CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 marzo 2011
458.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.

Misure contro la durata indeterminata dei processi.
Nuovo testo C. 3137, approvato dal Senato.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, nel rappresentare che il provvedimento non presenta profili problematici di carattere finanziario, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il nuovo testo del progetto di legge C. 3137, recante misure contro la durata indeterminata dei processi, approvato dal Senato;
rilevato che il provvedimento non determina apprezzabili effetti di carattere finanziario,
esprime

NULLA OSTA».

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

Maino MARCHI (PD), pur concordando sostanzialmente con la relazione svolta dal'onorevole Marinello sull'impatto finanziario diretto del provvedimento in esame, esprime la contrarietà del suo gruppo nel merito dell'iniziativa. Rileva inoltre come, modificando norme procedurali, come quelle relative alla durata dei processi ed alla prescrizione, possano derivare effetti indiretti a carico della finanza pubblica, essendo stato dimostrato, anche nel corso delle audizioni che si sono svolte in II Commissione, come l'attuale assetto organizzativo della giustizia italiana non consenta di sopportare l'impatto delle richiamate disposizioni. Per tali ragioni, annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

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Renato CAMBURSANO (IdV), associandosi alle considerazioni di carattere tecnico formulate dall'onorevole Marchi, annuncia il volto contrario del gruppo Italia dei Valori sulla proposta di parere formulata dal relatore. Nel sottolineare, inoltre, come, per quanto attiene al merito del provvedimento, il proprio gruppo si opponga con decisione al testo della proposta di legge in discussione, esprime comunque il proprio convincimento che, anche qualora essa dovesse esse approvata dalle Camere, finirebbe per essere dichiarata incostituzionale della Corte costituzionale.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disciplina dell'attività di costruttore edile e delle attività professionali di completamento e finitura edilizia.
C. 60 e abb.-A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame di emendamenti - Parere).

La Commissione inizia l'esame delle ulteriori proposte emendative riferite al provvedimento.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, segnala che l'Assemblea ha trasmesso tre emendamenti approvati dalla Commissione di merito. Con riferimento agli stessi, ritiene opportuno acquisire chiarimenti dal Governo in merito ai possibili effetti finanziari derivanti dalla proposta emendativa 10.100, che specifica che il diritto di iscrizione di cui all'articolo 10 per il primo anno abbia valore anche di diritto annuale. In particolare, ricorda, infatti, che il diritto di prima iscrizione è stabilito in misura fissa, mentre il diritto annuale è determinato per ciascun esercizio in modo da garantire la copertura integrale dei nuovi o maggiori oneri derivanti dall'attuazione della presente legge. Rileva che gli emendamenti 1.100 e 2.100 non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Al riguardo, ritiene opportuna una conferma da parte del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda sulla neutralità finanziaria degli emendamenti 1.100 e 2.100 della Commissione, esprimendo invece una valutazione contraria sull'emendamento 10.100 della Commissione, la cui formulazione non garantisce, ad avviso del Governo, l'integrale copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'articolo 10.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, alla luce delle precisazioni fornite dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminati gli emendamenti, contenuti nel fascicolo n. 2, riferiti al progetto di legge C. 60 e abb.-A, recante disciplina dell'attività professionale di costruttore edile e delle attività professionali di completamento e finitura in edilizia;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo,
esprime

PARERE CONTRARIO

sull'emendamento 10.100;

PARERE FAVOREVOLE

sui restanti emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2, non compresi nel fascicolo n. 1.»

La Commissione approva la proposta di parere formulata dal presidente, in sostituzione del relatore.

La seduta termina alle 14.10.

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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.10.

Schema di decreto legislativo recante norme in materia di accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.
Atto n. 332.

(Esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, con riferimento agli articoli da 1 a 7 recanti disposizioni per l'accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori addetti ad attività usuranti, fa presente che, alla luce della prudenzialità dei parametri e delle ipotesi adottati dalla relazione tecnica, gli effetti della disciplina in esame appaiono riconducibili entro i limiti di spesa prefissati dalla legge delega, pur essendo la norma di copertura del provvedimento in esame formulata in termini di previsioni di spesa. Con riferimento all'applicazione della normativa a regime, osserva che la tenuta di tali limiti di spesa resta comunque affidata anche all'effettiva idoneità del meccanismo di salvaguardia ad operare un contenimento degli accessi al pensionamento pur in presenza di un numero di soggetti titolari dei requisiti prescritti che superi eventualmente quello programmato. Per quanto riguarda la copertura finanziaria, rileva che la norma di copertura è formulata in termini di previsione di spesa, mentre l'articolo 1, comma 3, lettera f), della legge n. 247 del 2007 stabiliva un limite di spesa, pur prevedendo, successivamente, alla lettera g) che, qualora nell'ambito della funzione di accertamento del diritto, dal monitoraggio delle domande presentate e accolte, emerga il verificarsi di scostamenti rispetto alle risorse finanziarie stanziate, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale ne dia notizia tempestivamente al Ministro dell'economia e delle finanze ai fini dell'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. Ricorda che, successivamente, l'articolo 1, comma 2, della legge n. 183 del 2010 ha precisato che i decreti legislativi per la revisione della disciplina in tema di lavori usuranti recano, ai sensi dell'articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, una clausola di salvaguardia, volta a prevedere che, qualora nell'ambito della funzione di accertamento del diritto al beneficio emergano scostamenti tra gli oneri derivanti dalle domande accolte e la copertura finanziaria prevista, trovi applicazione un criterio di priorità, in ragione della maturazione dei requisiti agevolati, e, a parità degli stessi, della data di presentazione della domanda, nella decorrenza dei trattamenti pensionistici. Sottolinea che tale meccanismo è sostanzialmente riprodotto nell'articolo 3 dello schema in esame. Con riferimento al Fondo del quale è previsto l'utilizzo ricorda che le relative risorse sono iscritte nel capitolo 4377 dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per un importo pari a 995 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, con riferimento alle osservazioni formulate dal relatore, fa presente, in primo luogo, che la riduzione della platea dei soggetti effettivamente interessati all'anticipo del pensionamento, per effetto della dinamica incrementativa nel tempo dei requisiti di accesso, è corretta, in quanto la valutazione della platea potenzialmente interessata è effettuata considerando che siano applicati alla base assicurativa requisiti anagrafici costanti, come espressamente indicato nella relazione tecnica.

