CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 dicembre 2011
573.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 109

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 7 dicembre 2011.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.30 alle 11.40.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 7 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 11.40.

DL 201/2011 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.
C. 4829 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Silvano MOFFA, presidente, fa presente che ha inizio oggi l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 201 del 2011, ai fini dell'espressione del prescritto parere, il quale – essendo stato il provvedimento assegnato alla XI Commissione ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale – assume un carattere cosiddetto «rinforzato». In proposito, comunica che – secondo quanto stabilito nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, appena conclusasi – è previsto che la presentazione della proposta di parere da parte del relatore e la sua votazione abbiano luogo entro la seduta odierna.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, intende preliminarmente scusarsi con la collega Giammanco per una infelice battuta rivoltale nel corso dell'audizione, svoltasi ieri, del Ministro Fornero, cogliendo l'occasione per dichiarare di non condividere le considerazioni della stessa collega sulla tassazione degli immobili ecclesiastici, sebbene ritenga che la Chiesa possa anche meritarsi di fare simili sacrifici, visti i Pag. 110giudizi di scarsa equità che i suoi vertici hanno rivolto alla manovra.
  Passando, quindi, al merito del provvedimento, afferma che la Commissione è oggi chiamata ad esprimersi sul testo della manovra economico-finanziaria adottata dal Governo, il cui obiettivo dichiarato è, in sostanza, quello di «salvare il Paese» dalla grave crisi in atto a livello mondiale ed europeo, nella consapevolezza che non si tratta di assecondare imposizioni esterne, ma libere scelte discendenti dall'appartenenza dell'Italia alla UE, nella convinzione che in tale prospettiva si collochi il futuro del Paese. Fa notare che l'esame parlamentare del provvedimento, infatti, avviene in un momento particolarmente delicato, causato dal rallentamento dell'economia globale e dai conseguenti riflessi sulla situazione interna, peraltro resa sempre più pesante dalle tensioni sui mercati finanziari. In proposito, riconosce che la nuova manovra di 30 miliardi (di cui 18 di entrate e 12 di riduzioni di spesa) è rivolta a confermare il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, dopo che questo obiettivo era divenuto incerto, nonostante le pesanti misure di luglio ed agosto 2011, in conseguenza dell'aumento dei tassi di interesse al limite della sostenibilità e dell'ampiezza del cosiddetto spread rispetto alle performance dei titoli tedeschi. Osserva, dunque, che è in questo contesto che le forze politiche e i gruppi parlamentari che si sono assunti la responsabilità di votare la fiducia al Governo in carica sono tenuti – come richiesto dall'Esecutivo – ad approvare in tempi estremamente celeri il decreto-legge sottoposto all'esame della Commissione, in modo da dare un segnale di certezza alle istituzioni comunitarie e ai Paesi membri: i primi segnali provenienti dai mercati finanziari e dall'andamento dei tassi di interesse sui titoli (anche con riferimento allo spread) sono incoraggianti, pur in un quadro di grande incertezza che coinvolge i Paesi dell'Eurozona e la stessa moneta unica. Per tali ragioni, rileva che il Governo, con il presente provvedimento, si trova a gestire una fase – che si preannuncia quanto mai delicata e difficile – finalizzata ad assicurare stabilità ai conti pubblici come premessa per una politica di sviluppo: la manovra in esame, dunque, rappresenta un importante passo in avanti, dopo gli scarsi risultati dei precedenti tentativi, per indirizzare il montante del debito pubblico italiano lungo un sentiero di ancor più rapida contrazione.
  Segnala che il provvedimento all'esame della Camera si compone di 49 articoli; di questi, soltanto una parte – quantitativamente limitata, ma molto pesante da un punto di vista della rilevanza sociale – interviene su materie di competenza della XI Commissione. Fa notare, peraltro, che la riforma del mercato del lavoro non trova collocazione in questo testo, poiché è stata demandata ad un apposito provvedimento normativo, che sarà definito con il metodo della concertazione con le parti sociali e con lo strumento del disegno di legge. Quanto al resto del provvedimento di competenza della XI Commissione, segnala, in primo luogo, l'articolo 21, i cui commi da 1 a 9 dispongono la soppressione di INPDAP ed ENPALS e il conseguente trasferimento delle funzioni all'INPS; in questo ambito, con decreti di natura non regolamentare del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, da emanarsi entro 60 giorni dall'approvazione dei bilanci di chiusura delle relative gestioni degli enti soppressi e sulla base delle risultanze dei bilanci medesimi, le risorse strumentali, umane e finanziarie degli Enti soppressi sono trasferite all'INPS. Rileva, poi, che l'articolo 6 prevede che siano abrogati gli istituti dell'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata; la disposizione non si applica nei confronti del personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, né si applica ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge, nonché ai procedimenti per i quali, alla predetta data, non sia ancora scaduto il Pag. 111termine di presentazione della domanda, nonché ai procedimenti instaurabili d'ufficio per eventi occorsi prima della predetta data. Soffermandosi sul comma 4 dell'articolo 40, in materia di semplificazione degli obblighi di tenuta ed annotazione del registro dei lavoratori, evidenzia la disposizione concernente la tenuta del libro unico del lavoro, previsto all'articolo 39 del decreto-legge n. 112 del 2008, che statuisce che la compilazione del libro debba avvenire entro la fine del mese successivo e non più entro il giorno 16 del mese successivo. Fa notare, poi, che l'articolo 44 reca disposizioni in materia di sicurezza dei lavoratori negli appalti pubblici: in particolare, il comma 1, al fine di garantire la piena salvaguardia dei diritti dei lavoratori, nonché la trasparenza nelle procedure di aggiudicazione delle gare d'appalto, l'incidenza del costo del lavoro e delle misure di adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ribadisce l'applicazione a tali aspetti di specifiche norme in materia, mentre il comma 2 abroga le disposizioni di cui all'articolo 81, comma 3-bis, del decreto legislativo n. 163 del 2006, relativa all'esclusione del costo del lavoro dal ribasso offerto nelle procedure di affidamento dei contratti pubblici.
