CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 febbraio 2012
607.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 15 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 10.10.

Proposta di nomina del professor Giuseppe Alonzo a presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA).
Nomina n. 132.

(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina.

Vincenzo TADDEI (PdL), relatore, valutata la proposta di nomina in titolo, ritiene che l'esperienza professionale e la qualificazione scientifica del candidato corrispondano esattamente ai requisiti stabiliti dalle norme generali e da quelle specifiche concernenti il CRA. Propone pertanto di esprimere parere favorevole.

Paolo RUSSO, presidente, non essendovi richieste di intervento, avverte che si passerà

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ora alla votazione della proposta del relatore. Dopo aver dato conto delle sostituzioni pervenute, comunica che è in missione il deputato Brugger.
Indìce quindi la votazione a scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

La Commissione procede alla votazione.

Paolo RUSSO, presidente, comunica il risultato della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Maggioranza: 18
Voti favorevoli: 29
Voti contrari: 5

La Commissione approva.

Hanno preso parte alla votazione i deputati: Agostini, Beccalossi, Biava, Brandolini, Callegari, Marco Carra, Catanoso, Cenni, Cuomo, De Camillis, Delfino, Di Caterina, Dima, Faenzi, Fiorio, Fogliato, Naro, Nastri, Negro, Nola, Oliverio, Mario Pepe (PD), Pizzetti (in sostituzione del deputato Marrocu), Rainieri, Romele, Rosso, Paolo Russo, Ruvolo, Sanga (in sostituzione del deputato Dal Moro), Sani, Servodio, Taddei, Trappolino e Zucchi.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

La seduta termina alle 10.30.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 15 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 10.30.

Proposta di regolamento recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune.
COM(2011)625.

Proposta di regolamento recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento OCM unica).
COM(2011)626.

Proposta di regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
COM(2011)627.

Proposta di regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune.
COM(2011)628.

Proposta di regolamento recante misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli.
COM(2011)629.

Proposta di regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 73/2009 in ordine all'applicazione dei pagamenti diretti agli agricoltori per il 2013.
COM(2011)630.

Proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1234/2007 in ordine al regime di pagamento unico e al sostegno ai viticoltori.
COM(2011)631.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame delle proposte di regolamento in titolo.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda preliminarmente che la Commissione ha più volte affrontato negli ultimi mesi il tema della riforma della politica agricola comune (PAC) post 2013, in particolare attraverso audizioni dei diversi Ministri che si sono succeduti alla guida del Dicastero agricolo (29 settembre e 26 ottobre 2011 - 14 dicembre 2011), del Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Cioloş (18 novembre 2011) e del Presidente e dei componenti italiani della Commissione agricoltura del Parlamento europeo (24 novembre 2011).

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Viviana BECCALOSSI (PdL), relatore per le proposte di regolamento COM(2011)625 e COM(2011)630, fa presente preliminarmente che la sua introduzione inizierà con una ricostruzione complessiva del progetto di riforma della PAC, mentre ciascun relatore illustrerà il contenuto specifico delle proposte che gli sono state affidate.
Ricorda quindi che le sette proposte di regolamento oggi all'ordine del giorno costituiscono il progetto di riforma della PAC presentato dalla Commissione europea il 12 ottobre 2011, a conclusione dell'iter della comunicazione «La PAC verso il 2020» (COM(2010)672), nella quale si illustravano le opzioni per rispondere alle future sfide di una produzione alimentare e una gestione delle risorse sostenibili, un'azione per il clima e uno sviluppo equilibrato del territorio, e agli esiti della consultazione rivolta a tutti i soggetti interessati del settore, conclusasi il 25 gennaio 2011. Il progetto di riforma va valutato anche in relazione al quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea (QFP) e al sistema delle risorse proprie per il periodo 2014-2020.
La Commissione europea evidenzia la necessità di promuovere l'efficienza delle risorse per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dell'agricoltura e delle zone rurali dell'Unione in linea con la strategia «Europa 2020», mantenendo la struttura della PAC ancorata a due pilastri che fanno uso di strumenti complementari per perseguire gli stessi obiettivi. Il primo pilastro comprende i pagamenti diretti e le misure di mercato, che offrono un sostegno annuo di base al reddito degli agricoltori dell'Unione europea e un sostegno in caso di particolari turbative del mercato, mentre il secondo pilastro comprende lo sviluppo rurale, nell'ambito del quale gli Stati membri possono elaborare e cofinanziare programmi pluriennali all'interno di un quadro comune.
Al riguardo, osserva che il tema dovrebbe essere affrontato non soltanto a livello europeo e nazionale, ma anche regionale, ritenendo necessario in questa fase di acquisire le eventuali proposte e valutazioni delle regioni.
Sottolinea, inoltre, che attraverso le varie riforme realizzate, la PAC è riuscita a orientare maggiormente l'attività agricola al mercato sostenendo al contempo il reddito dei produttori, a inglobare maggiormente gli aspetti ambientali e a rafforzare il sostegno allo sviluppo rurale in quanto politica integrata a favore dello sviluppo delle zone rurali in tutta l'Unione. Tuttavia, dal medesimo processo di riforma sono scaturite, da un lato, l'esigenza di una migliore ripartizione del sostegno tra gli Stati membri e al loro interno e, dall'altro, la richiesta di misure più mirate per far fronte alle sfide ambientali e a un'accresciuta volatilità del mercato.
Nell'illustrare il contesto delle proposte in esame, la Commissione europea sottolinea che oggi la maggior parte delle problematiche è dettata da fattori esterni all'agricoltura e richiede quindi una risposta politica più ampia. In particolare, secondo le previsioni, la pressione sui redditi agricoli proseguirà: gli agricoltori affrontano infatti rischi maggiori, la produttività rallenta e il margine di profitto si riduce a causa dell'aumento dei prezzi dei mezzi di produzione. La Commissione europea ritiene pertanto che il sostegno al reddito deve essere mantenuto e che occorre rafforzare gli strumenti che permettono una migliore gestione dei rischi e una reazione più adeguata in situazioni di emergenza. Sottolinea inoltre che un'agricoltura forte è vitale per l'intero comparto agroindustriale dell'Unione e per la sicurezza alimentare globale.
A questo proposito, ritiene necessario che la politica intervenga, riappropriandosi del proprio ruolo istituzionale, per assicurare risposte agli agricoltori nel momento in cui viene chiesto loro di svolgere anche altri compiti, oltre a quelli loro naturali, strettamente legati alla produzione alimentare.
Nel contempo, secondo la Commissione europea è necessario che l'agricoltura e le zone rurali si adoperino con impegno

