CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 207

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO, indi del vicepresidente Laura FRONER.

  La seduta comincia alle 9.45.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Manuela DAL LAGO, presidente, avverte che il Documento in titolo è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 1, del regolamento, alla V Commissione (Bilancio) nonché, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Avverte che, secondo quanto da ultimo comunicato dalla Commissione Bilancio, le Commissioni potranno procedere all'esame del Documento di economia e finanza (DEF) sino alle ore 14 di oggi 24 aprile 2012 e che il calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che la discussione in Aula del Documento abbia luogo nella giornata di giovedì 26 aprile 2012.

  Luigi LAZZARI (PdL), relatore, sottolinea preliminarmente che la X Commissione è chiamata ad esprimere un parere, alla V Commissione Bilancio, sul Documento di economia e finanza (DEF) relativo all'anno 2012, il cui esame da parte Pag. 208dell'Assemblea è previsto il 26 aprile prossimo.
  Ricorda che le recenti modifiche apportate alla legge di contabilità e finanza pubblica dalla legge 7 aprile 2011, n. 39, sono volte, in via generale, ad assicurare la coerenza della programmazione finanziaria delle amministrazioni pubbliche con le procedure e i criteri stabiliti in sede europea. Ciò si è reso necessario per l'introduzione, a livello comunitario, di moduli decisionali ed operativi volti a favorire un più intenso coordinamento ex ante delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri ed una più stretta sorveglianza nel campo fiscale e macroeconomico.
  Per quanto riguarda i tempi delle decisioni di politica economica, segnala che le nuove regole anticipano alla prima parte dell'anno l'intero provvedimento di programmazione nazionale, fissando al 10 aprile la data di presentazione alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, del Documento di economia e finanza. Esso costituisce il principale strumento di programmazione economica e finanziaria consentendo al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio (entro il 30 aprile) al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR).
  Entro il 30 giugno di ciascun anno il DEF è integrato da un apposito allegato – che il Ministro dell'economia è tenuto a trasmettere alle Camere – in cui sono riportati i risultati del monitoraggio degli effetti sui saldi di finanza pubblica, sia per le entrate sia per le spese, derivanti dalle misure contenute nelle manovre di bilancio adottate anche in corso d'anno, con indicazione degli scostamenti rispetto alle valutazioni originarie e le relative motivazioni.
  Una volta completato il processo di coordinamento delle politiche economiche nell'ambito del Semestre europeo, e acquisite le eventuali raccomandazioni approvate dal Consiglio dell'Unione europea, è prevista la presentazione, entro il 20 settembre di ciascun anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
  I contenuti specifici del Documento sono articolati in tre sezioni.
  La prima sezione espone lo schema del Programma di stabilità, che dovrà contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico. Nel confermare il principio della programmazione triennale delle risorse, si prevede che l'indicazione dell'articolazione della manovra necessaria per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica per i sottosettori del conto della PA – relativi alle amministrazioni centrali, alle amministrazioni locali e agli enti di previdenza e assistenza sociale – sia accompagnata anche da un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi.
  La seconda sezione contiene una serie di dati e informazioni che il Governo era in passato tenuto a fornire nell'ambito della Relazione sull'economia e la finanza pubblica e, in misura minore, nella Decisione di finanza pubblica. In questa sezione è previsto che siano individuate regole generali sull'evoluzione della spesa delle amministrazioni pubbliche, in linea con l'esigenza, evidenziata in sede europea, di individuare forme efficaci di controllo dell'andamento della spesa pubblica, anche attraverso la fissazione di tetti di spesa.
  La terza sezione presenta, infine, lo schema del Programma Nazionale di Riforma (PNR), recante gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida per tale Programma. Il PNR, che costituisce la più rilevante novità del DEF, è un documento strategico che, in coerenza con il Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di Pag. 209crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla nuova Strategia «Europa 2020».
  Al DEF sono, infine, allegati una serie di documenti: griglia delle misure del Programma Nazionale di Riforma; misure regionali per il Programma Nazionale di Riforma; Relazione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; Linee Guida Allegato Infrastrutture 2013-2015.
  La parte più rilevante per le politiche di settore è contenuta nel Programma nazionale delle riforme (PNR). Il documento serve a fare il punto sulle riforme messe in campo dopo l'approvazione del PNR dello scorso anno, illustrando la portata degli interventi in atto e presentando un'agenda di interventi per il prossimo anno.
  Per quanto riguarda lo scenario macroeconomico e strutturale, il Documento evidenzia come il Governo abbia impostato una strategia di intervento basata su due obiettivi: il riequilibrio strutturale dei conti pubblici, per consentire di ridurre rapidamente il peso del debito, attraverso il pareggio di bilancio nel 2013 ed interventi di riduzione della spesa; la creazione di condizioni che consentano la ripresa del processo di sviluppo.
  L'Analisi Annuale della Crescita 2012 della Commissione europea sottolinea l'esigenza di proseguire con decisione l'impegno per il consolidamento dei conti pubblici e di porre un accento ancora maggiore sulle misure di stimolo alla crescita. In particolare, sono state enucleate cinque grandi priorità per il 2012: proseguire nel consolidamento fiscale, privilegiando misure favorevoli alla crescita; ristabilire condizioni di normalità nei mercati del credito; promuovere la crescita e la competitività nel breve e nel lungo periodo; contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi; modernizzare la Pubblica Amministrazione.
  Il Consiglio europeo invita, in merito al mercato interno e alla politica per le imprese, a proseguire gli sforzi volti a rafforzare la governance e migliorare l'attuazione del mercato unico; completare il mercato unico digitale entro il 2015; ridurre gli oneri amministrativi e normativi a livello UE e nazionale, soprattutto per le microimprese; eliminare gli ostacoli agli scambi, nonché migliorare l'accesso al mercato e promuovere le condizioni di investimento.
  Con particolare riferimento alle criticità dell'economia italiana, il Documento evidenzia come dai primi anni Novanta l'economia italiana abbia mostrato tassi di crescita molto contenuti, significativamente più deboli rispetto alla media europea (1,6 per cento nel periodo 1991-2000, riducendosi allo 0,4 per cento a partire dal 2001). Alla radice del progressivo indebolimento della capacità di crescita dell'economia italiana vi è soprattutto la scarsa dinamica della produttività.
  La riduzione della produttività italiana riflette una serie di fattori, tra cui la diminuzione del peso relativo del settore manifatturiero e l'aumento di quello dei servizi caratterizzato da un più elevato impiego del fattore lavoro; livelli di efficienza inferiori ed una minore esposizione alla concorrenza internazionale; un modello di sviluppo basato prevalentemente sulle piccole e medie imprese manifatturiere, che mostrano una minore capacità di assorbimento di nuove tecnologie e di penetrazione sui mercati internazionali, in particolare su quelli dei paesi emergenti; una minore qualificazione del capitale umano.
  La ripresa dell'attività economica è prevista manifestarsi gradualmente a partire dalla seconda metà dell'anno. Nel 2013, il PIL è stimato crescere a un ritmo moderato, pari allo 0,5 per cento, lievemente al di sopra della stima precedente, per poi accelerare nel 2014 (1,0 per cento, invariato rispetto alla stima precedente) e nel 2015 (1,2 per cento).
  Segnala, quindi, i fattori che da tempo ostacolano la crescita e la competitività del Paese:
   per quanto riguarda in generale la finanza pubblica, la vulnerabilità dell'Italia dipende innanzitutto dal debito pubblico Pag. 210accumulato in decenni, seppur controbilanciato dal cospicuo patrimonio pubblico e dalla ricchezza netta delle famiglie e delle imprese; per quanto riguarda salari e competitività, il costo reale unitario del lavoro cresciuto in Italia di circa due punti percentuali in più rispetto all'Europa;
   sul versante della concorrenza e mercato dei prodotti, alcune delle criticità che le imprese italiane devono affrontare riguardano la difficoltà a ottenere credito, soprattutto per gli investimenti in innovazione, lo scarso sviluppo dei servizi internet di nuova generazione, le barriere agli investimenti e le barriere regolatorie nei servizi professionali;
   sul piano dell'efficienza amministrativa, esiste un divario molto alto rispetto all'Europa; le imprese e i cittadini italiani devono seguire un iter burocratico superiore rispetto agli omologhi europei per iniziare un'attività, elevato è il differenziale riguardo agli adempimenti per registrare una proprietà, la giustizia civile non garantisce in tempi brevi il rispetto dei contratti, è disponibile online una minore percentuale di servizi rispetto all'Europa e i cittadini ne fanno un uso ancora ridotto;
   nei settori della ricerca e dell'innovazione i principali indicatori evidenziano una notevole distanza dai risultati raggiunti in media dai Paesi UE; emerge, in particolare, la notevole differenza del numero di brevetti per milioni di abitanti; meno elevato è il differenziale relativo alla spesa in ricerca, nonché al numero di piccole e medie imprese (PMI) innovatrici sul totale delle PMI;
   il mercato del lavoro in Italia mostra una performance notevolmente inferiore a quella europea: il differenziale rispetto alla media comunitaria nel tasso di occupazione della popolazione in età 20-64 anni è pari a 7,5 punti percentuali; il tasso di disoccupazione è invece inferiore di 1,1 punti rispetto alla media UE; la spesa per politiche passive (sussidi ai disoccupati/sottoccupati) è in linea con la media comunitaria, ma non riesce a fornire adeguato sostegno economico a tutta la platea di potenziali beneficiari; i giovani soffrono un divario molto elevato in termini di possibilità di occupazione mentre i tassi di attività e occupazione delle donne in Italia sono notevolmente inferiori alla media europea; la popolazione attiva tra i 55 ed i 64 anni è decisamente inferiore rispetto alla media europea e sconta un ritardo nell'accedere ad una formazione continua.

