CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 aprile 2011
472.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 27 aprile 2011. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 14.15.

Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 1, e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 20 aprile 2011.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, ad integrazione di quanto già rilevato nella seduta del 19 aprile 2011, dà conto del contenuto degli Allegati, che nell'ambito del DEF assumono specifica rilevanza per la VIII Commissione, cioè gli Allegati riguardanti le infrastrutture strategiche («Allegato Infrastrutture») e lo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra («Allegato Kyoto»). La previsione di questi due Allegati è contenuta rispettivamente nei commi 8 e 9 dell'articolo 10 della legge di contabilità e finanza pubblica, legge n. 196 del 2009, come modificati dalla legge 7 aprile 2011, n. 39, che ha adeguato la programmazione economico-finanziaria nazionale a quella comunitaria nell'ambito del «semestre europeo».
Osserva, quindi, che l'Allegato Infrastrutture al nostro esame, in primo luogo, definisce le linee guida e le priorità strategiche in materia di politica infrastrutturale,

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che sarà necessario perseguire nel rispetto di quanto previsto anche dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale e dai relativi decreti attuativi. In particolare, tra le finalità principali segnala quelle di appaltare e cantierare quanto approvato dal CIPE, di attuare i fondi derivanti dalle convenzioni con le società concessionarie, i fondi europei e quelli di partenariato pubblico-privato, di rendere coerente il processo di infrastrutturazione con le azioni a livello comunitario. Al riguardo, fa presente che è in corso a livello europeo una discussione sull'evoluzione della politica delle reti TEN e che decisioni di particolare importanza verranno prese entro il mese di giugno prossimo, decisioni di cui l'Allegato Infrastrutture terrà conto, nell'ambito della prossima Nota di aggiornamento del DEF che il Governo presenterà alle Camere nel mese di settembre 2011. Riferisce, poi, che l'Allegato all'esame della Commissione segnala, altresì, la necessità di definire un nuovo quadro di priorità alla luce delle nuove Intese Generali Quadro sottoscritte con tutte le regioni, che integreranno il quadro di priorità già presente nel precedente Allegato Infrastrutture. Le proposte programmatiche tengono conto, per un verso, di quanto si sta definendo, proprio in questa fase, in merito al Piano per il Sud e, per l'altro, di quanto previsto dagli articoli 16 e 22 della legge delega sul federalismo fiscale, compresa l'individuazione di indicatori infrastrutturali e di servizio connessi al Programma infrastrutture strategiche (PIS). Alla luce degli importanti sviluppi in corso, l'adeguamento del PIS presentato dall'Allegato Infrastrutture in esame è limitato sostanzialmente ad una conferma dei contenuti delle tabelle 1, 2 e 3 del precedente Allegato Infrastrutture alla Decisione di finanza pubblica, approvato con la delibera CIPE n. 81 del 18 novembre 2010. Ciò è frutto sia della ristrettezza dei tempi di presentazione del nuovo DEF, in sede di prima applicazione della legge n. 39 del 2011, sia della scelta del Governo di procedere ad eventuali aggiornamenti dei contenuti dell'Allegato in occasione della presentazione della Nota di aggiornamento nel mese di settembre, anche alla luce degli importanti sviluppi in corso a livello comunitario, relativamente alle reti TEN. Osserva, quindi, che, per quanto riguarda la proposta di parere che si appresta a formulare, si riserva di segnalare, anche a seguito del dibattito, talune opere prioritarie di carattere strategico ai fini del loro inserimento nella legge obiettivo.
Passando in rassegna rapidamente i dati indicati nelle tabelle dell'Allegato Infrastrutture in esame rileva, quindi, che la Tabella 1 Programma delle Infrastrutture Strategiche - Aggiornamento Aprile 2011 contiene l'elenco di tutti gli interventi compresi nel PIS ed il relativo quadro finanziario (costo, disponibilità e fabbisogno residuo) aggiornato al mese di aprile 2011. Il costo totale delle opere indicato dalla Tabella 1 è pari a 237,1 miliardi di euro, di cui 93,4 disponibili e 143,8 da reperire. Le uniche nuove quattro opere inserite nell'Allegato in esame, rispetto a quanto previsto dalla Tabella 1 del precedente Allegato, sono quelle corrispondenti a «Completamenti funzionali previsti dal redigendo Piano per il SUD (delibera Cipe 1/2011)», il cui costo complessivo è pari a 4,1 miliardi di euro (di cui 0,9 disponibili). Le Tabelle 2 e 3 indicano rispettivamente, le opere da avviare entro il 2013 e le opere non comprese nella Tabella 2. Tali tabelle confermano, come la Tabella 1, i contenuti delle corrispondenti tabelle del precedente Allegato, con l'aggiunta delle sopraccitate quattro nuove opere. Il costo totale delle opere da avviare entro il 2013 indicato nella Tabella 2 è pari a 114,7 miliardi di euro, di cui 43,5 disponibili e 71,2 da reperire. Il costo totale delle opere da avviare successivamente, indicato nella Tabella 3, è pari a 122,3 miliardi di euro, di cui 49,9 disponibili e 72,5 da reperire. Nel fare presente che la Tabella 1 corrisponde alla sommatoria delle Tabelle 2 e 3, segnala che la Tabella 4 Opere di valenza regionale realizzabili entro il 2013, che espone un costo totale pari a 18,3 miliardi di euro, di cui 3,6 disponibili e 14,7 da reperire, identico a quello della Tabella 4 dell'anno scorso,

