CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 11 novembre 2011
560.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Venerdì 11 novembre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 20.35.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012).
C. 4773 Governo, approvato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014.
C. 4774 Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, e conclusione - Relazione favorevole).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei disegni di legge.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che la Commissione è chiamata oggi ad esaminare i disegni di legge in titolo, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza. In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà lo stato di previsione del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali (Tabella n. 12).

Viviana BECCALOSSI (PdL), relatore, ricorda che i disegni di legge in titolo, che hanno ad oggetto rispettivamente la legge di stabilità 2012 e la legge di bilancio per l'anno 2012 e il triennio 2012-2014, configurano complessivamente la manovra di finanza pubblica prevista su base triennale. Sulla base delle previsioni del Documento di economia e finanza, tali provvedimenti sono volti al raggiungimento degli obiettivi di bilancio, consistenti nella progressiva riduzione del disavanzo nel

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2012 fino al raggiungimento del pareggio nel 2013.
Il disegno di legge di stabilità è caratterizzato, in linea con quanto dalla nuova disciplina della contabilità e finanza pubblica, da una struttura sintetica.
Le parti di competenza della Commissione Agricoltura sono essenzialmente individuabili nei commi da 53 a 55 dell'articolo 4, contenuti nel testo come presentato al Senato, e negli articoli 7 e 23, approvati nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento.
Più in particolare, il comma 53 dell'articolo 4 autorizza l'Istituto per lo sviluppo agroalimentare (ISA) a versare all'entrata del bilancio statale la somma di 32,4 milioni di euro per il 2012 e di 9,4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014.
Il comma 54 riduce di euro 1.570.659 la spesa autorizzata per il 2012 dall'articolo 2, comma 8, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 marzo 2010, che ha destinato 3 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, all'assunzione di personale operaio a tempo determinato presso il Corpo forestale dello Stato. In base alla suddetta riduzione le risorse per l'anno 2012 ammontano pertanto a euro 1.429.341.
Il comma 55 riduce in modo permanente la misura degli sgravi contributivi e previdenziali stabiliti dall'articolo 6 del decreto-legge n. 457 del 1997 per la gente di mare. Tale norma dispone l'esonero totale dai contributi dovuti per i dipendenti imbarcati posti a carico sia delle imprese armatrici che dello stesso personale imbarcato. Il beneficio potrà essere goduto entro il limite del 60 per cento per il 2012 e del 70 per cento a decorrere dal 2013. Il comma 52, tuttavia, dispone che la riduzione dello sgravio contributivo concorra al raggiungimento degli obiettivi di riduzione della spesa dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Peraltro, la relazione tecnica sottolinea che la norma si rende necessaria per conseguire (unitamente alla riduzione disposta con il comma 53) gli obiettivi di risparmio fissati dal decreto del Presidente della Repubblica 28 settembre 2011 per il Ministero delle politiche agricole, traducendosi in una riduzione degli stanziamenti del capitolo 1485 (sgravi per alcune tipologie di imprese che esercitano la pesca). Da quanto sopra si evince che la riduzione degli sgravi sarebbe limitata al solo settore della pesca costiera e della pesca nelle acque interne e lagunari per il quale è intervenuto l'articolo 2, comma 2, della legge finanziaria 2009, che ha esteso, nel limite dell'80 per cento, i benefici di cui agli articoli 4 e 6 del menzionato decreto-legge n 457 al settore della piccola pesca e della pesca. Tale limite sarebbe ora oggetto della riduzione. Va tuttavia posto in evidenza che l'attuale redazione del comma sembrerebbe essere diretta a tutte le imprese armatrici, per le quali sarebbe stabilita una riduzione degli sgravi dei quali attualmente beneficiano.
Le disposizioni sopra illustrate concretano le riduzioni degli stanziamenti relativi alle spese non rimodulabili attinenti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il cui importo complessivo è quantificato in 42,4 milioni di euro per il 2012 e 15,2 milioni di euro per ciascuno dei due anni successivi.
Quanto alle riduzioni delle dotazioni finanziarie rimodulabili, esse sono contenute nell'Elenco 1 allegato al disegno di legge, che ne indica l'importo per ogni singolo Dicastero.
Nella voce riguardante il Ministero dell'economia e delle finanze, la missione «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca» (missione «Sostegno al settore agricolo»), sconta una riduzione di 39.622.000 euro per il 2012, di 32.948.000 euro per il 2013 e di 26.184.000 euro per il 2014.
Le riduzioni riguardanti direttamente il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ammontano complessivamente a 126.374.000 euro per il 2012, 47.364.000 per il 2013 e 66.229.000 per il 2014 e riguardano quattro programmi, tra i quali in modo preponderante il programma «Sviluppo e sostenibilità del settore agricolo, agroindustriale e mezzi tecnici