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ancora maggiore per conseguire le mete ambiziose a livello di clima, energia e strategia per la biodiversità, contemplate dall'agenda Europa 2020. La gestione del territorio è affidata principalmente agli agricoltori e ai silvicoltori: per questo si ritiene necessario concedere loro un sostegno per incitarli ad adottare e a conservare sistemi e pratiche di coltivazione particolarmente indicati per conseguire obiettivi ambientali e climatici, che costituiscono un tipo di servizio pubblico di cui i prezzi di mercato non tengono affatto conto. Si considera altresì fondamentale sfruttare al meglio il variegato potenziale delle zone rurali, così da contribuire a una crescita inclusiva e a una maggiore coesione.
La PAC del futuro non si limiterà quindi ad essere una politica che provvede per una parte piccola, per quanto essenziale, dell'economia dell'Unione, ma sarà anche una politica di importanza strategica per la sicurezza alimentare, l'ambiente e l'equilibrio del territorio. In questo consiste il valore aggiunto unionale di una politica veramente comune, che usa nel modo più efficiente possibile le limitate risorse di bilancio per mantenere un'agricoltura sostenibile in tutto il territorio dell'Unione, affrontando importanti aspetti di portata transfrontaliera come i cambiamenti climatici e rafforzando la solidarietà tra gli Stati membri, pur con la necessaria flessibilità di attuazione per tener conto delle esigenze locali.
Richiama poi brevemente l'attività svolta dalla Camera dei deputati sulla materia e l'iter del pacchetto di proposte presso le istituzioni europee.
Per quanto riguarda la Camera, ricorda che il 2 febbraio 2011 l'Assemblea ha approvato sei mozioni sulla riforma della politica agricola comune. Nel corso del 2011, si sono poi svolte le audizioni del Ministro delle politiche agricole, Francesco Saverio Romano, anche in relazione al quadro finanziario dell'Unione europea 2014-20120 e sullo stato di avanzamento dei programmi di sviluppo rurale (29 settembre e 26 ottobre 2011), del Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Cioloş (18 novembre 2011); di membri italiani della Commissione per l'agricoltura del Parlamento europeo (24 novembre 2011). Infine, il tema è stato discusso anche nell'ambito dell'audizione del Ministro delle politiche agricole, Mario Catania, sulle linee programmatiche del suo Dicastero (14 dicembre 2011, in congiunta con la Commissione Agricoltura del Senato).
A livello di istituzioni europee, ricorda inoltre che nel mese di ottobre 2011 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno avviato l'esame delle proposte. Per la prima volta dopo il Trattato di Lisbona, il 7 novembre 2011 in Commissione agricoltura del Parlamento europeo il tema della riforma della PAC è stato discusso insieme con rappresentanti della Commissione e del Consiglio; tale aspetto è da sottolineare anche al fine di evidenziare l'importanza dell'intervento dei Parlamenti nazionali nella cosiddetta fase ascendente di formazione della normativa europea. L'esame è proseguito nella suddetta Commissione il 23 gennaio 2012 e, da ultimo, il 6 febbraio 2012, mentre il Consiglio ha discusso della proposta di regolamento sui pagamenti diretti nella sessione del 14 - 15 novembre 2011 e della proposta di regolamento relativa allo sviluppo rurale in quella del 14 - 15 dicembre 2011. Nell'ultima sessione del Consiglio Agricoltura (23 gennaio 2012) si è dibattuto sulla proposta relativa all'organizzazione unica di mercato (OCM).
Ricorda altresì che le regioni Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Calabria, Sardegna hanno votato risoluzioni sulle proposte della Commissione, esprimendo osservazioni puntuali che meritano di essere considerate.
Passando alla proposta di regolamento sui pagamenti diretti COM(2011)625, di cui è relatrice, sottolinea innanzitutto che essa mantiene l'attuale struttura della PAC a due pilastri con misure obbligatorie annuali per il primo pilastro e misure facoltative correlate alle caratteristiche nazionali e regionali nell'ambito di una programmazione pluriennale del secondo pilastro.

