CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 ottobre 2011
543.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 6 ottobre 2011. - Presidenza del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 9.35.

Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali.
C. 1415-C Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

La Commissione inizia l'esame delle ulteriori proposte emendative trasmesse dall'Assemblea.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente e relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 4 degli emendamenti riferiti al disegno di legge C. 1415-C, recante norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali. Fa presente che tale fascicolo contiene ventidue proposte emendative non contenute nel fascicolo n. 1 degli emendamenti, sul quale la Commissione ha espresso parere nella seduta del 27 settembre 2011. Si tratta, in particolare delle seguenti proposte emendative: 1.971, 1.972, 1.970, 1.973, 1.974, 1.968, 1.165, 1.418, 1.969, 1.967, 1.978, 1.977, 1.980, 1.979, 1.975, 1.966, 1.976, 1.990, 1.982, 1.1500, 0.1.1000.1, 1.1000. Segnala, infine, che l'Assemblea ha inoltre trasmesso il subemendamento 0.1.973.1.
Nel segnalare che nella seduta di ieri si è convenuto di procedere all'esame delle

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proposte emendative, fa presente che esse attengono a profili di carattere ordinamentale e, pertanto, non appaiono presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Sul punto, ritiene comunque opportuno acquisire una conferma da parte del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma che le proposte emendative richiamate non presentano profili problematici di carattere finanziario.

Massimo VANNUCCI (PD), ricordando di avere richiesto che la Commissione esaminasse le proposte emendative richiamate dal presidente, chiede di sospendere brevemente la seduta per un ulteriore approfondimento sulle medesime.

La seduta, sospesa alle 9.40, riprende alle 9.45.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente e relatore, propone di esprimere nulla osta sulle proposte emendative richiamate.

Maino MARCHI (PD), sottolinea che, in astratto, anche proposte emendative dalla portata meramente ordinamentale potrebbero avere riflessi sulla finanza pubblica, non essendo indifferente la modifica della procedura sull'organizzazione degli uffici giudiziari. Rileva che, nel caso di specie, tuttavia le proposte emendative sono volte ad una semplificazione e pertanto condivide il giudizio espresso dal relatore.

Renato CAMBURSANO (IdV) nell'osservare che effettivamente le proposte emendative in esame non appaiono suscettibili di determinare effetti negativi per la finanza pubblica, fa presente che esse non possono essere considerate al di fuori del contesto complessivo del provvedimento. A suo avviso, infatti, nell'esame del provvedimento si sarebbero dovute valutare con maggiore attenzione le implicazioni finanziarie delle modifiche alla disciplina vigente in materia di intercettazioni, con particolare riferimento alla riorganizzazione delle competenze giurisdizionali. Annuncia, pertanto, il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere.

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 9.50.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 6 ottobre 2011. - Presidenza del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 13.35.

Disciplina nel settore delle scienze estetiche.
Nuovo testo C. 3107 e abb.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e rinvio - Richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che il provvedimento in esame reca una disciplina delle professioni nel settore estetico e che la Commissione di merito ha elaborato un nuovo testo, derivante dall'abbinamento delle proposte di legge di iniziativa parlamentare vertenti sulla medesima materia. Con riferimento alle disposizioni in materia di qualificazione professionale, previste dall'articolo 3, osserva che il testo prevede l'obbligatorietà della frequenza triennale o quadriennale di corsi professionali regionali, in luogo dell'attuale possibilità di scegliere, in alternativa, il canale dell'apprendimento attraverso lo svolgimento dell'attività lavorativa.

