CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 marzo 2012
630.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e XIV)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 28 marzo 2012. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI, indi del presidente della XIV Commissione Mario PESCANTE. - Intervengono il Ministro per gli affari europei Enzo Moavero Milanesi e il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

La seduta comincia alle 12.40.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Un bilancio per la strategia Europa 2020 (COM(2011)500 def.) Parte I e II.
Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (COM(2011)398 def.).
Progetto di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria (COM(2011)403 def.).
Proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea (COM(2011)510 def.). Pag. 25
Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea (COM(2011)511 def.).
Proposta di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie tradizionali e della risorsa basata sull'RNL nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria (COM(2011)512 def.).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e conclusione - Approvazione di un documento finale).

Le Commissioni proseguono l'esame degli atti dell'Unione europea all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 marzo 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nel ringraziare il Ministro per gli affari europei per la sua presenza nell'odierna seduta delle Commissioni riunite V e XIV, chiede ai relatori di riferire alle Commissioni sul lavoro svolto.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore per la XIV Commissione, formula, anche a nome del relatore per la V Commissione, onorevole Cambursano, una nuova proposta di documento finale, nella quale si è cercato di trovare la sintesi tra le diverse posizioni emerse nel corso del dibattito, accogliendo i contributi dati alla discussione dai colleghi, in particolare dagli onorevoli Gozi, Duilio, Ciccanti e dal gruppo del PdL.
Si limita quindi a richiamare il tema del volume del bilancio e la relativa posizione italiana, sottolineando che nel documento si è tenuto conto anche degli orientamenti emersi nell'incontro svoltosi ieri a Bruxelles con alcuni europarlamentari italiani - erano presenti, in particolare gli onorevoli Mario Mauro, Gianni Pittella e Patrizia Toia. Richiama sul punto l'inserimento nella proposta di documento della prima osservazione, di cui al numero 1 della lettera a), che evidenzia come occorra garantire un volume del bilancio in ogni caso non inferiore all'ammontare proposto dalla Commissione europea, che consenta di perseguire efficacemente gli obiettivi dell'Unione. L'osservazione sottolinea inoltre che, pur tenendo conto del difficile contesto economico e finanziario determinato dalla crisi, va ribadita l'opportunità di prevedere nel prossimo quadro finanziario risorse aggiuntive per interventi ad alto valore aggiunto in settori con forte potenziale di crescita. Si invita a questo scopo a valutare la possibilità di attribuire annualmente ad interventi che soddisfino tali requisiti risorse pari al margine disponibile effettivo tra il massimale delle risorse proprie e quello del quadro finanziario. Inoltre, i fondi assegnati al bilancio e non utilizzati potrebbero essere spesi unicamente nell'ambito del bilancio dell'UE e non restituiti agli Stati membri.
Auspica che questa osservazione possa offrire un sostegno al Governo in questa fase delicata dei negoziati, pur offrendo all'Esecutivo ampia libertà di indirizzo.

Renato CAMBURSANO (Misto), relatore per la V Commissione, ricorda di aver espresso, nella precedente seduta, perplessità in ordine alla richiesta del collega Gozi di rivedere la proposta di documento finale al fine di formulare una richiesta di aumento delle risorse maggiore rispetto a quello proposto dalla Commissione. A tale proposito, precisa che la sua contrarietà non era tanto dettata da ragioni relative al merito della proposta, che giudica certamente condivisibile, ma dalle condizioni del nostro Paese, che si troverebbe a sostenere un incremento del bilancio comunitario mentre presenta ritardi e inadempimenti, spesso gravi, nell'utilizzo delle risorse disponibili. Ritiene, tuttavia, che la formulazione individuata d'intesa con il relatore per la XIV Commissione rappresenti una soluzione equilibrata ed auspica che essa possa costituire uno stimolo per il nostro Paese a fare un salto di qualità nell'utilizzo dei fondi derivanti dal bilancio dell'Unione europea, perché sarebbe grave chiedere un aumento di spesa per interventi che poi non vengono effettuati.

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Segnala, poi, come opportunamente sia stato soppressa, nelle premesse del documento finale, la lettera nella quale si esprimevano preoccupazioni con riferimento alla proposta di introdurre l'imposta sulle transazioni finanziarie internazionali, osservando come stia maturando un consenso piuttosto ampio su tale proposta, che potrebbe rafforzare significativamente il mercato unico. Osserva, tra l'altro, come anche la Germania, tradizionalmente non favorevole a questa proposta, sembra aver mutato avviso.