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La proposta prefigura un maggiore coordinamento con gli altri fondi dell'Unione e stabilisce norme comuni sul regime di pagamento di base e sui pagamenti connessi.
Prendendo le mosse dalla riforma del 2003 e dalla valutazione dello stato di salute della PAC del 2008, che hanno disaccoppiato i pagamenti diretti dalla produzione e ne hanno subordinato la concessione al rispetto dei requisiti di condizionalità, la proposta indirizza i pagamenti verso determinati interventi, zone o tipi di beneficiari con l'obiettivo di collegare il sostegno tra i diversi Stati membri e al loro interno.
Tra le principali novità, segnala che dal 2014 entrerà in vigore il «regime di pagamento di base», un unico regime per tutta l'Unione, che si baserà sui diritti all'aiuto, assegnati a livello nazionale o regionale a tutti gli agricoltori in rapporto agli ettari ammissibili detenuti nel primo anno di applicazione.
Tutti gli agricoltori dovranno prestare attenzione al miglioramento delle condizioni ambientali generali (il cosiddetto greening).
Gli aiuti saranno riservati agli agricoltori effettivamente impegnati in attività agricole (agricoltori attivi).
Sono inoltre previsti, oltre alla riduzione progressiva e al livellamento del sostegno per i beneficiari di grandi dimensioni, tenendo conto dei posti di lavoro, i seguenti specifici pagamenti:
un pagamento (30 per cento del massimale nazionale annuo) per gli agricoltori che applicano pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente (diversificazione delle colture, mantenimento di pascoli permanenti e aree di interesse ecologico). L'agricoltura biologica usufruisce automaticamente di questo pagamento, mentre gli agricoltori operanti nelle zone Natura 2000 dovranno rispettare gli obblighi specifici, purché coerenti con la relativa legislazione;
un pagamento facoltativo (fino al 5 per cento del massimale nazionale annuo) per gli agricoltori delle zone soggette a vincoli naturali specifici (delimitazione identica a quella prevista ai fini dello sviluppo rurale). Questo pagamento riconosce l'esigenza di un sostegno al reddito finalizzato a mantenere la presenza degli agricoltori in zone soggette a vincoli naturali specifici e integra l'attuale sostegno nell'ambito dello sviluppo rurale;
un pagamento (fino al 2 per cento del massimale nazionale annuo) per i giovani agricoltori in fase di avviamento, che può essere integrato dall'aiuto all'insediamento nell'ambito dello sviluppo rurale.

In alternativa ai suindicati regimi, la proposta istituisce un regime semplificato per i piccoli agricoltori (fino al 10 per cento del massimale nazionale annuo), che possono così ricevere un pagamento forfettario in sostituzione di tutti i pagamenti diretti, con una semplificazione amministrativa connessa all'alleggerimento degli obblighi di tali agricoltori in fatto di greening, condizionalità e controlli.
È stato previsto un regime di sostegno accoppiato facoltativo per determinati tipi di agricoltura o determinati sistemi agricoli che si trovano in difficoltà e rivestono particolare importanza per ragioni economiche o sociali; il sostegno è fornito nella misura necessaria a mantenere i livelli di produzione attuali (fino al 5 per cento del massimale nazionale annuo con la possibilità di superare tale percentuale in particolari casi).
Il regolamento mantiene inoltre la possibilità dei pagamenti diretti nazionali integrativi per la Bulgaria e la Romania e prevede un pagamento specifico per il cotone.
Sul fronte della semplificazione, si prevede un nuovo sistema dei pagamenti diretti basato su un solo tipo di diritti all'aiuto, lo snellimento delle norme relative ai trasferimenti, l'armonizzazione e l'accorpamento delle disposizioni relative ai pagamenti accoppiati e la semplificazione delle procedure per i piccoli agricoltori.
Ricorda quindi che nei dibattiti che fino ad oggi si sono svolti su tale proposta

