso e che va a sostituire l'analogo provvedimento presentato al Parlamento dal precedente governo ed attualmente all'esame della Commissione finanze. Rispetto alle linee guida, il documento non appare dettagliare le modalità con le quali si intende spostare l'onere fiscale dal lavoro, anche se si richiamano le prime misure in tal senso già contenute nel decreto-legge «salva-Italia» (ACE) e si fa riferimento all'esigenza di «rivedere l'imposizione sui redditi di impresa individuale e da attività professionale per rendere più neutrale il sistema tributario», nonché «promuovere lo spostamento della tassazione verso imposte meno distorsive sulla crescita come quelle ambientali»
  Con riferimento al terzo aspetto (modernizzazione delle politiche del lavoro), il documento richiama il recente disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, attualmente all'esame del Senato.
  Ritiene quindi opportuno che il parere della Commissione XIV impegni il Governo a dare puntuale seguito alle linee guida approvate dal Consiglio europeo, con particolare riferimento agli aspetti che appaiono allo stato meno dettagliati quali quelli della politica per gli investimenti nei settori dell'istruzione, ricerca e innovazione e dello spostamento dell'onere fiscale dal lavoro.
  Rileva che un ulteriore elemento da prendere in considerazione è che comunque il DEF si colloca all'interno di un processo che a livello di Unione europea è ancora de jure condendo. Infatti sono in corso di esame e potrebbero essere approvate in via definitiva entro il mese di luglio, con procedura legislativa ordinaria, le due proposte di regolamento del cosiddetto two pack che completano e rendono più rigorose le procedure di sorveglianza e coordinamento delle politiche di bilancio previste dal pacchetto di sei atti legislativi sulla governance economica approvato nel novembre 2011 (six pack). In particolare, una delle due proposte, quella sul monitoraggio e la valutazione dei progetti di bilancio (COM(2011)821) potrebbe avere, se approvata in tempi utili, un significativo impatto sui contenuti e soprattutto sulle procedure di esame parlamentare dei documenti di bilancio che dovranno essere predisposti, il prossimo autunno, sulla base delle indicazioni del DEF.
   La proposta di regolamento prevede infatti, l'obbligo per gli Stati membri dell'Eurozona, di: pubblicare i propri programmi di bilancio a medio-termine, basati su previsioni macroeconomiche fornite Pag. 297da un organismo indipendente; presentare entro il 15 ottobre il progetto di bilancio per l'anno successivo; approvare la legge di bilancio annuale non più tardi del 31 dicembre; istituire un ente di controllo indipendente per il monitoraggio degli andamenti di bilancio.
  La proposta di regolamento prevede inoltre che la Commissione europea, qualora ritenesse il progetto di bilancio di uno Stato membro non conforme agli obblighi imposti dal Patto di stabilità e crescita, possa richiedere entro due settimane dalla ricezione del progetto la presentazione di un progetto di bilancio rivisto. Al termine dell'esame del progetto di bilancio, al più tardi entro il 30 novembre, la Commissione europea potrebbe adottare, se necessario, un parere sul progetto stesso, da sottoporre alla valutazione dell'Eurogruppo.
  Al riguardo, ritiene quindi che la Commissione dovrebbe segnalare, nel parere sul DEF, la necessità che il Governo garantisca, nell'ambito dell'approvazione del regolamento europeo, la definizione di forme opportune di raccordo tra le nuove procedure di controllo europeo dei progetto di bilancio nazionali e le procedure di approvazione parlamentare nazionale dei medesimi progetti.

