CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 gennaio 2011
429.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 25 gennaio 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.50 alle 11.15.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 25 gennaio 2011. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Francesco Belsito.

La seduta comincia alle 11.20.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale.
Atto n. 292.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

Enrico LA LOGGIA, presidente e relatore, comunica che, l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292), rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 gennaio 2011.
Avverte che, sulla base di quanto già preannunciato nella scorsa seduta, il ministro Calderoli ha confermato la disponibilità del Governo ad attendere il parere della Commissione per una ulteriore settimana rispetto al previsto termine del 28 gennaio, e, pertanto, si procederà alla votazione del parere stesso entro la giornata di giovedì 3 febbraio, secondo il calendario concordato dall'Ufficio di Presidenza tenutosi nella giornata odierna. Nel comunicare, inoltre, che sono in distribuzione le proposte emendative alla proposta di parere da lui presentata, in qualità di relatore, avverte che anche l'altro relatore, il senatore Barbolini, ha presentato la propria proposta di parere. Una ulteriore proposta di parere è stata altresì presentata dal senatore Belisario.

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Nel prendere atto della trasmissione, in data odierna, della relazione tecnica sul testo della propria proposta di parere, rammenta infine che la Commissione è in attesa dei dati richiesti agli uffici governativi circa la distribuzione del gettito Irpef su base comunale.

Felice BELISARIO (IdV) dichiara di non aver voluto presentare proposte emendative alle singole disposizioni, ma di aver preferito formulare una proposta di parere alternativo al parere del relatore di maggioranza (vedi allegato 1), al fine di fornire un quadro complessivo delle problematiche di ordine costituzionale e finanziario, che potrebbero assumere altresì carattere politico. A suo avviso la disciplina proposta attraverso lo strumento della cedolare secca suscita molte perplessità rispetto al principio costituzionale della progressività del sistema tributario, in quanto l'esclusione dalle ordinarie aliquote di tassazione del reddito derivante dai canoni di locazione accentua gli elementi di favore fiscale che già la normativa vigente riconosce alla rendita finanziaria, introducendovi anche elementi di regressività e spostando ulteriormente il carico fiscale sui redditi da lavoro, in particolar modo quelli da lavoro dipendente. A tale questione va aggiunto che l'aliquota del 20 per cento definita per tale imposta sostitutiva avvantaggia soprattutto i redditi sottoposti ad un'aliquota marginale più elevata, vale a dire quelli medio-alti, accentuando i differenziali reddituali già ora presenti nel sistema.
Sottolinea, inoltre, che poiché il contenuto del provvedimento si intreccia con la definizione dei fabbisogni standard, si potrebbero sollevare questioni di carattere metodologico, dal momento che non si è ancora giunti ad una determinazione effettiva degli stessi. Evidenzia altresì come il provvedimento in esame contrasti con il principio di responsabilità per gli amministratori contenuto nella legge n. 42 del 2009, poiché l'imposta municipale applicata alle sole seconde case comporta che i soggetti percossi dall'imposta, in quanto non residenti, non possono poi controllare mediante il voto l'operato di coloro che forniscono i servizi. Ritenendo che lo schema di decreto sia in realtà espressione di un nuovo centralismo, basandosi su un sistema di finanza derivata che non reca alcun incremento dell'autonomia impositiva degli enti locali, sottolinea infine come il testo del provvedimento sia frutto di una serie di mediazioni che determinano empie zone di incertezza, prefigurando la necessità di ulteriori correzioni in futuro.

Giuliano BARBOLINI (PD), relatore, nel riferire sui contenuti delle proposte emendative avanzate dal suo gruppo e sulla propria proposta di parere (vedi allegato 2), rileva come il processo di riforma avviato in attuazione della legge delega possa qualificarsi solo nominalisticamente come federalista, in quanto di fatto delinea surrettiziamente un sistema finanziario ancora centralizzato e basato su un ridotto livello di autonomia finanziaria e tributaria dei comuni, analogo a quello che era proprio delle amministrazioni locali anteriormente al 2008, anno della abolizione dell'ICI. Rileva che il sistema di perequazione che si sta costruendo evidenzia un profilo gravemente indefinito e appare sorreggersi su un'impostazione di gestione orizzontale delle risorse allocate, in aperto contrasto con i dettami della legge delega. Sottolineando come il testo del decreto legislativo in esame, delinei un assetto di funzioni e competenze del tutto inadeguato rispetto alle finalità perseguite; paventa pertanto il rischio di una insufficiente copertura finanziaria rispetto alle previsioni di spesa e reputa inefficace il sistema di relazioni finanziarie che si viene a prefigurare tra i diversi livelli di governo. Prospetta quindi gli effetti nefasti della riforma sul mercato degli affitti, pur senza disconoscere il pregio di specifiche previsioni del testo che consentirebbero l'emersione del pernicioso fenomeno delle locazioni in nero; apprezza inoltre, sotto il profilo delle tutele sociali, il rafforzamento dell'istituto degli affitti a canone concordato. Fa notare che benché le proposte avanzate dal Governo in materia di arti e professioni appaiono rispettose del principio