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sono emerse perplessità su alcuni aspetti, sui quali sarà opportuno un approfondimento nel corso dell'esame.
Innanzitutto, va sottolineato che la quota finanziaria di aiuti destinata alla spesa agricola sarà a livello nominale (senza considerare l'inflazione) la stessa che è stata destinata nel 2013. La ripartizione delle risorse tra i pilastri continuerà ad essere sbilanciata sul primo pilastro che avrà a disposizione approssimativamente il 76 per cento (al cosiddetto secondo pilastro è destinato il restante 24 per cento). Sebbene l'obiettivo di un utilizzo più equo delle risorse della PAC che porti ad una distribuzione sia condivisibile, il criterio della superficie adottato per la nuova ripartizione tra gli Stati membri appare fortemente penalizzante per l'Italia, che è un Paese che poggia le sue capacità competitive prevalentemente sulle specificità produttive e sulle produzioni di qualità. Sarebbe perciò necessario fare riferimento ad altri parametri, quali la superficie agricola utilizzabile effettiva e l'occupazione agricola, la produzione lorda vendibile, l'ambiente rurale. L'Italia, pur essendo un contributore netto su tutte le politiche dell'Unione europea, rischia infatti una riduzione del 6,9 per cento delle risorse.
Vanno segnalati, inoltre, ulteriori profili di criticità, quali: la scarsa flessibilità del sistema di aiuti, che potrebbe generare nuovi oneri per gli agricoltori, senza perseguire pertanto l'obiettivo più generale della semplificazione; la disciplina del greening, rispetto alla quale sarebbe opportuno tenere conto, tra l'altro, delle specificità delle colture e del rischio di un'eccessiva burocratizzazione, che appare non utile al raggiungimento degli obiettivi ambientali e di difficile valutazione a fronte di un quadro incerto delle risorse; la definizione di «agricoltori attivi», che, come evidenziato anche nel corso dell'audizione degli europarlamentari italiani, se da un lato rafforza la logica di un aiuto a coloro che realmente si dedicano professionalmente all'agricoltura, dall'altro fa emergere perplessità circa la complessità burocratica della misura e la sua declinazione a livello nazionale.
Ritiene a tale riguardo che la Commissione potrà riuscire a svolgere in pieno il proprio compito operando una sintesi con le organizzazioni agricole e con le regioni, di fronte alle sfide, spesso difficili, che si propongono al mondo rurale.
Per quanto riguarda la proposta di regolamento COM(2011)630, che modifica il regolamento CE n. 73/2009 sui pagamenti diretti per 2013, osserva che essa, alla luce delle regole che saranno fissate dal nuovo regolamento sui pagamenti diretti del pacchetto di riforma della PAC, stabilisce, a partire dal 1o gennaio 2014, massimali netti per i pagamenti diretti per il 2013, originariamente fissati dal citato regolamento CE n. 73/2009, creando un meccanismo di modulazione al fine di garantire la continuità dei livelli di pagamento e da tenere in conto l'entrata dei nuovi Stati nel regime. Da segnalare il fatto che il relatore presso la Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Louis Manuel Capoulas Santos (Gruppo S&D), ha sottolineato la necessità che la proposta in esame sia subordinata all'adozione definitiva della proposta di modifica del regolamento CE n. 73/2009 che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori (COM(2011)539), volta in sostanza ad allineare le competenze di esecuzione conferite alla Commissione dal suddetto regolamento alla differenziazione tra poteri delegati e competenze di esecuzione della Commissione introdotta dagli articoli 290 e 291 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).
L'importanza del pacchetto di riforma del PAC è già stata sottolineata in più sedi e da più parti. Il suo esame rappresenta dunque per la XIII Commissione e per la Camera dei deputati un'occasione particolarmente importante di partecipazione al dialogo politico con le istituzioni europee, alle quali sarà trasmesso il documento finale approvato. Da questo punto di vista,

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il lavoro congiunto di più relatori può offrire un ulteriore contributo costruttivo.
Più in generale, per un Paese che ha proceduto ad un riparto di competenze che vede fortemente responsabilizzate le regioni sia sul versante della politica agricola che su quello dell'ambiente e della tutela del territorio, l'esame delle proposte della Commissione è un'opportunità preziosa per tentare di individuare una strategia organica e compiuta che superi incoerenze e frammentazioni, massimizzi i risultati conseguibili in termini di efficiente utilizzo delle risorse a disposizione, tanto più nella prospettiva di un loro ridimensionamento, e di miglioramento qualitativo della capacità concorrenziale dell'agricoltura e del comparto agroalimentare italiani. La portata del progetto di riforma richiede infatti un confronto ampio, sulla scia del lavoro già avviato, in modo da pervenire auspicabilmente a soluzioni condivise e concretamente praticabili. La corresponsabilizzazione di tutti i soggetti competenti in materia potrà consentire di ottenere risultati concreti, a partire da una gestione il più possibile consapevole e sistematica nei negoziati in corso. Per tali ragioni, desidera sin d'ora segnalare l'opportunità di un adeguato ciclo di audizioni, che coinvolga principalmente il mondo agricolo e il sistema regionale.

Luciano AGOSTINI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, intende rimarcare l'assenza del Governo alla seduta odierna, nella quale si discute dell'argomento forse più importante per il mondo agricolo nell'intera legislatura. Desidera inoltre segnalare la necessità che il Governo assicuri la sua partecipazione anche alla discussione delle risoluzioni in materia di quote latte (soprattutto dopo le recenti contestazioni della Commissione europea) e di misure di emergenza per il settore della pesca. Chiede quindi che tali argomenti siano calendarizzati con urgenza, alla presenza del Governo.

