CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 settembre 2011
539.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.15.

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Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 settembre 2011.

Renato CAMBURSANO (IdV) osserva preliminarmente come l'esame dei disegni di legge relativi al rendiconto per l'anno 2010 e all'assestamento del bilancio per l'esercizio 2011 cada in una fase nella quale, come ha rilevato in una recente intervista l'economista Allen Sinai, «gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull'Italia», in quanto la crisi scoppiata nel nostro paese è una miccia che può accendere una fiammata globale. Prescindendo quindi dai segnali moderatamente positivi forniti dai mercati in questi ultimi giorni, attribuibili essenzialmente a «rimbalzi» di carattere tecnico, ritiene che sarebbe opportuno che i documenti all'esame della Commissione fornissero un quadro tale da confortare i mercati internazionali. A questo riguardo, osserva che il rendiconto generale dello Stato dovrebbe costituire, unitamente al bilancio di previsione, lo strumento essenziale per lo svolgimento da parte del Parlamento della funzione di indirizzo e controllo nel confronto del Governo, rilevando tuttavia come l'analisi svolta dalla Corte dei conti attesti come i dati riferiti a oltre l'8 per cento del bilancio siano sostanzialmente inattendibili. In questo contesto, ritiene quindi che anche l'eventuale introduzione nella nostra Costituzione dell'obbligo del pareggio di bilancio, che pure ritiene auspicabile, rischierebbe di non produrre gli effetti sperati in assenza di un miglioramento nella gestione del bilancio. Questo miglioramento richiede, a suo avviso, un chiaro commitment da parte del Governo e del Parlamento su questi temi e un conseguente adeguamento della legge di contabilità e finanza pubblica e delle procedure parlamentari. In proposito, ritiene comunque apprezzabili le innovazioni prefigurate dalle disposizioni in materia di revisione integrale della spesa, introdotte, per iniziativa dell'opposizione, nel decreto-legge n. 138 del 2011, pur sottolineando che, al fine di garantire una loro piena efficacia, sarebbe stato opportuno recepire i contenuti delle proposte emendative da lui presentate al riguardo. Nel segnalare come la legge n. 196 del 2009 e la legge n. 39 del 2011 avrebbero dovuto prevedere procedure razionalizzate e semplificate per l'esame dei documenti di finanza pubblica, osserva come non sia sufficientemente valorizzato il ruolo del rendiconto e dell'assestamento, sottolineando il ruolo che il primo di questi provvedimenti riveste ai fini dell'analisi dell'operato del Governo nell'esercizio finanziario concluso. A tale riguardo, sottolinea come l'Esecutivo non abbia rispettato gli obiettivi individuati in sede di preventivo, ricordando come anche nell'esercizio in corso il Ministro Tremonti abbia a lungo negato l'esigenza di nuove manovre correttive, parlando di «manutenzione» e «tagliandi» delle disposizioni già introdotte. Nell'evidenziare come sarebbe opportuno che il Ministro chiuda questa officina meccanica, rileva come nell'attuale congiuntura, che impone il raggiungimento di rilevanti obiettivi in termini di riduzione del debito e dell'indebitamento e di crescita economica, si rende necessaria non solo una fase di attenta programmazione dell'allocazione delle risorse, ma anche una migliore gestione delle risorse stesse. Passando all'esame dei dati contenuti nel rendiconto, osserva in primo luogo che il saldo netto da finanziare, che rappresenta l'indicatore più significativo, pur segnando un miglioramento rispetto al 2009, rimane ancora assai elevato. Con riferimento al versante della spesa, rileva che per la prima volta si riscontra un limitato contenimento della spesa corrente, che si riduce dell'1,4 per cento in termini assoluti, osservando tuttavia come tale riduzione giunga troppo