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dell'autonomia, nondimeno rimettono agli enti locali l'onere di valutare ed eventualmente recepire le legittime istanze avanzate da sempre più larghi settori delle professioni autonome e ciò in una fase in cui si restringono fortemente i margini di manovrabilità delle esigue risorse locali. Reputa opinabile e non risolutiva la prospettiva di attivare lo sblocco delle addizionali IRPEF, in quanto ciò esporrebbe le amministrazioni locali alla necessità di ricorrere oltre misura a tale imposta con l'effetto di un ulteriore deleterio aumento della pressione fiscale municipale sulle comunità di riferimento. Segnala che nella proposta di parere avanzata dal suo gruppo si propone di fissare nel decreto legislativo una aliquota di riferimento pari al 7 per mille affinché sia possibile rispettare il criterio della invarianza della pressione fiscale. Ritiene necessario che sia assicurata una maggiore autonomia finanziaria in capo ai comuni anche mediante la sostituzione della compartecipazione all'IRPEF con la compartecipazione all'IVA, rilevando che tale soluzione eviterebbe il rischio di alterare il principio di progressività dell'IRPEF, di fatto inopinatamente trasformata in un'imposta di scopo. Segnalato la proposta di delineare una sorta di calmieramento dell'imposta di soggiorno, ravvisa l'esigenza di approfondire il tema del sostegno agli investimenti degli enti locali, profilo ingiustamente escluso dalla disciplina recata dal decreto in esame ma che rappresenta un elemento decisivo per la crescita e lo sviluppo dell'economia in ambito locale e territoriale. Auspica che il dibattito nel merito delle questioni risulti proficuo e sollecita il Governo e l'altro relatore a tener conto del contributo che il suo gruppo intende fornire alla definizione di un testo condiviso e che sia all'altezza delle aspettative che la riforma suscita.

Mario BALDASSARRI (FLI) intervenendo in merito alla relazione tecnica riferita alle modifiche previste nella proposta di parere del relatore La Loggia, rileva, ad una prima lettura, una incoerenza, rispetto alla relazione tecnica riferita al testo originario, nella quantificazione degli effetti finanziari complessivi derivanti dall'introduzione della cedolare secca sui canoni di locazione, come modificata dalla citata proposta di parere. In particolare, pur basandosi sui medesimi dati della precedente relazione tecnica, nell'attuale stima la perdita di gettito IRPEF, pari a circa 3 miliardi di euro annui per il periodo 2011-2014, risulta più che compensata dall'incremento di gettito derivante dall'emersione di base imponibile per il vantaggio fiscale derivante dall'applicazione della cedolare secca, determinando un effetto netto positivo sia in termini di competenza, pari a circa 400 milioni di euro annui a decorrere dal 2013, sia di cassa, per oltre 400 milioni di euro annui per l'intero periodo. Con riferimento a tale ultimo aspetto, ritiene formalmente inaccettabile la relazione tecnica in quanto non risulta conforme alle prescrizioni dell'articolo 81 della Costituzione, nella misura in cui la copertura finanziaria della norma risulti assicurata da un effetto di emersione di base imponibile essenzialmente basato su una ipotesi di comportamento dei contribuenti che, a suo avviso, è puramente arbitraria e non suffragata da oggettivi parametri di riscontro.

Marco STRADIOTTO (PD) illustra alcuni emendamenti presentati a sua firma, sottolineando come, anche nella proposta di parere del relatore di maggioranza, l'autonomia finanziaria degli enti locali non venga affrontata sufficientemente. Con una propria proposta emendativa, che novella in più condizioni l'articolo 1, pur condividendo l'introduzione della compartecipazione all'IRPEF e la devoluzione ai comuni del solo 30 per cento del gettito della fiscalità immobiliare, propone di assegnare direttamente ai comuni l'intero gettito dell'imposta di registro. Un'ulteriore proposta persegue invece lo scopo di coinvolgere tutti i cittadini, siano essi residenti o proprietari di seconde case, nella contribuzione alla manutenzione e alla gestione degli spazi e dei fabbricati pubblici, nonché di strade, parcheggi, spazi

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verdi ed edifici comunali, attraverso un canone municipale facoltativo sui servizi comuni, che si applica a determinate unità immobiliari, possedute a qualsiasi titolo. In questo modo il finanziamento del comune non ricadrebbe solo i proprietari di seconde case attraverso il pagamento dell'IMU.

Enrico LA LOGGIA, presidente e relatore, ritiene necessario precisare, in relazione alla questione della proroga del termine generale di delega emersa nella scorsa seduta e su cui si è soffermato anche l'Ufficio di presidenza, che tale eventuale prolungamento non potrebbe comunque incidere sui termini di esame degli schemi di decreto che risultino già assegnati alla Commissione o che siano presso la Conferenza unificata.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.55.