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Ritiene che andrebbe chiarito se, in base a tale nuova articolazione del percorso formativo, si possano determinare oneri aggiuntivi a carico delle regioni per l'organizzazione dei corsi in presenza di un più elevato numero di soggetti iscritti. Sulla competenza delle camere di commercio, di cui all'articolo 5, comma 3, tenuto conto che già a legislazione vigente sussiste l'obbligo per l'esercizio dell'attività di estetista di iscriversi presso il registro delle imprese, rileva l'opportunità che il Governo chiarisca se l'obbligo di tenere registri separati per le attività professionali possa recare oneri a carico delle camere di commercio. In relazione all'articolo 6, in materia di controlli delle aziende sanitarie locali, precisa che andrebbero forniti elementi volti a verificare l'effettiva possibilità, per le ASL e per gli altri enti interessati, di esercitare le funzioni di controllo previste dal testo nell'ambito delle risorse già disponibili a legislazione vigente.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, nel rappresentare l'esigenza di acquisire le valutazioni del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per tutti gli aspetti inerenti l'eventuale erogazione di percorsi formativi da parte degli istituti tecnici e professionali, con relativa attribuzione di crediti formativi riconosciuti nell'ambito dei percorsi di istruzione, nonché la formazione professionale e il rilascio dei diplomi di qualificazione professionale in maniera uniforme sul territorio nazionale, fa presente che, in via preliminare, è necessario acquisire una apposita relazione tecnica che, illustrando anche gli aspetti innovativi della disciplina recata dal provvedimento rispetto alla normativa vigente, ne assicuri l'invarianza finanziaria. Ciò premesso, segnala che talune disposizioni, in mancanza di assicurazione dell'invarianza ovvero di individuazione delle modalità di copertura finanziaria appaiono suscettibili di determinare nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica. In proposito richiama gli articoli 3, comma 2, e 4, comma 4, che prevedono la possibilità di erogare percorsi formativi da parte delle istituzioni formative delle regioni e degli istituti tecnici e professionali nell'indirizzo relativo ai servizi socio-sanitari. Osserva inoltre che si prevede che le regioni stesse possono istituire ed autorizzare lo svolgimento di corsi ed esami anche presso istituti di formazione pubblici e privati accreditati; l'articolo 5, comma 3, che prevede l'istituzione e la gestione, da parte delle Camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, di appositi e separati registri degli esercenti le attività professionali di operatore professionale, di tecnico nel settore delle scienze estetiche, degli esercenti attività di manicure, pedicure estetico e onicotecnica e dei tecnici dell'abbronzatura artificiale; l'articolo 5, comma 8, volto ad escludere le imprese artigiane di cui all'articolo 2 che vendono o cedono alla clientela prodotti cosmetici o beni accessori, dall'applicazione delle disposizioni relative all'esercizio delle attività commerciali. Al riguardo, aggiunge che, essendo generica la previsione di un deroga alle disposizioni relative all'esercizio delle attività commerciali, andrebbero specificatamente individuate le disposizioni cui si intende derogare. Richiama, infine, l'articolo 6, che prevede che il controllo sull'osservanza delle disposizioni del disegno di legge in esame è esercitato dall'azienda sanitaria locale territorialmente competente e dai soggetti a cui sono attribuiti per legge i poteri di accertamento.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, prendendo atto delle osservazioni svolte dal sottosegretario Giorgetti, propone di deliberare la richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

La Commissione delibera la richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nel termine ordinario di trenta giorni.

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Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva.
Nuovo testo C. 4207, approvata in testo unificato dalla 1a Commissione permanente del Senato, e abb.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e rinvio - Richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, ricorda che la proposta di legge è già stata approvata dal Senato e che nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento il Governo ha trasmesso, in data 30 novembre 2009, una relazione tecnica.
Per quanto attiene alla copertura finanziaria del provvedimento, alla luce delle modifiche apportate dalla XII Commissione della Camera al testo trasmesso dal Senato, reputa necessario che il Governo chiarisca se la clausola di invarianza recata dall'articolo 3 risulti ancora idonea ad evitare l'insorgere di nuovi o maggiori oneri. Ciò con particolare riferimento alla garanzia, prevista dall'articolo 1, comma 1, di ogni forma di prevenzione, diagnosi e cura della sordità e al più ampio ventaglio delle tecniche e dei metodi di comunicazione considerato dal nuovo testo in esame, di cui all'articolo 2, lettera d). Fa presente che analogo chiarimento andrebbe acquisito con riferimento all'obiettivo di favorire la comunicazione nell'ambito scolastico mediante l'utilizzo della lingua italiana dei segni e delle altre tecniche, anche informatiche, di cui all'articolo 2, lettera b). In particolare, al fine di escludere effetti onerosi, ritiene che andrebbero precisati i profili applicativi della norma che prevede la definizione dei percorsi formativi e dei profili professionali delle figure coinvolte. In ogni caso, osserva come il riconoscimento della lingua dei segni italiana comporterà necessariamente un aggravio di spesa per lo Stato, in relazione alla previsione di nuovi oneri per la formazione, specialmente in ambito scolastico, per i servizi di interpretariato, anche in considerazione dell'incremento del numero dei soggetti interessati dalle disposizioni in esame.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI osserva che il testo in esame modifica quello, già approvato in prima lettura, diretto a promuovere l'integrazione delle persone sorde, attraverso la rimozione delle barriere che ne impediscono la piena partecipazione alla vita sociale, economica e politica del Paese, riconoscendo la lingua dei segni italiana come lingua della comunità delle persone sorde, con la previsione delle tutele conseguenti a tale riconoscimento. Al riguardo, ritiene necessario che il competente Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con il Ministero della salute, predisponga una relazione tecnica riferita al nuovo testo. In particolare, ritiene che debbano essere valutati gli effetti finanziari dell'articolo 2, comma 1, lettera b), laddove fa riferimento ai percorsi formativi ed ai profili professionali delle figure coinvolte nell'utilizzo della lingua dei segni italiana, nonché dell'articolo 2, comma 1, lettera e), laddove prevede la possibilità di stipulare convenzioni tra aziende ospedaliero-universitarie e aziende che si occupano di tecnologie avanzate per la sordità.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) chiede al rappresentante del Governo di chiarire le ragioni che hanno portato ad un mutamento di opinione rispetto alla posizione assunta in Senato. Evidenzia che, se le obiezioni svolte dal sottosegretario sono già state superate in quella sede, non è chiaro il motivo per il quale ora diverrebbero insormontabili. Sottolinea come la questione sia complessa ed attenga ai diritti fondamentali che devono essere garantiti a tutti i cittadini, malgrado le loro condizioni di handicap. Evidenzia quindi la necessità, nel caso i problemi richiamati dal rappresentante del Governo non potessero essere superati da una eventuale relazione tecnica, di individuare una forma diversa di copertura, come è stato fatto in passato per molti provvedimenti, per una legge che è stata ritardata da cinque anni.