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Osserva quindi che la considerazione, nel computo degli effetti finanziari, di differenti importi medi, peraltro ispirati a criteri prudenziali, come indicato dal relatore, deriva dalla circostanza che vengono prese in considerazione coorti che maturano i requisiti in diversi anni e, quindi, si tiene conto della dinamica incrementativa degli importi medi. Con riferimento all'anno 2011, evidenzia che l'onere e la relativa copertura sono assolutamente capienti per garantire la liquidazione, senza ovviamente tenere conto di ratei arretrati, in quanto non dovuti, come espressamente previsto dall'articolo 1, comma 9, per tutti i soggetti che all'entrata in vigore del decreto legislativo hanno diritto alla liquidazione del trattamento anticipato. Ribadisce inoltre che il meccanismo di salvaguardia, di cui all'articolo 3, è effettivamente idoneo a garantire il rispetto degli oneri programmati. Evidenzia che, come indicato nella relazione tecnica, trattasi di procedura endogena alla complessiva disciplina della concessione del beneficio in esame che da un lato opera in via automatica garantendo il rispetto della spesa programmata nel settore pensionistico e dall'altro consente, comunque, ai lavoratori destinatari della normativa in esame, il godimento del beneficio dell'anticipo dell'accesso al pensionamento rispetto ai requisiti generali. Fa presente che, nei termini sopra esposti, il meccanismo endogeno introdotto configura i benefici in esame come condizionati nell'ampiezza alla disponibilità di risorse e risulta operare all'inizio della fase procedimentale. Infine, circa le attività di cui all'articolo 5 e all'articolo 2, conferma che le medesime, quando riferite a pubbliche amministrazioni, sono sostenibili a valere sulle risorse ordinariamente disponibili.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, formula la seguente proposta di parere:

«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto legislativo recante norme in materia di accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti (atto n. 332);
preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo in ordine all'effettiva idoneità del meccanismo di salvaguardia previsto dall'articolo 3 dello schema, che riprende sostanzialmente quello individuato, in sede di delega, dall'articolo 1, comma 2, della legge 4 novembre 2010, n. 183,
esprime

PARERE FAVOREVOLE».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.20.

Giancarlo GIORGETTI presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-04441 Toccafondi: Iniziative per il reintegro del capitolo di bilancio relativo ai contributi per le scuole paritarie.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

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Gabriele TOCCAFONDI (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto per la risposta fornita dal rappresentante del Governo, esprimendo l'auspicio che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, richiamato nella risposta fornita dal sottosegretario Alberto Giorgetti, possa essere adottato in tempi rapidi e possa fornire risposte adeguare al settore delle scuole paritarie. Sottolinea in proposito che i 245 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità rappresentano meno della metà dell'originaria dotazione del fondo, che i contributi vengono erogati trimestralmente e che quindi dal ritardo derivano importanti difficoltà per gli istituti beneficiari.

5-04442 Bitonci e Montagnoli: Limitazioni alle spese per sponsorizzazioni sostenute dagli enti locali.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), in qualità di cofirmatario dell'interrogazione, illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), replicando, prende atto della circostanza che il rappresentante del Governo ha sostanzialmente confermato la volontà di non modificare la vigente disciplina legislativa in materia di limitazioni alle spese per sponsorizzazioni. Nel dichiararsi, pertanto, non soddisfatto della risposta fornita, fa presente che in mancanza di un'iniziativa del Governo, specifiche proposte di modifica in materia saranno presentate in sede parlamentare.

5-04443 Rubinato, Baretta e Misiani: Disciplina delle sanzioni per gli enti locali per il mancato rispetto dei vincoli del Patto di stabilità interno.

Simonetta RUBINATO (PD) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Simonetta RUBINATO (PD), replicando, sottolinea che, dal monitoraggio effettuato, emerge che il comparto degli enti locali abbia contribuito con risorse aggiuntive per circa 700 milioni di euro al risanamento della finanza pubblica e che gli enti che non hanno rispettato i vincoli imposti dal patto di stabilità sono relativamente pochi. Ritiene che, pur essendo giusta la preoccupazione del Governo, sul mantenimento degli obiettivi relativi ai saldi di finanza pubblica, essa è eccessiva nei confronti del comparto degli enti locali che ha dimostrato di avere dato il proprio contributo. Ritiene necessario quindi il ripristino dei meccanismi sanzionatori e premiali vigenti prima dell'adozione del decreto-legge n. 78 del 2010.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.35.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI, indi del vice presidente Roberto OCCHIUTO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.35.

Istituzione della Soprintendenza del mare e delle acque interne e organizzazione del settore del patrimonio storico-culturale sommerso nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali.
Nuovo testo C. 2302.

(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 1o marzo 2011.

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Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che nella seduta del 1o marzo 2011, la Commissione ha deliberato di richiedere al Governo la trasmissione di una relazione tecnica sul provvedimento entro il termine di 20 giorni. Essendo decorso tale termine, chiede pertanto se sia disponibile la richiesta relazione tecnica.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI rappresenta che, con riferimento alla richiesta di relazione tecnica sulla proposta di legge in esame, il Ministero per i beni e le attività culturali ha comunicato che non è possibile procedere alla redazione della medesima e, quindi, ad un'attendibile quantificazione dei relativi oneri, atteso che il Ministero non dispone dei necessari elementi informativi.

Marco MARSILIO (PdL), relatore, si dichiara stupito del tenore della risposta del Ministero per i beni e le attività culturali, testé comunicata dal sottosegretario Giorgetti, osservando come sia estremamente difficile immaginare che il Ministero competente non disponga degli elementi necessari per quantificare gli oneri di un provvedimento che attiene ad una limitata modifica dell'organizzazione del medesimo Ministero. Nel ritenere, pertanto, che sia perfettamente possibile procedere ad un quantificazione degli oneri derivanti dalla proposta in esame, almeno nella loro misura minima e massima, osserva su un piano più generale che il comportamento del Ministero per i beni e le attività culturali preclude sostanzialmente al Parlamento la possibilità di concludere l'iter legislativo di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che - al di là di ogni valutazione sul merito della proposta, che può anche essere non condiviso - dovrebbe esse oggetto di una considerazione pari a quella prestata ai progetti di legge di iniziativa governativa. Nel rilevare come la Commissione bilancio non sia nelle condizioni di esprimere un parere in merito al provvedimento in questione, ritiene che sia opportuno che il presidente si attivi per informare la presidenza della Commissione cultura della situazione che si è creata.

La Commissione concorda.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nel segnalare che provvederà a scrivere alla presidente della Commissione cultura per informarla di quanto emerso nell'odierna seduta. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento.

Istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo.
Testo unificato C. 2699-ter e abb., approvato dal Senato.