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di produzione», come si può evincere dalla tabella relativa al Ministero, contenuta nel citato Elenco 1.
Per quanto riguarda le modifiche di interesse del settore agricolo apportate dal Senato, con l'articolo 7 viene disposta l'alienazione a cura dell'Agenzia del demanio dei terreni agricoli di proprietà dello Stato e degli enti statali non utilizzabili per altre finalità istituzionali, mediante trattativa privata per gli immobili di valore inferiore a 400 mila euro e mediante asta pubblica per quelli di valore pari o superiore a 400 mila euro. Anche le regioni, le province e i comuni possono vendere, per le finalità e con le modalità stabilite dalla norma in esame, i beni di loro proprietà aventi destinazione agricola, anche avvalendosi dell'Agenzia del demanio. I proventi netti derivanti dalle operazioni di dismissione sono destinati alla riduzione del debito pubblico. Tale norma, secondo quanto emerge dalla relazione tecnica, è finalizzata a favorire il rilancio dell'occupazione in agricoltura e ad agevolare i processi di ricambio generazionale nel settore agricolo attraverso l'acquisto da parte di privati di terreni demaniali a vocazione agricola.
In dettaglio, il comma 1 dell'articolo 7 prevede che l'individuazione dei terreni da alienare è effettuata, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge, con uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze. L'individuazione del bene ne determina il trasferimento al patrimonio disponibile dello Stato e, di conseguenza, lo assoggetta, salvo leggi speciali, alle norme di diritto privato del codice civile. Ai decreti di individuazione dei terreni da alienare si applicano le disposizioni in tema di ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico; pertanto i decreti, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, hanno effetto dichiarativo della proprietà, in assenza di precedenti trascrizioni, e producono gli effetti previsti dall'articolo 2644 del codice civile, nonché effetti sostitutivi dell'iscrizione del bene in catasto. Gli uffici competenti provvedono, se necessario, alle conseguenti attività di trascrizione, intavolazione e voltura. Contro l'iscrizione del bene, è ammesso ricorso amministrativo all'Agenzia del demanio entro sessanta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, fermi gli altri rimedi di legge. Il comma 2, al fine di favorire lo sviluppo dell'imprenditoria agricola giovanile, attribuisce il diritto di prelazione nelle procedure di alienazione dei terreni ai giovani imprenditori agricoli, così come definiti dal decreto legislativo n. 185 del 2000. Nel caso in cui, nei cinque anni successivi alla vendita, si verifichi un incremento del valore dei terreni a causa di cambi di destinazione urbanistica è riconosciuto allo Stato una quota pari al 75 per cento del maggior valore acquisito dal terreno rispetto al prezzo di vendita. Al riguardo, un decreto di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, definisce le disposizioni di attuazione. Il comma 3 dispone che per i terreni ricadenti all'interno di aree protette l'Agenzia del demanio acquisisce preventivamente l'assenso alla vendita da parte degli enti gestori. Il comma 4 riconosce alle regioni, alle province e ai comuni la possibilità di procedere, per le finalità e con le modalità di cui ai commi 1 e 2, all'alienazione dei loro beni aventi destinazione agricola, compresi quelli attribuiti dallo Stato a comuni, province, città metropolitane e regioni per la loro massima valorizzazione funzionale (decreto legislativo n. 85 del 2010, sul federalismo regionale). Per le alienazioni le regioni e gli enti locali possono avvalersi dell'Agenzia del demanio, la quale provvede al versamento agli enti territoriali di quanto ricavato dalla vendita, al netto dei costi sostenuti e documentati. Il comma 5 stabilisce, infine, che le risorse nette derivanti dalle operazioni di dismissione sono destinate alla riduzione del debito pubblico.
L'articolo 23, introdotto dal Senato, autorizza, con il comma 1, il Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie ad anticipare il saldo del