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Claudio D'AMICO (LNP) osserva che le considerazioni del collega Ciccanti sono pienamente condivisibili, in quanto tutti certamente concordano in ordine all'opportunità di favorire il pieno inserimento delle persone sorde nella vita quotidiana. Nel sottolineare che tali valutazioni attengono tuttavia al merito del provvedimento, rileva come la Commissione debba valutare esclusivamente gli aspetti attinenti alla sua copertura finanziaria. A tale proposito, nel ricordare che anche molte associazioni hanno espresso dubbi sulla formulazione del provvedimento in esame, ritiene che si debbano puntualmente quantificare gli oneri derivanti dalla proposta, osservando che è pienamente legittima la richiesta di una relazione tecnica, anche alla luce delle modifiche introdotte dalla Commissione di merito.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, prendendo atto delle osservazioni svolte dal sottosegretario Giorgetti, propone di deliberare la richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 entro sette giorni, in ragione della prevista calendarizzazione del provvedimento in Assemblea a partire dal 17 ottobre prossimo.

La Commissione delibera la richiesta di relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nel termine di sette giorni.

La seduta termina alle 13.50.

SEDE REFERENTE

Giovedì 6 ottobre 2011. - Presidenza del vicepresidente Giuseppe Francesco Maria MARINELLO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 13.50.

Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 ottobre 2011.

Renato CAMBURSANO (IdV) rileva come la vera nota di aggiornamento sia stata scritta dall'agenzia Moody's con il declassamento della valutazione sui titoli italiani. Osserva come, da italiano, ha accolto tale notizia senza alcuna soddisfazione e riconosce che l'andamento odierno, non eccessivamente negativo del differenziale di rendimento rispetto ai titoli di Stato tedeschi, è dovuto alle positive dichiarazioni del Cancelliere Merkel. Osserva quindi che la richiamata agenzia Moody's ha pronunciato tale giudizio negativo a carico dell'Italia essenzialmente per tre ragioni. In primo luogo, rileva che ciò è dovuto alla difficoltà, a livello europeo, delle banche di effettuare raccolta di capitali a medio e lungo termine, con conseguente crisi di liquidità, richiamando in proposito recenti affermazioni dell'amministratore delegato di Mediobanca. In secondo luogo, lamenta il rallentamento della crescita dovuto alle carenze strutturali del Paese ed infine le incertezze a livello politico. In proposito, ricorda che il Governo è paralizzato dal perdurare del conflitto tra il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'economia e delle finanze, pesantemente attaccato per le sue recenti dichiarazioni, anche sui giornali riconducibili alla famiglia Berlusconi. Osserva che il Governo e la maggioranza non stanno facendo quello che serve realmente al Paese, malgrado le pesanti manovre dell'ultimo anno ed in particolare dell'estate. Sottolinea come il problema maggiore del Paese sia la scarsa crescita e richiama in proposito le recenti previsioni del Fondo monetario internazionale che si presentano più pessimistiche rispetto a quelle riportate nella Nota di aggiornamento, a