Enzo MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei, rileva innanzitutto di non avere motivi di perplessità rispetto ai contenuti della proposta di documento finale elaborata dai relatori.
Coglie quindi l'occasione per fornire alle Commissioni un quadro del negoziato in corso, dei punti di criticità e della posizione assunta dal Governo italiano.
Segnala in primo luogo che è recente l'avvio delle discussioni specifiche dedicate al bilancio pluriennale europeo, affrontate in una prima riunione svoltasi a gennaio e, da ultimo, nel Consiglio affari generali di fine febbraio. Si è iniziato dall'esame delle rubriche di spesa - quali in particolare quelle relative alla sicurezza e cittadinanza, all'Europa globale e all'amministrazione - che sollevano minori problemi e sulle quali si registrano limitate divergenze. In aprile saranno affrontate le rubriche riguardanti le politiche agricole e di coesione e nel mese di maggio si affronterà il tema delle risorse proprie, con particolare riferimento al riassetto dell'IVA e alla tassazione sulle transazioni finanziarie.
Sottolinea come, diversamente da quanto generalmente si pensa, non si registra in seno al Consiglio una netta contrapposizione tra i Paesi contributori netti e gli altri, ma coabitano in un quadro assai frastagliato orientamenti diversi. Si registrano infatti notevoli divergenze anche tra gli stessi contributori netti: cita in proposito le posizioni divergenti di Francia e Gran Bretagna sui temi delle politiche agricole e degli sconti compensativi. Vi è dunque ancora un notevole lavoro da compiere, che la presidenza danese intende svolgere separatamente rubrica per rubrica, così da pervenire, entro il prossimo giugno, a un quadro definito delle diverse materie. L'obiettivo sarebbe quello di adottare il quadro finanziario pluriennale entro la fine del 2012, sotto la presidenza cipriota.
Il Governo italiano, dal canto suo, sta procedendo con cadenza mensile a riunioni con le regioni e gli enti locali e tra i diversi ministri. La linea negoziale assunta in sede europea parte dalla constatazione che l'approvazione del quadro finanziario pluriennale richiede l'unanimità, mentre le proposte legislative relative ai singoli settori necessitano unicamente della maggioranza qualificata. Poiché per l'Italia i temi della politica agricola e della politica di coesione sono quelli di maggiore criticità e delicatezza, il Governo farà valere il peso del proprio potere di veto, al fine di ottenere nei settori richiamati i risultati auspicati.
Precisa quindi che il Governo italiano non ha alcuna pregiudiziale aprioristica in ordine al volume complessivo del bilancio e, diversamente dagli altri paesi contributori netti, non intende fissare un tetto. È evidente che l'Unione europea deve dotarsi di un bilancio che sia proporzionato alle proprie ambizioni e in tal senso è opportuno prevedere risorse adeguate agli obiettivi prefissati; nel contempo non si vorrebbe che il saldo negativo dell'Italia, quale contributore netto, si traduca, da mero saldo negativo contabile, in un reale pregiudizio economico per il sistema Paese, ed è per questo motivo che il Governo dedica grande attenzione alla politica agricola e alla politica di coesione.
La proposta avanzata dalla Commissione europea prevede una sostanziale continuità nel livello del bilancio dell'Unione, pari circa all'1,05 per cento del reddito nazionale lordo europeo. I paesi contributori netti, fatta eccezione per l'Italia, ne chiedono una riduzione di circa lo 0,1 per cento. Richiama in proposito la situazione dell'Italia quale contributore netto che, nel 2010, ha registrato un saldo negativo di circa 4,5 miliardi di euro

