CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 marzo 2011
457.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (X e XI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 23 marzo 2011. - Presidenza del presidente della XI Commissione Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 15.10.

Interventi per il sostegno dell'imprenditoria e dell'occupazione giovanile e femminile e delega al Governo in materia di regime fiscale agevolato.
C. 3696 Antonino Foti, C. 4052 Mura e C. 4068 Damiano.

(Seguito dell'esame e rinvio - Abbinamento del progetto di legge C. 4119 Fedriga).

Le Commissioni proseguono l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 1o marzo 2011.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta è proseguito il dibattito di carattere generale sulle proposte di legge abbinate e che si è successivamente convenuto di rinviarne il seguito, essendovi ancora diversi deputati iscritti a parlare.
Avverte, quindi, che è stata nel frattempo assegnata alle Commissioni riunite X e XI anche la preannunciata proposta di legge C. 4119 Fedriga; considerato che la citata proposta di legge verte su una materia analoga a quella recata dai progetti di legge in esame, comunica che la presidenza ne propone l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento.

Le Commissioni convengono.

Andrea LULLI (PD) sottolinea preliminarmente l'importanza che il suo partito assegna all'esame delle proposte di legge in discussione, importanza ben segnalata anche dalla presentazione della proposta di legge n. 4068, a prima firma del collega Damiano. In relazione a tale proposta ritiene opportuno chiarire alcuni punti che, a suo parere, sono stati misinterpretati nella relazione del relatore per la XI Commissione; infatti, a differenza di quanto in tale intervento dichiarato, non ritiene che la proposta del gruppo del Partito Democratico vada a restringere la platea dei beneficiari degli interventi in questione: di fronte ad

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un più stringente limite di età, la proposta mira ad includere un'ulteriore categoria di beneficiari, quali i disoccupati di lungo termine.
Ritiene inoltre che occorra anche chiarire la portata delle norme della proposta di legge n. 4068 in relazione alla presunta limitazione delle misure in favore dei soggetti che operano all'interno di un sistema basato sugli enti certificati (ovvero centri per l'impiego o altri soggetti pubblici e privati), operando così una certa «burocratizzazione» delle procedure; infatti, la finalità di base delle disposizioni proposte è, al contrario, quella di sostenere concretamente l'iniziativa privata e l'autoimprenditorialità ed evitarne, come molte esperienze precedenti testimoniano, il precoce fallimento. Le disposizioni, quindi, si basano su una drastica semplificazione amministrativa, accompagnata da una serie di iniziative di sostegno (da parte, ad esempio, dell'Agenzia delle entrate, delle organizzazioni delle associazioni professionali, dai cosiddette «business angels»), che affiancano le iniziative nel corso dei primi anni di vita, poiché ciò che è davvero essenziale per fare decollare le iniziative imprenditoriali è proprio un contesto di sostegno.
Infine, mette in luce un'altra caratteristica della proposta, che non ritiene sia stata adeguatamente apprezzata, ovvero quella di contrastare la realtà, che si va sempre più affermando, del precariato «eterno», ovvero della tendenza del mercato del lavoro a usare ed abusare di contratti flessibili che non si traducono mai in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che possa consentire ai giovani una piena programmazione della propria esistenza: a tutto ciò sono dirette le misure dei capi II e III della proposta di legge n. 4068.