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sulla base di quanto riportato nel precedente Allegato, elenca le opere già comprese nella Tabella 3 di valenza regionale che hanno già coperture diverse da fonte pubblica nazionale e che possono rientrare nella Tabella 2 solo a seguito di coinvolgimento finanziario delle regioni. Nella Tabella 5 è riportato lo stato attuativo dei progetti approvati al CIPE nel periodo 2002-marzo 2011 il cui valore è quasi identico a quello della Tabella 5 dell'anno scorso e sarà aggiornato a seguito della pubblicazione in Gazzetta della Delibera CIPE 81/2010. La tabella 6 Programma delle Infrastrutture Strategiche - Stato avanzamento lavori, che non è stata presentata nell'ambito dell'8o Allegato, contiene l'elenco di tutti gli interventi compresi nel PIS per i quali sono in corso i lavori ed il relativo quadro finanziario (costo, disponibilità e fabbisogno residuo). Il costo totale delle opere indicato dalla Tabella 6 è pari a 34,8 miliardi di euro, di cui 31,2 disponibili e 3,7 da reperire.
Per quanto riguarda il Documento sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra («Allegato Kyoto»), il Documento presenta la situazione delle emissioni di gas serra al 2009 e le previsioni fino al 2012 e indica le misure per colmare il gap che separa l'Italia dal raggiungimento dell'obiettivo di Kyoto. Nel ricordare che l'obiettivo di Kyoto per l'Italia è stato fissato al 6,5 per cento, segnala che tale impegno implica che le emissioni nazionali di gas ad effetto serra non potranno superare le 483,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (Mt CO2 eq) all'anno nel periodo 2008-2012. Il gap medio annuo nel periodo 2008-2012 è quantificabile, secondo quanto indicato nel Documento, in 33,5 Mt CO2 eq ipotizzando la piena attuazione e il rifinanziamento delle misure adottate fino all'aprile 2010 contenute nell'allegato 1. Tra le priorità cui l'azione del Governo deve indirizzarsi segnala la conferma dell'obbligo del ritiro dei certificati verdi, l'emanazione a livello regionale delle norme attuative del decreto legislativo n. 192 del 2005 (efficienza energetica negli edifici) e i decreti attuativi del Piano d'Azione del 2007 (certificati bianchi - nuovi target al 2015). Considerato che l'allegato 1 riporta le misure adottate fino all'aprile 2010 e che alcune di tali misure sono in corso di revisione (ad esempio, è in corso di emanazione il decreto ministeriale sul quarto Conto Energia nel settore Fotovoltaico), appare auspicabile che il Governo fornisca alla Commissione aggiornamenti del presente Documento non appena definita la revisione di alcune misure contenute nell'allegato 1, magari nell'ambito della prossima Nota di aggiornamento del DEF che il Governo presenterà alle Camere nel mese di settembre 2011. In tale occasione, sarà altresì opportuno che il Governo fornisca un dato aggiornato del gap medio annuo nel periodo 2008-2012, considerato altresì che dalla media semplice dei valori riportati nella tabella 1 deriverebbe un gap lievemente differente (34,3 Mt CO2 eq) rispetto a quello attualmente riportato (33,5 Mt CO2 eq).
Ulteriori misure necessarie per il rispetto dell'obiettivo di Kyoto sono, da un lato, la contabilizzazione degli assorbimenti nazionali, stimabili in -10,2 Mt CO2/anno, per la quale l'Allegato in esame segnala che è in corso la sottoscrizione dell'accordo per la realizzazione del Registro dei serbatoi di carbonio agroforestali, e l'acquisto delle quote di emissione necessarie a colmare il gap, per una spesa stimabile da un minimo di 270 a un massimo di 335 Meuro annui. L'Allegato in esame segnala che, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo, oltre alle sanzioni previste nell'ambito del Protocollo stesso, poiché il Protocollo è stato sottoscritto anche dall'UE (con la decisione 2002/358/CE), qualora l'Italia non rispettasse il proprio obiettivo di riduzione sarebbe oggetto di una procedura di infrazione per mancato adempimento di obblighi comunitari.
L'Allegato in esame valuta, inoltre, gli scenari delle emissioni con orizzonte temporale al 2020 idonei al raggiungimento dell'obiettivo previsto per i settori «non Emission Trading System» dalla Decisione 406/2009 del 23 aprile 2009 («effort sharing»)

