CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 giugno 2011
490.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 222

COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Martedì 7 giugno 2011. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 14.35.

Relazione sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale per l'anno 2009.
Doc. LV, n. 4-bis.

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio del provvedimento.

Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, svolge alcune considerazioni sul merito complessivo del documento in titolo. Sottolinea che, a seguito dell'audizione del Direttore Generale del Tesoro, professor Vittorio Grilli, svolta il 27 luglio 2010, la Relazione avrebbe dovuto corrispondere maggiormente alle indicazioni emerse in quella sede, soprattutto in termini di indicazione chiara e trasparente dell'entità e della natura dei singoli versanti di impegno italiano a favore di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, nonché nella predisposizione di una parte programmatoria e valutativa sul ruolo dell'Italia all'interno di queste organizzazioni multilaterali. Poiché la Relazione non presenta, invece, un quadro esaustivo degli impegni finanziari, ritiene che tale lacuna sia tanto più evidente quanto più si considera il mutato scenario internazionale, segnato dagli effetti della crisi finanziaria e dalla presenza di nuovi attori globali. La situazione attuale imporrebbe, a suo avviso, una lettura rinnovata del ruolo dell'Italia e l'individuazione di strumenti alternativi di finanziamento degli interventi per lo sviluppo. Osserva che la Relazione si fonda sul concetto di fondo, allora esposto dal professor Grilli, per cui l'Italia in questa congiuntura dovrebbe meramente resistere alla crisi e concentrare i proprio sforzi nel mantenimento dell'esistente in termini di impegni finanziari e di posizioni conseguite all'interno delle organizzazioni multilaterali in oggetto. Sottolinea che i condivisibili obiettivi di lotta contro la povertà e di promozione di condizioni adeguate per i soggetti privati si proiettano in un quadro di marginalità dell'Italia. Quanto al sostegno dei processi di transizione in atto in taluni Paesi verso

Pag. 223

l'economia di mercato, rileva che, pur essendo la Relazione riferita all'anno 2009, non si può fare a meno in questa sede di fare riferimenti al presente, laddove la Relazione è carente di qualunque cenno alla situazione del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Sottolinea che la condizione di ricorrente sfasatura temporale con cui il Parlamento è messo nelle condizioni di esaminare rispetto alla realtà esterna è il nodo centrale della difficoltà che dobbiamo affrontare.
Passando a talune osservazioni sui contenuti di merito, si associa ai rilievi critici che la Relazione riporta circa la cattiva gestione delle risorse umane, ad esempio nell'ambito della Banca Asiatica di Sviluppo. Tuttavia, rileva che l'Italia anche rispetto a questi profili appare al traino di decisioni altrui e opera in modo episodico.
Sottolinea che non vi sono argomenti validi per contrastare l'opzione che favorisce il canale multilaterale rispetto a quello bilaterale, che è indubbiamente più virtuoso ed efficiente se gestito in modo serio e non frammentario. Tuttavia, l'Italia, come gli altri Paesi europei, deve disporre delle due leve, quella multilaterale e quella bilaterale, mentre nel nostro Paese la seconda appare quasi del tutto inesistente. In generale, nell'analisi dei distinti versanti di intervento indicati nella Relazione, il filo conduttore sembra essere la mancata analisi dei nuovi contesti politici e il cambiamento di ruolo di determinati come Paesi, come la Cina.
In conclusione, ritiene che l'esame odierno dovrebbe condurre alla predisposizione di un atto di indirizzo che faccia emergere le criticità rilevate, renda attuale questo dibattito oltre l'orizzonte temporale del 2009 e indichi la strategia per il futuro.

Enrico PIANETTA, presidente, sottolinea l'importanza del richiamo operato dal collega Tempestini all'audizione del professor Grilli, svolta nel 2010, in cui tutte le questioni sollevate erano già state adeguatamente approfondite.

