CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 ottobre 2010
388.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 27 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 8.35.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011). C. 3778 Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 C. 3779 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione. - Relazione favorevole).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviati nella seduta del 21 ottobre 2010.

Gianluca PINI, presidente, avverte che non sono pervenuti emendamenti né ordini del giorno sui provvedimenti in esame e che nella seduta odierna la Commissione dovrà concluderne l'esame, con la trasmissione alla Commissione Bilancio di una relazione per ciascuno degli stati di previsione esaminati e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione.
Ricorda che la relazione è stata svolta lo scorso giovedì ed è stata trasmessa a tutti i componenti della Commissione.
Invita quindi il relatore ad illustrare la proposta di relazione.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, illustra la proposta di relazione favorevole sui documenti in titolo (vedi allegato), ricordando di averne trasmesso copia nel pomeriggio di ieri a tutti i componenti della Commissione, al fine di facilitare i lavori della seduta odierna.

Sandro GOZI (PD) esprima una valutazione politica complessivamente negativa sulla proposta di relazione formulata dal relatore; osserva infatti che si è in presenza di uno strumento di finanza pubblica che vivrà una sola volta, che riprende decisioni già assunte e che sarà probabilmente accompagnato da un voto di fiducia e da un decreto legge «mille proroghe» a fine anno. Quello che si svolge oggi presso la XIV Commissione è dunque un esercizio assolutamente vuoto, una mera presa d'atto, che conferma lo svuotamento di ruolo del Parlamento operato dal Ministro dell'economia.
Quanto ai contenuti, osserva come il problema principale del disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato sia riassunto nel suo titolo «Legge di

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stabilità», poiché non vi è nessun intervento rivolto alla crescita. L'intervento del Governo si basa infatti esclusivamente su misure volte ad ottenere una stabilità precaria, che non incidono strutturalmente sulla riduzione della spesa, e rinuncia totalmente ad interventi sul versante della crescita: nulla è previsto per il sostegno del settore della conoscenza e della ricerca, nulla di rilevante e operativo per le infrastrutture.
Richiamando quindi il punto 3) delle premesse della proposta di relazione formulata dal relatore - che richiama il rapporto finale della Task Force sulla governance economica dell'Unione europea presieduta dal presidente del Consiglio europeo Van Rompuy - sottolinea come il Ministro Tremonti, invece di seguire, in sede europea, una linea puramente difensiva dovrebbe lavorare positivamente per rivedere il patto di stabilità al fine di valorizzare gli interventi rivolti alla crescita. Parimenti, il negoziato relativo alla revisione del bilancio comunitario dovrebbe essere volto, oltre che alla tutela degli interessi nazionali - come genericamente indicato dal Ministro Tremonti - a indirizzare risorse verso quei settori (ricerca, formazione professionale, infrastrutture) che più sono utili ai fini dello sviluppo e della crescita.
Quanto infine alle risorse decrescenti destinate al Dipartimento per le politiche comunitarie, il Governo sembra aver adottato una linea del tutto divergente rispetto agli orientamenti emersi in XIV Commissione e condivisi da tutti i gruppi politici; in Commissione - anche in sede di esame dei progetti di legge di riforma della legge n. 11 del 2005 - si è infatti più volte convenuto sulla necessità di un aumento dei fondi, senza i quali non è possibile ipotizzare nuovi compiti in capo al Dipartimento. Il disegno di legge di bilancio prevede invece un ridimensionamento dello stanziamento di parte corrente, conseguente alle linee guida per la redazione della previsione finanziaria per il 2010 contenute nella Direttiva del Segretario Generale del 2 ottobre 2009, che stabilisce che la riduzione riguarda, in particolare le spese per le missioni all'estero, per l'informazione comunitaria, per la formazione di operatori pubblici e privati, per rilevazioni, sondaggi e analisi statistiche.
Vi sarebbero poi ulteriori questioni da analizzare, che non rientrano tuttavia nelle dirette competenze della XIV Commissione, quale ad esempio l'utilizzo distorto di alcuni fondi - quali sono i fondi FAS per le aree sottoutilizzate - che vengono destinati a scopi diversi da quelli per i quali sono stati attribuiti all'Italia. Evidenzia come si tratti di un modo di procedere del quale prima o poi l'Italia dovrà rendere conto alla Commissione europea.
Esprime pertanto, in conclusione, una valutazione fortemente negativa del gruppo del PD sui provvedimenti in esame.

