CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 febbraio 2012
613.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Martedì 28 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Furio COLOMBO.

La seduta comincia alle 14.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo e relativo documento di accompagnamento.
(COM(2011)844 def.

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio della proposta di regolamento in titolo.

Furio COLOMBO, presidente, ricorda che a conclusione dell'esame istruttorio dell'atto in titolo, il Comitato potrà sottoporre alla Commissione l'eventualità di adottare un documento finale, a norma del comma 2 dell'articolo 127 del Regolamento.
Ritiene quindi opportuno richiamare l'attenzione del Comitato sul fatto che ieri si è aperta a Ginevra la XIX Sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, di cui l'Italia è stata confermata a far parte per il corrente triennio 2011-2014. Segnala che il Ministro degli affari esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, ha presenziato all'avvio della sessione, pronunciandovi un discorso in cui si è soffermato in modo particolare sulla situazione in Siria. Al riguardo, preannuncia una specifica informativa al Comitato, anche al fine di valutare l'adozione di eventuali iniziative di contributo ai lavori del Consiglio, ivi inclusa l'eventualità di una missione a Ginevra nell'arco di svolgimento della sessione stessa, che terminerà il 23 marzo.

Mario BARBI (PD), relatore, osserva che il provvedimento in esame è destinato

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a sostituire il regolamento n. 1889/2006, che scade il 31 dicembre 2013, e rientra nel pacchetto comprendente le proposte di regolamento relative agli strumenti con cui l'UE finanzierà la sua azione esterna nel prossimo quadro finanziario 2014-2020.
Tale pacchetto è costituito: da un regolamento che stabilisce norme e procedure comuni per l'esecuzione degli strumenti di azione esterna (COM(2011)842); da quattro strumenti relativi alle grandi priorità strategiche, differenziate tra loro su base geografica (assistenza preadesione, vicinato, partenariato, cooperazione allo sviluppo); da tre strumenti tematici, tra i quali rientra quello al nostro esame indicato a livello comunitario con l'acronimo EIDHR. Segnala che lo scorso 14 febbraio il Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ha avviato l'esame istruttorio della proposta di regolamento sul finanziamento della cooperazione allo sviluppo, ricordandone di essere stato relatore anche su quell'atto.
Rileva che la caratteristica principale dello strumento in esame è il fatto che permette di fornire assistenza indipendentemente dal consenso dei governi dei paesi terzi e di altre autorità pubbliche. In virtù di ciò, secondo la relazione che l'accompagna, dovrebbe continuare a rappresentare un valore aggiunto fondamentale, che va ad arricchire l'arsenale delle politiche dell'Unione europea. Quanto al campo di applicazione del provvedimento è previsto, in analogia con lo strumento vigente, che l'assistenza opera in quattro ambiti: promozione e potenziamento della democrazia rappresentativa; protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali; rafforzamento del quadro internazionale per la tutela dei diritti umani; consolidamento della fiducia nei processi elettorali democratici e miglioramento della loro affidabilità e trasparenza. Elementi di novità sono rappresentati dal riferimento alla libertà su Internet e alle misure di lotta contro gli ostacoli amministrativi all'esercizio di tale libertà e dall'inclusione, tra le libertà fondamentali, della promozione della libertà di pensiero, coscienza, religione e credo e della tolleranza e rispetto della diversità religiosa e culturale. È stata inoltre introdotta la previsione che le misure di assistenza devono tenere conto delle caratteristiche peculiari delle situazioni di crisi o di emergenza e dei paesi o delle situazioni in cui la sicurezza delle persone è particolarmente a rischio. L'assistenza dell'UE è attuata tramite documenti di strategia, che stabiliscono i settori d'intervento prioritari, programmi d'azione annuali, misure individuali, di sostegno e speciali. La Commissione è assistita da un comitato per la democrazia e i diritti umani composto da rappresentanti degli Stati membri.
Segnala che il regolamento vigente prevede che l'assistenza comunitaria per la promozione della democrazia e dei diritti umani sia coerente con il quadro della politica comunitaria sulla cooperazione allo sviluppo e con la politica estera dell'Unione europea nel suo complesso e complementare a quella erogata nell'ambito dei relativi strumenti comunitari di assistenza esterna. Una disposizione in tal senso non è contenuta nella proposta al nostro esame. Invita quindi a valutare se tale omissione normativa assicura maggiore dignità ed autonomia all'EDHIR o rischia viceversa di slegare in qualche modo l'azione in questo campo dall'azione esterna dell'Unione nel suo complesso.
Fa presente che la dotazione finanziaria destinata all'esecuzione del presente regolamento per il periodo 2014-2020 dovrebbe essere di 1 miliardo e 578 milioni di euro, che corrisponde a una dotazione annua media di circa 225 milioni di euro. L'attuale dotazione per il periodo 2007-2013 è di 1 miliardo e 104 milioni, per cui rileva un incremento di un certo rilievo.
Nota poi che nelle scheda finanziaria che accompagna il provvedimento sono presenti anche alcune indicazioni concrete sulle azioni finora svolte con le risorse EDHIR. In particolare, rispetto a un'area strategica per il nostro Paese, la sponda sud del Mediterraneo, ricorda i finanziamenti erogati in maniera non palese a diverse realtà della società civile tunisina nel periodo precedente la caduta del regime di Ben Alì.