  Segnala, infine, notevoli divari regionali in alcuni servizi pubblici. Il Mezzogiorno presenta ritardi, rispetto ai valori medi dell'intero Paese, nei livelli di offerta e nella qualità di servizi collettivi fondamentali come i servizi per l'infanzia e la cura degli anziani, i servizi idrici e di gestione dei rifiuti, i servizi energetici (sebbene il Sud abbia registrato un progresso significativo nella produzione lorda di energia da fonti rinnovabili), l'istruzione, in termini di competenze chiave degli studenti e abbandoni scolastici.
  L'analisi degli squilibri macroeconomici ha evidenziato come un altro faro che permette di gettare luce sulle debolezze dell'economia italiana sia la nuova procedura sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (Macroeconomic Imbalances Procedure – MIP). Nel febbraio 2012, la Commissione ha pubblicato il primo Alert Mechanism Report.
  Per l'Italia si evidenzia uno squilibrio in termini di competitività e di saldo commerciale. La diminuzione della competitività dell'Italia è dovuta alla diminuzione della produttività sia di prezzo (tasso di cambio effettivo reale) che di costo (costo unitario del lavoro), dovuta non solo alle caratteristiche delle imprese esportatrici italiane – di ridotte dimensioni, con notevole inerzia nella specializzazione settoriale e geografica delle loro esportazioni – ma anche al contesto istituzionale e macroeconomico nazionale. Il modello italiano di specializzazione internazionale vede la preminenza di settori in declino (in particolare, abbigliamento, pelli e mobili). Pag. 211
  Le misure di liberalizzazione e semplificazione, recentemente adottate, sono state oggetto di una specifica analisi di impatto macroeconomico.
  Un primo aggregato di macro-misure riguarda l'insieme degli interventi volti a favorire in modo diretto la concorrenza (come, ad esempio, la liberalizzazione dei servizi professionali, dei servizi di pubblica utilità, ecc.); l'effetto di queste misure è quantificato in una diminuzione di 1,8 punti percentuali del mark-up. Tale variazione corrisponde a una riduzione di circa il 40 per cento del gap dell'Italia rispetto ai paesi più virtuosi in ambito europeo. In termini di variazione del prodotto, il PIL dovrebbe risultare maggiore di 1,2 punti percentuali nel 2020.
  Un secondo aggregato comprende l'insieme delle misure che favoriscono l'entrata di nuove imprese nel mercato attraverso la limitazione degli adempimenti (come licenze o autorizzazioni) necessari per iniziare una nuova attività. In tal caso, la riduzione degli ostacoli alla libera iniziativa è stimata pari al 12 per cento. Questa macro-misura contribuisce alla variazione del PIL in misura pari a 0,7 punti percentuali nel 2020.
  Una terza macro-misura aggrega l'insieme delle disposizioni che riducono gli oneri amministrativi per le imprese ovvero il tempo speso per questioni burocratiche. Alcune particolari esperienze in questo ambito e l'analisi dei principali indicatori associabili a questo tipo di misure hanno permesso di stimare una riduzione del 15 per cento del tempo speso per le pratiche burocratiche. Questo insieme di misure che, di riflesso, apporta una significativa riduzione delle inefficienze del funzionamento della pubblica amministrazione, si traduce in un livello del PIL maggiore, rispetto allo scenario base, di 0,5 punti percentuali nel 2020.
  Complessivamente, l'insieme delle riforme (somma degli effetti prodotti dalle singole macroaree) produce un effetto cumulato sulla crescita di 2,4 punti percentuali in un arco temporale di nove anni (2012-2020) con un impatto medio annuo di circa 0,3 punti percentuali del PIL.
  Nel corso del 2011 le istituzioni dell'Unione europea, in diverse occasioni, hanno sollecitato l'Italia a correggere ritardi e debolezze strutturali che costituiscono altrettanti «colli di bottiglia» che frenano la crescita dell'economia italiana. Dà conto quindi delle misure adottate in risposta alle sollecitazioni dell'Unione europea nei settori di interesse specifico della Commissione.
  Per quanto riguarda la concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi, ricorda che le raccomandazioni del Consiglio sono finalizzate ad introdurre misure per aprire il settore dei servizi a un'ulteriore concorrenza, in particolare nell'ambito dei servizi professionali e ad adottare nel 2011 la Legge annuale per il mercato e la concorrenza, tenendo conto delle raccomandazioni presentate dall'Autorità Antitrust.
  Rileva che, nel corso del 2011, il Governo ha avviato un programma di liberalizzazioni che si è snodato attraverso tre diversi interventi:
   il decreto-legge n. 138 del 2011 (convertito dalla legge n.148 del 2011), che contiene norme mirate a favorire la libertà di iniziativa e l'esercizio delle attività economiche;
   il decreto-legge «Salva Italia» (decreto-legge n. 201 del 2011, convertito dalla legge n. 214 del 2011), che ha introdotto norme volte ad assicurare la libertà di stabilimento e di orari per gli esercizi commerciali, a liberalizzare la vendita di talune categorie di farmaci nelle parafarmacie, a ridurre le restrizioni ingiustificate all'esercizio di un'attività economica, come limiti geografici, imposizione di distanze minime e dell'indicazione tassativa della forma giuridica richiesta all'operatore; sono stati eliminati anche i controlli ex ante, che oggi restano giustificati solo sulla base dell'esistenza di un interesse generale costituzionalmente rilevante. Infine, sono stati rafforzati i poteri dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato con attribuzione di nuovi poteri sugli atti amministrativi lesivi della concorrenza;
   il decreto-legge «Cresci Italia» (decreto-legge n. 1 del 2012, convertito dalla Pag. 212legge n. 27 del 2012), che introduce norme ad ampio raggio per aumentare il grado di concorrenza in numerosi settori economici.