Giuseppe RUVOLO (PT), relatore per la proposta di regolamento COM(2011)626, dopo aver dichiarato di condividere le osservazioni e le richieste del collega Agostini, desidera richiamare l'attenzione sulle decisioni che l'Unione europea sta per assumere in merito alla conclusione di un accordo con il Marocco, che prevede misure di liberalizzazione per i prodotti agricoli e della pesca. Al riguardo, ricordando la risoluzione approvata dalla Commissione il 2 agosto 2011, sottolinea che l'apertura del mercato europeo ai prodotti del Marocco, che dà il senso di una incapacità dell'Unione di regolare il mercato, distruggerà l'economia agraria italiana e quella dei paesi dell'Europa mediterranea e innescherà una concorrenza sregolata e uno straordinario conflitto con quel mercato nordafricano, che osserva regole ben diverse. Ricorda che già oggi, nell'attuazione del programma «frutta nelle scuole», si assiste alla fornitura di prodotti agricoli di importazione anche in aree tipicamente dedicate alla coltivazione degli stessi prodotti. Si tratta di questioni rilevanti, sulle quali a suo giudizio sarà necessario che la Commissione si esprima.
Per quanto riguarda la proposta di regolamento sulla OCM unica, di cui è relatore, essa reca le norme relative all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli tra i quali cereali, riso, zucchero, olio di oliva, ortofrutticoli, banane, settore vitivinicolo, carni bovine, latte e prodotti lattiero-caseari, carni suine, ovine e caprine, pollame, uova, prodotti dell'apicoltura. Essa racchiude interventi di mercato, nel primo pilastro, che riguardano la stabilizzazione dei redditi degli agricoltori tramite la gestione dei mercati ed è volta a sostituire il regolamento n. 1234 del 2007. La proposta consta di 165 articoli e 8 allegati, che racchiudono in sostanza tutte le norme che riguardano il mercato interno, l'intervento pubblico, l'ammasso privato, i regimi di aiuto relativi ad alcuni settori, le norme di commercializzazione, le organizzazioni di produttori, gli scambi con i paesi terzi.
L'obiettivo della semplificazione della gestione, ad avviso della Commissione europea,

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può essere perseguito attraverso uno smantellamento di taluni degli strumenti esistenti.
L'intervento pubblico si applica a frumento, orzo, granturco, risone, carni bovine, burro e latte scremato in polvere (questi ultimi, ottenuti con procedimenti specifici). L'esclusione del grano duro, coltivazione eminentemente mediterranea, dalla lista dei prodotti ammessi all'intervento solleva enormi perplessità, alla luce - come evidenziato nella scheda informativa trasmessa dal Governo - della protezione accordata ai cereali minori il cui andamento negli ultimi anni è stato simile a quello del grano duro, sia in riferimento ai prezzi sia agli stock.
La proposta indica i periodi di applicazione dell'intervento, i prezzi, i principi generali sullo smaltimento dei prodotti. Sono individuati i prodotti per i quali sono concessi aiuti all'ammasso privato (zucchero bianco, olio d'oliva, carni suine, ovine e caprine, burro e latte scremato in polvere, questi ultimi, ottenuti con procedimenti specifici) e le relative condizioni.
Tra i regimi di aiuti vi sono: i programmi destinati a migliorare l'accesso ai prodotti alimentari («Frutta nelle scuole», «Latte nelle scuole»), con possibilità di finanziamento da parte di privati, l'aiuto al settore dell'olio d'oliva e delle olive da tavola, l'aiuto nel settore degli ortofrutticoli, il sostegno nel settore vitivinicolo, con misure specifiche per la promozione nei paesi terzi, per la riconversione dei vigneti, per la vendemmia verde, per gli investimenti, per la distillazione dei sottoprodotti, aiuti nel settore dell'apicoltura. In proposito, segnala la mancanza di adeguati strumenti di controllo, per esempio per quanto riguarda la cosiddetta «vendemmia verde, caso in cui la normativa può venire facilmente aggirata, con gli agricoltori vitivinicoli che dichiarano di aver effettuato la raccolta verde delle uve, al fine di abbatterne il quantitativo raccolto, mentre invece quelle stesse uve vengono portate a maturazione e commercializzate.
Per quanto riguarda la qualità, la proposta di regolamento prevede norme di commercializzazione, compreso il concetto di «luogo di produzione.»
Tra le norme applicabili alla commercializzazione e alle organizzazioni di produttori, sono fissate disposizioni sulla commercializzazione per settore o prodotto, per l'importazione e l'esportazione. Sono stabilite disposizioni sulle denominazioni di origine, sulle indicazioni geografiche e menzioni tradizionali nel settore vitivinicolo, sull'etichettatura e presentazione nel settore vitivinicolo. Rispetto alla regolamentazione relativa al vino, il Governo - nella richiamata scheda informativa - sottolinea la necessità di mantenere l'attuale regime per i diritti di impianto, mentre per l'ortofrutta ritiene opportuno insistere su una maggiore flessibilità nelle misure di prevenzione e gestione delle crisi.
Sono poi previste misure specifiche per lo zucchero, per lo schedario viticolo e l'inventario, per il latte e i prodotti lattiero-caseari, per le organizzazioni di produttori e loro associazioni, organizzazioni iterprofessionali e organizzazioni di operatori.
Con riferimento agli scambi con paesi terzi, sono fissate norme sui titoli di importazione ed esportazione, dazi all'importazione, gestione dei contingenti tariffari, restituzione all'esportazione.
Per le regole di concorrenza sono esposte le regole applicabili alle imprese e quelle in materia di aiuti di Stato.
Alcuni aiuti di settore (latte scremato, luppolo e bachi da seta) sono soppressi: Restano in vigore fino alla scadenza ancora vigente i regimi delle quote latte, dei nuovi impianti di viti; le quote zucchero andranno in scadenza il 30 settembre 2015.
Ad avviso della Commissione europea, il miglioramento del funzionamento della filiera alimentare consentirà di fare fronte alle difficoltà individuate e a tal fine individua come fondamentale il sostegno alle organizzazioni di produttori (OP) alle associazioni di organizzazioni di produttori (AOP) alle organizzazioni interprofessionali