  Da ultimo, ricorda che gli interventi più importanti – ormai già oggetto da giorni di forte attenzione da parte dell'opinione pubblica – riguardano la previdenza e sono disciplinati dall'articolo 24: rispetto a tale articolo, peraltro, ritiene superfluo procedere all'illustrazione dettagliata delle misure, atteso anche che nella giornata di ieri il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, professoressa Elsa Fornero, ha fornito – in audizione presso la Commissione per esporre le linee generali del suo programma – tutti gli elementi di contesto e di dettaglio che interessano l'argomento e che sulla sua relazione si è già sviluppato un approfondito dibattito, che si concluderà nella giornata di martedì 13 dicembre. Per tale ragione, giudica opportuno fare rinvio all'introduzione del Ministro e al dibattito di ieri, oltre che alla esauriente documentazione di sintesi prodotta dagli uffici, limitandosi il relatore (che ha già avuto la possibilità di conoscere taluni orientamenti dei gruppi) a fornire, in questa sede, le indicazioni circa quelle che – a suo avviso – potrebbero essere le questioni da porre nel parere consultivo di competenza della XI Commissione.
  Si dichiara, quindi, consapevole delle novità intervenute nel quadro politico e di come non vi sia più una maggioranza organica che si riconosca in un programma; questa nuova situazione induce quanti sostengono, con valutazioni diverse ma per comune senso di responsabilità, l'attuale esperienza di governo ad esprimere capacità di ascolto e a ricercare terreni di intesa, in stretta collaborazione con l'Esecutivo. In particolare, pur esprimendo un giudizio di complessivo apprezzamento dei contenuti strutturali della manovra in materia previdenziale, propone all'esame della Commissione una serie di argomenti, da approfondire al fine di individuare talune osservazioni di carattere prioritario da inserire nel parere.
  In primo luogo, fa notare che la disposizione diretta a prevedere per il biennio 2012-2013 la deindicizzazione totale di tutti i trattamenti pensionistici superiori a due volte il minimo INPS si spiega soltanto con l'esigenza di ottenere dal settore risparmi significativi fin dal 2012; non ha, dunque, carattere strutturale e non è sicuramente un elemento costitutivo del disegno organico di riforma che il Governo intende attuare con le norme in tema di pensioni. Ritiene, pertanto, che una modifica di tale norma non stravolgerebbe nessun principio, giudicando possibile (e sicuramente più equo) garantire una forma di copertura rispetto all'andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo. Tale correzione potrebbe essere compensata – a suo avviso – con un incremento del contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate, sia mediante una revisione in aumento della quota di prelievo, sia attraverso un abbassamento dell'importo delle pensioni a cui si applica il contributo. Inoltre, ritiene che possa essere esaminata l'ipotesi di un contributo di Pag. 112solidarietà sulle cosiddette «baby pensioni», limitato all'importo superiore al minimo.
  Fa poi presente che vengono mantenuti i previgenti requisiti a favore dei lavoratori in mobilità, dei lavoratori inseriti nei fondi di solidarietà, dei lavoratori in prosecuzione volontaria, nel limite di 50.000 domande. In proposito, propone di inserire efficaci procedure di monitoraggio al fine di valutare con sollecitudine l'esigenza di ampliare il numero dei tutelati ove si rendesse necessario. Fa notare, inoltre, che si pone l'esigenza di individuare una decorrenza adeguata – rispetto alla data di entrata in vigore del decreto-legge – degli accordi sindacali, che consentirebbe di riconoscere tali diritti ai soggetti interessati, indicando anche l'opportunità di estendere queste tutele ad altre particolari condizioni di disagio, purché risultati da accordi sindacali.
  Per quanto riguarda le Casse dei liberi professionisti, fa notare che la scadenza del 31 marzo sembra troppo ravvicinata. Inoltre, pur apprezzando quanto previsto dal comma 19 dell'articolo 24 in materia di totalizzazione dei periodi contributivi presso diverse gestioni previdenziali, ribadisce l'esigenza di affrontare – come più volte richiesto con atti unanimi da parte della Camera dei deputati – il problema delle ricongiunzioni onerose, a tale scopo introducendo una apposita indicazione in materia nel comma 18 del medesimo articolo 24, affinché il decreto di armonizzazione ivi previsto risolva anche tale questione.
   In considerazione di tali premesse e attesa l'importanza di concludere rapidamente un percorso che dovrà condurre all'apertura di una fase di ripresa della situazione finanziaria del Paese, propone alla Commissione di esprimere una valutazione complessivamente positiva sul provvedimento, pur segnalando alle Commissioni di merito i rilievi esposti in precedenza, ma senza entrare nel merito di questioni strutturali – come, ad esempio, la penalizzazione per le pensioni di anzianità – che rischierebbero di compromettere il senso complessivo dell'intervento di aggiustamento in materia previdenziale.