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Proprio alla luce dei recenti avvenimenti ritiene che andrebbe suggerita l'ipotesi di un incremento delle stanziamento di EDHIR per fronteggiare le sfide future. Occorre in ogni caso considerare che azioni a favore della democrazia e dei diritti umani sono in qualche modo previste anche da altri strumenti, a cominciare da quello di vicinato. Può essere utile richiamare in questa sede anche la Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento» (COM(2011)303).
Fa quindi riferimento alla già citata proposta di regolamento COM(2011)822 recante le disposizioni operative comuni a tutti gli strumenti di finanziamento dell'azione esterna dell'Unione e anche alcune disposizioni specifiche relative all'EDHIR. Tra queste ultime considera interessante la possibilità di fornire risorse tramite attribuzione diretta in caso di sovvenzioni di valore modesto a difensori dei diritti umani onde finanziare azioni di protezione d'urgenza o di sovvenzioni per finanziare - nel limite di due milioni di euro - azioni nelle condizioni più difficili o nelle situazioni in cui sarebbe inopportuna la pubblicazione di un invito a presentare proposte.
Quanto agli aspetti procedurali, avverte che il 17 gennaio 2012 il provvedimento in esame è stato assegnato alla Commissione affari esteri del Parlamento europeo per l'esame in prima lettura secondo la procedura legislativa ordinaria. La proposta di regolamento è stato segnalata dal Governo che ha trasmesso una nota tecnica il 23 gennaio 2012, ai sensi dell'articolo 4-quater della legge n.11 del 2005.Secondo la nota, la proposta si pone perfettamente in linea con gli obiettivi di tutela delle libertà fondamentali e di promozione della democrazia, perseguiti dallo Stato italiano tanto singolarmente, quanto nell'ambito delle organizzazioni sovranazionali cui appartiene ed in primis dell'UE. Sulla base dei dati forniti dal sito IPEX, comunica che l'esame dell'atto risulta concluso da parte del Consiglio nazionale austriaco, del Parlamento portoghese e del Consiglio nazionale slovacco. Ne hanno avviato l'esame: le due Camere del Parlamento belga, il Parlamento finlandese, il Bundesrat tedesco, le due Camere del Parlamento polacco, il Parlamento svedese e la Camera dei Comuni britannica. Segnala altresì che lo scorso 14 febbraio è iniziato l'esame dell'insieme delle proposte di regolamento relative agli strumenti di azione esterna dell'Unione da parte della Commissione esteri del Senato.
In conclusione, ritiene che la proposta sia rilevante per i temi del Comitato e che ci sia la possibilità di svolgerne un esame accurato e di formulare indirizzi al Governo in termini concreti e operativi.

Enrico PIANETTA (PdL) sottolinea il significativo incremento di fondi, per i prossimi sette anni, pari a circa il 40 per cento a paragone di quanto previsto per il periodo precedente. Nel condividere le considerazioni del relatore sul ruolo strategico dell'Unione europea in tema di diritti umani, ritiene necessario individuare dei meccanismi di valutazione circa le modalità in cui si esplica l'impegno europeo e sul suo impatto. In tal modo si potrebbero individuare specifici settori di intervento ed aree geografiche su cui concentrare l'attenzione. Auspica infine che l'esame della proposta in titolo si concluda con l'approvazione di un documento da parte della Commissione, in linea con quanto previsto dal Regolamento.

