CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 dicembre 2011
581.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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  Giovedì 15 dicembre 2011. — Presidenza del Presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

  La seduta comincia alle 10.

Domanda di autorizzazione all'esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del deputato Cosentino (Doc. IV, n. 26).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, dispone l'audizione del deputato Cosentino, cui ricorda che è stato reiterato l'invito.

  (Viene introdotto il deputato Nicola Cosentino).

  Nicola COSENTINO (PdL), autorizzato dal Presidente, deposita una memoria difensiva. Fa presente che già dalla lettura della corposa ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti si coglie come questa, di fatto, poggi su materiale investigativo già ampiamente noto e posto a base della precedente richiesta di arresto che lo ha riguardato nel 2009 e su cui la Camera si è già pronunziata nel senso del diniego. Il relativo processo è in corso presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere anche a seguito della sua rinunzia all'udienza preliminare. Il materiale accusatorio e indiziario è pertanto sub iudice e a suo avviso non potrebbe oggi essere riproposto per una nuova richiesta custodiale: occorre viceversa attendere l'esito del processo pendente.
  Quanto alle specifiche accuse che gli vengono mosse oggi, si tratta di due episodi, a suo avviso inconsistenti.
  Il primo consisterebbe in un intervento volto a far concedere un finanziamento non dovuto per un'iniziativa edile. Egli si sarebbe recato presso una filiale bancaria per caldeggiare l'operazione creditizia. In realtà, l'incontro cui si fa riferimento non aveva a che fare con la concessione del finanziamento ma con le candidature per le elezioni politiche: tale Mario Santocchi, cognato di un funzionario dell'UNICREDIT, desiderava presentarsi a lui per proporre la sua candidatura e gli aveva pertanto sollecitato un incontro. La presentazione avrebbe dovuto svolgersi presso la sede di Forza Italia ma poi, per ragioni logistiche, fu spostata alla filiale dell'UNICREDIT. Peraltro a quell'incontro non fu presente il Di Caterino, personaggio ritenuto centrale nell'inchiesta. Esso comunque durò pochi minuti, tempo nel quale egli certamente non ebbe la possibilità di persuadere alcuno in ordine al rilascio di un finanziamento bancario.Pag. 4
  Quanto al secondo episodio, la conferma in organico dell'architetto Cacciapuoti, dichiara di non averlo mai conosciuto.
  Rimarca come a pag. 85 dello stampato la stessa autorità inquirente riconosca come le condotte appena descritte siano penalmente indifferenti ed acquistino significato solo perché lette ed interpretate alla luce del contesto e del precedente giudicato cautelare. Deve confutare radicalmente un simile approccio, giacché è naturale per un deputato interessarsi delle iniziative economiche nel suo territorio ed eventualmente promuoverle, cosa che peraltro nella circostanza egli non ha fatto. Peraltro, a suo avviso, non vi è alcun giudicato cautelare di merito. Tanto più che egli non ha interessi elettorali diretti nella zona: egli è il responsabile regionale del PdL in Campania e non è certo una realtà circoscritta come un piccolo comune di circa 15 o 20mila abitanti a poter influenzare le sue sorti politiche ed elettorali.
  Si rimette dunque all'attenzione e al giudizio della Giunta, sottolineando che il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha già svolto dieci udienze, senza ancora entrare nel merito dei fatti.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, avverte che sono in corso in Assemblea interventi sul processo verbale, che potrebbero concludersi con un voto sullo stesso, verosimilmente con procedimento elettronico senza registrazione dei nomi. Considera pertanto opportuno sospendere la seduta e prega il deputato Cosentino di mantenersi disponibile per il prosieguo dell'audizione e per le domande che i componenti vorranno porgli. Avverte che la seduta riprenderà pochi minuti dopo che in Assemblea il Governo avrà posto la preannunziata questione di fiducia sul disegno di legge n. 4829.

