CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 marzo 2012
627.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 22 marzo 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 9.50.

Disposizioni in materia di agricoltura sociale.
C. 3905 Nastri, C. 4088 Jannone e C. 4503 Di Giuseppe.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame delle proposte di legge.

Paolo RUSSO, presidente e relatore, ricorda che l'esame delle proposte di legge in titolo si ricollega a un'iniziativa già avviata dalla Commissione, con un'apposita indagine conoscitiva sull'agricoltura sociale, che si è sviluppata secondo un modulo seminariale attraverso l'audizione contestuale dei differenti soggetti previsti nel programma, lo scorso 19 dicembre.
L'indagine conoscitiva ha permesso alla Commissione di approfondire la conoscenza di un mondo, quello dell'agricoltura sociale, caratterizzato da un insieme di esperienze concrete che affondano le loro radici in alcuni aspetti tradizionali dell'agricoltura, come il legame tra azienda agricola e famiglia rurale, per esaltarne il carattere sociale e proporsi come luogo per l'integrazione nell'agricoltura di pratiche rivolte alla terapia e alla riabilitazione delle persone diversamente abili, all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale di soggetti svantaggiati, all'offerta di servizi educativi, culturali, di supporto alle famiglie e alle istituzioni didattiche.

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Il ruolo multifunzionale dell'agricoltura, di cui oggi molto si parla, è un'attitudine antica del settore, che da tempo è divenuta elemento di riferimento essenziale per la sua evoluzione, ampiamente considerato dalla legislazione europea, nazionale e regionale. È ormai patrimonio comune che l'agricoltura non svolge solo la funzione di produrre cibo, ma assicura anche numerosi altri beni e servizi caratterizzati non solo un valore di mercato, ma da un'utilità sociale che fornisce risposte a crescenti domande dei cittadini: dalla tutela dell'ambiente e del paesaggio al presidio e alla salvaguardia del territorio e delle aree rurali, dall'uso sostenibile delle risorse naturali alla sicurezza alimentare.
Lo sviluppo di molteplici esperienze di agricoltura multifunzionale diffuse sul territorio nazionale sta mettendo in luce un'ulteriore potenzialità dell'attività agricola, in relazione alla sua capacità di creare benefici per talune fasce vulnerabili o svantaggiate della popolazione, dando luogo a servizi innovativi che possono rispondere efficacemente alla crisi dei tradizionali sistemi di assistenza sociale. Queste esperienze, da un lato, producono servizi di grande valore sociale e, dall'altro, sono in grado di produrre benefici in termini di sviluppo e di reddito, soprattutto per quelle imprese che presidiano le zone più svantaggiate e marginali e che appaiono pertanto caratterizzate da scarsa redditività. Esse meritano quindi una particolare attenzione da parte delle istituzioni pubbliche.
Con l'indagine conoscitiva, la Commissione ha inteso pertanto acquisire dati, informazioni e valutazioni sulle iniziative di agricoltura sociale già avviate, sulle loro caratteristiche qualitative e quantitative e sui risultati raggiunti. Si è proposta inoltre di approfondire il quadro normativo sul quale tali iniziative si fondano a livello europeo, nazionale e regionale, le forme di sostegno delle quali si possono avvalere e, infine, il ventaglio di analisi e di proposte che si stanno mettendo a punto sull'argomento.
I contributi acquisiti con le audizioni e l'ulteriore documentazione trasmessa sono stati particolarmente ricchi ed interessanti e la Commissione intende portarli a sintesi, elaborando il documento conclusivo dell'indagine, che potrà costituire la base sulla quale sviluppare ulteriori attività.
In questo senso, con l'avvio dell'esame delle proposte di legge, si intende manifestare un primo riflesso concreto delle sollecitazioni acquisite, ovvero l'esigenza di una normativa quadro sull'agricoltura sociale. In una successiva fase, dopo aver tratto le conclusioni dall'indagine, la Commissione potrà riprendere il lavoro legislativo, attraverso la puntuale definizione di un testo.
Per quanto riguarda il merito delle proposte in esame, esse appaiono accomunate dall'intento di delineare un quadro normativo essenziale - diretto a favorire lo sviluppo delle potenzialità dell'agricoltura sociale, nel rispetto delle competenze regionali - nonché dalla struttura e dal tipo di interventi proposti.
In particolare, le tre proposte, con formulazioni analoghe, individuano le finalità della legge (all'articolo 1), specificando in sintesi che essa individua e promuove, nel rispetto dei princìpi previsti dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e delle competenze regionali, il carattere multifunzionale delle attività agricole quale contesto favorevole allo sviluppo di interventi e servizi sociali, socio-sanitari ed educativi, allo scopo di facilitare l'accesso adeguato e uniforme sul territorio nazionale, anche nelle zone rurali o svantaggiate, alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali.
All'articolo 1, comma 2, delle proposte Nastri e Jannone e all'articolo 2 della proposta Di Giuseppe è contenuta la definizione di agricoltura sociale, intesa come l'attività svolta dagli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile o dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 8 novembre 2000, n. 328 (legge quadro sui servizi sociali, ovvero organismi non lucrativi di utilità sociale, organismi della cooperazione, organizzazioni