Francesco TEMPESTINI (PD), associandosi alle considerazioni del relatore e del collega Pianetta, ritiene che lo strumento finanziario di cui si discute sia rilevante e dunque meritevole di controllo relativamente al suo utilizzo. Osserva che l'Unione europea non ha sinora dato prove di particolare efficacia sul versante della tutela dei diritti umani in relazione alla crisi siriana e che l'indagine conoscitiva sulla politica mediterranea dell'Italia nei nuovi scenari regionali, di recente deliberata dalla Commissione, potrà costituire occasione per approfondimenti al riguardo. Stigmatizza che l'Alto Rappresentante Ashton si sia limitata a mere dichiarazioni

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di principio, laddove i ministri degli esteri dei maggiori Paesi europei, tra cui l'Italia, si sono impegnati a delineare delle soluzioni per garantire corridoi umanitari e la protezione della popolazione siriana. Ritiene, analogamente al caso siriano, che anche i recenti sviluppi della situazione in Egitto destino preoccupazioni per le accuse mosse alle organizzazioni non governative. Condivide le ipotesi di lavoro prospettate dal presidente Colombo e finalizzate anche ad una missione presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, anche in relazione al lavoro parlamentare in corso per l'istituzione di un'autorità nazionale per la promozione e tutela dei diritti umani.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) sottolinea l'attualità del tema dei processi di democratizzazione in atto in molti Paesi del mondo islamico e la priorità di valutare le modalità in cui si esplica il sostegno dell'Unione europea alle nuove realtà politiche, alla luce della debolezza degli strumenti di cui l'Europa dispone in questa fase, come correttamente evidenziato dal collega Tempestini. Nel considerare questo aspetto essenziale per l'evoluzione degli scenari globali futuri, pone all'attenzione del Comitato l'esigenza di sorvegliare i flussi di risorse provenienti da Bruxelles per non distogliere fondi dall'obiettivo della tutela dei diritti umani delle popolazioni arabe, già vessate dai passati regimi ed oggi esposte alla pressione di forze radicali e fondamentaliste. Fa presente, a titolo di esempio, che il partito Ennahdha, vincitore delle elezioni in Tunisia, sembrerebbe concedere spazio alle formazioni salafite nella gestione della politica locale. Occorre pertanto ben monitorare i percettori finali degli aiuti europei.

Furio COLOMBO, presidente, condivide le considerazioni dei colleghi Nirenstein e Tempestini e ricorda l'audizione dell'attivista per i diritti umani in Siria, Shady Hamady, da cui emerse un ruolo ambiguo giocato dalla diplomazia siriana rispetto ai propri connazionali presenti sul territorio del nostro Paese, nonché l'opportunità di revocare le alte onorificenze conferite al presidente Hassad. Al riguardo segnala di avere sensibilizzato la presidenza della Commissione ed auspica di averne al più presto riscontro. Suggerisce in generale l'elaborazione di proposte operative di lavoro da parte dei componenti del Comitato per far sì che si possa davvero incidere a vantaggio delle vittime di violazioni dei diritti umani. Ribadisce l'opportunità di assumere nella sede del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ogni utile elemento anche al fine di creare sinergie tra le Nazioni Unite e l'Unione europea.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.

COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

RELAZIONI AL PARLAMENTO

Martedì 28 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 14.40.

Relazione del Ministero dell'economia e delle finanze sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale e sulla partecipazione finanziaria italiana alle risorse di detti organismi per l'anno 2010.
Doc. LV, n. 5-bis.

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio del provvedimento in titolo.

Enrico PIANETTA, presidente, ricordo che la Relazione in titolo viene esaminata ai sensi dell'articolo 124, comma 1, del Regolamento. A conclusione dell'esame, il Comitato potrà sottoporre alla Commissione l'eventualità di adottare una risoluzione a norma dell'articolo 117. A tale proposito, ricorda altresì che in esito all'esame

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istruttorio per l'anno 2009, di cui è stato relatore lo stesso onorevole Tempestini, la Commissione, nella seduta del 29 giugno 2011, ha approvato la risoluzione n. 8-00129.

Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, prima di procedere all'illustrazione della Relazione, preannuncia l'opportunità che la Commissione pervenga all'approvazione di un indirizzo al Governo di tenore analogo a quello approvata nel 2011 per ribadirne i contenuti e stigmatizzare l'assenza di novità sia sul piano del merito che delle procedure rispetto al passato. La Relazione perviene infatti al Parlamento sempre in ritardo e rivela un basso grado di interazione tra i diversi rami dell'Amministrazione, oltre ad una carente attitudine al dialogo interistituzionale, nonostante le rassicurazioni ricevute dai rappresentanti del competente dicastero.
Passa quindi ad illustrarne in sintesi le linee di fondo, osservando che, per quanto attiene al Gruppo della Banca mondiale, la Relazione informa che nel 2010 la capofila del gruppo stesso, ossia la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo - il cui obiettivo è la riduzione della povertà in paesi a reddito medio o in quei paesi poveri che però hanno accesso ai mercati di capitali - ha finanziato 164 nuove operazioni in 42 paesi, concedendo prestiti per un totale di 44,2 miliardi di dollari in modo che si è superato il precedente livello di 32,9 miliardi erogati nel 2009. Oltre a questi finanziamenti, la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) fornisce aiuti attraverso i Trust Fund (tra i quali il Fondo Globale per l'ambiente e il Fondo Globale per la lotta contro AIDS, TBC e Malaria).
Rammenta che il capitale BIRS sottoscritto dall'Italia, su un totale di 189,94 miliardi di dollari, è di 5,4 miliardi di dollari, pari al 2,85 per cento dell'ammontare delle sottoscrizioni e al 2,78 per cento del potere di voto. In seguito al processo di riforma volto ad accrescere la partecipazione («Voice») dei PVS nel Gruppo della Banca Mondiale, conclusosi nell'aprile 2010 con un aumento selettivo di capitale a loro favore che ne ha portato il peso in BIRS al 47,19 per cento, l'Italia vedrà una modesta diminuzione della propria quota, dal 2,85 al 2,64 per cento.
Fa presente che l'IDA (International Development Association), che assiste i PVS più poveri, ovvero quelli che non hanno sufficiente solidità finanziaria per accedere ai prestiti della BIRS, ha raggiunto nel 2010 un volume di risorse impegnate pari a 14,5 miliardi di dollari, di cui 2,7 miliardi a dono, ripartiti su 190 operazioni. La maggior parte delle risorse, pari al 49 per cento, è andata all'Africa, e subito dopo al sud-est asiatico.
Rileva che il Fondo Globale per l'ambiente (GEF), parimenti amministrato dalla Banca mondiale, è il più grande finanziatore di progetti per la tutela dell'ambiente. Il Fondo ha il compito di assistere i PVS attraverso contributi a progetti per uno sviluppo sostenibile. Nel 2010 il GEF ha finanziato 202 progetti per un ammontare di 552,4 milioni di dollari, che hanno generato cofinanziamenti per ulteriori 2,5 miliardi di dollari. Al riguardo, osserva come risulti molto più bassa in questo caso l'entità media del finanziamento per ciascun progetto, ritenendo meritevole di approfondimento tale circostanza.
Evidenzia come la Relazione ricordi che l'Italia è stata fra i più forti sostenitori del GEF fin dalla sua adesione (nel 1994) e che la quota di contribuzione si è mantenuta stabile negli anni intorno al 4,39 per cento del capitale sottoscritto. Sono terminati nel maggio 2010 i negoziati per la V ricostituzione del Fondo (2010-2014): con 3,5 miliardi di nuovi contributi, l'ammontare totale di risorse per il GEF è salito a 4,25 miliardi di dollari. L'Italia ha annunciato un contributo di 92 milioni di dollari che, seppure lievemente superiore al precedente, fa scendere la sua quota di partecipazione al 3,64 per cento.
In relazione alle attività della Banca interamericana di sviluppo, precisa che l'Italia detiene quote pari all'1,8 per cento della Banca Interamericana di Sviluppo, al 3 per cento della Società interamericana di investimento (IIC) ed al 2 per cento del

