CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 giugno 2011
491.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI ALL'ESTERO

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 8 giugno 2011. - Presidenza del presidente Marco ZACCHERA.

La seduta comincia alle 9.

Sulla I Assemblea Plenaria 2011 del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Torino, 18-20 maggio 2011).
(Svolgimento e conclusione).

Marco ZACCHERA, presidente, ricorda che la legge istitutiva del CGIE, prevede, che il Presidente della Camera ed il Presidente del Senato possano designare ciascuno fino a sette parlamentari, appartenenti

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alle Commissioni competenti per materia, al fine di partecipare ai lavori del CGIE con il solo diritto di parola.
Segnala, quindi, di aver preso parte alla I assemblea plenaria 2011 del CGIE, svoltasi dal 18 al 20 maggio scorsi a Torino, in rappresentanza della Commissione affari esteri della Camera dei deputati, insieme agli onorevoli Franco Narducci, Ricardo Antonio Merlo e Fabio Porta. In tale occasione ha rivolto un saluto a nome dell'intero Comitato e rimarcato la scarsa attenzione politica verso le problematiche che interessano i cittadini italiani all'estero.
Al termine dei lavori dell'assemblea del CGIE sono stati approvati numerosi ordini del giorno, molti dei quali investono le competenze del Comitato e della Commissione affari esteri o quantomeno affrontano temi sempre al centro dei loro interessi.
Ricorda che a seguito del loro accoglimento da parte dell'Assemblea si auspica, in primo luogo, l'introduzione dell'indicizzazione al costo della vita della franchigia di 8.000 euro prevista dal TIUR per i redditi da lavoro dipendente dei lavoratori transfrontalieri, chiedendo ai Parlamentari presenti in quella sede di assumere tutte le opportune iniziative per realizzare tale obiettivo.
L'assemblea plenaria ha quindi espresso fraterna solidarietà al popolo tunisino, che ha intrapreso un percorso di democratizzazione, chiedendo al Governo italiano di rafforzare il suo impegno in aiuti umanitari e sostegno allo sviluppo economico del Paese, e alla comunità italiana residente in Tunisia, di contribuire al rafforzamento del processo di evoluzione democratica e allo sviluppo socio-economico del Paese.
L'Assemblea ha riconfermato il giudizio totalmente negativo sull'intero impianto del disegno di legge sulla riorganizzazione dei COMITES e del CGIE, ora approvato dal Senato e assegnato alla Commissione affari esteri in quanto non si è tenuto alcun conto delle indicazioni e dei suggerimenti avanzati dagli organismi di rappresentanza degli italiani nel mondo e dalle associazioni dell'emigrazione. Si è pertanto richiesta l'apertura di un tavolo di concertazione nell'intento di pervenire ad una proposta che sia in grado di soddisfare le aspettative e i bisogni delle comunità italiane all'estero.
È stata altresì espressa profonda preoccupazione per la ristrutturazione della rete consolare, anche alla luce delle dichiarazioni del sottosegretario Mantica relative al fatto che una moratoria di 12 mesi sulle chiusure di sedi consolari può applicarsi solo per eventuali nuove decisioni. Si è inoltre richiesto con fermezza il ripristino dei capitoli di bilancio relativi all'assistenza diretta ed indiretta agli italiani all'estero.
L'assemblea ha infine proposto l'indizione, ad undici anni di distanza dalla prima, di una Seconda Conferenza degli Italiani nel Mondo.
Invita gli altri colleghi presenti all'assemblea del CGIE ha fornire il loro contributo circa le impressioni ricavate durante lo svolgimento di tali lavori.

Fabio PORTA (PD) sottolinea, in primo luogo, che, come emerso anche nell'assemblea di Torino il CGIE, i COMITES e più in generale il mondo dell'associazionismo esprimono una posizione nettamente contraria al disegno di legge in materia di rappresentanza degli italiani all'estero approvato dal Senato. Tale contrarietà è determinata sia da ragioni di metodo, non avendo dato sufficiente ascolto alle opinioni dei diretti interessati, sia in relazione all'impostazione generale, in quanto si indeboliscono gli organismi attualmente esistenti senza effettuare la necessaria integrazione con la rappresentanza parlamentare.
Ricorda che il provvedimento ha avuto al Senato un iter tormentato e che si sono registrate divisioni anche all'interno dei singoli gruppi parlamentari, a cominciare da quello del Partito Democratico. Sulla base di queste premesse ritiene che sia necessaria una pausa prima di passare all'esame del provvedimento alla Camera in modo DA potere effettuare quell'approfondimento non eseguito dal Senato e

