CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 febbraio 2012
603.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 13.15.

Comunicazione della Commissione del 13 ottobre 2011 - Il futuro approccio del sostegno dell'Unione europea al bilancio dei paesi terzi.
(COM(2011)638).
Comunicazione della Commissione del 13 ottobre 2011 - Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento.
(COM(2011)637).
(Esame istruttorio congiunto e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio congiunto dei provvedimenti in titolo.

Mario BARBI, relatore, ritiene che l'esame delle Comunicazioni in titolo abbia prevalentemente una finalità ricognitiva, permettendo di seguire l'evoluzione delle politiche di cooperazione a livello europeo. Ricorda che il Trattato di Lisbona ha inserito la politica di sviluppo nell'azione esterna dell'UE e che, come rileva la stessa Commissione, l'Unione europea nel suo insieme (considerando il contributo degli Stati membri più i fondi gestiti dalla Commissione) è a livello mondiale il più importante donatore di aiuti ufficiali allo sviluppo. Nel 2010 l'UE ha infatti fornito 53,8 miliardi di euro, pari a più del 50 per cento degli aiuti globali.
Quanto all'Italia, è evidente che, nel quadro della continua riduzione delle risorse per la cooperazione presenti nel

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nostro bilancio, i trasferimenti obbligatori verso le istituzioni comunitarie acquistano un peso relativo sempre più rilevante: secondo i dati forniti recentemente al Parlamento dal Ministro Riccardi nel 2012 essi rappresenteranno circa il 70 per cento del nostro aiuto pubblico allo sviluppo. Emerge quindi la necessità di monitorare le tendenze europee al fine di incrementare le capacità del nostro Paese di incidere sulle politiche comunitarie nel settore. Sottolinea che una maggiore acquisizione delle logiche europee aiuterebbe il nostro Paese ad inserirsi nel meccanismo, destinato a svilupparsi e sul quale ha altre volte richiamato l'attenzione della Commissione esteri, della cooperazione delegata che prevede l'affidamento da parte dell'Unione europea a soggetti di singoli Paesi per la realizzazione di progetti in specifici ambiti tematici.
Segnala che la prima delle comunicazioni in esame prende origine da una consultazione sulla politica di sviluppo dell'UE avviata nel 2010, anche in preparazione del prossimo quadro finanziario pluriennale. La Comunicazione in questione precede tuttavia il Forum di Alto Livello di Busan e non può dunque tenere conto degli esiti di quell'evento, né dei suoi sviluppi più recenti.
Evitando di riassumere per intero un documento che già presenta carattere di sintesi per punti, ne evidenzia alcuni singoli aspetti. Dal punto di vista dell'attualità politica, la Commissione sottolinea che gli eventi della cosiddetta «primavera araba» hanno dimostrato che gli obiettivi dello sviluppo, della democrazia, dei diritti umani, del buon governo e della sicurezza sono correlati tra loro e che è fondamentale offrire un futuro ai giovani. La Commissione propone, quindi, pertanto un programma articolato per obiettivi: aumentare la percentuale di iniziative dedicati ai diritti umani e alla crescita sostenibile; concentrare le attività in ciascun paese su numero ridotto di settori; aumentare il volume e la percentuale degli aiuti dell'Unione europea a favore dei paesi fragili, in cui l'Unione può esercitare un effetto reale; canalizzare una percentuale più alta degli aiuti dell'UE in strumenti finanziari innovativi, tra cui meccanismi per miscelare sovvenzioni e prestiti; contribuire a ridurre l'esposizione dei paesi in via di sviluppo a choc globali quali il cambiamento del clima, le impennate dei prezzi dell'energia e dei prodotti agricoli, concentrando gli investimenti nei settori dell'agricoltura e dell'energia; definire un quadro comune per la comunicazione dei risultati a livello europeo.
Dopo la debole performance europea a Busan - evento in cui il Commissario allo sviluppo Piebalgs non è riuscito a valorizzare il modello europeo, né il ruolo dell'UE quale donatore mondiale - in dicembre la Commissione europea ha predisposto una Comunicazione sul ruolo mondiale dell'Europa e il nuovo approccio al finanziamento dell'azione esterna. Tale comunicazione fornisce il quadro per alcune proposte normative di particolare rilievo per il nostro Comitato, come la proposta di regolamento che fissa, per il periodo 2014-2020, il quadro normativo per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo e quello relativo all'11o Fondo europeo di sviluppo per attuare la cooperazione con i Paesi ACP. Auspica, quindi, un sollecito ed approfondito esame anche da parte del Comitato anche di questi atti.
Passando alla seconda Comunicazione in esame, essa riguarda il meccanismo di sostegno al bilancio ed è anche essa il frutto di una consultazione iniziata nel 2010. Ricorda in proposito che il nostro Comitato ha avviato, lo scorso anno, l'esame di un Libro verde sull'argomento.
Anche sulla base dei risultati della consultazione, la Commissione propone per l'Unione europea un approccio coordinato che, rafforzando i partenariati contrattuali con i paesi in via di sviluppo, renda il sostegno al bilancio più efficace ed efficiente in termini di realizzazione di risultati. In particolare, saranno istituiti «contratti di buona governance e di sviluppo» per fornire sostegno al bilancio generale a paesi partner che possano dimostrare un impegno sul terreno dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. Mediante «contratti di riforma