  Giovanni PALADINI (IdV) esprime forte contrarietà rispetto al provvedimento in esame, soprattutto nella parte in cui interviene nella materia previdenziale, disciplinata, a suo avviso, in modo confuso e iniquo, poiché lede i diritti dei lavoratori. Associandosi a quanto espresso sul punto dal deputato Damiano, nel corso dell'audizione del Ministro Fornero della seduta di ieri, lamenta le palesi disparità contenute nella presente manovra, facendo notare che le misure previste (specialmente quelle sull'aumento drastico dell'età pensionabile e sulla deindicizzazione dei trattamenti pensionistici) appaiono suscettibili di colpire le fasce più deboli della popolazione, alle quali si chiede di contribuire con uno sforzo particolarmente oneroso. Fa presente che avrebbe preferito interventi di altra natura, volti a reperire risorse dai capitali fatti rientrare dall'estero o ad intaccare i patrimoni dei ceti più benestanti, ritenendo ingiusto, al contrario, deprimere i consumi delle famiglie con redditi di livello medio, attraverso la reintroduzione dell'ICI e l'aumento della tassazione.
  Nell'auspicare una modifica del testo in esame nel prosieguo dell'iter parlamentare, attraverso l'accoglimento degli emendamenti di buon senso presentati dal suo gruppo, preannuncia, pertanto, un orientamento fortemente contrario sul presente provvedimento, nel quale, peraltro, lamenta l'assoluta mancanza di misure rivolte allo sviluppo.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), riservandosi di intervenire anche in sede di dichiarazioni di voto sulla proposta di parere che il relatore dovrà predisporre, intende esprimere da subito considerazioni di carattere generale, lamentando innanzitutto la ristrettezza dei tempi di discussione del presente provvedimento. In proposito, fa notare che i medesimi gruppi presenti in Commissione che in passato rivendicavano con forza, dall'opposizione, Pag. 113la necessità di beneficiare di congrui tempi di esame dei provvedimenti, oggi, appoggiando il Governo in carica, dimostrano un'indulgenza sul contingentamento dei tempi che contrasta con le affermazioni di principio da loro a più riprese sostenute, precludendosi da soli la possibilità di incidere sul testo, nonostante l'Esecutivo in carica si sia dimostrato disponibile al confronto.
  Entrando nel merito delle questioni sottese al decreto in esame, giudica in termini fortemente negativi il provvedimento, che definisce un atto di «macelleria sociale», compiuto ai danni delle categorie più deboli, in particolare dei lavoratori del Nord, le cui pensioni, a suo giudizio, vengono colpite probabilmente per finanziare misure di sostegno al reddito a favore dei territori del Mezzogiorno, così come preannunciato da taluni esponenti dell'Esecutivo in carica. Giudica iniquo, pertanto, reperire risorse a scapito dei pensionati e della povera gente e, al contempo, evitare di affrontare i veri sprechi che si annidano nella Pubblica Amministrazione, in particolare nelle regioni meno virtuose del Meridione e negli enti locali (come, ad esempio, il comune di Roma, che chiede continuamente allo Stato di colmare i «buchi» del proprio bilancio), i cui livelli di spesa, a suo avviso, andrebbero equiparati a costi standard definiti dagli enti più virtuosi, così come era stato previsto nella riforma in senso federale dello Stato.
  Ritiene un atto di ingiustizia sociale colpire i consumi delle famiglie, attraverso la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa e l'aumento della tassazione, nonché i pensionati poveri, soltanto in quanto più facilmente identificabili e in grado di garantire un introito immediato, lasciando indisturbati coloro che godono di forti privilegi, anche dal punto di vista previdenziale. Giudica inoltre solo demagogiche le misure tese a ridimensionare i costi della politica – cita il caso delle province e dei vitalizi dei parlamentari – non apparendo risolutive e in grado di realizzare risparmi determinanti.
  Ritiene poi gravemente lesive dei diritti dei lavoratori le norme che prevedono un brusco innalzamento dei limiti di età pensionabile, nonché quelle sulla deindicizzazione dei trattamenti previdenziali (rispetto alla cui applicazione, peraltro, lo stesso Ministro non ha risposto nell'audizione di ieri), stigmatizzando, in particolare, l'assenza di un meccanismo di gradualità in base al quale scaglionare l'ordine e la misura degli interventi sulle pensioni di anzianità. Lamenta altresì la mancanza di criteri di flessibilità nella previsione delle esenzioni dall'applicazione della nuova disciplina previdenziale, facendo notare che la rigidità della normativa in questione, in fase di applicazione, potrebbe far rimanere privi di copertura lavoratori non inseriti nella grande azienda ed esclusi dalla contrattazione sindacale, che rischiano di rimanere senza un lavoro e una pensione. Ritiene necessario, pertanto, specificare meglio la portata delle deroghe attualmente previste, eventualmente estendendo i limiti fissati e individuando in senso più preciso le categorie che vi rientrano.
  Nel preannunciare la sua intenzione di presentare propri emendamenti presso le Commissioni di merito, volti a sopprimere le inique disposizioni in materia previdenziale contenute nella manovra, dichiara la sua profonda contrarietà nei confronti del provvedimento in esame, ritenuto gravemente penalizzante nei confronti dei lavoratori, anche tenuto conto che le ulteriori misure tese a riformare il mercato del lavoro sono state rinviate ad una successiva fase e rientrano, allo stato, esclusivamente nei buoni propositi del Governo.