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annui, secondo calcoli della Commissione europea che la Ragioneria generale ritiene sottostimati rispetto alla situazione reale. Si tratta di un ammontare che si è mantenuto costante nel corso degli ultimi anni e che, pertanto, non è probabilmente destinato a diminuire.
L'Italia ha sul punto affermato, in sede negoziale, alcuni principi che giudica prioritari. Innanzitutto si ritiene opportuno seguire un metodo, per così dire, dal basso verso l'alto, che definisca cioè il volume del bilancio sulla base delle effettive esigenze. In secondo luogo occorre prevedere risorse adeguate rispetto agli obiettivi prefissati e costruire un bilancio semplice, trasparente e leggibile, anche da parte dei cittadini europei. Una ulteriore esigenza è rappresentata dalla necessità di concentrare le risorse sui progetti che recano un valore aggiunto europeo, perseguendo l'efficienza nell'uso delle risorse; in tal senso appare particolarmente condivisibile quanto richiamato nella proposta di documento finale in ordine alla semplificazione delle procedure amministrative europee relative all'assegnazione dei fondi per le diverse politiche. Si tratta di un obiettivo che dovrebbe essere perseguito a partire dai bandi di gara, che spesso escludono le piccole e medie imprese e le micro imprese italiane - pur dotate di eccellenze che consentirebbero loro di partecipare con successo - per gli elevati costi delle spese di consulenza necessarie per prendere parte alle gare medesime. Il Governo vorrebbe inoltre che il meccanismo di bilancio diventi unico, eliminando le rubriche fuori bilancio; si potrebbero eventualmente prevedere rubriche fuori bilancio unicamente per le spese non quantificabili. Occorre infine, ad avviso del Governo, che il bilancio si doti di un sistema trasparente, comprensibile e unico sugli sconti compensativi. Si tratta di un problema concreto: ricorda, a titolo esemplificativo, che secondo i dati a disposizione la Gran Bretagna scarica i due terzi del proprio saldo netto sui contributi di altri paesi, con il risultato di una minore spesa sull'intero periodo pari a 10,5 miliardi di euro - al 20 per cento dei quali contribuisce l'Italia. Analogamente, la Germania, l'Austria, i Paesi Bassi e la Svezia godono di sensibili sconti sull'IVA.
In ordine agli aspetti particolarmente critici del negoziato, richiama innanzitutto l'attenzione sulla nuova configurazione della politica agricola, che appare fortemente insoddisfacente per il Paese. Ricorda in proposito che la posta globale per il periodo 2014-2020 prevede una riduzione di 34,7 miliardi di euro. La Commissione europea ha inoltre adottato per gli aiuti diretti il criterio unico della superficie coltivabile, che appare incoerente con una moderna politica agricola e contrario all'interesse nazionale. Si tratta infatti di un criterio che tutela il latifondo e penalizza le produzioni di eccellenza, delle quali l'Italia è ricca. Si tratta di un aspetto che dovrebbe essere modificato, o quanto meno compensato, poiché è quantificabile per l'Italia in 287 milioni di perdita annua pari a oltre 2 miliardi di euro sull'intero periodo. Anche sul tema dello sviluppo rurale, che il Governo italiano valuta di fondamentale importanza, la Commissione europea prevede una decurtazione di circa l'1 per cento. La proposta della Commissione, in questo caso, è ancora generica, tale cioè da far sperare nella possibilità di modifiche.
Complessivamente, evidenzia che la nuova politica agricola, così come sinora definita dalla Commissione europea, rappresenterebbe per l'Italia una perdita sull'intero periodo pari a 6,7 miliardi di euro. Ritiene che sia un dovere del Governo non esprimersi a favore di un bilancio che contiene penalizzazioni di tale portata.
Un secondo tema di grande delicatezza è quello della politica di coesione, che subisce 18 miliardi di contrazione complessiva. Per il Governo italiano vi sono tre significative preoccupazioni. La prima riguarda la categoria intermedia delle regioni in transizione, che determina un disequilibrio che non favorisce il paese e rispetto alla quale occorrerebbe trovare forme compensative. Un secondo problema è costituito dai cosiddetti 'RAL' (restes à liquider), ovvero quanto impegnato ma non ancora pagato. Alcuni paesi,

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adottando una linea particolarmente rigorosa, propongono di porre una sunset clause, ovvero una clausola di chiusura. Occorre certo riconoscere che l'Italia ha accumulato un ammontare rilevante di tali fondi, ma il Governo ritiene che la produzione di RAL sia fisiologica e che, laddove si voglia prevedere la loro estinzione, si garantiscano tempi congrui per consentire il riassorbimento dei RAL ancora esistenti. Un'ultima questione è rappresentata dall'idea maggioritaria di introdurre delle condizionalità macroeconomiche sui fondi strutturali. Il Governo italiano si è dichiarato contrario a questa previsione, a meno che le condizionalità macroeconomiche non riguardino l'intero bilancio.
Sottolinea infine come il pregiudizio globale per l'Italia, nell'ambito della politica di coesione, ammonterebbe a 4 o 5 miliardi di euro, che sommata alle decurtazioni della politica agricola, sfiora i 10 miliardi di euro.
Si sofferma, in conclusione, sugli altri capitoli di spesa recati dal bilancio, quale innanzitutto i fondi per la ricerca e l'innovazione, per i quali si prevede un raddoppio delle risorse. Il Governo italiano è certamente favorevole a tale aumento, nella consapevolezza che la possibilità di attingere a questi fondi rappresenta una vera e propria sfida per il nostro sistema imprenditoriale, universitario e della ricerca. Analogamente rappresenta una sfida per il paese la capacità di approfittare del netto aumento di risorse per la nuova iniziativa connecting Europe, che coinvolge i settori dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni. L'Italia è poi tra i pochi paesi, insieme alla Francia, a vedere con favore le risorse destinate al fondo europeo per l'adeguamento alla globalizzazione.
Nell'auspicio di aver fornito utili elementi di conoscenza sui negoziati in corso, si esprime quindi favorevolmente sulla proposta di documento finale formulata dai relatori.