Antonio RAZZI (IdV) condivide le osservazioni del collega Gozi ricordando, inoltre, che il disegno di legge di bilancio prevede, per il triennio 2011-2013 una riduzione del 20 per cento delle risorse destinate agli italiani all'estero, con evidenti riflessi sulle iniziative riguardanti la cultura e la lingua italiana nel mondo, nonché la stampa e l'informazione italiana all'estero. Si tratta di misure inaccettabili, che hanno già determinato lo scioglimento del Comites di Miami e provocheranno le dimissioni progressive dei vertici di altri Comites, con effetti particolarmente gravi sui cittadini italiani residenti all'estero.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, al di là delle diverse valutazioni, di ordine politico, che possono essere formulate sull'impianto dei provvedimenti, si sofferma su tre specifiche questioni sollevate dai colleghi.
La prima concerne i tagli al Dipartimento per le politiche comunitarie richiamati dall'onorevole Gozi, sui quali non vi è sinora alcuna indicazione certa, poiché le riduzioni di stanziamenti investono la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel suo complesso e non, specificatamente, il Dipartimento.
In ordine quindi all'utilizzo dei Fondi FAS, osserva che la situazione drammatica

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dei conti pubblici delle regioni meridionali - con particolare riferimento a Campania e Calabria e alla gestione della finanza pubblica condotta in passato - richiede al Governo interventi di ordine emergenziale, che è necessario sostenere anche con questo tipo di risorse.
Con riferimento, infine, alla riduzione di fondi destinati agli italiani all'estero ricordata dall'onorevole Razzi, evidenzia come si tratti di interventi che debbono essere visti nell'ottica della razionalizzazione nella distribuzione delle risorse. Cita, a titolo di esempio, il frequente caso di fondi destinati alla diffusione di stampa italiana all'estero che sono destinati di fatto alla mera traduzione e distribuzione di giornali italiani politicamente orientati - è il caso del quotidiano La Repubblica - ai cittadini residenti all'estero.

Elena CENTEMERO (PdL) condivide le osservazioni dell'onorevole Formichella, rilevando che occorre rivedere gli organi di rappresentanza italiana all'estero - deputati, Comites, CGIE - che oggi spesso si sovrappongono e rispetto ai quali occorre fare chiarezza.

Antonio RAZZI (IdV) manifesta l'intenzione di rispondere alle osservazioni dei deputati Formichella e Centemero.

Gianluca PINI, presidente, invita i colleghi a contenere il dibattito in tempi ragionevoli. Osserva quindi che la rappresentanza degli italiani all'estero è certo legittima, ma che una loro iper rappresentanza è invece fuori luogo; rileva come lo Stato italiano non possa più sostenere le spese anche per i Comites, tenuto conto delle diverse forme di rappresentanza oggi assicurate, anche attraverso i parlamentari eletti all'estero.
Con riferimento alle osservazioni del collega Gozi sull'utilizzo dei fondi FAS, sottolinea come debba esservi la consapevolezza da parte di tutti della situazione drammatica dei conti pubblici, che non consente di parlare di investimenti e di interventi di carattere strutturale se prima non si è sanata la situazione di deficit. Ritiene che sia questo lo spirito delle misure previste dal Governo, che si muove, occorre ricordarlo, in un contesto estremamente difficile.
In ordine al Patto di stabilità, infine, osserva che esso è stato stipulato nel 1997, sotto il Governo Prodi, e che, oggi, i negoziati sulla sua revisione si muovono evidentemente in un quadro già tracciato.
Invita, in conclusione, i colleghi a intervenire in sede di dichiarazione di voto sulla proposta di relazione formulata dal relatore.

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole formulata dal relatore, coerentemente con la linea politica del PD e le proposte fatte a livello europeo. Ricorda infatti la proposta di revisione del patto avanzata nel 2002, e la contestuale proposta alternativa di passare ad una vera politica economica comune. Ricorda altresì che nel 2003, in occasione della presidenza di turno italiana dell'Unione europea, il Ministro Tremonti si oppose all'ipotesi di sanzioni a Germania e Francia a seguito dell'avvio di una procedura sui disavanzi eccessivi da parte della Commissione Europea, rendendo di fatto inutilizzabile, da quel momento in poi, il Patto di stabilità, strumento divenuto da allora forte con i deboli e debole con i forti.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole formulata dal relatore.

Elena CENTEMERO (PdL) preannuncia il voto favorevole del gruppo PdL sulla proposta di relazione favorevole formulata dal relatore.

Antonio RAZZI (IdV) richiama le osservazioni svolte in precedenza dalla collega Centemero, ricordandole di aver sottoscritto la sua proposta di legge volta all'abrogazione della legge recante istituzione del Consiglio generale degli italiani all'estero.

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Gianluca PINI, presidente, invita l'onorevole Razzi a limitare il suo intervento alla dichiarazione di voto in ordine alla proposta di relazione formulata dal relatore.

Antonio RAZZI (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge di stabilità per l'anno 2011 e sul disegno di legge di bilancio per l'anno 2011 e bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013 nella parte relativa alla Tabella n. 2, recante lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011, limitatamente alle parti di competenza.
Delibera altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Formichella quale relatore presso la V Commissione, per l'esame dei medesimi provvedimenti.