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per l'anno 2020, ossia i settori agricolo, quello dei trasporti e il settore civile, e indica le azioni preliminarmente necessarie al perseguimento di tale obiettivo. L'Allegato evidenzia che al momento non è possibile quantificare in via definitiva gli obiettivi annuali di riduzione per il periodo 2013-2020, poiché tale quantificazione, essendo determinata come differenza tra le emissioni nazionali e le emissioni dei settori ETS, presuppone l'esatta determinazione di queste ultime. Tuttavia valutazioni preliminari indicano che l'obiettivo per l'Italia al 2013 è stimato pari a circa 300,5 Mt di CO2, mentre l'obiettivo al 2020 è stimato in circa 284,3 Mt CO2 eq. (-13 per cento rispetto ai livelli emissivi del 2005). Il gap medio annuo è stimabile sempre ipotizzando la piena attuazione, e ove necessario il rifinanziamento, delle misure adottate fino all'aprile 2010 e indicate nell'allegato 1, e degli impegni assunti in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili di cui alle Conclusioni del Consiglio Europeo dell'8-9 marzo 2007, con particolare riguardo alle misure previste nell'ambito del Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili di cui alla direttiva 2009/28/CE e a quelle che saranno adottate ai sensi del Piano straordinario di efficienza energetica, elencate negli allegati 3-4 alla relazione, che dovrebbero consentire una riduzione complessiva di 0,35 Mt CO2 eq nel 2010, 11,5 Mt CO2 eq nel 2015 e 66,6 Mt CO2 eq nel 2020. Il gap medio annuo è stimabile in 18,5 Mt CO2 eq anche se L'Allegato in esame sottolinea che il valore indicato è «sottostimato» poiché al momento non si dispone delle stime per gli anni 2016-2019 che sembrano essere quelli più critici.
In conclusione, come già preannunciato nella precedente seduta, si riserva di formulare una proposta di parere anche alla luce di quanto dovesse emergere dal dibattito che seguirà.

Alessandro BRATTI (PD), preliminarmente, avverte che limiterà il suo intervento ad alcune considerazioni critiche sul documento, predisposto dal Ministro dell'ambiente e allegato al DEF, relativo allo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e sui relativi indirizzi, («Allegato Kyoto»).
Al riguardo, sottolinea, anzitutto, come il documento in questione evidenzi platealmente il ritardo dell'azione del Governo in carica in ordine alla effettiva messa a disposizione delle risorse del Fondo rotativo istituito nella passata legislatura dal Governo Prodi. Denuncia, inoltre, il fatto che il quadro degli impegni finanziari sia sostanzialmente fermo ad una delibera CIPE di quasi dieci anni fa e che i citati ritardi dell'attuale Governo pongono l'Italia di fronte al grave rischio dell'apertura di una procedura d'infrazione per mancato adempimento degli obblighi comunitari relativi al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
Più in generale, osserva che tutta l'azione del Governo in materia di rispetto degli obiettivi di Kyoto, con particolare riferimento al rapporto fra politiche ambientali e produzione di energia da fonti rinnovabili, appare drammaticamente confusa e contraddittoria. In tal senso, ritiene che vadano lette le più recenti scelte del Governo sul fotovoltaico, a partire dalle disposizioni - mai discusse in Parlamento - inserite nel decreto legislativo n. 31 del 2011, che stanno provocando il blocco e la crisi strutturale di un intera filiera produttiva.
Denuncia, altresì, il fatto che l'Allegato Kyoto e lo stesso DEF si basino su un Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili (PAN), com'è quello approvato l'estate scorsa, che per ammissione dello stesso Governo andrà rivisto e ricalibrato alla luce delle recenti scelte governative sul fotovoltaico e sul nucleare.
Esprime, quindi, stupore per il fatto che nell'Allegato Kyoto si esaltino gli effetti positivi delle agevolazioni fiscali per l'efficientamento energetico degli edifici (il cosiddetto «55 per cento») volute dal Governo Prodi, subito abolite dal Governo in carica e, infine, reintrodotte - solo parzialmente, peraltro - grazie alla mobilitazione degli operatori del settore e alla