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cercare di elaborare un testo condiviso anche sulla base di quelli finora presentati alla Camera. In questa azione il Comitato può sicuramente esercitare un'azione di supporto nei confronti della Commissione affari esteri a cui il provvedimento è stato assegnato.
Segnala che nella seduta di ieri dell'Assemblea i colleghi Evangelisti e Casini hanno sollevato il problema delle numerose irregolarità che rendono difficile esercitare il diritto di voto in occasione dei referendum. Ritiene quindi che occorra affrontare una volta per tutte le questioni critiche creando un gruppo di lavoro per giungere ad una riforma della legge n. 459 del 2001 prima della fine della legislatura.
Esprime in proposito la preoccupazione che la difesa della legislazione esistente, che determina numerose inefficienze e irregolarità, possa in qualche modo essere funzionale a screditare l'intero impianto del voto degli italiani all'estero per giungere a una sua eliminazione.

Marco FEDI (PD) concorda con il collega Porta e ritiene che il Parlamento debba individuare con chiarezza le priorità delle politiche per gli italiani all'estero, tra le quali, a suo avviso, non rientra la riforma degli organismi di rappresentanza ma la riforma della legge n. 459 del 2001. In stretta connessione con ciò vi è il problema di assicurare maggiore efficienza all'AIRE per la quale il Ministero degli affari esteri dovrebbe stanziare maggiori risorse.
Altre priorità sono rappresentate dalle questioni della cittadinanza, della sicurezza sociale soprattutto dal drammatico taglio delle risorse disponibili che rischia di aggravarsi con la manovra correttiva prevista nella seconda parte dell'anno in corso.
In considerazione di ciò, ritiene invece non prioritaria la riforma della rappresentanza dalla quale il Governo si aspetta erroneamente un ritorno d'immagine, non rendendosi pienamente conto dell'ostilità delle comunità all'estero.
Giudica infine necessario un approfondimento sulla riorganizzazione della rete consolare paventando che allo scadere della moratoria di 12 mesi annunciata dal Governo si proceda ad ulteriori chiusure sulla base dell'impostazione di stampo «aziendalista», prestando scarsa attenzione alle questioni politiche e alle esigenze di solidarietà, adottata dal Consiglio di amministrazione della Farnesina.

Laura GARAVINI (PD) concorda pienamente con quanto affermato dai colleghi Porta e Fedi anche alla luce del fatto che quasi tutti i COMITES e gli INTERCOMITES, spesso in maniera unanime, si sono espressi in maniera contraria alla proposta approvata dal Senato. Giudica prioritaria, invece, il rinnovo degli organismi di rappresentanza e accoglie quindi con favore le assicurazioni fornite dal sottosegretario Mantica circa la non correlazione tra rinnovi, a cui si dovrebbe procedere in ogni caso entro la primavera del 2012, e riforma.
Esprime apprezzamento per la ripresa di attività del Comitato ed auspica che le riunioni possano avere un ritmo più regolare e svolgersi più frequentemente alla luce del fatto che il Comitato rappresenta il «contenitore» istituzionale per le esigenze delle nostre collettività all'estero.
Intende in proposito segnalare alcuni problemi specifici che rischiano di pregiudicare il regolare esercizio del diritto di voto in occasione dei prossimi referendum. In primo luogo vi è il problema della modifica del quesito sul nucleare intervenuta dopo che all'estero erano già iniziate le operazioni di voto. In Germania si stanno verificando grossi problemi nell'invio dei plichi agli aventi diritto, specie nel caso di italiane coniugate con cittadini tedeschi. Altre difficoltà sono connesse all'errato assemblaggio dei plichi stessi che non contengono tutto il materiale corretto. Tali irregolarità rischiano di avere importanti ripercussioni sul raggiungimento del quorum.
Rileva inoltre le enormi difficoltà incontrate da molti COMITES nel proseguire nella propria attività a causa del mancato invio da parte del Ministero degli esteri dei

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finanziamenti dovuti. Ritiene che sia compito del Comitato diffondere le informazioni su questi temi.

Marco ZACCHERA, presidente, si dichiara sostanzialmente d'accordo con le riflessioni esposte dai membri del Comitato, a cominciare dall'importanza di intensificarne il lavori.
Quanto alla riforma della legge n. 459 del 2001, ricorda di averne sollecitato l'esame presso la I Commissione, competente sulla materia. Ritiene in ogni caso importante approntare una sorta di vademecum per possa agevolare l'opera di contrastare le irregolarità più gravi anche senza modificare la legislazione vigente. Nello specifico dei casi sollevati dall'onorevole Garavini propone che si predisponga un comunicato stampa a nome del Comitato per segnalarle all'attenzione degli organi di stampa.
Propone di audire il sottosegretario Mantica al fine di comprendere meglio il punto di vista del Governo sulla riforma della rappresentanza, che al momento appare dettata soprattutto da esigenze di risparmio. In tema di risorse intende attirare l'attenzione sul fatto che le procedure per lo svolgimento dei referendum all'estero, nonostante tutte le difficoltà segnalate, rappresentano un costo praticamente identico, 26 milioni rispetto a 27, all'ammontare complessivo delle risorse destinate ai nostri connazionali all'estero.