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contributo europeo dovuto a titolo di cofinanziamento degli interventi nel settore agricolo e della pesca e ad anticipare anche la corrispondente quota nazionale. Infatti, poiché, come si evince dalla relazione tecnica, il saldo del contributo comunitario viene erogato dalla Commissione europea solo a seguito della rendicontazione delle spese già effettuate dai beneficiari finali e che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali non dispone, nell'ambito delle ordinarie risorse del bilancio, delle somme necessarie ad anticipare le corrispondenti quote di contributo comunitario e statale, si è reso necessario prevedere un meccanismo di anticipazione alternativo, che consenta di concludere gli interventi e procedere alla richiesta di rimborso da parte dell'Unione europea. I successivi commi dispongono in tema di reintegro al Fondo delle somme dallo stesso anticipate, stabilendo con il comma 2 che tale reintegro sia fatto a valere sugli accrediti, disposti dall'Unione europea, a titolo di saldo per gli interventi oggetto di anticipazione; nell'ipotesi invece che l'Unione europea non riconosca le spese anticipate, il comma 3 attribuisce al Ministero agricolo l'obbligo di attivare le procedure di recupero. Con il comma 4, infine, è previsto che il Fondo di rotazione possa destinare le risorse finanziarie derivanti da un'eventuale riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali 2007-2013 alla realizzazione di interventi di sviluppo socio-economico concordati tra lo Stato italiano e la Commissione europea nell'ambito della revisione dei programmi stessi.
Per quel che concerne la Tabella C, gli stanziamenti di interesse del settore primario hanno ad oggetto rispettivamente il Piano nazionale della pesca marittima (6.214.000 euro per ciascuno dei tre anni), l'AGEA (60.973.000 euro per il 2012, 67.567.000 per il 2013 e 74.250.000 per il 2014), i contributi ad enti ed associazioni (2.500.000 euro per ciascuno dei tre anni) e il settore della ricerca in agricoltura (13 milioni di euro per il 2012 e 12 milioni di euro per i successivi due anni).
La tabella E evidenzia stanziamenti, riferiti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per la missione «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca», concernenti il Fondo di solidarietà nazionale (16.700.000 euro per il 2012) e interventi in agricoltura (100 milioni di euro per il 2012), che non comportano variazioni rispetto alla legislazione vigente.
Il disegno di legge di bilancio per il 2012 è predisposto secondo il criterio della legislazione vigente e include gli effetti finanziari delle misure disposte con il decreto-legge n. 98 del 2011 e con il decreto-legge n. 138 del 2011 - con i quali è stata operata la manovra di risanamento dei conti pubblici 2012-2014 - con esclusione delle misure di contenimento della spesa dei Ministeri, pari a 10.700 milioni nel 2012 e 5.000 milioni in ciascuno degli anni 2013-2014, da realizzare attraverso la legge di stabilità.
In attuazione della citata normativa, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 settembre 2011 la riduzione complessiva della spesa in termini di saldo netto da finanziare è stata ripartita tra i Ministeri, prevedendo per il Dicastero agricolo una riduzione in termini di saldo netto da finanziare di 168,8 milioni di euro nel 2010, 62,6 nel 2010 e di 81,4 nel 2014. Tale riduzione, come detto, è ripartita tra spese rimodulabili e non rimodulabili.
L'articolo 12 detta disposizioni di autorizzazione al Ministro dell'economia e delle finanze al fine di apportare variazioni o riassegnazioni di somme per l'anno 2012 in relazione a determinati aspetti rientranti nella competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, tra i quali vanno segnalati i settori di intervento del programma nazionale della pesca e dell'acquacoltura (comma 3), le somme versate in entrata dall'AGEA e dai corrispondenti organismi pagatori regionali (comma 5) e alcune attività concernenti il Corpo forestale dello Stato, quali lotta agli incendi boschivi e protezione dell'ambiente (comma 6), attività sportiva (comma 7) tutela e conservazione della flora e della fauna (comma 8).

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In sintesi, lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, oggetto della tabella 12, prevede una spesa complessiva in termini di competenza pari 1.109.845.528 euro per il 2012, mentre per il 2013 e il 2014 le previsioni rispettive sono di 1.037.001.052 e di 1.009.518.261. Le spese di parte corrente in termini di competenza è pari a 795.354.621 euro e spese in conto capitale pari a 314.490.907 euro.
Infine, per quanto riguarda i risultati complessivi del bilancio dello Stato, sottolinea che a seguito dell'approvazione del disegno di legge di stabilità per il 2012 da parte del Senato, la Nota di variazioni al bilancio evidenzia una riduzione complessiva delle spese finali, in termini di competenza, di circa 9,7 miliardi di euro. Il saldo netto da finanziare, pari a 1,6 miliardi di euro, risulta, dunque, sostanzialmente migliorato rispetto al bilancio a legislazione vigente, con una riduzione di circa 10 miliardi di euro.