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di volontariato, associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni, enti di patronato e altri soggetti privati), anche in forma associata tra loro, qualora integrino nell'attività agricola la fornitura di servizi rivolti all'inclusione sociale e al reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, all'assistenza e alla riabilitazione delle persone in condizione di disagio, al supporto alla famiglia con servizi sussidiari e alle istituzioni didattiche e della ricerca nel settore agricolo. La proposta Di Giuseppe si differenzia dalle altre in quanto fornisce una più dettagliata definizione di fattoria sociale e specifica che i soggetti previsti dalla citata legge quadro sui servizi sociali possono svolgere agricoltura sociale quando rispondano ai requisiti prescritti dall'articolo 2135 del codice civile, ovvero siano anche imprenditori agricoli.
L'articolo 2 delle proposte Nastri e Jannone e l'articolo 3 della proposta Di Giuseppe dettano le norme per l'accreditamento degli operatori e la definizione delle procedure per l'avvio e il monitoraggio dei servizi, al fine di favorire l'integrazione delle attività di agricoltura sociale nella programmazione degli interventi e dei servizi sociali.
L'articolo 3 delle proposte Nastri e Jannone e l'articolo 4 della proposta Di Giuseppe istituiscono, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per lo sviluppo dell'agricoltura sociale. Le proposte Nastri e Di Giuseppe precisano che lo stesso è finalizzato alla sperimentazione e al sostegno di progetti promossi dagli operatori del settore, sulla base degli indirizzi e dei criteri definiti dalle regioni e dalle province autonome. Alla ripartizione del Fondo provvederà il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, d'intesa con la Conferenza unificata.
Con l'articolo 4 delle proposte Nastri e Jannone e l'articolo 5 della proposta Di Giuseppe sono individuati gli interventi di sostegno che si ritengono necessari per facilitare lo sviluppo dell'agricoltura sociale, la sua diffusione territoriale e la commercializzazione dei prodotti che ne derivano.
In particolare, si promuove la diffusione di tali prodotti attraverso le mense scolastiche e ospedaliere, prevedendo la facoltà dei comuni di stabilire priorità nelle gare per questo genere di forniture.
Si prevede inoltre che i comuni, nel disciplinare i mercati di vendita diretta degli agricoltori, definiscano modalità idonee di presenza e di valorizzazione dei prodotti dell'agricoltura sociale.
Sono poi dettate forme di priorità a favore dell'agricoltura sociale nei procedimenti di assegnazione dei terreni di proprietà pubblica. In particolare, gli enti competenti dovranno prevedere criteri in tale senso per l'assegnazione dei beni demaniali, soggetti al regime dei beni demaniali o a vincolo di uso civico. Le proposte Nastri e Di Giuseppe prevedono anche che gli operatori dell'agricoltura sociale siano inseriti tra i soggetti che possono risultare assegnatari in via gratuita dei beni immobili confiscati alle mafie.
Per agevolare l'impiego lavorativo di soggetti svantaggiati in progetti dell'agricoltura sociale, le proposte in esame stabiliscono che anche gli altri operatori che promuovono l'agricoltura sociale potranno accedere allo sgravio contributivo attualmente concesso dall'articolo 4 della legge 8 novembre 1991, n. 381, alle cooperative sociali per l'assunzione di invalidi psichici, fisici e sensoriali, ex degenti di ospedali psichiatrici, tossicodipendenti alcolisti, minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, persone detenute o ammesse alle misure alternative alla detenzione. Una ulteriore agevolazione contributiva a favore degli imprenditori agricoli che svolgono attività di agricoltura sociale è prevista limitatamente all'effettivo periodo di esercizio dei relativi servizi sociali, socio-sanitari o educativi autorizzati dagli enti competenti.
Infine, tutte le proposte in esame prevedono con analoghe formulazioni l'istituzione dell'Osservatorio sull'agricoltura sociale, con compiti di monitoraggio ed elaborazione delle informazioni sulla presenza e sullo sviluppo delle relative attività, di raccolta e valutazione coordinata delle ricerche concernenti l'efficacia