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tardi e sia comunque inferiore alla misura dei tagli lineari adottati dal Governo, che evidentemente non raggiungono appieno il proprio scopo. Nel sottolineare come sia necessario considerare anche quali siano le spese ridotte, si chiede in primo luogo se la positiva riduzione del 25,2 per cento dei consumi intermedi non determinerà una crescita di tali spese nell'esercizio in corso. Giudica, invece, con preoccupazione la riduzione del 32,6 per cento dei trasferimenti alle famiglie e alle istituzioni sociali e il calo dell'11,3 per cento della spesa in conto capitale, segnalando altresì la crescita del debito pubblico, riferibile essenzialmente alla crescita del debito delle amministrazioni centrali. In definitiva, ritiene che il rendiconto certifichi l'inadeguatezza delle politiche del Governo, testimoniata peraltro anche dalla circostanza che tra il mese di luglio e il mese di agosto sono state varate imponenti manovre correttive. Ricorda, inoltre, che nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza il Governo riconosce che tali manovre determinano effetti di minore crescita del prodotto interno lordo, quantificati in due punti percentuali, osservando come i dati relativi all'andamento del PIL contenuti nella Nota di aggiornamento siano sensibilmente inferiori rispetto a quelli del Documento di economia e finanza, ma migliori delle previsioni effettuate dal Fondo monetario internazionale. A questo proposito, osserva altresì che i dati contenuti nel Fiscal monitor del Fondo monetario internazionale escludono il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, prevedendo per tale esercizio un deficit pari all'1 per cento del prodotto interno lordo, dato che si confermerebbe anche negli esercizi successivi. Nell'esprimere, quindi, preoccupazione per la riduzione del debito pubblico e per l'andamento della pressione fiscale, si sofferma sulle previsioni relative alla disoccupazione, che - a suo avviso - non scontano ancora gli effetti della mancata crescita economica. Nel complesso osserva che, sulla base dei dati contenuti nella Nota di aggiornamento, nel periodo tra il 2010 e il 2014 si registrerà un incremento delle spese correnti al netto degli interessi di 31,7 miliardi, una crescita della spesa per interessi di 24,1 miliardi di euro e una contrazione delle spese in conto capitale di 13,6 miliardi di euro, a fronte di un incremento delle entrate di oltre 96 miliardi di euro e della riduzione di 20 miliardi delle agevolazioni fiscali. Richiamando le valutazioni del CER, osserva come le manovre realizzate di recente a fronte degli attuali tagli di spesa promettano futuri incrementi della tassazione, senza destinare risorse allo sviluppo o alla crescita dei consumi. Nel complesso, ritiene che le recenti manovre finanziarie abbiano concorso a determinare una rilevante perdita di competitività del nostro sistema produttivo, confermando l'inadeguatezza dell'azione dell'Esecutivo che per troppo tempo ha rinviato ogni azione, per poi procedere con misure inadeguate, come i tagli lineari, senza prevedere alcuna forma di stimolo all'economia. Nel richiamare i dati del rendiconto generale dello Stato, osserva come le entrate registrino un andamento positivo solo in ragione dell'incremento dell'incidenza della voce relativa all'accensione dei prestiti, mentre per le spese la riduzione di quelle in conto capitale supera ampiamente, in termini percentuali, la diminuzione della spesa di parte corrente. In ogni caso, esprime una valutazione critica sull'affidabilità dei dati del rendiconto, osservando che la massa dei residui attivi e di quelli passivi si aggira attorno a 300 miliardi di euro, dimostrando come nel suo complesso la macchina pubblica non funzioni adeguatamente. In particolare, ricorda come i ritardati pagamenti stiano creando gravi problemi gestionali a tutte le pubbliche amministrazioni e, a cascata, ai loro creditori, sottolineando come la consistente massa di debiti pregressi sia sostanzialmente incompatibile con il principio dell'annualità del bilancio. In definitiva, esprime un giudizio fortemente critico sul rendiconto dello Stato, richiamando le criticità segnalate anche dalla Corte dei conti nella sua relazione sul provvedimento. Per quanto riguarda il disegno di legge di assestamento, osserva