Marco FEDI (PD) nel ribadire la priorità della riforma della legge n. 459 del 2001 per garantire regolarità al voto all'estero sottolinea che essa costituisce la base di molte delle disposizioni del disegno di legge sulla rappresentanza approvato dal Senato e che appare quindi irrazionale procedere prioritariamente a quest'ultima riforma.

Laura GARAVINI (PD) ribadisce l'importanza di garantire sicurezza e trasparenza alle procedure elettorali all'estero, anche per corrispondenza, soprattutto alla luce di quanto sta emergendo dall'inchiesta giudiziaria connessa all'elezione dell'ex senatore De Girolamo.

Marco ZACCHERA, presidente, osserva che irregolarità ancora più gravi sembrano emergere dalle inchieste riguardanti il voto in America Latina. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 9.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 8 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 14.10.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina, con Allegato, fatto a Roma il 21 marzo 2007.
C. 4388 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Enrico PIANETTA (PdL), relatore, illustra il provvedimento in titolo rilevando che l'Accordo tra Italia e Argentina è finalizzato ad assicurare il pieno rispetto della legislazione doganale e a realizzare un'efficace azione di prevenzione, investigazione e repressione delle violazioni a tale normativa, al fine di rendere maggiormente trasparente l'interscambio commerciale

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tra i due Paesi. Ricorda a tale proposito che l'interscambio bilaterale italo-argentino, che aveva evidenziato una flessione durante il 2009, mostra nel 2010, secondo i dati forniti dall'ICE, una inversione della tendenza durante il primo semestre del 2010, soprattutto a causa di un significativo aumento delle importazioni di prodotti italiani. Il valore delle esportazioni argentine verso l'Italia, nel primo semestre del 2010, è stato pari a 745,1 milioni di dollari, cifra che indica una diminuzione del 10,2 per cento rispetto agli 829,8 milioni di dollari esportati verso l'Italia nel primo semestre del 2009. Le esportazioni italiane verso l'Argentina, sempre nel primo semestre del 2010, hanno fatto registrare 581,6 milioni di dollari, con un aumento del 51,9 per cento rispetto ai 383,0 milioni esportati nel primo semestre del 2009. Considerando la sequenza storica dell'interscambio nell'ultimo decennio si è passati da un interscambio commerciale sostanzialmente in equilibrio nel 2001, a un saldo negativo per l'Italia, che continua ancora nel primo semestre del 2010, con -163,5 milioni di dollari. La quota italiana sul totale dell'import argentino risulta pari al 2,3 per cento. Nel quadro dell'Unione Europea, l'Italia si posiziona al terzo posto dopo la Germania e la Francia. Al recupero delle esportazioni italiane, evidenziata dalle cifre dell'interscambio bilaterale, ha contribuito la ripresa generale dell'economia che in pratica si è tradotta in un aumento significativo degli acquisti di parti e componenti industriali (+ 81,9 per cento) e beni strumentali (+11,6 per cento).
Quanto ai contenuti dell'Accordo, composto di un breve Preambolo, ventiquattro articoli (aggregati in dodici capitoli) ed un allegato, essi sono largamente modellati sul testo standard redatto dall'OMD (Organizzazione mondiale delle dogane), improntato al rispetto dei principi di completezza, chiarezza e semplicità che caratterizzano ogni efficace strumento di cooperazione.
Le definizioni che specificano l'esatto significato dei termini utilizzati nel testo dell'Accordo sono recate dall'articolo 1, mentre l'articolo successivo ne delimita il campo di applicazione e si individuano nelle Amministrazioni doganali delle due Parti contraenti le Autorità competenti per l'applicazione. Il capitolo III (artt. 3-6) disciplina la procedura per le richieste di assistenza ordinaria, mentre il successivo capitolo IV (artt. 7-10) attiene alle procedure di richiesta di assistenza cosiddetta «speciale»: particolare rilievo assumono in quest'ambito le disposizioni di cui all'articolo 10 riguardanti le tipologie di assistenza tecnica che le due Amministrazioni possono prestarsi reciprocamente, consistenti, ad esempio, nello scambio di funzionari, nella formazione dei medesimi e nello scambio di esperti in materie doganali. Il capitolo V (artt. 11-13) disciplina le procedure per la comunicazione e l'esecuzione delle richieste, mentre l'articolo 14 - che costituisce il capitolo VI dell'Accordo - consente lo scambio di dossier e documenti contenenti informazioni su azioni che costituiscono - o sembrano costituire - infrazioni doganali. Tali documenti sono forniti di propria iniziativa o su richiesta alla Parte sul cui territorio si sia verificata l'infrazione doganale.
La possibilità e le modalità di invio di funzionari dell'Amministrazione doganale di una Parte a deporre in qualità di esperti o testimoni davanti le competenti Autorità dell'altra Parte sono previste dall'articolo 15. L'articolo 16 disciplina l'uso e la tutela delle informazioni e dei documenti ricevuti nell'ambito dell'assistenza amministrativa prevista dall'Accordo. Tali limitazioni non si applicano quando sia in gioco la lotta contro i traffici di stupefacenti. L'articolo 17 condiziona l'eventuale scambio di dati personali alla circostanza che le Parti contraenti ne garantiscano un livello di protezione giuridica almeno equivalente a quello indicato nell'apposito Allegato, che costituisce parte integrante dell'Accordo. L'articolo 18 disciplina i casi in cui l'assistenza può essere rifiutata o differita, con particolare riguardo all'eventualità in cui essa pregiudichi la sovranità, la sicurezza o altri interessi vitali della Parte richiesta, ovvero ivi comporti la violazione

