CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 marzo 2011
453.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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Mercoledì 16 marzo 2011. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 9.

Discussione sulle comunicazioni rese dal presidente nella seduta del 9 marzo 2011 (lettera degli onorevoli Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli).
(Seguito e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, ricorda che la discussione si era interrotta lo scorso 9 marzo in ragione della ripresa delle votazioni in Assemblea. Deve quindi ancora una risposta al collega Palomba, che aveva domandato quale fosse la procedura d'esame della richiesta di valutazioni da parte del Presidente della Camera sulla lettera dei colleghi Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli. Deve altresì sciogliere la riserva che si era consentito sulla richiesta del collega Mantini - cui si è successivamente associato il collega Lo Presti - in ordine allo svolgimento di audizioni.
Sul punto evocato dall'onorevole Palomba, precisa che l'articolo 18 del Regolamento della Camera non prevede espressamente una competenza della Giunta per le autorizzazioni in materia di conflitti d'attribuzione. Il Regolamento, infatti, prevede soltanto la funzione referente per l'Assemblea sulle domande di autorizzazione avanzate dall'autorità giudiziaria sugli atti indicati dall'articolo 68 della Costituzione. È noto però che con il tempo le competenze della Giunta si sono gradualmente ampliate.
A parte la competenza in materia dell'insindacabilità delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle funzioni parlamentari - neanch'essa, a rigore, prevista nel Regolamento - nella XIII legislatura, a partire da uno scambio di lettere tra il Presidente della Giunta, on. La Russa, e il Presidente della Camera, onorevole Violante, la Giunta ha assunto altresì compiti consultivi, anche in materia di conflitti d'attribuzione. La prassi consolidata è infatti oggi nel senso che - sulle questioni inerenti alle immunità parlamentari, ai reati ministeriali e ad altre tematiche afferenti alla tutela delle prerogative - la Giunta esprime, se richiesta, un proprio orientamento al Presidente della Camera, anche in vista delle decisioni

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in materia, di competenza dell'ufficio di presidenza, organo referente dell'Assemblea.
La procedura per pervenire a tale orientamento è rimessa alla Giunta medesima, che organizza i propri lavori nei modi e nelle forme ritenuti più appropriati. Da questo punto di vista, non è necessario che vi sia sempre un deputato incaricato di riferire alla Giunta, né - quando si tratta di esaminare richieste di levata di conflitti - sono previste scadenze specifiche che non si evincano dalla lettera del Presidente della Camera che chiede la valutazione della Giunta stessa. Quanto alla durata del dibattito, fa presente che nel caso concernente l'on. Maroni (2002), la Giunta svolse una discussione articolata in 7 sedute; nel caso invece del conflitto d'attribuzione che poi la Camera elevò in ordine alla posizione del ministro Matteoli, la Giunta svolse un dibattito che si protrasse addirittura per 15 sedute a cavallo di due legislature.
L'esito del dibattito presso la Giunta può assumere varie forme.
Talvolta (come accade per esempio nei pareri sulla resistenza in giudizio della Camera nei conflitti d'attribuzione elevati dall'autorità giudiziaria), la valutazione della Giunta si risolve in una risposta semplice in un senso o nell'altro comunicata dal suo Presidente per lettera; altre volte il parere della Giunta assume forme più complesse e può, eventualmente, risultare anche da documenti presentati nel corso del dibattito. Ricorda in proposito il precedente in cui la Giunta espresse il parere sull'elevazione del conflitto sulla ritenuta violazione del domicilio del deputato Maroni (seduta del 4 dicembre 2002), quando furono posti in votazione due documenti di diverso contenuto.
L'esito della procedura è comunque sempre cristallizzato in una lettera del Presidente della Giunta al Presidente della Camera, con l'eventuale allegazione del documento approvato e del relativo resoconto di seduta.
Venendo alla richiesta dei colleghi Mantini e Lo Presti, discende da quanto è andato esponendo che l'istruttoria che la Giunta conduce non è del tutto assimilabile a quella prescritta dall'articolo 79 del Regolamento della Camera per le Commissioni permanenti. Oltre infatti a non avere la Giunta, in questo campo, una funzione referente, occorre considerare che l'esito delle procedure della Giunta medesima non consiste in determinazioni normative.
Ne deriva che la dilatazione dell'istruttoria fino a ricomprendere audizioni di esperti - possibilità non contemplata dal Regolamento ma che, nei limiti procedurali che dirà, considera non preclusa - deve ritenersi comunque possibile solo entro i confini circoscritti delle competenze dell'organo. Le audizioni quindi potrebbero ritenersi ammissibili non già in chiave di ricognizione generale della materia trattata dalla Giunta, ma solo con specifico riferimento al quesito sottoposto dal Presidente della Camera, in ordine alla fattispecie concreta oggetto del suo esame ed al fine di esprimere l'orientamento richiesto.
In questo caso viene lamentata la lesione di una prerogativa parlamentare (quella autorizzatoria di cui all'articolo 96 della Costituzione) con riferimento a un fatto particolare: è questo dunque il perimetro entro il quale la Giunta deve operare, verificando se, a suo avviso, le prerogative costituzionali della Camera siano state o meno intaccate così da rendere necessario il rimedio del conflitto tra poteri ai sensi dell'articolo 134 della Carta fondamentale. In questo senso, quindi, scioglie la riserva e dispone che le audizioni si svolgano in via informale e limitatamente a poche personalità indicate dai gruppi. Chiede quindi che questi gli indichino sin d'ora i docenti da ascoltare. Le audizioni potrebbero avere luogo nella giornata di martedì 22 marzo 2011.
La discussione potrà quindi proseguire nella stessa giornata del 22 marzo e concludersi proprio il 22 marzo o, al più tardi, nella mattinata di mercoledì 23 marzo 2011, anche per consentire al Presidente della Camera di assumere le proprie