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come il bilancio preventivo fosse stato predisposto sulla base delle previsioni contenute nella Decisione di finanza pubblica del settembre 2010, che reca dati assai ottimistici, che ora appaiono assolutamente insostenibili. Parimenti, osserva come siano superati i dati contenuti nel Documento di economia e finanza presentato nell'aprile scorso, ribadendo che, successivamente all'approvazione di quel Documento, sono intervenute due manovre che hanno determinato una rilevante correzione degli andamenti di finanza pubblica. Rileva, tuttavia, come - a fronte di tali novità - il Governo abbia introdotto una sola modifica nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, recependo le disposizioni relative alla riduzione delle spese inizialmente accantonate, a titolo di clausola di salvaguardia, in relazione alla gara per l'assegnazione delle frequenze radiotelevisive. Sul versante della spesa, rileva come il disegno di legge preveda una riduzione legata essenzialmente a due fattori, uno non riferibile all'azione del Governo, in quanto connesso alla rideterminazione del contributo al bilancio dell'Unione europea e uno assolutamente implausibile, in quanto attribuito alla riduzione della spesa per interessi. Nel rilevare come tale ultima previsione sia assolutamente incredibile, visto l'andamento dei rendimenti dei titoli di Stato, a meno di ipotizzare una ingente sovrastima delle previsioni iniziali, esprime preoccupazione anche per l'andamento dei residui, rilevando che - come evidenziato dalla Corte dei conti - la crescita dei residui attivi non rassicura in ordine alla tenuta dei conti dello Stato. A suo avviso, suscita inoltre allarme la previsione dell'articolo 2 del disegno di legge di assestamento, che eleva da 70 a 75 miliardi di euro il limite massimo per l'emissione dei titoli del debito pubblico, osservando come tale incremento testimoni in modo evidente la crescita dell'onere del debito. Nel segnalare anche il sensibile incremento della dotazione del Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa, esprime conclusivamente apprensione per la tenuta dei conti pubblici e privati nel prossimo futuro, dichiarando di temere un gelido inverno.

Maino MARCHI (PD), preliminarmente, pur evidenziando come sia positiva la novità della presentazione del cosiddetto «eco rendiconto», volto a tenere conto delle tematiche ambientali, rileva la necessità dell'introduzione di una vera contabilità ambientale, che presupporrebbe la modifica del quadro normativo esistente. Richiama in tal senso le esperienze tenute in questi anni dagli enti locali ed auspica la ripresa della discussione delle iniziative legislative sul tema. Con riferimento al disegno di legge di rendiconto, sottolinea l'enfasi con la quale è stato presentato il dato sull'indebitamente, migliore rispetto alle previsioni e chiede come sia possibile, in una situazione rappresentata come positiva nel rendiconto, che l'Italia versi nella più grave crisi finanziaria della storia repubblicana. Rileva che, evidentemente, non tutto è andato per il meglio, come si vuole sostenere e rimangono irrisolti taluni nodi, peraltro richiamati dallo stesso relatore. In particolare, ricorda la questione dei residui passivi e dell'andamento della spesa corrente, malgrado gli interventi correttivi adottati. Ritiene che le ragioni di ciò andrebbero approfondite. Parimenti ritiene necessario un approfondimento sui debiti pregressi e sulla certezza delle entrate previste negli ultimi provvedimenti in materia finanziaria. Sul versante della spesa pubblica, rileva come il contenimento attuato attraverso le manovre recentemente adottate non possa essere giudicato positivamente, atteso che la riduzione maggiore riguarda le spese in conto capitale, piuttosto che le spese correnti, laddove le prime andrebbero salvaguardate al fine di sostenere la crescita del Paese. Ritiene altresì necessario un ulteriore approfondimento anche in riferimento al calo dell'indebitamento, in considerazione dell'aumento del livello di debito pubblico. In proposito rileva che la forte decrescita del PIL del 2009 rispetto al 2008 ha consentito un incremento del medesimo per il 2010 in termini percentuali

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superiore alle attese, ma, in termini assoluti, modesto, tanto da comportare un sensibile deterioramento del rapporto con il debito. Sottolinea, quindi, l'importanza di affrontare al più presto il tema della crescita, ricordando che l'Italia è il Paese che nell'ultimo decennio è cresciuto meno in Europa. All'uopo, sottolinea come le proposte avanzate dal Partito Democratico sul tema avrebbero, a suo avviso, potuto produrre effetti significativamente positivi sullo sviluppo. Osserva come nel triennio sarebbero stati stanziati circa 40 miliardi di euro per la crescita e evidenzia come sarebbe utile avere un puntuale rendiconto di tali investimenti, atteso che in Italia è mancata una vera politica per la crescita. In particolare, precisa che sarebbe utile capire quanto di tali risorse è stato effettivamente erogato per le finalità previste. Rileva inoltre come, atteso che, fino ad ora, si è enfatizzato l'alto livello del risparmio privato a fronte di un debito pubblico pure elevato, sarebbe utile avere il quadro aggiornato del risparmio privato, in ragione della minore propensione al risparmio delle famiglie evidenziata da tutti gli economisti. Sottolinea quindi come il problema della crescita richiederebbe una soluzione a livello europeo, ma rileva che i governi, prevalentemente di centro destra, che oggi guidano i principali paesi europei hanno dimostrato di non avere la capacità di affrontare la tematica in maniera adeguata e innovativa, avendo conquistato il potere sulla base dell'ideologia della paura. Con riferimento al disegno di legge di assestamento, sottolinea come il vero assestamento sia quello che è stato realizzato con l'approvazione della manovra, che ha fortemente modificato il quadro delle entrate. Rileva in proposito come sarebbe utile disporre del quadro effettivamente aggiornato, anche per comprendere pienamente gli effetti delle manovre adottate e le ragioni della riduzione del livello di crescita per il 2011. Ritiene che andrebbe chiarita l'attendibilità del dato sulla spesa per interessi alla luce del forte incremento dei rendimenti dei titoli di Stato nei primi mesi del secondo semestre dell'anno. Chiede inoltre di chiarire come si intenda procedere nell'attuazione delle recenti disposizioni in materia di revisione della spesa. Atteso il quadro in cui questo disegno di legge di assestamento viene presentato, fa presente che l'attività emendativa, per ragioni politiche, non potrà che essere contenuta.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, al fine di consentire lo svolgimento della prevista riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite I e V, rinvia il seguito dell'esame congiunto alla seduta convocata al termine della seduta in sede di deliberazione di rilievi sull'atto n. 402.

