CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 luglio 2011
511.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 14 luglio 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.05 alle 14.20.

COMITATO RISTRETTO

Giovedì 14 luglio 2011.

Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi.
C. 4116 Damiano, C. 4366 Cazzola, C. 4455 Di Pietro.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.20 alle 14.25.

INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 14 luglio 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 14.25.

Indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo.
Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro.
(Svolgimento e conclusione).

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare.

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Introduce, quindi, l'audizione, facendo presente che i rappresentanti del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro hanno consegnato una documentazione concernente l'oggetto dell'indagine, di cui autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

Vincenzo SILVESTRI, segretario nazionale del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Cesare DAMIANO (PD), Giuliano CAZZOLA (PdL) e Maria Grazia GATTI (PD).

Vincenzo SILVESTRI, segretario nazionale del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e Giuseppe D'ANGELO, rappresentante del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, rendono ulteriori precisazioni rispetto ai quesiti posti.

Silvano MOFFA, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.05.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 14 luglio 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.

La seduta comincia alle 18.30.

DL 98/11: Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.
C. 4509 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Silvano MOFFA, presidente e relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere con assoluta urgenza il parere di competenza alla V Commissione sul decreto-legge contenente la manovra finanziaria, come risultante al termine dell'esame al Senato, appena conclusosi: fa notare, infatti, che il Parlamento - con grande senso di responsabilità - ha concordato, pur nel rispetto delle differenti posizioni di merito sul contenuto del testo, di accelerare la conversione in legge del decreto, anche in modo da dare un chiaro segnale di tempestività ai mercati internazionali. Rileva pertanto che, attesa l'impossibilità di fornire un quadro complessivo del provvedimento trasmesso dal Senato, la relazione introduttiva si concentrerà sulle sole disposizioni di più immediato interesse della XI Commissione. Sotto questo profilo, segnala anzitutto l'articolo 18, che introduce numerose novità in materia previdenziale. Tra le norme di maggiore rilievo, evidenzia il comma 1, che dispone, a decorrere dal 1o gennaio 2020, un progressivo elevamento, da 60 a 65 anni, del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e per il trattamento pensionistico, liquidato esclusivamente con il sistema contributivo, per le lavoratrici dipendenti private; in base alla progressione, il requisito di 65 anni si applica a decorrere dal 1o gennaio 2032. Osserva poi che il comma 2 modifica la disciplina in materia di ammortizzatori sociali per i lavoratori non rientranti nell'ambito di applicazione dell'indennità di mobilità, mentre il comma 3, modificato al Senato, dispone, per il biennio 2012 e 2013, limitazioni alla rivalutazione automatica sui trattamenti pensionistici di importo superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS: in tali casi, la rivalutazione opera nella misura del 70 per cento per la sola fascia di importo inferiore a 3 volte il trattamento minimo. Fa presente che il comma 4, anch'esso modifica al Senato, anticipa al 2013 il primo elevamento dei requisiti per i trattamenti pensionistici e per l'assegno sociale in relazione all'incremento della speranza di vita, mentre il comma 5 prevede, con effetto sulle pensioni