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(OI), alle relazioni contrattuali e allo sviluppo delle filiere corte. In sostanza, si propone di seguire il modello dell'ortofrutta.
È prevista altresì una clausola di salvaguardia per tutti i settori al fine di consentire alla Commissione di adottare misure di emergenza in risposta alle turbative generali del mercato. Esse saranno finanziate con la riserva per le crisi prevista nell'ambito del QFP 2014-2020.
Nel Consiglio agricoltura del 23 gennaio 2012 i ministri hanno proceduto ad uno scambio di opinioni sulla proposta regolamento nel quadro della politica agricola comune. Il dibattito era articolato su un questionario della presidenza incentrato su misure eccezionali in caso di crisi di mercato e sulle misure proposte volte a rendere più competitiva ed efficace la filiera alimentare, in particolare mediante il rafforzamento delle organizzazioni dei produttori.
Per quanto riguarda le misure volte a rispondere rapidamente ad una crisi del mercato agricolo, la maggior parte degli Stati membri ha ritenuto che le proposte siano orientate nella giusta direzione. Mentre talune delegazioni hanno espresso soddisfazione per la creazione di una riserva di crisi specifica per far fronte a gravi turbative in tutti i settori agricoli, altre hanno posto in evidenza la necessità che questo fondo sia utilizzato solo in circostanze eccezionali, che vanno definite in modo chiaro. Gli Stati membri hanno inoltre avanzato osservazioni riguardo al finanziamento della riserva anticrisi.
Riguardo al rafforzamento delle organizzazioni di produttori e al ruolo da attribuire alle organizzazioni interprofessionali, molte delegazioni hanno appoggiato la proposta della Commissione. Esse ritengono che ciò contribuirà a creare un migliore equilibrio del potere contrattuale nella filiera alimentare. Un certo numero di delegazioni ha tuttavia sottolineato che le nuove norme relative alle organizzazioni di produttori dovrebbero essere facoltative affinché siano adattabili alle diverse situazioni nazionali. Alcuni Stati membri hanno insistito sul fatto che questo non dovrebbe portare a distorsioni di concorrenza.
Molte delegazioni hanno osservato che la sospensione del regime delle quote per lo zucchero prevista per il 2015 dovrebbe essere rimandata per consentire al settore di adattarsi. Riguardo ai diritti di impianto di vigneti, che molti paesi vorrebbero veder mantenuti dopo il 2018, la Commissione ha annunciato la creazione di un gruppo ad alto livello che discuta le misure necessarie nel settore vinicolo.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), relatore per le proposte di regolamento COM(2011)627 e COM(2011)631, osserva che la proposta di regolamento COM(2011)627, relativa al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) definisce il FEASR come uno strumento che concorre, nell'ambito del nuovo quadro unico per i fondi dell'Unione europea, alla realizzazione della strategia Europa 2020, promuovendo lo sviluppo rurale sostenibile in via complementare agli altri strumenti della PAC, della politica di coesione e della politica comune della pesca (PCP) (articolo 3). Esso contribuisce al conseguimento di un maggiore equilibrio territoriale e ambientale e di un settore agricolo innovativo e rispettoso del clima nell'Unione.
Per il periodo di programmazione 2014-2020 non è più prevista l'elaborazione di un piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale, ma è nella facoltà degli Stati membri a programmazione regionalizzata presentare un piano nazionale che contenga gli elementi comuni dei programmi regionali senza una separata allocazione finanziaria.
La Commissione individua 3 obiettivi (competitività, gestione sostenibile delle risorse naturali, e sviluppo equilibrato dei territori rurali).
Scompaiono gli assi tradizionali e vengono introdotte 6 priorità alle quali sono associate alcune parole chiave che ne chiariscono il senso e rappresentano altrettanti obiettivi di sintesi: 1) trasferimento delle conoscenze in agricoltura (capitale