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di leggi, regolamenti, segreti industriali, commerciali o professionali. L'articolo 19 prevede che le Amministrazioni doganali rinuncino a rivendicare il rimborso delle spese derivanti dall'applicazione dell'Accordo. L'articolo 20 detta invece le procedure che le Amministrazioni doganali devono seguire per l'attuazione dell'Accordo, ed istituisce una Commissione mista italo-argentina che si riunirà quando se ne ravvisi la necessità e su richiesta di una delle Amministrazioni, per seguire l'evoluzione dell'Accordo e per individuare le soluzioni agli eventuali problemi. La Commissione è composta dal direttore dell'Agenzia delle dogane italiana e dall'Amministratore Federale delle Entrate Pubbliche argentino, o da loro rappresentanti, assistiti da esperti. L'articolo 21 individua l'ambito territoriale di applicazione dell'Accordo nei territori doganali delle due Parti. Gli articoli 22-24 contengono le consuete clausole finali: l'Accordo ha durata illimitata ma è denunciabile in qualsiasi momento con notifica per via diplomatica, che avrà effetto dopo tre mesi. Le Parti potranno anche eventualmente riunirsi per un riesame dell'Accordo, a richiesta di una di esse o dopo cinque anni dalla vigenza di esso.
Il disegno di legge di ratifica consta di quattro articoli: gli articoli 1 e 2 recano come di consueto, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 autorizza, per l'attuazione della legge, la spesa di 31.914 euro l'anno a decorrere dal 2011, disponendo che l'onere sia coperto mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio 2011-2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli Affari esteri. Tali oneri, come quantificato nella relazione tecnica che correda il disegno di legge, sono ascrivibili agli scambi di funzionari (10.212 euro l'anno), agli scambi di esperti (4.590 euro l'anno), all'invio di funzionari in Argentina allo scopo di indagare su specifiche infrazioni doganali (5.622 euro l'anno) ed all'organizzazione di riunioni della Commissione mista prevista dall'articolo 20 (7.014 euro l'anno).
Sottolinea conclusivamente che l'Accordo disciplina a livello intergovernativo aspetti della materia doganale non coperti da intese sulla cooperazione doganale tra l'Unione europea e la Repubblica argentina. Nel corso di una recentissima missione di una delegazione del Parlamento europeo in America latina è peraltro emersa l'intenzione di arrivare alla firma di un Accordo di libero scambio tra Mercosur ed UE nel 2012: per quanto permangano ancora alcune questioni aperte, i negoziati sono già in una fase avanzata e si è trovato un compromesso su più del 90 per cento dei punti nel settore industriale e su più dell'80 per cento nel settore agricolo.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA sottolinea che la ratifica dell'Accordo in titolo avviene in un momento di rinvigorita collaborazione economica tra i due Paesi, favorita dalla recente visita in Argentina del Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, nonché dalla concomitante Commissione Mista Economica, tornata a riunirsi dopo otto anni. L'Accordo di mutua assistenza amministrativa si pone l'obiettivo di combattere le infrazioni alla legislazione doganale che pregiudicano gli interessi economici, fiscali, sociali, commerciali, industriali ed agricoli dei nostri due Paesi, attraverso una più stretta ed efficace cooperazione tra le Amministrazioni doganali. Esso potrà contribuire a rinsaldare la fiducia tra gli operatori economici, incentivando la presenza italiana in un Paese in cui la nostra classe imprenditoriale si trova pienamente a suo agio, non solo per le interessanti opportunità del mercato, ma anche alla luce delle affinità umane e culturali che da sempre ci accomunano. D'altro canto, gli investimenti di importanti Gruppi Italiani, quali Telecom, ENEL, IVECO-Fiat, Finmeccanica e quelli più recenti di Pirelli, confermano l'assoluto rilievo che il sistema economico italiano attribuisce al mercato argentino. Con