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Fondo Multilaterale d'investimento (MIF). Nel marzo 2010 i Governatori hanno deliberato un aumento di capitale, il nono, di 70 miliardi di dollari; l'Italia ha annunciato un contributo di 43 milioni di dollari.
L'Italia aderisce altresì alla Banca asiatica di sviluppo, finanziata da 67 membri, dei quali solo 48 appartengono alla regione asiatica. Oltre ai governi, i principali partner della Banca sono le organizzazioni non governative ed il settore privato. Al 31 dicembre 2010 il capitale della Banca asiatica di sviluppo era pari a 143,95 miliardi di dollari (più del doppio rispetto ai 60,75 miliardi di dollari del 2009). L'Italia ha sottoscritto una quota di 2.954 milioni di dollari (contro i 998,9 del 2009), che corrisponde al 2,14 per cento del totale, mentre il potere di voto è dell'1,94 per cento (erano rispettivamente l'1,64 e l'1,61 per cento l'anno precedente).
Per quanto attiene alla partecipazione azionaria del nostro Paeseal Gruppo della Banca africana di sviluppo, essa corrisponde al 2,2 per cento del capitale ed il potere di voto al 2,36 per cento. Per il 2010, va senz'altro segnalata la consistente riduzione delle operazioni del Gruppo della Banca africana di sviluppo, pari a 4,1 miliardi di unità di conto, rispetto al picco di 8,1 miliardi del 2009.
Il suo «braccio operativo», il Fondo africano di sviluppo (AfDF), creato nel 1972 al fine di ridurre la povertà nella regione africana tramite il miglioramento della produttività, la crescita economica e lo sviluppo del capitale umano, ha approvato nel 2010 operazioni per 1,46 miliardi di unità di conto, in diminuzione rispetto ai 2,43 miliardi del 2009. Nel 2010 si sono peraltro conclusi, a Tunisi, i negoziati per la XII ricostituzione del Fondo; la Relazione sottolinea come l'Italia, a causa dei vincoli di bilancio interni, ha deciso di non aumentare il proprio contributo rispetto alla precedente ricostituzione del Fondo, fissando il proprio impegno a circa 218 milioni di euro, pari al 4,7 per cento del totale (rispetto al 5,2 per cento della precedente ricostituzione).
L'Italia è altresì membro della Banca di sviluppo dei Caraibi (CDB), con una quota che ammonta al 4,3 per cento del totale (pari a 37,6 milioni di dollari). Il 18 maggio 2010 il Consiglio dei Governatori ha approvato un aumento di capitale per portarlo da 0,7 a 1,64 miliardi di dollari, il più grande aumento nella storia della Banca. L'Italia si è impegnata ad un contributo ulteriore di 12,4 milioni di euro.
Prende quindi atto in linea generale del trend di riduzione del contributo italiano, interrogandosi sulla validità della scelta di partecipare sempre più per semplice onor di firma ad esercizi sulla cui gestione sembra che ci si ritrovi in una sorta di «terra di nessuno», senza che emergano dati sul reale apporto italiano nella definizione delle politiche e nella destinazione dei fondi. Non intende azzardare un giudizio, ma chiede che ci sia una maggiore informazione ed interlocuzione politica.
Passa a riferire sulla partecipazione del nostro Paese alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), che data dalla sua fondazione. La quota italiana del capitale azionario, pari a circa 20 miliardi di euro, ammonta all'8,62 per cento, pari a circa 1.790 milioni di euro, per cui abbiamo titolo ad un rappresentante nel Consiglio dei governatori. Sono inoltre italiani il Segretario generale, il Direttore generale per l'energia e quello per la regione dei Balcani occidentali.
Nel 2010 la BERS ha finanziato circa 386 progetti, con un aumento del 24 per cento rispetto al 2009: il volume d'affare ha raggiunto il livello record di 9 miliardi di euro, a fronte dei 7,9 dell'anno precedente. La Relazione precisa che nel luglio 2011 è entrato in vigore un aumento di capitale, sostenuto dal nostro Paese, con funzione cautelativa rispetto alle gravi fluttuazioni indotte dalla crisi finanziaria globale, la cui sottoscrizione non ha comportato alcun esborso, trattandosi d'immissioni di capitale «a chiamata», ovvero mobilitabili soltanto su richiesta della Banca. È in via di definizione un ampliamento del mandato geografico della BERS, fortemente sostenuto dal nostro Paese, verso i paesi del Nord Africa e del Medio

