CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 novembre 2010
390.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
COMUNICATO
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Martedì 2 novembre 2010. - Presidenza del presidente Sergio ZAVOLI. - Intervengono per la RAI, il vice direttore delle Relazioni Istituzionali, dottor Stefano Luppi, e il dottor Daniele Mattaccini.

La seduta comincia alle 20.45.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Il PRESIDENTE avverte che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità della seduta sarà assicurata per mezzo della trasmissione con il sistema audiovisivo a circuito chiuso.

ATTO DI INDIRIZZO DELLA COMMISSIONE

Discussione sul pluralismo nell'informazione e nei programmi di approfondimento, ed esame di eventuali risoluzioni - Relatori alla Commissione sen. Butti e sen. Morri.

Il PRESIDENTE dà comunicazione di un appunto in tema di pluralismo ricevuto dal senatore Vita, che ne ha chiesto la distribuzione in Aula.

Informa altresì che, sempre sugli stessi argomenti, è stata avanzata una richiesta di audizione da parte di organizzazioni sindacali interne alla RAI.
Dichiara quindi aperta la discussione.

Nel valutare positivamente l'iniziativa, il deputato BELTRANDI (PD) ritiene necessario suddividere il tema tra le varie tipologie di trasmissione. I programmi di approfondimento, ad esempio, che costituiscono la questione più importante in tema di pluralismo, sembrano costituire vere e proprie tribune politiche, in cui però, come dimostrano i dati, non è garantita l'equilibrata presenza delle forze politiche; peraltro tali dati si dimostrano costanti nel tempo. È altresì del tutto inapplicata la delibera n. 382/09/CONS dell'Agcom in tema di garanzia del pluralismo. La Commissione potrebbe intervenire nel merito, eventualmente analizzando l'inquadramento di tali programmi nelle realtà europee vicine. Per i telegiornali sono ovviamente necessari criteri diversi in relazione alle esigenze della cronaca ma occorrono comunque regole certe. In tema poi di fiction, per la parte di esse che può comunque riportarsi nell'ambito del pluralismo, va evidenziato

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come a volte rappresentino una riscrittura di fatti storici o di cronaca, con alcuni piccoli ma imperdonabili stravolgimenti della realtà.

Secondo il senatore VIMERCATI (PD) è necessario individuare misure e indicazioni che possano concretamente incidere, anche tenendo conto del livello di fanatismo ormai raggiunto dal giornalismo schierato nel nostro Paese. Pur esprimendo dubbi sulla possibilità di incidere su tale situazione con l'atto che la Commissione intende approvare, evidenzia come alla scarsa autonomia della RAI dai partiti corrisponda poi uno scarso pluralismo dell'informazione; a tal fine sarebbe necessario anche ipotizzare una riforma del modello di governance della RAI. Sarebbe altresì necessario garantire anche il pluralismo culturale e sociale, e quindi territoriale, tenendo conto delle peculiarità specifiche della storia italiana. A tale scopo si potrebbe lavorare sull'informazione regionale, magari ampliandola e valorizzandola. Inoltre, considerando la vetustà del modello broadcast, sarebbe forse opportuno immaginare una maggiore possibilità di partecipazione alle trasmissioni da parte del pubblico da casa.

Il PRESIDENTE evidenzia come la difficoltà della mediazione tra fatti e opinione pubblica possa determinare il rischio di non assicurare anche in tal modo il pluralismo. Purtroppo nella gestione di certi programmi incide molto la qualità professionale del moderatore di turno.

Secondo il senatore PARDI (IdV) è indispensabile non confondere pluralismo con tutela delle forze politiche, a parte il predominio personale che oggi si registra in Italia. Se da un lato sarebbe forse il caso di immaginare una riduzione della rappresentanza del Parlamento nel suo complesso nella RAI, dall'altra va evidenziato come il servizio pubblico attualmente non dia notizie, non solo quelle politiche, ma anche quelle di carattere sociale, culturale e scientifico; inoltre, andrebbero eliminati i monopoli personali, come ad esempio quello sullo spettacolo di Vincenzo Mollica.
Circa i programmi a metà strada tra l'informazione e l'intrattenimento, è infine necessario considerare come il vero pluralismo non sia garantito tanto dalla costante contrapposizione di posizioni diverse all'interno dello stesso programma, quanto piuttosto dalla pluralità di programmi diversi.

Il deputato MERLO (PD) ritiene l'atto di indirizzo una possibile occasione per eliminare o limitare le distorsioni e quindi correggere la gestione della società concessionaria. Per fare ciò occorrerebbe innanzitutto eliminare le «zone franche» e soprattutto rivolgere una particolare attenzione alla programmazione riguardante lo spazio pomeridiano.

Il presidente ZAVOLI, con riferimento alla professionalità dei giornalisti, esprime l'avviso che occorrerebbe ripristinare il sistema dei concorsi.