  Nel caso dei servizi professionali, è prevista l'abrogazione delle tariffe e facilitato l'accesso dei giovani all'esercizio della professione. Viene aumentata la pianta organica dei notai ed è assicurato all'utenza un rapporto più diretto e immediato con il professionista. È stato potenziato il servizio di distribuzione farmaceutica, aumentando il numero di esercizi per popolazione con l'obiettivo di aprire 5 mila nuove farmacie. Altre misure dirette ad aumentare la concorrenza nel settore dei servizi riguardano il settore dell'energia, con un'importante disposizione diretta ad avviare la separazione della gestione dell'infrastruttura di trasporto del gas (Snam Rete Gas) dal soggetto proprietario (ENI), al fine di attuare un effettivo mercato concorrenziale del gas naturale.
  Oltre ciò si stabilisce la modifica del sistema di determinazione dei prezzi del gas da parte dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, che contribuirà a ridurre il prezzo del gas per i clienti vulnerabili; l'introduzione di misure per ridurre i costi di approvvigionamento di gas da parte delle imprese, la liberalizzazione della distribuzione dei carburanti.
  La legge dispone inoltre l'eliminazione dei vincoli burocratici (nulla osta, autorizzazioni, licenze) che ostacolano l'avvio delle attività d'impresa, rafforzando quindi il sostegno al tessuto imprenditoriale.
  Una seconda criticità identificata nella Raccomandazione del Consiglio e sottolineata anche nell'Analisi Annuale della crescita per il 2012, consiste nell'accesso al credito da parte delle imprese.
  Per contrastare la flessione nei livelli di erogazione del credito alle PMI, il Governo ha introdotto la garanzia pubblica sulle passività delle banche, ovvero la concessione della garanzia statale su strumenti finanziari di debito emessi dalle banche che abbiano durata non inferiore a tre mesi e non superiore a 5 o a 7 anni (a partire dal gennaio 2012 per le obbligazioni bancarie garantite). È inoltre stata resa più efficace la previsione normativa che consente di garantire la certezza del recupero delle imposte anticipate (Imposte Differite Attive – DTA) sulle perdite su crediti.
  Per favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese al mercato del credito è stato assicurato il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia per 400 milioni nell'arco di un triennio e ne è stata estesa l'attività a favore delle piccole e medie imprese (PMI), prevedendo che possa concedere garanzie fino all'80 per cento dell'ammontare del finanziamento, elevando a 2,5 milioni per ciascuna impresa la base per il calcolo.
  È stata prevista un'agevolazione fiscale per i soggetti che investono nei «Fondi per il venture capital», identificati come i fondi comuni d'investimento armonizzati europei che investono almeno il 75 per cento dei capitali raccolti in società non quotate nella fase di sperimentazione, costituzione e avvio dell'attività o sviluppo del prodotto.
  Il decreto-legge «Salva Italia» ha inoltre introdotto l'Aiuto alla Crescita Economica (ACE), che prevede una riduzione del prelievo delle imposte sui redditi commisurata a un rendimento figurativo del nuovo capitale immesso nell'impresa, al fine di fornire un aiuto alla crescita volto a riequilibrare il trattamento fiscale tra imprese che si finanziano con debito e imprese che si finanziano con capitale proprio. Sempre al fine di creare condizioni più favorevoli per le imprese, il medesimo decreto-legge ha istituito il Tribunale delle Imprese con l'obiettivo di porre rimedio all'eccessiva lunghezza dei tempi di definizione delle controversie in cui è parte una società di medio/grandi dimensioni e dunque di contribuire alla competitività delle imprese abbattendo i costi processuali. I Tribunali delle imprese saranno anche riferimento per la materia antitrust nazionale e comunitaria.
  Il Governo italiano è, inoltre, intervenuto per avviare a soluzione il problema dei ritardi dei pagamenti nei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione, per Pag. 213ridurre lo stock del debito, mediante l'inserimento di un'apposita norma (articolo 35) nel decreto-legge «Cresci Italia».
  Con riferimento alle passività commerciali delle amministrazioni territoriali, sono in corso di predisposizione i decreti ministeriali attuativi delle norme che stabiliscono che gli enti provvedano al rilascio di una certificazione del credito vantato dai fornitori, anche al fine di una cessione dello stesso o di una compensazione con le somme dovute dal fornitore a seguito di iscrizione a ruolo di tributi.
  Per quanto riguarda la nuova strategia per il turismo, il Governo è inoltre impegnato nell'implementazione della nuova strategia comunitaria a favore del Turismo (delineata nella Comunicazione del 30 giugno 2010 «L'Europa prima destinazione turistica mondiale – un nuovo quadro politico per il turismo europeo»), rispetto ai cui obiettivi sono in corso azioni specifiche, in particolare: l'implementazione del nuovo quadro di politica europea per il turismo; la promozione di un turismo sostenibile, responsabile ed etico; la diffusione della conoscenza e dell'innovazione nel turismo; il sostegno a iniziative atte a favorire l'ampliamento della stagione turistica e la decongestione delle destinazioni turistiche di massa; la promozione di azioni intese a migliorare la qualità del turismo.
  Per quanto la semplificazione amministrativa per le imprese e i cittadini non sia stata oggetto di una raccomandazione specifica nel 2011, essa costituisce un collo di bottiglia per l'Italia, che ha pertanto rafforzato le azioni dirette alla semplificazione amministrativa e alla ricerca di una maggiore efficienza della pubblica amministrazione nei confronti sia delle imprese che dei cittadini.
  Per migliorare l'ambiente imprenditoriale sono stati adottati i regolamenti di semplificazione per le PMI in materia di ambiente e di prevenzione incendi e, con il decreto-legge «Semplifica Italia» (decreto-legge n. 5 del 2012, convertito dalla legge n. 35 del 2012) sono state completate le misure di semplificazione in materia di privacy e appalti. Il risparmio derivante dalle misure di semplificazione introdotte è stimato a «regime» in oltre 8,1 miliardi all'anno per le PMI. La misurazione e la riduzione degli oneri amministrativi ai cittadini è stata estesa alle regioni e alle autorità Indipendenti.
  La nuova normativa dello sportello unico per le attività produttive (SUAP) è entrata pienamente a regime a ottobre del 2011 e i dati concernenti la sua attuazione, aggiornati a gennaio 2012, mostrano una copertura territoriale dell'85 per cento, con alcune eccellenze regionali che arrivano al 100 per cento.
  Alle iniziative di semplificazione a favore delle imprese, si aggiunge l'attivazione a luglio 2011 dello Sportello Unico Doganale, che verrà completato entro luglio 2014. Tramite questo sportello le varie amministrazioni coinvolte nel processo di sdoganamento dialogheranno per via telematica per offrire una interfaccia unitaria alle imprese per la gestione dei documenti a supporto della dichiarazione doganale e per l'unificazione dei controlli dei vari enti preposti. Con il decreto «Semplifica Italia» è stato inoltre introdotto un articolato pacchetto di interventi volto ad alleggerire il carico degli oneri burocratici gravanti sui cittadini e sulle imprese e a stimolare lo sviluppo di alcuni settori strategici.
  La necessità di accrescere la propensione all'innovazione e alla ricerca del sistema produttivo italiano è stata oggetto di una raccomandazione specifica rivolta all'Italia dall'Unione Europea nel giugno 2011, in linea con gli orientamenti contenuti nelle linee guida di politica economica, che invitano gli Stati membri a sfruttare al meglio il sostegno alla R&S e innovazione e rafforzare il triangolo della conoscenza e in coerenza con gli impegni previsti nel quadro del Patto Euro Plus.
  Per rispondere a tale indicazione, si è intervenuto lungo una pluralità di direttrici. La prima ha riguardato misure per accrescere l'efficacia dei finanziamenti pubblici alla ricerca nel quadro degli orientamenti strategici fissati con il «Programma Nazionale di Ricerca 2011-2013». In particolare, si è resa più facile l'attività dei giovani ricercatori, anche di quelli che Pag. 214rientrano dall'estero e promossa la collaborazione tra università e imprese nell'ambito di un numero limitato e significativo di progetti strategici. Una seconda direttrice di intervento ha riguardato la spesa privata per la ricerca, con l'obiettivo di favorire un cambiamento strutturale dell'industria italiana in termini di innalzamento della dimensione e riconfigurazione del portafoglio di specializzazione verso settori a elevata intensità di ricerca e innovazione. Dal lato dell'offerta di ricerca, le azioni messe in pratica e in corso di attuazione nel 2012 sono le seguenti: politiche di clustering che migliorano l'ecosistema, favoriscono la nascita di filiere innovative e accompagnano i sistemi industriali verso settori research intensive e knowledge based; politiche di sostegno alla crescita della dimensione media dell'impresa (reti d'impresa e venture capital); politiche della domanda, con particolare riferimento al public (procurement precommerciale; politiche di capacity building per le risorse umane finalizzate a dotare le PMI di competenze interne per partecipare ai bandi europei; sulla base di queste politiche, i provvedimenti in corso di attuazione sono molteplici e in particolare: l'Aiuto alla Crescita Economica (ACE); il progetto nazionale Smart Communities; il programma di potenziamento dei distretti tecnologici e la creazione di nuovi distretti nelle regioni della Convergenza e in quelle del Centro-Nord; il bando per la ricerca industriale nelle regioni Centro-Nord; il programma nazionale di procurement pre-commerciale mirato a stimolare l'innovazione agendo sulla leva della domanda. Le piccole e medie imprese innovative che brevettano potranno accedere ai finanziamenti bancari e al capitale di rischio con maggiore facilità e prestando minori garanzie; specifici programmi sono stati destinati ai settori strategici per la competitività del Paese, anche attraverso la promozione di forme di collaborazione tra le imprese.