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umano, reti, innovazione, ricerca); 2) competitività in agricoltura e vitalità delle aziende (ristrutturazione, mercato, diversificazione, ricambio generazionale); 3) organizzazione delle catene alimentari e gestione del rischio (integrazione, promozione qualità, catene corte, gestione del rischio); 4) preservare e migliorare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura (biodiversità, paesaggio, acqua, suolo); 5) transizione verso una low carbon economy (uso di acqua e energia, e gestione dei rifiuti, con minori emissioni di CO2); sviluppo del potenziale occupazionale e sviluppo rurale (diversificazione, job creation, inclusione sociale, povertà, sviluppo locale).
La Commissione europea raccoglie i due assi in un'unica strategia con l'obiettivo di integrare la politica di sviluppo rurale con le altre politiche territoriali europee.
Al centro della futura azione territoriale dell'Unione vi saranno sostanzialmente due documenti strategici generali: il quadro strategico comune e, a livello di ogni Stato membro, il contratto di partenariato, al quale soggiacciono i programmi operativi regionali (POR) e i programmi di sviluppo rurale (PSR) che saranno quindi definiti ed amministrati a livello regionale uniti da una strategia e da un coordinamento unico a livello europeo e nazionale.
La proposta indica poi, nel dettaglio, le modalità di finanziamento della politica di sviluppo rurale che sono confermate con alcune novità. Nell'approvazione di ogni PSR saranno definiti il contributo del FEARS e il corrispondente cofinanziamento nazionale. I massimali UE sono differenziati per tipologie di regioni: 85 per cento per le cosiddette regioni meno sviluppate e 50 per cento per le altre, con un minimo del 20 per cento. In particolare, su tale aspetto ritiene opportuna un'attenta riflessione.
Per quanto concerne l'utilizzo dei fondi disponibili, è prevista una flessibilità agli Stati membri e alle regioni. Al fine di assicurare la corrispondenza tra obiettivi e risultati, inoltre, sono previste modalità per ogni Fondo (5 per cento per costituire una «riserva di efficacia») e per lo sviluppo rurale anche «condizionalità ex ante» specifiche oltre che quelle orizzontali comuni a tutti i fondi.
La proposta in esame definisce poi la durata e i contenuti dei programmi di sviluppo rurale 2014-2020, lasciando agli Stati membri la possibilità di optare per uno o più programmi, nel qual caso affidandone formulazione e gestione alle regioni. Sottolinea a questo proposito che è data facoltà agli Stati membri che presentano più programmi di presentare anche un national framework contenente gli elementi comuni senza uno stanziamento di bilancio distinto e la lista delle misure specifiche da includere nei PSR per obiettivi ambientali, economici o sociali individuati a livello nazionale (articolo 7 della proposta). Una novità rilevante consiste anche nella possibilità di presentare sotto-programmi tematici, che rispondono a specifiche esigenze riscontrate (giovani agricoltori, filiere corte, piccole aziende agricole).
Gli articoli da 15 a 45 della proposta elencano quindi tutte le misure legate alle richiamate priorità.
Nel sottolineare che la proposta merita un esame attento e approfondito da parte della Commissione, si limita in questa sede a rilevare che essa presenta numerosi aspetti positivi - tra i quali la semplificazione delle misure e la maggiore attenzione agli obiettivi, la flessibilità per gli Stati membri nella scelta di spostare risorse dal primo al secondo pilastro - ma anche taluni punti di criticità sui quali sarà opportuno un approfondimento particolare, quali le misure per la gestione del rischio e la loro collocazione nel secondo pilastro, la non definita ripartizione fra gli Stati membri (a differenza del primo pilastro), la volontà generale della Commissione di optare per una riforma forse troppo poco ambiziosa anche se maggiormente integrata con altre politiche europee.
Infine, per quanto concerne la proposta di regolamento COM(2011)631, di modifica del regolamento CE n. 1234/2007 sul regime di pagamento unico per i viticoltori,

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osserva che essa dispone il trasferimento definitivo della misura di sostegno ai viticoltori al regime di pagamento unico (RPU). Gli Stati membri dovranno prendere una decisione al riguardo entro il 1o dicembre 2012, con effetto a decorrere dal 2014.