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detta ratifica, che si colloca più in generale nella politica di attenzione verso l'America latina da noi tradizionalmente osservata, l'Italia si propone di collaborare in un settore importante, anche per le criticità ancora riscontrate dagli operatori economici italiani che talvolta impediscono ai rapporti economici di esprimere appieno tutte le loro potenzialità. In particolare, sono state rilevate difficoltà in ambito doganale a seguito di una recente normativa nazionale che ha comportato blocchi commerciali di grande nocumento per alcune grandi imprese, specialmente per il comparto dell'auto-motive e dell'agroalimentare.
All'insegna della nuova stagione che stanno vivendo i rapporti italo-argentini a livello politico, nel settore economico-commerciale e nell'ambito culturale, l'Italia - come rappresentato ai più alti vertici istituzionali argentini durante la visita del Ministro Frattini a Buenos Aires il 1 aprile scorso - auspica che le relazioni tra i due Paesi possano continuare a rafforzarsi nell'ambito di un quadro normativo internazionale che sia improntato alla certezza e alla stabilità.

Marco ZACCHERA (PdL) richiama la situazione economica allarmante dell'Argentina, con particolare riferimento agli elevati tassi di disoccupazione. Sottolinea quindi l'importanza di procedere alla sollecita ratifica dell'Accordo in titolo adottando tutte le cautele possibili nei confronti degli imprenditori italiani presenti in Argentina.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 8 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 14.20.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-04853 Porta: Sugli incarichi di consulenza in atto presso il Ministero degli affari esteri.

Fabio PORTA (PD), illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che essa è mirata a fare chiarezza su casi di sovrapposizione di incarichi e consulenze che appaiono anacronistici in una situazione di tagli generalizzati al settore e che conferiscono carattere permanente a rapporti giuridici che dovrebbero essere a tempo determinato.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

Fabio PORTA (PD), si dichiara parzialmente soddisfatto dalla risposta illustrata dal sottosegretario Mantica che dà conto della fuoriuscita dell'avvocato Rago dall'elenco dei consulenti del Ministero degli affari esteri, con ciò recependo l'auspicio espresso con l'interrogazione. Alla luce di tale esito sarebbe interessante potere conoscere i risultati delle consulenze assegnate all'avvocato sia a Buenos Aires che a Caracas, città in cui la questione si è posta in termini più problematici per i nostri connazionali.

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Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni in titolo.

La seduta termina alle 14.25.

COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 8 giugno 2011. - Presidenza del presidente Giorgio LA MALFA.

La seduta comincia alle 14.30.

Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza: Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale.
(COM(2011)200 def.).

(Seguito esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato prosegue l'esame istruttorio del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 28 aprile scorso.

