CAMERA DEI DEPUTATI
Sabato 12 novembre 2011
561.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Sabato 12 novembre 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.50 alle 9.55.

SEDE CONSULTIVA

Sabato 12 novembre 2011. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino.

La seduta comincia alle 9.55.

Variazione nella composizione della Commissione.

Edmondo CIRIELLI, presidente, comunica che il deputato Riccardo De Corato cessa di far parte della Commissione.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità per l'anno 2012).
C. 4773 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014.
C. 4774 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazione favorevole).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Salvatore CICU (PdL), relatore, ricorda che la manovra di finanza pubblica, secondo quanto previsto dalla legge n. 196

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del 2009, recante una nuova disciplina della legge di contabilità generale, è articolata su base triennale ed è incentrata su due strumenti legislativi: il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge di stabilità.
Il disegno di legge di bilancio per il triennio 2012-2014 è impostato secondo la struttura contabile per «missioni» e «programmi», già adottata nell'esercizio precedente. Al riguardo evidenzia che nel provvedimento in esame risultano confermati sia il numero di missioni (34), sia quello dei programmi di spesa (172).
Osserva, quindi, che il testo presentato al Senato non include gli effetti finanziari delle misure relative alle riduzioni di spesa dei ministeri, disposte dai decreti legge n. 98 e n. 138 del 2011, e specificate dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2011, pari a 10.700 milioni di euro nel 2012, e a 5.000 milioni di euro in ciascuno degli anni 2013 e 2014. Infatti, come noto, tali riduzioni sono introdotte nel testo solo con la Nota di variazione, ossia dopo l'approvazione al Senato della legge di stabilità.
Rileva, inoltre, che, per quanto concerne i contenuti del disegno di legge di bilancio, gli aspetti di interesse della Commissione difesa sono rinvenibili agli articoli 11 e 17.
L'articolo 11 stabilisce, al comma 2, il numero massimo degli ufficiali ausiliari da mantenere in servizio come forza media per l'anno 2012 e definisce, al comma 3, la consistenza organica degli allievi ufficiali dell'Arma dei carabinieri. Il comma 4 estende le disposizioni sulla conservabilità dei fondi previste dalla legge di contabilità generale dello Stato per le spese in conto capitale anche alle spese per accordi internazionali afferenti alle infrastrutture multinazionali della NATO nonché a quelle per l'ammodernamento e il rinnovamento e consente, al comma 5, di applicare alle spese per infrastrutture multinazionali della NATO le procedure NATO di esecuzione delle gare internazionali emanate dal Consiglio atlantico Il comma 6 approva l'elenco dei capitoli di spesa per i quali è possibile effettuare prelevamenti dai fondi a disposizione delle Forze armate e dell'Arma dei carabinieri. Il comma 7 autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, su proposta del Ministro della difesa, le variazioni compensative di bilancio connesse alle riduzioni di spesa derivanti dall'attuazione dell'articolo 584 del codice dell'ordinamento militare. Il comma 8, infine, prevede la riassegnazione ai pertinenti programmi dello stato di previsione del Ministero della difesa delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato dal CONI e destinate alle attività sportive del personale militare e civile della difesa.
L'articolo 17 riporta disposizioni di diverso tenore tese comunque a confermare alcune forme di flessibilità nella gestione degli stanziamenti di bilancio, consentendo l'adozione di provvedimenti di variazione degli stanziamenti, in forma compensativa, fra i capitoli degli stati di previsione della spesa. Inoltre, il comma 8 del medesimo articolo stabilisce che, qualora non utilizzate alla chiusura dell'esercizio, possano essere utilizzate come residui nell'esercizio successivo le risorse finanziarie relative ai fondi destinati all'incentivazione del personale dello Stato tra cui quello delle Forze armate, nonché a quelli per la corresponsione del trattamento economico accessorio del personale dirigenziale.
Lo stato di previsione del Ministero della difesa (tabella n. 11), nel testo presentato al Senato e dunque a legislazione vigente, reca uno stanziamento complessivo, in termini di competenza, pari a 21.342 milioni di euro, con un incremento di 785,2 milioni rispetto al bilancio approvato lo scorso anno dal Parlamento (+3,82 per cento). Nel dettaglio, sempre con riferimento al testo presentato al Senato, la Missione «difesa e sicurezza del territorio» si articola principalmente in due sottoinsiemi. Funzione Difesa - cui sono assegnati 9.555,7 milioni per il Personale in servizio, 1.512,4 per l'Esercizio e 3.925,1 milioni per l'Investimento - e funzione sicurezza del territorio. A quest'ultima