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decorrenti dal 1o gennaio 2012, che l'aliquota percentuale della pensione a favore dei superstiti dell'assicurato o pensionato deceduto sia ridotta, nei casi in cui il matrimonio con il dante causa sia stato contratto ad età del medesimo superiori a 70 anni e la differenza di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni, del 10 per cento in ragione di ogni anno di matrimonio mancante rispetto al numero di 10.
Si sofferma, quindi, sul comma 14 del predetto articolo 18, che prevede che il Ministero del lavoro, l'INPS, l'INAIL, l'Agenzia delle Entrate e gli enti previdenziali possono stipulare convenzioni per il contrasto dell'omissione ed evasione contributiva. Segnala, poi, che il comma 21 dispone la proroga dell'incarico di direttore generale dell'ISPESL fino al compimento della fase transitoria relativa alla soppressione ente e al suo assorbimento da parte dell'INAIL, e comunque non oltre il 31 dicembre 2011, mentre il comma 22 prevede l'affidamento all'INPS, da parte delle regioni, mediante la stipula di convenzioni, delle funzioni relative all'accertamento dei requisiti sanitari in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità.
Sottolinea, quindi, che importanti modifiche introdotte al Senato hanno riguardato le cosiddette «pensioni d'oro» e la decorrenza delle pensioni di anzianità: il comma 22-bis introduce, infatti, un contributo di perequazione sui trattamenti pensionistici più elevati corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, pari 5 per cento per gli importi che superino i 90.000 euro lordi annui e fino a 150.000 euro, e al 10 per cento per la parte eccedente i 150.000 euro; tale norma si applica a decorrere dal 1o agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014. Al contempo, fa notare che i commi 22-ter, 22-quater e 22-quinquies prevedono un posticipo delle decorrenze del pensionamento di anzianità, pari a un mese per coloro che maturano i requisiti nel 2012, a due mesi per coloro che maturano i requisiti nel 2013 e a tre mesi per coloro che maturano i requisiti a decorrere dal 2014; le decorrenze previgenti continuano tuttavia ad applicarsi a un contingente di 5.000 lavoratori che si trovino in particolari condizioni.
Osserva che, sempre in materia previdenziale, intervengono anche i commi da 1 a 5 dell'articolo 14: tali norme attribuiscono alla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP) i compiti di controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali privatizzati; la COVIP subentra al Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (di seguito Nucleo) per quanto concerne i compiti di controllo sugli enti previdenziali privatizzati ad esso affidati, in ordine alle indicazioni sulla redazione dei bilanci tecnici, alle valutazioni sul riequilibrio economico-finanziario e alla nomina del commissario straordinario in caso di mancato riequilibrio; ad un decreto interministeriale è demandata la definizione delle disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie degli enti previdenziali, di conflitti di interessi e di banca depositaria.
Per quanto concerne gli interventi di contenimento e razionalizzazione delle spese in materia di pubblico impiego, segnala gli articoli 16 e 18: l'articolo 16, in particolare, proroga una serie di misure già vigenti (come la limitazione del turn over e il blocco dei trattamenti economici dei dipendenti pubblici), introduce nuovi incentivi al contenimento delle spese e interviene sulla normativa relativa ai controlli delle assenze per malattia; l'articolo 18 interviene, invece, sulla razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica, nel cui ambito, per quanto di competenza della Commissione, evidenzia, in particolare, i commi da 12 a 15, che disciplinano le modalità di impiego del personale docente permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, collocato fuori ruolo ed idoneo ad altri compiti.
Passando alle disposizioni in materia di lavoro, segnala in primo luogo l'articolo 26, che estende al 2012 il regime fiscale e contributivo agevolato relativo agli emolumenti retributivi, previsti da accordi o

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contratti collettivi territoriali o aziendali sottoscritti da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale (compresi i contratti aziendali sottoscritti ai sensi dell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra Confindustria, Cgil, Cisl, Uil), correlati ad incrementi di produttività. Inoltre, pone in evidenza le seguenti disposizioni: il comma 1 dell'articolo 29, che interviene sulla normativa relativa all'attività di intermediazione in materia di lavoro, introducendo misure di semplificazione amministrativa e volte ad assicurare la trasparenza operativa dei soggetti autorizzati; l'articolo 27, che reca agevolazioni fiscali per favorire la costituzione di nuove imprese, in particolare da parte di giovani ovvero di coloro che perdono il lavoro; il comma 6 dell'articolo 37, che modifica la disciplina sul contributo unificato dovuto nei processi per controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie e per controversie individuali di lavoro; infine, l'articolo 38, che introduce misure finalizzate a ridurre ed accelerare il contenzioso in materia previdenziale e assistenziale.
In conclusione, preso atto del contesto in cui la manovra deve giungere alla sua definitiva approvazione e dell'evidente esigenza di non apportare ulteriori modifiche al testo trasmesso dal Senato, ritiene che vi siano le condizioni per un orientamento positivo da parte della Commissione, fermo restando che eventuali modifiche e integrazioni che dovessero rendersi necessarie, anche alla luce della rapidità con cui la manovra è stata concepita, potranno essere adottate con i successivi provvedimenti normativi che il Governo dovrà approvare in futuro.
Propone, pertanto, di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

Il sottosegretario Luca BELLOTTI dichiara di concordare con la relazione svolta dal presidente.