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delle pratiche in questione e il loro inserimento nella rete dei servizi territoriali; di proposizione di iniziative finalizzate al coordinamento e alla migliore integrazione dell'agricoltura sociale nelle politiche di coesione e di sviluppo rurale. A far parte dell'Osservatorio, che potrà avvalersi di un comitato tecnico-scientifico formato da esperti del settore, sono chiamati rappresentanti delle amministrazioni dello Stato, delle regioni e delle province autonome, delle organizzazioni agricole e delle organizzazioni del terzo settore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Scioglimento della società Buonitalia Spa e trasferimento delle funzioni e risorse umane, strumentali e finanziarie all'Istituto sviluppo agroalimentare Spa.
C. 4867 Oliverio e C. 4939 Biava.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame delle proposte di legge.

Vincenzo TADDEI (PT), relatore, sottolinea che entrambe le proposte di legge in titolo, costituite da un unico articolo, dispongono lo scioglimento della società Buonitalia, la nomina di un commissario straordinario liquidatore, l'assegnazione delle funzioni e delle risorse umane e strumentali della disciolta società all'Istituto per lo sviluppo agroalimentare (ISA). Osserva inoltre che le due proposte si equivalgono quanto ai contenuti.
Ritiene in proposito necessario condurre un ulteriore approfondimento sul tema, in primo luogo per acquisire gli orientamenti del Governo. Si potrà così procedere alla verifica degli aspetti tecnici e all'elaborazione di un testo che unifichi le due proposte di legge.

Paolo RUSSO, presidente, preso atto della sollecitazione del relatore, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Comunicazioni del Presidente sugli esiti della riunione delle Commissioni agricoltura dei Parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea e del Parlamento europeo sulla riforma della politica comune della pesca (Bruxelles, 28 febbraio 2012).