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sono invece assegnati 5.624,4 milioni per il Personale in servizio, 252,7 milioni per l'Esercizio e 14,8 milioni per l'Investimento.
Tuttavia, come detto, gli effetti delle misure recate dai decreti-legge n. 98 e 138 del 2011, riducono l'intervento di pertinenza del Ministero della difesa per il 2012 di 1.446,9 milioni di euro. Tali riduzioni sono introdotte nel disegno di legge di bilancio con la Nota di variazione, ovvero dopo l'esame della legge di stabilità.
La ristrettezza dei tempi non permette di valutare in modo approfondito i contenuti della suddetta Nota, che pure assume rilevanza per il bilancio della Difesa. Sul punto, occorre comunque registrare la volontà dell'Esecutivo, espressa al Senato, di riversare il complesso dei tagli interamente sul settore dell'Investimento. Tale scelta appare obbligata, alla luce della necessità di privilegiare l'operatività e la continuità di impiego dello strumento militare. Ciò comporta, per altro verso, che le reali previsioni di spesa per il settore degli investimenti risultano assolutamente sottodimensionate rispetto alla prospettiva di una prosecuzione dei programmi in corso. Sarà, pertanto, necessaria un'integrale revisione della pianificazione pluriennale del settore dell'ammodernamento e rinnovamento e degli impegni assunti, per renderla coerente con i volumi finanziari disponibili e, dunque, con il nuovo modello di riferimento dell'intero strumento militare.
All'esito della citata riduzione, parzialmente mitigata dall'attribuzione di ulteriori 67 milioni di euro per la prosecuzione delle operazioni di controllo del territorio da parte dei militari, gli stanziamenti della Difesa sono quindi riquantificati in 19.962,1 milioni.
Per quanto concerne, invece, gli stanziamenti d'interesse per la Commissione rinvenibili in altri stati di previsione evidenzia in primo luogo che nello stato di previsione del Ministero dell'economia, al capitolo 3004, è presente il fondo per le missioni internazionali. Tale capitolo viene incrementato di 700 milioni di euro per il proseguimento della partecipazione italiana a missioni internazionali fino al 30 giugno 2012 dall'articolo 5, comma 16, del disegno di legge di stabilità, ricalcando quanto già previsto lo scorso anno dalla legge di stabilità per il 2011, sia pure con uno stanziamento diminuito di 50 milioni di euro. In secondo luogo, rileva che nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico figurano 1.538,6 milioni di euro, al capitolo 7421, per interventi agevolativi per il settore aeronautico e 135 milioni, al capitolo 7485, per lo sviluppo e l'acquisizione delle unità navali della classe FREMM.
Per quanto riguarda il disegno di stabilità per l'anno 2012, come modificato dal Senato, segnala alcuni contenuti di peculiare interesse della Commissione Difesa.
In particolare, richiama l'articolo 3 che completa il procedimento di riduzione delle spese rimodulabili dei ministeri, attivato con i decreti legge della scorsa estate. Le riduzioni delle spese dei Ministeri erano state definite dall'articolo 10 del decreto-legge n. 98 del 2011 ed ammontavano complessivamente a 1.500 milioni di euro nel 2012, 3.500 milioni nel 2013 e 5.000 milioni di euro nel 2014. Successivamente il decreto-legge n. 138 del 2011 ha provveduto ad incrementare di 6 miliardi di euro, per l'anno 2012, e di 2,5 miliardi di euro, per l'anno 2013, gli importi in termini di indebitamento netto delle suddette riduzioni che le amministrazioni centrali dello Stato sono tenute ad assicurare a decorrere dall'anno 2012. Infine, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 settembre 2011 sono stati aggiornati i dati del decreto-legge n. 98, indicando le complessive riduzioni che devono derivare dalle iniziative legislative proposte dai Ministeri, ai fini del conseguimento degli obiettivi fissati.
Il contributo richiesto al Ministero della difesa per gli obiettivi di risparmio richiesti dal decreto n. 98 era pari a circa 299,6 milioni di euro per il 2012 e a 413 milioni per il 2013, in termini di saldo netto da finanziare. In base alla ripartizione specificata nel citato decreto del 28 settembre 2011, per conseguire gli ulteriori