Sostegno agli agrumeti caratteristici.
Testo unificato C. 209 Cirielli e abb.
(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Gianluca PINI, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, onorevole Bellotti, illustra i contenuti del provvedimento in titolo.
L'articolo 1 indica le finalità del provvedimento in esame, che intende promuovere interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia degli «agrumeti caratteristici» del territorio insulare e delle fasce costiere di particolare pregio paesistico e a rischio di dissesto idrogeologico, in coerenza, tra le altre cose, anche con l'articolo 107, paragrafo 3, lettera d), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
In proposito, con riferimento specifico alla competenza della Commissione XIV, ricorda che tale disposizione del Trattato prevede che possono considerarsi compatibili con il mercato comune europeo gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non alterino le condizioni degli scambi e della concorrenza nella Comunità in misura contraria all'interesse comune.
Il progetto di legge dispone altresì, all'articolo 2, che un apposito decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, emanato di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro per i beni culturali, sentita la Conferenza Stato-Regioni, definirà il quadro normativo necessario per l'applicazione della legge, provvedendo alla dettagliata individuazione degli agrumeti caratteristici storici e degli interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia ammessi a fruire del contributo.
Per quanto riguarda i contributi, viene previsto che siano concessi, per il triennio 2010-2012, ai proprietari o conduttori di agrumeti caratteristici storici, a copertura parziale delle spese di recupero, manutenzione e salvaguardia degli agrumeti (articolo 3) o per interventi di ripristino degli agrumeti abbandonati (articolo 4). Gli interventi descritti dovranno essere eseguiti in conformità con le disposizioni vigenti in materia di tutela del paesaggio, di cui al d.lgs. 42 del 23004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e della normativa europea in materia di sviluppo rurale.
La procedura per l'assegnazione di tali contributi prevede:
l'istituzione presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di un apposito fondo, dotato di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2010 al 2012. La ripartizione annuale delle risorse del fondo tra le regioni verrà attuata con apposito decreto ministeriale, emanato d'intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni entro il 30 aprile di ogni anno (articolo 6);

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la determinazione da parte delle regioni delle risorse da assegnare ai singoli comuni interessati ricompresi nel territorio regionale e le modalità di richiesta ed assegnazione dei contributi;
l'assegnazione e l'erogazione dei contributi, sulla base dell'istruttoria svolta dal comune competente per territorio (articolo 7).
L'articolo 8 reca infine disposizioni sui controlli da parte delle regioni in ordine alla effettiva realizzazione degli interventi per i quali sono stati erogati i contributi e sulla applicazione delle relative sanzioni in caso di mancata, parziale o carente esecuzione dei lavori.
In base all'articolo 5 gli aiuti saranno preventivamente sottoposti alla verifica di compatibilità della Commissione europea con la disciplina in materia di aiuti di Stato. Alla luce di tale previsione, il provvedimento appare compatibile con i requisiti previsti in materia di aiuti di Stato dall'Unione europea. Ricorda infatti che, ai sensi dell'articolo 108 TFUE gli Stati membri hanno l'obbligo di informare preventivamente la Commissione europea di ogni progetto volto a istituire aiuti (c.d. «obbligo di notifica») e non possono darvi esecuzione prima che sia stato autorizzato dalla Commissione (»principio di sospensione»).
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.05.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 27 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 9.05.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 4 agosto 2008, n. 142, recante attuazione della direttiva 2006/68/CE, che modifica la direttiva 77/91/CEE relativamente alla costituzione delle società per azioni nonché alla salvaguardia e alle modificazioni del capitale sociale.
Atto n. 263.

(Rinvio del seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 20 ottobre 2010.

Gianluca PINI, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere sull'atto in esame scade il prossimo 8 novembre e che, tenuto conto del fatto che la prossima settimana non sono previste votazioni in Assemblea né lavori in Commissione, sarebbe opportuno che la Commissione si esprimesse nella giornata odierna.
Al fine di svolgere ulteriori approfondimenti, si riserva pertanto di formulare una proposta di parere nella seduta già convocata per il pomeriggio odierno.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2005/47/CE del Consiglio, del 18 luglio 2005, concernente l'accordo tra la Comunità delle ferrovie europee (CER) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) su taluni aspetti delle condizioni di lavoro dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera nel settore ferroviario.
Atto n. 277.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 20 ottobre 2010.