Gabriele CIMADORO (IdV) ritiene che il tema di cui trattano le varie proposte di legge in esame sia delicatissimo, poiché la disoccupazione è uno dei più gravi problemi del Paese, del quale non si riesce ad intravedere una soluzione e che coinvolge, in particolare, le giovani generazioni che aspettano delle risposte. Ritiene altresì che il provvedimento che le Commissioni riunite si apprestano a definire andrà dotato, per avere un qualche effetto, di adeguate risorse economiche; inoltre, sottolinea che le disposizioni agevolative non devono mirare a distinguere fra aree del Paese, ma essere dirette in modo indifferenziato a tutto il territorio nazionale. Altro elemento da tenere in forte considerazione, e da affrontare con molta attenzione, è - a suo avviso - quello dell'utilizzazione delle politiche di detassazione, che possono rischiare, in un contesto come l'attuale, di compromettere una leale concorrenza fra aziende. Per concludere, sottolinea che nella stesura del testo occorre procedere con grande equilibrio, operando soprattutto in maniera tale da favorire il massimo dell'accordo fra le istituzioni nazionali, quelle regionali e quelle di livello provinciale, che operano nel campo dell'occupazione.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), nell'illustrare il contenuto della proposta di legge presentata dal suo gruppo, fa presente che essa si ricollega, sia pure con talune differenze, ai principi ispiratori del progetto di legge n. 3696, a prima firma del deputato Antonino Foti. In questo senso, rileva anzitutto che la sua proposta non adotta alcuna scelta di carattere territoriale, poiché se ne prevede l'applicazione a tutto il contesto nazionale; inoltre, fa notare che all'articolo 8 è previsto che gli stanziamenti del Fondo per il sostegno all'autoimprenditorialità femminile - ivi contemplato - siano riconosciuti in ragione della compartecipazione con le risorse messe a disposizione dalle regioni.
Nel rilevare che è anche disposto un intervento diretto a favorire il reinserimento lavorativo degli ultra-quarantenni disoccupati, anche mediante agevolazioni per le aziende che re-immettano tali soggetti nel circuito lavorativo, sottolinea l'importanza di concentrare gli sforzi delle Commissioni riunite anche sugli aspetti della semplificazione normativa e

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burocratica, che rappresentano - a suo avviso - un passaggio di pari importanza rispetto a quello delle misure economiche e degli incentivi fiscali, che pure la sua proposta di legge contempla sia per l'occupazione giovanile sia per l'occupazione femminile.
Segnala, infine, che il proprio intervento normativo ha previsto alcune specifiche misure in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, che vanno tuttavia interpretate come mera nota di indirizzo, necessitando di una attenta riflessione da parte delle Commissioni riunite, che sia in grado di contemperare la pur legittima esigenza di semplificazione con l'obiettivo di non ridurre in alcun modo il livello di tutela nei confronti dei lavoratori.

Giovanni PALADINI (IdV), giudicando significativo l'intervento proposto con i progetti di legge in esame, soprattutto per quanto concerne gli aspetti legati alle agevolazioni fiscali e alla semplificazione burocratica, auspica che si possa incrementarne la dotazione finanziaria, in modo da favorire la realizzazione di interventi diretti alla più ampia platea possibile di soggetti svantaggiati, tra i quali enumera anche i lavoratori ultra-quarantenni che sono stati espulsi dal mercato del lavoro.
Dopo avere raccomandato di prestare la massima attenzione ai profili connessi alla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ritiene che l'intervento normativo debba cercare di ispirarsi ad un modello innovativo di stampo europeo, che punti sul rafforzamento delle professionalità e sulla specializzazione delle giovani generazioni; in questo quadro, invita a riflettere su talune esperienze maturate da Paesi confinanti, come la Slovenia, che hanno saputo raccogliere la sfida dell'innovazione tecnologica e della formazione specialistica, per fronteggiare al meglio la dinamica della globalizzazione del mercato del lavoro.

