CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 febbraio 2011
436.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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Mercoledì 9 febbraio 2011. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 9.15.

Sui lavori della Giunta.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, fa presente che il gruppo del Popolo della Libertà ha chiesto il rinvio della trattazione della domanda inerente alle intercettazioni del deputato Landolfi e di quella relativa all'autorizzazione a procedere per reato ministeriale nei confronti del deputato Lunardi. Il medesimo gruppo ha altresì chiesto che oggi non si proceda a votazioni sui restanti punti. In linea con lo spirito generalmente seguito presso la Giunta di programmare i lavori in modo concordato, propone di accogliere la richiesta. Ciò non toglie che sarà consentito, ai deputati che lo vorranno, di prendere la parola sugli altri punti all'ordine del giorno.
Francesco Paolo SISTO (PdL) prende atto con favore della decisione del Presidente.

La Giunta concorda.

ESAME CONGIUNTO DI DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE ALL'ACQUISIZIONE DI TABULATI TELEFONICI

Domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici nei confronti del deputato Rotondi (doc. IV, n. 14).
(Esame e rinvio).
Domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici nei confronti del deputato Berlusconi (doc. IV, n. 15).
(Esame e rinvio).

Fabio GAVA (PdL), relatore, ricorda che nella scorsa seduta aveva sommariamente

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illustrato analogie e differenze tra il caso concernente il Presidente del Consiglio e quello del Ministro Rotondi. Osservato sul piano generale che le prerogative parlamentari non sono disponibili al singolo deputato, crede nondimeno che la questione da chiarire sia se le utenze di cui si tratta siano effettivamente riferibili alla sfera delle comunicazioni degli interessati. Chiarito che nel caso di Gianfranco Rotondi l'utenza fissa afferisce alla sua abitazione, diversamente dal caso del collega De Luca che invece ineriva a un numero mobile, sottolinea che nel caso dell'onorevole Berlusconi l'utenza di cui si chiede di acquisire i tabulati concerne un luogo dotato di significato politico. Dettosi orientato in via di massima per l'incompetenza della Camera a deliberare sui punti in titolo, è pronto ad ascoltare gli interventi dei colleghi.

Marilena SAMPERI (PD), sottolineata la differenza che passa tra le intercettazioni in senso proprio e l'acquisizione dei dati sul traffico telefonico, mezzi investigativi dotati di diversa portata invasiva della riservatezza, considererebbe del tutto impropria l'estensione della prerogativa parlamentare a persone diverse dai membri delle Camere. L'articolo 68, terzo comma, della Costituzione, del resto, non fa menzione dei tabulati ma solo delle intercettazioni. Apprezza quindi la cautela del relatore e concorda con il suo orientamento.

Pierluigi MANTINI (UdC), nel confermare quanto sostenuto nella scorsa seduta, concorda con il relatore e con la deputata Samperi.

Francesco Paolo SISTO (PdL), sul piano generale, deve esprimere talune perplessità su quanto ha ascoltato: anzitutto, ricorda che non è l'intestazione formale dell'utenza che può essere considerata decisiva, bensì il concreto utilizzo dello strumento da parte del parlamentare; in secondo luogo, non è persuaso della differenza tra intercettazioni e tabulati. Anche con l'acquisizione di questi ultimi infatti si consegue una significativa lesione della riservatezza, tanto più che è possibile, tramite essi, svolgere un monitoraggio sui movimenti della persona. Da ultimo, traccia una distinzione tra i casi nei quali il parlamentare è indagato da quelli nei quali egli è vittima del reato. Sulla base di queste considerazioni generali, crede necessaria un'ulteriore riflessione.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) concorda con le osservazioni del deputato Sisto e invita i colleghi a non sottovalutare la portata invasiva dell'acquisizione dei tabulati, la quale consente il controllo sui movimenti.