Sandro GOZI (PD) sottolinea l'importanza del provvedimento in oggetto, ricordando che esso ha lo scopo di porre fine alla procedura di infrazione n. 2008/0678, avviata dalla Commissione europea per la

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mancata attuazione della direttiva entro il termine del 27 luglio 2008. La procedura si è conclusa con la presentazione, da parte della Commissione, del ricorso per inadempimento, attualmente pendente davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
Ritiene pertanto opportuno che il relatore illustri nel dettaglio la direttiva, richiamando le misure volte a rispondere alle contestazioni della Commissione europea. Riterrebbe altresì utile acquisire, anche acquisendo elementi di valutazione dal lavoro istruttorio svolto dalla Commissione di merito, elementi in ordine all'impatto quantitativo del provvedimento rispetto ai lavoratori italiani, tenuto conto del fatto che si è in presenza di una situazione assai differenziata nei diversi Paesi europei.

Nunziante CONSIGLIO (LNP), relatore, si dichiara senz'altro disponibile agli approfondimenti richiesti dal collega Gozi, con particolare riferimento all'analisi dettagliata delle disposizioni volte a sanare la procedura di infrazione, di competenza della XIV Commissione. Si farà altresì carico di acquisire i dati quantitativi richiesti, sui quali tuttavia risulta competente in via primaria la Commissione Lavoro.

Gianluca PINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione delle direttive 2009/4/CE e 2009/5/CE, che modificano la direttiva 2006/22/CE sulle norme minime per l'applicazione dei regolamenti (CEE) n. 3280/85 e (CEE) n. 3281/85, relativi a disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e che abroga la direttiva 88/599/CEE.
Atto n. 260.

(Esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno.

Gianluca PINI, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere sull'atto in esame scade il prossimo 8 novembre e che, tenuto conto del fatto che la prossima settimana non sono previste votazioni in Assemblea né lavori in Commissione, sarebbe opportuno che la Commissione si esprimesse nella giornata odierna, ricordando che sull'atto la Commissione è anche convocata nella seduta pomeridiana di oggi.
Invita quindi il relatore ad illustrare i contenuti del provvedimento.

Nunziante CONSIGLIO (LNP), relatore, evidenzia che lo schema di decreto legislativo in esame da attuazione a due direttive, 2009/4/CE e 2009/5/CE, che modificano gli allegati della direttiva 2006/22/CE. Quest'ultima direttiva disciplina i controlli diretti a verificare in modo efficace ed uniforme il rispetto del regolamento (CEE) 3820/85, relativo ai tempi di guida nel settore dei trasporti su strada, e del regolamento (CEE) 3821/85, relativo all'installazione di un apparecchio di controllo (tachigrafo digitale) sui veicoli adibiti al trasporto su strada ed è stata attuata in Italia con il decreto legislativo 4 agosto 2008, n. 144.
In particolare, la direttiva 2009/4/CE è stata emanata per far fronte alla possibile installazione di dispositivi intesi ad alterare le attestazioni fornite dall'apparecchio di controllo (tachigrafo digitale), del quale devono essere dotati, ai sensi del regolamento (CEE) 3281/85, i veicoli adibiti al trasporto su strada.Per evitare tale tipo di frode è stato introdotto un ulteriore punto, da esaminare in occasione dei controlli su strada (disciplinati dall'allegato I, parte A, della direttiva 2006/22/CE): si prevede di sottoporre a verifica l'apparecchio di controllo per rilevare il montaggio e/o l'uso di eventuali dispositivi intesi a distruggere, sopprimere, manipolare o alterare dati, oppure intesi a interferire con qualsiasi parte dello scambio elettronico di dati tra i componenti dell'apparecchio di controllo, oppure che ostacolano o alterano i dati nei suddetti modi prima della cifratura. La verifica