La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.15.

Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010.
C. 4590 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, illustra il contenuto del provvedimento, che reca la ratifica e l'esecuzione degli scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione

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per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, osservando che, per quanto di competenza della Commissione, il provvedimento non presenta profili problematici di carattere finanziario.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda in ordine all'assenza di profili finanziari problematici.

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, propone di esprimere nulla osta sul disegno di legge.

La Commissione approva la proposta di parere.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005.
C. 4591 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, ricorda che il disegno di legge reca la ratifica dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione, firmato il 7 dicembre 2005 tra l'Italia e il Kuwait e che il testo, già approvato dal Senato, è corredato di relazione tecnica. Con riferimento all'articolo 3 del disegno di legge di ratifica, che reca la clausola di copertura finanziaria, rileva che l'accantonamento del quale è previsto l'utilizzo reca le necessarie disponibilità ed una specifica voce programmatica. Con riferimento all'allineamento temporale tra la quantificazione degli oneri e la copertura finanziaria prevista dalla norma, ricorda che al Senato il Governo ha confermato che la prima riunione della Commissione mista di cui all'articolo 27 dell'Accordo si terrà in Kuwait non prima del 2013. In merito all'articolo 2 dell'Accordo, recante cooperazione nel settore artistico, non ha rilievi da formulare, tenuto conto che, alla luce di quanto affermato dalla relazione tecnica circa il carattere inderogabile delle ipotesi e degli elementi posti alla base della quantificazione, la spesa indicata dalla relazione tecnica, sia pure calcolata forfetariamente, dovrebbe costituire un limite massimo in sede di applicazione dell'Accordo. Per quanto concerne l'articolo 3 dell'Accordo, in materia di cooperazione tra istituzioni, associazioni e centri culturali, osserva che, fermo restando il richiamo al rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore, andrebbero comunque acquisiti elementi volti ad escludere l'insorgenza di effetti finanziari non previsti, tenuto conto che non viene puntualmente delimitata la portata applicativa del principio, sancito dalla norma, di garanzia del trattamento più favorevole nel Paese ospitante. Con riferimento all'articolo 4 dell'Accordo, in materia di cooperazione in campo editoriale, osserva che, in base ai criteri desumibili dalla relazione tecnica, le spese per il vitto e l'alloggio dei bibliotecari e degli archivisti italiani inviati in missione dovrebbero essere poste a carico del Paese ospitante. Sul punto, ritiene che andrebbe acquisita una conferma, tenuto conto che tale indicazione non è contenuta nel testo dell'Accordo. Osserva inoltre che la relazione tecnica non considera le spese di assicurazione, che sono state invece quantificate con riferimento ad analoga fattispecie recata dal successivo articolo 17. Su tale aspetto, considera opportuno acquisire un chiarimento da parte del Governo. In merito all'articolo 6 dell'Accordo, recante cooperazione nel settore dell'archeologia, osserva che la relazione tecnica esclude effetti onerosi a carico del bilancio dello Stato, ma non fa riferimento ai possibili riflessi sui saldi di fabbisogno ed indebitamento. Fa presente che tale profilo andrebbe considerato, tenuto conto che le Università pubbliche rientrano nell'aggregato della Pubblica Amministrazione. Sul punto, ritiene opportuno acquisire una