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risparmi previsti con il decreto-legge n. 138, nel disegno di legge di stabilità si prevede che il medesimo ministero partecipi con una riduzione delle spese rimodulabili pari a 1.446,9 milioni nel 2012, 606,2 milioni nel 2013 e 786,1 milioni nel 2014. Gli interventi per il 2012 e 2013 interesseranno esclusivamente i fondi da ripartire, e per il 2014, la missione «Difesa e sicurezza del territorio», nell'ambito della pianificazione generale delle Forze armate e degli approvvigionamenti militari.
Risultano sempre di interesse della Commissione difesa alcune disposizioni di riduzione delle spese non rimodulabili recate dall'articolo 4.
Al riguardo segnala il comma 8, che riduce di un milione di euro per ciascun capitolo gli stanziamenti per l'anno 2012 (di cui allo stato di previsione della spesa del Ministero dell'interno) delle spese di vitto per il personale dell'Arma dei Carabinieri impiegato in servizio di ordine pubblico fuori sede e per il personale della Guardia di finanza impiegato per servizio di ordine pubblico; il comma 23, riduce di 50 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2013, lo stanziamento del Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero della difesa ai sensi dell'articolo 611 del codice dell'ordinamento militare, ovvero quello da ripartire nel corso della gestione per far fronte ad eventuali sopravvenute maggiori esigenze di spesa per consumi intermedi.
Sempre con riferimento ai contenuto dell'articolo 4, il comma 41 interviene sulle modalità di copertura dei costi relativi al servizio di assistenza al volo di terminale prestato dall'Aeronautica militare a favore dei voli civili, al fine di determinare un aumento della tariffa, i cui maggiori ricavi sono destinati al Ministero della difesa; il comma 44 conserva per i soli addetti del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico talune indennità e rimborsi (di cui alla legge n. 836 del 1973) soppressi o limitati per il restante personale pubblico, compresa l'indennità di prima sistemazione; il comma 57 riduce, a decorrere dall'anno 2012, gli oneri per la rafferma in servizio dei volontari del Corpo delle capitanerie di porto, realizzando risparmi pari a circa 7 milioni di euro.
Il comma 95 del medesimo articolo 4 novella l'articolo 797 del codice dell'ordinamento militare, al fine di consentire, a domanda, il transito dei volontari in ferma prefissata ed in servizio permanente e dei sergenti dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica ad una Forza armata diversa da quella di appartenenza, nell'ambito di contingenti determinati annualmente con decreto del Ministro in relazione all'esigenza di fronteggiare specifiche esigenze funzionali e di assicurare continuità nell'alimentazione del personale militare in servizio permanente; il comma 96 consente, nel triennio 2012-2014, ad ufficiali (fino al grado di tenente colonnello) e sottufficiali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica la possibilità di presentare domanda di trasferimento presso altre pubbliche amministrazioni; il comma 97, novellando il comma 4 dell'articolo 1 della legge n. 86 del 2001, conferma la corresponsione della speciale indennità mensile per il personale militare destinato isolatamente a prestare servizio per un periodo superiore a sei mesi presso delegazioni o rappresentanze militari nazionali costituite all'estero, ovvero presso enti, comandi od organismi internazionali, escludendone invece dalla platea dei beneficiari il personale destinato a prestare servizio presso le rappresentanze diplomatiche italiane all'estero, in quanto già destinatario della specifica indennità di cui all'articolo 176 del Decreto del Presidente della Repubblica n.18 del 1967. Infine, il comma 98 prevede - quale misura di contenimento della spesa per il pubblico impiego - che il personale delle amministrazioni statali, inviato in missione in ambito nazionale, sia tenuto ad usufruire per il vitto e l'alloggio delle strutture delle amministrazioni di appartenenza, ove presenti e disponibili nel luogo di svolgimento della missione.
Osserva, quindi, che l'articolo 6 disciplina la dismissione di immobili pubblici, autorizzando il Ministero dell'economia a

