CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente Silvia VELO. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 11.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Silvia VELO, presidente, comunica che il deputato Francesco Colucci, appartenente al gruppo Popolo della Libertà, cessa di far parte della Commissione.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Antonio MEREU (UdCpTP), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere alla V Commissione sul Documento di economia e finanza 2012.
  Ricorda che il Documento di economia e finanza costituisce il principale documento di programmazione della politica economica nazionale, che delinea, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di crescita definiti nella Strategia «Europa 2020».
  Rammenta che l'attuale legge di contabilità, allineandosi al nuovo calendario stabilito in sede europea, ha fissato al 10 aprile la data di presentazione alle Camere del Documento di Economia e Finanza (DEF), in modo da consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR), che rappresentano parte integrante del Documento stesso.Pag. 194
  Osserva che i contenuti del Documento di economia e finanza sono infatti articolati in tre sezioni.
  La prima espone lo schema del Programma di stabilità, che contiene tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico nonché un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere tali obiettivi.
  La seconda indica le regole generali sull'evoluzione della spesa delle amministrazioni pubbliche, in linea con l'esigenza, evidenziata in sede europea, di individuare forme efficaci di controllo dell'andamento della spesa pubblica, anche attraverso la fissazione di tetti di spesa, evidenziando le risorse destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate.
  La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma Nazionale di Riforma (PNR), che, in coerenza con il Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla nuova Strategia «Europa 2020». In tale ambito, sono indicati lo stato di avanzamento delle riforme avviate, gli squilibri macroeconomici nazionali, le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, e i prevedibili effetti delle riforme proposte.
  Riguardo ai contenuti del Documento di economia e finanza 2012, rileva che la prima sezione, nell'esporre il Programma di stabilità, rivede al ribasso di 0,8 punti percentuali le stime sull'andamento dell'economia italiana per il 2012, prevedendo una contrazione del PIL dell'1,2 per cento, a fronte del –0,4 per cento indicato nella Relazione al Parlamento presentata nel dicembre scorso. Una crescita ancora modesta è indicata per gli anni successivi. In particolare, nel 2013 il PIL è previsto crescere a un ritmo pari allo 0,5 per cento, per poi accelerare a partire dal 2014 con una crescita dell'1 per cento, e dell'1,2 per cento nel 2015. Per quanto concerne invece la finanza pubblica, il Documento evidenzia invece come, nel corso del 2011, l'Italia abbia compiuto un consistente sforzo di risanamento dei conti, contemperando l'esigenza di consolidamento della finanza pubblica con interventi a favore della crescita economica e dell'equità. In particolare, l'azione di riequilibrio dei conti pubblici in vista del raggiungimento del pareggio di bilancio è stata sviluppata in fasi successive e ha richiesto l'adozione di tre distinte manovre correttive, anche a fronte del peggioramento delle prospettive di crescita economica e del riaccendersi delle turbolenze sui mercati finanziari e delle tensioni sui debiti sovrani. Il quadro aggiornato di finanza pubblica per il periodo 2012-2015 evidenzia come le misure adottate consentano di confermare sostanzialmente il percorso di risanamento finanziario tracciato nella Relazione al Parlamento del dicembre scorso e dunque di raggiungere, nel 2013, il pareggio di bilancio in termini strutturali, in conformità con l'obiettivo concordato in sede europea. Il progressivo miglioramento del saldo strutturale e la ricostruzione di un consistente avanzo primario – previsto in aumento dal 3,6 per cento del PIL per l'anno in corso al 5,7 per cento nel 2015 – consentiranno inoltre la riattivazione, dal 2013, del percorso di discesa del debito pubblico in rapporto al PIL.
  Segnala che la seconda sezione del Documento fornisce i consuntivi 2011 e le previsioni aggiornate dei nuovi tendenziali dell'entrata e della spesa a legislazione vigente per gli anni 2012-2015. In particolare, per quanto riguarda i consuntivi, il Documento evidenzia come per il 2011 l'indebitamento netto delle Pubbliche Amministrazioni sia stato pari a –3,9 per cento del PIL (circa 9,1 miliardi di euro), in riduzione, per il secondo anno consecutivo, rispetto al –5,4 per cento del 2009 e al 4,6 per cento del 2010. In particolare, il miglioramento è da ascriversi alla diminuzione della spesa, che ha complessivamente raggiunto il valore del 50,5 per cento del PIL e si è ridotta di 0,7 punti percentuali di PIL rispetto al 2010. In particolare, la spesa primaria nel 2011 è Pag. 195risultata pari al 42,6 per cento del PIL, con una diminuzione dello 0,6 per cento rispetto allo scorso anno. La riduzione della spesa ha riguardato anche le spese in conto capitale, registrando una contrazione vicina allo 0,5 per cento, anche per effetto della contabilizzazione nell'anno 2011 degli introiti derivanti dall'asta delle frequenze digitali (3.827 milioni di euro, pari a 0,24 punti percentuali di PIL), che secondo le regole di contabilità nazionale, vengono portati in riduzione delle spese in conto capitale. Infine, per quanto attiene al rapporto debito pubblico/PIL, il risultato per il 2011 è pari al 120,1 per cento, in aumento rispetto al risultato raggiunto nel 2010 (118,6 per cento). Il quadro tendenziale dei conti di finanza pubblica, invece, prospetta per il 2012 un indebitamento netto pari all'1,7 per cento del PIL, in miglioramento di 2,2 punti percentuali rispetto al livello di deficit raggiunto nel 2011. L'insieme delle misure adottate nel corso del 2011 e del 2012 consentono di contenere in misura significativa la dinamica evolutiva della spesa e di ricondurre l'andamento dei conti pubblici su un sentiero di graduale rientro del debito pubblico nei parametri comunitari. Nel 2013 l'indebitamento è previsto ridursi a –0,5 per cento del PIL, per poi stabilizzarsi verso il pareggio di bilancio nel biennio 2014-2015.
  Osserva che la terza sezione del Documento, contenente il Programma Nazionale di Riforma 2012, oltre all'analisi delle principali criticità dell'economia italiana, fornisce un quadro dettagliato delle riforme effettuate o avviate nel corso dell'ultimo anno in risposta alle raccomandazioni delle istituzioni europee, offrendo al contempo un panorama delle azioni avviate e delle riforme ancora «in cantiere». Per quanto attiene all'analisi delle criticità e dei fattori che sono di ostacolo alla competitività e alla crescita del Paese, il PNR ne individua alcuni che frenano lo sviluppo e che determinano la vulnerabilità dell'economia italiana, tra i quali figurano anche i ritardi in termini di efficienza delle infrastrutture di trasporto, in particolare ferroviario, nonché delle infrastrutture di trasporto energetico e il ridotto uso, rispetto all'Europa, dell'economia digitale e della rete Internet anche per i rapporti con la pubblica amministrazione. Il Documento descrive quindi le iniziative che il Governo intende proporre per proseguire una sequenza coerente di riforme che avvicini l'Italia agli obiettivi che si è data nel quadro della Strategia «Europa 2020». L'agenda di riforme indica alcune grandi priorità fissate in sede europea, quali, ad esempio, il completamento del risanamento del bilancio – attraverso l'adozione della riforma costituzionale volta all'introduzione del principio del pareggio di bilancio, la proposta di riforma del sistema fiscale, e il processo di analisi e razionalizzazione delle tendenze della spesa pubblica (cosiddetta spending review) – il ripristino della normale erogazione del credito all'economia, la promozione della crescita e della competitività del sistema produttivo, nell'ambito della quale il Governo preannuncia alcune iniziative tra cui quelle volte al rafforzamento degli investimenti nelle opere infrastrutturali, al fine di realizzare un sistema di infrastrutture di trasporto esteso ed efficiente nonché l'attuazione degli obiettivi di sviluppo definiti nell'Agenda Digitale per l'Europa.
  Tra le principali cause del ritardo infrastrutturale italiano il Governo individua le seguenti:
   il progressivo inaridimento delle risorse per gli investimenti ed il connesso peggioramento qualitativo delle fonti di finanziamento, entrambi legati alla crisi della finanza pubblica;
   la pesantezza dei procedimenti di programmazione, autorizzazione e realizzazione relativi alle opere pubbliche e di quelli relativi alla erogazione dei fondi, che ha scoraggiato l'attrazione di capitali privati;
   le difficoltà, procedurali e sostanziali, di composizione dei conflitti tra livelli di governo, tra amministrazioni, e tra queste ultime e popolazioni interessate dalle opere.

