CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 febbraio 2012
614.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 29 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 13.

Variazione nella composizione della Commissione.

Stefano STEFANI, presidente, comunica che, nell'ambito del gruppo PDL, ha cessato di far parte della Commissione l'onorevole Pietro Cannella e che è entrato a farne parte l'onorevole Daniele Galli.

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Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione internazionale per il controllo dei sistemi antivegetativi nocivi applicati sulle navi, con allegati, fatta a Londra il 5 ottobre 2001, e sua esecuzione.
C. 4945 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 21 febbraio scorso.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Difesa, Bilancio, Ambiente e Trasporti, mentre le Commissioni Attività produttive, Affari sociali e Politiche dell'Unione europea hanno preannunciato di non procedere all'espressione del previsto parere.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi di conferire al relatore, onorevole Barbi, il mandato di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di nominare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle designazione dei rappresentanti dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo di Mauritius e il Governo della Repubblica italiana per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatto a Port Louis il 9 dicembre 2010.
C. 4946 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 21 febbraio scorso.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali e Finanze, nonché il nulla osta della Commissione Bilancio.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi di conferire al relatore, onorevole Picchi, il mandato di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di nominare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle designazione dei rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 13.10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 29 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.30.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione sul diritto relativo alle utilizzazioni dei corsi d'acqua internazionali per scopi diversi dalla navigazione, con annesso, fatta a New York il 21 maggio 1997.
C. 4975 Governo.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, osserva che la Convenzione in esame fissa alcune regole in materia di uso, gestione e protezione delle acque, volte a favorire la massima cooperazione fra gli Stati interessati da corsi d'acqua transfrontalieri. In particolare la Convenzione mira a disciplinare le utilizzazioni dei corsi d'acqua internazionali diverse dalla navigazione.
Rileva che la Convenzione si inserisce in un quadro normativo internazionale e comunitario assai articolato in materia di protezione dei corsi d'acqua da inquinamento

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ed eccessivo sfruttamento: il suo specifico apporto è pertanto quello di dirimere eventuali casi di contrasto tra differenti utilizzazioni di un corso d'acqua internazionale, avendo di mira anzitutto la tutela dei bisogni idrici ad uso civile, dunque soprattutto le acque potabili e quelle per usi agricoli.
Per quanto riguarda il nostro Paese, rammenta che non vi sono fiumi o corsi d'acqua internazionali transfrontalieri suscettibili di causare danni ad altri paesi. Come segnala la relazione illustrativa, l'Isonzo, che nasce in Slovenia e scorre successivamente nel nostro territorio nazionale è già oggetto di uno specifico Programma di cooperazione bilaterale, concluso nel 2007 e valido almeno fino al 2013. L'Italia ha altresì ratificato le due convenzioni di Helsinki riguardanti rispettivamente la protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali e gli effetti transfrontalieri derivanti da incidenti industriali.
Passando ad una più puntuale esposizione del contenuto della Convenzione, ritiene di particolare rilievo gli articoli da 5 a 10 dedicati ai principi generali. L'articolo 5 fissa innanzitutto l'obiettivo di un'equa e ragionevole modalità di sfruttamento e partecipazione ai benefici di un corso d'acqua internazionale, assicurandone in ogni caso la protezione in modo da tener conto degli interessi degli Stati corso d'acqua che partecipano in quel determinato bacino.
L'articolo 6 fissa invece i fattori rilevanti rispetto all'utilizzo equo e ragionevole delle risorse idriche di un corso d'acqua internazionale, tra i quali si annoverano fattori geografici, idrografici, climatici ed ecologici, ma anche i bisogni sociali ed economici che gravitano attorno al corso d'acqua internazionale interessato, come anche l'interesse delle popolazioni che ne dipendono.
L'articolo 7 sancisce il principio per cui ciascuno Stato adotterà tutte le misure appropriate per evitare di provocare danni ad altri Stati. Nel caso in cui tali danni siano già stati apportati, lo Stato che li ha causati adotterà, consultandosi con lo Stato danneggiato, ogni misura appropriata per eliminare o almeno attenuare gi effetti di tali danni, valutando eventualmente la possibilità di corrispondere compensazioni.
L'articolo 8 impone un generale obbligo di cooperazione in capo agli Stati, sulla base dell'eguaglianza, dell'integrità territoriale e del reciproco vantaggio, allo scopo di raggiungere l'ottimale utilizzazione e l'adeguata protezione di un corso d'acqua internazionale.
L'articolo 9 prevede poi regolari scambi di dati e informazioni sulle condizioni del corso d'acqua di reciproco interesse, con particolare riguardo ai profili idrogeologici, meteorologici ed ecologici, nonché alla qualità delle acque.
Infine, l'articolo 10 stabilisce la pari dignità di ciascuna utilizzazione di un corso d'acqua internazionale, qualora non vi siano precedenti accordi o usi al riguardo.
Segnala quindi che dall'attuazione della Convenzione, come precisato nella Relazione illustrativa, non discendono specifici oneri finanziari a carico dello Stato.
Conclude facendo presente che, benché la Convenzione non rivesta, come accennato, un interesse diretto ed immediato per il nostro Paese, appare opportuno, dopo quindici anni dalla sigla, procedere tempestivamente alla sua ratifica per adempiere all'impegno assunto a livello internazionale.