Mario BARBI (PD) concorda con il collega Tempestini e ritiene opportuno svolgere talune considerazioni che investono il rapporto tra Governo e Parlamento. Ritiene che la questione centrale sia l'utilizzabilità e l'utilità di un documento come la Relazione per il ruolo del nostro Paese, anche nel quadro del contesto europeo. Ritiene che i temi della cooperazione bilaterale e della cosiddetta «cooperazione delegata» meriterebbero una riflessione specifica. Complessivamente, la Relazione induce a svolgere un'analisi severa considerata innanzitutto la sua presentazione tardiva. Sottolinea, quindi, che il 2009 è stato un anno particolare, in cui sono venuti in evidenza gli effetti della crisi finanziaria scoppiata nel 2008, ma che di tutto ciò non vi è traccia nel testo in oggetto. Osserva che anche la Relazione per il 2009, come già la precedente, non reca le tabelle relative ai singoli impegni, come invece richiesto in occasione della citata audizione. In un quadro scoraggiante di sistematico mancato accoglimento delle istanze parlamentari, rileva che anche nella parte relativa allo schema programmatico triennale la trattazione appare prima facie identica al 2008, malgrado nel frattempo siano accaduti fatti rilevanti al di là di quanto è in atto nella fascia nordafricana. Segnalando un riferimento relativo alla BERS che mancava nella precedente Relazione del 2008, ritiene che la Relazione dovrebbe essere comprensibili per lettori esperti e non, mentre il testo appare di difficoltosa comprensione, caratterizzato da un tono burocratico, disomogeneo, carente di profili di programmazione in un contesto aggravato dalla carenza di risorse.

Enrico PIANETTA, presidente, prospetta l'opportunità di pervenire ad un atto di indirizzo che recepisca i rilievi già indicati in occasione dell'audizione del professor Grilli e ribaditi in questo dibattito. Osserva che la questione del ritardo nella presentazione della Relazione, questione che riguarda anche altre tipologie di documenti di fonte governativa trasmessi al Parlamento, è centrale, come pure quella del rapporto tra politiche di aiuto sviluppo in sede multilaterale o in sede

Pag. 224

bilaterale, che appare sbilanciato rispetto agli altri Paesi europei. Anche la questione della programmazione e della leggibilità del documento sono profili di criticità condivisibili, come pure quella della quantità di risorse finanziarie. Rileva infine la necessità di richiamare l'importanza di una positiva interazione tra Ministero degli affari esteri e Ministero dell'economia e delle finanze.

Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, concorda con la valutazione del presidente Pianetta circa l'opportunità di un atto di indirizzo che insista sul tema dei ritardi nella presentazione della Relazione annuale in titolo. Rileva quindi che il 2010 è stato un anno decisamente negativo per la politica italiana di aiuto allo sviluppo a causa degli ulteriori drastici tagli apportati, che evidenziano l'inadeguatezza del nostro Paese nel presente contesto internazionale.

Enrico PIANETTA, presidente, ringrazia il relatore per l'ampia relazione e le importanti considerazioni svolte, rinvia quindi il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.25.

COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Martedì 7 giugno 2011. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 15.25.

Comunicazioni del Presidente.