  Sandro GOZI (PD) ritiene che il documento in esame assuma una particolare importanza sotto il profilo economico e politico ed esprime l'auspicio che questo possa essere ampliato ed arricchito al termine dell'esame parlamentare, alla luce delle osservazioni che saranno espresse dalle Commissioni di merito. Ritiene si tratti di un documento positivo, migliorativo rispetto a quello elaborato lo scorso anno, in primo luogo nel metodo. È stato infatti presentato dal Presidente del Consiglio, con un ruolo attivo del ministro per gli affari europei e con la concertazione dei ministri maggiormente coinvolti.
  Ritiene sia quindi l'inizio del «buon metodo» nel cui ambito l'Italia dovrà impegnarsi per i prossimi anni, riguardando un orizzonte temporale che arriva fino all'anno 2020.
  Sottolinea, peraltro, come anche sotto il profilo del metodo vi sia comunque molto lavoro da fare: il documento dimostra una difficoltà a realizzare una sintesi efficace delle politiche e su questo ribadisce l'importanza e la necessità di approvare quanto prima la riforma della legge n. 11 del 2005. Su questo si registrano, infatti, ancora delle resistenze da parte delle amministrazioni centrali ad un coordinamento europeo e ad una piena condivisione delle strategie.
  Ritiene poi che dal documento in esame emerga un atteggiamento di marcata prudenza, che è sicuramente comprensibile alla luce del contesto economico e finanziario in essere che, come dimostrano gli accadimenti di questi giorni, non si è ancora stabilizzato. Tuttavia su alcuni obiettivi sarebbe stato opportuno un approccio di maggiore ottimismo, ad esempio per quanto attiene ai settori della ricerca e dello sviluppo, puntando su questi in maniera marcata nell'orizzonte del 2020. Lo stesso vale per il settore della pubblica istruzione sul quale, nonostante la situazione dell'Italia rispetto agli altri paesi dell'Unione europea, un maggiore ottimismo sarebbe quanto mai necessario.
  Concorda quindi sull'importanza data al consolidamento dei conti pubblici ed all'opportunità di portare avanti misure di crescente liberalizzazione e di maggiore competitività per le imprese; ritiene sia stata data la giusta enfasi rispetto al lavoro svolto per il recupero dei fondi strutturali e sulla coesione territoriale, sottolineando come l'utilizzo dei fondi strutturali dovrà accompagnare le prossime misure da adottare per il Paese.
  Condivide altresì l'analisi di fondo, che sottolinea la necessità di accrescere la produttività totale dei fattori. Occorre quindi chiedersi come tornare a crescere concentrando, a suo avviso, l'attenzione soprattutto sulle infrastrutture, sul capitale umano e sociale e sull'economia verde, che sempre di più costituisce un elemento importante sul quale occorre promuovere ogni possibile impegno.
  Richiama inoltre le ulteriori misure contenute nel documento in esame tra cui Pag. 298l'Agenda digitale, la delega fiscale, la riforma del lavoro come rivista a seguito dell'ultima riunione svolta con il Presidente del Consiglio, l'accesso al credito e le misure per il pagamento da parte della pubblica amministrazione. Sono inoltre attese riforme di rilievo sulla giustizia civile e su altri profili collegati alla strategia 2020, da definire in altre sede, quali le norme per il contrasto alla corruzione e per il versante energetico.
  Ritiene quindi che il Governo debba essere incoraggiato ad essere più incisivo e dettagliato su alcuni aspetti in particolare: il tema della conoscenza, che ricomprende la ricerca e l'istruzione, l'economia verde e gli interventi volti a superare gli ostacoli nei confronti di alcune categorie tra le donne ed i giovani.

  Marco Mario MILANESE (PdL) si associa a quanto testé rilevato dal collega Gozi rispetto a gran parte della struttura del documento in esame. Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo, sottolineando peraltro l'esigenza di apportare, nel prosieguo dell’iter parlamentare, alcune necessarie modifiche anche rispetto a quanto evidenziato dal viceministro per l'economia e le finanze Grilli nell'audizione svolta nella giornata di ieri presso le Commissioni riunite Bilancio della Camera e del Senato.
  Emerge infatti che a seguito delle ultime tre manovre di intervento sui saldi di finanza pubblica vi è stato un aggiustamento che, in termini di correzione di conti pubblici, equivale a circa 80 miliardi di euro, vale a dire il 5 per cento del PIL, i quali vanno sommati alle precedenti misure economiche adottate negli ultimi anni. Il viceministro Grilli ha affermato che da tutte le riforme adottate dal Governo Monti consegue un aumento cumulato del PIL del 2,4 per cento fino al 2020. Occorre peraltro svolgere un'attenta valutazione dei dati di riferimento e delle prospettive reali di crescita, anche tenuto conto dei profili di carattere burocratico che riguardano l'Italia.
  Sottolinea come quello che manca nel documento in esame sono, in particolare, gli interventi di tipo strutturale.
  Ricorda inoltre che nella seduta di ieri il viceministro Grilli ha fatto riferimento alla debolezza delle piccole e medie imprese ma su questo occorre svolgere approfondite valutazioni, ricordando quanto emerso nell'affrontare il tema delle partite IVA e l'atteggiamento avuto in precedenza.
  Rileva che tutti i Paesi dell'Unione europea si presentano ora con dati più virtuosi rispetto al passato ma occorre comunque tenere presente i riflessi sul mercato, tenendo conto dell'importanza di definire anche una politica per la crescita sostenibile e credibile. Forse va anche considerato che la politica finora seguito dalla Cancelliera tedesca Merkel in questo non aiuta. Rileva infatti come, senza l'adozione degli eurobond e l'attribuzione dei compiti alla BCE di prestatore di ultima istanza, non si riuscirà ad uscire dalla difficile situazione in cui ci si trova. Ritiene quindi che il documento in esame vada affrontato senza «paraocchi», approfondendo i motivi strutturali della situazione in cui si trova l'Europa.