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dovrà essere effettuata all'occorrenza e tenendo debitamente conto della sicurezza. Questa previsione è recepita dall'articolo 1, comma 1, lettera a), dello schema in esame, che integra l'allegato I, Parte A, del decreto legislativo n. 144/2008.
La stessa direttiva 2009/4/CE, sempre allo scopo di evitare le frodi sopra indicate, prevede che i funzionari incaricati dei controlli siano forniti di specifica apparecchiatura d'analisi per verificare e confermare la firma digitale che accompagna i dati, come pure programmi specifici atti a fornire il profilo di velocità dei veicoli, prima dell'ispezione del loro apparecchio di controllo. Questa previsione è recepita dall'articolo 1, comma 1, lettera b), n. 1), dello schema in esame, che inserisce l'allegato II al decreto legislativo n. 144/2008. Tale allegato elenca la strumentazione standard da fornire alle unità di controllo addette ai controlli su strada.
La direttiva 2009/5/CE sostituisce l'allegato III della direttiva 2006/22/CE, il quale individua le infrazioni alla normativa comunitaria in materia di durata dei periodi di lavoro e di riposo nel settore dei trasporti su strada. Ricorda infatti che l'articolo 9 della direttiva 2006/22/CE prevede che gli Stati membri introducano un sistema di classificazione del rischio, da applicare alle imprese di trasporto, in relazione al numero ed alla gravità delle infrazioni da queste commesse. Le imprese che, in considerazione delle infrazioni commesse, presentano un fattore di rischio elevato sono assoggettate a controlli più rigorosi e frequenti.
L'originario allegato III della direttiva 2006/22/CE conteneva un elenco iniziale, non esaustivo, di violazioni alla normativa comunitaria in materia, da considerare come infrazioni.
Si è in seguito ritenuto che fornire ulteriori orientamenti sulla categorizzazione delle infrazioni avrebbe costituito un passo importante per garantire certezza giuridica alle imprese e una concorrenza più equa. Inoltre una categorizzazione delle sanzioni potrebbe fornire una base comune ai sistemi di classificazione del rischio che gli Stati membri devono adottare e consentirebbe di prendere in considerazione, ai fini dell'individuazione del fattore di rischio dell'impresa, anche le violazioni commesse in Stati membri diversi da quello di stabilimento.
Il nuovo allegato III contiene un elenco più dettagliato del precedente delle infrazioni ai regolamenti comunitari in materia, indicando, per ciascun tipo di infrazione, il grado di gravità.
Il contenuto del nuovo allegato III alla direttiva 2006/22/CE è recepito dall'articolo 1, comma 1, lettera b), n. 2), dello schema in esame che introduce l'allegato III al decreto legislativo n. 144/2008.
L'articolo 2, comma 1, prevede l'emanazione di un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti che dovrà definire i criteri e le modalità del sistema di classificazione del rischio sopra illustrato. Il decreto dovrà essere emanato entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo in esame, di concerto con i Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali e tenuto conto delle indicazioni del Comitato di cui all'articolo 18, paragrafo 1, del regolamento (CEE) n. 3821/85, che assiste la Commissione per la materia regolata da detto regolamento (apparecchio di controllo nel settore dei trasporti su strada).
L'articolo 2, comma 2, abroga l'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo n. 144/2008. La norma citata ha contenuto analogo al precedente comma 1 dell'articolo 2 in esame. Prevede infatti anch'essa l'emanazione di un decreto ministeriale per la definizione dei criteri e delle modalità del sistema di classificazione del rischio, senza però fare riferimento alle prescrizioni dell'allegato III, introdotto con lo schema in esame. Tale decreto ministeriale non è stato emanato (il termine per la sua adozione è scaduto il 2 ottobre 2009). La relazione illustrativa evidenzia che il decreto non è stato emanato, perché non vi erano le basi per la sua adozione, in considerazione del fatto che ancora non era stata operata una completa ricognizione delle fattispecie sanzionatorie, né della loro gravità relativa.

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L'articolo 3 precisa infine che dallo schema in esame non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, né minori entrate. Per l'attuazione della normativa, gli uffici si avvalgono delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Circa le procedure di contenzioso, ricorda che il 18 marzo 2010 la Commissione ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora (procedura n. 2009/2320) per la mancata adozione delle misure volte a dare attuazione all'articolo 9 della direttiva 2006/22/CE, relativa all'applicazione dei regolamenti n. 3820/85 (disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada) e 3821/85 (tachigrafo digitale).
Il citato articolo 9 stabilisce l'obbligo per gli Stati membri di introdurre un sistema di classificazione del rischio da applicare alle imprese di trasporto sulla base del numero relativo e della gravità delle infrazioni commesse dalle singole imprese delle disposizioni in materia di tempi di guida e di riposo e di tachigrafo digitale. Il 19 febbraio 2010 le autorità italiane hanno comunicato alla Commissione che l'articolo 9 sarebbe stato recepito unitamente alle direttive 2009/4/CE e 2009/5/CE (si veda l'articolo 1 e 2 dello schema di decreto legislativo in esame), poiché solo in seguito all'entrata in vigore della direttiva 2009/5/CE sarebbe stato possibile avere l'elenco completo delle infrazioni da prendere in considerazione per l'attribuzione di un indice di rischio alle imprese. Considerato, tuttavia, che le autorità italiane non avevano indicato un termine per l'adozione di tali misure, la Commissione ha ritenuto che l'Italia fosse venuta meno agli obblighi stabiliti dall'articolo 9 ed ha invitato le autorità italiane a trasmetterle le proprie osservazioni entro due mesi dalla data di ricevimento della messa in mora. Dopo aver preso conoscenza di tali osservazioni, o in caso di mancata comunicazione delle stesse entro il termine fissato, la Commissione si riserva il diritto di emettere un parere motivato.
Inoltre, il 29 settembre 2010 la Commissione ha inviato all'Italia:
un parere motivato (procedura n. 2010/0121) per non aver comunicato le misure di recepimento della direttiva 2009/4/CE volta a prevenire e rilevare la manipolazione delle registrazioni dei tachigrafi;
un parere motivato (procedura n. 2010/0122) per non aver comunicato le misure di recepimento della direttiva 2009/5/CE relativa all'applicazione dei citati regolamenti (CEE) n. 3821/85 e n. 3820/85.

