CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 febbraio 2011
436.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 57

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 9 febbraio 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 14.

Legge comunitaria 2010.
C. 4059 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2009.
Doc. LXXXVII, n. 3.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che l'esame dei provvedimenti in titolo si concluderà con l'approvazione di una relazione e con la nomina di un relatore che potrà partecipare, per riferirvi, alle sedute della Commissione politiche dell'Unione europea. Ricorda altresì che gli eventuali emendamenti dovranno attenere strettamente ai profili di competenza della III Commissione. A tale riguardo, se non vi sono obiezioni, il termine di presentazione degli emendamenti è fissato martedì 15 febbraio, alle ore 17.

Guglielmo PICCHI (PdL), relatore, illustra il disegno di legge comunitaria per il 2010, modificato nel corso dell'esame al Senato, segnalando che esso consta attualmente di 18 articoli, suddivisi in due Capi, nonché di due allegati A e B, che elencano le direttive da recepire mediante decreti legislativi (recanti rispettivamente 4 e 26 direttive). Sottolinea come, sulla base dei dati forniti dal Segretariato generale della Commissione europea, alla data del 24 novembre 2009 risultavano scadute ed applicabili nel nostro Paese 3.088 direttive. L'Italia si è collocata al 26o posto nella graduatoria del recepimento, avendo comunicato i provvedimenti di attuazione relativi a 3.050 di queste, pari al 98,77 per cento delle direttive da recepire (la media comunitaria a 27 Stati è pari al 99,25 per cento). Alla data del 24 novembre 2009 risultava quindi un deficit di attuazione dell'Italia pari a 38 direttive. Per quanto concerne le procedure di infrazione, nello Scoreboard fornito dalla Commissione europea

Pag. 58

si evidenzia come il numero complessivo delle procedure sia diminuito del 2,1 per cento rispetto all'ultima rilevazione del marzo 2010. I settori nei quali si registrano il maggior numero di infrazioni sono «Fiscalità e unione doganale» e «Ambiente».
Particolare rilievo assume, ai fini dei profili di competenza della Commissione, l'articolo 16, inserito nel corso dell'esame al Senato, ove si è accolto un emendamento presentato del Governo e dallo stesso riformulato, che contiene disposizioni in materia di trasferimenti all'interno dell'Unione europea di prodotti per la difesa. Nello specifico, in virtù del comma 1 il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per dare attuazione alla direttiva n. 2009/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che disciplina le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa. Essa mira a semplificare «le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità dei prodotti per la difesa» in una nuova logica di certificazione e responsabilizzazione delle imprese.
Ricorda che l'attuale disciplina regolante i trasferimenti di materiali d'armamento trova riferimento esclusivamente in disposizioni nazionali, in particolare nella legge 9 luglio 1990, n. 185, che individua in via generale e preventiva alcune fattispecie di divieto ad esportare ed importare i materiali in questione ed i requisiti indispensabili per poter operare nel settore e fissa dettagliatamente le modalità e le varie fasi dei procedimenti autorizzativi, nonché le misure sanzionatorie in caso di violazione delle norme.
Per quanto attiene ai contenuti della Relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2009, essa è strutturata in tre parti, ognuna delle quali espone distintamente un consuntivo degli interventi e delle politiche varate nel 2009 dall'Unione europea e dall'Italia e gli orientamenti del Governo per il 2010. La prima parte tratta del processo di integrazione europea e degli orientamenti generali delle politiche dell'Unione. La seconda parte dà conto della partecipazione dell'Italia al processo di integrazione europea e del recepimento del diritto dell'Unione nell'ordinamento. La terza parte riguarda le politiche di coesione e l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione.
Preliminarmente, osserva il carattere un po' surreale che assume oggi un documento che è stato presentato alle Camere il 28 settembre 2010, con un ritardo che rende quasi inutile una riflessione a posteriori su eventi ed iniziative adottate due anni fa e su orientamenti e scelte di Governo che sono già state largamente attuate. Ricorda, a tale proposito, che da tempo questa Commissione ha auspicato una riforma legislativa che faccia esaminare la Relazione più tempestivamente e separatamente dalla legge comunitaria.
Per quanto riguarda gli ambiti di competenza della Commissione, nel corso del 2009 è proseguita la strategia dell'allargamento in particolare verso la Croazia. In riferimento alla Turchia, la Relazionericorda l'Italia, di concerto con altri Paesi like-minded, ha mantenuto un ruolo attivo al fine di assicurare adeguato dinamismo al processo negoziale. L'Italia si è altresì adoperata per far avanzare il percorso europeo di Serbia e Bosnia-Erzegovina ed evitare il rischio di una loro marginalizzazione nel processo di avvicinamento all'Unione Europea rispetto agli altri Paesi della regione.
Riepiloga infine gli orientamenti della PESC nel 2010 come illustrati nella Relazione: una fuoriuscita dall'attuale fase di stallo nel processo di pace in Medio Oriente per favorire la rapida ripresa dei negoziati tra le parti, di stretto concerto con gli altri attori ed organizzazioni internazionali e con particolare attenzione agli sviluppi nelle relazioni intra-palestinesi; continuare a seguire con attenzione gli sviluppi del dossier nucleare iraniano per giungere ad una composizione del medesimo attraverso il dialogo e, in caso di insuccesso, reagire in modo compatto con le principali istanze internazionali per incrementare la pressione sul Governo iraniano ed inasprire il quadro sanzionatorio

Pag. 59

a suo carico; vagliare attentamente la situazione in Bosnia per giungere quanto prima ad una transizione verso le necessarie riforme costituzionali, che portino ad una crescente integrazione euro-atlantica; organizzare, congiuntamente con gli altri partner, una Conferenza sull'Afghanistan come primo passo del rinnovato impegno dell'Unione Europea nei confronti del Paese; infine, rafforzare la collaborazione con la Russia e con i Paesi del Partenariato Orientale.
Nell'osservare come la Relazione risulti alquanto lacunosa sull'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna, utili indicazioni sono invece contenute circa l'azione del Governo protesa all'obiettivo del rafforzamento dell'interazione con l'Amministrazione europea. Grazie infatti ad uno stretto coordinamento con la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e la Rappresentanza Permanente d'Italia a Bruxelles, sono proseguite le azioni volte ad assicurare una adeguata presenza di funzionari di nazionalità italiana in tutti i settori delle politiche europee, nelle diverse Istituzioni ed a tutti i livelli dell'organico, con particolare attenzione ad un corretto equilibrio di nazionalità nelle posizioni di alta e di altissima dirigenza delle diverse istituzioni europee.

Stefano STEFANI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta

La seduta termina alle 14.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza è stato svolto dalle 14.10 alle 14.15.