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lotta condotta in Parlamento e sul territorio dall'opposizione e, in primo luogo, dal Partito Democratico.
Conclude formulando una decisa critica rispetto ad una politica ambientale come quella del Governo fondata su spot, annunci e slogan, invece che su azioni concrete e sul coordinamento delle politiche di tutti i ministeri.

Sergio Michele PIFFARI (IdV), preliminarmente, esprime un giudizio nettamente critico sul provvedimento in esame, preannunciando la presentazione di una proposta di parere alternativo sul provvedimento in esame.
Esprime, quindi, rammarico per il fatto che il DEF presentato dal Governo non sia null'altro che una cornice di buoni propositi, priva di qualsiasi concretezza e incisività. Pur prendendo atto che nel documento non c'è più traccia delle roboanti affermazioni e annunci che avevano caratterizzato negli scorsi anni le manovre finanziarie - dalle risorse della BEI per la realizzazione delle infrastrutture agli stanziamenti miliardari per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio dalle calamità naturali -, stigmatizza il fatto che le poche risorse disponibili non siano messe a disposizione per affrontare le poche e riconosciute priorità che sono di fronte al Paese e dalle quali dipendono il superamento della grave crisi economica e sociale in atto.
Sottolinea, quindi, la gravità delle scelte fatte dal Governo in carica all'inizio della legislatura in campo ambientale ed energetico, con l'avvio del piano nucleare e la subordinazione ad esso di tutte le possibili scelte a favore delle fonti rinnovabili. A tali scelte, oggi peraltro messe in discussione dallo stesso Governo, in un quadro di confusione e di maldestro tentativo di evitare la scadenza referendaria, sono da ricondurre le disastrose misure adottate dal Governo in tema di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, che hanno portato - soprattutto nel settore del fotovoltaico - ad una vera e propria mortificazione di una filiera produttiva che ha dimostrato un'indubbia capacità di crescita e di sviluppo industriale e occupazionale.
Conclude, quindi, denunciando la natura intimamente propagandistica del DEF, emblematicamente rappresentata dall'ennesimo annuncio di una riforma fiscale che dovrebbe portare alla diminuzione delle imposte, mentre il Paese è alle prese con una pressione fiscale - la terza più alta di tutti i Paesi occidentali - cresciuta sotto questo Governo in modo ormai insopportabile per le imprese e per le famiglie italiane.

Mauro PILI (PdL) richiama l'attenzione della presidenza e della Commissione sulla mancata trasmissione al Parlamento del parere della Conferenza Unificata sul DEF, in luogo del parere della Conferenza permanente per la finanza pubblica, che, a suo avviso, alla luce delle modifiche introdotte dalla legge n. 39 del 2011 alla legge n. 196 del 2009, non consentirebbe alla Commissione di concludere l'esame del DEF nella seduta odierna.
Quanto al merito del DEF, esprime un giudizio fortemente critico sull'asserita coerenza del provvedimento rispetto al dettato della legge n. 42 del 2009. Al contrario, a suo avviso, il contenuto del DEF viola clamorosamente il dettato della citata legge delega sul federalismo fiscale laddove non tiene in alcun conto la necessità di perseguire, nella redazione dei documenti nei quali si estrinseca la politica del Governo, l'obiettivo strategico del riequilibrio infrastrutturale fra le diverse aree e regioni del Paese.
In particolare la lettura delle tabelle contenute nel DEF dimostra, in concreto, che nella sua redazione non si è tenuto in alcun conto l'assolvimento dello specifico obbligo previsto dall'articolo 22 della legge n. 42 del 2009 di procedere alla perequazione infrastrutturale fra tutte le regioni italiane. In proposito, evidenzia la gravità del fatto contenuto nella tabella 1 relativa agli stanziamenti previsti per le opere da realizzare nel Mezzogiorno, nella quale, a fronte di complessivi stanziamenti per

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quasi 18 miliardi di euro, solo 24 milioni di euro sono stanziati per opere da realizzare in Sardegna.
Chiede, quindi, al Governo di apportare modifiche sostanziali al DEF, che vadano nella direzione di una riaffermazione dell'obiettivo strategico del superamento del gap infrastrutturale fra le diverse regioni del Paese, preannunciando che, ove tale sua richiesta non venisse accolta, egli non potrebbe pronunciarsi favorevolmente sul provvedimento in esame.