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loro volta più pessimistiche rispetto a quelle del Documento di economia e finanza dello scorso aprile. In proposito, rileva che, rispetto a tale ultimo documento, il differenziale negativo cumulato fino al 2014 sarebbe del 2,9 per cento, con effetti devastanti. Osserva come la stessa Nota in esame prenda atto dell'effetto depressivo, più volte lamentato, delle manovre adottate dal Governo e come, in presenza di tali dati, sarà molto improbabile conseguire gli altri obiettivi di finanza pubblica in relazione al PIL, ad iniziare dal pareggio di bilancio nel 2013. Sottolinea in proposito come, per l'anno in corso, sia già stato dimostrato un ulteriore incremento del rapporto tra il debito e il PIL. Lamenta inoltre la forte crescita della pressione fiscale, al cui dato, già elevato, andrà aggiunto l'impatto della riduzione lineare delle detrazioni e agevolazioni fiscali, nonché l'aumento delle imposte locali. Rileva inoltre l'aumento della disoccupazione cui, il Governo, nella Nota ritiene di potere fare fronte attraverso politiche di tipo non keynesiano, sottolineando come tali meccanismi possono effettivamente operare allorché i consumatori e le imprese sono messi nella condizione di scontare la riduzione dell'indebitamento pubblico sotto forma di minore tassazione futura, mentre i dati sulla pressione fiscale, come ricordato, vanno nella direzione opposta, con maggiori entrate per oltre 96 miliardi di euro, che diventeranno oltre 116 miliardi con il taglio lineare delle agevolazioni. Sottolinea inoltre come la stessa Nota dimostri come il dato della spesa corrente continui ad aumentare, mentre quello della spesa in conto capitale diminuisca ulteriormente. In conclusione rileva che la Nota in esame torna a rappresentare un Paese che va bene, senza tenere conto della situazione reale.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) ricorda preliminarmente il ruolo che la Nota di aggiornamento assume nella nuova configurazione del ciclo della programmazione economica e finanziaria, osservando in questo contesto come il documento all'esame della Commissione registri puntualmente gli scostamenti rispetto ai contenuti del Documento di economia e finanza 2011 presentato dal Governo nello scorso mese di aprile. Al riguardo, ricorda, in particolare, i dati contenuti nel documento di programmazione e le successive manovre correttive realizzate dapprima con il decreto-legge n. 98 del 2011 e, successivamente all'aggravarsi delle tensioni sui mercati finanziari e all'invio al Presidente del Consiglio dei ministri della nota lettera da parte della Banca centrale europea, con il decreto-legge n. 138 del 2011. Nel richiamare l'entità della correzione effettuata, che ammonta a circa 59,8 miliardi di euro, osserva come il dato più significativo della seconda manovra realizzata è rappresentato dall'anticipo del raggiungimento dell'obiettivo del pareggio del bilancio al 2013. Fatte queste premesse, osserva che la Nota sostanzialmente riepiloga gli aggiustamenti degli obiettivi macroeconomici conseguenti alle manovre finanziarie, aggiornando in maniera corrispondente anche gli indicatori di finanza pubblica. A suo avviso, pertanto, più che soffermarsi sull'analisi delle manovre già realizzate, è opportuno verificare l'appropriatezza delle misure di politica economica adottate, anche alla luce delle raccomandazioni fornite dal Consiglio Ecofin del 21 luglio scorso e delle indicazioni contenute nella lettera della Banca centrale europea, tardivamente resa pubblica grazie alla sua pubblicazione ne Il corriere della sera del 29 settembre 2011. A tale riguardo, osserva in primo luogo come la lettera della Banca centrale europea richieda rigorosi interventi in materia di pensioni di anzianità, nonché l'allineamento dell'età di pensionamento di vecchiaia per le donne nel settore privato e in quello pubblico. Nel sottolineare come la spesa pensionistica sia strettamente legata alla definizione dei coefficienti di trasformazione previsti nel nostro sistema previdenziale, osserva come il rapporto tra la spesa in questo settore e il prodotto interno lordo, pur essendosi raffreddato nel triennio 2008-2010, si attesta, nel periodo 2011-2015 al 15,5 per cento, per poi