Il sottosegretario Marta DASSÙ concorda con le osservazioni e le conclusioni del relatore, ricordando l'imminente VI Forum mondiale dell'acqua che si terrà a Marsiglia a metà marzo.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.

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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 29 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.40.

DL 5/2012: Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo.
C 4940 Governo.

(Parere alle Commissioni I e X).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Franco NARDUCCI (PD), relatore, osserva che il provvedimento in esame mira a dare una risposta articolata al gravissimo svantaggio competitivo che grava da decenni sul nostro Paese a causa delle intollerabili pesantezze burocratiche che vessano cittadini, consumatori ed imprese. Non a caso un recente rapporto della Banca mondiale segnala - purtroppo al pari delle precedenti edizioni - il fortissimo ritardo dell'Italia che scende, rispetto allo scorso anno, dall'83o all'87o posto su 183 Paesi e si colloca agli ultimi posti tra i Paesi dell'Unione europea nella graduatoria della trasparenza nel settore dell'imprenditoria e del commercio.
Il decreto-legge è quindi un primo intervento per riportare l'Italia a standard europei nel settore degli oneri amministrativi, liberando risorse per la crescita e favorendo la definizione di un migliore quadro normativo per l'imprenditoria, anche nell'ottica di attirare gli investitori ed i capitali internazionali.
Con una punta di ottimismo la relazione illustrativa del provvedimento stima i risparmi in circa 500 milioni di euro l'anno, ai quali andranno aggiunti i consistenti risparmi attesi dall'adozione di misure di particolare rilievo e di carattere generale come i regolamenti in materia di controlli per le imprese, di autorizzazione unica in materia ambientale per le piccole e medie imprese (PMI) e di semplificazione delle procedure autorizzatorie per l'esercizio di attività economiche.
Evidenzia quindi come alla materia della semplificazione sia dedicato il titolo I (articoli 1-46), che, oltre a stabilire disposizioni di carattere generale, contempla interventi di semplificazione per i cittadini e per le imprese. Nello stesso titolo, sono stabiliti interventi di semplificazione anche in materia di lavoro, di appalti pubblici, ambiente, agricoltura, ricerca.
Allo sviluppo è dedicato il titolo II (articoli 47-60) le cui disposizioni intervengono in materia di innovazione tecnologica, università, istruzione, turismo, infrastrutture energetiche, nonché di proroga per il credito d'imposta per lavoro nel Mezzogiorno e del programma «carta acquisti» per cittadini meno abbienti.
Il titolo III (articoli 61-62) detta norme, in via transitoria, in tema di sponsorizzazione di interventi, redazione di certificati di esecuzione di lavori e mancato raggiungimento di intese con le regioni per l'adozione di atti amministrativi statali, nonché in tema di abrogazione di quindici atti, o parti di atti, normativi indicati nella tabella allegata al provvedimento.
Pur non essendovi disposizioni normative strettamente riconducibili agli ambiti di competenza della III Commissione, ritiene opportuno richiamare sommariamente talune misure intese ad agevolare la quotidianità dei cittadini, anche residenti all'estero, migliorando i rapporti tra gli italiani e le pubbliche amministrazioni.
In tale prospettiva si sofferma sulla previsione di cui all'articolo 5 che, nell'intento di agevolare i cambi di residenza «in tempo reale», dispone che per alcune dichiarazioni anagrafiche, tra le quali itrasferimenti di residenza da altro comune o dall'estero o all'estero, le relative registrazioni siano effettuate dall'ufficiale d'anagrafe nei due giorni lavorativi successivi a quello della dichiarazione.
L'articolo 6 è invece volto ad implementare la velocità delle comunicazioni