Per entrambe le direttive il termine di recepimento è scaduto il 31 dicembre 2009. La Commissione invita le autorità italiane a trasmetterle le proprie osservazioni entro due mesi dalla data di ricevimento del parere motivato. Dopo aver preso conoscenza di tali osservazioni, o in caso di mancata comunicazione delle stesse entro il termine fissato, la Commissione si riserva il diritto di adire la Corte di giustizia dell'UE.

Sandro GOZI (PD) contesta la ristrettezza dei tempi di esame del provvedimento a disposizione della Commissione, ricordando che sull'atto in esame pendono una lettera di messa in mora e due pareri motivati. È pertanto in corso un contenzioso comunitario che investe in particolare le competenze e la responsabilità della XIV Commissione e non sarebbe a suo avviso un esercizio serio fare finta di esaminare un provvedimento in poche ore. Meglio sarebbe, allora non esprimersi affatto.

Gianluca PINI, presidente, condivide la preoccupazione sui tempi di esame manifestata dall'onorevole Gozi e propone di prendere contatti con il Governo e con la Commissione di merito al fine di valutare la possibilità di chiedere al Governo la disponibilità ad attendere il parere della Commissioni anche oltre la data prevista dell'8 novembre 2010.

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Nunziante CONSIGLIO (LNP), relatore, sottolinea il carattere tecnico del provvedimento in oggetto, osservando come non sembra possano esservi ampi spazi di intervento. Ritiene comunque utile chiedere al Governo una proroga del termine previsto.

Nicola FORMICHELLA (PdL) ricorda come il gruppo PdL abbia sempre dato prova della massima disponibilità nei confronti dell'opposizione nel caso di tempi di esame dei provvedimenti eccessivamente ristretti. Deve tuttavia ricordare che nella riunione dell'ufficio di presidenza dello scorso 20 ottobre aveva proposto che nella giornata odierna - tenuto conto del fatto che sia domani che la prossima settimana non vi saranno votazioni in Assemblea né lavori della Commissione - fossero concentrate due sedute della Commissione, e che tale proposta era stata accolta da tutti i presenti. Se tuttavia il collega Gozi non condivide più questa impostazione, segnala che il gruppo del PdL è disponibile alla presenza in Commissione sia domani che tutti i giorni della prossima settimana.

Gianluca PINI, presidente, si farà carico di prendere contatti con la Commissione trasporti al fine di concordare con il Governo un rinvio del termine per l'espressione del parere sull'atto in esame; laddove ciò non fosse possibile si potrà valutare l'eventualità di una convocazione della Commissione prima del prossimo 8 novembre.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata alle ore 14 di oggi.

La seduta termina alle 9.25.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 27 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 4 agosto 2008, n. 142, recante attuazione della direttiva 2006/68/CE, che modifica la direttiva 77/91/CEE relativamente alla costituzione delle società per azioni nonché alla salvaguardia e alle modificazioni del capitale sociale.
Atto n. 263.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione. - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta antimeridiana di oggi.

Gianluca PINI, presidente e relatore, formula una proposta di parere favorevole.

Sandro GOZI (PD) rileva come il provvedimento appaia conforme sia con la norma di delega che con la disciplina comunitaria. Preannuncia pertanto il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Schema di decreto legislativo recante attuazione delle direttive 2009/4/CE e 2009/5/CE, che modificano la direttiva 2006/22/CE sulle norme minime per l'applicazione dei regolamenti (CEE) n. 3280/85 e (CEE) n. 3281/85, relativi a disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e che abroga la direttiva 88/599/CEE.
Atto n. 260.

(Rinvio del seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento).

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La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta antimeridiana di oggi.

Gianluca PINI, presidente, con riferimento alla richiesta avanzata questa mattina dal deputato Gozi di poter dedicare un tempo di esame congruo al provvedimento in esame, avverte che - sulla base di quanto informalmente comunicato dalla IX Commissione - la Commissione Trasporti intenderebbe chiedere al Governo, nella seduta prevista oggi alle ore 15 circa, di attendere il parere delle Commissioni oltre la data prevista dell'8 novembre.
Ove tale richiesta fosse accolta dal Governo l'esame dell'atto potrà essere rinviato al 9 novembre prossimo; altrimenti l'Ufficio di presidenza valuterà l'opportunità di una convocazione della XIV Commissione nei prossimi giorni.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 27 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 14.15.

Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese.
Testo unificato C. 2754 Vignali e abb.

(Parere alla X Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 20 ottobre 2010.

Massimo NICOLUCCI (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.20.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 27 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 14.20.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro stagionale.
COM(2010)379 def.