  Alle politiche per la ricerca e l'innovazione contribuiscono in misura significativa i programmi operativi co-finanziati dai fondi strutturali per 20,8 miliardi, di cui 14,2 miliardi destinati alle regioni della convergenza. La parte prevalente dei Fondi (12,8 miliardi) è attribuita al potenziamento del sistema di ricerca, al trasferimento tecnologico e alla ricerca industriale che interviene nei settori agroalimentare, ambiente, aerospazio, biotecnologie, energia, ICT, nuovi materiali e salute dell'uomo, anche attraverso la promozione di progetti congiunti imprese-università-centri di ricerca.
  Completano il quadro degli interventi specifiche misure di sostegno alle imprese innovative e il miglioramento del capitale umano.
  Per quanto riguarda le azioni in ambito europeo, ricorda innanzitutto che con la comunicazione «Strategia Europa 2020», la Commissione propone una nuova strategia politica «Europa 2020» a sostegno dell'occupazione, della produttività e della coesione sociale in Europa. Il 13 aprile 2011, la Commissione ha presentato l'Atto per il mercato unico (COM(2011)206) con il quale prospetta dodici azioni prioritarie da realizzare entro la fine del 2012 al fine di superare la frammentazione del mercato e rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione dei servizi, all'innovazione e alla creatività, contribuendo altresì alla realizzazione degli obiettivi della citata strategia Europa 2020.
  Sul tema Energia e cambiamento climatico, al fine di promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva, il Consiglio europeo chiede che si raggiunga un accordo in merito alla direttiva sull'efficienza energetica entro giugno 2012; che siano compiuti rapidi progressi sulla strategia di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050, che sia completato il mercato interno dell'energia entro il 2014, realizzando l'interconnessione transfrontaliera delle reti.
  Nell'ambito dell'innovazione e della ricerca, il Consiglio ha convenuto che occorre intensificare gli sforzi al fine di completare lo Spazio europeo della ricerca entro il 2014, migliorare la mobilità e le prospettive di carriera dei ricercatori, creare uno strumento per la valorizzazione Pag. 215dei diritti di proprietà intellettuale a livello europeo. In proposito il 24 maggio 2011, la Commissione ha proposto una serie di misure volte a rafforzare il quadro normativo in materia di diritti di proprietà intellettuale (DPI), favorendo gli investimenti nell'innovazione e di conseguenza la crescita e la competitività dell'UE. Il 20 dicembre 2011 la Commissione ha presentato una pacchetto di misure (COM(2011)895 e 896) che prospetta una riforma della normativa europea in materia di appalti pubblici. Le nuove direttive – che dovrebbero essere approvate entro la fine del 2012 ed essere recepite negli Stati membri entro il 30 giugno 2014.
  Nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020, il 30 novembre 2011, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte relative all'istituzione di un nuovo strumento di finanziamento per la ricerca e l'innovazione nell'UE (programma Orizzonte 2020 – Horizon 2020) che prevede la messa a disposizione di 80 miliardi di euro per il periodo dal 2014 al 2020, 26 miliardi in più rispetto agli ultimi 7 anni.
  Con riferimento ai profili di interesse della Commissione Attività produttive, nell'ambito delle azioni per il raggiungimento degli obiettivi nazionali previsti dalla Strategia Europa 2020, evidenzia le come azioni necessarie il miglioramento delle condizioni per la ricerca e lo sviluppo con l'obiettivo di accrescere gli investimenti pubblici e privati in questo settore fino a un livello del 3 per cento del PIL; la riduzione del 20 per cento delle emissioni di gas a effetto serra; il raggiungimento del 20 per cento di quota di fonti rinnovabili nei consumi finali di energia; l'aumento dell'efficienza energetica del 20 per cento.
  In ottemperanza alla direttiva 2006/32/CE, il Piano d'Azione Nazionale per l'Efficienza Energetica 2007 (PAEE 2007) ha individuato gli orientamenti del Governo italiano in materia, ponendo un obiettivo del 3 per cento di risparmio energetico sugli usi finali al 2010 rispetto al consumo di riferimento. Dal 2007 a oggi le politiche nazionali per l'efficienza energetica sono state attuate grazie a misure contenute in disposizioni legislative, norme attuative e atti di indirizzo. Tra le azioni intraprese in attuazione di tali norme, evidenzia, in particolare, il riconoscimento delle detrazioni fiscali (55 per cento) per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti; il riconoscimento delle detrazioni fiscali (20 per cento) per l'installazione di motori elettrici ad alta efficienza e di regolatori di frequenza (inverter); le misure di incentivazione al rinnovo ecosostenibile del parco autovetture e autocarri fino a 3,5 tonnellate; il meccanismo per il riconoscimento di Certificati Bianchi (CB) – o Titoli di Efficienza Energetica (TEE) – ai sensi dei decreti ministeriali del 20 luglio 2004. Altri interventi a favore dell'efficienza energetica sono in corso di adozione. In particolare, si tratta dei decreti ministeriali di incentivazione delle rinnovabili termiche e dell'efficienza energetica; della riforma dei certificati bianchi e i nuovi obiettivi per i soggetti obbligati; del recepimento della direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell'edilizia.
  Per quanto concerne la Priorità n. 1 (attuazione di un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita) il Governo intende rivedere l'imposizione sui redditi d'impresa individuale e da attività professionale per rendere più neutrale il sistema tributario, soprattutto rispetto alla forma giuridica dell'impresa e a favorire la capitalizzazione delle imprese attraverso sgravi al reddito reinvestito; promuovere lo spostamento della tassazione verso imposte meno distorsive sulla crescita, come quelle ambientali, contribuendo al contempo alla riduzione delle emissioni inquinanti e al finanziamento delle fonti di energia rinnovabili; completare l'analisi di revisione dei costi al fine di razionalizzazione a spesa pubblica.
  Per quanto riguarda la Priorità n. 3 (Promuovere la crescita e la competitività nel breve e nel lungo periodo) il Governo intende presentare il disegno di legge annuale sulla concorrenza in base alle segnalazioni che gli saranno rivolte dall'Autorità Garante per la Concorrenza e il Pag. 216Mercato; superare le restrizioni all'accesso e al più appropriato esercizio dei servizi professionali. Al fine di valorizzare e trattenere in Italia i migliori talenti, il Governo intende presentare un disegno di legge sul merito, con l'obiettivo di rafforzare gli incentivi per riconoscere e premiare il merito in diversi ambiti, dalla Pubblica Amministrazione alla ricerca, dalla sanità al fisco. Il Governo intende altresì porre mano al riordino, la razionalizzazione e la riprogrammazione degli strumenti nazionali esistenti per l'incentivazione delle attività imprenditoriali. L'intervento concentrerà le risorse su aree di azione orizzontali considerate prioritarie per il rilancio della competitività del sistema produttivo del Paese e avrà come riferimento il sostegno degli investimenti in innovazione e ricerca industriale, in particolare per le imprese di piccole e medie dimensioni; la promozione della proiezione internazionale e della presenza all'estero delle imprese italiane; la facilitazione della riconversione produttiva di aree di crisi industriale complessa, con rilevanza e impatto nazionale.
  Osserva che appare di particolare rilievo l'intenzione di avviare un programma d'azione per risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, imperniato sulla disponibilità – già garantita – di 5,7 miliardi per ridurre l'indebitamento dell'Amministrazione centrale; definizione un sistema standardizzato di certificazione dei crediti delle pubbliche amministrazioni per facilitarne la cessione al sistema bancario mediante la predisposizione di una piattaforma elettronica cui avranno accesso Amministrazioni Pubbliche e imprese creditrici; anticipo dell'adozione delle misure nazionali di recepimento della direttiva europea sui ritardi di pagamento, rispetto alla scadenza di aprile 2013.