Il deputato PELUFFO (PD), nel ricordare che già la legge n. 103 del 1975 contiene una definizione esaustiva ed ancora attuale dei requisiti del servizio pubblico, ritiene che il problema reale riguardi la cogenza delle norme e degli stessi indirizzi della Commissione, il che rende particolarmente complesso il dibattito in corso. Si sofferma quindi sulla nozione di pluralismo, che secondo lui non può essere semplicemente riferito ai partiti, così come suggerito anche dal senatore Vita. Soffermandosi quindi sulle modalità con le quali dovrebbe svolgersi un confronto televisivo, anche attraverso lo strumento dell'intervista, giudica negativamente la sospensione delle trasmissioni di approfondimento alla vigilia delle elezioni e propone, con riferimento alla questione della qualità, che tra gli indirizzi sia inclusa l'esigenza di parametrarla, soprattutto per i programmi della fascia pomeridiana, a fattori diversi dallo share. Conclude auspicando anche una riforma della

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governance della concessionaria del servizio pubblico.

Il deputato LAINATI (PdL), riservandosi di intervenire nel merito, si associa al giudizio espresso dal deputato Merlo su Vincenzo Mollica.

Il deputato SARDELLI (Misto-Noi Sud LA-PLI), nel condividere quanto affermato sull'esistenza di «zone franche» nell'ambito dei programmi di approfondimento, propone che con l'atto di indirizzo si reintroducano regole precise e se ne garantisca l'applicazione dotando di strumenti concreti, come quelli sanzionatori, gli organismi con poteri di vigilanza e controllo.

Al riguardo il deputato BELTRANDI (PD) fa presente che non condividerebbe un atto di indirizzo che si limitasse a ribadire principi di carattere generale. Si dichiara poi disponibile a fornire ulteriori informazioni sulla presenza televisiva delle diverse forze politiche, che potrebbero essere di grande utilità anche per i parlamentari della maggioranza.

Dopo una precisazione del presidente ZAVOLI, il deputato BELTRANDI (PD) si esprime criticamente sull'operato dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che non sempre sanziona le violazioni degli indirizzi formulati dalla Commissione.

Su invito del presidente ZAVOLI, il relatore MORRI esprime l'avviso che il lavoro sull'Atto di indirizzo debba muovere dall'analisi di quanto avvenuto dopo l'approvazione di un documento analogo nel 2003, anche alla luce dei cambiamenti sociali e tecnologici nel frattempo intervenuti. Suggerisce quindi di formulare degli indirizzi che non aumentino la pressione sulla RAI bensì perseguano un intento collaborativo invocando ad esempio il ripristino di una generale sobrietà, la garanzia dell'autonomia editoriale di tutti i conduttori, il superamento della priorità dello share, l'arricchimento dell'offerta attraverso un maggior numero di trasmissioni di approfondimento ed il contributo di forze nuove.

Il presidente ZAVOLI esprime l'auspicio che il documento approvato dalla Commissione possa assumere una valenza fortemente politica.

Il deputato LAINATI (PdL), dichiarando che a suo avviso esistono poche ma pesanti «zone franche», con riferimento al delitto di Avetrana esprime l'opinione che la sua trattazione televisiva abbia una genesi corretta dal punto di vista giornalistico, ma abbia successivamente subito una degenerazione a causa di un eccesso di informazioni.

Il senatore AMATO (PdL) suggerisce una dimensione evolutiva dell'Atto di indirizzo, considerata la complessità della natura del pluralismo e la grande difficoltà, soprattutto per il servizio pubblico, di conciliarlo con il consenso del pubblico.

Il deputato MOTTOLA (PdL) stigmatizza la prassi per cui programmi televisivi anche molto seguiti tendono a trasmettere ricostruzioni di alcune vicende quasi in forma processuale, esprimendo l'avviso che in questi casi la RAI si pone al di fuori delle funzioni proprie di una concessionaria pubblica.

Il relatore BUTTI (PdL), nel prendere atto che il dibattito ha dato luogo a spunti anche provocatori ma tuttavia interessanti, esprime l'avviso che la Commissione possa produrre un documento di indirizzo forte purché si abbandoni qualunque tentazione polemica. Rilevato come il rispetto delle regole sia a volte carente in quanto esse stesse sono relative, così come è relativo il pluralismo che può essere assicurato da un conduttore, a sua volta inevitabilmente condizionato dall'impostazione culturale del format, chiede al Presidente di intervenire presso le Presidenze dei due rami del Parlamento affinché il dibattito sulle mozioni riguardanti la RAI non coincida con il lavoro della Commissione, dichiarandosi

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anche disponibile a ritirare, se necessario, la mozione della sua parte politica.

Il presidente ZAVOLI, acquisito l'avviso dei relatori, propone che il dibattito prosegua direttamente su una proposta di risoluzione, da predisporre auspicabilmente nell'arco di una settimana.

Propone altresì che l'audizione dell'intero vertice della RAI abbia luogo mercoledì 10 novembre, alle ore 13.30.

Concorda la Commissione.

La seduta termina alle 22.35.