  Giulio SANTAGATA (PD) intende brevemente esprimere un sentimento di vicinanza nei confronti del deputato Fedriga, dichiarando ironicamente di comprendere la sofferenza da lui patita nel corso di questi anni di legislatura, vissuti all'interno della maggioranza che ha sostenuto il Governo Berlusconi.

  Cesare DAMIANO (PD) ricorda anzitutto al deputato Fedriga che il precedente Pag. 114Governo, appoggiato da una maggioranza di cui faceva parte anche il gruppo della Lega Nord Padania, si è reso protagonista di gravi ed invasivi interventi in materia previdenziale, dei quali sembra si sia persa improvvisamente memoria. Entrando, poi, nel merito del provvedimento, riconosciuto lo stato di emergenza imposto da una situazione economica compromessa e difficile, ritiene che la manovra in esame, il cui rigore appare necessario, sia migliorabile nel senso di garantirne una maggiore equità, a favore dei ceti più bassi. In particolare, esprime perplessità su talune disposizioni del testo, riguardanti, ad esempio, l'abrogazione di alcuni istituti connessi alla causa di servizio, nonché l'abrogazione delle norme volte ad escludere il costo del lavoro dal ribasso offerto nelle procedure di affidamento dei contratti pubblici, misure giudicate sbagliate, in quanto colpiscono i lavoratori e facilitano il lavoro nero. Ritiene, altresì, poco comprensibile la soppressione dell'INPDAP e dell'ENPALS, atteso che tale misura rischia di determinare l'esubero di centinaia di lavoratori, il cui posto di lavoro verrebbe improvvisamente messo in discussione.
  Condivise le considerazioni del relatore circa l'esigenza di garantire una copertura rispetto all'andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo, al fine di evitare un ingiusto impoverimento dei pensionati, giudica apprezzabili le soluzioni proposte dallo stesso relatore per attenuare gli effetti della deindicizzazione (come, ad esempio, l'incremento del contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate), pur ritenendo opportuno lasciare alle Commissioni di merito il compito di individuare, nello specifico, le forme di compensazione più adeguate. Dopo avere osservato che un'altra strada da percorrere al fine di reperire risorse pubbliche, salvaguardando l'importo delle pensioni dei lavoratori, potrebbe essere quella di aumentare la tassazione dei capitali fatti rientrare dall'estero, rileva l'esigenza di esentare dall'applicazione della normativa prevista i lavoratori in stato di particolare disagio, laddove non possano essere ricompresi negli accordi sindacali. Giudicato eccessivamente oneroso l'aumento dell'anzianità contributiva necessaria per la maturazione dei diritti previdenziali, in connessione con l'eliminazione del regime delle quote e con il meccanismo di penalizzazione previsto in caso di uscita anticipata dal lavoro, ritiene necessario introdurre un sistema più equo, fondato su criteri di maggiore gradualità, suscettibile di rendere meno improvviso l'innalzamento dell'età pensionabile e meno dirompenti gli effetti delle penalizzazioni.
  In conclusione, fa notare che il suo gruppo è disponibile a confrontarsi sulle questioni di merito più importanti del provvedimento, al fine di compiere un significativo atto di responsabilità nei confronti del Paese, a fronte della grave crisi economica in atto.