  È necessario realizzare in Italia un sistema favorevole alle start up innovative. L'obiettivo è di creare le condizioni per cui i giovani – e i meno giovani – dotati di talento, energia e creatività portino avanti i loro progetti imprenditoriali. Il primo passo in tal senso è stata la costituzione di una task force dedicata, composta da esperti di riconosciuta competenza sul tema, che ha il compito principale di analizzare e raccomandare le misure da prendere a favore delle start up innovative.
  È necessario, infine, accelerare i tempi per i procedimenti della giustizia civile, dando piena attuazione al Tribunale delle Imprese e alla riorganizzazione geografica degli uffici giudiziari; realizzare un sistema di infrastrutture di trasporto esteso e efficiente per sostenere la competitività; implementare l'Agenda digitale; conquistare più spazi di mercato all'estero, attrarre più investimenti esteri in Italia.
  Per raggiungere questi obiettivi l'azione del Governo si concentrerà sulle seguenti direttrici principali: definire le priorità strategiche e provvedere ad una migliore pianificazione delle risorse, anche grazie all'avvio e alla piena operatività della cabina di regia per l'internazionalizzazione; ottimizzare il modello «a rete» secondo cui opera la filiera dell'internazionalizzazione, assicurando un ruolo centrale al nuovo Istituto per il Commercio Estero, in raccordo con tutti gli altri soggetti coinvolti nel sistema (Camere di Commercio, Ministero degli Affari Esteri, ambasciate) e prevedendo un forte coinvolgimento di banche e istituzioni finanziarie a supporto delle aziende italiane che vogliono investire all'estero; potenziare i meccanismi di supporto finanziario agli esportatori, attraverso una stretta cooperazione tra Cassa depositi e prestiti e Sace, con la possibile creazione di un soggetto finanziario dedicato sul modello delle Exim Banks operanti in altri Paesi e con il rafforzamento di Simest per supportare i progetti di espansione internazionale;
  Nel campo della ricerca e dell'innovazione (Priorità n. 6), è prevista la prosecuzione delle azioni del Programma Operativo Nazionale per la Ricerca e Competitività, di competenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, che comporterà, al 2015, una spesa complessiva stimata in 5 miliardi, 1,8 dei quali di parte privata. Pag. 217
  In questo caso gli obiettivi prioritari del Governo saranno finalizzati a promuovere la competizione internazionale nella ricerca, aumentando la capacità di imprese, università, enti di ricerca e amministrazioni centrali o locali di usare le risorse europee e di creare nuovi mercati di prodotti e servizi innovativi; sviluppare un'azione integrata nella ricerca, nell'ambito della piattaforma progettuale delle smart cities and communities; sostenere e qualificare la ricerca pubblica per l'economia della conoscenza e dell'innovazione; incentivare e valorizzare forme di collaborazione e sinergia tra il settore di ricerca pubblico e quello privato. Per esempio, nell'ambito della revisione del sistema degli incentivi alle imprese sarà inoltre esaminata la possibilità di un meccanismo «automatico» e permanente di credito di imposta alla ricerca e allo sviluppo.
  Nell'ambito degli obiettivi europei, le misure nazionali per la crescita e lo sviluppo sostenibile (Priorità n. 7 «Creare una crescita sostenibile») riguarderà, per l'anno 2012, la decarbonizzazione dell'economia italiana. In questo ambito, l'obiettivo è di ridurre l'intensità di carbonio dell'economia anche attraverso l'evoluzione del sistema energetico verso sistemi distribuiti di trigenerazione (elettricità, calore e freddo) a alto rendimento e lo sviluppo contestuale di reti intelligenti locali (smart grids). Altri obiettivi sono il progresso verso una filiera nazionale delle tecnologie verdi; l'incoraggiamento dell'ecoefficienza nell'edilizia; il recupero e la valorizzazione dei rifiuti. A tal fine, il Governo approverà il Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas a effetto serra; adotterà i decreti per l'incentivazione delle fonti rinnovabili; istituirà e aggiornerà la lista delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e degli inquinanti atmosferici; recupererà le aree industriali dismesse in zone urbane, soggette a bonifica.
  Il settore energetico è un elemento chiave per la crescita sostenibile del Paese e per la competitività delle imprese ed i bilanci delle famiglie. La situazione attuale presenta alcuni aspetti positivi ed altri di criticità. Da una parte, l'Italia esce positivamente dal confronto con Paesi comparabili in termini di qualità del servizio (ad esempio, la durata delle interruzioni del servizio elettrico) e d'impatto ambientale. Inoltre, soprattutto nel settore elettrico, la regolazione è tra le più avanzate e il mercato agisce in un contesto di completa liberalizzazione. Dall'altra, il programma sottolinea la necessità di accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti (in particolare nel gas), rendere più competitivi i costi/prezzi per i consumatori (nettamente superiori a quelli dei nostri partner europei), sviluppare la leadership tecnologica italiana in alcuni settori di punta, come l'efficienza energetica, l'estrazione di idrocarburi e le tecnologie rinnovabili innovative. Per affrontare queste sfide, il Governo intende formulare una Strategia Energetica Nazionale, incentrata su tre obiettivi cardine energia più competitiva e meno costosa per consumatori e imprese, maggiore sicurezza e indipendenza di approvvigionamento; crescita economica legata al settore energetico, nel rispetto dell'ambiente.
  La Strategia Energetica Nazionale si focalizzerà quindi sui seguenti aspetti:
   efficienza energetica; al riguardo, sarà approvato un Programma nazionale che includa normative sugli standard di apparecchiature ed edifici; controlli ed esenzioni di tali norme; sensibilizzazione dei consumatori attraverso campagne di informazione e comunicazione; estensione/rimodulazione degli incentivi;
   sviluppo dell’hub del gas sudeuropeo; secondo il Documento in esame, per l'Italia il gas è un input fondamentale (siamo il paese in Europa più dipendente dal gas), ma è anche un fattore di appesantimento dell'economia a causa di prezzi mediamente più elevati rispetto agli altri Paesi; l'Italia può diventare il principale ponte per l'ingresso di gas dal sud del Mediterraneo verso tutta l'Europa; oltre a renderci immuni da future crisi del gas e a farci diventare un paese «ri-esportatore», Pag. 218questo modello ha l'obiettivo di creare un mercato interno liquido e concorrenziale, con prezzi del gas auspicabilmente uguali (se non inferiori) a quelli degli altri Paesi europei; inoltre, dovrebbe consentire la diminuzione dei costi e dei prezzi del mercato dell'elettricità, permettendo, tra l'altro, di riequilibrare il bilancio import/export elettrico;
   messa in opera da parte degli operatori privati di infrastrutture fondamentali quali rigassificatori di GNL, gasdotti di importazione e strutture di stoccaggio;
   definizione del quadro regolatorio, conseguente alla separazione proprietaria di Snam, con l'ottica di avere un gestore di rete che possa più agilmente sviluppare le necessarie infrastrutture (rigassificatori, gasdotti, stoccaggi) e operare in coordinamento con gli altri gestori di rete europei; di introdurre regole di mercato che favoriscano maggiormente liquidità e concorrenza, anche attraverso l'adozione del regolamento per perfezionare la borsa del gas;
   sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili; l'obiettivo è una crescita equilibrata del settore per raggiungere e superare gli obiettivi del pacchetto Clima-Energia 2020, con particolare riguardo al settore dell'energia elettrica, riducendo al contempo l'incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica; ciò richiede un cambiamento, riequilibrando l'attenzione data al settore elettrico, a scapito di quello termico e dell'efficienza energetica, e prevedendo modalità economicamente più efficienti attraverso la rimodulazione dei meccanismi di incentivo alla produzione, molto generosi – in particolare per il solare – e privi di adeguati meccanismi di contenimento dei volumi; segnala, in proposito, che sono stati predisposti due schemi di decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per l'energia fotovoltaica e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas) che hanno equiparato gli incentivi previsti a quelli degli altri Paesi europei, adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato e favorendo tecnologie con maggior ricaduta sulla filiera economico-produttiva nazionale e ad altro contenuto innovativo; sono stati, altresì, introdotti strumenti per evitare distorsioni a livello territoriale e conflitti con altre filiere, in particolare quella alimentare;
   rilancio della produzione nazionale d'idrocarburi; il Documento ricorda che l'Italia gode di ingenti riserve di gas e petrolio, che potrebbero essere attivi in tempi rapidi, consentendo così di soddisfare una quota di consumi ben più elevata del 10 per cento attuale; ciò potrebbe fare da volano attivando nuovi investimenti e creando nuovi posti di lavoro; a questo fine si ritiene necessario adeguare agli standard internazionali la normativa nazionale di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi particolarmente complessi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee.