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che lo scorso 28 febbraio ha partecipato, in rappresentanza della Commissione, ad una riunione delle Commissioni dei Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'Unione europea e del Parlamento europeo sulla riforma della politica comune della pesca, organizzata dalla Commissione per la pesca del Parlamento europeo.
L'incontro - presieduto dal Presidente della Commissione pesca del Parlamento europeo, Mato Adrover (europarlamentare spagnolo del gruppo PPE) - ha fatto registrare un'ampia partecipazione dei Parlamenti nazionali (45 parlamentari nazionali provenienti da 26 Camere di 21 Paesi). Per il Senato italiano, è intervenuta la senatrice Castiglione, relatrice sulla riforma presso la 9a Commissione.
La sessione introduttiva e la prima sessione hanno affrontato gli aspetti generali della riforma.
Nella sessione introduttiva, è intervenuta la Commissaria europea per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, che ha sottolineato l'importanza del dialogo con i Parlamenti nazionali ed evidenziato che, sulla base dei contributi pervenuti e delle visite che ha già effettuato in diversi Parlamenti nazionali, sussiste un consenso generalizzato rispetto ad un'impostazione della politica della pesca più sostenibile. Si è quindi soffermata su alcuni punti del pacchetto particolarmente controversi, evidenziando la necessità di mantenere un'impostazione vincolante e le scadenze temporali ivi previste. In particolare, ha evidenziato la congruità della data del 2015 rispetto al raggiungimento del livello di rendimento massimo sostenibile per gli stock ittici sulla base di tre considerazioni: l'evoluzione positiva che si è già registrata rispetto a taluni stock ittici; gli effetti positivi anche in termini economici e occupazionali

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che deriverebbero dall'attenuazione della pressione di pesca e dalla ricostituzione degli stock ittici; le scadenze temporali previste nella Convenzione delle Nazioni Unite sulla pesca e in altri atti di natura internazionale. La Commissaria si è quindi soffermata sul divieto dei rigetti in mare, condividendo la necessità di una prospettiva graduale, ma sottolineando, anche in questo caso, l'esigenza di un'impostazione vincolante; in proposito, ha sottolineato il ruolo dei pescatori, che dovrebbero ricorrere a tecniche più selettive, e il sostegno che a tal fine può provenire dal nuovo Fondo marittimo (anche attraverso la fornitura di attrezzature di pesca più selettiva). Sul sistema delle concessioni di pesca trasferibili, da un lato, ha ribadito che, in considerazione del riconoscimento della titolarità pubblica degli stock ittici, le concessioni non possono che essere per un tempo limitato e, dall'altro, ha evidenziato che il pacchetto contempla delle garanzie per evitare la concentrazione delle concessioni. Sulla regionalizzazione, si è dichiarata aperta al contributo dei Parlamenti nazionali, ricordando di avere ricevuto solamente il contributo della House of commons britannica.
L'intervento introduttivo della seconda sessione è stato affidato alla relatrice al Parlamento europeo sulla politica comune della pesca, Ulrike Rodust (PSE - Germania), che, preliminarmente, si è soffermata sui tempi dell'esame parlamentare (all'inizio di maggio sarà presentata una bozza di relazione, il pacchetto sarà votato a luglio) e ha richiamato il suo documento di lavoro nel quale vengono prospettate proposte concrete sugli aspetti più problematici della riforma. In particolare, sul rendimento massimo ha confermato la congruità della data del 2015 e ha posto la questione del miglioramento della qualità dei dati. Sul divieto di rigetti, la relatrice ha prospettato la possibilità di deroghe laddove tale divieto risulti controproducente in ragione degli alti tassi di sopravvivenza delle catture accessorie. Sul sistema delle concessioni, da un lato, ha evidenziato i vantaggi che possono derivare da un sistema di quote individuali, dall'altro ha sostenuto che la trasferibilità debba essere limitata al caso di sovracapacità (in assenza di misure dello Stato membro per ridurla) e, in ogni caso, limitata all'interno degli Stati membri. Con riferimento alla nozione di pesca costiera e artigianale, la relatrice - sia pure ribadendo la necessità di una definizione comune per tutti gli Stati membri - ha osservato come essa non possa essere definita attraverso il riferimento alla lunghezza dell'imbarcazione o alla sua potenza, ma all'effettiva capacità di cattura dei pesci (nel documento di lavoro, fa riferimento ad altri criteri, quali le dimensioni dell'azienda o il fatturato).
Nel corso del dibattito sono stati affrontati diversi temi.
In merito alla dimensione sociale della riforma, molti parlamentari nazionali - tra i quali quelli italiani, spagnoli e francesi - ed i parlamentari europei spagnoli intervenuti hanno espresso critiche sul fatto che la riforma non prende in considerazione l'impatto sociale delle misure proposte e hanno evidenziato la necessità di coniugare la sostenibilità economica con la sostenibilità sociale (in particolare, anche il Presidente Mato Adrover, nel suo intervento conclusivo); il parlamentare svedese ha invece evidenziato la priorità della dimensione ambientale. In replica, la relatrice Rodust ha anticipato come nel Fondo sociale saranno messi a disposizione fondi per gestire l'impatto sociale delle misure.
Per quanto riguarda il rendimento massimo sostenibile, è stata evidenziata, in particolare dai parlamentari spagnoli e dal parlamentare lettone, la necessità di posticipare la data del 2015 ed è stata espressa una più generale preoccupazione sui tempi della riforma (Lituania). L'onorevole Milana (Vicepresidente della Commissione pesca del parlamento europeo, S&D) ha criticato l'approccio della riforma basato sul rendimento massimo sostenibile, evidenziando invece la mancanza di una prospettiva eco-sistemica che consenta al mare di produrre di più.