Giorgio LA MALFA, presidente e relatore, ricorda che il Comitato ha avviato l'esame della Comunicazione in titolo nella seduta del 28 aprile scorso.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA sottolinea che la Comunicazione presentata l'8 marzo scorso dall'Alto Rappresentante e dalla Commissione europea ha rappresentato la base di lavoro per delineare la nuova partnership europea con i Paesi vicini del Mediterraneo richiesta dal Consiglio Europeo. Le proposte ivi contenute sono state da ultimo riprese e compendiate nella Comunicazione dell'Alto Rappresentante e della Commissione «Una nuova risposta ad un Vicinato che sta cambiando» emanata lo scorso 25 maggio scorso. Tale Comunicazione costituisce un documento fondamentale per la revisione dell'intera Politica Europea di Vicinato, nelle sue dimensioni orientale e meridionale, avviata nel 2010. Il nuovo documento assegna alla politica europea nei confronti del Vicinato tre obiettivi fondamentali: (i) il sostegno alla nascita ed al consolidamento di democrazie «sane», (ii) la promozione di una crescita economica sostenibile, (iii) la gestione ordinata della mobilità. Si tratta di obiettivi pienamente coerenti con le linee d'azione a suo tempo individuate specificamente per il Mediterraneo dalla Comunicazione dell'8 marzo, oggi qui in esame, che già prefigurava come punti chiave il sostegno allo sviluppo istituzionale, alla promozione delle libertà fondamentali, allo sviluppo della società civile, agli scambi interpersonali (in particolare per i giovani).
Segnala che il Governo condivide le iniziative previste per sostenere la transizione democratica dei Paesi della sponda sud, quali la ripresa dei negoziati per lo statuto avanzato da noi esplicitamente caldeggiata, vasti programmi di rafforzamento istituzionale (cosiddetto «institution building») in favore delle amministrazioni pubbliche, il sostegno alla cooperazione sub regionale su tematiche specifiche, il rafforzamento del dialogo sull'impiego e le politiche sociali. Convinti che sia necessario incidere prima di tutto sulle cause economiche della crisi, il Governo italiana continua ad appoggiare le iniziative e le proposte atte a rimuovere o quanto meno a contrastare tali cause, garantendo un sostegno adeguato ai processi di riforma interna.
Nell'apprezzare la previsione di misure volte a sostenere la piccola e media impresa e la creazione di posti di lavoro, l'Italia guarda con spirito pragmatico ai provvedimenti di liberalizzazione commerciale proposti dalla Comunicazione di marzo e ripresi dal documento del 25 maggio. Tali misure non rappresentano solo uno strumento di maggiore integrazione economica fra gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo e l'UE, ma anche un forte incentivo per la crescita economica e la stabilità politica della regione. C'è peraltro consapevolezza che, a seguito di provvedimenti di liberalizzazione in alcuni

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settori produttivi, ed in particolare in quello agricolo, saranno soprattutto gli Stati membri mediterranei ad essere penalizzati. Abbiamo quindi sin da subito chiesto con decisione che la Commissione e gli altri Stati membri tengano conto di tali circostanze, ricercando soluzioni che consentano un'equa ripartizione degli oneri. Ciò, anche in considerazione del fatto che gli Stati mediterranei sono comunque maggiormente esposti alle ripercussioni della crisi, non solo sul piano commerciale, ma anche in termini di contenimento della minaccia migratoria e di sicurezza.
Ancorché delineati in entrambe le Comunicazioni, vi sono, a suo avviso, aspetti del nuovo rapporto con i Paesi del Mediterraneo che vanno ulteriormente approfonditi: fra questi, in primo luogo, la questione delle risorse finanziarie e la struttura degli incentivi. Sul primo punto, si dice convinto che al previsto riorientamento delle risorse esistenti in favore della Sponda Sud vada affiancata una decisa mobilitazione di risorse addizionali. A questo proposito, il Consiglio europeo del 24 marzo ha già avallato l'innalzamento di 1 miliardo della capacità di finanziamento della BEI nel Mediterraneo e invitato gli azionisti della BERS ad estendere alla regione il mandato di quella banca. Su quest'ultimo punto ci attendiamo a breve un riscontro positivo.
In linea con le indicazioni a suo tempo fornite dalla Comunicazione dell'8 marzo, la Comunicazione del 25 maggio prefigura ora possibili ulteriori dotazioni attraverso i fondi europei della Politica di Vicinato (fondi ENPI - European Neighbourhood and Partnership Instrument) per il periodo 2011-2013. Trattandosi peraltro di risorse da distribuire, almeno il linea di principio, sull'intero Vicinato e mancando indicazioni su una loro ripartizione «per regioni», occorrerà insistere perché nella loro allocazione si tenga in debito conto la crisi che ha investito il bacino del Mediterraneo.
L'attualità internazionale impone di riconoscere le necessità accresciute dei nostri cicini meridionali, sicché il tradizionale principio di ripartizione delle risorse ENPI, pari a 2/3 per il Sud e 1/3 per l'Est - di fatto applicato dal 2006 - va a nostro avviso considerato un punto di partenza per ulteriori negoziati. Quanto alla questione degli incentivi nel nuovo rapporto con la sponda Sud, pur riconoscendo la necessità di prevedere una differenziazione dei rapporti in base ai meriti di ciascuno (come sollecitato da entrambe le Comunicazioni), continuiamo ad essere dell'avviso che occorra evitare di erogare maggior sostegno ai virtuosi a detrimento di chi è più indietro, e quindi più instabile e a rischio. Riteniamo, infatti, che in certi casi l'assistenza debba concentrarsi soprattutto su chi ha maggior bisogno, evitando così derive pericolose per la nostra sicurezza.
In linea generale, per evitare di ripetere gli errori del passato che hanno inficiato la piena efficacia dell'azione comunitaria, riteniamo che una partnership rinsaldata con i Paesi mediterranei presupponga una strategia ispirata a principi nuovi, quali: a) la «co-ownership»delle varie iniziative, in modo da evitare approcci paternalistici; b) la responsabilizzazione politica delle classi dirigenti dei Paesi partner; c) una differenziazione bilanciata dei rapporti in base alle singole situazioni, in cui il forte sostegno politico ed economico ai Paesi che compiono progressi verso la democrazia, si associ alla possibilità di incrementare l'assistenza ove sia più necessaria.
Sull'aspetto dell'immigrazione dichiara condivisibile l'idea della Commissione di rilanciare assieme mobilità e sicurezza, nel quadro di appositi «partenariati di mobilità» con i Paesi della sponda Sud. È una proposta che lo stesso Ministro Frattini ha avanzato al Consiglio Affari Esteri del 21 febbraio scorso. Ritiene, infatti, che l'attiva partecipazione di quei Paesi alla lotta all'immigrazione irregolare nel Mediterraneo rappresenti la chiave di volta fondamentale delle politiche europee, che come tale dobbiamo incentivare.
Sottolinea che i Consigli Europei dell'11 e 24 marzo scorso, hanno recepito