  Formula, quindi, una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1) sottolineando, in particolare, che si sarebbe aspettato da parte del Governo un'azione più incisiva sul versante del taglio del debito, anche attraverso un grande piano dismissioni del patrimonio pubblico.

  Ludovico VICO (PD) osserva che sulla Priorità n. 6, in materia di ricerca e innovazione, il Piano operativo nazionale (PON) per la ricerca e competitività comporterà, al 2015, una spesa complessiva stimata in cinque miliardi di euro. Fa presente che con una recente nota del direttore generale della politica regionale della Commissione europea, Walter Deffaa, al rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea, ambasciatore Nelli Feroci, è stata avviata la procedura di sospensione dei pagamenti intermedi e l'interruzione dei termini di pagamento dell'intero PON R&C. Sottolinea che sulla questione, che giudica di estrema gravità, ha già presentato un atto ispettivo. Paventando il rischio di un definanziamento del PON, sollecita la presidenza ad un intervento Pag. 219urgente per scongiurare una possibile sottrazione di risorse all'Italia a favore di altri Paesi europei.
  Riguardo alla Priorità n. 3, in materia di crescita e competitività, rileva che, a fronte di un peggioramento dei conti pubblici, l'andamento economico nel quinquennio 2008-2013 evidenzia un Pil nominale al di sotto di quello potenziale. Ciò significa che le capacità produttive dell'apparato sono maggiori rispetto alla produzione ed è pertanto necessario mettere in campo tutte le azioni per favorire un recupero di produttività.
  Osserva che anche nel DEF 2012 si continua a sottovalutare il fatto che il Mezzogiorno è un'area del Paese che può consentire di rendere disponibili le risorse finanziarie. Auspica che il Ministero dello sviluppo economico indichi una strategia politico-industriale volta a riattivare il processo di accumulazione del capitale produttivo.
  Rileva che, a livello nazionale, il Fondo di coesione e sviluppo (già FAS) è stato utilizzato come un bancomat e che, in qualche caso, questo impiego si è registrato anche a livello regionale. Giudicata gravissima questa scelta, ritiene che sia stato compiuto un doppio errore: da una parte, l'utilizzo dei fondi come un bancomat, dall'altra, la loro esclusiva destinazione agli ammortizzatori sociali. Rileva che il Mezzogiorno dispone di un volume di risorse rappresentato dai fondi strutturali; si tratta complessivamente di circa 40 miliardi di euro. Ritiene singolare che i relativi programmi, in particolare quelli relativi alla ricerca e competitività, non siano condivisi con Cassa depositi e prestiti.