Maria Grazia GATTI (PD) fa notare che l'orientamento fortemente contrario del suo gruppo sulla manovra in esame è fondato su evidenti elementi di merito.
In primo luogo, rileva il segno negativo delle misure nei confronti delle donne, con un incremento, in particolare, dell'età pensionabile anche nel settore privato, che conferma le preoccupazioni già espresse in occasione dell'innalzamento dei requisiti anagrafici nel pubblico impiego, con i cui risparmi non si è riusciti neanche a colmare il gap nelle politiche di conciliazione, poiché essi sono finiti in un fondo indistinto, che di fatto è stato completamente prosciugato a copertura delle recenti manovre, ivi inclusa quella in discussione.
Lamenta, poi, i tagli lineari previsti all'articolo 40, con gravi riduzioni delle prestazioni assistenziali per la famiglia, che colpiscono addirittura gli assegni familiari e le detrazioni per figli a carico. Si sofferma, altresì, sull'ampliamento - che giudica molto pericoloso - dei soggetti autorizzati all'intermediazione nel mercato del lavoro, disposto dall'articolo 29. Ritiene, altresì, che l'avere reso oneroso il contributo unificato per le cause di lavoro realizzi una pesante penalizzazione per i lavoratori, che rompe il principio di specialità posto a tutela dei loro diritti.
In conclusione, paventa il rischio che la continua ricerca di liquidità immediata a scapito dei pensionati e dei lavoratori porti a configurare una manovra molto pesante, che rischia anche di avere un carattere fortemente recessivo.

Marialuisa GNECCHI (PD) ritiene che il Governo abbia messo in campo un intervento economico lesivo dei diritti dei cittadini, soprattutto per quanto concerne gli aspetti previdenziali e assistenziali, ambiti nei quali vengono messe in discussione posizioni giuridiche già acquisite. Giudica grave, infatti, che l'Esecutivo, nel tentativo urgente di «far cassa», faccia venir meno le certezze previdenziali dei lavoratori, rimettendo la possibilità di andare in pensione ad una sorta di «lotteria» legata a meccanismi casuali, in base ai quali i lavoratori - dipendenti o autonomi -

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rischiano di veder posticipato l'accesso a un diritto.
Si interroga, quindi, sulla reale efficacia economica di misure come quelle che innalzano l'età pensionabile delle donne nel settore privato o che impongo il licenziamento dei pubblici dipendenti con 40 anni di contributi (peraltro, nel pieno della loro carriera), facendo notare che sarebbero stati di gran lunga preferibili per la collettività interventi mirati a fronteggiare la disoccupazione giovanile e femminile, al fine di far lavorare di più chi realmente ha il bisogno di farlo per realizzare il proprio progetto di vita. Manifestate, altresì, forti perplessità sulle disposizioni relative al contenzioso previdenziale e assistenziale, osserva che sarebbe stato più redditizio in termini di risparmi gestionali svolgere una riflessione più complessiva sul mercato del lavoro, prevedendo efficaci forme di intervento contro la disoccupazione, piuttosto che adottare misure penalizzanti per il pubblico impiego, peraltro giudicate di dubbia efficacia sotto il profilo dei risparmi di spesa.

Amalia SCHIRRU (PD), pur rilevando che il senso di responsabilità del suo gruppo non è in discussione, ritiene che debba esprimersi la più ferma contrarietà nei confronti delle anomalie contenute nella manovra all'esame del Parlamento. Tra di esse, enumera anzitutto l'inasprimento del requisito anagrafico per il diritto a pensione, che non tiene conto delle difficoltà presenti nel mondo del lavoro, soprattutto per le donne; si sofferma, inoltre, sulla norma che prevede la riduzione dei trattamenti di reversibilità per i matrimoni tra coniugi con una forte differenza di età, che giudica misera e ridicola. Si domanda, in proposito, se non sia preferibile intervenire su altre voci per conseguire i ben limitati risparmi di spesa previsti, come, ad esempio, la proroga - che ritiene non condivisibile - del direttore generale dell'ISPESL, frutto soltanto dell'incapacità del Ministro di attuare il riordino degli enti previdenziali fissato dalla legge.
Segnalata la pericolosità delle nuove disposizioni che introducono ulteriori convenzioni con l'INPS per le visite mediche agli invalidi civili, che attiveranno soltanto costi aggiuntivi, esprime la massima preoccupazione per una manovra che mira a conseguire i risparmi di spesa soltanto con tagli nei confronti dei soggetti più deboli.
Infine, nel ritenere che il blocco delle assunzioni riproponga misure che porteranno allo sfascio la pubblica amministrazione, lamenta l'iniquità complessiva di un provvedimento destinato esclusivamente a produrre elementi di distorsione nel già complesso contesto della società.