  La seduta, sospesa alle 10.30, è ripresa alle 12.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, avverte che il collega Palomba ha dovuto lasciare la seduta per motivi personali e che lo ha pregato di formulare all'on. Cosentino alcune domande, che pertanto egli avanzerà, ferma restando la paternità di esse in capo al deputato Palomba. Chiede quindi al deputato Cosentino che rapporti abbia con Cipriano Cristiano e che opinione si sia fatto sulle ragioni dello scioglimento del consiglio comunale di Casal di Principe nel 2009. Gli domanda altresì che rapporti abbia con Mario Cacciapuoti e se gli capiti di frequente di perorare pratiche di finanziamento. Gli domanda ancora se sia a conoscenza di taluni fenomeni di illeciti elettorali nella città di Casal di Principe e se vi conosca un funzionario dell'ufficio tecnico, Vincenzo Schiavone. Domanda da ultimo se conosca le ragioni del recentissimo scioglimento del comune di Casal di Principe.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) domanda se il collega Cosentino abbia mai chiesto di essere sentito dai magistrati sulla vicenda inerente alla domanda in titolo.

  Roberto CASSINELLI (PdL) chiede se all'incontro presso la filiale dell'Unicredit fossero presenti esponenti bancari dotati del potere di firma sulle pratiche di fido.

  Marilena SAMPERI (PD) gli domanda se voglia confermare quanto affermato poc'anzi circa l'assenza del Di Caterino al colloquio, giacché tale colloquio risulta organizzato proprio dal Di Caterino.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP) gli domanda quali rapporti abbia con Cacciapuoti e con la società Vian e se intenda offrire valutazioni circa il fatto che un istituto bancario, onde estendere la propria attività in un certo territorio, debba interloquire con l'esponente politico più in vista del luogo.

  Nicola COSENTINO (PdL), ricordato che il comune di Casal di Principe, unitamente a quello di Mondragone, è stato sciolto nel 2009 in ragione degli inadempimenti relativi alla raccolta differenziata, afferma di conoscere il Di Caterino e il Pag. 5Cristiano da molto tempo, poiché sono noti, affermati professionisti della città di Casal di Principe. In particolare Cipriano Cristiano è il fondatore del club di Forza Italia della città, con cui egli ebbe a che fare durante il suo percorso politico. Tale percorso, come è noto, lo ha visto muoversi dal Partito Socialdemocratico Italiano negli anni ’80, per approdare al sostegno al candidato di centro-sinistra Renato Natale e poi ad Alleanza Democratica. Successivamente anch'egli aderì a Forza Italia e conosce il Cristiano come una persona per bene. Del resto, non abita più a Casal di Principe da vari anni e non vi è tornato neanche per comizi.
  Quanto al Cacciapuoti ribadisce di non conoscerlo e, quanto ai profili di irregolarità elettorali, li ignora soprattutto per il fatto di aver cessato ogni attività o interesse elettorale nella città di Casal di Principe.
  Quanto ai rapporti con le banche fa presente di provenire da una famiglia di affermati imprenditori, tra cui ancora oggi i suoi fratelli, le cui aziende fatturano diversi milioni di euro all'anno e ultimamente hanno conseguito due milioni di euro di utili. Ciò nonostante le banche del luogo esigono forti garanzie non soltanto dalle aziende, ma dalle persone stesse dei loro titolari. Sicché egli non ha alcun rapporto privilegiato con le banche e verosimilmente nell'incontro del febbraio 2007 egli è stato esibito da altri più che parteciparvi da protagonista.
  Precisato di non avere rapporti con Vincenzo Schiavone, rimarca di aver letto soltanto dalla stampa del più recente scioglimento del comune di Casal di Principe. Inoltre non ha mai negato che l'incontro presso l'Unicredit fosse stato organizzato dal Cristiano per il tramite del Di Caterino. I contatti decisivi avvennero mentre lui era alla bouvette della Camera in compagnia di Luigi Cesaro. È per questo che chiese anche a lui di accompagnarlo. All'incontro presso la filiale bancaria parteciparono lo Zara e il Protino, il direttore della filiale medesima.

  Roberto CASSINELLI (PdL) gli domanda se costoro siano stati sentiti dalla magistratura a riscontro delle testimonianze dei pentiti.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) gli domanda di fornire la documentazione relativa alle sue richieste di essere ascoltato dalla magistratura.