  Giorgia MELONI (PdL), dopo aver ringraziato il relatore per il suo intervento introduttivo, che giudica una buona base di partenza per il lavoro della Commissione, esprime forti perplessità su taluni profili di mancata equità della manovra in esame. Ritiene surreale che, nel momento in cui si chiedono forti sacrifici ai ceti medio-bassi, incidendo in modo forte sui consumi delle famiglie e dei pensionati, non si prevedano, al contempo, misure penetranti nei confronti di talune categorie privilegiate, ad esempio attraverso interventi sulle cosiddette «pensioni d'oro», sui compensi dei manager pubblici e sui grandi patrimoni. Giudica scorretto invocare come giustificazione dei mancati interventi in tale ambito l'esistenza di diritti acquisiti, osservando come nessuna forma di sopruso – quale è il percepimento di altissimi trattamenti pensionistici – possa considerarsi tale. Ritiene, quindi, che, in presenza di una prestazione previdenziale di valore molto elevato e non corrispondente ad una effettiva contribuzione versata nel tempo, sia necessario prevedere un meccanismo di automatica trasformazione in contributo di solidarietà dell'importo eccedente una determinata soglia, affinché chi si trova in una posizione Pag. 115privilegiata contribuisca al risanamento del Paese con maggiore forza. Auspica, in conclusione, che il testo in esame possa essere modificato in senso più equo, affinché a pagare il prezzo della crisi non siano soltanto le famiglie meno agiate.

  Lucia CODURELLI (PD) ritiene che, a differenza di quanto avveniva con il precedente Governo, in questa occasione il Parlamento abbia la possibilità di confrontarsi seriamente sul merito delle questioni, al fine di affrontare con forza ed efficacia la grave situazione economica attuale. Ritiene che la pesantezza della manovra all'esame della Camera sia un dato oggettivo, che pone la politica di fronte all'esigenza di accentuare l'equità degli interventi ed evitare penalizzazioni ingiuste nei confronti dei lavoratori. Auspica, in questo contesto, che il relatore, nella propria proposta di parere, possa mettere in luce due specifiche questioni: prospettare l'esigenza di promuovere di interventi in favore delle donne, considerate le forti disparità tuttora presenti nel mondo del lavoro; indicare alle Commissioni di merito la necessità di modificare l'articolo 24, alla lettera d) del comma 14, nel senso di considerare la data di presentazione delle domande ai fini dell'autorizzazione alla prosecuzione volontaria della contribuzione. Confida, in conclusione, nella validità di un lavoro di sintesi in Commissione, al fine di contribuire al miglioramento di un testo ancora fortemente caratterizzato da taluni elementi di criticità.

  Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), associandosi alle considerazioni svolte dalla collega Meloni, manifesta dubbi sul provvedimento in esame, giudicato carente dal punto di vista dell'equità complessiva. Si dichiara critico, innanzitutto, nei confronti delle misure volte ad elevare drasticamente l'età pensionabile, dal momento che si costringono i lavoratori a posticipare l'uscita dal lavoro di circa 6 anni, senza alcuna forma di gradualità, penalizzando ingiustamente i soggetti più deboli della società. Giudica negativamente, altresì, le misure volte a sopprimere l'INPDAP e l'ENPALS (che produrranno risparmi teorici, a fronte della possibilità di ridurre una serie di voci di spesa di tali enti senza procedere alla loro soppressione), nonché quelle tese a ridimensionare gli organici delle province, interventi ritenuti propagandistici e inadeguati a realizzare effettivi risparmi di spesa.