Anita DI GIUSEPPE (IdV), dichiara che il suo gruppo, per un atto di coerenza, esprimerà un voto contrario sul provvedimento in esame. Osserva infatti che se i tempi accelerati con cui si è affrontato l'iter del provvedimento sono giustificati dalla grave crisi che interessa il Paese, il suo gruppo non può non esprimere disapprovazione per il contenuto del provvedimento.
Osserva infatti che le voci che riguardano complessivamente il settore agricolo hanno subito una notevole riduzione, come peraltro ricordato dalla relatrice. Nonostante le sollecitazioni del suo gruppo, l'agricoltura non ha potuto usufruire dei necessari interventi economici di sostegno, ad esempio, per il settore bieticolo-saccarifero o per il settore dell'allevamento. Ciò completa il quadro di una generale crescente penalizzazione del settore, che pure versa in una situazione di grave crisi.
Osserva inoltre che anche la norma riguardante la dismissione delle proprietà fondiarie dello Stato, con particolare attenzione all'imprenditoria giovanile, pur giusta nelle intenzioni, dovrà essere attentamente seguita per evitare distorsioni nella sua applicazione, in particolare con il cambiamento di destinazione d'uso dei terreni.
Osserva infine che anche gli stanziamenti per il Corpo forestale dello Stato sono ridotti e ciò comporterà riduzioni di spesa per il personale operaio a tempo determinato, con tutto quel che ne conseguirà.
Da ultimo, non può non rimarcare l'assenza di qualsiasi misura per lo sviluppo e la crescita del settore primario, e invece la presenza della cosiddetta «legge mancia», riesumata per l'occasione, che prevede il rifinanziamento per 100 milioni di euro nel 2012 e 50 nel 2013 del Fondo per interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territorio e alla promozione di attività sportive e culturali e sociali, istituito con la legge finanziaria 2010, mentre sarebbe stato meglio utilizzare tali fondi per le popolazioni di Toscana e Liguria colpite dalle recenti alluvioni.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), premesso che l'opposizione ha acconsentito ad un percorso particolarmente celere dei documenti di bilancio, per il bene del Paese, osserva che il dibattito odierno rappresenta un'occasione per una riflessione sul Governo che finalmente sta per chiudere i battenti.
Giunge infatti a conclusione, dopo quaranta mesi, una politica segnata da errori, cecità e presunzione. Gli errori sono a tutti noti: a metà 2008 il mondo è stato investito da una crisi prima finanziaria e poi economica devastante, ma il Governo per mesi e mesi ha negato l'esistenza stessa della crisi. Mentre il nostro prodotto interno lordo crollava di ben sei punti percentuali, da Palazzo Chigi e da via XX settembre veniva detto che tutto andava bene e che l'Italia ne era fuori. Se questa era la tesi, non poteva essere presa alcuna misura, di contenimento e di prospettiva, perché avrebbe negato l'assunto.
Quando poi la situazione è diventata più grave, si è messo mano agli ammortizzatori