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  In merito ai finanziamenti, a fronte della scarsità di risorse pubbliche, il Governo intende concentrare i finanziamenti pubblici – anche tramite la Cassa Depositi e Prestiti – e quelli privati, attraverso strumenti di partenariato pubblico-privato, su quelle infrastrutture (porti, interporti, ferrovie) maggiormente capaci di ridurre il costo del trasporto e della logistica per l'economia italiana e, in particolare, per il complesso produttivo dedicato alle esportazioni. In questo quadro, sarà data priorità alle infrastrutture strategiche comprese nella rete transeuropea di trasporto TEN-T, al fine di realizzare, progressivamente, le tratte italiane dei 4 corridoi che interessano il nostro Paese. Anche in ragione dell'impegno a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, il Governo ritiene che la soglia di cofinanziamento di parte pubblica non sarà superiore al 30 per cento, per cui si determinerà un maggiore accesso a forme di partenariato pubblico-privato. A tal fine, il Governo ha già messo in atto interventi di carattere fiscale per assicurare un coinvolgimento di rilevanti capitali privati, quali ad esempio i benefici fiscali riconosciuti dalla legge n. 183 del 2011 alle società di progetto nei settori autostradale, stradale regionale e comunitario, ferroviario metropolitano e portuale, finalizzati a favorire la realizzazione di infrastrutture mediante la cosiddetta finanza di progetto, ovvero l'assegnazione del 25 per cento del maggior gettito IVA derivante da operazioni di importazione riconducibili alle opere portuali realizzate dalle società di progetto, prevista dal decreto-legge n. 1 del 2012. In questo contesto, si prevede altresì l'introduzione della disciplina dei project bond – che consistono in obbligazioni del settore privato, emesse dalla società che realizza il progetto – che si affianca alle altre misure introdotte per dare le certezze necessarie all'operatore privato, tra cui si ricorda l'allungamento a 50 anni della durata delle concessioni. In particolare, dal Programma Infrastrutture Strategiche (PIS) emerge che la continuità degli interventi pianificati per infrastrutture e trasporti nel periodo 2009-2016 richiede risorse da destinare prevalentemente a corridoi e collegamenti stradali, collegamenti ferroviari transfrontalieri e nazionali, accessibilità degli hub aeroportuali, porti e logistica portuale nonché al trasporto pubblico locale, costituiti da finanziamenti pubblici nazionali e comunitari, per circa 21,4 miliardi di euro, e da finanziamenti privati, per circa 2,030 miliardi di euro. Per quanto riguarda l'infrastrutturazione organica del Mezzogiorno, ritiene opportuno sottolineare come, nell'ambito delle linee guida dell'allegato infrastrutture, si segnali il fatto che il Governo, pur ipotizzando di dare priorità alle infrastrutture di valenza europea, resta impegnato nel completamento della Salerno-Reggio Calabria, nel rispetto del Contratto di programma delle Ferrovie dello Stato con una misurabile posta finanziaria per l'avvio dei lavori dell'asse ferroviario Napoli-Bari, nel completamento dei sistemi metropolitani di Cagliari, Napoli, Bari, Catania e Palermo, nonché degli interventi relativi all'asse autostradale Telesina e all'asse Siracusa- Gela, ai sistemi portuali campano e pugliese, alle piastre logistiche di Taranto, Cagliari e Augusta, agli assi viari in Sardegna come l'asse 131 Carlo Felice o la Olbia-Sassari nonché alla salvaguardia delle risorse idriche. Si tratta di opere che, come risulta dalle citate linee guida, costituiscono un quadro concreto di azioni mirate al rilancio del Mezzogiorno e che devono essere strettamente correlate a iniziative di rilancio misurabile delle attività imprenditoriali.
  Per quanto riguarda le procedure, osserva che numerose modifiche al codice appalti sono state introdotte da alcuni recenti decreti-legge al fine di ridurre i tempi di costruzione delle opere pubbliche, soprattutto di quelle strategiche, di semplificare le procedure di affidamento dei contratti pubblici, per garantire un più efficace sistema di controllo e per ridurre il contenzioso. In particolare il decreto-legge n. 1 del 2012 ha previsto l'allineamento della normativa per la regolazione progettuale delle infrastrutture ferroviarie e stradali a quella europea.Pag. 197
  Circa le competenze e la programmazione, rileva come il Documento in esame evidenzi l'importanza di un ripensamento della programmazione e di una rimodulazione della pianificazione strategica che conduca ad una razionale visione d'assieme e ad un nuovo rapporto con il territorio e con le Regioni. È in particolare allo studio la possibilità di proporre l'inserimento nell'ordinamento giuridico di norme costituzionali che attribuiscano, tra l'altro, alla competenza esclusiva dello Stato le infrastrutture strategiche di interesse nazionale e sovranazionale e di norme, ordinarie, che proibiscano la reformatio in pejus retroattiva del trattamento finanziario fiscale degli investimenti infrastrutturali, consentendo il coordinamento della programmazione infrastrutturale strategica statale con quella europea, e che disegnino una legge quadro di governo del territorio. In questo contesto, il Governo preannuncia che saranno oggetto di revisione e aggiornamento il codice della strada e il codice della navigazione. A questo riguardo, ritiene utile rammentare come la Commissione Trasporti abbia di recente avviato l'esame, in sede referente, delle proposte di legge 4662 Valducci e abbinate, recanti delega al Governo per la riforma del codice della strada, che si pone in linea con l'intervento normativo preannunciato dall'Esecutivo. Osserva altresì come il Documento in oggetto sottolinei anche l'importanza di assicurare l'invarianza temporale del quadro regolatorio, poiché la certezza del sistema delle regole nel tempo è una delle precondizioni fondamentali per assicurare l'apporto del capitale privato. Per superare le difficoltà nel processo di liberalizzazione nel settore dei trasporti, il Programma Nazionale di Riforma richiama l'istituzione, con il decreto-legge n. 1 del 2012, dell'Autorità di regolazione dei Trasporti – alla quale spetterà, tra l'altro, anche la regolazione tariffaria nel settore autostradale – nonché dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, a cui saranno attribuiti compiti di proposta, di programmazione nella costruzione di nuove strade in concessione o in affidamento diretto ad ANAS SpA, di selezione dei concessionari autostradali e relativa aggiudicazione, vigilanza e controllo, al fine di eliminare la coesistenza nell'ANAS, società partecipata dal Ministero dell'Economia, del ruolo di concessionario, del ruolo di concedente e vigilante sulle concessioni autostradali.