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settoriale» verrà promossa la fornitura di servizi a livello settoriale. Il sostegno settoriale al bilancio resta un utile strumento quando non sussistono le condizioni per un contratto di buona governance e sviluppo. Per i paesi fragili il sostegno al bilancio, cui si ricorrerà sulla base di una valutazione caso per caso, mirerà a garantire le funzioni vitali dello Stato e a sostenere la transizione mediante «contratti di potenziamento istituzionale». Nel programmare il sostegno al bilancio si intende dare maggiore risalto alla mobilitazione delle risorse interne dei paesi beneficiari, ivi comprese le risorse naturali. A tal fine è fondamentale che tali paesi dispongano di sistemi fiscali equi e trasparenti.
Per la fornitura del sostegno al bilancio, la Commissione introduce, infine, quale nuovo criterio di ammissibilità, la trasparenza del bilancio, essenziale per combattere la corruzione e aiutare i paesi beneficiari a rendersi indipendenti dagli aiuti.

Enrico PIANETTA, presidente, condivide il richiamo dell'onorevole Barbi sull'opportunità di esaminare in futuro anche la Comunicazione della Commissione europea sul ruolo mondiale dell'Europa e il nuovo approccio al finanziamento dell'azione esterna, per le sue ricadute significative sulla cooperazione allo sviluppo.

Matteo MECACCI (PD) ritiene che l'esperienza europea in tema di aiuto pubblico allo sviluppo dovrebbe essere maggiormente approfondita e messa a frutto nel nostro Paese sotto il profilo del rilievo dato ai temi del buongoverno, dei diritti umani e dello Stato di diritto. Ritiene, inoltre, che il Comitato potrebbe considerare l'eventualità di predisporre un atto di indirizzo al Governo per orientare l'azione italiana in materia di cooperazione allo sviluppo agli standard dell'Unione europea e per mettere a frutto l'impegno parlamentare di questi anni, profuso in particolare da questo Comitato.

Enrico PIANETTA, presidente, sottolinea che la Comunicazione in tema di sostegno al bilancio contribuisce ad accrescere il grado di responsabilizzazione dei paesi partner, nonché il livello di efficacia degli aiuti e, in generale, a potenziare il meccanismo di verifica. Condivide la riflessione del collega Mecacci sulla necessità di valorizzare il sistema europeo di condizionalità nelle politiche di aiuto, anche nella prospettiva dell'evoluzione della disciplina nazionale. Quanto all'eventualità di predisporre un documento, ritiene che il Comitato potrebbe valutarne l'opportunità a conclusione dell'esame della menzionata Comunicazione della Commissione europea sul ruolo mondiale dell'Europa e il nuovo approccio al finanziamento dell'azione esterna. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame istruttorio congiunto ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.30.

RISOLUZIONI

Martedì 7 febbraio 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.

7-00763 Vernetti: Sulla repressione della popolazione tibetana.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Gianni VERNETTI (PD), nell'illustrare la risoluzione in titolo, sottoscritta da colleghi di diversi gruppi, sottolinea che essa è stata dettata dall'inasprimento della repressione da parte cinese anche al di fuori della Regione autonoma del Tibet e dall'aumento dei casi di auto-immolazione dei monaci tibetani. In vista del vertice tra Unione europea e Cina, che avrà luogo la prossima settimana, pur nella consapevolezza

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dei delicati profili connessi alla dinamica multilaterale, evidenzia che la risoluzione è volta a promuovere la fine delle violenze e la ripresa del dialogo. Fa, quindi, presente alcune imminenti ricorrenze - il capodanno tibetano e l'anniversario dell'occupazione cinese - che potrebbero coincidere con l'ulteriore deterioramento della situazione. Sottolinea, infine, l'importanza di corroborare l'azione dell'Italia in sede europea sulla questione con un atto parlamentare di indirizzo auspicabilmente adottato a larga maggioranza.