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decrescere al 14,7 nel 2027. In proposito, evidenzia come l'incidenza della spesa pensionistica italiana sia la più alta a livello europeo e come tale dato debba essere letto in un contesto nel quale si registrano bassi tassi di fecondità, un'aspettativa di vita tra le più alte al mondo e flussi migratori al di sotto della media europea. Nel rilevare come tutti questi fattori rendono difficile un contenimento naturale della spesa pensionistica, evidenzia che la Nota indica una crescita della spesa pensionistica tra il 2010 e il 2013 di quasi 33 miliardi di euro, imponendo una forte correzione sulle altre voci di spesa ai fini del raggiungimento degli obiettivi in materia di avanzo primario e di indebitamento netto. Ritiene, pertanto, necessario un allineamento fin dal 2012 dell'età di pensionamento delle donne a 65 anni sia nel settore pubblico che in quello privato, segnalando altresì l'esigenza di un aggancio automatico sin dal 2012 dell'età pensionabile alle aspettative di vita. A questo proposito, ritiene che solo le divisioni interne alla maggioranza abbiano impedito interventi necessari espressamente richiesti dalla Banca centrale europea in una lettera il cui contenuto, non a caso, il Governo non ha voluto rivelare. Per quanto riguarda, invece, le liberalizzazioni, ricorda che sia il Consiglio sia la lettera della Banca centrale europea sollecitano interventi in materia di liberalizzazione dei mercati, anche nel settore delle professioni, e di privatizzazioni delle aziende operanti nei servizi pubblici locali. Anche a questo riguardo il Governo ha, a suo avviso, fatto troppo poco, rinviando ulteriori interventi ai provvedimenti collegati alla manovra finanziaria per il triennio 2012-2014. Nel sottolineare come l'attuale maggioranza abbia incontrato sempre grandi difficoltà nell'affrontare la materia delle liberalizzazioni, anche in relazione alla resistenza della Lega Nord, rileva come le Camere di commercio abbiano calcolato l'esistenza di 33 mila società partecipate dalle pubbliche amministrazioni operanti nel settore dei servizi pubblici. In proposito, ritiene che non possa ipotizzarsi una integrale privatizzazione e liberalizzazione del settore, ma debba individuarsi una soluzione che preservi le gestioni in house economicamente efficienti e consenta la dismissione delle altre aziende pubbliche. A questo proposito, nel ricordare la necessità di assicurare un regime speciale per la gestione del servizio idrico, osserva che la liberalizzazione dei servizi può spiegare i benefici effetti per gli utenti, dal momento che l'eliminazione di gestioni inefficienti consentirà una riduzione delle tariffe praticate. Per quanto riguarda, poi, il tema della riforma della contrattazione, richiama in primo luogo i problemi del nostro mercato del lavoro, che tende a garantire maggiormente chi ha già un'occupazione rispetto a chi non la ha. Ricorda in proposito che sia il Consiglio Ecofin che la Banca centrale europea hanno sollecitato una riforma della contrattazione collettiva che favorisca gli accordi di impresa e territoriali, al fine di garantire una maggiore corrispondenza tra gli aumenti salariali e gli incrementi di produttività. In proposito, osserva che giustamente gli organismi europei hanno menzionato la sede della contrattazione e, pertanto, ritiene che debba assumersi come parametro di riferimento in materia l'accordo concluso dalle parti sociali lo scorso 28 giugno. Osserva, invece, che il Governo, con l'articolo 8 del decreto-legge n. 138 del 2011, ha inteso individuare una soluzione di carattere legislativo, in contrasto con quanto richiesto dalle stesse parti sociali. Per quanto riguarda, invece, la revisione delle regole relative all'accesso al lavoro e ai licenziamenti, ritiene che siano prioritari interventi volti a favorire le nuove assunzioni, anche attraverso politiche attive per la riallocazione dei lavoratori disoccupati verso settori più competitivi. Con riferimento, infine, al tema della crescita, osserva come la priorità per il nostro Paese sia quella di migliorare il rendimento dei fattori produttivi. In questa ottica, segnala come un recente studio realizzato dal Monte dei Paschi di Siena, in collaborazione con l'università della Sorbona di Parigi, indica che nel nostro paese vi sono le condizioni strutturali per