  Riguardo al tema del consenso, sottolinea che il Governo intende verificare la possibilità di introdurre il dibattito pubblico, secondo l'esperienza francese del débat public. Senza incidere in modo rilevante sul costo e sui tempi di realizzazione delle opere si tratterebbe di procedure di consultazione delle popolazioni locali e delle associazioni portatrici di interessi diffusi, da svolgersi in tempi certi, nell'ambito di una rivisitazione dell'intero processo decisionale per la realizzazione delle grandi opere, volto anche a garantire una chiara distinzione tra chi decide e chi dà pareri, e tra la fase nella quale si discute del «se» e quella in cui si discute del «come» fare un'opera, la sola, quest'ultima nella quale si potrà discutere di mitigazioni e compensazioni.
  Inoltre, al fine di promuovere la crescita e la competitività del sistema produttivo, il Governo preannuncia di voler dare attuazione agli obiettivi di sviluppo definiti nell'Agenda Digitale per l'Europa. In particolare, l'obiettivo primario è la riduzione del digital divide e dei forti divari regionali che si registrano nel nostro Paese. Le azioni previste riguardano l'azzeramento del digital divide di primo livello, garantendo la possibilità di connettersi alla rete ad una velocità di almeno 2 Mbps al 100 per cento degli italiani entro il 2013, la diffusione della banda larga ultraveloce con la realizzazione delle reti di nuova generazione (Banda Larga Ultraveloce), che consentono una velocità di connessione da 30 Mbps a 100 Mbps, la realizzazione di data center per lo sviluppo di soluzioni di cloud computing, la sicurezza nella gestione dell'identità digitale del singolo cittadino e del sistema pubblico di connettività nonché la definizione di sistemi operativi per garantire la sicurezza dei pagamenti elettronici, contribuendo Pag. 198così alla diffusione dell’e-commerce. I fondi disponibili fanno leva sull'utilizzo dei fondi comunitari, in particolare sullo sblocco del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) che costituisce la quota di cofinanziamento nazionale ai Fondi comunitari necessaria per attivare i fondi europei. In questo quadro, ricorda che la Cabina di Regia per l'attuazione dell'Agenda digitale italiana, istituita il 1o marzo 2012, ha il compito di accelerare il percorso di attuazione dell'Agenda digitale italiana. La Cabina è articolata in sei gruppi di lavoro che curano i principali target dell'Agenda Digitale. La Cabina ha aperto una consultazione pubblica, dall'11 aprile all'11 maggio 2012, a cui possono partecipare tutti i soggetti interessati, compresi i singoli cittadini, per la definizione delle politiche di sviluppo del Paese basate sull'economia digitale. Entro il 30 giugno 2012 la Cabina di Regia dovrà produrre la relazione riguardante «la strategia italiana per un'Agenda digitale» che si tradurrà concretamente in progetti operativi e in un pacchetto normativo – che si chiamerà «Decreto DigItalia».
  Infine, considerata la rilevanza di questo tema, sul quale la Commissione, in numerose occasioni, ha avuto modo di intervenire, ritiene che si potrebbe valutare la possibilità di impiegare parte delle risorse destinate al finanziamento dei sistemi metropolitani e delle grandi infrastrutture, per interventi infrastrutturali volti a incentivare lo sviluppo della mobilità sostenibile, quali, ad esempio, la realizzazione di piste ciclabili e di reti infrastrutturali di ricarica a servizio dei veicoli alimentati ad energia elettrica.
  In conclusione, nell'esprimere una valutazione complessivamente favorevole sul provvedimento in esame, si riserva di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA ritiene che il Documento di Economia e Finanza rappresenti un passaggio chiave per definire la politica economica nazionale e per prevedere conseguentemente la possibile evoluzione del Paese in questo decennio, descrivendo anno dopo anno, un percorso di riforme concrete e verificabili volto a conseguire, auspicabilmente, una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Sottolinea come il Documento sia stato elaborato grazie ad un lavoro collegiale del Governo che ha visto coinvolti tutti i Ministeri, oltre ovviamente alla Presidenza del Consiglio. Il Governo, inoltre, ha attribuito grande importanza al confronto e alla consultazione delle autonomie territoriali, del CNEL, del Forum Giovani e, più in generale, delle Parti sociali. Ciò posto, ricorda che il Documento di Economia e Finanza contiene:
   il Programma di Stabilità (PdS) che evidenzia, a livello macroeconomico, gli obiettivi di finanza pubblica e, anche alla luce delle previsioni internazionali, le prospettive dell'economia nazionale;
   il Documento di analisi e tendenze della finanza pubblica – che dà conto dello stato di attuazione delle leggi di spesa nonché dell'attività di analisi e valutazione della spesa – che è stato elaborato anche grazie alla fattiva collaborazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sia nella fase di produzione e/o elaborazione dei dati richiesti, sia nell'attività di ricognizione della spesa da parte delle strutture periferiche;
   il Programma Nazionale di Riforma che, da un lato, fa il punto sulle riforme messe in campo dopo le raccomandazioni adottate dall'Unione europea per l'anno precedente, illustrando la portata degli interventi in atto, la loro coerenza con gli orientamenti dell'Unione europea e il loro impatto atteso, dall'altro, espone l'agenda degli interventi previsti per i mesi successivi, delineando così il percorso attraverso il quale l'Italia intende conseguire gli obiettivi definiti a livello europeo.

