CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 marzo 2011
448.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 3 marzo 2011. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Interviene il Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli.

La seduta comincia alle 14.45.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario.
Atto n. 317.
(Esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

Il deputato Francesco BOCCIA (PD), relatore, nel rinviare l'analisi dettagliata delle singole disposizioni dello schema in esame a un momento successivo, ritiene opportuna una riflessione preliminare sui punti di coerenza del provvedimento rispetto all'assetto generale disegnato dal Titolo V della Costituzione e ai principi della legge delega. Pur richiamando l'importante lavoro di approfondimento svolto dalla Commissione nel corso dell'attività istruttoria, che ha consentito di chiarire molti dei punti oscuri del provvedimento, segnala la permanenza nello stesso di una serie di contraddizioni che necessitano di ulteriore approfondimento e di riflessione, ad iniziare dalla questione relativa all'IRPEF e al rispetto dei principi costituzionali del coordinamento della finanza pubblica, da un lato, e della progressività delle imposte, dall'altro.
Con particolare riferimento alla previsione della manovrabilità delle aliquote dell'addizionale IRPEF da parte delle regioni, rileva la necessità di valutare la compatibilità della dinamicità della leva fiscale, che non risulta omogenea nei territori e non correlata alla numerosità della popolazione, con il principio del coordinamento della finanza pubblica, dal momento che, per le ragioni suddette, l'impatto sui singoli territori potrebbe essere molto differenziato. In secondo luogo sottolinea, come emerso nel corso delle audizioni, il rischio che non sia assicurata la neutralità finanziaria del provvedimento

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né in termini di impatto sui saldi di finanza pubblica né di invarianza della pressione fiscale complessiva.
In relazione alla questione dell'IRAP, nell'invitare ad una riflessione sulle conseguenze negative derivanti da un diverso regime dell'imposta in termini di competitività nei territori, ritiene preferibile un assetto in cui si prefiguri la possibilità di differenziare l'imposta stessa per i diversi settori produttivi, prevedendo altresì un coordinamento dal parte della Conferenza delle regioni.
Quanto ai fondi perequativi, paventa il rischio che la norma rappresenti solo un mero rinvio dell'istituzione degli stessi, ritenendo necessario stabilirne fin da ora la disciplina delle modalità di funzionamento ed alimentazione.
Un ulteriore tema suscettibile di approfondimento riguarda la questione dei costi standard e dei livelli essenziali delle prestazioni relativi ai settori diversi dalla sanità ossia l'istruzione, l'assistenza e il trasporto pubblico locale con riferimento alle spese in conto capitale, considerando che per tali settori è prevista la copertura integrale del fabbisogno calcolato sulla base dei costi standard. Non appare ancora sufficientemente chiarito come sia possibile conciliare tale previsione con il vincolo di finanza pubblica, ossia se le risorse da destinare a tali settori siano sufficienti a coprire il livello essenziale del servizio nel territorio nazionale, le cui caratteristiche nell'erogazione appaiono molto differenziate tra le macroaree territoriali.
Sottolinea infine l'opportunità di introdurre nel procedimento di calcolo dei costi standard specifici indicatori di condizione socio-economica nonché, nel campo sanitario, di estendere a cinque il numero delle regioni di riferimento in quanto, come emerso anche nel corso di alcune audizioni, ciò potrebbe eliminare taluni effetti distorsivi nel calcolo del divario tra nord e sud.

Il deputato Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, nel manifestare un generale apprezzamento sul percorso intrapreso dalla riforma federalista nella contingente fase politico-istituzionale, rammenta il ruolo centrale che lo schema in esame ricopre nell'attuazione della legge n. 42 del 2009, in quanto il nodo cruciale del percorso federalista attiene principalmente alla definizione della dimensione finanziaria delle autonomie regionali, in particolare sul comparto della sanità, nonché al sistema delle interazioni e delle connessioni tra i diversi livelli di governo nel territorio.
Nell'invitare la Commissione a riservare un ampio approfondimento delle questioni afferenti al ruolo svolto dalle regioni, che costituiscono gli attori principali di attuazione della riforma, segnala l'esigenza di superare alcuni possibili profili di criticità, ad iniziare da quello concernente la composizione e le modalità di rappresentanza della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, nel cui ambito andrebbe previsto un ruolo governativo non soltanto sulla verifica delle relazioni interregionali, ma anche sulle specifiche opzioni di finanza che si renda necessario adottare.
Per quanto concerne l'elemento centrale della riforma, che attiene principalmente alla determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, ritiene che anche per i comparti diversi dalla spesa sanitaria occorrerebbe comunque fare riferimento alle regioni benchmark individuate per il settore della sanità. Paventa tuttavia che il rischio che in tale delicato settore persista, secondo quanto emerge dallo schema di decreto, un atteggiamento di eccessiva prudenza che potrebbe precludere o vanificare gli sforzi tesi a una maggiore razionalizzazione delle misure destinate all'aumento della qualità dei servizi. Osserva in proposito come i costi standard appaiano indicatori di scarsa incisività al fine di avviare un percorso di misurazione della qualità dei servizi nei territori di riferimento, ravvisando pertanto l'opportunità di delineare un più significativo ruolo dei costi standard medesimi. Reputa in ogni caso necessario che l'applicazione dei moduli definitori e dei parametri di riferimento previsti dallo schema di decreto

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non conduca ad un deterioramento della posizione finanziaria delle regioni prese a modello di riferimento, il che sarebbe, oltre che criticabile sotto il profilo tecnico, anche eticamente scorretto.
Inoltre, in ordine ai criteri adottati per l'individuazione dei fabbisogni, nutre dubbi sull'opportunità del ricorso al concetto di «deprivazione», facendo notare che, benché possano sussistere elementi di carattere socio-ambientale cui va dedicata specifica attenzione, gli stessi non possono dar luogo ad un criterio, che appare anche tecnicamente poco rigoroso, di deprivazione. Reputa altresì opportuno che sia considerata la necessità che i tagli e le decurtazioni economiche che hanno recentemente compresso le risorse delle autonomie regionali non debbano avere ricadute negative sull'attuazione della legge delega, benché da ciò possa derivare la necessità di destinare apposite risorse finanziarie a tale scopo.
Sostiene inoltre la necessità di definire specifici e rigorosi criteri sulla compartecipazione all'IVA, per la quale andrebbe precisato se essa ricomprenda o meno l'attività svolta dagli enti locali in tema di lotta all'evasione, come del resto riconosciuto nel decreto sul federalismo municipale: è infatti di tutta evidenza che se la compartecipazione viene attribuita senza tener presente l'azione di contrasto degli enti territoriali, viene meno un possibile stimolo a incentivarne l'attività in tal senso. Fa infine notare che la riduzione operata in ordine alle risorse destinate alle province, pari a circa il 40 per cento, sta determinando evidenti difficoltà per le amministrazioni provinciali nella gestione dei servizi al territorio, richiamando in proposito anche i contenuti dell'audizione svolta dai rappresentanti dell'UPI in ordine all'adeguatezza della compartecipazione all'IRPEF a compensare la riduzione di gettito delle altre tipologie di imposte ridimensionate o soppresse dalla riforma.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.20 alle 15.25.