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valutazione del Governo. Per quanto riguarda l'articolo 7 dell'Accordo, concernente lo scambio di informazioni nei settori dell'istruzione, della scienza e della cultura, pur tenuto conto di quanto precisato dalla nota tecnica circa la modalità telematica nella quale dovrebbe avvenire lo scambio di informazioni, osserva che, al fine di escludere effetti finanziari non considerati dalla relazione tecnica, andrebbero acquisiti elementi volti a precisare i profili attuativi della disposizione che prevede visite di personalità del settore dell'istruzione, della scienza, della cultura e dell'informazione. Con riferimento all'articolo 8 e 9 dell'Accordo, in materia di visite di specialisti nel settore dell'istruzione e scambi di materiale scolastico, osserva che andrebbero acquisiti elementi volti a confermare che il limite delle risorse disponibili, indicato dalla nota tecnica, costituisce un riferimento inderogabile per l'attuazione della norma. Osserva, infatti, che la documentazione predisposta dal Governo non precisa se, ed in quale misura, sussistano allo stato risorse utilizzabili per le finalità previste dalle disposizioni in esame. Non ha rilievi da formulare per i profili di quantificazione in merito all'articolo 10 dell'Accordo, recante collaborazione nel settore dell'istruzione, tenuto conto che, secondo quanto desumibile dalla relazione tecnica, l'onere in esame dovrebbe costituire il limite di spesa nell'ambito del quale potrà essere data applicazione alla norma. Per quanto concerne gli articoli 11 e 14 dell'Accordo, recanti ulteriori previsioni nel campo dell'istruzione, al fine di escludere effetti finanziari non previsti, ritiene opportuno che il Governo fornisca chiarimenti in merito ai profili attuativi della norma, con particolare riferimento alle modalità con cui saranno realizzati gli scambi di esperienze e di visite nei settori considerati dal testo, quali scuola e istruzione, amministrazione scolastica, biblioteche, teatro, sport. Non ha nulla da osservare riguardo all'articolo 12 dell'Accordo, in materia di collaborazione nel settore della didattica linguistica, tenuto conto che, in base a quanto affermato dalla relazione tecnica circa l'inderogabilità delle ipotesi poste alla base della quantificazione, l'onere in esame va considerato come un limite di spesa. Con riferimento all'articolo 15 dell'Accordo, recante cooperazione nel settore universitario, osserva che la relazione tecnica non considera le spese di assicurazione, che sono state invece quantificate con riferimento ad analoga fattispecie recata dal successivo articolo 17. Su tale aspetto ritiene opportuno acquisire un chiarimento del Governo. Non ha rilievi da formulare per i profili di quantificazione dell'articolo 17 dell'Accordo, recante cooperazione scientifica e tecnologica, tenuto conto che gli oneri in esame sono da considerarsi parametri inderogabili per l'attuazione del provvedimento, né per i profili di quantificazione dell'articolo 18 dell'Accordo, in materia di concessione di borse di studio, tenendo conto che gli oneri in esame sono da considerarsi parametri inderogabili per l'attuazione del provvedimento. Con riferimento all'articolo 19 dell'Accordo, in materia di attività nel settore della gioventù, non ha rilievi da formulare per i profili di quantificazione, tenuto conto che la somma indicata dalla relazione tecnica è da considerarsi quale parametro inderogabile per l'attuazione del provvedimento e considerato, altresì, che l'onere, qualificato come contributo, è da intendersi come limite massimo di spesa. In merito all'articolo 20 dell'Accordo, concernente lo scambio di programmi culturali, ritiene opportuno che il Governo fornisca ulteriori chiarimenti in merito ai soggetti chiamati a fare fronte ad eventuali oneri connessi all'attuazione della norma, allo scopo di escludere effetti sui saldi di finanza pubblica derivanti dalla loro riconducibilità all'aggregato delle pubbliche amministrazioni. Con riferimento agli articoli 22, 23 e 24 dell'Accordo, recante cooperazione nel settore dell'informazione, ritiene opportuno che il Governo fornisca chiarimenti in merito ai soggetti potenzialmente interessati dall'attuazione delle norme in esame, allo scopo di escludere l'eventuale insorgenza di oneri a carico della finanza pubblica. In