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l'esigenza di un rilancio delle relazioni dell'UE con il Vicinato Meridionale nel settore dell'immigrazione, invitando la Commissione a presentare specifiche proposte in proposito prima del Consiglio Europeo di giugno. In questo quadro, nella lettera congiunta del 26 aprile scorso ai presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea, i presidenti Berlusconi e Sarkozy hanno chiesto di rilanciare l'impegno dell'UE nella gestione dell'immigrazione nel Mediterraneo sulla base di una chiara condizionalità tra concreto impegno dei Paesi della Sponda Sud nel contrasto dei flussi irregolari e concessione di maggiori aiuti economici e incentivi alla mobilità da parte europea. Tali richieste sono state recepite favorevolmente dalla Commissione che - in vista del Consiglio europeo di giugno - ha adottato il 4 e il 24 maggio scorso un pacchetto di proposte di breve e medio-lungo periodo per migliorare la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. Le proposte della Commissione, che hanno recepito quelle avanzate da parte italiana, riguardano in particolare: il rafforzamento di FRONTEX e della gestione comune delle frontiere esterne; il rilancio dei meccanismi di solidarietà finanziaria ed operativa verso gli Stati membri più direttamente interessati dai flussi; la salvaguardia della stabilità dello Spazio Schengen a fronte di circostanze eccezionali tramite un intervento comunitario coordinato sulle frontiere esterne ed interne dell'UE; l'accelerazione del negoziato per il raggiungimento entro la fine del 2012 di un effettivo Sistema Europeo Comune di Asilo. In questo quadro, la Commissione propone in particolare l'avvio di «Partenariati di Mobilità» con la Sponda Sud del Mediterraneo (a cominciare da Tunisia, Egitto e Marocco) offrendo assistenza economica e maggiore mobilità per motivi di studio e lavoro a quei Paesi che si impegnino nel contrasto dell'immigrazione irregolare.
Segnala che le politiche europee dell'immigrazione e dell'asilo, con particolare riferimento all'emergenza nel Mediterraneo, saranno discusse al Consiglio Giustizia e Affari Interni del 9-10 giugno ed al Consiglio Europeo del 24 giugno, dove il Governo proseguirà la propria azione secondo le linee che sono state qui tratteggiate.

Giorgio LA MALFA, presidente e relatore, osserva che l'intervento del Governo non reca riscontri sulle osservazioni fatte nella precedente seduta circa la scarsa incisività del documento in esame. Ricorda i rilievi fatti in quella occasione sull'inadeguatezza di un approccio europeo al Mediterraneo mutuato nei metodi dall'esperienza che l'Unione europea fece con i Paesi dell'Europa orientale. Osserva che l'ampia relazione del Governo potrà in ogni caso validamente contribuire alla stesura di un documento a conclusione dell'esame istruttorio in titolo.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA fa presente che qualora la Commissione dovesse procedesse alla stesura di un documento di indirizzo, in analogia con quanto avvenuto al Senato, in quell'occasione il Governo fornirebbe ulteriori elementi di valutazione sul testo in oggetto.

Giorgio LA MALFA, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

Proposta di Decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e la Repubblica dell'Iraq.
(COM(2010)638 def.).

(Seguito esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato prosegue l'esame istruttorio del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 28 aprile scorso.