Giuseppe BERRETTA (PD) si sofferma sul tema dell'onerosità del contenzioso giuslavoristico, ritenendo grave che il Ministro competente - dopo avere esaltato la presunta riforma epocale del processo del lavoro - accetti ora che sia palesemente violato il principio della gratuità delle cause del lavoro, nel cui ambito rientrano anche quelle previdenziali e assistenziali: la disposizione sul pagamento del contributo per queste cause, a suo avviso, configura un ulteriore esborso richiesto ai lavoratori, che pone l'ennesimo, pesante, ostacolo all'esercizio dei loro diritti, peraltro neanche comprensibile sotto un profilo economico, se si considerano gli effetti finanziari assolutamente limitati che da questa misura sembrano derivare, anche ad una lettura sommaria della relazione tecnica.
Ritiene, pertanto, che la norma richiamata nasconda la volontà di ridurre sempre più le tutele dei lavoratori, dando vita ad una serie di interventi che - lungi dallo scoraggiare comportamenti negativi - tendono a rendere oltremodo complesso l'accesso alla giustizia; tale tendenza, a suo giudizio, si riscontra anche nel settore degli appalti, se è vero che anche in questo caso la manovra contiene misure che non sembrano per nulla mirate al contrasto dei fenomeni di corruzione, ormai dilaganti nel Paese.
Per tali ragioni, esprime una valutazione fortemente critica nei confronti del

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provvedimenti in esame, palesemente orientato a colpire obiettivi di equità e giustizia.

Lucia CODURELLI (PD) sottolinea gli aspetti negativi della manovra all'esame del Parlamento, che rischia di portare definitivamente a fondo il Paese. In particolare, rileva come il lavoro delle donne, anche con questo provvedimento d'urgenza, non solo continui a non essere riconosciuto, ma addirittura finisca per essere penalizzato: l'accanimento verso l'universo femminile, a suo giudizio, appare manifesto alla luce del taglio delle detrazioni per i servizi quali gli asili nido, nonché dello svuotamento del fondo che avrebbe dovuto sostenere le politiche di conciliazione, il quale - se confermato - finirà anche per impedire l'approvazione del provvedimento in tema di congedo obbligatorio di paternità, all'esame della Commissione.
Nel rimarcare il netto peggioramento della condizione femminile che la manovra produce in termini di violazione dei principi di equità e di promozione dello sviluppo, ritiene che il Governo e la maggioranza abbiano preferito, come al solito, non intervenire sui veri sprechi, lasciando inalterato il quadro esistente e accanendosi soltanto su alcuni tra i soggetti più esposti della società.

Cesare DAMIANO (PD) osserva che la responsabilità mostrata dai gruppi di opposizione, a fronte del rischio di una crisi speculativa senza precedenti e della necessità di favorire una sollecita approvazione della manovra economica, non può essere in alcun modo scambiata per corresponsabilità in relazione a misure legislative che giudica socialmente inique e inefficaci dal punto di vista economico e produttivo. Fa notare che la maggioranza, dopo aver negato per anni l'entità della crisi in atto e aver manifestato profonde incertezze e debolezze (che hanno favorito l'insorgere di fenomeni speculativi), prevede interventi di mera riduzione della spesa pubblica, senza preoccuparsi minimamente di rilanciare la crescita, lasciando per tale ragione insoluti gran parte dei problemi economici e finanziari presenti.
Rileva che la manovra in esame si caratterizza per un'impostazione di forte ingiustizia sociale, dal momento che si stabiliscono misure volte a colpire i ceti medio-bassi, sia mediante interventi sulle rivalutazioni delle pensioni (laddove il precedente Governo Prodi era intervenuto solo su quelle più elevate), sia attraverso disposizioni che ritardano l'uscita dal lavoro, mettendo in discussione posizioni giuridiche soggettive già acquisite. Soffermandosi su altri aspetti della manovra attinenti alla materia del lavoro, osserva che l'azione del Governo sembra andare in una direzione opposta a quella intrapresa - su proposta dei gruppi di opposizione - dalla XI Commissione, che al contrario si è sempre battuta su tematiche di forte impatto sociale, al fine di rendere certi i diritti dei lavoratori; ritiene grave, in proposito, che non si sia assunta alcuna misura a favore dei vincitori e degli idonei nei concorsi, dal momento che sarebbe stato sufficiente stabilire, ad esempio, una ulteriore proroga delle graduatorie, l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di attingere dalle graduatorie vigenti, nonché il divieto di bandire nuovi concorsi, misure efficaci e che non avrebbero avuto alcun onere aggiuntivo.
Esprime, in conclusione, un giudizio fortemente critico sulla manovra, rilevando che con essa il Governo si accanisce contro i soggetti più deboli della società (come testimoniato anche dalla norme sulla sanità e sul processo del lavoro), predisponendo misure che, peraltro, non sembrano in grado di conferire la necessaria certezza e sicurezza nel quadro dei mercati internazionali.
Preannunciando il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore, auspica quindi che la maggioranza abbia un serio ripensamento sul provvedimento e, anche in nome di una più spiccata autonomia rispetto al Governo, decida di accogliere le qualificanti proposte di modifica avanzate dai gruppi di opposizione.