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merito all'articolo 25 dell'Accordo, in materia di cooperazione nel settore dell'emittenza radiotelevisiva, rileva l'opportunità che il Governo fornisca ulteriori chiarimenti in merito ai soggetti privati chiamati a fare fronte ad eventuali oneri connessi alla disposizione, allo scopo di escludere effetti sui saldi di finanza pubblica derivanti dalla loro riconducibilità all'aggregato delle pubbliche amministrazioni. Con riferimento all'articolo 27 dell'Accordo, recante istituzione di una Commissione mista Italia-Kuwait, segnala l'opportunità che il Governo fornisca una quantificazione delle spese per vitto e alloggio alla luce delle nuove disposizioni che regolano la fattispecie in esame, recate dal citato decreto ministeriale 23 marzo 2011.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, pur richiamando i chiarimenti già forniti nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento e ricordando la limitata portata finanziaria del provvedimento, evidenzia l'esigenza di un rinvio del seguito dell'esame del disegno di legge, al fine di acquisire gli elementi di valutazione richiesti dal relatore.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in considerazione di quanto evidenziato dal rappresentante del Governo, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009.
C. 4592 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, osserva che le spese di vitto dei funzionari in missione sono state calcolate, nella relazione tecnica, utilizzando come parametro la previgente diaria ridotta del 50 per cento. Tale metodologia di calcolo appare superata dall'entrata in vigore della nuova disciplina in materia, che fissa specifici parametri per il rimborso documentato o forfetario delle spese di missione all'estero. Ritiene che andrebbe pertanto acquisita una valutazione del Governo al fine di chiarire l'impatto del nuovo metodo di calcolo rispetto alle quantificazioni in esame. Segnala che tale valutazione andrebbe estesa anche alle spese di pernottamento, per le quali non è chiara la metodologia di calcolo adottata nel provvedimento in esame. Infatti anche la quantificazione di tali spese viene ora regolata dalla nuova disciplina qui richiamata. Giudica anche opportuno che sia chiarito il coordinamento fra le nuove norme sopra richiamate e la disciplina della maggiorazione del 5 per cento sulle spese di viaggio. Infatti, in occasione dell'esame di precedenti provvedimenti di contenuto analogo, il Governo aveva chiarito che tale maggiorazione spetta ai funzionari in missione ai quali sia stata assegnata la diaria intera. Poiché quest'ultima risulta ora abrogata, ritiene andrebbe chiarito quale regime si intenda applicabile alla luce dell'entrata in vigore delle nuove norme sopra richiamate. Segnala, infine, che con riferimento alla quantificazione delle spese connesse all'attuazione dell'articolo 13, lettera a), riguardante lo scambio di funzionari per la conoscenza delle rispettive tecniche doganali, la relazione tecnica da una parte ipotizza che l'Italia ospiti annualmente due funzionari inviati dal Giappone, mentre dall'altra calcola il relativo onere facendo riferimento a un solo funzionario. In proposito giudica opportuno acquisire un chiarimento del Governo, tenuto conto che, secondo quanto indicato dalla relazione tecnica, le ipotesi poste alla base della quantificazione rivestono carattere inderogabile. Con riferimento alla copertura finanziaria degli oneri connessi all'attuazione dell'Accordo, fa presente che la norma autorizza, per l'attuazione della presente legge, la spesa di euro 15.846 annui a decorrere dall'anno 2011. Segnala che al relativo onere si provvede mediante

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corrispondente riduzione dell'accantonamento del fondo speciale di parte corrente relativo al Ministero degli affari esteri. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Al riguardo, rileva che l'accantonamento del quale è previsto l'utilizzo reca le necessarie disponibilità ed una specifica voce programmatica

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI nell'assicurare che il provvedimento non presenta profili finanziari problematici, precisa che l'applicazione della nuova disciplina in materia di spese di missione è suscettibile di determinare un limitato contenimento degli oneri derivanti dal provvedimento.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4592 Governo, approvato dal Senato, recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo;
esprime

PARERE FAVOREVOLE».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.25.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.25.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per la disciplina del trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari.
Atto n. 402.

(Rilievi alle Commissioni I e VII).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Rilievi).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica in oggetto.