Mario PESCANTE, presidente della XIV Commissione, osserva come il documento finale elaborato dai relatori rappresenti un esempio positivo di come, grazie all'unità di intenti di Governo, Parlamento e europarlamentari, si possa rafforzare la posizione negoziale dell'Italia in sede europea.

Antonio BORGHESI (IdV) fa presente che nella precedente seduta aveva chiesto ai relatori di prendere posizione in maniera più netta sul tema degli sconti, mentre si era pronunciato in senso contrario alla richiesta di un aumento della dimensione del bilancio dell'Unione europea, specialmente in una congiuntura nella quale il nostro Paese sta chiedendo pesanti sacrifici ai cittadini e dovrà realizzare importanti manovre correttive per garantire il raggiungimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio e della riduzione del debito pubblico nei termini richiesti dalla nuova disciplina dell'Unione europea. Segnala, poi, che aveva sollecitato l'avvio di una spending review anche a livello europeo, osservando come sia assolutamente necessario razionalizzare le spese sostenute per il funzionamento dell'Unione.

Sandro GOZI (PD) ringrazia i relatori per aver accolto nel documento finale le proposte di integrazione da lui formulate. Rivolge un ringraziamento anche al Ministro Moavero per l'esauriente illustrazione svolta e esprime apprezzamento per la positiva evoluzione della posizione negoziale del Governo. Osserva che l'Italia è un contributore netto ma non deve, a suo avviso, comportarsi come tale; deve piuttosto assumere una linea di condotta che sia coerente con gli obiettivi politici prefissati. Sotto tale profilo è particolarmente importante che l'Italia non assuma posizioni pregiudiziali contrarie all'aumento del volume del bilancio europeo: si tratta certamente di una strada in salita ma ritiene che sia un punto politico da sostenere, posto che il bilancio attuale non appare coerente con gli obiettivi che l'Europa stessa si prefigge. Esprime quindi condivisione per la posizione illustrata dal ministro sulla politica di coesione rilevando come il problema relativo alle regioni in transizione era già stato ampiamente

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sollevato dal suo gruppo dinnanzi al precedente Governo; i margini di intervento sono ormai limitati ma auspica che si possa quanto meno utilizzare negozialmente lo svantaggio che da tale previsione deriva per l'Italia. Anche sulle nuove condizionalità macroeconomiche condivide la posizione assunta dal ministro di netta contrarietà.

Lino DUILIO (PD), nel richiamare l'intervento del collega Gozi, ringrazia il Ministro Moavero Milanesi per avere dimostrato con la sua presenza all'odierno dibattito un cambiamento di rotta nell'attenzione attribuita dal Governo alle discussioni in sede parlamentare sui temi europei. Condivide quindi la politica prudente seguita dal Governo nel negoziato sulle questioni che vedono l'Italia in una posizione di minoranza. Auspica che la posizione di contributore netto non venga interpretata solo sotto un profilo ragionieristico, ma valutata nell'ambito di una complessiva ottica europea e non infici la determinazione a sostenere l'opportunità di risorse aggiuntive per le iniziative ad alto valore aggiunto che sono necessarie per lo sviluppo europeo.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) annuncia, a nome del proprio gruppo, un voto favorevole sulla proposta di documento finale come da ultimo formulata dai relatori, osservando come essa recepisca nella sostanza gran parte delle proposte di modifica e di integrazione avanzate dal suo gruppo. Nel prendere atto del percorso temporale disegnato dal Ministro Moavero Milanesi, osserva come la parte più importante della partita sul bilancio dell'Unione europea sia ancora da giocare ed auspica che la posizione espressa dalle Commissioni bilancio e delle politiche dell'Unione europea possa rafforzare il nostro Esecutivo nella trattativa che si svolgerà nei prossimi mesi. Nel segnalare, in particolare, l'esigenza di sciogliere con successo il nodo rappresentato dalla politica agricola, ringrazia il Ministro Moavero Milanesi per l'attenzione dimostrata ai lavori delle Commissioni ed assicura il convinto appoggio del suo gruppo all'azione del Governo su questi temi.