  Giuseppe BERRETTA (PD) ritiene che – a prescindere dal merito effettivo delle diverse questioni, sul quale ritiene sia necessario ancora discutere – l'azione dell'Esecutivo in carica si collochi su un piano di discontinuità rispetto alla linea tracciata dal Governo precedente, almeno per quanto riguarda la chiarezza della comunicazione circa le iniziative da portare avanti. Entrando nel merito del provvedimento, ritiene necessario modificare il testo in alcuni suoi punti, affinché si introducano misure di maggiore equità, prevedendo interventi incisivi nei confronti di chi si trova in una situazione privilegiata (come i titolari delle cosiddette «pensioni d'oro») ed evitando ingiuste forme di penalizzazione nei confronti dei pensionati, ad esempio laddove essi abbiano cominciato a lavorare in età giovanile. Soffermandosi, poi, su una questione specifica del provvedimento, prospetta l'opportunità di individuare una decorrenza adeguata (rispetto alla data di entrata in vigore del decreto-legge) degli accordi sindacali indicati nel testo dell'articolo 24, al fine di estendere le tutele previste anche a particolari situazioni di disagio vissute da alcune categorie di lavoratori, lamentando l'incomprensibile mancanza di attenzione – poi rivista con dichiarazioni confortanti da parte del Governo – nei confronti dei dipendenti degli stabilimenti FIAT di Termini Imerese.
  Si dichiara sorpreso, in conclusione, da talune considerazioni espresse nel corso del dibattito da taluni esponenti di gruppi appartenenti alla precedente maggioranza di Governo, facendo notare che, se il Paese si trova nelle condizioni drammatiche attuali, ciò è dovuto anche all'azione deficitaria del precedente Esecutivo di centrodestra, Pag. 116sostenuto proprio da quelle forze politiche che oggi sembrano quasi rinnegare di avervi fatto parte.

  Gianni MANCUSO (PdL) giudica necessario modificare il testo in esame, laddove, all'articolo 24, comma 24, impone agli enti previdenziali e alle casse dei professionisti di diritto privato, ai fini dell'equilibrio finanziario delle rispettive gestioni, l'adozione – entro e non oltre il 31 marzo 2012 – di misure volte ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche, secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di 50 anni. Ritiene che tale misura sia eccessivamente punitiva nei confronti di un settore che si è dimostrato virtuoso dal punto di vista della gestione previdenziale, considerata la vicinanza della scadenza del termine indicato e tenuto conto che, ai fini degli equilibri di bilancio, non si prevede di fare riferimento ai patrimoni delle casse e ai loro rendimenti. Fa notare, inoltre, che la previsione dell'applicazione del sistema contributivo in caso di mancata adozione delle predette misure da parte delle casse potrebbe incidere negativamente sull'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche, pregiudicando in modo grave la situazione economica dei professionisti ad esse iscritti. Si domande se, data la concreta impossibilità di dare seguito a quanto previsto per una oggettiva mancanza di tempo, tale disposizione non sia solo uno strumento ideologico per colpire le casse professionali privatizzate, le cui gestioni, peraltro, non rientrano nei saldi di contabilità pubblica.

  Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), intervenendo per una precisazione, fa notare al deputato Mancuso che il relatore, nel suo intervento introduttivo, ha già prospettato l'esigenza di posticipare la scadenza del termine del 31 marzo 2012, che appare troppo ravvicinata.

  Amalia SCHIRRU (PD) ritiene necessario, considerata la grave situazione di crisi finanziaria, fornire un contributo costruttivo al dibattito in corso, al fine di migliorare alcuni aspetti del provvedimento in esame e renderlo maggiormente equo ed efficace. Giudica importante, quindi, modificare l'articolo 24, comma 8, che interviene in termini restrittivi in materia di assegno sociale, nonché la parte del testo che disciplina il meccanismo di penalizzazione in caso di uscita anticipata dal lavoro, dal momento che non si tengono in considerazione le situazioni di particolare disagio di certe categorie di lavoratori, quali le donne e i lavoratori precoci.

  Il sottosegretario Michel MARTONE, ringraziati i componenti della Commissione per l'importante e ricco contributo offerto durante il dibattito, a dimostrazione dell'elevato senso di responsabilità messo in campo dai rispettivi schieramenti, assicura che sarà sua cura trasmettere al Ministro Fornero gli spunti emersi dalla discussione, in particolare in materia di indicizzazione delle pensioni e di equità degli interventi, tema giudicato della massima rilevanza dallo stesso Ministro. Auspica che i gruppi possano lavorare secondo una spirito di massima convergenza sui punti più controversi della manovra, al fine di elaborare una proposta di parere che sappia indirizzare il Parlamento e il Governo verso un'azione ancora più efficace e produttiva, considerato il delicato momento di crisi economica attuale.