Roberto MARMO (PT), relatore, rileva, preliminarmente, che, in base a quanto affermato dalla relazione tecnica, sotto il profilo finanziario la nuova progressione triennale risulta complessivamente neutrale rispetto alla precedente progressione biennale. Sul punto ritiene che non vi siano osservazioni da formulare, tenuto conto che la neutralità finanziaria del nuovo regime è confermata dai valori riportati nelle tabelle di cui all'allegato 1, che mostrano che i totali retributivi per l'intero sviluppo della carriera restano invariati rispetto al regime previgente; e il meccanismo di adeguamento previsto dal regolamento, in base al quale, in sede di primo inquadramento nel nuovo regime, viene attribuito al docente il trattamento stipendiale che sarebbe spettato in base al regime previgente, non determina un onere imprevisto, in quanto il mantenimento, per il primo anno, del trattamento più elevato, rispetto a quello spettante nella nuova progressione triennale, non incide sulle proiezioni di spesa che erano già incorporate nei conti tendenziali. Osserva, inoltre, con particolare riferimento alle retribuzioni di partenza, che il confronto fra il trattamento economico iniziale previsto a legislazione previgente per i professori di prima e seconda fascia e

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l'analogo trattamento economico previsto a regime, per il medesimo personale, dalla nuova disciplina in esame evidenzia che i valori stipendiali di partenza fissati dalla nuova disciplina sono più elevati rispetto a quelli applicati con il sistema previgente. Sul punto segnala che la relazione tecnica afferma che la neutralità finanziaria sarà comunque garantita dalla mancata applicazione dell'istituto della ricostruzione di carriera. Osserva tuttavia che la relazione tecnica non fornisce i dati posti alla base della individuazione dei valori di anzianità media per la ricostruzione indicati dal testo, valori che equivalgono a sei anni per i professori ordinari e a quattro anni per i professori associati. Sul punto giudica opportuno acquisire chiarimenti da parte del Governo. Con riferimento al diritto di opzione previsto dall'articolo 4, da applicarsi secondo i parametri retributivi fissati dall'allegato 4, fa presente che la relazione tecnica esclude che l'opzione, da parte dei docenti già in servizio, per il regime applicato ai nuovi assunti possa comportare vantaggi economici per i singoli e, conseguentemente, nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica: infatti, secondo la relazione tecnica, tale opzione può avvenire soltanto una volta, e purché siano concluse le procedure di rimodulazione del trattamento stipendiale di cui all'articolo 2, con decorrenza dalla maturazione del relativo diritto. Al riguardo ritiene, preliminarmente, che dal tenore letterale dell'articolo 4 non sembra potersi escludere che l'opzione possa essere esercitata anche in una fase successiva rispetto alla rimodulazione del trattamento stipendiale di cui all'articolo 2, ossia rispetto all'entrata in vigore del nuovo regime. Inoltre segnala che il meccanismo opzionale previsto dall'articolo 4 consente ai singoli docenti di valutare, al momento dell'esercizio dell'opzione, il montante stipendiale residuo sulla base dei restanti anni di carriera. Pertanto, se la retribuzione complessivamente percepita in base alla nuova progressione dovesse risultare superiore a quella che si percepirebbe in assenza dell'opzione, la spesa di personale registrerebbe andamenti più sostenuti a parità di dotazioni organiche rispetto a quelli a legislazione previgente. In proposito giudica opportuno acquisire un chiarimento dal Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, con riferimento ai chiarimenti richiesti dal relatore, deposita in primo luogo una tabella contenente i dati di base utilizzati per la ricostruzione di carriera teorica. A tale riguardo osserva che il valore utilizzato è stato stimato considerando la permanenza media dei docenti a tempo pieno nei ruoli precedenti alla ricostruzione di carriera. Precisa, inoltre, che i dati utilizzati sono il frutto di un'analisi statistica sui docenti in servizio nel periodo 1998-2009, presenti nella banca dati del ruolo docenti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, gestita dal CINECA. Con riferimento al diritto di opzione previsto dall'articolo 4, esercitabile da parte dei docenti già in servizio, per il regime applicato ai nuovi assunti, chiarisce, in via preliminare, che l'opzione può essere esercitata una sola volta entro il termine di tre mesi dalla data in cui è maturato il diritto all'attribuzione della nuova classe stipendiale a seguito della rimodulazione del trattamento stipendiale secondo la progressione triennale di cui all'articolo 2 e, pertanto, solo in fase di prima applicazione della nuova progressione triennale e non anche in una fase successiva. Per quanto concerne la possibilità che la retribuzione complessivamente percepita in base alla nuova progressione, vale a dire quella prevista per le nuove assunzioni, risulti superiore a quella che si percepirebbe in assenza dell'opzione, chiarisce che tale possibilità non può verificarsi poiché il sistema, come si evince dall'allegato 4 allo schema di decreto in esame, è costruito in modo tale che la progressione di carriera e il relativo trattamento economico dei soggetti assunti ai sensi della legge n. 240 del 2010 e la progressione di carriera e il relativo trattamento economico dei soggetti assunti secondo l'ordinamento previgente, come rimodulato ai sensi dell'articolo 2, siamo perfettamente corrispondenti.