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sociali (con i soldi delle regioni, specialmente di quelle del Sud, e delle imprese) e ci si è affrettati a dire che si stava uscendo dalla crisi, nella quale però secondo Berlusconi e Tremonti non si era mai entrati.
Ricorda poi le molte occasioni nelle quali la sua parte politica, con cifre alla mano, ha lanciato un grido di allarme per la forte crisi del settore agricolo, senza che i vari Ministri succedutisi al Dicastero agricolo lo raccogliessero, mentre le attenzioni del Governo hanno riguardato il settore solo ed esclusivamente quando si trattava di tagliare risorse. Tutto ciò ha penalizzato i già provati redditi agricoli, le produzioni di qualità, la ricerca, l'innovazione, l'accesso al credito e il ricambio generazionale, in riferimento al quale ricorda che il Governo ha azzerato lo stanziamento relativo al Fondo per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile per finanziare l'UNIRE, che andava comunque finanziato. Evidentemente, questo Governo ha preferito i cavalli ai giovani.
In sostanza, ritiene che per il Governo «in uscita» l'economia agricola ha rivestito solo un ruolo del tutto marginale, visto che non ha assicurato alcuna forma di sostegno concreto agli imprenditori agricoli.
Ricorda poi che pochi giorni fa il Presidente del Consiglio, per smentire che gli italiani siano in difficoltà, ha affermato che i ristoranti sono pieni. L'affermazione non stupisce, considerato che è stata spesso ripetuta dal 2008, una volta tanto con coerenza, dallo stesso Presidente del Consiglio, mentre l'Italia sprofondava. E mentre gli altri Paesi europei, con le loro politiche economiche e con misure idonee e adeguate, toccavano la riva del risanamento, l'Italia gorgogliava nelle acque paludose di una politica che tentava di salvare solo gli interessi dei pochi, anzi del solo Presidente del Consiglio. A suo giudizio, pertanto, non si poteva sperare che la crisi venisse affrontata, se non sconfitta, o almeno guardata negli occhi.
Ritiene pertanto, in sintesi estrema, che questa sia la storia di un fallimento e di una immensa responsabilità verso gli italiani che si è assunta il Governo. In questa storia non sono mancate poi presunzione e cecità. Il Presidente del Consiglio non ha inteso e non ha voluto intendere che era lui l'ostacolo principale alla soluzione. Eppure, come dimostrano i fatti, i mercati hanno dato un po' di respiro all'Italia in quelle ore in cui si è diffusa la voce che il premier stava per dimettersi. Il successivo crollo di borsa e dello spread non lontano dalla temuta soglia dei seicento punti si spiega poi con la circostanza che i mercati e gli operatori internazionali non hanno creduto all'annuncio delle dimissioni postdatate, in quanto accompagnato dalla prospettiva, avallata da dichiarazioni dello stesso premier, di un mese di tempo per approvare la legge di stabilità. Infine ieri, dopo le decisioni del Presidente della Repubblica Napolitano, che sempre va ringraziato per la sua opera e per la sua riconosciuta autorevolezza, i mercati finanziari hanno dato i primi segnali di ripresa, segno che l'Italia può e deve farcela! Tuttavia, insieme alla presunzione del Presidente del Consiglio, sono stati puniti purtroppo tutti gli italiani. Ora, alla vigilia di un cambio di governo, atteso da tanto tempo, l'Italia dovrà affrontare un periodo non facile, ma almeno avrà recuperato il deficit di credibilità internazionale, legato in particolare al Capo del Governo, che ha reso vani i sacrifici chiesti agli italiani con le tre manovre estive.
Sottolinea infine che il gruppo del Partito democratico consentirà responsabilmente alla maggioranza di votare la legge di stabilità, che non condivide, ma per il bene del Paese al fine di voltare al più presto pagina e aprire una nuova fase politica, che dovrà coinvolgere auspicabilmente tutte le forze che antepongono il bene dell'Italia a quello pur legittimo, ma oggi inopportuno, del proprio partito. Per questo motivo, la sua parte politica non guarda alle intenzioni di voto registrate nei sondaggi, le cui tendenze favorevoli per l'attuale opposizione sono note.
Auspica infine che, per il bene di tutti gli italiani, le forze politiche possano lavorare insieme, al di là delle formule della nascente coalizione di governo, per mettere

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in campo, tra l'altro, una politica agricola in grado di affrontare la grave crisi economica e creare le condizioni per rilanciare l'agricoltura e il comparto agroalimentare italiano, oggi apprezzato in tutti i mercati.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che, non essendo stati presentati emendamenti e ordini del giorno, si procederà ora alla deliberazione della relazione sui disegni di legge in titolo.

Viviana BECCALOSSI (PdL), relatore, propone che la Commissione riferisca in senso favorevole sui disegni di legge, per la parte di competenza.

Isidoro GOTTARDO (PdL) dichiara che il suo gruppo voterà a favore della proposta del relatore, sottolineando come la maggioranza oggi vota da sola nell'interesse del Paese i documenti finanziari in esame, che anticipano in parte le misure che faranno parte dell'agenda del nuovo Governo.

La Commissione approva infine la proposta di relazione favorevole, presentata dal relatore, sul disegno di legge di bilancio, con riferimento alla Tabella n. 12, e sulle connesse parti del disegno di legge di stabilità. Nomina altresì il deputato Beccalossi relatore presso la Commissione Bilancio.

La seduta termina alle 20.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 20.55 alle 21.