(Parere alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, in ordine ai contenuti del provvedimento rinvia alla relazione illustrativa svolta nella seduta dello scorso 5 ottobre, in sede di esame della conformità della proposta di direttiva al principio di sussidiarietà. Richiama quindi i tratti salienti della direttiva, riassumendone i contenuti. Osserva come, nel complesso, la direttiva appaia positiva, sottolineando tuttavia come il suo

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impatto debba essere valutato rispetto alle condizioni del Paese.
Per tale motivo ritiene indispensabile audire - anche congiuntamente con la Commissione di merito - il Ministro dell'interno Maroni, ovvero un rappresentante del Governo, al fine di valutare gli effetti di carattere ordinamentale e di carattere sociale che l'applicazione della direttiva potrà avere in Italia. Ricorda infatti che il fenomeno del lavoro stagionale registra differenze quantitative notevoli nei diversi paesi dell'Unione europea. Basti pensare che in Spagna, nel 2008 erano circa 24.000 i lavoratori stagionali cittadini di paesi terzi, mentre in Germania ed in Francia, nel 2009, tali lavoratori erano, rispettivamente, circa 4.250 e 3.860. In Italia, solo nei primi due mesi del 2008 sarebbero state ricevute più di 11.000 domande e la quota stabilita dal Ministero dell'interno per il 2008, il 2009 e il 2010 sarebbe pari a 80.000 unità. Si tratta di dati da valutare e da comprendere, tenuto conto del fatto che il fabbisogno dichiarato di lavoratori stagionali è prevalentemente legato al settore agricolo e non è dunque giustificato, come ad esempio avviene in Spagna, per esigenze connesse con il settore turistico.
Ritiene che un esame serio ed approfondito della direttiva potrebbe, tra l'altro, aiutare il legislatore italiano a trarre utili indicazioni comparative rispetto a comportamenti prevalenti in altri paesi europei.

Sandro GOZI (PD) si sofferma su alcune specifiche questioni che intende evidenziare sin d'ora, riservandosi di analizzare ulteriori aspetti della proposta di direttiva nel corso dell'esame del provvedimento.
Sottolinea innanzitutto come quella in esame sia una proposta di direttiva molto importante, che pone seri interrogativi anche rispetto alla attuale normativa in tema di immigrazione. La direttiva introduce infatti una procedura speciale comune europea sui lavoratori stagionali, ciò che determina una messa a confronto delle diverse discipline nazionali e rappresenta una sfida per la legislazione e per l'amministrazione italiana. Cita ad esempio il termine massimo di 30 giorni concesso alle autorità degli Stati membri per adottare una decisione in ordine alle domande di ammissione di lavoratori stagionali, o anche l'obbligo per i datori di lavoro - assai più stringente di quello previsto attualmente in Italia - di garantire che il lavoratore disponga di un alloggio adeguato, anche con la presentazione di prove in proposito. Ricorda come oggi buona parte dei datori di lavoro non sia in grado di giustificare per i lavoratori stagionali provenienti da paesi terzi - soprattutto per quelli impiegati nel settore agricolo - un alloggio adeguato: vi sarà dunque per l'Italia una riforma indotta di notevole portata.
Un ulteriore aspetto che richiama è quello dei diritti che la proposta di direttiva riconosce ai lavoratori stagionali. Si tratta, tra l'altro, di criteri relativi alle retribuzioni, ai licenziamenti, alle prescrizioni relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro e, soprattutto, il diritto di tali lavoratori ad un trattamento uguale a quello riservato ai cittadini dello Stato membro ospitante, almeno per quanto concerne la libertà di associazione, la sicurezza sociale, il pagamento delle pensioni legali basate sull'impiego precedente del lavoratore, l'accesso a beni e servizi a disposizione del pubblico, a esclusione dell'edilizia sociale e dei servizi forniti dai centri per l'impiego.
La direttiva fissa dunque un corpus minimo di diritti fondamentali non derogabili di tali soggetti che mette in gioco il corpus legislativo politico e giuridico europeo e dovrà comportare, a suo avviso, una modifica nel suo complesso della legislazione nazionale sull'immigrazione.
Per tali motivi ritiene anch'egli fondamentale che il Governo partecipi ai lavori delle Commissioni parlamentari, al fine di svolgere insieme un lavoro serio ed approfondito anche sulle questioni di merito.
Rileva quindi che, oltre agli effetti sull'ordinamento interno che potrà avere l'applicazione della direttiva, occorre svolgere