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tra amministrazioni per determinate tipologie di atti, che dovranno effettuarsi esclusivamente per via telematica.
L'articolo 7 prevede, per gli adempimenti successivi all'entrata in vigore del decreto legge, che i documenti d'identità e riconoscimento siano rilasciati o rinnovati con validità fino alla data corrispondente al giorno e mese di nascita del titolare, immediatamente successiva alla scadenza che sarebbe altrimenti prevista per il documento medesimo.
Segnala poi che, ai fini della sicurezza energetica del nostro Paese, il pacchetto normativo introdotto dall'articolo 57 individua direttamente al comma 1, anziché con la complessa procedura amministrativa prevista dalla «Legge obiettivo» n. 443 del 2001, una determinata tipologia d'infrastrutture e insediamenti strategici per il settore energetico concernenti oli minerali e carburanti. Tali strutture sono cioè definite sin d'ora e automaticamente come strategiche, ciò che consente di passare direttamente alle procedure attinenti alle fasi realizzative. La seconda semplificazione riguarda la competenza, la concentrazione e i termini di conclusione per i procedimenti per l'effettiva realizzazione/modificazione di tali impianti e insediamenti strategici nel settore energetico. La competenza viene trasferita dalle Regioni allo Stato d'intesa con le singole Regioni interessate, ciò che determina la concentrazione di questo tipo di procedimenti in capo al medesimo soggetto (lo Stato) garantendo al contempo il rispetto della competenza regionale. La terza semplificazione riguarda le procedure per la modifica degli stabilimenti/insediamenti esistenti: a tal fine si prevedono - in luogo delle preesistenti sequenze di procedimenti amministrativi separati - accordi di programma tra amministrazioni interessate, nonché il mantenimento di validità di autorizzazioni preesistenti in capo all'impianto da modificare.
Conclude proponendo l'espressione di un nulla osta all'ulteriore seguito del provvedimento.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di nulla osta del relatore.

La seduta termina alle 14.45.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 29 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.45.

Sulla missione in Israele e nei Territori palestinesi (21-24 febbraio 2012) e sulla Riunione presso il Parlamento europeo su «La rivoluzione araba: un anno dopo» (Bruxelles, 24 gennaio 2012).

Stefano STEFANI, presidente, invita la collega Nirenstein, che vi è intervenuta in sua vece, a presentare i contenuti essenziali della sua relazione sulla riunione in titolo svoltasi presso il Parlamento europeo.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL), nel depositare agli atti della Commissione una relazione sulla Riunione presso il Parlamento europeo su «La rivoluzione araba: un anno dopo» svoltasi a Bruxelles il 24 gennaio 2012 (vedi allegato 1), ricorda di avere rappresentato in quella sede la III Commissione insieme al collega Cabras che ha rappresentato l'omologa Commissione del Senato. Fa presente di essere stata ricevuta preventivamente dal vicepresidente della Commissione esteri del Parlamento europeo, Fiorello Provera.
La riunione è stata l'occasione per ascoltare il Commissario europeo per la politica di vicinato Füle ed il segretario generale del Servizio europeo per l'azione esterna Pier Vimont. Hanno altresì relazionato il rappresentante speciale per il Mediterraneo meridionale, lo spagnolo Bernardino Leon, il diplomatico statunitense Willam Taylor ed il Presidente della Commissione di Venezia, Gianni Buquicchio.