  Silvano MOFFA, presidente, non essendovi altre richieste di intervento, avverte che occorre ora sospendere la seduta, per consentire al relatore – d'intesa con i gruppi – di redigere una proposta di parere sul provvedimento in esame, che possa raccogliere il più vasto consenso in Commissione.
  Sospende, pertanto, la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13.10, è ripresa alle 14.10.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in Pag. 117esame (vedi allegato), di cui illustra il contenuto.

  Il sottosegretario Michel MARTONE prende atto della proposta di parere predisposta dal relatore, che attesta anche il forte senso di responsabilità dei gruppi parlamentari. Nell'impegnarsi a portare tempestivamente il documento a conoscenza del Ministro Fornero, assicura la disponibilità del Governo a confrontarsi sulle questioni di merito più importanti, a condizione che ciò avvenga nel pieno rispetto dell'invarianza dei saldi e dei rigorosi vincoli di bilancio imposti dall'attuale congiuntura economica.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene che la proposta di parere testé presentata sia priva di coraggio e contenga considerazioni propagandistiche, che hanno il solo fine di fare presa sull'opinione pubblica, essendo chiaro a tutti – inclusi i redattori della medesima proposta – che il Governo non sarà in grado di accogliere nessuna richiesta di modifica.
  Fa notare, in particolare, che, oltre a non essere stata prevista alcuna indicazione in materia di ICI e di lavori usuranti, risulta mancante una precisa indicazione circa l'esigenza di prevedere un sistema di deindicizzazione delle pensioni più progressivo e graduale, rilevando, inoltre, la mancata formulazione delle coperture finanziarie necessarie per finanziare la gran parte degli interventi suggeriti, fatta eccezione per quello di cui alla lettera a) delle osservazioni incluse nella proposta di parere. Stigmatizzata la scelta di inserire nella predetta proposta di parere soltanto mere osservazioni, in luogo di più vincolanti condizioni, ritiene grave che il riferimento ai regimi pensionistici degli altri organi costituzionali, delle autorità indipendenti e di altre situazioni di oggettivo privilegio sia stato introdotto solo in premessa, a dimostrazione di uno spirito riformatore annunciato esclusivamente a parole. Ritiene che il provvedimento in esame, oltre a non produrre – a dispetto dei facili entusiasmi di alcuni di fronte ad una lieve ripresa dei mercati, favorita peraltro dall'acquisto di titoli di Stato italiani da parte della BCE e non certo dall'adozione del provvedimento – alcun effetto salvifico rispetto alla situazione economica del Paese, determinerà un impoverimento ulteriore delle fasce più deboli della società.
  Nel preannunciare il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere con osservazioni formulata dal relatore, auspica nel prosieguo dell'esame incisive modifiche ad un testo ritenuto suscettibile di acuire le disparità territoriali esistenti nel Paese.

  Antonino FOTI (PdL) giudica la manovra in esame positiva sul versante del rigore finanziario, tenuto conto della grave crisi economica da fronteggiare, ma meno condivisibile sul piano dell'equità dei suoi interventi e della capacità di favorire sviluppo e crescita, atteso che soprattutto le misure volte ad aumentare la tassazione sui cittadini (in particolare in materia di IVA e di ICI) rischiano di produrre un effetto depressivo sui consumi delle famiglie, anche in vista delle imminenti festività natalizie.
  Pur apprezzando misure come gli sgravi IRAP per l'assunzione di donne e giovani, valuta in termini negativi gli interventi volti a incidere sui cosiddetti «costi della politica», lamentando la problematicità delle misure dirette al ridimensionamento delle province, che pongono una seria questione di rispetto dei principi democratici e della volontà degli elettori. Si sofferma, altresì, sulla modifica del regime previdenziale dei parlamentari, laddove sono state previste misure che definisce meramente propagandistiche e non in grado di realizzare veri e propri risparmi. Ritenuto che talune prerogative, pensate con grande lungimiranza dai «Padri costituenti», rispondano ad una precisa logica di tutela nei confronti della funzione rappresentativa del parlamentare – anche nel momento in cui scade il suo mandato elettorale ed esso è chiamato a reinserirsi nel mondo del lavoro – fa presente che, se proprio si vuole perseguire la strada del riordino previdenziale Pag. 118anche in questo settore, si dovrebbero ricomprendere nell'intervento di riforma tutti gli altri organi costituzionali (si riferisce, tra gli altri, ai membri della Corte costituzionale), nei quali vigono tuttora situazioni di oggettivo privilegio. In questo contesto, giudica imprecise le informazioni rese in materia dal Ministro Fornero nell'audizione di ieri, se è vero che sin dal luglio del 2007 il vitalizio dei parlamentari è stato ridotto al 20 per cento lordo della loro indennità, per un ammontare che, al netto, non supera i 1.400 euro mensili.
  In conclusione, pur ribadendo taluni elementi di criticità presenti nel testo in esame, ritiene necessario compiere un gesto di responsabilità nei confronti del Paese e sostenere tale iniziativa normativa, affinché siano poste le basi per un rilancio economico della nazione. Preannuncia, pertanto, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore.