Raffaella MARIANI (PD) prende atto della posizione dell'onorevole Pili che sembra condividere alcune delle argomentazioni critiche coerentemente svolte dal Partito democratico fin dall'inizio della legislatura e che, con riferimento al contenuto del provvedimento in esame, rendono del tutto inaccettabile un programma di interventi infrastrutturali, nel quale il 73 per cento dell'ammontare complessivo degli stanziamenti previsti è destinato alla realizzazione di opere nel centro-nord e solo il 27 per cento nel Mezzogiorno. Ritiene che ciò sia frutto anche dell'uso distorto dei fondi FAS e di una politica sempre orientata a privilegiare alcune aree del Paese a scapito di altre. Denuncia inoltre come inaccettabile la scelta del Governo di rinviare a settembre la definizione puntuale delle misure da adottare nei settori fondamentali delle infrastrutture delle costruzioni, che testimonia il fatto che il Paese si trova senza una guida politica vera e in balìa di scelte propagandistiche che stanno provocando danni gravissimi agli operatori del mercato e alle comunità locali.
Stigmatizza il fatto che il DEF preannunci ulteriori tagli alle spese per investimenti in contrasto con tutte le prese di posizioni ufficiali, denunciando al tempo stesso il gravissimo ritardo con il quale il CIPE sta procedendo alla definizione di una delibera che renda possibile la realizzazione, in ambito locale, di un piano per le piccole opere e la mancanza nel DEF di ogni certezza in ordine alle risorse e ai tempi di realizzazione del programma della messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Giudica, altresì, grave che nel DEF si ritengano necessarie misure di riforma del Codice degli appalti quando il Governo ha sempre rifiutato di avviare in Commissione una discussione approfondita sulla revisione del codice, sempre sollecitata e richiesta dai deputati del gruppo del Partito democratico. Avviandosi alla conclusione, rileva criticamente che nelle tabelle contenute nel DEF continuino ad essere elencate opere infrastrutturali senza una correlativa individuazione delle risorse finanziarie necessarie per la loro realizzazione. In tal senso, segnala l'esempio emblematico delle infrastrutture relative alle reti di trasporto trans-europee (TEN-T), per le quali, anche dopo la modifica legislativa che ha reso possibile il finanziamento di tali infrastrutture per lotti funzionali anziché per lotti costruttivi, il Governo non è in grado di reperire i fondi necessari alla loro concreta realizzazione. Infine, denuncia il colpevole ritardo con cui il Governo continua a non mettere a disposizione delle regioni e degli enti locali, che ne avrebbero urgentemente bisogno, le ingenti risorse - anch'esse sottratte ai fondi FAS - per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico.
Conclude, chiedendo alla relatrice di farsi carico della necessità di menzionare le citate questioni nella proposta di parere quanto meno per inviare un segnale politico chiaro, ai territori, alle imprese e ai cittadini, sulla volontà della Commissione di farsi carico dei problemi reali del Paese.

Ermete REALACCI (PD) preliminarmente annuncia la presentazione di una proposta di parere alternativo del gruppo del Partito democratico sul provvedimento in esame. Giudica, quindi, inaccettabile e impresentabile il contenuto del documento, predisposto dal Ministro dell'ambiente e allegato al DEF, relativo allo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto

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serra e sui relativi indirizzi, (cosiddetto «Allegato Kyoto»).
In particolare, ritiene inaccettabile l'approssimazione con cui tale documento appare redatto, quasi che il raggiungimento degli obiettivi di politica ambientale assunti dall'Italia in ambito europeo ed internazionale fosse una questione del solo Ministero dell'ambiente e non una questione che pone il Ministro dell'ambiente al centro di una azione di coordinamento delle complessive politiche del Governo necessarie al rispetto degli impegni presi e dal conseguimento degli obiettivi fissati. Sotto questo profilo, richiama i colleghi della maggioranza ad un atto di serietà, che evidenziando i limiti dei documenti presentati dal Governo, riaffermi il valore e il ruolo dell'impegno parlamentare. Ritiene, infatti, che questo atto di serietà sia indispensabile se davvero si vuole che, da un lato, il Governo e, dall'altro, i soggetti pubblici e privati che operano nella società, riconoscano autorevolezza e credibilità al lavoro, al dibattito, agli atti deliberati dalla Commissione.