  Sottolinea come il PNR 2012 assuma una doppia valenza in chiave nazionale ed europea. Nell'attuale fase dell'economia nazionale, la qualità delle riforme, infatti, non solo ha grande rilevanza ai fini del rilancio della crescita nazionale, ma anche Pag. 199ai fini della stabilità economica e finanziaria dell'Unione economica e monetaria. Il PNR 2012, inoltre, è particolarmente importante per il ruolo che giocano gli indirizzi di policy delle istituzioni comunitarie che, rispetto al passato, vedono potenziato il loro ruolo di orientamento delle scelte di politica economica degli Stati membri. Il fatto che le raccomandazioni della Commissione europea sul PNR del 2011 siano state riprese, la scorsa estate, nella lettera della Banca Centrale Europea e, successivamente, nelle richieste rivolte all'Italia dal Consiglio europeo di ottobre, rappresenta, a suo avviso, la dimostrazione del peso che il giudizio dell'Europa sul PNR può avere nel dibattito politico.
  Per questo motivo la strategia di intervento avviata dal Governo si basa su due obiettivi. Il primo riguarda il riequilibrio strutturale dei conti pubblici, per consentire di ridurre rapidamente il peso del debito. A tal fine, il Governo si è impegnato a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, nel rispetto di quanto concordato nel Consiglio Europeo di ottobre 2011, e ha avviato una complessa operazione di politica economica, approvata alla fine del 2011 con il provvedimento «Salva Italia», per assicurare stabilità finanziaria, crescita ed equità. Il secondo obiettivo concerne la creazione di condizioni che consentano la ripresa del processo di sviluppo. Con i provvedimenti «Cresci Italia» e «Semplifica Italia» sono state infatti introdotte misure tese all'incentivazione dell'iniziativa economica privata, all'eliminazione delle barriere d'accesso ai mercati, alla creazione di condizioni più favorevoli per l'investimento interno ed estero, alla promozione dell'innovazione, dell'efficienza e della trasparenza nella Pubblica Amministrazione. Con lo sblocco degli investimenti pubblici e il «Piano di Azione Coesione», invece, sono state create le condizioni per una ripresa degli investimenti pubblici infrastrutturali e un rafforzamento della qualità dei servizi collettivi nel Sud.
  Per quanto riguarda la parte infrastrutture, il DEF contiene alcune linee guida che, partendo dall'analisi del gap infrastrutturale che caratterizza il nostro Paese, indicano il percorso che il Governo intende seguire in termini di pianificazione, di scelta degli investimenti e di logica programmatica, i cui esiti sono rendicontati nel Programma Infrastrutture Strategiche e nel relativo Allegato, che viene presentato in questa sede sottoforma di rapporto intermedio, dal momento che la versione completa dello stesso potrà essere trasmessa all'atto della presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2012, allorquando sarà quantificabile l'impatto sugli investimenti di alcune misure recentemente adottate, quali ad esempio i benefici fiscali riconosciuti alle società di progetto, e sarà stato più puntualmente definito il quadro delle opere legate alla realizzazione delle reti TEN-T.

