CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 66

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 14.35.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del documento in oggetto.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che il Documento in titolo è disciplinato dalla legge 7 aprile 2011, n. 39, che ha aggiornato la legge di contabilità pubblica e che ne fissa al 10 aprile di ciascun anno la data di presentazione alle Camere. Segnala che il provvedimento in esame è stato deliberato dal Consiglio dei ministri lo scorso 18 aprile 2012 e trasmesso al Parlamento il giorno successivo. Ricorda, altresì, che il DEF, sostituendo sia la Relazione sull'economia e finanza pubblica (REF), sia la Decisione di finanza pubblica (DFP), costituisce il principale strumento di programmazione economica e finanziaria e viene esaminato dalle Camere in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea. Segnala, infine, che, in relazione alle decisioni assunte dagli organi preposti alla programmazione dei lavori della Camera dei deputati, il parere dovrà essere Pag. 67espresso dalla Commissione entro la seduta odierna.

  Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, osserva che il Documento costituisce il principale strumento di programmazione della politica economica nazionale, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale, definiti nella Strategia Europa 2020. Il DEF enuncia, pertanto, le modalità e la tempistica attraverso le quali l'Italia intende conseguire il risanamento strutturale dei conti pubblici e centrare, entro il 2020, gli obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, energia e sostenibilità ambientale, definiti nell'ambito dell'Unione europea.
  Fa presente che il Documento è articolato in tre sezioni: il programma di stabilità per l'Italia (Sezione I), l'analisi e le tendenze della finanza pubblica (Sezione II), il Programma nazionale di riforma (Sezione III).
  Con riferimento alla prima sezione, a fronte di un decremento del PIL nel 2011 pari allo 0,4 per cento, il DEF rivede al ribasso di 0,8 punti percentuali le stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso, prevedendo per il 2012 una contrazione del PIL dell'1,2 per cento. Il PIL aumenterà poi allo 0,5 per cento nel 2013, all'1,0 per cento nel 2014, fino all'1,2 per cento nel 2015.
  Con riferimento al consuntivo 2011, il Governo rileva come tale risultato sia ascrivibile alla recessione registrata negli ultimi due trimestri dell'anno, con un calo dello 0,2 per cento nel terzo trimestre e dello 0,7 per cento nell'ultimo trimestre rispetto a quelli precedenti, come certificato dall'ISTAT.
  La dinamica del prodotto è stata sostenuta principalmente dalla domanda estera netta (+1,4 per cento); i consumi finali nazionali sono risultati stazionari, mentre gli investimenti fissi lordi e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo, rispettivamente, di 0,4 e 0,5 punti percentuali. La spesa pubblica, per effetto delle misure di correzione fiscale, si è ridotta dello 0,9 per cento.
  Ciò premesso in via generale segnala che la parte più rilevante per le politiche di settore è contenuta nel Programma nazionale delle riforme. Il documento serve, da un lato, a fare il punto sulle riforme messe in campo dopo l'approvazione del PNR dello scorso anno, illustrando la portata degli interventi in atto, dall'altro, a presentare un'agenda di interventi per il prossimo anno.
  Per quanto riguarda i profili di competenza della Commissione difesa i principali interventi di interesse in tale settore contenuti nel Programma Nazionale di Riforma e possono essere così sintetizzati: la revisione dello strumento militare; la revisione della disciplina riguardante i poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza; il sostegno ad alcuni programmi di innovazione tecnologica; le agevolazioni fiscali al comparto difesa e sicurezza.
  Con riferimento alla revisione dello strumento militare, il relativo disegno di legge delega è stato approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 6 aprile del 2012 ed è in corso di presentazione al Parlamento.
  Il provvedimento si inserisce nell'ambito di quelle misure illustrate dal Governo nel DEF 2012 ispirate ai principi del rigore, della crescita e dell'equità, destinate a cambiare in profondità il funzionamento del sistema economico italiano, per correggerne durevolmente le fragilità e farne emergere le sue potenzialità migliori, ponendolo così in grado di raggiungere gli obiettivi europei definiti dalla strategia Europea 2020.
  Nello specifico, la revisione prospettata dal Governo è intesa a realizzare, in una visione di medio periodo, i seguenti obiettivi: il miglioramento del livello qualitativo e tecnologico dello strumento militare nazionale, pienamente interoperabile ed interagibile con il sistema di difesa e sicurezza Pag. 68dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica; l'ottimale ripartizione delle risorse assegnate alla «funzione difesa» tra le diverse voci di spesa (personale, esercizio, investimenti), in armonia con gli standard europei e con le ridimensionate risorse assegnate al comparto difesa; la riqualificazione dei programmi d'investimento e sostegno ai programmi di ricerca e sviluppo tecnologici; il sostegno dell'industria nazionale, in un settore, quello degli armamenti ed equipaggiamenti militari, caratterizzato da elevata competitività ed alta tecnologia. L'obiettivo è quello di agevolare lo sviluppo di rapporti commerciali a livello internazionale tra il sistema produttivo italiano e i Paesi con i quali sussistono rapporti di collaborazione nel settore della difesa.