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conferire o a trasferire beni immobili di proprietà dello Stato ad uno o più fondi comuni di investimento immobiliari o a uno o più società di gestione del risparmio, anche di nuova costituzione. Nello specifico, entro il 30 aprile 2012, con il primo «decreto di individuazione» sono conferiti o trasferiti gli immobili di proprietà dello Stato e una quota non inferiore al 20 per cento delle carceri inutilizzate e delle caserme assegnate in uso alle Forze armate, qualificate come dismissibili. I proventi netti derivanti dalle cessioni delle quote dei fondi o delle azioni delle società sono destinati alla riduzione del debito pubblico. Al riguardo, fa presente che non viene precisato se il 20 per cento vada computato sul totale delle unità immobiliari ovvero sulle loro dimensioni.
L'articolo 29 reca, invece, una modifica all'articolo 55 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio, n. 122, al fine di recare un'autorizzazione permanente di spesa per la cosiddetta mini Naja, originariamente prevista a titolo sperimentale per un triennio. In particolare viene confermata la spesa di 7,5 milioni di euro per il 2012 e una spesa di 1 milione a decorrere dal 2013. Ricorda, quindi, che la Mini-Naja consiste nell'organizzazione da parte delle Forze armate di corsi di formazione a carattere teorico-pratico, tendenti a rafforzare tra i giovani la conoscenza e la condivisione dei valori che promanano dalle Forze armate. Tali corsi sono tesi a fornire le conoscenze di base riguardanti il dovere costituzionale di difesa dello Stato, le attività prioritarie delle Forze armate, incluse le missioni internazionali di pace a salvaguardia degli interessi nazionali e di contrasto al terrorismo internazionale, e quelle di concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni, in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza. I corsi, di durata non superiore a tre settimane, si svolgono presso reparti delle Forze armate.
Ulteriori norme di interesse sono rinvenibili nell'articolo 33.
Il comma 8, introdotto al Senato, istituisce un fondo con una dotazione di 750 milioni, che per quota parte è destinato al comparto difesa e sicurezza (200 milioni al Ministero della difesa; 220 milioni al Ministero dell'interno per Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco; 30 milioni per il Corpo della guardia di finanza).
Il comma 13 estende, anche per l'anno 2012, al personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, titolare di reddito complessivo di lavoro dipendente non superiore nell'anno 2011 a 35.000 euro, una riduzione dell'IRPEF e delle addizionali regionali e comunali, nel limite complessivo di spesa di 60 milioni di euro annui.
Il comma 18, come già detto, incrementa di 700 milioni di euro il fondo per le missioni internazionali.
Il comma 19, autorizza la prosecuzione dell'impiego delle Forze armate, fino al 31 dicembre 2012, per le operazioni di controllo del territorio già previste. Per la proroga del piano di impiego viene autorizzata per l'anno 2012 una spesa di 72,8 milioni di euro, dei quali 67 milioni di euro destinati al personale della Forze armate e 5,8 milioni di euro a beneficio del personale delle Forze di polizie.
Infine, con riguardo ai contenuti della Tabella E, segnala che è disposto un rifinanziamento del programma di sviluppo delle unità navali della classe FREMM - fregata europea multimissione - pari a 300 milioni per ciascuna annualità del quadriennio 2012-2015. Nella medesima tabella, come previsto dall'articolo 4, comma 107, è anche disposto, in relazione agli interventi per il settore aeronautico (di cui all'articolo 2, comma 180 della legge n. 244 del 2007), un definanziamento di 100 milioni per l'anno 2012, nonché un rifinanziamento di 1.100 milioni per il 2013, 1.200 milioni per il 2014 e 4.800 milioni per il 2015 ed anni successivi (fino al 2018). Il suddetto finanziamento riguarda spese per finalità di partecipazione italiana ai programmi aeronautici ad alto contenuto tecnologico, nonché al programma EFA, di cui all'articolo 4, comma 3, della legge n. 266 del 1997.