  Vincenzo GAROFALO (PdL), nel ringraziare il relatore per il lavoro approfondito svolto, pur condividendo l'impostazione generale del Documento in oggetto, ritiene tuttavia che vi siano alcuni elementi di criticità sui quali bisognerebbe intervenire. A questo riguardo, ricorda, in primo luogo, che il Paese si trova dinanzi ad una crisi «di sistema» che, a suo avviso, risulta difficilmente fronteggiabile attraverso interventi che prevedano un ricorso prevalente, ancorché non esclusivo, alla leva fiscale. Sottolinea, infatti, che per poter agire efficacemente sul versante delle entrate – posto che la pressione fiscale ha ormai raggiunto livelli insostenibili per le famiglie – sarebbe necessario avviare al più presto una riforma fiscale che consenta, da un lato, di combattere più efficacemente il fenomeno dell'evasione e dell'elusione fiscale e, dall'altro, di incentivare adeguatamente gli investimenti, in modo da realizzare l'incremento delle entrate, non già attraverso l'aumento della pressione fiscale, ma mediante l'incremento del PIL e la lotta all'evasione. Ritiene emblematico, a questo riguardo, quanto riferito dai rappresentati dell'UNRAE – nel corso di una recente audizione presso la Commissione Trasporti – che Pag. 200hanno evidenziato come gli inasprimenti fiscali adottati dal Governo alcuni mesi fa nei confronti del settore automobilistico, non solo non abbiano prodotto gli incrementi di gettito attesi, ma abbiano determinato nel settore stesso gravi difficoltà, con conseguenti effetti negativi sulla produzione e sugli introiti erariali. Il risanamento dei conti pubblici, a suo avviso, infatti, dovrebbe essere realizzato non solo sul fronte delle entrate, ma anche prestando maggiore attenzione alla spesa, soprattutto a quella improduttiva, in quanto, se è vero che, rispetto al 2010, la spesa primaria è stata ridotta dello 0,7 per cento è altresì vero che tale riduzione è stata ottenuta anche grazie alla contabilizzazione degli introiti derivanti dalla vendita delle frequenze destinate alla telefonia mobile. Per quanto riguarda gli investimenti infrastrutturali, invece, pur sottolineando come non sia al momento possibile una dettagliata valutazione degli stessi, posto che l'Allegato infrastrutture non è stato ancora ufficialmente trasmesso alla Camera, evidenzia che, sulla base delle linee guida concernenti il citato Allegato, contenute nel Documento in oggetto, sia comunque possibile sottolineare l'esigenza di dare un ulteriore impulso agli investimenti pubblici, anche attraverso un allentamento dei vincoli del Patto di stabilità interno nei confronti degli enti locali. Infine, nell'esprimere una valutazione complessivamente favorevole sul Documento in oggetto, manifesta piena condivisione per le osservazioni formulate dal relatore in merito all'opportunità di impiegare nella mobilità sostenibile parte delle risorse destinate agli investimenti infrastrutturali, in considerazione dei sensibili benefici che potrebbero derivarne non solo all'ambiente, ma anche al sistema economico nel suo complesso.