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determinazioni in ordine alla convocazione degli altri organi parlamentari che dovranno occuparsi della materia.

Maurizio PANIZ (PdL) concorda con l'organizzazione dei lavori proposta dal Presidente ma puntualizza che essi dovranno conciliarsi con l'esame dell'a. C. 3137 (cosiddetto «processo breve») presso la II Commissione Giustizia, della quale fanno parte molti membri della Giunta.

Federico PALOMBA (IdV) prende atto delle ipotesi formulate dal Presidente e non vi si oppone. Auspica che la discussione non si concluda con la votazione limitata a due soli documenti ma sia data la possibilità di esprimere più orientamenti. Si rammarica comunque che i vari organi del Parlamento risultano sempre impegnati a inseguire le esigenze processuali del Presidente del Consiglio. Si riserva di indicare una personalità per le audizioni.

Pierluigi MANTINI (UdC) prende atto anch'egli della proposta di organizzazione dei lavori del Presidente e su di essa non intende esprimere contrarietà: nondimeno essa deve essere integrata da un elemento, a suo avviso fondamentale, costituito dall'audizione - o quanto meno da un'interlocuzione scritta - del Presidente del Consiglio, on. Berlusconi. Nell'odierna discussione, infatti, sembrerebbe avanzata la tesi che il Presidente del Consiglio abbia contattato la questura di Milano nell'esercizio delle sue funzioni di membro del Governo e per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante. Sennonché, questa asserzione non è presente né in fatto né in diritto negli atti che sono stati trasmessi dal Presidente della Camera alla Giunta. Vi è - sì - un insistito richiamo alla materia dell'articolo 96 della Costituzione ma mai l'affermazione del diretto interessato di aver agito nell'esercizio delle sue funzioni e per la ragion di Stato che si vuole evocare. È dunque indispensabile convocare il Presidente del Consiglio in audizione.

Antonino LO PRESTI (FLI) si associa alla richiesta del collega Mantini, constatato anche il carattere laconico delle poche righe con cui la lettera dei colleghi Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli descrive - peraltro in modalità non corrispondente al vero - il fatto accaduto nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010. Nel testo della lettera, quindi, sono totalmente assenti gli elementi di fatto che possano fondare un giudizio di menomazione delle attribuzioni della Camera dei deputati.

Maurizio PANIZ (PdL) si oppone con decisione alla richiesta istruttoria testé ascoltata. Nella lettera dei colleghi Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli si lamenta la lesione di una prerogativa parlamentare. È facoltà di qualsiasi membro della Camera segnalare una simile lesione, sicché la procedura è già correttamente incardinata, essendo più che sufficienti le premesse di fatto e di diritto illustrate nella lettera stessa. Peraltro, gli allegati a quest'ultima - forse non approfonditamente letti dai colleghi - offrono tutti i ragguagli del caso: fa riferimento in particolare alla richiesta di rinvio a giudizio immediato formulata dai pubblici ministeri di Milano. Soggiunge che la stessa sentenza della Corte di cassazione n. 10130 del 2011 (che tanto è stata richiamata dai colleghi dell'opposizione) alle pagine 12 e 13 ammette espressamente la possibilità che la Camera elevi conflitto d'attribuzione in questa materia. Torna quindi a opporsi alla richiesta di audizione dell'on. Berlusconi, facendo presente di essersi invece già mostrato disponibile a far svolgere le audizioni dei professori universitari.