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Tutti gli interventi hanno sottolineato la portata storica del processo in atto, pur evidenziando l'esigenza di affrontare singolarmente ciascun caso nazionale. Soprattutto il Commissario Föle ha manifestato ottimismo sulle forze democratiche che sono state liberate. L'ambasciatore Vimont, a sua volta, si è detto fiducioso sul bilanciamento tra laicità e religione.
Precisa che, dal punto di vista dell'Unione europea, è stata ribadita l'opportunità di accrescere gli aiuti economici, anche sotto il profilo della liberalizzazione degli scambi commerciali, pur facendo riferimento al criterio «more for more», vale a dire correlando l'erogazione degli aiuti al progresso delle riforme. Al riguardo, esprime la valutazione che si tratti di una formula al ribasso rispetto al principio di condizionalità, dal dubbio esito.
Rileva che un simile ottimismo non ha trovato analoga unanime accoglienza nel dibattito successivo in cui non sono mancate voci, inclusa la sua, di preoccupazione circa la deriva ideologica dell'islamismo politico e le più generali condizioni di sicurezza della regione, anche con riferimento al conflitto israelo-palestinese a proposito del quale è essenziale verificare la tenuta della posizione egiziana. Reputa peraltro insoddisfacente l'opzione di credere come ad un articolo di fede al moderatismo islamico.
Ritiene quindi che la riunione abbia confermato la carenza di iniziativa politica dell'Unione europea in generale ed in particolare dell'Alto rappresentante per la politica estera, baronessa Ashton. È necessario, a suo avviso, che l'Italia si dia da fare per modificare tale stato di cose.
Si è pertanto detta certa che l'indagine conoscitiva deliberata da questa Commissione sugli obiettivi della politica estera italiana nel Mediterraneo potrà dare importanti contributi di approfondimento.
Sottolinea che la riunione di Bruxelles suggerisce di svolgere una riflessione sulle modalità di raccordo in materia di politica estera tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali, dovendosi lamentare le poche occasioni di incontro, ma anche la durata troppo breve di quelle previste. Considera doveroso che la III Commissione segnali la necessità di organizzare diversamente e più frequentemente tali incontri interparlamentari prevedendone una durata più adeguata ed un'impostazione meno convegnistica e più politica, augurandosi che il neopresidente della Commissione omologa del Parlamento europeo, Elmar Brok, possa essere sensibilizzato efficacemente a tale fine.

Il sottosegretario Marta DASSÙ ringrazia per l'esposizione svolta e rinnova il vivo apprezzamento del Ministro degli esteri per le iniziative di diplomazia parlamentare promosse dalla Commissione. Ritiene meritevole di approfondimento il tema delle sensibilità politiche non sempre convergenti tra livello europeo e livello nazionale, segnalando l'importanza dell'iniziativa italiana del Dialogo 5+5 nel contesto mediterraneo.

Franco FRATTINI (PdL), sulla base delle considerazioni della collega Nirenstein, ritiene che i Parlamenti nazionali debbano approfondire alcuni punti deboli della visione europea a cominciare dalla mancata valutazione dell'interconnessione delle diverse dimensioni presenti nell'area mediterranea, spesso frammentate in un'ottica di separazione burocratica. Lamenta altresì l'assenza di una riflessione sulla componente ideologica dell'Islam politico, pur rendendosi conto che il giudizio non può esaurirsi nelle prime prove elettorali. Giudica importante il contributo ai processi di democratizzazione in corso della Commissione di Venezia, anche nell'ottica di sostenere l'esperienza che si sta avviando dei governi di coalizione in paesi abituati al partito unico. Invita infine a non trascurare il ruolo dei Paesi del Golfo, anche nell'ambito dell'indagine conoscitiva deliberata dalla Commissione.

Francesco TEMPESTINI (PD) chiede chiarimenti alla presidenza sull'organizzazione della discussione.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL), facendo riferimento agli interventi dei colleghi,

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precisa di essersi attenuta ad un resoconto della riunione svoltasi e chiede di poter proseguire la discussione nel merito.