Marco MAGGIONI (LNP) rileva come più volte negli scorsi mesi il gruppo della Lega Nord ha sottolineato le lacune del bilancio in materia di politica agricola, peraltro emerse nel corso delle numerose audizioni svolte e oggi confermate dal Ministro Moavero. Per tale motivo e per il peso ed il rilievo dell'agricoltura nel nostro Paese, avrebbe ritenuto opportuno che la proposta di parere formulasse sul punto una condizione, e non una semplice osservazione.
Per tale motivo preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di documento finale formulata dai relatori.

Isidoro GOTTARDO (PdL) rileva come l'Italia abbia sempre dimostrato di credere nell'Unione europea, agendo affinché ne venisse incrementato il bilancio. Sottolinea quindi l'opportunità di valutare storicamente la posizione dell'Italia quale contributore netto, tenendo conto dei ritorni, anche in termini economici, che il Paese ha avuto dalla politica di coesione.
Richiama infine la questione posta dall'onorevole Borghesi, che trova a suo avviso risposta nella osservazione di cui al punto 8) della lettera c).
Ritenuto in conclusione che il documento finale dei relatori esprima il concreto europeismo dell'Italia, preannuncia il voto favorevole del gruppo PDL sulla proposta di documento finale dei relatori.

Enzo MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei, nel rispondere alle osservazioni formulate nel corso del dibattito, rileva innanzitutto, con riferimento alla spending review, che la Commissione europea ha proposto, oltre ad una riduzione delle spese amministrative, anche una revisione complessiva del sistema. Ritiene, in ogni caso, diversamente da quanto richiesto da alcuni Stati particolarmente rigoristi sul punto, che non sia interesse di nessuno indebolire le strutture europee nel loro apparato amministrativo.

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Osserva quindi che, ove le Commissioni ritenessero, inserendo a tal fine una condizione nella proposta di documento in esame, di invitare il Governo a condizionare il proprio voto finale sul quadro finanziario pluriennale a modifiche in tema di politica agricola e di politica di coesione, tale presa di posizione non potrebbe che rafforzare e supportare gli obiettivi che l'Esecutivo stesso si è posto nei negoziati in corso.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore per la XIV Commissione, osserva, con riferimento a quanto rilevato dall'onorevole Borghesi, che mentre in media, a livello europeo, ogni euro speso è per il 95 per cento destinato a investimenti e solo per 5 per cento alle spese di funzionamento, tali proporzioni sono invertite a livello degli Stai nazionali.

Renato CAMBURSANO (Misto), relatore per la V Commissione, nel ringraziare tutti i colleghi intervenuti e il Ministro Moavero Milanesi, ritiene particolarmente stimolante l'ultimo richiamo dell'onorevole Gozi. In proposito osserva come la filosofia alla base del documento che le Commissioni si accingono a votare è quella di sottolineare la necessità di porsi a livello europeo obiettivi ambiziosi e perseguire contemporaneamente un'efficientamento della spesa, come sul tema, richiamato dal Ministro, dei RAL. Con riferimento alle osservazioni dell'onorevole Borghesi relative al contenimento delle spese amministrative dell'Unione, evidenzia come esse siano state già fatte proprie dai relatori in particolare alla lettera a), numero 2), ed alla lettera c), numero 8), della parte dispositiva del documento presentato. Ricorda inoltre come il riferimento alla condizionalità sia parimenti presente nel documento, in linea con la posizione espressa dal Ministro Moavero Milanesi in merito alle modifiche in tema di singole politiche a cui l'Italia intende subordinare il voto sul quadro finanziario pluriennale, e con riferimento alle osservazioni dell'onorevole Maggioni, propone di riformulare il documento nel senso di inserire, alla lettera l) delle premesse, dopo le parole: «penalizzerebbe fortemente» le seguenti: «e in misura inaccettabile».

Antonio BORGHESI (IdV) alla luce delle spiegazioni fornite dai relatori, annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di documento finale nel testo riformulato.

Le Commissioni approvano la proposta di documento finale formulata dai relatori come da ultimo riformulata (vedi allegato).

La seduta termina alle 13.40.