Enrico PIANETTA, presidente, fa presente che la seduta è da intendersi finalizzata a fare il punto sulle attività svolte dal Comitato e a raccogliere spunti e proposte per il futuro.
Come tutti i colleghi ricorderanno, il Comitato è stato impegnato, dal 30 settembre 2008 fino al 1o febbraio di quest'anno, nella conduzione dei lavori dell'indagine conoscitiva sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, il cui documento conclusivo è stato approvato con deliberazione unanime di tutti i gruppi dalla Commissione affari esteri.
Parallelamente a questo lavoro, il Comitato ha svolto un'attività variegata a supporto del ruolo della Commissione e nei limiti imposti dal regolamento della Camera: ha esaminato relazioni del Governo e di atti comunitari vertenti sui temi della cooperazione allo sviluppo, come la Relazione sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale o il Libro Verde della Commissione sul futuro del sostegno al bilancio del'UE a favore dei Paesi terzi. Con ciò ha contribuito al rafforzamento della funzione di controllo sull'attività del Governo, che è tipica dei moderni Parlamenti, e del ruolo del Parlamento nella definizione di importanti politiche europee, in linea con lo spirito del vigente Trattato di Lisbona.
Ricorda le missioni svolte in rappresentanza del Comitato, come quella a Bamako, in Mali, su invito della Banca Mondiale, nel giugno del 2010, o a New York nel settembre del 2010 in occasione della Riunione di Alto livello sugli Obiettivi del Millennio. Tra i risultati conseguiti dal Comitato è da annoverare anche la legge n. 149 del 2010 che ha modificato la legge n. 49 del 1987 circa le modalità di gestione dei fondi dell'Amministrazione degli affari esteri per la cooperazione allo sviluppo.
Nell'anno in corso il Comitato ha indubbiamente rallentato le sue attività in concomitanza con la conclusione dell'indagine conoscitiva. I periodici drastici tagli alle risorse finanziarie destinate al settore della cooperazione allo sviluppo, da ultimo con la Legge di Stabilità, anche se a fronte di parziali recuperi ad esempio mediante lo strumento del decreto-legge sulle missioni internazionali, hanno imposto una riflessione sul destino stesso di questo importante settore, che rientra a mio avviso tra le fondamentali leve di politica estera di un Paese come l'Italia. In questo spirito si è tenuta l'audizione del Ministro

Pag. 225

Elisabetta Belloni, lo scorso 3 maggio, nell'ambito dell'esame istruttorio della Relazione previsionale e programmatica per l'anno 2011. Dall'audizione sono emersi spunti di lavoro e in generale l'impulso a rilanciare l'attività del Comitato anche in considerazione dell'evoluzione del quadro internazionale, con riferimento alla crisi in atto in molti Paesi arabi della fascia mediterranea e mediorientali, che dà centralità al tema dello sviluppo insieme a quello dei diritti.
Alla luce di queste considerazioni, ritiene pertanto opportuno promuovere lo svolgimento dell'audizione dello sherpa del Governo italiano presso il G8 sugli esiti del più recente vertice G8 in merito alla cosiddetta «Deauville Partnership» con i popoli del Nordafrica. Una seconda questione è rappresentata dall'attività preparatoria del IV Forum di Alto Livello sull'efficacia degli aiuti che avrà luogo in Corea del Sud, a Busan, tra fine novembre e inizio dicembre 2011. Ritiene altrettanto opportuno procedere ad audire un rappresentante del Governo sulle attività in corso per la definizione della posizione italiana.
Sottopone infine alla valutazione dei colleghi la definizione di eventuali nuovi margini di intervento bipartisan a modifica della normativa vigente in tema di cooperazione allo sviluppo, quale migliore contributo pensabile da parte del Parlamento italiano alla preparazione del Vertice.

Matteo MECACCI (PD) concorda con le proposte di approfondimento istruttorio indicate dal presidente Pianetta. Per quanto concerne ulteriori interventi di riforma alla legge n. 49 del 1987, ritiene che la questione dovrebbe essere portata all'attenzione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di sondarne la fattibilità politica.

Francesco TEMPESTINI (PD) si associa alle considerazioni del collega Mecacci e sottolinea come la riflessione e la consapevolezza del Parlamento italiano sulla riforma della normativa in tema di cooperazione allo sviluppo siano del tutto in ritardo rispetto a quanto avviene nella cosiddetta società civile o presso altri contesti istituzionali. Rileva che il dibattito in corso al di fuori del «palazzo» ha per oggetto proposte che, senza motivi sostenibili, non hanno ancora trovato spazio nell'agenda parlamentare e questo non è più accettabile. Così facendo il rischio è di approfondire il distacco del Parlamento dalla realtà.

Enrico PIANETTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 15.30.