Stefano STEFANI, presidente, chiarisce che ha ritenuto preferibile distinguere le relazioni sulle due missioni in titolo, dando la precedenza per l'ordine cronologico a quella svolta dalla collega Nirenstein, che rassicura circa l'adempimento del suo mandato e la possibilità di riprendere in altra sede la discussione quanto prima.
Nel depositare agli atti della Commissione una relazione sulla missione in Israele e nei Territori palestinesi svoltasi dal 21 al 24 febbraio 2012 (vedi allegato 2), passa ad esporne i contenuti essenziali. Sottolinea che la finalità è stata approfondire l'attuale scenario mediorientale nel quadro della nuova politica italiana nel Mediterraneo, alla luce della cosiddetta «primavera araba» e dell'attuale contesto di tensione connesso alla situazione in Siria e all'escalation della questione nucleare iraniana. La missione ha inteso, in particolare, individuare le richieste che, da parte israeliana e da parte palestinese, si avanzano alla comunità internazionale per promuovere la pace e la sicurezza regionale. Gli incontri avuti a Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah con esponenti istituzionali israeliani e palestinesi, con rappresentanti delle Nazioni Unite e con la società civile palestinese hanno consentito di delineare un quadro ricco di spunti interessanti per l'azione politica del nostro Paese e dell'Unione europea. Per quanto concerne Israele, l'aspettativa prevalente va verso una convinta attuazione delle sanzioni nei confronti dell'Iran da parte del più alto numero possibile di Paesi, al fine di indurre il regime ad una maggiore apertura al negoziato prima che l'ordigno nucleare sia completato. A tale priorità si può lavorare negoziando in modo adeguato soprattutto con Russia e Cina. La questione dell'attacco preventivo all'Iran appare per lo più un deterrente, anche se gli esponenti dell'ONU lo hanno definito una prospettiva seria. Malgrado le dichiarazioni formali, gli interlocutori israeliani non sembrano attribuire priorità alla questione palestinese e al rilancio del negoziato. Prevale una linea attendista, anche in ragione dell'evoluzione in corso nei maggiori Paesi della regione, a partire dall'Egitto. È diffusa l'opinione, ad esempio del ministro degli esteri Liebermann, che il miglioramento del tenore di vita dei palestinesi possa di per sé promuovere sostanziali progressi sul piano politico. Indubbiamente colpisce il dato relativo alla crescita economica registrata nei territori palestinesi, superiore ai dati di tutti i Paesi della regione. Da parte palestinese le priorità dell'azione europea dovrebbero essere: il sostegno all'ANP e al partito Fatah in funzione anti-Hamas (oggi in calo di consensi) nell'attuale processo di conciliazione intrapalestinese; la promozione della formazione del governo tecnico transitorio chiamato a traghettare i palestinesi alle elezioni; il rapido compiersi del processo elettorale; il sostegno all'economia palestinese attraverso investimenti. Quanto alla Striscia di Gaza, la questione si risolverebbe solo con la riconciliazione intrapalestinese. Nel frattempo appare importante sostenere le iniziative umanitarie volte a migliorare la condizione della popolazione locale.
Riferisce quindi dell'immagine negativa trasmessa dal muro costruito da Israele, cui però si deve la riduzione significativa degli attacchi terroristici. Sottolinea che un punto da segnalare è la questione della condizione dei cristiani in Terra Santa che oggi appare particolarmente critica rispetto al passato. Rinvia quindi agli ulteriori interventi dei colleghi Frattini e Tempestini che ringrazia per il contributo assicurato per la migliore riuscita della missione.

Francesco TEMPESTINI (PD) esprime soddisfazione per gli esiti della missione in titolo che si è svolta nel contesto dell'indagine conoscitiva, di recente deliberata, sulla politica italiana per il Mediterraneo nei nuovi scenari regionali. Nel ritenere che le attività della Commissione su questo terreno possono avviare una proficua sinergia rispetto all'azione politica del Governo,

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sottolinea l'esigenza che la diplomazia parlamentare si svolga in forme adeguate al conseguimento di obiettivi concreti e lamenta al riguardo un non sempre ottimale coordinamento tra l'attività internazionale della Commissione e quella svolta dall'Unione interparlamentare e dallo stesso Ufficio di presidenza della Camera dei deputati. Ritiene che l'istituzione della figura dell'inviato speciale del Ministro degli affari esteri per il Mediterraneo, incarico affidato al ministro Massari, costituisca il segnale della centralità strategica affidata a quest'area nella politica estera del nostro Paese, a condizione che essa sia affrontata in modo unitario in relazione a tutto il bacino mediterraneo, includendo ad esempio la questione dell'integrazione europea dei Balcani occidentali. In tale prospettiva la missione ha permesso di approfondire le conoscenze e di verificare quanto i temi della primavera araba e della minaccia iraniana abbiano sospinto la questione palestinese su un binario secondario. A suo avviso, tuttavia questo stallo e vuoto politico, volto ad attendere l'ulteriore evolvere dei fatti, è denso di pericoli anche alla luce dell'attivismo dei movimenti islamisti. I colloqui a Ramallah hanno dato risalto all'importanza di valorizzare la dirigenza palestinese in quanto a ferma vocazione laica. Il carattere secolare della società palestinese e delle personalità che compongono l'ANP deve rappresentare un valore guida. In questo contesto il nostro Paese può svolgere un ruolo e mettere a frutto le proprie specificità.