(Parere alla VI Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Roberto OCCHIUTO, presidente, in sostituzione del relatore, con riferimento agli articoli 1, 4 e 5 relativi alla struttura di prevenzione delle frodi assicurative e misure di contrasto alla contraffazione dei contrassegni, evidenzia, in via preliminare, che il provvedimento, pur recando una formula di copertura degli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni in esso contenute, non determina l'ammontare di detti oneri. Fa presente che a questi ultimi occorrerà far fronte con le maggiori entrate derivanti dall'incremento del contributo di vigilanza per le imprese di assicurazioni interessate. In proposito, segnala che l'articolo 335 del Codice delle assicurazioni private stabilisce un limite superiore all'aliquota di prelievo del contributo di vigilanza dovuto annualmente dalle imprese di assicurazione e che le disposizioni di cui all'articolo 6 del provvedimento non prevedono una deroga alla disposizione. Osserva che tale circostanza determina l'esigenza di disporre di una ricognizione delle voci di costo relative agli adempimenti derivanti dall'attuazione degli articoli 1 e 4 del provvedimento, dei soggetti pubblici sui quali gravano tali voci, nonché di una valutazione dell'ammontare dei relativi oneri, al fine di verificare se l'incremento di aliquota di prelievo del contributo

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di vigilanza necessario per compensare tali oneri sia compatibile con il limite di prelievo imposto dall'articolo 335, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica. Sottolinea che tale analisi andrebbe tra l'altro condotta con riferimento agli effetti finanziari connessi alle disposizioni di cui all'articolo 4, per la parte in cui prevedono l'adeguamento tecnico dei dispositivi per il controllo a distanza delle violazioni al codice della strada ovvero dei dispositivi per il controllo a distanza dell'accesso alle zone di traffico limitato ai fini del processo di dematerializzazione dei contrassegni assicurativi. Ritiene infatti che tali disposizioni appaiano suscettibili di determinare oneri sia per gli enti locali che per gli enti appartenenti al perimetro della pubblica amministrazione cui spetta la gestione delle tratte stradali. Ritiene opportuno che il Governo chiarisca inoltre se il contributo di vigilanza, in quanto direttamente connesso all'attività esercitata dalle imprese di assicurazioni, sia deducibile ai fini della determinazione del reddito delle imprese stesse. Ritiene, infatti, che in caso affermativo, un incremento di tale contributo determinerebbe un effetto di minore gettito a titolo di IRES, che andrebbe, pertanto, quantificato nel suo ammontare e provvisto di idonea copertura. Sia ai fini attuativi che ai fini della valutazione della congruità della copertura proposta, giudica che andrebbe chiarito se per le imprese autorizzate ad esercitare l'attività assicurativa anche in rami diversi da quello RC-Auto l'incremento del contributo si applichi ai soli premi incassati nell'esercizio dell'attività di assicurazione per il ramo responsabilità civile autoveicoli terrestri, ovvero all'ammontare di tutti i premi incassati annualmente. Riguardo alla copertura degli oneri di cui all'articolo 4, comma 2, posti a carico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la compilazione e la gestione dell'elenco dei veicoli non coperti da assicurazione, ritiene che andrebbe verificata la coerenza, anche sotto il profilo degli effetti di cassa, tra spese e mezzi di copertura, atteso che il versamento all'entrata del bilancio dello Stato e la successiva riassegnazione allo stato di previsione del suddetto dicastero delle relative risorse dovranno necessariamente verificarsi nel secondo semestre di ciascun esercizio, successivamente al versamento del contributo di vigilanza da parte delle imprese, dovuto entro il 31 luglio di ciascun anno. Osserva che l'articolo 1 dispone, al comma 9, che la struttura di prevenzione si avvalga della collaborazione delle forze di polizia, chiamate ad eseguire le verifiche e gli accertamenti richiesti. Ritiene opportuno acquisire un chiarimento, dal Governo, circa la portata applicativa di tale previsione, che potrebbe determinare aggravi di carattere organizzativo e conseguenti possibili effetti onerosi, anche in considerazione della formulazione del testo, che non sembra configurare la predetta collaborazione come meramente facoltativa. Giudica infine necessario acquisire elementi volti a confermare l'effettiva neutralità finanziaria della norma con cui viene istituito un gruppo di lavoro presso la struttura anti frodi. Infatti, pur essendo il testo corredato di una specifica clausola di non onerosità, non appare chiaro se l'organismo debba operare o meno nell'ambito di una struttura ministeriale preesistente e se l'istituzione del gruppo medesimo richiederà l'approntamento di apposite dotazioni logistiche e informatiche. Infine andrebbe chiarito con quali mezzi finanziari si farà fronte all'utilizzo delle figure di esperti previste dal testo. In merito ai profili di copertura finanziaria, rileva che l'articolo 6 dispone che agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 1 e dell'articolo 4, provvede a valere sulle maggiori entrate determinate dal comma 2 del presente articolo. Il suddetto comma autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito l'ISVAP, con proprio decreto ad incrementare il contributo di vigilanza a carico delle imprese di assicurazione autorizzate ad esercitare il ramo responsabilità civile autoveicoli terrestri di cui all'articolo 2, comma 3, numero 10), del codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, secondo le procedure di cui all'articolo 335

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del medesimo codice. Fa presente che la disposizione specifica, inoltre, che, ai fini della copertura degli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 4, comma 2, quota parte delle maggiori entrate delle quali è previsto l'utilizzo sia versata all'entrata del bilancio dello Stato, per essere successivamente riassegnata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare sentito il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Osserva, infine, che si prevede che sia fatto divieto alle imprese richiamate al comma 2 di traslare l'onere della maggiorazione del contributo sui premi assicurativi. A tal fine, l'ISVAP vigila sull'osservanza della disposizione di cui al primo periodo e riferisce annualmente al Ministro dell'economia e delle finanze. Al riguardo, segnala l'opportunità di specificare a quali oneri faccia riferimento il comma 1, dal momento che gli articoli 1 e 4 recano delle specifiche clausole di neutralità finanziaria.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI chiede di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento per fornire gli elementi di chiarimento richiesti dal presidente, in sostituzione del relatore.

Roberto OCCHIUTO, presidente, preso atto della richiesta del rappresentante del Governo, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del vice presidente Roberto OCCHIUTO, indi del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.45.

Schema di decreto legislativo recante attuazione delle direttive 2009/72/CE, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica e che abroga la direttiva 2003/54/CE, 2009/73/CE, relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale e che abroga la direttiva 2003/55/CE, e 2008/92/CE, concernente una procedura comunitaria sulla trasparenza dei prezzi al consumatore finale industriale di gas e di energia elettrica.
Atto n. 335.

(Rilievi alla X Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di regolamento, rinviato nella seduta del 23 marzo 2011.

Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, chiede di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento per approfondire ulteriormente alcuni aspetti del provvedimento, con particolare riferimento al coordinamento del testo con la normativa europea in materia di condizioni di accesso alla rete per gli scambi transfrontalieri di energia elettrica e tariffazione, per gli eventuali effetti finanziari che ciò possa comportare.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta del relatore.