Il sottosegretario Marta DASSÙ, richiamando la risoluzione n. 7-00738, a prima firma Adornato approvata in dicembre dalla Commissione, fa presente che la situazione si è deteriorata soprattutto nella regione del Sichuan, in cui si sono registrati scontri tra la polizia e la popolazione locale. Nel sottolineare che la situazione merita un rigoroso monitoraggio da parte della comunità internazionale, osserva che il vertice tra Unione europea e Cina può rappresentare un'occasione preziosa per rappresentare al governo di Pechino le nostre preoccupazioni. Ciò premesso, ritiene opportuno disporre di ulteriore tempo per potere meglio definire talune proposte di riformulazione, da sottoporre alla valutazione dei presentatori della risoluzione, di cui condivide pienamente lo spirito.

Margherita BONIVER (PdL), alla luce di quanto testé affermato dal rappresentante del Governo, sottolinea l'importanza di questa discussione per un approfondimento di metodo che permetta il conseguimento del miglior risultato possibile. Osserva che, ad oggi, la Cina ha potuto ignorare ogni richiamo al tema dei diritti umani operato non solo dagli Stati Uniti ma dai maggiori Paesi del consesso occidentale e induce a cogliere il contesto sfavorevole nel quale ci troviamo e in cui non si intravedono vie di uscita. Richiama, quindi, l'impegno costante di questa Commissione, anche grazie alle iniziative assunte dal collega Mecacci e dai colleghi parlamentari che aderiscono all'associazione «Amici del Dalai Lama», per i diritti del popolo tibetano e rivendica che questa discussione consente di valorizzare il ruolo della diplomazia parlamentare, cui spetta far valere in modo chiaro e incondizionato taluni principi irrinunciabili, pur nella consapevolezza del contesto e della limitatezza dei risultati conseguibili. Segnala, infine, che il programma di deportazioni di massa, attuato dalle autorità cinesi, ha confinato il popolo tibetano al ruolo di minoranza all'interno del proprio territorio.

Gennaro MALGIERI (PdL) esprime perplessità per le dichiarazioni del sottosegretario Dassù relative a talune proposte di riformulazione, quasi a sottolineare la presenza di punti critici in un testo, quale quello della risoluzione in titolo, che appare invece largamente condivisibile e coerente. Associandosi alle riflessioni della collega Boniver quanto al ruolo della diplomazia parlamentare, dichiara di sottoscrivere la risoluzione stessa.

Matteo MECACCI (PD) ritiene che l'intervento della collega Boniver abbia utilmente evidenziato i diversi ruoli che il Governo e il Parlamento giocano sul piano diplomatico. Tuttavia, l'atto di indirizzo in titolo è finalizzato ad instaurare un impegno di natura politica, il cui inadempimento rappresenterebbe un elemento di alterazione dell'equilibrio costituzionale. Ritiene che maggiori tempi di discussione, utili alla predisposizione di proposte di riformulazione, potrebbero consentire al Governo di informare la Commissione sull'attuazione degli impegni assunti con la citata risoluzione n. 7-00738, richiamata dal sottosegretario. Dichiara, infine, di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Jean Leonard TOUADI (PD) e Renato FARINA (PdL) dichiarano di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Francesco TEMPESTINI (PD), a nome del suo gruppo, si associa alle considerazioni svolte dal collega Mecacci circa la

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portata politica di un atto di indirizzo e la necessità che nel prosieguo della discussione il Governo porti nella prossima seduta maggiori elementi informativi sul proprio operato in merito alla questione tibetana, qualora non ritenga invece di preannunciare già in questa sede le proposte di riformulazione.

Guglielmo PICCHI (PdL), pur comprendendo il delicato ruolo del Governo, ritiene che il testo della risoluzione sia esaustivo ed equilibrato e che le imminenti ricorrenze già richiamate rendano urgente una presa di posizione da parte dell'Italia, da far valere in sede europea.