Franco FRATTINI (PdL), nel ringraziare il presidente Stefani per avere individuato i profili salienti della missione svolta, sul piano del merito segnala che la sensazione di accerchiamento che caratterizza la situazione israeliana ha indotto la leadership di quel Paese a fissare nell'Iran di Achmadinejad la propria priorità e a monitorare con grande cura gli sviluppi della primavera araba, con particolare riferimento al mantenimento dei trattati di pace siglati con Egitto e Giordania. In questo quadro occorre considerare il ruolo attivo svolto dai Paesi del Golfo, considerato il ruolo dell'Arabia Saudita a sostegno dei movimenti salafiti, cui corrisponde quello del Qatar nei confronti dei Fratelli musulmani. Quanto alla prospettiva di attacco all'Iran, essa non è mai stata suggerita ma neanche esclusa nel corso degli incontri, il che induce a ritenere che l'opzione resti sul tavolo, per quanto come ipotesi improbabile. Quanto al processo di pace, per ragioni diverse le parti concordano sul fatto che non vi sono i presupposti per una soluzione da raggiungere in tempi brevi a causa delle posizioni di principio assunte. Quanto al processo di riconciliazione intrapalestinese, il percorso appare lungo e in salita: le riunioni al Cairo, svolte nei giorni della missione, non hanno dato l'esito sperato per la formazione di un governo transitorio; Hamas conserva le divisioni al proprio interno ed ostacola il processo nella consapevolezza che il suo successo significherebbe dovere riconoscere lo Stato di Israele. Occorre ben considerare la cultura convintamente laica del popolo palestinese che mal si concilia con il regime teocratico imposto da Hamas nella Striscia di Gaza.
Alla luce di quanto osservato, ritiene che la fase attuale debba essere seguita con attenzione interloquendo con i maggiori attori coinvolti, a partire dall'Egitto.

Il sottosegretario Marta DASSÙ si congratula per il buon esito della missione svolta dalla Commissione e per il lavoro di indagine conoscitiva di recente avviato. Nel richiamare i contenuti dell'audizione del Ministero degli affari esteri, svolta lo scorso 15 febbraio, sui temi del Mediterraneo, si associa alle valutazioni fatte dall'onorevole Frattini sulla questione dell'attacco all'Iran anche se non è da escludere che tale opzione possa essere sostenuta dagli Stati Uniti in cambio di concessioni da parte di Israele sul fronte palestinese. Su quest'ultimo tema, alla luce dei più recenti avvenimenti, si prospetta la ripresa dell'iniziativa diplomatica del presidente Abu Mazen presso le Nazioni Unite. Quanto alla situazione in Siria, in cui il dramma umanitario non è cessato

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malgrado l'accesso da poco consentito alla Croce Rossa Internazionale, si intravvede un ruolo più defilato di Arabia Saudita e Qatar in una sorta di tacita alleanza con Israele. Il crollo del regime di Assad viene comunque considerato un'occasione di indebolimento di Teheran.
Sottolinea infine che se l'Italia ha maturato crediti presso l'opinione pubblica americana con la propria linea sulle sanzioni all'Iran, non altrettanto avviene per l'Unione europea, tacciata di occuparsi esclusivamente della crisi economica, lasciando crescere altri poteri regionali meno affidabili.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 15.40.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 29 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 15.40.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-06281 Menia: Sul trattamento economico del personale a contratto presso la rete estera.

Aldo DI BIAGIO (FLpTP), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto sottolineando la complessità della questione e la gravità del mancato adeguamento delle retribuzioni del personale a contratto da ben undici anni, con l'aggravante in molti casi della corresponsione degli stipendi in euro e non in moneta locale.

Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), sottolineando che si tratta di questione delicata su cui il Ministero degli affari esteri si è attivato in modo determinato.

Aldo DI BIAGIO (FLpTP), in sede di replica, si dichiara parzialmente soddisfatto dalla risposta illustrata dal sottosegretario Dassù osservando che i molteplici interventi normativi e giurisprudenziali, cui si aggiungono talune prassi ormai radicate, hanno indotto in alcuni casi i lavoratori a licenziarsi. Segnala infine che la situazione è particolarmente difficile in Brasile, in cui il personale ha perso il settanta per cento del potere di acquisto del proprio stipendio.

La seduta termina alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.05.