  Mario LOVELLI (PD), nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto e il rappresentante del Governo per i chiarimenti forniti, rileva preliminarmente come la Commissione si trovi a svolgere la discussione sul Documento di Economia e Finanza e a esprimere un parere sul Documento medesimo, in modo affrettato, senza il necessario supporto dell'Allegato infrastrutture, posto che la Commissione Bilancio a cui il parere è destinato concluderà i propri lavori tra poche ore. Si riserva pertanto, anche a nome del suo gruppo, di intervenire in merito alle criticità del Documento in oggetto, nel corso dell'esame in Assemblea, all'atto della elaborazione della risoluzione con la quale il Documento stesso sarà approvato. In linea generale, ritiene che sarebbe necessario prestare maggiore attenzione ai temi della crescita, attraverso la predisposizione di una strategia comune che coinvolga tutti i Paesi dell’«Eurozona» e che miri a contemperare gli effetti recessivi che potrebbero essere innescati dalle manovre di contenimento dei conti pubblici con misure espansive che prevedano una riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro, la destinazione alle imprese della maggiore liquidità assegnata al sistema bancario, lo sblocco dei pagamenti dovuti dalla Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori al fine di riattivare il circuito della crescita economica. Venendo ora a un esame più dettagliato degli interventi previsti dal Documento di Economia e Finanza 2012, per le parti di competenza della Commissione Trasporti, segnala innanzitutto l'opportunità di chiarire maggiormente le modalità attraverso le quali saranno finanziate prioritariamente le opere collegate alla realizzazione dei quattro corridoi europei che attraversano l'Italia, posto che il maggiore ricorso al partenariato pubblico-privato, anche attraverso incentivi di carattere fiscale, riguarderà prevalentemente il settore stradale e autostradale, ma non il settore ferroviario, in ragione delle caratteristiche intrinseche di quest'ultimo. In secondo luogo, esprime perplessità sulla concreta realizzabilità, entro la scadenza ravvicinata della fine della legislatura, delle riforme costituzionali preannunciate dal Governo in tema di infrastrutture strategiche. In terzo luogo, pur esprimendo piena condivisione in merito alle recenti novità legislative che hanno condotto all'istituzione di un'Autorità nel settore dei Pag. 201trasporti, sottolinea l'esigenza di giungere ad un'accurata selezione dei soggetti candidati alla guida della predetta autorità nonché di quelli che saranno indicati per ricoprire incarichi nelle autorità i cui vertici sono in scadenza, preannunciando al riguardo, anche a nome del suo gruppo, la presentazione di un'apposita risoluzione in Commissione. In quarto luogo, pur sottolineando l'importanza dell'introduzione nella normativa nazionale di una disciplina analoga a quella del débat public francese al fine di risolvere situazioni di tensione con le popolazioni locali all'atto della realizzazione delle infrastrutture, ritiene comunque necessario che si chiarisca, riguardo alle opere in corso di realizzazione, che l'applicazione della nuova disciplina riguarderà le opere per le quali non è stato ancora elaborato il progetto esecutivo. Infine, in merito alla cabina di regia per l'attuazione dell'Agenda digitale per l'Europa, al fine di evitare che essa determini un prolungamento dell’iter per la presentazione delle misure legislative che saranno adottate al riguardo, ritiene necessario fissare tempi certi per la presentazione in Parlamento delle misure medesime, in modo da poter attivare al più presto gli investimenti legati all'attuazione dell'Agenda.