Donatella FERRANTI (PD), interrompendo, osserva che nei casi specifici non si tratta di utenze cellulari bensì di numeri fissi.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), riprendendo il suo intervento, rimarca che nondimeno l'analisi dei tabulati si presta ad abusi e che altro è discutere del parlamentare oggetto di indagini, altro esaminare il caso in cui questi è vittima.

Donatella FERRANTI (PD), constatato l'atteggiamento della maggioranza, pregiudiziale contro la magistratura e i mezzi di prevenzione e repressione dei reati, auspica che la discussione si attenga agli elementi dei casi concreti in esame, che concernono utenze fisse e non cellulari, sicché da esse è impossibile il controllo dei movimenti dei parlamentari. La procura di Roma ha chiesto l'autorizzazione ad acquisire i tabulati come misura ad abundantiam e non - a suo avviso - per una necessità giuridica. Richiamati i contenuti della lettera del collega Rotondi, sottolinea che una discussione troppo approfondita finirebbe per danneggiarlo. Contesta da ultimo che si possano distinguere i casi nei quali il parlamentare è vittima da quelli in cui è indagato: le prerogative assistono il Parlamento e le sue funzioni e non i singoli parlamentari come persone, vittime o indiziati che siano.

Francesco Paolo SISTO (PdL) precisa che non ha inteso contraddire il relatore

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sui casi specifici ma solo richiamare princìpi generali da tenere in conto nella riflessione in corso.

Fabio GAVA (PdL), relatore, nel compiacersi del ricco dibattito che ha ascoltato, osserva che i due casi restano diversi. Nel caso dell'on. Berlusconi, si tratta di un numero verde, il cui funzionamento tecnico - con il sistema di chiamata «a ponte» - di regola non consente chiamate in uscita. Per questo, potrebbe essere difficoltoso individuare nei tabulati a esso relativi i dati esteriori della conversazione di un parlamentare. Nel caso del collega Rotondi, viceversa, effettivamente l'utenza, per quanto a lui non intestata, insiste pur sempre nella sua abitazione. Occorre però tener conto della lettera che l'interessato ha inviato alla Giunta per segnalare la non riferibilità diretta della linea telefonica alla sua persona. È per questo che in definitiva i due casi finiscono per somigliarsi.

Federico PALOMBA (IdV) si riserva di svolgere una dichiarazione di voto nella prossima seduta.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

ESAME DI UNA DOMANDA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA D'INSINDACABILITÀ

Domanda di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal deputato Elio Vittorio Belcastro, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso l'autorità giudiziaria di Monza (atto di citazione dell'onorevole Antonio Di Pietro).
(Esame e rinvio).

(Il deputato Elio Vittorio Belcastro si allontana dall'aula).

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), relatore, si sofferma diffusamente sui fatti della causa in titolo, esponendo che la vicenda del concorso a uditore giudiziario di Antonio Di Pietro fu connotata, a quel che gli risulta, da varie vicissitudini e irregolarità. Al proposito, ricorda che già sul Giornale, nel dicembre del 1996, erano emersi fatti analoghi a quelli oggi in discussione, riportati peraltro anche in una successiva biografia a opera di Filippo Facci. Con più specifico riferimento alla citazione per danni notificata al deputato Belcastro, quest'ultimo avrebbe confidato in via privata a un giornalista di aver saputo da Felice Filocamo che l'ammissione agli orali di Antonio Di Pietro non sarebbe stata regolare. Di qui l'articolo apparso sul Giornale del 23 gennaio 2010, dal contenuto pretesamente diffamatorio. Sottolinea che il dottor Filocamo, segretario della commissione di concorso, deve considerarsi una fonte attendibile e che la richiesta di risarcimento di Antonio Di Pietro gli appare eccessiva. Osservato che la diffusione della notizia non è opera diretta del collega Belcastro, rimarca nondimeno che si tratta di fatti di sicuro interesse pubblico e di rilievo politico. Si orienta dunque sin d'ora per l'insindacabilità.

(Viene introdotto il deputato Elio Vittorio Belcastro).