Donatella FERRANTI (PD) dissente dal collega Paniz e si associa alla richiesta dei colleghi Mantini e Lo Presti. Altro è, infatti, ascoltare esperti sulla tematica giuridica del conflitto d'attribuzioni, tutt'altro è chiarire in punto di fatto se l'on. Berlusconi avesse motivo - in ragione delle circostanze concrete di quella notte - di essere persuaso di agire nell'interesse dello Stato. Aggiunge che l'audizione dell'interessato è avvenuta nel caso della levata del

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conflitto in ordine alla posizione del ministro Matteoli.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, non ritiene accoglibile la richiesta dei colleghi Mantini e Lo Presti, giacché l'attività istruttoria richiesta alla Giunta è circoscritta dalla nota di trasmissione del Presidente della Camera e dalla lettera dei Presidenti di gruppo con essa deferita. Ribadisce che allargare ulteriormente il campo dell'indagine della Giunta non sarebbe corretto. Quanto al caso ricordato dalla collega Ferranti, rammenta che l'audizione non si tenne ma che comunque essa era stata domandata dall'interessato e non disposta d'autorità dalla Giunta. Rispondendo da ultimo al collega Palomba, fa presente che in esito al dibattito (che - come proposto - potrà concludersi al più tardi nella mattinata del 23 marzo) potrebbe essere messo ai voti un dispositivo di parere, favorevole o contrario alla levata del conflitto. Ciascun gruppo sarà libero di pronunciare interventi o depositare testi che rechino motivazioni le più diverse. Egli non mancherà di trasmettere al Presidente della Camera gli atti parlamentari che riveleranno tutta la ricchezza della discussione. Dopo che la Giunta ha unanimemente concordato sull'organizzazione dei lavori proposta, rinvia il seguito della discussione a martedì 22 marzo 2011, alle 12,30, ora in cui avranno inizio le audizioni informali.

Esame della domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni del deputato Landolfi (Doc. IV, n. 11).
(Esame e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, propone di ascoltare il deputato interessato.

La Giunta concorda.

(Viene introdotto il deputato Mario Landolfi)

Mario LANDOLFI (PdL) si dichiara totalmente estraneo ai fatti addebitatigli. Sin da quando è stato eletto deputato nel 1994 ha praticato un'attività politico-parlamentare conforme alla sua formazione, di massimo rispetto della legalità. Per questo non avrebbe mai pensato di doversi difendere da accuse tanto infamanti quanto infondate. Rappresenta che l'indagine in corso non si basa su intercettazioni telefoniche, né su chiamate di correo, né, ancora, su testimonianze. Non v'è, in conclusione, alcun riscontro oggettivo sull'ipotesi accusatoria. Tanto basterebbe per ravvisare un intento persecutorio, che però lascia alla Giunta il compito di individuare.

(Il deputato Mario Landolfi si allontana dall'aula).

Maurizio PANIZ (PdL), relatore, nel depositare un testo scritto che mette a disposizione dei colleghi, specifica che si tratta di intercettazioni inconcludenti, risalenti fino al 2002, rispetto alla paternità delle quali gli inquirenti hanno impiegato anni di indagini. Tali indagini non hanno peraltro prodotto risultati concreti, talora risolvendosi in una indiretta captazione delle conversazioni del deputato, giacché erano sottoposti a controllo i telefoni dei suoi abituali interlocutori. Richiamatosi agli argomenti da lui adoperati nel caso dell'ex deputato Pecoraro Scanio, conclude per il diniego dell'autorizzazione richiesta.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Seguito dell'esame di una domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal deputato Elio Vittorio Belcastro, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso l'autorità giudiziaria di Monza (atto di citazione dell'onorevole Antonio Di Pietro).
(Seguito dell'esame e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, ricorda che nella seduta del 23 febbraio 2011 si è svolta la discussione sulla domanda

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d'insindacabilità del collega Belcastro. Al termine della seduta fu concordato di esperire il tentativo di conciliazione, come da prassi. Con lettera del 7 marzo 2011, il collega Antonio Di Pietro si è dichiarato disposto a rinunziare a qualsiasi pretesa risarcitoria per sé ove l'onorevole Belcastro faccia un versamento benefico di 10 mila euro alla comunità Exodus di don Mazzi e smentisca, sul medesimo quotidiano su cui era comparsa l'intervista, i contenuti della medesima. Non è ancora invece pervenuto alcun riscontro dal collega Belcastro.

La Giunta prende atto.

La seduta termina alle 10.