Roberto OCCHIUTO, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Schema di regolamento sull'esclusione del Comitato per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita dagli organismi soggetti a riordino operanti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Atto n. 336.

(Rilievi alla XII Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Valutazione favorevole).

La Commissione inizia l'esame dello schema di regolamento in oggetto.

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Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, rileva che le norme recate dall'articolo 1, comma 2, e dall'articolo 2, comma 1, primo periodo, sembrerebbero finalizzate a stabilire che anche le dotazioni del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita siano soggette a riduzione nonostante l'esclusione del Comitato dal processo di riordino. Sul punto ritiene opportuna una conferma da parte del Governo. Con riferimento alle norme recate dall'articolo 2, comma 1, secondo periodo, che prevede che, per l'anno 2010, la riduzione operi in misura proporzionale rispetto al periodo intercorrente tra l'adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e il 31 dicembre 2010, giudica necessario un chiarimento circa i profili applicativi della disposizione anche al fine di verificarne la eventuale portata derogatoria, stante la peculiarità dell'assetto contabile della Presidenza del Consiglio. Rileva, in ogni caso, che la disposizione sembra suscettibile di produrre effetti di carattere finanziario che potrebbero risultare non conformi a quelli scontati, ai fini dei saldi, in sede di approvazione del decreto legge n. 112 del 2008. Fa presente che la relazione tecnica allegata all'articolo 68 del decreto-legge n. 112 del 2008, in materia di riordino degli organismi, ipotizzava, infatti, che le disposizioni recate dai commi da 1 a 4 producessero i loro effetti finanziari a regime a decorrere dal 2009, mentre la relazione tecnica in esame prefigura, limitatamente agli organismi esistenti presso la Presidenza del Consiglio, un effetto finanziario pari al 50 per cento di quello atteso per l'anno a 2010 e, a regime, dall'anno 2011. Ritiene, dunque, necessario che il Governo fornisca gli elementi necessari ad accertare che i risparmi ipotizzati dalla relazione tecnica riferita all'articolo 68, commi da 1 a 4, del decreto-legge n. 112 del 2008 risultino comunque conseguiti a decorrere dal 2009, anche ai fini dei saldi di cassa.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI sottolinea che l'articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 233, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, nel disporre la riduzione del 30 per cento della spesa rispetto a quella sostenuta nell'anno 2005, ha, altresì, previsto il riordino degli organismi collegiali operanti nelle amministrazioni pubbliche da effettuarsi anche mediante soppressione o accorpamento delle menzionate strutture. Evidenzia che il comma 2 del citato articolo 29 del decreto-legge 7 luglio 2006, n. 233, abbia poi, previsto che si dovesse dare esecuzione a tale disposto utilizzando lo strumento dei regolamenti di delegificazione per gli organismi istituiti e disciplinati da leggi o regolamenti e con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per i restanti. Attese le specifiche competenze ex lege attribuite al Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita, in fase di attuazione del menzionato articolo 29, ritiene, per mere ragioni precauzionali, di sottoporre anche il predetto Comitato alle procedure di riordino, nonostante fosse nota la sua peculiarità. Rappresenta che, in effetti, il Comitato è stato istituito in attuazione di normative comunitarie e, nel corso degli anni, gli sono state conferite ulteriori specifiche competenze in attuazione di trattati internazionali che si sono sommate a tutti i peculiari ambiti scientifici di coordinamento e di supporto alle politiche governative già allo stesso attribuiti. Fa presente che, a seguito alcuni pareri emessi dal Consiglio di Stato in tale ambito di materia e, da ultimo, a seguito delle considerazioni enucleate nell'ambito del parere n. 2358 del 2010, espresso nell'Adunanza del 19 maggio 2010, si è potuto rilevare la condivisione, in linea ermeneutica, degli orientamenti ivi espressi con i convincimenti da sempre nutriti nei confronti del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita. Sottolinea che, a motivo di ciò, a questo punto, con il confronto di tali numerosi pronunciamenti, si è provveduto ad attivare la procedura richiesta per la modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 84, del 14 maggio 2007, richiedendo la soppressione della lettera a) del comma 1, dell'articolo 3 del menzionato provvedimento.

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Rappresenta che il Consiglio di Stato, all'uopo interessato, accogliendo integralmente le motivazioni esposte nella relazione illustrativa, si è esplicitamente pronunciato con proprio parere n. 5632 del 2010, adottato in Adunanza generale il 23 dicembre 2010, ritenendo che, a motivo della propria configurazione istituzionale, il menzionato Comitato, pur potendo essere oggetto di interventi normativi o amministrativi volti a modificarne la composizione o la durata oppure a sostituirlo con organismi equipollentinon è, tuttavia, sottoponibile al disposto dell'articolo 68, del decreto-legge n. 112 del 2008. Rappresenta quindi che le riduzioni operate sui capitoli di bilancio di interesse, ai sensi dell'articolo 29, comma 1, del decreto-legge n. 223 del 2006, sono state comunque effettuate al fine di garantire gli obiettivi di contenimento della spesa imposti dall'articolo 68, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, nonostante la consapevolezza che tale disposizione fosse da applicarsi esclusivamente agli organismi soggetti a proroga. Segnala che peraltro, il limite di spesa entro il quale la Presidenza del Consiglio dei ministri era chiamata ad operare è stato considerato nel suo complesso e, quindi, comprensivo di tutti i centri di responsabilità che si riferiscono al Segretariato generale ed ai Ministri senza portafoglio.

Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, formula la seguente proposta:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di regolamento sull'esclusione del Comitato per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita dagli organismi soggetti a riordino operanti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (Atto n. 336);
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di regolamento.»

La Commissione approva la proposta formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI.

La seduta comincia alle 14.50.

Indagine conoscitiva nell'ambito dello schema di decreto legislativo recante attuazione dell'articolo 16 della legge 5 maggio 2009, n. 42, e successive modificazioni, in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali.
(Deliberazione).

Giancarlo GIORGETTI, presidente fa presente che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella seduta del 23 marzo 2011, ha deliberato, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 3, di svolgere un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione dell'articolo 16 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali (atto n. 328). Nell'ambito dell'indagine conoscitiva è prevista l'audizione del Ministro per i rapporti con le Regioni e per la coesione territoriale, di rappresentanti della Corte dei conti, della Banca d'Italia, del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, della SVIMEZ, dell'ANCE, di Invitalia S.p.A., del Comitato di rappresentanti delle autonomie territoriali di cui all'articolo 3, comma 4, della legge n. 42 del 2009 e di esperti della materia. Avverte che, come per le più recenti indagini conoscitive deliberate nell'ambito dell'esame di schemi di decreto legislativo attuativi della legge 5 maggio 2009, n. 42, le audizioni previste dall'indagine

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conoscitiva, ad esclusione di quella dei rappresentanti di Invitalia S.p.A., avrebbero luogo congiuntamente alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale ed eventualmente della Commissione bilancio del Senato della Repubblica.
Comunica che, essendo stata acquisita l'intesa del Presidente della Camera prevista dall'articolo 144, comma 1, del Regolamento, la Commissione è nelle condizioni di procedere alla formale deliberazione dell'indagine. Pone quindi in votazione la proposta di svolgimento dell'indagine sulla base del programma concordato.