Walter VELTRONI (PD) ritiene che la richiesta di potere disporre di maggior tempo per la definizione di proposte di riformulazione rappresenti un segnale di serietà da parte del Governo, adeguato alla delicatezza della materia. Tuttavia, occorre che sul tema della situazione in Tibet il nostro Paese compia un salto di qualità e ciò alla luce della grave divaricazione che sempre più si è registrata negli anni a questo proposito tra gli atti di indirizzo e le linee di azione. Occorre che, con la giusta misura e senza semplificazioni, prima del vertice tra Unione europea e Cina, il Parlamento assuma con la più ampia maggioranza una posizione determinata sulla questione, a fronte nel necessario equilibrio che il Governo deve usare.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) si associa alle considerazioni dei colleghi sulla tempistica del lavoro della Commissione. Tiene a sottolineare che, come il recente negoziato presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla crisi in Siria ha evidenziato, la Cina è interlocutore duro e tetragono sui temi umanitari ma non del tutto impermeabile alle questioni di natura politica. Nel caso della situazione siriana la Cina ha inviato esperti ed analisti sul terreno per meglio comprendere la situazione ed è più disponibile a recepire i segnali di quanto non dia a vedere. Occorre, quindi, non rinunciare a lanciare messaggi, malgrado la certezza che non vi saranno progressi sulla condizione del popolo tibetano, e impegnarsi a cogliere la duttilità sotterranea degli interlocutori di Pechino. Infine, sottolinea che se i Parlamenti conferiscono un mandato ai Governi, questo rafforzerà l'azione dell'Unione europea.

Stefano ALLASIA (LNP), a nome del suo gruppo, dichiara di sottoscrivere la risoluzione in titolo e si appella al sottosegretario Dassù affinché il Governo operi con celerità nella consapevolezza della drammaticità della situazione e della necessità di consolidare il ruolo dell'Italia nel dialogo a livello europeo. Sottolinea che l'operato del Parlamento italiano può dare sollievo alle vittime della repressione, ritenendo che non ci siano ragioni per sperare in minime aperture da parte del governo cinese.

Renato FARINA (PdL) prospetta il rischio che la risoluzione non sortisca alcun effetto oltre a quello di gratificare il Parlamento su una pur meritevole questione umanitaria. Proprio su questo terreno è, a suo avviso, necessario guardare prioritariamente all'efficacia degli strumenti, ad esempio prospettando l'applicazione di regole di condizionalità di tipo economico al fine di disincentivare le condotte repressive. Condivide le osservazioni della collega Nirenstein sulla necessità di non lasciare nulla di intentato sul piano politico per non incorrere in mere iniziative di propaganda.

Walter VELTRONI (PD) ricorda al collega Renato Farina che le relazioni con la Libia di Gheddafi presentavano analoghe caratteristiche.

Renato FARINA (PdL) replica facendo presente che le frequenti visite in Cina dei maggiori leader mondiali danno la misura del complesso contesto in cui ci troviamo e della necessità di diversificare in modo oculato tutti gli strumenti.

Enrico PIANETTA (PdL) sottolinea che la questione tibetana rappresenta un nervo

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scoperto per la comunità internazionale e che il Parlamento italiano ha sempre svolto un ruolo chiave sul tema. Indubbiamente la Cina mantiene una linea illiberale sui temi umanitari, propria dei totalitarismi comunisti, in contraddizione con lo spregiudicato pragmatismo in campo economico. Se questo dualismo condiziona indubbiamente la nostra azione, è anche vero che il Parlamento non può rinunciare a dichiarare i valori su cui si fonda la nostra cultura giuridica e politica, anche nei rapporti con la comunità internazionale. Esprime quindi la piena disponibilità a collaborare con l'esecutivo per la migliore formulazione della parte dispositiva della risoluzione, con particolare riferimento al primo punto.

Gianni VERNETTI (Misto-ApI) esprime soddisfazione per la qualità e la ricchezza di questa discussione. Concorda con la collega Nirenstein sull'opportunità di guardare con maggior profondità agli equilibri interni cinesi. Richiama quindi la propria esperienza di sottosegretario agli affari esteri, che lo accomuna alla collega Boniver anche rispetto il tipo di deleghe affidate, per sottolineare la specifica capacità della Cina a operare pressioni a livello internazionale e i condizionamenti derivanti dagli interessi economici bilaterali. Tuttavia, a testimonianza del valore reciproco riconosciuto a tali interessi, fa presente che l'interscambio tra la Cina e la Germania non ha subito alcun danno dall'incontro tra la Cancelliera Merkel, quale unico leader europeo, e il Dalai Lama. Occorre anche tenere nel giusto conto che la Cina investe nel mantenimento della stabilità interna più di quanto non investa per il settore della difesa e che il Paese è attraversato da fermenti che ben lasciano presagire per il futuro. Osserva quindi che talvolta la diplomazia italiana esprime un realismo eccessivo che va a detrimento degli interessi del nostro Paese di lungo periodo. Quanto ai tempi di lavoro, auspica che la discussione possa concludersi al più tardi entro la giornata di domani, tenuto conto che il vertice tra Cina ed Unione europea avrà luogo il prossimo martedì.

