CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 settembre 2011
539.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 14.10.

Indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo.
Audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.
(Svolgimento e conclusione).

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.

Michele GENTILE, rappresentante della CGIL, Francesco LAURIA, rappresentante della CISL, Antonella PIRASTU, rappresentante della UIL, e Nazzareno MOLLICONE, rappresentante dell'UGL, svolgono

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relazioni sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Teresa BELLANOVA (PD), Cesare DAMIANO (PD), Massimiliano FEDRIGA (LNP) e Giuliano CAZZOLA (PdL).

Silvano MOFFA, presidente, preso atto dell'ampiezza delle questioni testé sollevate, invita i rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti a far pervenire alla Commissione, nei prossimi giorni, eventuali documenti integrativi, finalizzati a dare risposta ai quesiti posti.
Ringrazia, quindi, gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.10.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 15.10.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
C. 4434 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Rinvio del seguito dell'esame).

Silvano MOFFA, presidente, avverte che - non essendosi ancora concluso l'esame degli emendamenti presso le Commissioni riunite I e II - occorre rinviare il seguito dell'esame del provvedimento in titolo, attesa anche l'esigenza di verificare le eventuali modifiche e integrazioni che le stesse Commissioni di merito apporteranno al testo trasmesso dal Senato.
Non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che non sono stati presentati emendamenti riferiti al disegno di legge n. 4622. Ricorda, inoltre, che nella seduta di ieri il relatore ha proposto di riferire favorevolmente alla V Commissione sul disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l'anno finanziario 2010, nonché sul disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2011, con riferimento alle parti di competenza della XI Commissione.

Maria Grazia GATTI (PD), ricollegandosi a talune considerazioni svolte dal deputato Santagata nella seduta di ieri, chiede al relatore se sia in grado di fornire chiarimenti in merito all'anomalo incremento di residui risultante dai documenti finanziari all'esame della Commissione. Ritiene importante, in particolare, acquisire ulteriori elementi di conoscenza circa i residui accertati al 31 dicembre 2010, che

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risulterebbero complessivamente pari ad oltre 19 miliardi di euro e che sono indicati come somme rimaste da pagare sulla competenza. Si domanda, pertanto, come sia possibile avere accumulato una tale quantità di risorse, ipotizzando una poco oculata gestione finanziaria rispetto all'assolvimento di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, fa notare che il dato testé richiamato appare non corretto, atteso che la cifra di oltre 19 miliardi di euro sembrerebbe, in realtà, ricollegabile a valori di natura complessiva esposti nella documentazione di sintesi e non certo alla quantità di residui accertati nei documenti finanziari riferiti allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attualmente all'esame della Commissione, che risultano pari a circa 9 miliardi di euro, come precisato nella relazione introduttiva svolta nella seduta di ieri. Fa notare, peraltro, che, trattandosi di somme non spese dalle amministrazioni negli esercizi passati, ma iscritte in conto residui (e, pertanto, immediatamente utilizzabili), esse risultano nella piena disponibilità del Ministero, che potrà farvi ricorso per realizzare gli interventi di competenza ed effettuare gli eventuali pagamenti in coerenza con la normativa generale di contabilità pubblica, restando inteso che - in mancanza di effettivi titoli contabili - i residui diverranno comunque economie di spesa.

Cesare DAMIANO (PD) ritiene che il dibattito sui provvedimenti in esame abbia evidenziato una certa approssimazione del Governo e della maggioranza, che appaiono incapaci di fornire adeguate garanzie nelle attività di tenuta dei conti pubblici, oltre che risposte convincenti in relazione alle questioni poste. Manifesta, quindi, la propria preoccupazione per l'incremento dei residui certificato dai documenti finanziari, chiedendosi, in particolare, come sia possibile che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali abbia accantonato somme così ingenti, a fronte della necessità di sostenere spese correnti per il finanziamento di importanti prestazioni sociali e di essenziali politiche pubbliche, anche connesse al pagamento di competenze a favore del personale pubblico.
Per le ragioni esposte, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulle proposte di relazioni favorevoli formulate dal relatore.

Giovanni PALADINI (IdV) lamenta una totale mancanza di chiarezza del Governo nel rendere conto al Parlamento della gestione finanziaria della contabilità dello Stato, facendo notare come risultino estremamente oscuri, in particolare, i dati concernenti i residui, non comprendendosi quante somme siano effettivamente a disposizione dei diversi dicasteri e per quali finalità, in taluni casi, queste vengano accantonate.
Preannuncia, pertanto, il voto contrario del suo gruppo sulle proposte di relazioni favorevoli formulate dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l'anno finanziario 2010. Approva, inoltre, con distinte votazioni, la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2011, con riferimento, rispettivamente, alla Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza) e alla Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza). Delibera, altresì, di nominare il deputato Vincenzo Antonio Fontana quale relatore presso la V Commissione.

Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

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Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che, alla luce delle novità introdotte con la legge n. 196 del 2009, che ha riformato il sistema di contabilità pubblica, la XI Commissione è chiamata ad esaminare - per l'espressione del parere alla V Commissione - la Nota di aggiornamento al DEF 2011, appena presentata dal Governo alle Camere, che rappresenta il documento per la programmazione finanziaria e di bilancio, cui l'articolo 7 della citata legge n. 196 ha affidato il compito di aggiornare le previsioni economiche in relazione alle informazioni riviste sull'andamento macroeconomico e di finanza pubblica rispetto a quelle utilizzate per il DEF e di rimettere a punto gli obiettivi programmatici (per tenere conto delle eventuali raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea sull'aggiornamento del Programma di Stabilità) o la loro articolazione.
Sotto un profilo di carattere generale, rileva che la Nota presenta il quadro macroeconomico aggiornato per gli anni 2011-2014; in questo ambito, a suo avviso, il dato di maggiore interesse per il Parlamento indica che rispetto alle previsioni originarie del DEF l'economia italiana sperimenterà una minore crescita, cumulata nel periodo 2011-2014, pari a circa 2 punti percentuali (con un'espansione tendenziale del PIL prevista allo 0,7 per cento per il 2011, allo 0,6 per cento nel 2012, allo 0,9 per cento nel 2013 e all'1,2 per cento nel 2014). Fa notare, al riguardo, che, se si mette a confronto tale percorso in risalita del PIL con il dato della caduta (-5 per cento) del 2009, viene in evidenza la complessità della situazione in cui si deve operare, ritenendo, tuttavia, ingiusto attribuire queste tendenze poco lusinghiere a ragioni riconducibili alla politica economica italiana. Osserva, infatti, che tale flessione - che rende necessaria la revisione del quadro macroeconomico all'interno della Nota di aggiornamento - è causata soprattutto dal rallentamento dell'economia mondiale e dai conseguenti riflessi sulla situazione interna, peraltro resa più pesante dalle recenti tensioni sui mercati finanziari.
Fa presente che nell'anno in corso è in atto una brusca frenata del commercio mondiale (+5,6 per cento contro un +15,3 per cento del 2010), che si riverserà anche nel 2012 (+4 per cento); nel giugno scorso le previsioni erano rispettivamente pari a +9,1 per cento e a +7,9 per cento e la crescita prevista dell'economia americana è risultata di un terzo inferiore di quanto previsto (+2 per cento contro il 2,9 per cento), mentre nei paesi del G7 è prevista nel quarto trimestre dell'anno in corso una crescita nulla. Rileva poi che anche nell'Eurozona si passa dal previsto +1,6 per cento per cento ad un più 1 per cento, mentre flette dal 6,3 per cento al 5,9 per cento la crescita dei Paesi emergenti. Mette in evidenza, pertanto, che il documento in esame pone in risalto come, proprio per fronteggiare i possibili rischi derivanti da tale contrazione del PIL, il Governo, con le misure approvate a luglio e ad agosto scorsi, abbia mirato all'obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, un anno prima rispetto a quanto ipotizzato nel DEF: in tal modo, il debito pubblico seguirà un sentiero di ancor più rapida riduzione, nel senso che, pur confermando le stime già presenti nel DEF, registrerà comunque una diminuzione più marcata negli ultimi 2 anni, fino a giungere al 112,6 per cento in rapporto al PIL nel 2014.
In proposito, osserva che la stessa Nota di aggiornamento rileva come l'approvazione delle misure di emergenza adottate nel corso dell'estate garantisca la predetta anticipazione del pareggio di bilancio, in quanto la manovra di luglio, in linea col DEF, ha previsto una correzione netta cumulata pari a circa 48 miliardi (2,8 per cento del PIL), mentre quella di agosto, a seguito delle turbolenze sui mercati finanziari e in conseguenza dell'insorgere di problemi di credibilità di taluni aspetti della manovra stessa sui mercati internazionali, ha portato il Governo e il Parlamento alla correzione netta cumulata a circa 59,8 miliardi (3,5 per cento del PIL). Fa notare, quindi, quanto fondamentale sia stato il contributo del Capo dello Stato in ambedue le occasioni: a luglio con