Teresio DELFINO (UdCpTP), relatore per le proposte di regolamento COM(2011)628 e COM(2011)629, fa presente che il 29 giugno 2011 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte relative al quadro finanziario pluriennale dell'Unione e al sistema delle risorse proprie per il periodo 2014-2020, che conferiscono le necessarie dotazioni finanziarie alle sfide lanciate nella comunicazione «Europa 2020» (crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva). Il documento è suddiviso in cinque rubriche; la prima si riferisce alla competitività e alla crescita e reca importanti cambiamenti nel settore con la creazione di un'unica strategia per tutti i fondi strutturali, cui afferirebbe anche lo sviluppo rurale, che resta però di competenza della Politica agricola comune, quindi della rubrica 2 (crescita sostenibile).
La proposta di regolamento COM(2011)628, sul finanziamento della PAC, si compone di 115 articoli e 3 allegati e reca disposizioni riguardanti tre funzioni cruciali: il finanziamento, la gestione e il monitoraggio della futura PAC, definendo i meccanismi finalizzati a renderla più efficace ed efficiente. Le disposizioni si applicano al finanziamento delle spese connesse alla politica agricola comune, comprese le spese per lo sviluppo rurale, al sistema di consulenza aziendale; ai sistemi di gestione e di controllo da istituirsi negli Stati membri; al regime della condizionalità; alla liquidazione dei conti.
La proposta reca disposizioni generali relative ai fondi per il finanziamento delle spese agricole: il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS), che sono parti del bilancio generale dell'Unione europea. Vi sono inoltre disposizioni concernenti gli organismi pagatori, il loro ruolo, l'entità, e l'articolazione. Tale aspetto - come ha evidenziato anche il relatore della proposta presso la Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Giovanni La Via, lo scorso 6 febbraio, - dovrà essere approfondito con attenzione, atteso che esiste una situazione diversificata tra gli Stati membri, sulla quale è stato chiesto alla Commissione europea di fornire un quadro riepilogativo.
La proposta reca altresì disposizioni concernenti il sistema delle consulenze aziendali, che gli Stati membri devono mantenere separato da quello dei controlli. In sede di discussione presso la Commissione agricoltura del Parlamento europeo nella seduta richiamata, sono emerse talune preoccupazioni circa il rischio di un eccesso di consulenze se non opportunamente disciplinate.
Per quanto concerne la gestione e il controllo, sono previsti l'istituzione di un sistema integrato in ogni Stato membro e una specifica disciplina per le sanzioni, con particolare attenzione per quelle concernenti la condizionalità, per le quali sarà opportuno approfondire gli effetti rispetto al grado di gravità.
Tra le questioni ancora aperte, rileva l'incertezza determinata dall'iter ancora non concluso della proposta di regolamento riguardante l'allineamento alle disposizioni relative ai poteri di delega ed esecuzione della Commissione. Da quanto emerge dalle dichiarazioni dei rappresentanti della Commissione stessa in sede di esame delle proposte di riforma della PAC presso il Parlamento europeo, la discussione è ancora aperta, così come è aperto il dibattito sul disimpegno delle risorse nel caso di Stati membri che hanno un'articolazione regionale dello sviluppo rurale.
Come sottolineato nel corso dell'audizione degli europarlamentari italiani membri della Commissione agricoltura del Parlamento europeo lo scorso 24 novembre 2011, il negoziato sulle proposte di riforma della PAC sarà lungo e complesso e al momento procede nell'incertezza dell'entità finanziaria da destinare a tale politica e, più in generale, del bilancio complessivo dell'Unione. Appare evidente

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che tale aspetto condizionerà anche la discussione sul contenuto della riforma. Resta comunque prioritaria la riflessione sulla idoneità della proposta in esame a soddisfare l'esigenza di semplificazione della norme sui finanziamenti attraverso un unico strumento giuridico orizzontale.
Da ultimo, ricorda che il Governo ha presentato una scheda informativa sulla proposta ai sensi dell'articolo 2-quater della legge n. 11 del 2005, nella quale evidenzia alcuni punti di criticità della stessa.
Infine, per quanto riguarda la proposta di regolamento COM(2011)629, recante misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzione connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, fa presente che essa è volta ad adeguare alle disposizioni stabilite dal regolamento sull'OCM la misura degli aiuti e delle restituzioni, come l'importo dell'aiuto per la distribuzioni di prodotti lattiero-caseari ai bambini, le restituzioni all'esportazione con riferimento anche a cereali e riso.

Paolo RUSSO, presidente, ritiene che il seguito dell'esame possa essere rinviato ad altra seduta, anche considerata la richiesta formulata da alcuni colleghi di trattare l'argomento alla presenza del Governo.

Angelo ZUCCHI (PD) chiede che siano definite le modalità che si intendono seguire per l'esame degli atti, con particolare riferimento allo svolgimento di audizioni.

Corrado CALLEGARI (LNP), nel concordare con l'osservazione del collega Zucchi, chiede anche di definire i tempi di esame delle proposte, in relazione al loro iter presso le istituzioni europee.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), sottolineando l'opportunità di seguire l'andamento dei negoziati in sede europea, concorda sull'opportunità di procedere ad un ciclo di audizioni, anche per approfondire aspetti meno trattati nei dibattiti sulla riforma.

Teresio DELFINO (UdCpTP), relatore, ribadisce la necessità di un maggiore coinvolgimento del Governo nella discussione, anche in ragione della sua connessione con il dibattito presso le istituzioni europee.

Paolo RUSSO, presidente, riassumendo, ricorda che l'esame degli atti dell'Unione europea da parte delle Commissioni si conclude con l'approvazione di un documento finale, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento. A tal fine, la Commissione potrà procedere ad ulteriori audizioni, anche se il panorama delle posizioni appare piuttosto chiaro. Quanto ai tempi di esame, premesso che presso le istituzioni europee essi saranno piuttosto ampi, ma che in ogni caso è opportuno evitare di intervenire con ritardo, osserva che la Commissione potrebbe darsi il tempo di un mese per concludere l'esame delle proposte. In ogni caso, fa presente che il calendario e le modalità di esame saranno conclusivamente definiti dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Rinvia pertanto il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.15.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 15 febbraio 2012.

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
C. 2744 Cenni, C. 3780 Beccalossi e C. 4309 Callegari.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 11.15 alle 11.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.45 alle 11.50.