  Carlo MONAI (IdV), pur con le cautele connesse ad un esame che è stato necessariamente frettoloso nonostante la complessità dei temi trattati esprime, a nome del suo gruppo, alcuni imbarazzi e perplessità di fondo.
  È infatti comprensibile l'approccio, caratterizzato da un certo ottimismo di fondo, da parte del Governo in carica, che ha fatto gravare sui cittadini forti sacrifici e non può non delineare una prospettiva più rosea per il futuro di fronte alla difficile situazione in essere, che ha portato ad una forte riduzione del potere di acquisto delle famiglie e ad una sfiducia sugli effetti positivi che possono riguardare la finanza pubblica.
  Ritiene che una proiezione dei dati così benevola per quanto riguarda gli anni 2014 e 2015 non abbia una giustificazione scientifica che emerge dalla lettura del documento in esame: ci si trova quindi di fronte o ad una «preveggenza» del Governo Pag. 299Monti rispetto a funzioni salvifiche dei recenti provvedimenti approvati oppure alla constatazione che forse una maggiore prudenza nella formulazione dei dati sarebbe stata opportuna per evitare facili rassicurazioni rispetto alla situazione in essere, che vede un forte peso fiscale gravare sulle fasce più deboli. Occorre infatti tenere conto dei profili recessivi che incidono sul potere di acquisto e sulla capacità di crescita del Paese.
  Segnala inoltre come nel documento in esame non si dia alcun valore all'attività di recupero dell'evasione fiscale forse nella consapevolezza della situazione in essere, affidata alla buona volontà di alcuni operatori del settore piuttosto che ad efficaci strategie di contrasto.
  Ritiene, inoltre, che vi sia una sorta di implicita ammissione del fatto che tutta la burocrazia connessa alle misure introdotte sulla tracciabilità dei documenti e sui limiti all'utilizzo di contanti è stata forse inutile, considerato che il dato finale che sembra emergere è l'incertezza delle risorse in entrata: sarebbe stato allora forse meglio evitare tutti quegli adempimenti.
  Ricorda che il documento in esame reca voci strutturali sui porti, sulla logistica ma ne esce una fotografia pessimistica sui dati della crescita e sull'incidenza recessiva delle ultime manovre con un approccio «fideistico» attribuito alle misure adottate in materia di liberalizzazioni, ritenute idonee a liberare una grande quantità di risorse rispetto ad una economia in difficoltà e gravata dalle tasse, con un'operazione di dubbia credibilità.

  Isidoro GOTTARDO (PdL) ritiene che nel dibattito relativo al documento in esame manchi l'affermazione preliminare della necessità che gli obiettivi che vengono individuati rispetto alla crescita sono inutili se non si interviene sul sistema che deve produrre risultati.
  Ricorda, in particolare, che il ministro per le politiche agricole e forestali, Catania, in una recente audizione svolta presso la Commissione Agricoltura, ha sottolineato la propria impotenza a correggere le storture del sistema, ad esempio per quanto attiene ai programmi per lo sviluppo rurale.
  Anche per quanto attiene ai possibili aiuti comunitari ci si trova in una situazione paragonabile a quella di un malato che vede arrivare tardivamente l'ambulanza e che quindi non potrà realizzare un effettivo soccorso.
  È noto che in Italia quello che manca non sono tanto le risorse per gli investimenti quanto piuttosto la capacità di mettere in essere le misure per una loro effettiva realizzazione. Ritiene quindi necessario evidenziare tali profili nel parere da esprimere sul documento in esame, considerato che essi sono preliminari a tutto il resto. Ricorda infatti che gli stessi aiuti dell'Unione europea, di fronte a situazioni emergenziali, arrivano ai cittadini italiani circa due anni dopo, rispetto ai tre mesi della Germania. In Spagna i contributi dello Stato per i nuovi nati sono percepiti dalle famiglie circa 24 giorni dopo la nascita mentre in Italia arrivano quando il bambino ha circa un anno di età.
  La questione di fondo è, quindi, come rendere concretamente efficaci gli interventi pubblici in Italia e, a suo avviso, il Governo tecnico in carica dovrebbe dare su questo un reale contributo per il Paese. Lo stesso sistema di competenza concorrente tra lo Stato e le regioni ha dato luogo al quadruplicarsi dei ricorsi presentati presso la Corte costituzionale in un anno. Ribadisce che il rischio è che tutto ciò che si fa non diventa, con il sistema attuale, efficace.