  Fabio GAVA (Misto-LI-PLI), sottolinea preliminarmente di condivide il parere presentato dal relatore e l'analisi svolta con il rilievo in particolare sul fatto che il DEF, da un lato, propone un'analisi «macro» delle situazioni poste in essere dal precedente Governo, e, dall'altro, sconta negativamente interventi di riduzione della spesa pubblica. Questo tema è entrato prepotentemente nell'agenda politica del nuovo Governo e si è altresì aggravato nelle ultime ore e ritiene che debba essere chiaramente evidenziato nel parere da rendere alla Commissione Bilancio.

  Raffaello VIGNALI (PdL) sottolinea come, nel quadro delle criticità evidenziate dal Documento in esame, in ordine alla scarsa produttività dell'economia italiana il problema non sia unicamente quello del modello di sviluppo basato su un tessuto produttivo di piccole e medie imprese in ambito manifatturiero. In realtà, a suo parere, i veri punti critici che incidono sulla produttività del sistema vanno ricercati nel quadro normativo estremamente frastagliato, nell'inefficienza della pubblica amministrazione, nei tempi eccessivamente dilatati della giustizia civile e nella pressione fiscale che ha raggiunto livelli ormai insostenibili, togliendo alle imprese le risorse necessarie per fare investimenti.
  Ricorda che, in occasione della discussione relativa al decreto-legge cosiddetto «Salva Italia», questa Commissione ha rilevato come lo strumento dell'ACE si sostiene la capitalizzazione finanziaria delle imprese, ma non altrettanto il capitale umano e tecnologico.
  Per quanto riguarda la Priorità n. 3, sulla Strategia europea relativa alla competitività, sottolinea che non si fa alcun riferimento alla prevista legge annuale per le micro e piccole e medie imprese che, al pari della legge annuale sulla concorrenza, deve essere presentata dal Governo entro il mese di giugno. Ricordato che il Consiglio europeo, nell'analisi annuale della crescita, anche quest'anno ha sottolineato fortemente la richiesta di ridurre gli oneri amministrativi e normativi, invita il relatore a prevedere una specifica osservazione nel parere sul Documento in esame. Sottolinea, infine, che per crescere in competitività bisogna creare un ambiente favorevole alle imprese.