Roberto TORTOLI, presidente, con riferimento alla mancata trasmissione del parere della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica sul Documento di economia e finanza, ricorda anzitutto che l'articolo 7 della legge n. 196 del 2009 prevede che tale Conferenza si esprima «in tempo utile per le deliberazioni parlamentari», intendendosi per tali quelle che concludono il procedimento, cioè quelle delle Assemblee delle due Camere.
Al riguardo, fa presente che, non essendo stata costituita tale Conferenza, si applica il comma 5 dell'articolo 52 della citata legge n. 196 del 2009 che prevede che, fino all'istituzione della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, i compiti ad essa attribuiti sono svolti dalla Conferenza unificata, che non si è ancora espressa sul DEF.
Ritiene che occorra tener presente, inoltre, che: l'articolo 9 della legge n. 196 del 2009, come sostituito dall'articolo 1, comma 2, della legge n. 39 del 2011, prevede che il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma - i cui schemi sono contenuti nelle sezioni I e III del DEF - sono presentati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile e comunque nei termini e nelle modalità del Codice di condotta per l'attuazione del patto di stabilità e crescita, il quale specifica che, per assicurare un adeguato coordinamento ex ante e la sorveglianza delle politiche economiche, la presentazione degli aggiornamenti dei Programmi di stabilità dovrebbe aver luogo preferibilmente entro la metà del mese di aprile, e in ogni caso non più tardi del medesimo mese.
Pertanto, fa presente che la programmazione dei lavori dell'Assemblea è stata organizzata dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in modo da garantire il rispetto del suddetto termine del 30 aprile. È dunque da ritenere che la mancata trasmissione del parere della Conferenza Unificata costituisca un inadempimento da parte di altri organi che comunque non possa allo stato incidere sul procedimento di esame parlamentare del Documento di economia e finanza già avviato.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni sul provvedimento in titolo (vedi allegato 1), che tiene conto di alcune delle osservazioni critiche svolte dai colleghi dell'opposizione nel corso del dibattito.

Il sottosegretario Mario MANTOVANI esprime un orientamento favorevole sulla proposta di parere formulata dalla relatrice.

Roberto TORTOLI (PdL), presidente, comunica che - come preannunciato - sono state presentate due proposte di parere alternativo, rispettivamente, dal Gruppo dell'Italia dei Valori e dal Gruppo del PD (vedi allegati 2 e 3).

Sergio Michele PIFFARI (IdV) annuncia il voto contrario del gruppo dell'Italia dei

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Valori sulla proposta di parere formulata dalla relatrice.

Raffaella MARIANI (PD) pur apprezzando alcune delle condizioni apposte dalla relatrice sulla sua proposta di parere, annuncia il voto contrario del gruppo del Partito Democratico sulla medesima proposta di parere.

Roberto TORTOLI (PdL), presidente, comunica che porrà in votazione la proposta di parere favorevole con condizioni formulata dalla relatrice, avvertendo che, in caso di approvazione, risulteranno precluse le votazioni sulle due proposte di parere alternative presentate.

Nessun altro chiedendo di intervenire la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizioni formulata dalla relatrice, risultando così preclusa la votazione sulla proposta di parere alternativo presentata dal gruppo del Partito Democratico e sulla proposta di parere alternativo presentata dal gruppo dell'Italia dei Valori.

La seduta termina alle 15.05.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 27 aprile 2011. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 15.15.

Indagine conoscitiva sulle politiche ambientali in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Audizione di rappresentanti di Terna S.p.a.
(Svolgimento e conclusione).

Roberto TORTOLI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione
Introduce, quindi, l'audizione.

Flavio CATTANEO, amministratore delegato di Terna Spa, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono, quindi, per formulare quesiti ed osservazioni, Salvatore MARGIOTTA (PD), Ermete REALACCI (PD), Sergio Michele PIFFARI (IdV), Elisabetta ZAMPARUTTI (PD) e Alessandro BRATTI (PD).

Flavio CATTANEO, amministratore delegato di Terna Spa, fornisce alcune precisazioni in ordine ai quesiti e alle osservazioni formulate dai deputati.

Roberto TORTOLI, presidente, ringrazia per il contributo fornito. Dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO DEI NOVE

Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia.
Testo unificato C. 169-582-583-1129-A.