La Commissione delibera lo svolgimento dell'indagine conoscitiva secondo il programma indicato.

La seduta termina alle 14.55.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.55.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'analisi annuale della crescita: progredire nella risposta globale dell'UE alla crisi.
COM(2011)11 definitivo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame della Comunicazione, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 marzo 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che, rispetto al dibattito svoltosi nella seduta di ieri è sopravvenuto un fatto nuovo, in quanto il Ministro dell'economia e delle finanze ha comunicato la propria disponibilità a intervenire nell'ambito dell'indagine conoscitiva deliberata dalla Commissionenell'ambito dell'esame della Comunicazione. Avverte che l'audizione dovrebbe verosimilmente svolgersi nella serata di martedì 29 marzo 2011 en che, in quella sede, il Ministro potrebbe fornire informazioni alla Commissione in merito all'andamento della riunione del Consiglio europeo in corso di svolgimento in queste ore. Alla luce di tale circostanza, ritiene che l'esame della Comunicazione potrebbe proseguire dopo l'audizione del Ministro. Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame della Comunicazione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.10.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 24 marzo 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli.

La seduta comincia alle 18.20.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario.
Atto n. 317.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 marzo 2011.

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Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che, presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, si è concluso l'esame dello schema di decreto legislativo con l'approvazione della proposta di parere presentata dall'onorevole Corsaro come risultante dalle proposte emendative approvate e, quindi, è possibile fare riferimento, in questa sede, al testo che risulterebbe dall'accoglimento delle condizioni contenute in tale proposta di parere, sulle quali il Governo ha espresso avviso favorevole.

Massimo VANNUCCI (PD) osserva che la relazione tecnica trasmessa dal Governo non ha potuto tenere conto delle modifiche apportate alla proposta di parere nella seduta odierna.

Antonio BORGHESI (IdV) deposita una proposta di parere a nome del suo gruppo (vedi allegato 4). Nel richiamare le ragioni che hanno indotto l'Italia dei Valori a votare contro la proposta di parere approvata dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, sottolinea come il decreto sia stato usato in modo strumentale, senza tenere conto della legge delega, per reintegrare le regioni che avevano subito i tagli dei trasferimenti erariali. Osserva che, con il provvedimento in esame, vi è il rischio di un aumento del prelievo a carico dei cittadini, come peraltro previsto dalla Corte dei conti, nel corso dell'attività conoscitiva svolta dalle Commissioni. Ricorda di avere proposto un meccanismo di tipo automatico volto a vietare alle regioni di aumentare il proprio prelievo fiscale in mancanza di una corrispondente riduzione, attestata dall'ISTAT, del livello della pressione fiscale nazionale, al fine di garantire almeno la neutralità fiscale per i cittadini. Osserva inoltre che il sistema per l'individuazione dei costi e dei fabbisogni standard, basato sulla media tra le regioni di riferimento, comporterà inevitabilmente un aumento dei fondi assegnati a talune ragioni, oltre il rispettivo livello di spesa attuale. Evidenzia che in caso di maggiori disponibilità, rispetto al livello attuale, queste dovrebbero essere destinate al fondo perequativo, non certo a finanziare livelli di spesa maggiori. Nel sottolineare la contrarietà del testo in esame, rispetto allo spirito del federalismo fiscale, preannuncia un atteggiamento contrario del suo gruppo rispetto ad un parere sostanzialmente analogo a quello approvato dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Massimo VANNUCCI (PD) esprime, in via preliminare, il proprio disagio per il ruolo che la Commissione bilancio è chiamata a svolgere nell'esame dei provvedimenti attuativi delle deleghe contenute nella legge n. 42 del 2009, sottolineando come, solo nella mattina di oggi, i componenti della Commissione siano stati messi nella condizione di esaminare la relazione tecnica della proposta di parere formulata presso la Commissione bicamerale dal relatore Corsaro e solo da pochi minuti è disponibile il testo della proposta di parere approvata presso tale Commissione. Evidenzia come, in questo modo, il ruolo della Commissione bilancio sia del tutto secondaria e sarebbe, pertanto, preferibile che la Commissione si esprimesse seguendo una procedura analoga a quella prevista per l'esame in sede consultiva dei progetti di legge. In questo modo, infatti, la Commissione potrebbe formulare alla Commissione bicamerale precise condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, che poi la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale dovrebbe valutare per modificare ed integrare la propria proposta di parere. Pur dichiarandosi consapevole del fatto che si tratta di un procedimento complesso e oneroso, ritiene che vada fatto ogni sforzo per tutelare le prerogative della Commissione.

Amedeo CICCANTI (UdC) chiede di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento, al fine di svolgere i necessari approfondimenti, anche alla luce della relazione tecnica trasmessa dal Governo, posticipando l'espressione del parere alla giornata di martedì.

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Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA-Sud) si associa alla richiesta di rinvio formulata dall'onorevole Ciccanti.

Il Ministro Roberto CALDEROLI esprime parere contrario alla proposta di rinvio e ricorda che il Governo ha già consentito una proroga del termine per l'espressione del parere, con l'impegno delle Commissioni a deliberare il parere entro la giornata di mercoledì 23 marzo, sottolineando come tale deliberazione sia stata poi rinviata alla giornata odierna sulla base di una richiesta di un gruppo di opposizione. Ricorda inoltre che il 2 aprile 2011 scadrà il termine per l'espressione del parere sullo schema di decreto relativo alla perequazione infrastrutturale e che quindi occorre concludere l'esame del provvedimento, al fine di poter consentire di incardinare il successivo.