  La realizzazione concreta dei richiamati obiettivi comporta l'adozione di una serie di interventi particolarmente incisivi e di revisione dello strumento militare nazionale che riguardano la ridefinizione, in senso riduttivo, dell'assetto organizzativo delle Forze armate, con interventi di soppressione e accorpamento delle strutture operative, logistiche e formative, territoriali e periferiche, nonché di unificazione di funzioni in un'ottica interforze. Al riguardo, secondo quanto anticipato dal Ministro della difesa, «un obiettivo serio e perseguibile è quello di una riduzione delle strutture del 30 per cento in 5-6 anni». L'intervento normativo, dovrebbe comportare la riduzione di strutture centrali e periferiche e l'accorpamento delle varie filiere che oggi sono separate e distribuite sul territorio (la filiera formativa, la filiera operativa, la filiera addestrativa e quella territoriale).
  Ulteriori interventi riguardano la riduzione delle dotazioni organiche complessive del personale militare, a 150.000 unità, da conseguire gradualmente entro l'anno 2024 e la riduzione delle dotazioni organiche complessive del personale civile a 20.000, da conseguire entro il medesimo termine. A questo proposito rileva che la normativa vigente prevede un organico di 190.000 militari e di 30.000 civili. Di fatto, l'attuale organico è assestato su 183.000 militari e 30.000 civili. L'obiettivo previsto è, dunque, quello di scendere verso 150.000 militari e 20.000 civili, con una riduzione di 43.000 unità (33.000 militari e 10.000 civili), pari circa al 20 per cento della dimensione attuale. A tal fine le misure prospettate da Governo sono: l'estensione dell'istituto dell'aspettativa per riduzione di quadri; il transito presso altre pubbliche amministrazioni; forme di esenzione dal servizio, da disporsi a domanda dell'interessato e previa valutazione da parte dell'amministrazione delle proprie esigenze funzionali; la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale; il ricorso a forme di lavoro a distanza.
  Un terzo gruppo di interventi concerne la rimodulazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma al fine di pervenire ad un numero più limitato di mezzi ma tecnologicamente più avanzati, realmente impiegabili e sostenuti da più risorse per l'operatività ovvero il mantenimento, l'addestramento e la preparazione del personale, che li deve gestire. In concreto, uno strumento più limitato ma con maggiore qualità e quindi capace di esprimere un'operatività più qualificata rispetto all'attuale.
  Osserva che, come anticipato dal Ministro della difesa nel corso della sua audizione del 15 febbraio, per la componente terrestre vi è l'intenzione di ridurre le brigate di manovra da undici a nove, la linea dei mezzi pesanti, carri e blindo, la linea degli elicotteri e un numero significativo di unità per il supporto al combattimento (unità di artiglieria e logistiche). Per la componente marittima si contrarranno le linee delle unità di altura e costiere, dei cacciamine e dei sommergibili. Per la componente aeronautica si contrarranno le linee degli aeromobili per la difesa aerea e dei velivoli della linea aerotattica.
  Per quanto riguarda le altre misure di interesse della Commissione contenute nel DEF 2012, segnala che nell'allegato al programma nazionale di riforma, ove viene riportata la griglia delle misure adottate o di prossima approvazione, nell'ambito Pag. 69degli interventi relativi all'innovazione tecnologica e al capitale umano, viene inserito il finanziamento di 300 milioni annui, disposto per il triennio 2012-2015 dalla legge di stabilità per il 2012, in favore dei progetti del Ministero della difesa «Fregate FREMM e «Medium Armoured Vehicles».
  Nel capitolo IV del PNR «Cambiare passo per uscire dalla crisi», nel paragrafo 3 «Promuovere la crescita e la competitività del sistema produttivo» il Governo individua, invece, nel decreto legge n. 21 del 2012 uno strumento importante per assicurare una maggiore apertura agli investimenti esteri, mantenendo, al contempo un meccanismo di vigilanza e supervisione.
  Il provvedimento, approvato in prima lettura dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, interviene sull'attuale normativa in materia di privatizzazione di imprese controllate dallo stato con particolare riferimento alle imprese che operano in taluni settori strategici per l'interesse nazionale quali la difesa e sicurezza nazionale. La revisione prospettata dal Governo è intesa a semplificare e rendere più flessibile il quadro normativo che regola questa materia attraverso il passaggio da un regime di tipo autorizzatorio ad un sistema che prevede la possibilità, da parte del Governo, di subordinare l'acquisto, da parte dei privati, di partecipazione in tali imprese a precise condizioni o di opporvisi in casi specifici.
  Da ultimo, il richiamato allegato al PNR, nell'ambito delle misure dirette a promuovere la produttività riporta l'intervento operato dall'articolo 33 comma 12 della legge di stabilità per il 2012, finalizzato a prorogare al 2012, la riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali, gravanti sul trattamento economico accessorio del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
  La disposizione, reca una riduzione del gettito fiscale pari a 60 milioni di euro nel 2012, così come stabilito dal limite di spesa fissato dalla disposizione medesima.
  Nel riservarsi di valutare gli ulteriori elementi che dovessero emergere nel dibattito, preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole sul Documento in titolo.
  Conclusivamente, ritiene opportuno sottolineare che gli andamenti di finanza pubblica, il contesto macroeconomico e la delicata fase di crisi internazionale rendono certamente necessario operare una profonda revisione dello strumento militare, per rendere più efficiente l'uso delle risorse e riqualificare gli investimenti. Naturalmente non è questa la sede per una valutazione di merito sul progetto di riforma nei suoi concreti contenuti, anche perché essi non sono ancora noti, in quanto il disegno di legge deliberato dal Consiglio dei ministri non è ancora stato presentato alla Camere. In ragione di ciò, coerentemente, il Documento in esame non ascrive a tale riforma alcun impatto sul bilancio pubblico.