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Roberto MARMO (PT), relatore, formula la seguente proposta di deliberazione:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per la disciplina del trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari (atto n. 402);
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo per cui:
i dati di base utilizzati per la ricostruzione di carriera teorica - in base alla nuova disciplina - dei docenti universitari sono il frutto di un'analisi statistica sui docenti in servizio nel periodo 1998-2009, che indica un tempo di permanenza media dei docenti a tempo pieno, nei ruoli precedenti alla ricostruzione di carriera, superiore a quello utilizzato quale parametro dal presente schema di decreto ed esplicitato nella relazione tecnica;
con riferimento al diritto di opzione previsto dall'articolo 4 del provvedimento, la progressione di carriera e il relativo trattamento economico dei soggetti assunti ai sensi della legge n. 240 del 2010 e la progressione di carriera e il relativo trattamento economico dei soggetti assunti secondo l'ordinamento previgente, come rimodulato ai sensi dell'articolo 2, sono perfettamente corrispondenti;
considerata la necessità di ovviare ad un mero errore materiale presente nella formulazione del comma 5 dell'articolo 3,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto in esame e formula il seguente rilievo di carattere formale:
all'articolo 3, comma 5, sostituire le parole: ovvero da professore di prima fascia a professore di seconda fascia con le seguenti: ovvero da professore di seconda fascia a professore di prima fascia».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore

La seduta termina alle 15.35.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 28 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.35.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 22 settembre 2011.

Lino DUILIO (PD), richiamando l'intervento svolto dall'onorevole Cambursano, sottolinea come la contestualità dell'esame dei disegni di legge in discussione con la trasmissione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza dimostri come le previsioni attengano più al passato che al futuro. Osserva quindi che la situazione straordinaria attuale richiederebbe l'adozione di misure parimenti straordinarie, altrimenti la credibilità stessa dei documenti in esame ne uscirebbe compromessa. In particolare, rileva come sarebbe necessario un aggiornamento del disegno di legge di assestamento, i cui dati riferiscono a maggio,

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mentre durante l'estate vi è stato un significativo mutamento del quadro finanziario. Con riferimento al disegno di legge di rendiconto, osserva come non si possa gioire del recupero assai modesto registratosi dopo il crollo del PIL nel 2009, mentre si sarebbe dovuto recuperare almeno i livelli precedenti alla crisi. Richiamando una recente affermazione del professor Mario Monti, esprime la preoccupazione che l'Italia possa imboccare il sentiero della decadenza dopo il declino economico. Sottolinea quindi che non si è colta negli ultimi due anni la possibilità di avviare, secondo quanto da lui ripetutamente proposto, un'indagine conoscitiva sulla tematica della crescita che avrebbe consentito di mettere a disposizione del dibattito e del Governo stesso proposte formulate attraverso il confronto con le migliori intelligenze disponibili. Evidenzia come in tale modo si rinunci alla possibilità che il Parlamento possa recuperare la sua centralità. Evidenzia inoltre la necessità di svolgere una più attenta riflessione sulla tematica dei residui passivi. Con riferimento alle entrate, ricordando che, nel disegno di legge di rendiconto, si rappresenta una flessione delle entrate finali di circa 2 miliardi di euro, evidenzia che si registra invece un incremento del 4 per cento delle tasse sugli affari. In proposito, chiede al Governo di chiarire quest'ultimo dato, fornendo anche dati disaggregati con riferimento alle diverse tipologie di IVA, anche per comprendere i relativi risvolti sulla lotta all'evasione fiscale. Con riferimento al disegno di legge di assestamento, osserva che vengono riportate, relativamente alla voce degli interessi passivi, cifre non coincidenti e, in particolare viene prevista una contrazione di oltre 6,1 miliardi di euro, rispetto alle previsioni e un'ulteriore riduzione emergerebbe dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Anche in considerazione delle persistenti turbolenze sui mercati internazionali, che hanno causato un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, chiede al Governo di chiarire se tali previsioni possano ancora essere confermate.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.05 alle 14.15.