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Antonio RUGGHIA (PD) osserva, preliminarmente, che la discussione dei provvedimenti in esame presenta uno svolgimento eccezionale in ragione della preoccupante situazione economica e finanziaria del Paese e della necessità di dare adeguate risposte all'attuale crisi attraverso la costituzione di un governo in grado di recuperare fiducia e di assumere decisioni appropriate. Rileva, quindi, che il gruppo del Partito democratico si è assunto la responsabilità di consentire ai citati provvedimenti di politica economica un percorso parlamentare rapidissimo, evidenziando, tuttavia, che ciò non esime dal rimarcarne i limiti.
In particolare, analizzando i dati riportati nella Tabella 11 relativa allo stato di previsione del Ministero della Difesa, si sofferma sui seguenti aspetti critici.
In primo luogo, richiama i dati evidenziati dal relatore, che non nascondono i drastici tagli di bilancio derivanti dai decreti-legge di manovra economica estivi pari, in termini di indebitamento netto, a 1.213,3 milioni di euro per il 2012, 721,1 milioni per il 2013 e 796,4 milioni per il 2014.
Dalla nota integrativa al disegno di legge di bilancio, con riferimento alla Tabella 11, emerge che la citata riduzione della dotazione finanziaria riguarderà le spese per gli investimenti. Al riguardo osserva che tale sommaria indicazione, tuttavia, non chiarisce se la riduzione comporti una compiuta rimodulazione dei programmi, oppure rappresenti un semplice differimento della spesa. Questa ipotesi, lasciando integri i volumi di spesa, finirebbe per comportare un maggior debito a carico dei futuri bilanci.
Reputa, inoltre, che le informazioni fornite nel bilancio di previsione e nella tabella n. 11 non rispecchino dettagliatamente le prescrizioni della legge di contabilità e, pertanto, non permettano al Parlamento di svolgere adeguatamente un approfondito esame e una corretta valutazione degli obiettivi correlati a tutte le missioni e i programmi del bilancio dello Stato, dei relativi indicatori di performance e degli analoghi indicatori previsti per il raggiungimento dei risultati.
Risulta che la missione «Difesa e sicurezza del territorio» subisce una riduzione pari all'8 per cento in meno rispetto alle previsioni assestate per il 2011 e che, in tale ambito il programma più penalizzato sia quello della «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari», con conseguenti drastici tagli ai capitoli di spesa relativi ai consumi intermedi (circa 115 milioni di euro in meno rispetto al 2011), alle spese di gestione, manutenzione e funzionamento del sistema informativo, nonché formazione e addestramento del personale. Infine, appaiono insostenibili i tagli, che superano i 120 milioni, alle spese per la manutenzione e la riparazione di mezzi di trasporto, di beni immobili e relativi impianti, di equipaggiamenti ed armi, nonché le spese per l'approvvigionamento e per il mantenimento a numero di armi, munizioni, materiali di armamento e combustibili con le relative spese per l'antinfortunistica.
Il relatore ha correttamente evidenziato le drastiche riduzioni alle spese di investimento, ma non è stato adeguatamente sottolineato come, per quanto riguarda l'esercizio, i ridotti volumi finanziari disponibili consentiranno di soddisfare solo parzialmente le esigenze dell'approntamento delle forze e dell'addestramento, aggravando il declino già in atto di aree essenziali dello strumento militare quali la manutenzione dei mezzi, degli equipaggiamenti e delle infrastrutture e determinando ulteriori livelli di criticità che difficilmente potranno essere recuperati e comunque solo attraverso interventi di medio periodo.
Ricorda che la sua parte politica ha da tempo sollecitato una riflessione ad ampio raggio sulle scelte relative al nuovo modello di Difesa, in linea con quanto sta avvenendo in altri paesi europei e negli Stati Uniti. Risulta infatti indispensabile avviare un processo di profonda revisione della spesa militare, al fine di produrre quelle necessarie innovazioni, anche di