  Il sottosegretario Filippo MILONE esprime apprezzamento per le considerazioni del relatore sul Documenti in esame.

  Augusto DI STANISLAO (IdV) esprime forti perplessità sul provvedimento in titolo, considerato il riferimento alla riforma dello strumento militare, di cui non sono noti i contenuti. Ritiene che tale circostanza, unita ai troppo ristretti margini temporali a disposizione della Commissione per lo svolgimento del proprio lavoro, rendono impraticabile una deliberazione ben ponderata. A suo avviso, la Commissione potrebbe esprimere validamente un parere sul Documento in titolo a condizione di chiedere l'espunzione dal suo testo di ogni riferimento alla citata riforma.

  Antonio RUGGHIA (PD), in reazione alle osservazioni del collega Di Stanislao, sottolinea che il Documento in titolo rappresenta uno strumento di programmazione e deve essere oggetto di deliberazione in quanto tale. Osserva che il collega Bosi, in qualità di relatore, ha evidenziato che il DEF si limita a riferimenti alla Pag. 70riforma dello strumento militare, su cui non interviene in termini di decisione e non fornisce elemento utili a valutarne l'impatto. Nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo, si associa al collega Di Stanislao in merito alla necessità di svolgere una riflessione accurata sulle dinamiche della spesa militare, anche in ragione del processo di spending review in atto, ritenendo che tale riflessione potrà avere luogo in occasione dell'esame della prospettata riforma.

  Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, osserva che il DEF si limita ad illustrare le linee da seguire e che spetterà alla riforma attuare. Dà quindi lettura alla preannunciata proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Augusto DI STANISLAO (IdV) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere del relatore, presentando una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2). Ritiene che le considerazioni del relatore non siano convincenti al fine dell'espressione di un parere favorevole, anche in ragione dei riferimenti contenuti nel DEF a possibili nuove spese militari. A tal riguardo, auspica che il Parlamento svolga in modo coerente la propria funzione di controllo, non avallando scelte non conformi agli standard europei in materia di politica di sicurezza e di difesa.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) esprime perplessità sulla mancata tempestiva presentazione al Parlamento del disegno di legge recante la riforma dello strumento militare, cui allude il DEF. Ritiene che la proposta di parere favorevole, preannunciata dal relatore, dovrebbe operare un richiamo a questa circostanza anche per dare ruolo e senso all'azione della Commissione di fronte all'opinione dei cittadini. Ritiene inoltre che il riferimento agli standard dovrebbe essere ben più ampio di quello operato all'ultimo punto della premessa della proposta di parere del relatore, e tenere conto di una pluralità di fattori che concorrono a determinarli in modo compiuto.

  Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, ribadisce che il DEF in esame non reca elementi di giudizio e di valutazione sulla riforma dello strumento militare, limitandosi ad indicare gli obiettivi della politica economica italiana in questo ambito. Sottolinea che il parere della Commissione è riferito a questo specifico profilo, anche alla luce dell'esame già svolto presso questo ramo del Parlamento del PNR. Esprime infine l'auspicio che il DEF ponga le basi per un approfondito dibattito di merito sulla riforma dello strumento militare.

  Antonio RUGGHIA (PD), con riferimento all'ultimo punto della premessa della proposta di parere favorevole formulata dal relatore, chiede la soppressione del riferimento agli standard europei.

  Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, riformula la proposta di parere favorevole, in accoglimento della richiesta avanzata dal collega Rugghia (vedi allegato 3).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole, come riformulata dal relatore.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, in conseguenza dell'approvazione della proposta di parere del relatore, dichiara preclusa la proposta alternativa di parere presentata dal deputato Di Stanislao.

  La seduta termina alle 15.10.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente, Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 15.10.

Pag. 71

Schema di decreto ministeriale concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa 2010 e 2011.
Atto n. 452.

(Seguito dell'esame e conclusione. – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale, rinviato nella seduta dell'11 aprile 2012.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che nella seduta dell'11 aprile 2012, in cui il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con condizioni, la Commissione ha deliberato di richiedere una proroga del termine di espressione del prescritto parere, fissato al 16 aprile scorso, al fine di acquisire nella seduta odierna i dati richiesti al Governo.