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Sul divieto di rigetti, alcuni Parlamenti hanno sottolineato come tale previsione sia condivisibile al fine di rendere il settore più responsabile (Bulgaria) e hanno evidenziato l'opportunità che il divieto si applichi globalmente per ogni tipo di pesca e che non sia differenziato in funzione della specie (Bundestag); altri - tra i quali si colloca egli stesso - hanno sottolineato concreti problemi nella sua applicazione, in considerazione delle particolari condizioni ittiche e climatiche del Mediterraneo (analogamente la Finlandia, in relazione al mar Baltico), la necessaria gradualità nell'introduzione della misura (anche i colleghi spagnoli) e le ricadute negative per le piccole e medie imprese (anche il senatore polacco). In sede di replica, la Commissaria Damanaki ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione per introdurre il divieto di rigetto per la multipesca praticabile in particolare per il Mediterraneo, ribadendo in ogni caso l'importanza di porre fine al mercato del novellame (su tale ultimo punto, ha richiamato un suo recente positivo confronto con il Ministro italiano). Anche la relatrice Rodust ha ribadito la necessità di adeguati controlli e sanzioni nei confronti di chi pesca pesci sottomisura.
Sul tema delle concessioni di pesca trasferibili, a parte la valutazione positiva del rappresentante del Bundesrat, sono state evidenziate perplessità di ordine generale (Parlamento belga) e alcune criticità specifiche: la necessità di lasciare agli Stati membri la competenza sulla materia (Finlandia e Irlanda) il rischio che le concessioni trasferibili si concentrino in poche aziende o che diventino preda delle banche e della speculazione finanziaria (tale tema ha formato oggetto dei suoi rilievi, come pure dell'intervento del collega francese). L'onorevole Milana ha stigmatizzato la mancanza di risposte della Commissione sugli effetti in termini di riduzione di sforzo di pesca che deriverebbero dal sistema delle concessioni di pesca trasferibili. In replica, la Commissaria ha evidenziato che il nodo da sciogliere è rappresentato dalla discrezionalità degli Stati membri nell'applicazione del sistema; la relatrice Rodust ha ribadito la necessità di studiare soluzioni per l'applicabilità del sistema delle concessioni nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo.
Sulla regionalizzazione, nel corso del dibattito, è stato più volte richiamato il contributo britannico diretto ad un più forte decentramento. Al triguardo, egli ha ritenuto di evidenziare, in generale, che - pur senza prescindere dal quadro europeo di riferimento - gli stock ittici debbano essere governati a livello regionale, tenendo conto delle specificità di ciascuna regione (in proposito, ha richiamato le peculiarità della pesca nel Mediterraneo e le caratteristiche della pesca multispecie). L'opportunità di trovare soluzioni differenti per i vari Stati membri è stata evidenziata dal Bundesrat; la Finlandia ha sottolineato la necessità di lasciare margini di manovra agli Stati membri. Sul punto, la Commissaria Damanaki ha confermato la volontà della Commissione di utilizzare le possibilità offerte dal Trattato di Lisbona per valorizzare le competenze degli Stati membri e si è soffermata, in particolare, sul ruolo del livello regionale nell'adozione delle misure tecniche e sull'attribuzione di maggiori poteri agli organi di consulenza regionale.
Sulla previsione di un trattamento speciale per le piccole imbarcazioni, è stata evidenziata la necessità di individuare criteri diversi per definire la pesca costiera e artigianale (Senato italiano e Bundesrat) e sono state espresse preoccupazioni per gli effetti della riforma sulla piccola pesca (parlamentari inglesi). La Commissaria ha evidenziato la sua contrarietà rispetto a modifiche all'attuale definizione di piccola imbarcazione, legata alla lunghezza dell'imbarcazione (12 metri) e al tipo di attrezzi utilizzati (ritenendola chiara e semplice da controllare) e ha aggiunto che non tutti gli Stati membri sono favorevoli ad un trattamento speciale per le piccole imbarcazioni.
Circa l'abolizione degli aiuti pubblici per l'arresto definitivo o temporaneo delle attività di pesca, il Senato italiano ha espresso critiche sulla proposta della Commissione,