Francesco TEMPESTINI (PD) condivide le considerazioni del collega Vernetti.

Stefano STEFANI, presidente, ritiene opportuna la proposta dell'onorevole Vernetti a non differire oltre questa settimana il seguito della discussione della risoluzione in titolo.

Il sottosegretario Marta DASSÙ esprime particolare soddisfazione per la qualità del dibattito testé svolto e per le riflessioni sul ruolo del Parlamento rispetto al Governo. Ritiene che la questione tibetana meriti la migliore collaborazione per un'azione politica efficace da parte dell'Italia e fa presente che da parte del Governo vi è tutta la determinazione a dare adempimento agli impegni assunti nei confronti del Parlamento. Quanto al rinvio della discussione ad altra seduta, fa presente che le proposte di riformulazione derivano da approfondimenti istruttori ancora in corso a Bruxelles e dalla necessità di suggerire limitate modifiche di natura formale al testo della risoluzione in titolo. Condivide le considerazioni sulla difficile situazione dei diritti umani in Cina e sul ruolo condizionante che tale Paese esercita a livello internazionale, soprattutto sul piano economico. Tuttavia, fa presente che il 2012 rappresenta un anno cruciale per la Cina in ragione dell'avvicendamento delle maggiori cariche istituzionali. Quanto alla linea del Governo italiano, segnala che il Ministro degli affari esteri in carica ha posto il tema dei diritti umani a pilastro della nostra politica estera e che tale pilastro richiede strumenti efficaci. Per il Governo, la migliore garanzia per l'efficacia della nostra azione deriva dalla nostra appartenenza all'Unione europea ed è su questo tema che la proposta di riformulazione intende incidere. Il richiamo al consesso europeo non annacqua, a suo avviso, in alcun modo l'impegno nazionale, in quanto un più esplicito riferimento al vertice della prossima settimana contribuirebbe a fortificare l'azione dell'Unione

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europea, tenuto conto dell'indubbia debolezza sul piano bilaterale. Ribadendo la piena condivisione dello spirito della risoluzione e richiamando gli impegni assunti a seguito dell'approvazione della già citata risoluzione a prima firma Adornato, prospetta l'opportunità che la risoluzione in titolo rechi, tra l'altro, la menzione della regione del Sichuan, in cui si è registrato il più significativo aumento delle violenze, e la precisazione che i negoziati con Pechino, interrotti nel 2010, sono stati condotti dagli inviati del Dalai Lama.

Gianni VERNETTI (Misto-ApI) accoglie le osservazioni di metodo del sottosegretario Dassù, pur ritenendo che sul piano bilaterale i maggiori Paesi europei, tra cui l'Italia, conservino una capacità d'influenza nei confronti della Cina.

Stefano STEFANI, presidente, prospetta l'opportunità che il seguito della discussione della risoluzione prosegua già nella giornata di domani.

Francesco TEMPESTINI (PD) e Renato FARINA (PdL) concordano su tale opportunità.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.

INTERROGAZIONI

Martedì 7 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.50.

5-05907 Codurelli: Sulle condizioni del sito italiano presso il campo di concentramento di Mauthausen.

Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolosottolineando la priorità di rimediare con sollecitudine allo stato di degrado in cui versa il monumento dedicato ai deportati italiani nel campo di concentramento di Mauthausen. Fa presente che la nostra Ambasciata di Vienna è attiva da tempo sulla questione, in contatto con l'Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED), ma che finora non è stato possibile giungere ad una soluzione. Tuttavia, poiché la situazione attuale è insostenibile, fa presente che il Commissariato Generale per le Onoranze ai caduti di Guerra (Onorcaduti) entro i prossimi giorni implementerà un progetto di «tamponamento» del muro, utilizzato nel tempo come appoggio per i ricordi via via deposti dai familiari e dai visitatori ai quali deve essere garantito il migliore contesto conservativo. Nel segnalare che un precedente progetto di realizzazione di un nuovo muro alle spalle del monumento non è potuto andare a buon fine per la mancanza di risorse finanziarie, fa presente che a questo punto l'ANED concorda sulla soluzione individuata, che assicura il decoro del monumento e garantisce la conservazione della memoria di quanti hanno perso la vita a Mauthausen.