  Mario PESCANTE, presidente, ritiene condivisibili le preoccupazioni testé evidenziate dal collega Gottardo e ricorda come la sua relazione introduttiva abbia toccato molte delle questioni poste.
  Ritiene che la situazione potrebbe divenire essere ancor più preoccupante dopo le elezioni presidenziali francesi ed auspica che in tale Paese non emerga una polemica antieuropeista. Ricorda altresì che a fine maggio è previsto in Irlanda il referendum sul fiscal compact.Pag. 300
  Presenta quindi una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1) sul documento in esame, che illustra.

  Carlo MONAI (IdV) intervenendo sulla proposta di parere presentata, preannuncia il voto contrario del suo gruppo per le motivazioni già evidenziate in precedenza e per la «timidezza» con cui vengono posti temi di rilievo, considerato che sarebbe stato opportuno, quanto meno, formulare i rilievi ivi contenuti come condizioni anziché come osservazioni.

  Marco Mario MILANESE (PdL) preannuncia il voto favorevole da parte del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente relatore.

  Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole da parte del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente relatore, nella quale ritrova varie questioni sollevate nel corso del dibattito.
  Rileva come l'auspicio sia quello che, da una parte, il Governo tenga conto delle osservazioni formulate dalle Commissioni parlamentari sul documento in esame e, dall'altra parte, che si presenti a livello europeo con il documento integrato dopo l'esame presso le Camere con l'impegno a completare le politiche dell'Unione europea, che continuano ad essere incomplete. Ritiene in particolare, che il fiscal compact sia necessario ma insufficiente se non accompagnato a nuove iniziative concrete per la crescita, in vista del vertice conclusivo del semestre danese. Ci sono infatti tutte le condizioni per il rilancio della parte mancante di una politica economica attiva per la crescita e per una dimensione sociale da tenere conto.

  Antonio RAZZI (PT) preannuncia il voto favorevole da parte del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente relatore.

  Paolo GUZZANTI (PT) preannuncia il voto favorevole da parte del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole, con osservazioni del presidente relatore.

  La seduta termina alle 14.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

  La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto legislativo recante modifiche e integrazioni al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 27, di attuazione della direttiva 2007/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 luglio 2007, relativa all'esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate.
Atto n. 446.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 17 aprile 2012.

  Mario PESCANTE, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, on. Formichella, impossibilitato ad essere presente alla seduta odierna, ricorda che nella precedente seduta l'onorevole Gozi aveva sollecitato l'inserimento, nella proposta di parere sullo schema di decreto legislativo, di una valutazione in ordine alla coerenza tra alcune disposizioni del provvedimento e i principi di delega, valutazione che, pur presente nella relazione del relatore, non era stata considerata ai fini della predisposizione della proposta di parere, ritenendosi in tale ambito prevalente la competenza di merito delle Commissioni II Giustizia e VI Finanze.
  Al riguardo, considerato che effettivamente i principi di delega in questione, contenuti nell'articolo 31 della legge comunitaria 2008 (legge n. 88 del 2009), Pag. 301attengono alla definizione delle modalità specifiche di recepimento della direttiva in questione, ritiene di poter accedere alla richiesta dell'onorevole Gozi.
  Presenta quindi, in sostituzione del relatore, una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 2), che illustra.

  Sandro GOZI (PD), nel ringraziare il presidente per aver tenuto conto di quanto evidenziato nel corso del dibattito dal suo gruppo, preannuncia il voto favorevole sulla proposta di parere del presidente relatore.

  Isidoro GOTTARDO (PdL) preannuncia il voto favorevole da parte del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del presidente relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

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