Cesare DAMIANO (PD), nel far notare come la gravità della situazione occupazionale in Italia sia ampiamente nota, segnala che tale situazione presenta due specifici punti di debolezza, legati alla disoccupazione giovanile, che ha ormai raggiunto livelli da record, e a quella femminile: si tratta, dunque, di capire con quali ricette intervenire per invertire la tendenza in atto. Rileva che la politica legislativa adottata dal Governo in carica ha scelto di ampliare la sfera di flessibilità del lavoro, in un modo che giudica ormai sovrabbondante; ritiene, pertanto, che il vero rischio sia ora quello di perpetrare all'infinito la flessibilità, che da potenziale elemento virtuoso può trasformarsi in vera e propria precarietà: senza contare, peraltro, che questa linea normativa allontana il Paese dagli indirizzi maturati in sede di Unione europea, la quale ha chiaramente indicato la stabilità del lavoro come uno dei principali obiettivi di lungo periodo.
Illustra, quindi, i principali elementi che la proposta di legge presentata dal suo gruppo intende perseguire, per fronteggiare adeguatamente i pericoli appena evidenziati: in primo luogo, un chiaro investimento sull'autoimprenditorialità, che rappresenta una prima risposta - seppur parziale - al problema occupazionale; inoltre, un impegno per il miglioramento delle tutele dei lavoratori «flessibili», anche mediante incentivi fiscali che favoriscano la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato; infine, una serie di interventi in materia previdenziale, che possano invertire la rotta di un sistema pensionistico che rischia di diventare profondamente insoddisfacente per le giovani generazioni.
Dichiarandosi convinto della necessità di dare risposte importanti nei confronti di coloro che vedono costantemente diminuire il senso di certezza del futuro, auspica pertanto che nel seguito dell'esame dei provvedimenti abbinati possano emergere punti di convergenza tra i gruppi, che consentano di lavorare con serietà all'individuazione di misure efficaci e concretamente applicabili.

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Paolo FADDA (PD) svolge il suo brevissimo intervento soltanto per sottolineare che iniziative differenziate sulle diverse aree del territorio nazionale non dipendono - e non devono dipendere - da una teorica discriminazione tra Nord e Sud, ma debbono essere ancorate a criteri e parametri ben definiti ed incontestabili (ad esempio, il tasso di disoccupazione). Si associa, poi, ai rilievi svolti in merito alla necessità di convogliare sui provvedimenti in discussione il massimo livello di risorse finanziarie disponibili.

Gabriele CIMADORO (IdV), intervenendo per una precisazione, si domanda se non possano essere coinvolti anche i maggiori istituti di credito ai fini dell'erogazione alle nuove imprese di mutui o crediti a tasso agevolato, con un eventuale sostegno pubblico a garanzia dei crediti.

Silvano MOFFA, presidente, in relazione alla questione appena posta, ritiene che - se l'intervento normativo in esame venisse strutturato in modo adeguato - gli istituti di credito potrebbero fare con serietà la propria parte per sostenere gli sforzi dell'imprenditoria giovanile e femminile, senza ricorrere necessariamente al contributo dello Stato.

Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore per la XI Commissione, intervenendo per alcune precisazioni relative agli interventi svolti nella corrente seduta e riservandosi di svolgere ulteriori considerazioni al termine dell'esame preliminare, rileva anzitutto l'opportunità di riflettere seriamente sul ruolo degli istituti di credito, favorendo iniziative che consentano di utilizzare le risorse disponibili per il finanziamento della libera iniziativa di impresa. Precisa, altresì, di non avere affermato - nella propria relazione integrativa - che la proposta di legge n. 4068, a prima firma del deputato Damiano, propone il mero restringimento della platea dei beneficiari, bensì di avere descritto un intervento restrittivo sotto il profilo anagrafico (giovani tra i diciotto e i venticinque anni compiuti ovvero fino ai ventinove anni, se laureati), accompagnato da un ampliamento della platea stessa ai soggetti in «stato di disoccupazione», ai «disoccupati o inoccupati di lunga durata» e alle donne in «reinserimento lavorativo». Fa notare, infine, che le proposte di legge in esame non sembrano dirette a favorire soltanto i territori del Sud del Paese, ma più in generale le cosiddette «zone assistite», come individuate da precisi atti dell'Unione europea, che sono collocate su tutto il territorio nazionale, poiché presentano oggettive e gravi problematiche legate ai livelli occupazionali.
In conclusione, nel riservarsi di verificare la possibile individuazione di ulteriori risorse destinate al finanziamento degli interventi e nel giudicare in termini positivi le misure che promuovono la compartecipazione delle regioni alle misure introdotte, auspica la convergenza di tutti i gruppi su soluzioni condivise.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.55.