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una crescita del prodotto interno lordo del 2 per cento su base annua. Si rendono, quindi, necessari interventi volti a favorire le attività produttive più sofisticate e specializzate attraverso un progetto di politica industriale attualmente assente. Nel sottolineare l'esigenza di un piano industriale a livello nazionale che premi gli investimenti in ricerca e sviluppo favorendo le innovazioni nei prodotti e nei processi produttivi, segnala che nelle proposte della Commissione europea relative al quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea per il periodo 2014-2020 si prospetta lo stanziamento di 30 miliardi di euro per l'innovazione e la ricerca di base ed applicata da parte delle piccole e medie imprese. Ritiene, pertanto, necessario che il nostro Paese si attivi per accedere a questi canali di finanziamento, puntando ad uno sviluppo delle imprese ad alto contenuto tecnologico e delle produzioni che richiedono più elevati livelli di conoscenza. Osserva, tuttavia, che tutti questi temi sono assenti nella Nota di aggiornamento in discussione, così come non erano presenti né nel Programma nazionale di riforma né nelle manovre adottate dal Governo.

Pier Paolo BARETTA (PD), nel richiamare le analisi svolte dai deputati del suo gruppo intervenuti nella discussione, in primo luogo chiede come mai non abbia avuto un adeguato risalto la dichiarazione del Ministro Tremonti, con cui ha affermato che gli obiettivi di finanza pubblica potranno essere conseguiti anche in assenza di crescita, mentre molto più risalto ha avuto il suo riferimento alle elezioni spagnole. Rileva come in quella dichiarazione vi sia l'essenza dell'approccio finora tenuto dal Governo rispetto alla crisi, cioè quello di ritenere possibile la tenuta dei conti in assenza di crescita. In secondo luogo, rileva come, nel dibattito sulla mancata crescita dell'Italia, si ometta completamente la quantificazione di un obiettivo realistico di incremento del PIL. Riterrebbe in proposito prudente la fissazione di tale obiettivo nell'incremento di un punto percentuale rispetto alle indicazioni, peraltro al ribasso, della Nota di aggiornamento e quindi necessario spostare il dibattito sulle misure da adottare per conseguire tale obiettivo. In terzo luogo, ricordando la richiesta da lui avanzata per un'audizione del professor Mario Draghi, in merito alla lettera del presidente della Banca centrale europea, firmata anche dallo stesso Draghi. Osserva che non sfugge al suo gruppo l'oggettiva difficoltà, nella situazione attuale, anche in ragione dell'imminente nomina del suo successore alla Banca d'Italia, per il professor Draghi di intervenire nell'ambito di un'audizione formale, ma ribadisce la necessità che la Commissione svolga un dibattito sulla richiamata lettera ed i suoi contenuti, che dichiara di non condividere pienamente. Evidenzia come tale lettera andrebbe comunque considerata come un'agenda che il Parlamento non può ignorare.

Gioacchino ALFANO (PdL) ritiene che, nell'ambito dell'esame di un documento di programmazione economica e finanziaria, quale la Nota di aggiornamento, sia opportuno porre la questione dell'efficiente utilizzo delle risorse disponibili. A tale riguardo, osserva come sia assolutamente necessario risolvere la questione dell'effettiva assegnazione dei fondi destinati alla messa in sicurezza delle scuole, ricordando come, al termine di un lungo iter, le Commissioni riunite V e VII della Camera abbiano approvato un apposita risoluzione al riguardo il 2 agosto 2011. In proposito, ritiene doveroso che il Governo dia puntuale e tempestiva attuazione agli impegni assunti in quella circostanza, sottolineando come sia necessario garantire l'efficace utilizzo delle risorse stanziate. Ritiene, pertanto, necessario un rapido intervento al riguardo.

Giulio CALVISI (PD) si associa alle considerazioni dell'onorevole Gioacchino Alfano, evidenziano come, anche in Sardegna, molti assessori lamentino la mancata erogazione di tali finanziamenti.