Lucia CODURELLI (PD), replicando, si dichiara soddisfatta per quanto riferito dal sottosegretario Dassù e sottolinea che l'impegno profuso dal Governo fa onore ai suoi rappresentanti, anche alla luce dell'insostenibile stato di abbandono in cui versa il monumento italiano a paragone con quelli di altri Paesi. In generale, osserva che l'intervento di manutenzione del monumento è doveroso non tanto per porre rimedio al degrado quanto per ragioni di rispetto nei confronti delle vittime perite a Mauthausen. Si augura conclusivamente che alle parole del rappresentante del Governo seguano rapidamente i fatti diversamente da quanto verificatosi a seguito della risposta ricevuta a un suo precedente atto di sindacato ispettivo sulla stessa vicenda.

Walter VELTRONI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente l'opportunità

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che la Commissione assuma iniziative di sindacato ispettivo anche in merito alla perdurante chiusura del padiglione italiano presso il campo di Auschwitz, che rappresenta una mortificazione per gli ex deportati sopravvissuti e per gli studenti e i concittadini che vi si recano in visita.

5-05865 Barbi: Su una lettera di dodici ministri degli esteri di Stati dell'UE circa il funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE).

Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), segnalando che l'articolo apparso sulla stampa tedesca appare sviante nei toni e distruttivo negli intenti. Sottolinea che la lettera in questione è da valutare, invece, in chiave migliorativa e non finalizzata a fare emergere l'inefficienza del SEAE o le tensioni interne sui temi delle competenze. Peraltro, il Rapporto presentato dall'Alto Rappresentante attesta i miglioramenti conseguiti individuando le problematiche in limitati profili di natura finanziaria e di gestione del personale. Sottolinea, quindi, che gli Stati membri sono impegnati a raggiungere la quota di un terzo dei propri rappresentanti all'interno del SEAE e che ulteriori questioni oggetto di attenzione sono relative ai rapporti con le delegazioni ed all'esigenza di un maggiore coordinamento interno al Servizio stesso. Osserva, inoltre, che il SEAE è struttura di recente istituzione che ha risentito del complesso impianto del Trattato di Lisbona. Alla base delle sue criticità, vi è per lo più la difficoltà di realizzare una condivisione di visioni a livello europeo sui temi della politica estera, come i diversi episodi del richiamo degli ambasciatori da Teheran o la posizione sulla crisi libica hanno dimostrato, conseguendo nel primo caso una posizione condivisa e mantenendo invece nel secondo caso la prevalenza delle posizioni nazionali.

Mario BARBI (PD) prende atto con soddisfazione della risposta che precisa lo spirito e i contenuti della lettera, pur sottolineando come il sensazionalismo non rappresenti la cifra tipica del quotidiano tedesco in oggetto. Esprime soddisfazione per il recepimento in corso di talune segnalazioni operate dalla lettera, come quella relativa al reclutamento di personale rappresentativo degli Stati membri nella misura di un terzo e alla necessità di eliminare ogni disparità di trattamento all'interno del Servizio. Evidenzia come dato sorprendente la condizione di emarginazione su alcuni importanti dossier delle relazioni esterne in cui appare versare l'Alto Rappresentante rispetto alle dinamiche decisionali interne alla Commissione, di cui è peraltro vicepresidente.

5-05968 Renato Farina: Sulla condizione dei cristiani in Pakistan.

Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Renato FARINA (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto dalla risposta illustrata dal sottosegretario Dassù, sottolineando che le proteste per l'episodio proseguono. Segnala l'azione legale intrapresa nel frattempo dalla Chiesa pakistana nei confronti dell'Alta Corte di Lahore. Segnala, altresì, gli sforzi diplomatici per la soluzione del problema e la promozione della libertà religiosa. Tuttavia, è evidente che la volontà del governo di Islamabad incontra resistenze a livello sociale, di cui l'Alta Corte di Lahore è evidentemente portatrice, come nel caso dell'intervento sul presidente contro la concessione della grazia ad Asia Bibi. Anche in questo caso si pone il tema dell'efficacia degli strumenti di intervento per evitare che iniziative pubbliche a forte impatto mediatico producano peggioramenti sulla condizione delle minoranze cristiane in Pakistan. Sottolinea,

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infine, la sua disponibilità ad assicurare il continuo monitoraggio sulla tematica oggetto dell'interrogazione, nell'intento di promuovere sinergie positive tra Parlamento e Governo.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.05.