  Dario GINEFRA (PD), riguardo alle opere da realizzare nel Mezzogiorno citate dal relatore nella sua relazione introduttiva, ritiene opportuno evidenziare come il Governo sia impegnato alla realizzazione prioritaria di tali opere, nel quadro della più generale infrastrutturazione di valenza europea, posto che tra le opere medesime figura anche l'asse ferroviario Napoli-Bari.

  Renzo LUSETTI (UdCpTP) rileva preliminarmente come il documento in oggetto abbia carattere pluriennale e quindi intervenga in maniera prospettica su numerosi profili legati alla crescita economica. Nell'esprimere una valutazione positiva in merito alle considerazioni svolte dal relatore, richiama l'attenzione, in particolare, sulle valutazioni formulate dal relatore stesso riguardo alla necessità di incentivare il partenariato pubblico-privato e di riprogettare la programmazione strategica nella prospettiva di un miglioramento dei rapporti con il territorio, al fine di ridurre i conflitti tra amministrazioni e tra queste ultime e le popolazioni locali. A tal riguardo, nel concordare con le valutazioni del deputato Lovelli in merito all'opportunità di introdurre nell'ordinamento italiano una disciplina analoga a quella del débat public francese, sottolinea come tale disciplina possa evitare il ripresentarsi dei conflitti a cui si è assistito nel recente passato all'atto della realizzazione di rilevanti infrastrutture e possa, al tempo stesso, consentire di emarginare gli estremisti le cui azioni violente devono essere comunque stigmatizzate. Riguardo al tema dell'Agenda digitale per l'Europa, ritiene che la cabina di regia possa rappresentare un utile strumento di azione a condizione che siano rispettati i tempi fissati dall'Unione europea. Infine, in merito alla seconda parte del documento in oggetto, concernente le regole generali sull'evoluzione della spesa, ritiene che il Governo dovrebbe chiarire quali effetti, rispetto a tale evoluzione, siano attesi dalla cosiddetta spending review a cui sta provvedendo il Ministro Giarda.

  Daniele TOTO (FLpTP), nel ringraziare il relatore e il Governo per i rispettivi interventi e nel sottolineare come il Documento di Economia e Finanza 2012 segni un deciso cambio di passo rispetto al passato, esprime apprezzamento per lo sforzo compiuto dall'Esecutivo per conciliare l'obiettivo del risanamento dei conti pubblici con quello della crescita economica. Evidenzia, tuttavia, alcune criticità che riguardano, in primo luogo, il fatto che, in merito al trasporto ferroviario merci, non sia stato prospettato il ritiro della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2009, che ridimensionando sensibilmente il numero degli scali commerciali ha creato serie difficoltà alla libera concorrenza nel settore tanto da essere oggetto di approfondimenti anche in sede europea. Inoltre, nell'esprimere condivisione in merito al finanziamento Pag. 202delle opere infrastrutturali tramite project bond e alla prospettata proroga delle concessioni autostradali, ritiene che l'estensione dell'oggetto e della durata di tali concessioni possa essere opportunamente collegato alla realizzazione di lavori infrastrutturali di sviluppo e adeguamento per la messa in sicurezza delle infrastrutture stesse o di infrastrutture contigue. Infine, nell'esprime l'auspicio che si provveda, al più presto, all'introduzione nell'ordinamento italiano di una disciplina analoga al débat public francese e ad attuare gli interventi per la realizzazione della banda larga, coniugandoli con quelli necessari alla formazione del personale della Pubblica Amministrazione, in vista della completa digitalizzazione di quest'ultima, ribadisce il suo giudizio positivo sul Documento in oggetto.

  Carlo MONAI (IdV), pur esprimendo apprezzamento per la relazione svolta dal relatore, sottolinea la presenza nel Documento in oggetto di numerose criticità. In linea generale, ritiene non condivisibile gli interventi di politica economica adottati finora dal Governo, che si sono tradotti, a suo avviso, in un sostanziale inasprimento della pressione fiscale che ha colpito prevalentemente i ceti più deboli senza toccare le lobby economico-finanziarie del Paese. Ricorda, a questo riguardo, come il Governo non abbia dato attuazione all'impegno di destinare le risorse derivanti dal recupero dell'evasione fiscale al contenimento delle aliquote che gravano sui redditi più bassi e che non siano state ancora individuate le modalità per la riduzione della spesa improduttiva e parassitaria, tanto che continuano ad essere operanti enti pubblici caratterizzati da un'ampia sproporzione tra le spese destinate al mantenimento della loro struttura e la spesa relativa alla realizzazione dei loro compiti istituzionali. Per quanto concerne gli aspetti di competenza della Commissione Trasporti, segnala il fatto che non sono stati indicati nel Documento in esame gli impieghi a cui saranno destinati i proventi che deriveranno dalla vendita delle frequenze televisive ne sono stati individuati i parametri in base ai quali saranno assegnati ai soggetti che avevano partecipato al cosiddetto beauty-contest gli indennizzi gravanti sulle citate risorse. Tutto ciò considerato, pertanto, esprime una valutazione negativa sul Documento in oggetto.