  Il sottosegretario Filippo MILONE, nel ribadire che non vi è stata alcuna battuta d'arresto nell'attuazione del piano di dismissione delle unità abitative ritenute non più utili alle esigenze della difesa a suo tempo avviato, illustra al relatore, onorevole De Angelis, la valutazione del Governo sulle difficoltà di espletamento di tale procedura. La stessa è definita dagli articoli 403 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 e prevede un iter complesso, non paragonabile alla vendita di immobili privati, determinato dal fatto che i beni in questione fanno parte del patrimonio dello Stato. Per ogni appartamento è previsto, in successione, l'accatastamento (gli immobili militari solo raramente sono accatastati), il trasferimento dal demanio al patrimonio disponibile dello Stato, una relazione tecnica propedeutica alla stima, la determinazione del prezzo di vendita, l'acquisizione della congruità dell'Agenzia del demanio, l'offerta di acquisto all'interessato e l'eventuale sua accettazione, la verifica del reddito familiare complessivo ai fini della riduzione del prezzo, il rogito notarile e, infine, il decreto di approvazione del contratto di vendita.
  Sottolinea che ciò comporta che i tempi tecnici necessari allo svolgimento di tali attività siano oggettivamente incomprimibili, anche nella considerazione che, trattandosi di alienazione di patrimonio pubblico, l’iter procedurale comprende l'acquisizione dei necessari visti di legittimità degli organi di controllo. Segnala, inoltre, alcuni fattori di criticità, peraltro evidenziati dallo stesso relatore, riconducibili alla proposizione di ricorsi giurisdizionali (innanzi al TAR Lazio, per un totale di 79 ricorrenti avverso la determinazione del prezzo di vendita offerto e di prevista discussione nella seconda metà del mese di maggio dopo che, in camera di consiglio, è stata rigettata la richiesta di sospensiva) e di risoluzioni e mozioni, che hanno impegnato il Ministero della difesa alla concreta attuazione degli impegni votati ed approvati dalle competenti Commissioni o dall'Assemblea.
  Pur con le criticità segnalate, ribadisce che il processo di dismissione del patrimonio abitativo immobiliare della Difesa va avanti e procede con ogni possibile sollecitudine, con l'obiettivo di ottenere risultati concreti già nei prossimi mesi. A tal riguardo riporta alcuni dati che mi sono stati forniti dalle competenti articolazioni del Dicastero. Sono state completate le seguenti attività: emanazione, in data 22 novembre 2010, a cura della Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero (GENIODIFE), del Decreto Direttoriale di individuazione di 3.022 alloggi da alienare, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 26 marzo 2011; stipula, in data 15 novembre 2010, di una convenzione con il Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati per la regolarizzazione catastale degli alloggi; stipula, in data 2 marzo 2011, di una convenzione con il Consiglio nazionale del notariato per la definizione degli atti di compravendita con tariffa agevolata e per lo svolgimento delle funzioni di coordinamento ed indirizzo dei Consigli Notarili distrettuali; definizione, d'intesa con l'Agenzia del demanio, del metodo di valutazione degli alloggi.
  Fa presente che risultano in corso di svolgimento le procedure di affidamento a Pag. 72professionisti esterni alla Difesa degli accatastamenti degli alloggi in vendita, a cura degli organi esecutivi del Genio militare sulla base della citata convenzione stipulata con il Consiglio nazionale dei geometri. Le stesse sono in via di totale completamento, atteso che, ad oggi, sono state accatastate 2.297 unità abitative. Fa presente altresì che la verifica dell'interesse culturale è stata avviata per tutti gli alloggi realizzati da oltre 70 anni (totale 608) in quanto soggetti alla disciplina recata del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Ad oggi, 7 alloggi in provincia di Torino sono stati dichiarati non alienabili per vincolo architettonico. È in corso l'emanazione di due decreti per la sdemanializzazione di 1.434 alloggi, di concerto con l'Agenzia del demanio, necessari per formalizzare il trasferimento degli alloggi in vendita dal demanio – ramo Difesa al patrimonio disponibile dello Stato; tali decreti sono attualmente in fase di registrazione presso gli organi di controllo; la redazione delle relazioni tecniche contenenti i dati di base necessari per la definizione del prezzo di vendita; allo stato ne risultano predisposte 1.481; la determinazione dei prezzi di vendita da parte di GENIODIFE, d'intesa con l'Agenzia del Demanio di 496 alloggi. È stata inoltre inviata all'Agenzia del Demanio, per il previsto parere di congruità, la valutazione di ulteriori 148 alloggi e le attività di invio delle proposte di acquisto.
  Segnala che allo stato sono state inviate a 264 conduttori, dei quali 15 hanno accettato l'offerta di vendita, sottoscrivendo il contratto preliminare e versando la relativa caparra (il totale delle caparre sinora versato è pari a 286.000 euro). Inoltre, allo scopo di determinare il prezzo finale di vendita, è stata formalizzata recentemente un'apposita convenzione con l'Agenzia delle entrate in virtù della quale GENIODIFE sta già verificando l'effettività del reddito familiare dichiarato per applicare le riduzioni di prezzo previste dalla norma (dal 10 per cento al 25 per cento del prezzo di vendita). È già stato predisposto il disciplinare d'asta per la messa in vendita, da parte dei notai, sia degli alloggi liberi sia di quelli per i quali i conduttori non eserciteranno il diritto di prelazione dell'acquisto della piena proprietà. La procedura prevede una prima asta riservata ai dipendenti, militari e civili della Difesa, ai sensi dell'articolo 405 del Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, ed una seconda, eventuale, aperta a tutti gli interessati.
  Sottolinea che la lunga disamina delle attività poste in essere, e di quelle che, necessariamente, seguiranno, mette in evidenza il livello di complessità dell'intera procedura nella quale l'Amministrazione della difesa si sta cimentando senza esperienze pregresse. Talune di queste attività, peraltro, costituiscono degli elementi di criticità e di appesantimento burocratico che ostacolano ogni possibilità di compressione dei tempi di finalizzazione. In particolare, si pensi agli effetti della norma generale che prevede il controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti per i contratti attivi stipulati dall'Amministrazione che, subordinando l'efficacia dell'atto negoziale alla registrazione presso la Corte, determina, peraltro, anche l'ulteriore oggettiva difficoltà, al momento del rogito, per l'accensione dei mutui ipotecari.
  Per quanto attiene ai quesiti posti in merito alla diminuzione del patrimonio alloggiativo e in particolare sul numero di alloggi ceduti a società private e sulle società acquirenti, si precisa preliminarmente che nessuna attività di tal genere è stata effettuata nel corso della procedura di alienazione di cui sinora si è riferito. Si tratta invece di vendite previste in attuazione della legge n. 662 del 1997, gestite dalla CONSAP sulla base di una convenzione sottoscritta all'epoca dalla Difesa. In particolare, per quanto riguarda l'Aeronautica, 5 alloggi relativi al comprensorio dell’«Ex Teleposto Centro Trasmittente» di Montesilvano sono stati venduti dalla CONSAP alla Società DOMUS s.r.l. nel momento in cui tali alloggi si sono resi disponibili per la vendita; con riguardo all'Esercito, 4 alloggi ubicati nella caserma «Monte Oliveto» in Firenze, saranno definitivamente trasferiti alla società Pag. 73MONTE ULIVETO SRL una volta risolte situazioni che derivano dalla perdurante occupazione degli alloggi da parte di abusivi.

  Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, ringrazia il rappresentante del Governo per gli elementi forniti, che, tuttavia, confermano il quadro già noto circa la particolare complessità della procedura e l'assenza di sostanziali progressi. L'esposizione del sottosegretario Milone evidenzia iniziative per la definizione del piano di alienazioni, che è però fermo. In questa circostanza, ritiene infruttuoso un'ulteriore dilazione dell’iter di esame parlamentare e conferma la proposta di parere favorevole con condizioni già presentata nella precedente seduta, anche in vista dell'imminente sentenza del TAR. Auspica pertanto che la Commissione proceda in questa seduta alla relativa deliberazione.

  Antonio RUGGHIA (PD) apprezza l'impegno del Governo e si associa alle osservazioni del relatore circa la speciale complessità della procedura di alienazione. Richiama l'obiettivo di fondo dell'intera operazione, connesso alla realizzazione di nuovi alloggi di servizio e dà atto al Governo di volere procedere in un progetto ambizioso. Pone quindi il tema del prezzo di vendita degli immobili, che non tiene conto del loro valore di mercato e che ha determinato l'insuccesso delle alienazioni ad oggi realizzate. Esprime quindi l'opportunità che la proposta di parere rechi un'ulteriore condizione al fine di prevedere una sospensiva del termine per esercitare il diritto di prelazione alla vendita nei casi in cui sia in atto un contenzioso da dirimere.

  Il sottosegretario Filippo MILONE osserva che si tratta della prima cessione mai avvenuta di immobili non accatastati e che occorre avere comprensione per le difficoltà di ordine tecnico. Quanto alla proposta dell'onorevole Rugghia sull'eventuale proroga del termine per l'esercizio del diritto di prelazione, ritiene che sia un'ipotesi praticabile in astratto ma non in presenza di una valutazione negativa da parte del TAR. Quanto al prezzo di vendita, fa presente che il cumulo delle diverse percentuali di sconto consente di quantificare importi del tutto affrontabili e competitivi.

  Antonio RUGGHIA (PD) ravvisa un'incongruenza nella considerazione del sottosegretario sulla questione della proroga, ritenendo che nelle more della sentenza del TAR la si possa disporre. Quanto alle facilitazioni all'acquisto, osserva che gli alloggi in questione, pur versando in larga parte in cattive condizioni, sono stati ipervalutati e che sarebbe opportuno prendere a modello i numerosi casi di dismissioni immobiliari già realizzate con successo in passato.

  Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, osserva che il progetto di alienazione degli immobili non accatastati è stato avviato già nel 2008 e che il tempo ad oggi intercorso è indicativo dei problemi insorti. Ritiene che la questione sollevata dal collega Rugghia sia meritevole di un'iniziativa parlamentare a sé stante e che la Commissione debba procedere a deliberare sulla proposta di parere favorevole con condizioni, già presentata nella precedente seduta.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ritiene che in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione potranno essere valutate ulteriori iniziative da assumere nella materia oggetto del provvedimento in titolo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizioni, già formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 15.45.

RISOLUZIONI

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 15.45.

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7-00833 Bosi: Sulle iniziative per la riorganizzazione dell'Istituto geografico militare.
7-00845 Rugghia: Sulle iniziative per la riorganizzazione dell'Istituto geografico militare.
(Rinvio della discussione congiunta).

  Il sottosegretario Filippo MILONE, in considerazione della particolare complessità della materia oggetto delle risoluzioni in titolo, interviene preliminarmente per chiedere che la Commissione ne rinvii la discussione al fine di potere svolgere gli opportuni approfondimenti istruttori.

  La Commissione concorda.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia la discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

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