Claudio D'AMICO (LNP) dichiara di concordare pienamente con le considerazioni

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del collega Alfano, osservando come non sia possibile procrastinare ulteriormente l'effettiva assegnazione delle risorse.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, fa presente che sarà effettuata una verifica in ordine alla situazione richiamata dall'onorevole Alfano e prega il sottosegretario Giorgetti di rappresentare tale richiesta al Governo.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, rileva come né la lettera del presidente della Banca centrale europea, né la questione della messa in sicurezza degli edifici scolastici, attengano strettamente al merito della discussione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011. Riservandosi di sviluppare ulteriori argomentazioni nel corso del dibattito in Assemblea, sottolinea come il tema maggiormente richiamato negli interventi che si sono svolti, sia quello della crescita e sottolinea come questo sia al centro dell'attenzione e ricorda la prossima adozione, da parte del Governo, di un ulteriore provvedimento in tale senso. In riferimento alla questione della disoccupazione, ricorda come sia preoccupante l'aumento del numero degli inattivi in età da lavoro. Condivide quindi l'osservazione dell'onorevole Marchi secondo il quale la Nota è divenuta una fotografia di provvedimenti già adottati, ma ricorda che essa, che peraltro è la prima presentata in attuazione delle nuove disposizioni sul Semestre europeo, nasce con il grave handicap di essere stata presentata dopo le due importanti ed urgenti manovre estive, quindi in definitiva in circostanze del tutto eccezionali.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, con riferimento alle stime relative all'economia italiana della contenute nella Nota di aggiornamento fa presente che, al momento della loro elaborazione, esse erano in linea con la media delle stime elaborate dagli organismi internazionali e da altri previsori qualificati e risultano ancora plausibili. Rispetto alla stima dell'indebitamento netto per il 2011 che il Governo ha confermato nella Nota di aggiornamento, osserva che tale stima tiene conto di effetti compensativi, tra cui le correzioni adottate con i decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011, che hanno anticipato all'anno in corso un aggiustamento dell'indebitamento per circa 2,8 miliardi di euro. Con riferimento alle stime dell'indebitamento per gli anni successivi, conferma l'impegno del Governo al raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013. Al riguardo, osserva che la Commissione europea, con una dichiarazione del portavoce della Direzione generale di economia e finanza, ha ritenuto la manovra varata dall'Italia congrua rispetto all'obiettivo del pareggio di bilancio. Riguardo all'evoluzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, ritiene opportuno segnalare che il recente aumento è riconducibile agli effetti della crisi economica e non alla politica fiscale che, al contrario, si è sempre mantenuta prudente e orientata al controllo dei conti pubblici. Ricorda, inoltre, che, anche al fine di favorire ulteriormente la discesa del rapporto tra debito e prodotto interno lordo, il Governo è attualmente impegnato a varare provvedimenti a sostegno della crescita, tra cui gli interventi in materia di infrastrutture, liberalizzazioni, privatizzazioni e in favore del Sud, indicati nella Nota di aggiornamento. Per quanto attiene alle entrate derivanti dal taglio delle agevolazioni fiscali, stimate in 20 miliardi di euro, osserva che tale taglio costituisce una clausola di salvaguardia, ma il Governo rimane impegnato a realizzare una riforma fiscale e assistenziale organica in grado di conseguire risparmi di ammontare non inferiore a quella cifra. Con riferimento ai provvedimenti in materia di ammortizzatori sociali, osserva che il Governo ha destinato a tali politiche risorse finanziarie cospicue tramite la progressiva estensione della cassa integrazione guadagni, pur nel rispetto del vincolo di una politica fiscale neutrale dal punto di vista del bilancio. Ricorda, inoltre, che il Governo sta provvedendo ad una ricognizione del patrimonio pubblico a valori di mercato e che tale ricognizione è stata oggetto