  Costantino BOFFA (PD) sottolinea come il relatore abbia opportunamente posto l'attenzione nella sua relazione introduttiva sugli interventi infrastrutturali da realizzare nel Mezzogiorno, al fine di ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud, posto che, al momento, gli investimenti nel settore autostradale, da parte di ANAS, indirizzati al Meridione sono pari al 25 per cento del totale e quelli nel settore ferroviario, da parte di Ferrovie dello Stato, sono ancora più esigui ed ammontano a circa il 18 per cento degli investimenti complessivi. Ciò premesso, ritiene opportuno sottolineare come, riguardo al tema del rapporto tra popolazioni locali e realizzazione di grandi opere infrastrutturali, si rischi di compiere dei passi indietro proprio in relazione alla realizzazione di una delle principali opere programmate per il Mezzogiorno, vale a dire la tratta ferroviaria Napoli-Bari. A questo riguardo, nel rammentare che i primi due lotti della citata tratta, per un ammontare complessivo pari a 1,7 miliardi di euro, risultano già coperti, evidenzia come, dopo anni di dibattiti con le popolazioni locali per definire il tracciato della tratta in relazione a punti assai critici, quali, ad esempio, il nodo di Acerra e l'area di Maddaloni, la regione Campania, al fine di contenere i costi, abbia ridefinito il tracciato, cancellando i risultati raggiunti in anni di concertazione. Nel sottolineare come ciò stia creando grave allarme nella popolazione locale che si sta organizzando in comitati spontanei per protestare contro le determinazioni assunte dalla regione Campania, esprime la propria preoccupazione per la situazione che si sta determinando, che, suo avviso, ben lungi dal comportare un risparmio di spesa, può invece determinare un allungamento dei tempi di realizzazione dell'opera con conseguente aggravio di oneri.

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  Michele Pompeo META (PD) sottolinea come nel Documento in oggetto vi siano elementi di discontinuità rispetto al passato, ma anche elementi che si ripetono stancamente, riprendendo i contenuti di documenti presentati dal precedente Governo, tanto da far apparire l'esame del citato Documento un mero rito, da celebrare peraltro in tempi assai brevi. In particolare, ritiene che il Documento in esame continui a presentare una serie di piccole opere di scarsa utilità prive di rilevanza strategica, impedendo in tal modo di concentrare risorse sulle opere effettivamente prioritarie. Sul tema della crescita economica, ricorda come, proprio in questi giorni, il Ministro Passera abbia preannunciato lo stanziamento di svariati miliardi di euro per lo sviluppo, senza peraltro precisare le modalità attraverso le quali tali risorse saranno reperite. Di tutto ciò non vi è traccia nel Documento in oggetto che non individua dettagliate politiche per la crescita nel settore dei trasporti, ne chiarisce quali strategie si intenda seguire per il futuro di grandi gruppi industriali pubblici, quali ad esempio Finmeccanica e Fincantieri, che hanno un peso assai rilevante sullo sviluppo dell'economia nazionale. Anche in merito all'attuazione dell'Agenda digitale per l'Europa, si individuano risorse sulla cui stabilità appare lecito dubitare, dal momento che negli ultimi anni esse sono state ripetutamente assegnate e successivamente revocate. Al riguardo ritiene che, per incrementare adeguatamente il plafond delle risorse disponibili, si potrebbe opportunamente prevedere la destinazione degli introiti derivanti dalla vendita delle frequenze televisive all'attuazione dell'Agenda digitale. In conclusione, pur in presenza delle citate criticità, esprime una valutazione complessivamente favorevole sul Documento in oggetto, auspicando che la proposta di parere del relatore possa ben evidenziare le predette criticità e le possibili soluzioni emerse nel corso dell'esame.

  Silvia VELO, presidente, non essendovi obiezioni, per consentire al relatore di elaborare una proposta di parere alla luce degli elementi emersi nel corso dell'esame, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 13.45.

  Antonio MEREU (UdCpTP), relatore, tenuto conto degli elementi emersi nel corso dell'esame, formula una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato).

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Sui lavori della Commissione.

  Silvia VELO, presidente, fa presente che Poste Italiane SpA ha recentemente preannunciato un piano per la riduzione del personale che sarà discusso a breve con le organizzazioni sindacali. Ritiene pertanto che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi della Commissione debba, al più presto, programmare audizioni del Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, e dell'Amministratore delegato di Poste Italiane SpA, Massimo Sarmi, al fine di acquisire dettagliate informazioni su tale vicenda.

  La seduta termina alle 13.55.

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