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Giuliano CAZZOLA (PdL), svolgendo considerazioni di carattere preliminare rispetto al dibattito sinora svolto, osserva che i gruppi di opposizione avrebbero anche potuto legittimamente rimproverare al Governo un atteggiamento oscillante e in parte contraddittorio posto in essere in sede di definizione della manovra, ma senza fare - come accaduto prima dell'ultimo intervento del deputato Damiano, al quale invece riconosce una diversa impostazione - un minuzioso elenco di critiche parziali e settoriali, che sembra non tenere in alcun conto il contesto di fragilità economico-finanziaria in cui il Paese è costretto a muoversi. Premesso, inoltre, che il momento attuale potrebbe anche non essere giudicato idoneo a realizzare interventi ambiziosi di riforma fiscale, ritiene che l'unica seria critica che potrebbe eventualmente essere mossa al Governo è il rinvio agli anni a venire dell'efficacia di talune disposizioni, nonché la dilazione della scelta di vere misure di contenimento della spesa, come ad esempio un efficace intervento sull'età anagrafica per il diritto a pensione. Ritiene, peraltro, che non risulti accettabile mettere in discussione - come in realtà hanno fatto numerosi deputati oggi intervenuti nel dibattito - la validità di interventi di riduzione della spesa pubblica (che, per forza di cose, non possono che avere un carattere «lineare» e non selettivo), resi indispensabili dall'esigenza di scongiurare il rischio di una grave crisi speculativa sui mercati internazionali. Si domanda, in proposito, se i gruppi di opposizione siano in grado di avanzare serie proposte alternative da prospettare ai cittadini, che non siano, tuttavia, limitate soltanto a chiedere di far pagare i costi della manovra integralmente al ceto più ricco della società italiana, obiettivo peraltro molto difficile da realizzare in qualsiasi Paese avanzato, se è vero che tutti gli Stati occidentali stanno intervenendo esattamente sugli stessi settori sui quali si concentra la manovra in esame.
Soffermandosi, poi, sulle critiche riferite all'onerosità del processo del lavoro, fa notare che esse hanno avuto un carattere piuttosto parziale, atteso che il contributo unificato si inserisce nell'ambito di una disposizione molto più generale, che incrementa sostanzialmente i costi di tutte le cause, determinando un gettito complessivo di oltre 100 milioni, che non può essere trascurato in una fase come quella attuale.
Pur manifestando, infine, perplessità su talune misure della manovra, tra cui quelle in materia di reversibilità, ritiene, tuttavia, che l'azione del Governo sia stata improntata alla saggezza e alla ragionevolezza, considerata l'urgenza di mettere al riparo il Paese dal rischio concreto di un declino economico finanziario di vaste proporzioni, attraverso la «messa in salvo» dei conti pubblici: tale circostanza induce, quindi, il suo gruppo a votare a favore della proposta di parere del relatore.

Teresa BELLANOVA (PD) giudica non accettabile l'intervento svolto dal deputato Cazzola, nella parte in cui esso non ha tenuto conto che sino all'altro ieri è stato lo stesso Presidente del Consiglio a nascondere la crisi economica all'opinione pubblica, accusando le opposizioni di voler fare solo del «catastrofismo»: in realtà, il Governo si è sinora occupato di ben altre vicende, piuttosto che di risolvere i veri problemi del Paese.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) osserva che il Governo è stato posto di fronte ad una scelta obbligata, che non poteva che andare ad incidere su voci della finanza pubblica immediatamente esigibili, al fine di evitare una vera e propria «bancarotta» dello Stato di fronte al rischio di una crisi finanziaria senza precedenti. Rilevato, poi, che altri importanti Paesi occidentali (come gli Stati Uniti o la Francia) hanno adottato misure di analogo tenore, rivelando, semmai, uno spirito di azione più rigoroso, ritiene di dover dissentire dal deputato Cazzola circa la praticabilità effettiva di una riforma fiscale, che invece potrebbe garantire ampi margini di sviluppo al Paese, pur in un quadro finanziario sostenibile.

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In relazione alle forti perplessità sinora espresse in ordine a quella parte del provvedimento che interviene sulle pensioni di reversibilità, ricorda che sulla medesima questione è in corso presso la XI Commissione l'esame di una proposta normativa che giudica maggiormente efficace, di cui auspica la sollecita prosecuzione dell'iter, atteso che essa offre - a differenza di quanto previsto nella manovra in esame - ampie certezze e garanzie anche sul versante del rispetto dei principi costituzionali.
Valutato, in ogni caso, in termini positivi l'impianto complessivo del provvedimento, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 19.55.