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natura strutturale, che possano fare del comparto un settore utile non solo a garantire Difesa e Sicurezza, ma anche sviluppo e crescita qualitativa;
Si sofferma inoltre sulle previsioni riferite alla messa a regime dei finanziamenti per la cosiddetta Mini-naja, che appaiono tradire l'esigenza di ricondurre le poche risorse disponibili alle esigenze prioritarie del settore.
Inoltre, esprime forti critiche sull'introduzione al Senato, con una modalità che ne rende di fatto impossibile ogni modifica, della norma che dispone la cancellazione del Registro nazionale delle armi comuni. L'abolizione del Catalogo nazionale delle armi, delle munizioni e degli esplosivi è un atto grave ed irresponsabile. Sotto la copertura di una semplificazione amministrativa per le imprese, lo Stato viene privato di uno strumento indispensabile per classificare e conoscere le caratteristiche tecniche di armi largamente diffuse, per sapere chi le produce, in che numero e a chi vengono vendute.
Ricorda che già in un precedente passaggio parlamentare, su un preciso input della Lega, la maggioranza aveva provato ad introdurre tale riforma, a suo tempo impedita dal Partito democratico, trattandosi di una norma voluta solo dalle lobby e che potenzialmente potrebbe produrre effetti devastanti che finiranno per mettere in difficoltà le Forze dell'ordine nella lotta alla criminalità e nelle attività di polizia giudiziaria.
In conclusione, il giudizio sui documenti di bilancio evidenzia il totale fallimento della politica del Governo che infatti rassegnerà presto le dimissioni. Per senso di responsabilità, il Partito democratico ha assunto la decisione di non impedire l'approvazione di tali provvedimenti, e dunque di non partecipare al voto.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD) si associa alle critiche espresse dall'onorevole Rugghia sulla manovra economica del Governo e, più in particolare, sulle disposizioni relative alla cosiddetta mini-naja e alla cancellazione del catalogo nazionale delle armi.
Prendendo spunto dagli annunciati tagli alle spese di investimento, che comporteranno lo slittamento dei programmi pluriennali di ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare, invita a compiere un'analisi seria sulle prospettive delle politiche in materia. Rileva che la situazione attuale consegue ad anni in cui si è preferito rinviare le scelte di fondo sul nostro modello militare, come è platealmente testimoniato dalla mancata conclusione di un'audizione del Ministro La Russa, avviata nel mese di gennaio del 2010 e mai più ripresa, che aveva tale oggetto. Si è preferita una semplicistica politica di tagli lineari, con evidenti pregiudizi alla funzionalità dello strumento militare, ad una più lungimirante azione di programmazione e di rimodulazione delle politiche e degli investimenti.
Si tratta di scelte adesso non più rinviabili, in presenza di una crisi economica di inimmaginabili proporzioni, dove viene in discussione la stessa esistenza della moneta unica europea. Nello stesso tempo, occorrono valutazioni che superino la contingenza e che siano orientate nel medio e lungo periodo ad una riforma duratura e condivisa, sul modello dei paesi europei e dell'USA, e che tenga conto delle strategie comuni nel campo della difesa europea.
Anche la valutazione di quali programmi mantenere, quali cancellare, sospendere o rinviare, deve essere inserita in una visione di insieme, che consenta di privilegiare quelli realmente strategici, nell'ambito del processo di definizione della Politica europea di sicurezza e difesa comune. Auspica che la nuova situazione politica che si sta delineando possa consentire di sviluppare un ragionamento ampio ed il più possibile condiviso su tali aspetti.