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di una recente iniziativa pubblica del Ministro dell'economia e delle finanze, svoltasi il 29 settembre scorso. Riguardo all'esigenza di una razionalizzazione della spesa pubblica, precisa che i provvedimenti varati in estate contemplano l'avvio nel 2012 della spending review mirata alla definizione dei fabbisogni propri dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato, mentre per le amministrazioni locali verranno proposte specifiche metodologie per quantificare i relativi bisogni.
Con riferimento alle osservazioni emerse nel dibattito in ordine all'acquisizione di ulteriori elementi utili di valutazione riguardo i meccanismi di tipo non keynesiano, rileva in primo luogo l'esigenza di utilizzare opportune cautele nell'utilizzo dei modelli econometrici ai fini della stima degli effetti macroeconomici della manovra. Ritiene, infatti, che le reazioni del settore privato al mutato contesto potrebbero non essere pienamente colte dai modelli in uso. Effetti negativi meno marcati o positivi potrebbero infatti emergere anche nel breve periodo nei casi in cui, per effetto della credibilità della manovra, si verificasse un abbassamento stabile e immediato dei tassi di interesse a lunga scadenza, ovvero i consumatori rivedessero al rialzo i piani di consumo, riducendo il risparmio precauzionale, a causa di effetti ricardiani.
Quanto alle osservazioni relative all'aggiornamento del quadro programmatico di finanza pubblica per gli anni 2011-2014, si sofferma in primo luogo sulla stima della pressione fiscale, evidenziando la correttezza della scelta del Governo di non imputare, fino all'attuazione della delega in materia, delle somme derivanti dalla revisione delle agevolazioni fiscali e assistenziali nel conto delle pubbliche amministrazioni e di una loro indicazione su una linea a parte. A tale riguardo, ritiene che la pressione fiscale che risulterebbe nell'ipotesi in cui la delega venisse realizzata esclusivamente dal lato delle entrate possa essere calcolata solo a titolo indicativo in misura pari al 44.1 per cento nel 2012, al 44,8 per cento nel 2013 e al 44,8 per cento nel 2014. In merito alla paventata diversità dei valori relativi alle dismissioni riportati nella Nota di aggiornamento rispetto a quelli inseriti nel Documento di economia e finanza rileva che nella Nota è riportata la ripartizione per sottosettore delle sole dismissioni immobiliari, mentre nel Documento di economia e finanza la ripartizione per sottosettori è relativa a tutte le misure una tantum. Conferma, inoltre, che nel prossimo Documento di economia e finanza sarà riportata la ripartizione delle misure one-off tra entrate e spese per sottosettori. Relativamente alla richiesta di chiarimenti in ordine al contributo degli effetti della manovra di finanza pubblica e della variazione dei tendenziali alla revisione delle previsioni di spesa. Per quanto riguarda la spesa per redditi da lavoro delle amministrazioni pubbliche, conferma l'analisi già fornita nei documenti a disposizione. In particolare, osserva che la revisione delle previsioni della spesa per redditi da lavoro dipendente rispetto al Documento di economia e finanza riflette principalmente gli effetti della manovra, con particolare riferimento al decreto-legge n. 98 del 2011, poiché dall'attività di monitoraggio non sono emersi elementi a supporto della revisione delle stime.
In relazione alla richiesta di chiarimenti relativa alle differenze, a partire dall'anno 2012, delle previsioni della spesa pensionistica tra la nota in esame e il Documento di economia e finanza 2011, conferma che le stesse sono interamente attribuibili alle modifiche introdotte dalla legge n. 111 del 2011 e dalla legge n. 148 del 2011, nonché all'aggiornamento del quadro macroeconomico, mentre gli elementi di monitoraggio disponibili hanno consentito di confermare per l'anno 2011 la previsione contenuta nel Documento di economia e finanza 2011. Rispetto alle stime sull'occupazione, misurata in unità equivalenti, la Nota di aggiornamento per il 2011 illustra un miglioramento a quanto indicato nel Documento di economia e finanza in un contesto di indebolimento della crescita. Al riguardo precisa che la stima aggiornata dell'occupazione per il

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2011 della Nota di aggiornamento tiene conto dei dati più aggiornati, che includono la revisione dei conti trimestrali ISTAT per l'occupazione per i trimestri passati. Riguardo ai provvedimenti considerati nelle stime macroeconomiche della Nota di aggiornamento, precisa che tali stime tengono conto delle misure varate a luglio ed agosto e non tengono conto delle misure che saranno annunciate il prossimo ottobre.
Riguardo alle stime sul debito pubblico, precisa che la Nota di aggiornamento conferma il profilo di discesa del debito a partire dal 2012 indicato nel Documento di economia e finanza. Fa presente che non è dunque corrispondente ai dati aggiornati pubblicati nella Nota che tale riduzione si avrebbe luogo solo a partire dal 2013. Secondo le stime della Nota di aggiornamento, il debito pubblico è previsto attestarsi al 120,6 per cento del PIL nel 2011 e scendere all'119,5 per cento nella Nota di aggiornamento. Con riferimento alla richiesta dell'onorevole Marchi di integrare il grafico relativo all'andamento della spesa pubblica per le pensioni indicando quale sarebbe stato il livello di spesa qualora avessero continuato ad applicarsi le disposizioni contenute nella legge n. 243 del 2004, fa presente che gli stessi elementi informativi sono già contenuti nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2011, nel grafico del riquadro relativo a «Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano».

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul documento in esame.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011.

La seduta termina alle 14.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.10.