Giorgio LA MALFA, presidente, ricorda che il Comitato ha avviato l'esame della

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Proposta di Decisione in titolo nella seduta del 28 aprile scorso.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, nel segnalare che il Ministro Frattini si è recato in questi giorni in visita in Iraq in vista della conclusione di un accordo bilaterale, rileva che la finalizzazione dell'Accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA) rappresenta un risultato, soprattutto politico, di grandissimo rilievo per le relazioni fra l'Unione europea e l'Iraq. Si tratta di un'intesa negoziata per oltre tre anni, parafata a fine 2009, il cui obiettivo è fornire un quadro giuridico di riferimento senza precedenti, per la cooperazione tra le parti. Ancorché impostata inizialmente come Accordo commerciale, l'intesa è stata man mano trasformata - in fase negoziale - in un partenariato a più ampio respiro, comprensivo di dialogo politico, accogliendo con ciò le aspettative irachene in questo senso. Ci si era resi conto, infatti, che la mancanza di capacità amministrative e adeguata legislazione in Iraq rendevano necessario rivedere la strategia negoziale, formulando un partenariato di maggiore portata, rafforzando in questo modo l'ambito e l'intensità della collaborazione tra le parti. Va ricordato che l'interesse europeo sull'Iraq è incentrato sul settore energetico, la sicurezza della regione e le potenzialità di quello che potrebbe divenire un esempio di democrazia per il mondo arabo. L'Accordo di Partenariato e Cooperazione testimonia dunque della determinazione dell'Unione a svolgere un ruolo primario nella fase di transizione dell'Iraq.
Sottolinea che la finalizzazione di questo Accordo costituisce pertanto uno strumento essenziale per il perseguimento del citato obiettivo, offrendo un quadro di cooperazione sul quale si potrà costruire un percorso comune ed una cooperazione settoriale. Va sottolineato che esso rivestirà altresì un ruolo complementare al consistente impegno profuso dall'Unione europea sin dal 2003 in attività di cooperazione per la ricostruzione di questo Paese, nonché ai nuovi programmi di intervento definiti dalla Commissione congiuntamente a Italia, Svezia e Germania nell'ambito del Country Strategy Paper per il 2011-2013. L'Accordo - che avrà una durata di 10 anni, in seguito prorogabili annualmente - contiene disposizioni in materia di ambiente, energia, istruzione, cultura, lotta all'immigrazione illegale, rafforzamento delle relazioni economiche volte a favorire gli investimenti stranieri, il commercio di beni, la prestazione di servizi, gli standard fitosanitari, gli appalti pubblici, la soluzione delle controversie.
Segnala che l'elemento innovativo dell'intesa è tuttavia il dialogo politico, che sosterrà il Paese nello sforzo verso le riforme e lo sviluppo facilitandone, assieme alle provvisioni di carattere commerciale, l'integrazione nel più vasto contesto economico internazionale. Espressione del dialogo politico è la prevista istituzione di un Consiglio di Cooperazione che si riunirà periodicamente a livello ministeriale, per discutere dei problemi di reciproco interesse ma soprattutto di politica estera, sicurezza, diritti umani, lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, terrorismo, corte Penale Internazionale. Su questo punto è apprezzabile l'impegno iracheno ad adottare le misure necessarie per l'adesione allo Statuto di Roma, del quale non è ancora firmatario.
Quanto agli aspetti commerciali, il partenariato con l'Iraq si sostanzia in un accordo non preferenziale comprensivo delle norme base dell'OMC (della quale l'Iraq non è ancora parte), con un significativo accesso al mercato per l'Unione europea e sostanziali elementi preferenziali soprattutto per quanto riguarda gli appalti pubblici, i servizi e gli investimenti. Verranno inoltre garantiti adeguati livelli di trasparenza e certezza giuridica per gli operatori economici. Vengono esclusi i dazi sulle esportazioni.
Osserva che il nostro Paese, che ha sostenuto fin da principio la firma di un Accordo con le prerogative citate - nel quadro degli sforzi profusi sin dal 2004 sul piano bilaterale a sostegno del processo di

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ricostruzione e democratizzazione del nuovo Iraq -, ne beneficerà in larga misura in ragione dell'ulteriore miglioramento della cooperazione settoriale, delle iniziative di capacity building e del miglioramento delle capacità di governance del Governo di Baghdad, nonché in funzione di tutela dei rilevanti interessi italiani, già consolidati e con interessanti prospettive di ulteriore sviluppo.

Marco ZACCHERA (PdL), relatore, auspica un positivo evolvere della situazione nel Paese.

Giorgio LA MALFA, presidente, ringrazia il sottosegretario Mantica per l'ampio intervento e rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.