  Nicola COSENTINO (PdL) ribadisce di aver richiesto, già a partire dalla vicenda che lo ha interessato nel 2009, di essere sentito dai magistrati, ma senza successo. Quanto alla nuova richiesta di arresto, il relativo provvedimento gli è pervenuto solo da pochi giorni e i suoi difensori sono in procinto di avanzare la domanda di presentazione per dichiarazioni spontanee.

  Marilena SAMPERI (PD) gli chiede quindi di chiarire se le occasioni di essere sentito dai magistrati siano relative alla presentazione per dichiarazioni spontanee o all'interrogatorio formale previsto dall'articolo 375 del codice di procedura penale.

  Maurizio BIANCONI (PdL), affinché siano evitati fraintendimenti, invita il deputato Cosentino a esibire copia delle richieste di colloquio con i magistrati o copia delle richieste con cui costoro lo invitano a presentarsi, a prescindere dalla disposizione di riferimento.

  Armando DIONISI (UdCpTP) gli domanda in definitiva che idea si sia fatto sui motivi per cui egli si ritrovi nuovamente al centro di un'inchiesta.

  Vincenzo D'ANNA (PT) chiede se gli risulti che il dottor Cafiero De Rao sia legato da parentele con giudici per le indagini preliminari.

  Dopo che Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, ha richiamato doverosamente i colleghi sui contenuti del parere della Giunta per il regolamento del 24 ottobre 1996 (Sullo svolgimento di richiami al regolamento o per l'ordine dei lavori e Pag. 6sull'osservanza dei limiti di correttezza negli interventi – artt. 41, 45 e 89) in particolare quanto alla necessità di «assicurare che la libera manifestazione del pensiero e della critica non vada mai disgiunta dall'impiego dei modi corretti e delle forme appropriate al linguaggio parlamentare, e non abbia quindi a trascendere nella diffamazione personale o nel vilipendio di organi dello Stato..... tali intendendosi anche le espressioni ingiuriose e le insinuazioni atte ad offendere, a recare discredito o comunque a ledere persone o istituzioni», Pierluigi MANTINI (UdCpTP) si associa alla domanda del collega Dionisi, soprattutto per capire se il deputato Cosentino intenda indicare specifici elementi di fumus persecutionis. Puntualizza, rivolto al collega Cassinelli, che Zara e Protino sono entrambi stati arrestati.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP) rammenta che fu relatore sulla prima domanda di arresto pervenuta alla Camera e che propose che la Giunta e la Camera si pronunziassero per il diniego dell'autorizzazione. Non rinnega quella sua posizione, motivata dal fatto che, allora, v'era una discrepanza temporale tra le emergenze istruttorie, risalenti al 2004, e la domanda di arresto, pervenuta nel 2009. Il fumus persecutionis gli parve pertanto sussistere. Oggi tuttavia le circostanze gli sembrano nuove e diverse e, quindi, domanda se il deputato Cosentino possa offrire elementi che lumeggino in chiave persecutoria anche la nuova istanza della magistratura.

  Nicola COSENTINO (PdL), precisato che di Zara e Protino occorrerebbe esaminare le deposizioni precedenti al loro arresto, significative per dedurre la sua estraneità ai fatti, espone che gli elementi indiziari a suo carico derivano tutti dalle dichiarazioni di un solo pentito, Gaetano Vassallo, medesima persona di cui la Giunta conosce le affermazioni in ragione della precedente domanda di autorizzazione all'arresto, le cui accuse sono poi riprese a catena da altri pentiti, alcuni dei quali sono imparentati con noti politici a lui avversi. Non può quindi che sottolineare come il suo diritto di difesa sia stato conculcato e che il pregiudizio dell'autorità giudiziaria nei suoi confronti sia assolutamente evidente.
  Egli avrebbe potuto nascondersi nei meandri e nelle lentezze del processo penale italiano: ha invece inteso rinunciare all'udienza preliminare al fine di ottenere giustizia dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Osservato conclusivamente che i suoi guai giudiziari nascono dalla sua nomina a sottosegretario nel Governo Berlusconi, ritiene evidente che la surreale vicenda di cui è protagonista è frutto di una inconsueta violenza mediatica, politica e giudiziaria.