Elio Vittorio BELCASTRO (IR) ricorda che ai tempi dei fatti si trovava in Transatlantico, conversando col deputato Arturo Iannaccone, esprimendo rilievi critici sul moralismo di Antonio Di Pietro. In tale contesto, aveva narrato all'interlocutore di aver saputo da un «correo» di un fatto illecito: Felice Filocamo, segretario della commissione del concorso a uditore giudiziario cui aveva preso parte l'allora vicecommissario di polizia Di Pietro, gli aveva riferito delle lamentele che gli erano pervenute dal presidente della commissione medesima Corrado Carnevale. Di Pietro infatti era stato escluso per l'insufficienza degli elaborati. Carnevale aveva allora sollecitato il Filocamo a «ripescare» quel suo «raccomandato»: ciò che Filocamo fece, riconvocando immediatamente la commissione.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, osserva che il segretario di una commissione

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di concorso non ha il potere di convocare la commissione, restando questa facoltà in capo al presidente.

Elio Vittorio BELCASTRO (IR) ricorda che Filocamo gli aveva comunicato che la segnalazione in favore di Di Pietro sarebbe pervenuta a Carnevale dai servizi di informazione e che nondimeno tale confidenza non è stata da lui propalata agli organi di stampa. I contenuti della conversazione intercorsa tra lui e Iannaccone in Transatlantico furono dapprima carpiti da un giornalista, di cui non ricorda il nome, e poi oggetto di una telefonata di conferma tra lui e Gianmarco Chiocci. Nel corso della telefonata, egli invitò il Chiocci a svolgere i debiti riscontri presso il Filocamo, il quale, a quel che risulta dall'articolo pubblicato, avrebbe confermato tutto. Ciò anche sulla base della considerazione che i reati eventualmente a lui ascrivibili erano ormai prescritti.

Marilena SAMPERI (PD) deve osservare che - se vi è stata la telefonata di conferma con Chiocci - l'episodio non sarebbe consistito in una confidenza. Ciò del resto emerge chiaramente dall'incipit dell'articolo. Domanda al collega Belcastro se abbia poi presentato atti ispettivi o altri atti parlamentari tipici sulla materia.

Elio Vittorio BELCASTRO (IR) precisa di non aver inteso dare alcun seguito parlamentare alla vicenda, perché il suo modo di fare politica è diverso. Mai avrebbe inteso trascinare il dissidio politico tra lui e Di Pietro sul terreno parlamentare.

Francesco Paolo SISTO (PdL) domanda se le sue critiche a Di Pietro, espresse all'onorevole Iannaccone e carpite fortuitamente dal cronista, fossero da intendere come una risposta a uno specifico intervento parlamentare dell'onorevole Di Pietro.

Elio Vittorio BELCASTRO (IR) risponde affermativamente, sottolineando che in diverse circostanze l'onorevole Di Pietro aveva toccato i temi della moralità pubblica.

Donatella FERRANTI (PD) gli domanda se ricordi precisamente a quale intervento dell'onorevole Di Pietro egli intendesse replicare.

Elio Vittorio BELCASTRO (IR) in realtà reagiva ai comportamenti generali dell'onorevole Di Pietro, che tenta di accreditarsi come figura moralmente integra. Non si trattava quindi di uno specifico discorso parlamentare ma del suo più generale atteggiamento.

Federico PALOMBA (IdV) deve rimarcare anch'egli che la versione della confidenza colta casualmente non regge: l'intervista giornalistica vi è stata ed era del tutto volontaria. Richiamati i precedenti di accertamento della violazione dell'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo per casi di insindacabilità concessi dalla Camera in modo disinvolto, crede che una deliberazione di insindacabilità sul caso in titolo sarebbe in contrasto anche con l'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Si riserva comunque di svolgere ulteriori considerazioni nella prossima seduta.

(Il deputato Elio Vittorio Belcastro si allontana dall'aula).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, poiché stanno per iniziare votazioni nominali in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.20.