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sottolineando anche come sia indispensabile continuare a finanziare con fondi europei il fermo biologico.
Sulla riduzione degli oneri amministrativi (oggetto dei rilievi dei colleghi della Bulgaria e del Belgio), la Commissaria ha dichiarato la sua apertura rispetto a specifiche proposte di ulteriore semplificazione.
In merito al tema dei Fondi, la Commissaria ha insistito sull'importanza di investire su attrezzature più selettive, sulle misure di sicurezza e sulla formazione dei pescatori, piuttosto che dirette a sostenere la sovracapacità.
La terza sessione, dedicata all'organizzazione del mercato comune e al ruolo delle organizzazioni dei produttori, è stata introdotta da Struan Stevenson (europarlamentare inglese del Gruppo dei conservatori e riformisti europei, relatore in Commissione sull'organizzazione del mercato comune), che ha sottolineato la necessità di rendere più efficace il contributo delle organizzazioni dei produttori e nella realizzazione degli obiettivi di pesca sostenibile; si è in particolare soffermato sull'importanza di internazionalizzazione delle organizzazioni di produttori e della creazione dei associazioni transfrontaliere al fine di accrescere la competitività delle aziende europee e la creazione di nuovi mercati anche al di fuori dell'Unione. Ha quindi evidenziato la funzione delle organizzazioni di produttori nel sistema di gestione delle concessioni trasferibili (che dovrebbe essere volontario e strutturato in modo tale da dare sufficiente flessibilità agli Stati membri), nonché nell'attuazione del divieto di rigetti (in relazione al ruolo che le organizzazioni potrebbero svolgere nella politica di mercato). Il relatore Stevenson si è soffermato quindi sul tema dell'etichettatura, sottolineando il ruolo dell'Unione europea nella definizione di regole minime per le etichette ecologiche; nelle etichette andrebbe indicata la data di sbarco (la data di cattura del prodotto dovrebbe essere volontaria), oltre che informazioni sulla qualità del prodotto, e dovrebbe essere garantita la sua piena tracciabilità. Infine, ha evidenziato la necessità di migliorare l'acquacoltura di molluschi, a fronte di una crescente domanda sul mercato comune e di stock ittici in diminuzione; in proposito, si è soffermato sul ruolo che può essere svolto dalle organizzazioni di produttori e ha espresso il suo appoggio per la proposta di istituire un Comitato consultivo sull'acquacoltura.
Nel corso del dibattito sono stati affrontati diversi temi.
In merito al ruolo della nuova organizzazione del mercato nella garanzia di una concorrenza leale da parte dei Paesi terzi (affrontato dai parlamentari spagnoli e greci), il relatore ha evidenziato la necessità di monitorare con attenzione gli accordi di libero scambio conclusi dall'Unione.
Circa le informazioni da indicare nelle etichette, il Bundestag ritiene che debba indicarsi la data di cattura, ai fini della tracciabilità del prodotto, l'eventuale congelamento del prodotto e il suo nome scientifico; il parlamentare greco ha evidenziato la necessità di indicare il riferimento ai paesi d'origine rispetto ai prodotti di importazione; il parlamentare lituano ha evidenziato gli oneri burocratici che deriverebbero dall'inserimento di informazioni troppo dettagliate. In sede di replica, il relatore Stevenson ha evidenziato la difficoltà dei negoziati all'interno della procedura di «trilogo»: rispetto al tema dell'indicazione del Paese d'origine, è stata chiesta una valutazione di impatto alla Commissione; sulle etichette verdi dell'Unione, si è posto il problema di garantire condizioni eque tra produttori e importatori (i primi devono rispettare regole più severe rispetto ai secondi); rispetto all'indicazione dalla Commissione di inserire la data di cattura anziché di sbarco, ha evidenziato come tale dato possa costituire un'indicazione distorsiva per i consumatori.
L'ultima sessione, infine, era dedicata alle prospettive del nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Il relatore presso la Commissione pesca del parlamento europeo, Alain Cadec (europarlamentare francese del Gruppo del PPE), ha preliminarmente ricordato la