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Oriente. Nonostante il rilievo politico elevato di tale prospettiva, evidenzia come non vi sia alcuna menzione di un ruolo italiano propositivo al riguardo, nonostante le pur significative cifre previste.
Ricorda inoltre che l'Italia partecipa anche ad organismi che operano in settori specifici, come il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) che, insieme alla FAO ed al PAM (Programma alimentare mondiale) costituisce il «polo romano» delle Nazioni Unite. Nel corso del 2010 l'IFAD ha approvato nuovi prestiti e doni per 854,8 milioni di dollari, rispetto al 712,2 del 2009. Nel gennaio 2010 è iniziato il triennio di riferimento dell'VIII ricostituzione, che ha portato un incremento del capitale di 1.076,8 milioni di dollari, con una partecipazione italiana pari a 80 milioni di dollari (il 7,9 per cento della ricostituzione ed il 7,8 per cento del contributo complessivo), seconda soltanto alla quota USA.
Conclusivamente, non può non rilevare come, al pari delle relazioni prodotte negli anni precedenti, si continui a non corrispondere agli indirizzi delineati nella risoluzione presentata da lui e dai colleghi Pianetta, Barbi e Di Stanislao, approvata da questa Commissione il 29 giugno 2011, proprio in esito all'esame della Relazione relativa al 2009.
Rammenta che quella risoluzione impegnava il Governo a presentare il documento prima della presentazione della legge di stabilità, a corredarlo di tabelle relative ai singoli impegni finanziari assunti dall'Italia, sia per il 2010 che per il 2009, per ogni organismo e relativi stati di avanzamento nei versamenti, nonché di un approfondimento di natura strategica e programmatica sulla partecipazione dell'Italia alle banche e ai fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il triennio 2011-2013.
Lamenta che tali impegni siano stati pressoché totalmente disattesi presentando al Parlamento, anche per il 2010, una relazione di ridottissima leggibilità, in cui manca una qualsivoglia idea di programmazione dei nostri impegni finanziari sul versante della cooperazione multilaterale allo sviluppo. Ritiene pertanto che la Commissione debba a questo punto far sentire la propria voce al Governo in modo ultimativo per porre fine ad una prassi divenuta inaccettabile.

Jean Leonard TOUADI (PD) si associa alla valutazione del relatore circa i profili del rapporto tra Governo e Parlamento e all'opportunità di ribadire gli indirizzi già espressi dalla Commissione. A suo avvio non si tratta solo di una questione di accountability da parte del Governo circa l'impiego di denaro pubblico ma anche di una questione di sostanza, rispetto alla possibilità di conseguire determinati obiettivi, ad esempio nella lotta contro la povertà, con le risorse date. Anche alla luce dello sforzo di razionalizzazione finanziaria, intrapreso dall'attuale Governo, ritiene necessario assumere iniziative volte a tutelare le prerogative del Parlamento e ad ottenere l'adempimento degli impegni assunti.

Mario BARBI (PD) rileva che la questione in oggetto, affrontata sin dall'inizio della legislatura, evidenzia l'impermeabilità di certi settori dell'Amministrazione dello Stato all'indirizzo politico impresso dal Parlamento e la loro capacità di dare limitata attuazione agli impegni assunti dal vertice politico, che di fatto vengono così elusi. Sottolinea la gravità dello scostamento, evidenziato dal relatore, tra la Relazione presentata dal Governo e gli indirizzi espressi con la citata risoluzione, che era frutto di un considerevole lavoro istruttorio, comprensivo dell'audizione dell'allora Direttore Generale del Tesoro, Vittorio Grilli. Quell'atto di indirizzo, che chiedeva al Ministero dell'economia e delle finanze di garantire la trasparenza nel proprio operato, dovrebbe essere a suo avviso reiterato nella sostanza, considerati i caratteri della Relazione in titolo: alla maggiore brevità rispetto alla Relazione per il 2009 corrisponde un'incongruente collocazione dei diversi approfondimenti ed un'eccessiva sintesi nella parte dedicata agli impegni per il 2010. Anche la tabella che elenca i contributi non dà conto degli

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esborsi effettivi, dei ritardi e di altre informazioni che erano pur state richieste. Conclude sottolineando l'assenza di ogni considerazione circa i nuovi assetti della governance mondiale, malgrado i grandi avvenimenti avvenuti su questo terreno, e circa la definizione di una politica italiana anche in merito alle prospettive di riforma.

Enrico PIANETTA, presidente, anche alla luce degli interventi dei colleghi, che hanno correttamente evidenziato l'assenza di riferimenti al contesto politico in cui la Relazione è da collocare, prospetta la possibilità che il Comitato proceda all'audizione di un rappresentante del Governo

Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, nell'esprimere nuovamente la sua perplessità circa la Relazione in titolo, ritiene opportuno che la Commissione assuma celermente iniziative volte ad ottenere dal Ministero dell'economia e delle finanze le doverose integrazioni alla Relazione, in alternativa ad una nuova versione della stessa, anche in vista dell'approvazione di un'altra risoluzione.

Enrico PIANETTA, presidente, condivide il metodo di lavoro proposto dal collega Tempestini, richiamando il dettato dell'articolo 143, comma 3, del Regolamento della Camera. Ad integrazione, segnala l'opportunità di audire i funzionari italiani posti in posizioni apicali presso gli organismi multilaterali al fine di acquisire ulteriori elementi di merito rispetto alla Relazione del Governo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.15.