Amedeo CICCANTI (UdC) osserva come il provvedimento in esame, anche nella formulazione che risulterebbe dal recepimento della proposta di parere approvata dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, presenta rilevanti profili di criticità. In proposito, rileva che, per quanto concerne la parte più strettamente ordinamentale, una prima questione riguarda la composizione della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica e le modalità di rappresentanza in quella sede. A suo avviso, infatti, in quel contesto andrebbe previsto uno specifico ruolo del Governo non soltanto per quanto attiene alla verifica delle relazioni tra le Regioni, ma anche per quanto riguarda le specifiche opzioni di finanza che si renda necessario adottare. Osserva, poi, come rimanga sostanzialmente irrisolta la questione del ripiano dei tagli effettuati con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2010, essendosi intervenuti sostanzialmente solo per le questioni attinenti al trasporto pubblico locale. Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato, a suo avviso, dalla previsione della manovrabilità delle aliquote dell'addizionale IRPEF da parte delle regioni. Ritiene, infatti, che tale manovrabilità sia difficilmente compatibile con la diversa dinamicità della leva fiscale, che non risulta omogenea nei diversi territori né appare correlata alla diversa incidenza della popolazione. Osserva, pertanto, che l'impatto sui singoli territori delle previsioni relative alla manovrabilità delle aliquote potrebbe essere molto differenziato. Ritiene, quindi, che sarebbe stato preferibile circoscrivere la manovrabilità dell'addizionale IRPEF regionale alla sola aliquota, evitando di incidere sulla struttura dell'imposta, vale a dire sulle detrazioni, sugli scaglioni e sulla base imponibile. Esprime, inoltre, forti perplessità anche sulle disposizioni relative alla manovrabilità dell'IRAP, con particolare riferimento alla facoltà di azzeramento di tale imposta, che - a suo avviso - ha finalità essenzialmente propagandistiche e rischia di determinare inutili, se non dannosi, fenomeni di concorrenza fra le diverse Regioni. A suo avviso, sarebbe stato preferibile prevedere una più precisa disciplina per la manovrabilità dell'IRAP, introducendo quantomeno procedure di coordinamento tra le regioni, per scongiurare il rischio di una concorrenza fiscale che rischia di determinare danni enormi, specialmente alle Regioni meridionali. Segnala inoltre che nella proposta di parere si sarebbe dovuto stabilire che l'aliquota dell'addizionale IRPEF di base fosse stabilita nel testo del provvedimento e non rinviata a futuri provvedimenti. Rammenta, in proposito, che nella legge n. 42 del 2009, il gettito dell'addizionale IRPEF è destinato alla perequazione delle capacità fiscali, mentre la perequazione dei fabbisogni è affidata alla compartecipazione IVA, che andrebbe pertanto utilizzata fin da ora per tale finalità, in attesa che si determinino i fabbisogni per le spese riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e quelle non rientranti in tale categoria di spese, per le quali, in ogni caso, dovrebbe stabilirsi la quota di perequazione riferita alle diverse capacità fiscali. Ritiene, poi, che il provvedimento non chiarisca in

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modo soddisfacente la distinzione, che ha valore sostanziale, tra il fabbisogno sanitario nazionale, che è determinato in modo esogeno, in coerenza con i vincoli di finanza pubblica, e il fabbisogno nazionale standard, che deriva invece dai fabbisogni regionali, per la cui costruzione dovrebbero meglio definirsi gli indicatori rilevanti. A suo avviso, sarebbe pertanto stato necessario coordinare, con i conseguenti adattamenti, i criteri per la costruzione dei fabbisogni standard nei settori dell'assistenza, dell'istruzione e del trasporto pubblico locale con quelli impiegati per il settore sanitario. In relazione alla questione dell'IRAP e della sua manovrabilità, ritiene che debba tenersi conto delle conseguenze negative che deriveranno da un diverso regime dell'imposta in termini di competitività nei diversi territori. A suo avviso, sarebbe stato preferibile un assetto in cui si prefiguri la possibilità di differenziare l'imposta stessa per i diversi settori produttivi, prevedendo altresì un coordinamento da parte della Conferenza Stato - Regioni, al fine di evitare deleteri fenomeni di concorrenza fiscale. Per quanto concerne la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, anche per i comparti diversi dalla spesa sanitaria, a suo giudizio sarebbe, comunque, opportuno fare riferimento alle regioni di riferimentoindividuate per il settore della sanità. Deve, infatti, considerarsi in proposito il rischio che in questo settore persista, secondo quanto emerge dallo schema di decreto, un atteggiamento di eccessiva prudenza che potrebbe precludere o vanificare gli sforzi tesi a una maggiore razionalizzazione delle misure destinate all'aumento della qualità dei servizi. I costi standard appaiono, infatti, indicatori di scarsa incisività al fine di avviare un percorso di misurazione della qualità dei servizi nei territori di riferimento, ed è pertanto assolutamente necessario delineare un più significativo ruolo dei medesimi costi standard. Con riferimento alla questione dei costi standard e dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai settori diversi della sanità - ossia l'istruzione, l'assistenza e il trasporto pubblico locale con riferimento alle spese in conto capitale - ritiene che non possa trascurarsi che per tali settori è prevista la copertura integrale del fabbisogno, calcolato sulla base dei costi standard. A suo avviso, non si è tuttavia ancora chiarito in modo sufficiente come sia possibile conciliare tale previsione con il vincolo di finanza pubblica. Ritiene, infatti, che non sia ancora chiaro se le risorse che verranno destinate a tali settori saranno sufficienti a garantire l'integrale copertura degli oneri derivanti dal riconoscimento di un livello essenziale di servizio uniforme su tutto il territorio nazionale, dal momento che allo stato le caratteristiche dell'erogazione dei medesimi servizi nelle diverse aree del territorio nazionale appaiono molto differenziate. Quanto ai fondi perequativi, a suo avviso, vi è il rischio che la manovra rappresenti solo un mero rinvio dell'istituzione degli stessi; mentre occorrerebbe stabilire fin da ora la disciplina delle modalità del loro funzionamento e della loro alimentazione. Sottolinea, poi, l'opportunità di introdurre nel procedimento di calcolo dei costi standard specifici indicatori di condizione socio-economica nonché, nel campo sanitario, di estendere il numero delle regioni assunte come riferimento in quanto, come emerso anche nel corso di alcune audizioni, ciò potrebbe eliminare taluni effetti distorsivi presenti nel calcolo del divario tra nord e sud. Segnala, poi, la necessità di definire specifici e rigorosi criteri sulla compartecipazione all'IVA, ritenendo che andrebbe precisato che essa dovrà tenere conto dell'attività svolta dagli enti locali in tema di lotta all'evasione, come del resto riconosciuto nel decreto legislativo relativo al cosiddetto federalismo municipale. Ritiene, infatti, che sia del tutto evidente come, se la compartecipazione viene attribuita senza tenere conto dell'azione di contrasto all'evasione fiscale svolta dagli enti territoriali, venga meno un importante stimolo ad operare in tal senso. Osserva, inoltre, che la riduzione dei trasferimenti in favore delle province, che ha interessato circa il 40 per cento del totale delle risorse destinate a tali enti, sta

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determinando evidenti difficoltà per le amministrazioni provinciali nella gestione dei servizi al territorio, come indicato anche dai rappresentanti dell'UPI nel corso della loro audizione. In questo quadro, esprime inoltre il timore che le disposizioni del provvedimento non consentiranno di compensare la riduzione di gettito derivante dal ridimensionamento o dalla soppressione di altre tipologie di entrata, previsti nell'ambito della riforma in discussione. Conclusivamente, esprime un giudizio critico sullo schema in esame, ribadendo come tanto il provvedimento che il parere approvato dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale siano complessivamente insoddisfacenti e lacunosi.