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tempistica dell'esame parlamentare (la Commissione voterà a novembre; la plenaria a gennaio). Si è soffermato quindi sulle risorse del Fondo e sulle sue finalità, da un lato, di conservazione delle risorse, dall'altro di sostegno della pesca, anche attraverso incentivi a favore dei giovani e della creazione di piccole aziende ittiche (piuttosto che attraverso iniziative miranti alla riconversione). Il relatore ha quindi criticato la mancanza di meccanismi di sostegno a favore di chi fronteggia crisi temporanee, nonché per il rinnovo della flotta e ha evidenziato la necessità di misure di investimento nei porti. Con riferimento a più generali aspetti della riforma, il relatore ha sottolineato l'opportunità di un approccio più graduale rispetto all'attuazione del divieto di rigetti, con opportune norme di accompagnamento, e si è soffermato sull'importanza del riferimento alla regionalizzazione e la necessità di sopprimere il concetto di concessione trasferibile.
Nel dibattito, si è evidenziata la necessità di sostenere finanziariamente misure di efficienza energetica e attività di trasformazione (Lettonia), più in generale misure di sostenibilità ambientale, anche attraverso l'allargamento del Fondo (Svezia), misure di sicurezza e di sostegno a favore di comunità che hanno risentito del declino della pesca (Irlanda), nonché interventi a favore dei pescatori giovani su piccola scala e per i porti (Finlandia). Il Senato francese ha espresso preoccupazioni rispetto alle più ampie finalità del nuovo Fondo rispetto al Fondo europeo per la pesca. Sul punto, il relatore, in replica, ha evidenziato la necessità che risorse effettive siano destinate alla pesca e, circa la necessità di riforma del Fondo, ha richiamato un precedente rapporto della Corte dei conti europea.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 10.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.05 alle 10.15.

COMITATO RISTRETTO

Giovedì 22 marzo 2012.

Norme per la valorizzazione dei prodotti alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità.
C. 1481 Realacci, C. 2876 De Girolamo, C. 3022 Cosenza e C. 4544 Dima.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 10.15 alle 10.20.