  Giorgia MELONI (PdL), pur prendendo atto dello sforzo compiuto dal relatore nell'elaborazione della propria proposta di parere, laddove ha individuato alcune possibili soluzioni di compensazione alla deindicizzazione dei trattamenti pensionistici, ritiene che le osservazioni inserite nel testo siano ancora troppo vaghe e generiche e non sottolineino con adeguata forza la necessità di un intervento di solidarietà da parte dei ceti più abbienti e dei titolari di privilegi pensionistici ingiustificati.

  Aurelio Salvatore MISITI (Misto-R-A), fatto notare che – per risolvere il problema dell'indicizzazione delle pensioni più basse – sarebbe più facile per il Governo intervenire sulla tassazione dei capitali fatti rientrare dall'estero, piuttosto che prevedere contributi di solidarietà, seppur legittimi e condivisibili (purché esclusivamente riguardanti i trattamenti pensionistici e non anche quelli stipendiali), dichiara il proprio voto favorevole sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Cesare DAMIANO (PD) ritiene che il compito svolto dal relatore, in collaborazione con i gruppi, sia stato utile e prezioso, dal momento che la proposta di parere formulata ha recepito gran parte delle considerazioni emerse nel corso del dibattito. Osserva che è stato svolto un lavoro molto difficile, che ha dato luogo a un contributo che non potrà essere ignorato dalle Commissioni riunite V e VI e dallo stesso Governo, in quanto rappresenta il frutto di un confronto particolarmente sofferto tra i gruppi in vista del recupero di criteri di equità.
  Manifesta soddisfazione, in particolare, per le osservazioni sulla previsione di forme di compensazione rispetto alla deindicizzazione dei trattamenti pensionistici, nonché sull'indicazione di criteri di gradualità, con riferimento al superamento del sistema delle quote e dell'età minima da un lato, e il meccanismo di penalizzazione economica per la pensione anticipata dall'altro. Valutate, poi, positivamente le osservazioni circa le esenzioni dall'applicazione della nuova disciplina previdenziale, nonché quelle che richiamano una armonizzazione dei requisiti pensionistici e una risoluzione del problema delle ricongiunzioni onerose, giudica con favore anche l'indicazione di ulteriori elementi di equità.
  Preannuncia, per le ragioni esposte, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore.

  Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), auspicando che il Governo sappia valutare con attenzione le richieste dirette a offrire maggiori garanzie di tutela nei confronti dei soggetti più deboli, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con osservazioni, formulata dal relatore con il contributo dei gruppi che sostengono l'azione dell'Esecutivo.

  Luigi MURO (FLpTP) giudica in termini sostanzialmente positivi la proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore, che si muove nella direzione di dettare indirizzi al Governo per la possibile correzione di taluni punti delicati Pag. 119della manovra in esame. Preannuncia, pertanto, il voto favorevole del suo gruppo su tale proposta, pur rilevando una certa mancanza di coraggio sul tema dei lavoratori usuranti, in particolare di quelli marittimi, rispetto ai quali sarebbero auspicabili, a suo avviso, interventi di maggiore sostegno, che giudica peraltro sostenibili anche dal punto di vista finanziario.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, nel ringraziare i gruppi per il contributo fornito, ritiene che con l'esame del presente provvedimento si sia avviata con successo una nuova fase nei rapporti parlamentari, che auspica possa proseguire con la medesima efficacia anche in futuro, sempre nel segno del rispetto reciproco e della disponibilità a confrontarsi sul merito delle questioni.
  Intende, in conclusione, ribadire che la sua valutazione positiva, espressa a titolo personale, in ordine al provvedimento – la cui formulazione attuale giudica già in grado di dispiegare gli effetti auspicati – prescinde dall'accoglimento presso le Commissioni di merito delle osservazioni recate dalla sua proposta di parere, di cui raccomanda in ogni caso l'approvazione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni del relatore.

  La seduta termina alle 14.55.

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