Edmondo CIRIELLI, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti riferiti ai provvedimenti in esame.
Intervenendo nel merito, ritiene che i ragionamenti svolti dai rappresentanti del Partito democratico siano condivisibili sul

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piano generale e dovrebbero quindi essere perseguiti anche in concreto da una forza politica che intenda dimostrare di avere una cultura di governo e che si appresta a sostenere un nuovo Esecutivo.
Sente, da parte sua, l'esigenza di rimarcare le critiche mosse, non da oggi, alle politiche in materia di difesa fino ad ora attuate sotto la dettatura del Ministero dell'economia. L'impostazione puramente ragionieristica della fissazione dei parametri finanziari e i connessi tagli lineari hanno inciso in modo negativo sulla funzionalità dello strumento militare e non hanno permesso una migliore pianificazione e programmazione delle esigenze del settore, di cui il ministro Tremonti non ha voluto comprendere l'importanza strategica. Sorprende, peraltro, che in questa fase finale dell'attività di questo Governo il ministro non abbia ritenuto di assumere posizioni pubbliche.
I provvedimenti di manovra economica all'esame della Commissione costituiscono il naturale epilogo di questa criticabile impostazione delle politiche di bilancio del dicastero a ciò preposto e, per tali ragioni, dichiara il proprio intendimento di esprimere un voto di astensione.

Salvatore CICU (PdL), relatore, rileva che le considerazioni critiche espresse dal presidente non corrispondono ai reali contenuti dei provvedimenti, quanto meno per la parte riferita ai settori di competenza della Commissione. Proprio in ragione della necessità di assicurare una continuità di impiego e di funzionamento dello strumento militare nel modo più efficiente possibile, appare pienamente condivisibile la scelta del Governo in carica di non ridurre le risorse legate alle esigenze operative ma di riversare le riduzioni di spesa sulle sole spese preventivate per gli investimenti che, in quanto tali, potranno essere recuperate nei prossimi anni.
Formula quindi una proposta di relazione favorevole, che illustra (vedi allegato).

Il sottosegretario Bartolomeo GIACHINO dichiara di condividere la proposta del relatore, ed esprime stupore per i rilievi critici mossi dal presidente Cirielli al responsabile del dicastero dell'economia. Ricorda che l'Italia ha dovuto affrontare la più grave congiuntura economica che si sia verificata dal dopoguerra ad oggi. Le responsabilità non vanno dunque imputate al tentativo di mantenere in ordine i conti pubblici, quanto piuttosto all'enorme debito pubblico accumulato negli ultimi trenta anni ed alle forze politiche che hanno contribuito a crearlo. La manovra per il 2012 rappresenta invece una credibile risposta ai mercati internazionali e dunque merita di essere sostenuta con un voto convintamente favorevole.

Edmondo CIRIELLI, presidente, precisa che il suo ragionamento si basa sull'analisi dei provvedimenti e delle scelte economiche che hanno principalmente riguardato il settore della Difesa, che ha innegabilmente subito una notevole riduzione di risorse negli ultimi anni, confermati anche per il prossimo anno. Nelle sue parole vi era l'auspicio che la nuova maggioranza formatasi nel Paese e in Parlamento possano adottare i necessari correttivi. Ciò posto, ritiene condivisibile che i suddetti tagli siano imputati alle spese per investimenti e non a quelle correnti, e conferma che per senso di responsabilità non farà mancare il suo voto nel prosieguo dei lavori in Assemblea.

La Commissione approva la proposta di relazione del relatore.

La seduta termina alle 10.35.