Maria Teresa ARMOSINO (PdL), relatore, valuta positivamente l'istanza di una maggiore partecipazione della Commissione nel procedimento consultivo sugli schemi di decreto legislativo attuativi della legge n. 42 del 2009, rilevando tuttavia come l'odierna situazione sia stata però determinata anche da rilievi svolti in Commissione sui rapporti tra questa e la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Sottolinea inoltre come vi sia anche una certa sovrapposizione tra i componenti delle due Commissioni. Ritiene comunque che vi sia stato un dibattito molto acceso e propositivo e ricorda come siano state accolte molte proposte avanzate dall'opposizione, giungendo in tal modo alla realizzazione di un lavoro più soddisfacente di quello relativo al decreto sul federalismo municipale. Chiede quindi una breve sospensione per formulare la sua proposta di parere.

La seduta, sospesa alle 19.10, riprende alle 19.20.

Maria Teresa ARMOSINO (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario, trasmesso ai sensi dell'articolo 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42 (atto n. 317),
nel presupposto che, in sede di applicazione dell'articolo 9, comma 6, sia garantito l'allineamento quantitativo e temporale tra le esigenze finanziarie derivanti dai compiti affidati alla Sose S.p.A e l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 23, della legge n. 220 del 2010;
preso atto del parere approvato dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale nella seduta del 24 marzo 2011, con l'avviso favorevole del Governo;
esprime, sul testo del provvedimento risultante dal recepimento del richiamato parere della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale,

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
valuti il Governo l'opportunità di precisare all'articolo 9, comma 6 che è compito della Sose S.p.A effettuare una ricognizione delle prestazioni attinenti ai livelli essenziali che le Regioni a statuto ordinario effettivamente garantiscono e dei relativi costi;
valuti il Governo l'opportunità di precisare, all'articolo 11, comma 5, che, con riferimento alle spese relative ai livelli essenziali delle prestazioni in materie diverse dalla sanità, il parametro della spesa storica deve intendersi rapportato esclusivamente alla spesa erariale per le predette prestazioni e, quindi, ai trasferimenti statali soppressi. Tale precisazione dovrebbe riguardare anche il finanziamento nel primo anno delle funzioni non essenziali;

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valuti il Governo l'opportunità di precisare che la disposizione di cui all'articolo 24-ter, comma 3, non ha effetti retroattivi e che si applica solo ai trasferimenti di funzioni amministrative disposti in data successiva alla data di entrata in vigore del decreto legislativo;
valuti il Governo l'opportunità di precisare all'articolo 24-octies, comma 2, il numero dell'unità del contingente preposto alla specifica struttura di segreteria della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, al fine di escludere che tale contingente assuma dimensioni tali da determinare problemi di funzionalità per le amministrazione di provenienza del relativo personale;
valuti il Governo se dall'applicazione del comma 3, dell'articolo 26-bis, non derivino effetti finanziari negativi a carico della finanza pubblica, non valutati con riferimento alle risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 29, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, per i quali occorra provvedere un'apposita compensazione;
valuti il Governo l'opportunità di prevedere anche per le province e i comuni un meccanismo atto ad assicurare il reintegro delle riduzioni dei trasferimenti disposte ai sensi del decreto-legge n. 78 del 2010.».

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che il parere della Commissione non dovrebbe rimettere al Governo la valutazione in ordine alla sussistenza di eventuali nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il Ministro Roberto CALDEROLI esprime l'avviso favorevole del Governo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Bruno CESARIO (IR), nell'annunciare il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, sottolinea come il provvedimento recepisca un accordo con tutte le regioni italiane e come rappresenti una svolta positiva nell'interesse dei cittadini rispetto ad un tema importante come la sanità, che ha fatto registrare notevoli problemi in talune regioni, come la Campania.

Gioacchino ALFANO (PdL), nell'annunciare il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, esprime un ringraziamento al Ministro Calderoli, al relatore e a tutti i componenti della Commissione, con particolare riferimento a quelli appartenenti ai gruppi dell'opposizione, che hanno dimostrato un atteggiamento di grande responsabilità nell'esame del provvedimento.

Roberto SIMONETTI (LNP) rileva che il decreto risponde correttamente al dettato della legge delega: autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario; autonomia delle entrate delle province e delle aree metropolitane; perequazione; costi e fabbisogni standard nel settore sanitario ed infine norme finali ed abrogazioni sono le articolazioni, i cinque capi, in cui si articola muovendosi sulla via della soppressione dei trasferimenti statali. Osserva come a ciò si affianchi la definizione dei fabbisogni che devono essere ovunque garantiti per la resa dei servizi primari di utilità sociale, la individuazione del costo standard necessario per lo svolgimento dei servizi e il riconoscimento agli enti territoriali della capacità fiscale necessaria per finanziare l'offerta dei servizi, svolta per il tramite della fiscalizzazione dei trasferimenti sin qui erogati dallo Stato. Ritiene che siano anche importanti le modalità delle misure perequative, atte a garantire un'idonea capacità di spesa anche per i territori che non riescono a disporre in proprio delle risorse necessarie ad offrire i principali servizi. Evidenzia come, in sostanza, il decreto, alla luce del parere approvato dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, divenga equilibrato, completo, omogeneo e condiviso, superando i dubbi che erano emersi durante

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le audizioni e la discussione. Per tali ragioni annuncia il voto convinto e favorevole del suo gruppo.