  Dopo che Donatella FERRANTI (PD) gli ha domandato a quali parentele tra collaboratori di giustizia e politici egli si riferisca, Nicola COSENTINO (PdL) risponde che tra i pentiti che lo accusano vi sono Luigi e Alfonso Diana che sono parenti di Lorenzo Diana, già senatore e già deputato dei Democratici di sinistra, Carmine Schiavone, che è un altro dichiarante, imparentato con Italo Bocchino, e Roberto Vargas, imparentato con Gennaro Coronella.

  (Il deputato Nicola Cosentino si allontana dall'aula).

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rammenta che, per accordo unanime, la Giunta ha concordato di terminare l'esame entro il 21 dicembre 2011. A tal fine ritiene che interventi possano svolgersi sin d'ora e, poi, nella successiva seduta da convocare per martedì 20 dicembre.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP) osserva che dagli atti della nuova inchiesta non emergono elementi per giustificare un fumus persecutionis, anche in ragione della freschezza degli indizi e della distanza ravvicinata di essi con la richiesta all'esame. Tutti evidentemente si augurano che l'on. Cosentino esca assolto dal processo cui si è meritoriamente presentato per quanto riguarda la vicenda pregressa, rispetto alla quale la Camera si è pronunciata Pag. 7e rispetto alla cui decisione il verdetto cautelare della Corte di cassazione non cambia granché. Tuttavia egli sa per esperienza personale – giacché taluni quartieri di Palermo sono caratterizzati da alta intensità mafiosa – che nella propria attività professionale e politica, specie nel contesto elettorale, occorre saper distinguere le proprie frequentazioni e sapere in quali botteghe non si può entrare. L'on. Cosentino non dovrebbe essere uno sprovveduto, provenendo da una famiglia assai facoltosa ed essendo peraltro anche abilitato alla professione forense. Gli sembra quindi francamente curioso che abbia commesso le leggerezze di cui è accusato, specie alla luce della pregressa esperienza.

  Vincenzo D'ANNA (PT), contrariamente al collega Lo Presti, ravvisa nella vicenda evidenti e concreti segni di fumus persecutionis. Le inchieste sui clan casalesi risalgono ai processi Spartacus 1 e 2 e sono stati condotti dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e non da quella di Napoli. Osservata l'ipocrisia di chi invita i parlamentari a difendersi nel processo e non dal processo (con ciò ammettendo che si svolgano anche processi ridicoli e pretestuosi e per ciò stesso rovinosi per la carriera politica dell'interessato), ritiene che il motivo dell'accanimento giudiziario contro Nicola Cosentino sta nell'avere questi ribaltato i destini politici della regione Campania. Notoriamente la regione è stata per molti anni dominata dalla sinistra, in particolare da Antonio Bassolino e da Rosa Russo Jervolino, le cui gestioni – in particolare quella del primo – hanno lasciato ingenti disavanzi pubblici. Man mano che Nicola Cosentino ha condotto il centro-destra a ribaltare le sorti politiche dell'area, facendo passare Forza Italia dall'otto per cento a cifre di gran lunga più consistenti e maggioritarie, sono spuntati, l'un dopo l'altro, pentiti di vario genere, a cominciare da Gaetano Vassallo. È così che, nella parte politicizzata della procura di Napoli, è maturata la convinzione di dover «colpire il capo degli indiani», in modo che gli altri si disperdano. Il teorema ipocrita e mendace per cui il politico di zona «non può non sapere» rende di fatto tutti i parlamentari di una certa circoscrizione delle persone in libertà provvisoria e condizionata. Rilevato che proprio Giuseppe Narducci, uno dei pubblici ministeri che ha indagato su Cosentino, è oggi transitato serenamente a un incarico politico nella Giunta De Magistris, ribadisce la sua convinzione che si tratti di un'operazione politica. Si esprime pertanto a favore della proposta del relatore.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP) considera contraddittorio il ragionamento del deputato D'Anna, ma si riserva di intervenire nella prossima seduta.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, avverte che l'esame è rinviato alla seduta di martedì 20 dicembre, che convoca sin d'ora per le ore 13. Avverte altresì che, su richiesta del relatore, on. Paniz, il testo integrale della relazione da lui svolta nella seduta del 14 dicembre sarà pubblicato in allegato al resoconto della seduta odierna.

  La seduta termina alle 13.30.

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