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l'invito rivolto alle forze politiche ad approvare in pochi giorni il provvedimento, pur senza rinunciare alle loro autonome valutazioni; ad agosto, con l'esortazione a rafforzare i contenuti del cosiddetto «decreto di ferragosto» e a venire a capo, assumendo le necessarie decisioni, di un dibattito che rischiava di avvitarsi su se stesso.
In tale contesto, rileva che la Nota di aggiornamento mette in evidenza le principali riduzioni di spesa che hanno contribuito a rivedere, nei termini appena indicati, i dati di natura macroeconomica, soffermandosi, tra l'altro, sulle misure per la sostenibilità del sistema previdenziale: in tale settore, infatti, grazie alle misure che la Commissione ha avuto modo di esaminare durante l'esame del relativo decreto, si prevede un risparmio di 1 miliardo di euro nel 2012, di 3,5 miliardi di euro nel 2013 e di 3,3 miliardi di euro nel 2014. Osserva che il documento in esame, peraltro, fa notare come la sostenibilità del sistema pensionistico italiano sia stata ulteriormente rafforzata con i provvedimenti in precedenza richiamati, che hanno «realizzato un maggior rigore nei requisiti di accesso al pensionamento».
Con riferimento, quindi, agli evidenziati profili di più diretto interesse della XI Commissione, osserva che la Nota di aggiornamento - dopo avere esposto il quadro macroeconomico generale, le raccomandazioni di politica economica rivolte dalle istituzioni europee all'Italia e gli elementi di sintesi delle manovre già adottate - dedica anche alcune pagine alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico. Rileva che la Nota, avvalendosi largamente di quanto risulta dalle «Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario» (Rapporto n. 12, a cura del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato), riporta un raffronto tra le nuove misure in materia previdenziale e il sistema previgente, che evidenzia come, sovrapponendo alla normativa precedente gli interventi adottati dal Governo con il recente decreto n. 98 del 2011, si registri un effetto di contenimento aggiuntivo dell'incidenza della spesa pensionistica rispetto al PIL crescente dal 2012, che raggiunge 0,6 punti percentuali di PIL attorno al 2030, mentre nei successivi quindici anni il risparmio si attesta attorno a un valore di circa 0,3 punti percentuali, per poi sostanzialmente annullarsi negli anni finali: l'effetto cumulato di contenimento, dunque, è pari a circa 12 punti percentuali di PIL al 2050. Fa presente, peraltro, che, ricostruito l'assetto normativo vigente in materia di pensionamento di vecchiaia ordinaria e di pensionamento anticipato (con i relativi riferimenti all'adeguamento del sistema previdenziale alle aspettative di vita), la Nota conclude con una valutazione degli effetti più complessivi prodotti dai più recenti interventi di riforma (rispetto alla legislazione antecedente), che comporterà «una significativa riduzione dell'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL che raggiunge in media 1,4 punti percentuali annui nell'intero periodo 2015-2040»; in termini cumulati al 2050, dunque, gli interventi complessivi danno luogo a una riduzione di circa 39 punti percentuali (di cui circa il 60 per cento è da ascrivere agli effetti delle recenti manovre). Osserva, altresì, che la proiezione (con riferimento allo scenario elaborato dall'ISTAT, con base 2007) prevede: un aumento della speranza di vita, al 2050, di 5,9 anni per i maschi e di 5,8 anni per le femmine rispetto ai dati del 2005, che porta i valori di fine periodo rispettivamente a 84,5 e a 89,5 anni; un tasso di fecondità che converge gradualmente da 1,37 a 1,58; un flusso netto di immigrati di poco inferiore alle 200.000 unità l'anno. A suo giudizio, dunque, questi dati, in particolare quelli riguardanti l'attesa di vita, giustificano visibilmente le misure adottate nell'attuale legislatura sull'età pensionabile e sull'aggancio automatico alle dinamiche demografiche, in modo da assicurare la stabilità e l'equilibrio del sistema.
Segnala, infine, che nel triennio 2008-2010 il rapporto tra spesa pensionistica e PIL è cresciuto di 1,4 punti percentuali, passando dal 13,9 per cento del 2007 al 15,3 per cento del 2010 (un livello prossimo al picco del 15,5 per cento, previsto

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nel periodo 2040-2043); tale incremento è dovuto (secondo quanto sostiene la Ragioneria Generale dello Stato) esclusivamente agli effetti negativi della crisi economica sul denominatore del rapporto, tanto che una messa a punto di taluni parametri del sistema (incluso quello «portante» dell'età pensionabile in relazione ai trend dell'aspettativa di vita) si è rivelato non solo opportuno ma necessario, ferme restando ovviamente le tante e diverse considerazioni che potrebbero essere svolte sulle modalità operative dell'intervento.
In conclusione, dichiara l'intenzione di verificare gli eventuali elementi di riflessione che emergeranno dal dibattito, prima di procedere alla predisposizione di una proposta di parere sulla Nota di aggiornamento, preannunciando sin d'ora un orientamento sostanzialmente favorevole, dal momento che, per le sue caratteristiche e finalità, la Nota stessa assume un ruolo di verifica e di certificazione dei processi macroeconomici, piuttosto che di scelta degli indirizzi politici.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono richieste di intervento, avverte che le modalità di prosecuzione dell'esame del provvedimento in titolo saranno definite nell'imminente riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, fermo restando che il dibattito in materia proseguirà anche nella seduta di domani.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 28 settembre 2011.

Predisposizione del programma dei lavori per il periodo ottobre-dicembre 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45.