  Andrea LULLI (PD), pur condividendo nella sostanza la proposta di parere predisposta Pag. 220dal relatore, intende svolgere alcune osservazioni ulteriori. Premessa la necessità di individuare soluzioni concrete per costruire le condizioni necessarie a riqualificare il sistema produttivo, sottolinea l'opportunità di strumenti specifici per ridurre gli oneri burocratici a carico delle piccole, medie e micro imprese. Bisogna prevedere un criterio di proporzionalità: le piccole, medie e microimprese non possono essere considerate alla stregua delle grandi realtà produttive fortemente strutturate. Occorrono inoltre strumenti efficaci per incentivare l'internazionalizzazione delle PMI.
  Più in generale, rileva come risulti assente dal Documento in esame l'indicazione di una concreta politica industriale che accompagni con strumenti idonei la necessaria ripresa economica soprattutto in quei settori di eccellenza del nostro Paese come quello aerospaziale e della difesa. Su tali questioni chiede che il Governo assuma impegni precisi, così come nei settori dell'innovazione tecnologica, dei trasporti e dell’automotive.
  Osserva inoltre come sia necessario un insieme di misure organiche nel settore dell'energia, al fine di consentire il raggiungimento dell'obiettivo dell'efficienza energetica che rappresenta il target più perseguibile rispetto ad analoghi obiettivi previsti in sede europea; auspica pertanto efficaci interventi del Governo in questa direzione. Sottolinea, infine, l'importanza che nel quadro degli interventi di spending review sia privilegiata la riqualificazione della spesa pubblica a favore della spesa in conto capitale finalizzata agli investimenti. Ciò contribuirebbe anche a ridurre l'inefficienza della pubblica amministrazione. Auspica che su tale rilevante priorità il relatore possa prevedere una specifica osservazione nel parere della X Commissione al fine di dare un contributo autonomo e originale alla discussione del Documento in esame.

  Luigi LAZZARI (PdL), relatore, ringrazia tutti i colleghi intervenuti per il prezioso contributo fornito al dibattito della Commissione. Condivide la necessità di inserire nella proposta di parere un'osservazione volta a valorizzare gli interventi destinati alle aree sottoutilizzare del Paese e ad un utilizzo appropriato delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (ex FAS).
  Giudica altresì opportuno prevedere un esplicito richiamo alla legge annuale per le micro, piccole e medie imprese che ritiene debba essere predisposta dal Governo allo scopo di favorire in particolar modo l'internazionalizzazione, nel rispetto del principio di proporzionalità nella riduzione degli oneri burocratici. Con riferimento all'osservazione del collega Lulli sull'opportunità di una riqualificazione della spesa pubblica, condivide senz'altro la necessità che gli interventi di riduzione riguardino esclusivamente la spesa corrente e che tali risparmi siano destinati integralmente alla spesa per investimenti. Auspica infine che il Governo possa individuare con maggiore incisività gli strumenti di intervento normativo necessari a garantire la ripresa economica e che siano individuate con maggiore dettaglio le risorse da destinare ai settori strategici del tessuto produttivo nelle aree di maggiore sofferenza del Paese. Si riserva, quindi, di integrare la proposta di parere con le osservazioni emerse nel corso del dibattito.

  Laura FRONER, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO, indi del vicepresidente Laura FRONER.

  La seduta comincia alle 10.30.

Pag. 221

Riduzione dei termini di pagamento nelle transazioni commerciali.
C. 3970 Dal Lago, C. 4078 Cambursano, C. 3531 Mastromauro, C. 4160 Gava, C. 4324 Cosenza e C. 4380 Laganà Fortugno.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione del testo unificato come testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'8 novembre 2011.

  Manuela DAL LAGO, presidente, ricorda che il Comitato ristretto, costituito nella seduta dell'8 novembre 2011, dopo avere svolto approfondita istruttoria ed un ciclo di audizioni informali, nella seduta del 9 febbraio 2012, ha completato la stesura di un testo unificato delle proposte di legge in titolo (vedi allegato 2).

  Andrea LULLI (PD) relatore, sottolinea che l'argomento oggetto del testo unificato di cui si propone l'adozione riveste un grande rilievo nelle transazioni commerciali tra privati. Ricorda che nella legge n. 180 del 2011 (Statuto delle imprese) è stato previsto invece il recepimento anticipato della direttiva europea sui ritardi di pagamento, che include i ritardi di pagamento anche da parte della pubblica amministrazione.
  Nel ringraziare gli uffici per la consulenza offerta nel coordinamento del testo con la normativa europea, ritiene che la riduzione dei tempi della giustizia civile rappresenti un percorso essenziale per risolvere le problematiche connesse alle transazioni commerciali tra privati.
  Nell'auspicare infine l'adozione del testo unificato da parte della Commissione, manifesta ampia disponibilità ad accogliere modifiche migliorative del provvedimento.

  Raffaello VIGNALI (PdL), espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, preannuncia voto favorevole sull'adozione del testo unificato, auspicando che sia riconosciuta una forte priorità a questo importante provvedimento volto a trovare una soluzione ad uno dei punti più critici nei rapporti tra imprese.

  Laura FRONER, presidente, propone quindi di adottare il testo unificato elaborato dal Comitato ristretto come testo base per il seguito dell'esame.
  La Commissione delibera di adottare il testo unificato elaborato dal Comitato ristretto come testo base per il seguito dell'esame.

  Laura FRONER (PD), presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.45.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO.

  La seduta comincia alle 11.45.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta odierna.

  Luigi LAZZARI (PdL), relatore, illustra le modifiche e le integrazioni apportate alla proposta di parere alla luce delle osservazioni che sono emerse nel corso del dibattito fin qui svoltasi (vedi allegato 3).

  Gabriele CIMADORO (IdV), manifestato un orientamento nettamente contrario sul Documento in esame, illustra la proposta di parere alternativa presentata dal proprio gruppo finalizzata a enucleare le carenze del DEF, con particolare riferimento Pag. 222agli interventi volti a contrastare i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, le misure di liberalizzazioni e semplificazione per le imprese e le decisioni del Governo in materia di spending review (vedi allegato 4).

  Erminio Angelo QUARTIANI (PD) invita il relatore a prevedere con maggiore specificazione nella proposta di parere la necessità del raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico, proponendo inoltre una riformulazione che chiarisca che gli incentivi per le fonti rinnovabili ricadono sulle tariffe che fanno lievitare i costi a carico delle imprese e delle famiglie italiane.

  Savino PEZZOTTA (UdCpTP) invita il relatore a rafforzare le osservazioni sulle misure necessarie in tema di internazionalizzazione delle imprese, prevedendo anche un richiamo all'agenda digitale.

  Luigi LAZZARI (PdL), relatore, ringraziando i colleghi per le ulteriori osservazioni svolte, ritiene che nel testo della parere, come riformulato, siano già presenti espliciti riferimenti alle questioni richiamate.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore, come riformulata. È pertanto preclusa la votazione della proposta alternativa di parere del gruppo dell'Italia dei Valori.

  La seduta termina alle 12.

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