Amedeo CICCANTI (UdC) annuncia il voto contrario del gruppo dell'UdC sulla proposta di parere formulata dal relatore Armosino, sottolineando come tale voto recepisca l'orientamento già espresso dal proprio gruppo nell'ambito della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. In proposito, sottolinea che il provvedimento in esame è sostanzialmente privo di indicatori numerici che consentano di verificarne l'effettivo impatto economico e finanziario e determinerà un sostanziale vuoto legislativo nel quale potrà alternativamente realizzarsi un incremento della pressione fiscale ovvero una compressione significativa dei servizi riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. In questo contesto, giudica probabile una riduzione dei servizi offerti in materia di istruzione, assistenza e trasporto pubblico locale, con particolare riferimento al finanziamento della parte in conto capitale, che potrebbe essere compensato solo attraverso l'acquisizione di maggiori risorse conseguente ad un incremento della pressione fiscale. Ritiene, infatti, che le risorse disponibili rappresentino una coperta troppo corta per garantire le esigenze di invarianza della pressione fiscale ed il raggiungimento degli obiettivi di servizio nelle materie rientranti nell'ambito dei livelli essenziali costituzionalmente tutelati. Ribadisce, inoltre, la propria contrarietà all'introduzione di meccanismi competitivi tra le regioni in materia fiscale attraverso il riconoscimento alle regioni del potere di ridurre, fino all'azzeramento, le aliquote dell'IRAP. Osserva come tale previsione, che ha costituito uno dei cavalli di battaglia dell'attuale maggioranza in campagna elettorale, è destinata a determinare un approfondimento delle sperequazioni esistenti tra il nord e il sud del nostro Paese, danneggiando in particolare le regioni caratterizzate da un più rilevante indebitamento in materia sanitaria. Le disposizioni in questione rischiano, infatti, di determinare la sottrazione di importanti risorse al sistema produttivo delle regioni meridionali, incidendo sensibilmente anche sui lavoratori residenti in tali aree del Paese. Invita, quindi, i parlamentari eletti nel sud a considerare attentamente la gravità della scelta che si sta compiendo con questo provvedimento. Su un piano più generale, osserva come l'iter del provvedimento in esame non si sia sostanzialmente distinto da quello dello schema di decreto legislativo relativo al cosiddetto federalismo municipale, chiedendosi, quindi, come sia possibile non formulare anche in questo caso una valutazione negativa sullo schema di decreto legislativo. Come già lo schema di decreto legislativo relativo all'autonomia di entrata dei comuni, infatti, il provvedimento in esame prevede un ampio rinvio della disciplina fiscale a futuri provvedimenti attuativi, prefigurando una profonda delegificazione della disciplina dell'imposizione sulle persone fisiche, che non assicura adeguate garanzie per i cittadini. Sottolinea, infatti, che deve essere il Parlamento il luogo nel quale viene definita la misura della contribuzione dei singoli cittadini al funzionamento della Repubblica, osservando come rappresenti un debole correttivo la previsione dell'espressione di un parere da parte delle Commissioni parlamentari, dal momento che anche la recente esperienza dello schema di decreto legislativo relativo al cosiddetto federalismo municipale ha dimostrato quanto l'attuale Governo non presti particolare attenzione ai pareri formulati dalle Camere. Nel ritenere che con l'approvazione del provvedimento in esame si stia imboccando un vicolo cieco, ribadisce il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Francesco BARBATO (IdV) esprime il disappunto del suo gruppo nell'annunciare il voto contrario sulla proposta di parere presentata dal relatore, ricordando che l'Italia dei Valori aveva votato a favore della legge n. 42 del 2009, ritenendo il

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federalismo fiscale uno strumento essenziale per migliorare le amministrazioni locali e l'efficienza della spesa pubblica. Ricorda che il suo gruppo aveva già espresso un voto contrario sul decreto relativo al federalismo municipale, ritenendo inopportuno trasformare gli enti locali in esattori dei tributi erariali. Ricorda che è stato recentemente presentato negli Stati Uniti d'America uno studio, realizzato da una fondazione, che ha visto un declassamento del nostro Paese rispetto alla libertà economica. In particolare, rileva che manca la certezza delle regole, considerato uno dei fattori principali in tale valutazione. Osserva che con il provvedimento in esame, rinviando a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, la successiva attuazione, si crea un quadro di incertezza. Ritiene inoltre contraddittorie le disposizioni sull'autonomia impositiva delle regioni ed evidenzia il rischio che siano i cittadini, già penalizzati da una cattiva amministrazione in regioni come la Campania, a dover pagare il conto dell'attuazione della riforma.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA-Sud) sottolinea, preliminarmente, che la posizione della propria componente politica sul federalismo fiscale è chiara, in quanto coerentemente essa ha partecipato attivamente al dibattito parlamentare che ha portato all'approvazione della legge n. 42 del 2009 e ha sostenuto i contenuti di tale legge, pur esprimendo talvolta valutazioni critiche su specifici temi, come ad esempio sulle questioni relative alla disciplina della perequazione infrastrutturale. Anche di recente, quindi, la propria forza politica ha ritenuto di astenersi in materia, dovendosi interpretare tale astensione come un'apertura di credito al Governo e una sospensione del giudizio in attesa della definizione di questioni di particolare rilevanza, quali quelle attinenti all'individuazione del regime applicabile alle regioni a statuto speciale. In questo quadro, sottolinea la necessità di assicurare puntuale attuazione agli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto della Regione siciliana che, come noto, è norma di rango costituzionale. Confermando questo atteggiamento di sospensione di giudizio anche con riferimento al provvedimento oggi all'esame, annuncia l'astensione della propria componente politica Movimento per le autonomie - Alleati per il Sud sullo schema di proposta di parere formulata dal relatore.

Pier Paolo BARETTA (PD), sottolineando come il parere espresso dalla Commissione non sia servente rispetto a quello reso dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, rileva che il lavoro della Commissione è stato, in questa occasione, sacrificato rispetto a quello della Commissione bicamerale, anche per la sovrapposizione personale di taluni componenti. Rileva che l'onorevole Corsaro, relatore del provvedimento nella Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e membro della Commissione, avrebbe dovuto avere la sensibilità di essere presente alla discussione che si sta svolgendo. Con riferimento all'osservazione contenuta nella proposta di parere dell'onorevole Armosino, relativamente all'articolo 26-bis, ritiene che occorra meglio specificarne la formulazione. Ricorda che il suo gruppo ha votato contro il decreto sul federalismo municipale, a suo avviso sbagliato, mentre rileva che il testo all'esame della Commissione è stato significativamente migliorato, oltre che per la disponibilità del Ministro Calderoli, per il significativo apporto propositivo del Partito Democratico. Evidenzia, tuttavia, come esso si inquadri nell'ambito di una riforma complessa rispetto alla quale permangono talune perplessità. Ricorda in particolare che il suo gruppo è contrario ad un federalismo che comporti un aumento della pressione fiscale per i cittadini, come quello realizzato con il decreto sul federalismo municipale. Nel rilevare che nel testo in esame vi sono maggiori garanzie al riguardo, annuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere presentata dal relatore, sottolineando che si tratta di un'apertura di credito verso la riforma del federalismo

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fiscale e non nei confronti della maggioranza o di una sua parte.

Maria Teresa ARMOSINO (PdL), relatore, concordando con quanto osservato dall'onorevole Baretta, presenta una nuova formulazione della propria proposta di parere (vedi allegato 5).

La Commissione approva la proposta di parere del relatore, come da ultimo riformulata, risultando conseguentemente preclusa la proposta di parere presen- tata dagli onorevoli Borghesi e Cambursano.

La seduta termina alle 19.50.