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una valutazione approfondita sulla direttiva in quanto tale, che trova a suo avviso un punto debole nella disciplina delle sanzioni ai datori di lavoro. La proposta di direttiva richiama il tema delle sanzioni al considerando (6), ma non appare sufficiente il mero richiamo operato ad un coordinamento con le disposizioni della direttiva 2009/52/CE, che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Auspica che il Governo possa sul punto, in sede di negoziato, chiedere che alla questione sia dedicato uno specifico articolo della direttiva. Occorre prevedere altresì una modifica dell'articolo 12 della proposta di direttiva in tema di agevolazione del reingresso: al comma 2, lettera b), è infatti attualmente previsto che il datore di lavoro che non abbia rispettato gli obblighi derivanti dal contratto di lavoro sia passibile di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive e sia escluso dalla richiesta di lavoratori stagionali per uno o più anni successivi. Ritiene che tale previsione debba trovare una collocazione autonoma e non debba essere inclusa in un articolo dedicato alle misure di agevolazione per il reingresso dei lavoratori stagionali.
Ritiene dunque, in conclusione, che il provvedimento meriti una discussione politica importante, da svolgere con il Governo, al fine di una valutazione approfondita dell'impatto politico e legislativo della direttiva sull'ordinamento italiano. Occorre inoltre perseguire l'obiettivo di un perfezionamento della direttiva sotto il profilo della disciplina delle sanzioni per i datori di lavoro.
Auspica infine che il Governo possa sostenere un aspetto particolarmente positivo della proposta di direttiva, recato dall'articolo 17, che riconosce a terzi aventi un interesse legittimo a garantire che la direttiva sia rispettata - quali ad esempio associazioni o organizzazioni sindacali - la possibilità di agire in giudizio per conto o a sostegno di un lavoratore stagionale e con il suo consenso.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) ricorda che nel corso della riunione della COSAC svoltasi nelle giornate del 25 e 26 ottobre ha richiamato, rivolgendosi al Primo Ministro belga e presidente di turno dell'UE Yves Leterme, l'attenzione sulla necessità di un progresso effettivo nella politica dell'Unione europea sull'immigrazione, ricevendo tuttavia risposte generiche e deludenti. Si tratta di un tema particolarmente importante e delicato che potrà essere valutato in questa sede anche con riferimento al rilancio della competitività dell'Unione europea.
Sottolinea quindi come rientri già tra le competenze dei Comuni italiani e delle ASL la verifica delle condizioni di abitazione dei lavoratori extracomunitari; più rilevante appare, a suo avviso, svolgere una valutazione delle condizioni di ingresso di tali lavoratori e la verifica di cosa avviene una volta che il lavoro stagionale è concluso.

Gianluca PINI (LNP), presidente, concorda circa l'importanza e la necessità di una audizione di un rappresentante del Governo, che si riserva di rappresentare in sede di Ufficio di presidenza della Commissione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.45 alle 14.50.

COMITATO PERMANENTE PER L'ESAME DEI PROGETTI DI ATTI DELL'UE

Mercoledì 27 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Sandro GOZI.

La seduta comincia alle 14.50.

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Comunicazioni del Presidente.

Sandro GOZI, presidente, ricorda che, dopo l'ultima seduta del Comitato per l'esame dei progetti di atti UE, lo scorso 29 settembre, sono stati assegnati alla Commissione politiche dell'Unione europea, ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, diciotto nuovi progetti legislativi dell'Unione europea.
Tenuto conto delle decisioni dell'Ufficio di Presidenza della XIV Commissione, il Comitato per l'esame dei progetti di atti UE è chiamato a selezionare i progetti di atti che potrebbero costituire oggetto di esame effettivo da parte della Commissione stessa.
Alla luce di una prima valutazione delle proposte trasmesse, propone di avviare l'esame di sussidiarietà delle due proposte seguenti:
1) proposta di direttiva relativa agli attacchi contro i sistemi di informazione (COM(2010)517). La proposta è volta a sostituire la decisione quadro 2005/222/GAI del Consiglio, riprendendone le attuali disposizioni e introducendo nuove fattispecie criminose, circostanze aggravanti ed obblighi di cooperazione tra le autorità giudiziarie. La materia presenta pertanto una particolare delicatezza e richiede una verifica accurata della conformità della proposta al principio di sussidiarietà, al fine di verificare, per un verso, l'effettiva necessità e valore aggiunto delle integrazioni alla disciplina già contenuta nella decisione quadro e negli ordinamenti nazionali e di valutare, per altro verso, l'adeguatezza delle nuove fattispecie criminose previste rispetto al fenomeno da prevenire e reprimere. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità scade il 1o dicembre 2010;
2) Proposta di regolamento relativo all'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) - COM(2010)521. La proposta è intesa infatti a rafforzare e modernizzare l'Agenzia, stabilire un nuovo mandato della durata di 5 anni. In particolare, si estendono le competenze dell'ENISA e si prevede un graduale aumento delle risorse umane e finanziarie ad essa tra il 2012 e il 2016. Occorre valutare se l'estensione del mandato dell'Agenzia - anche in ragione delle risorse aggiuntive ad essa destinato - sia effettivamente giustificato e assicuri un valore aggiunto all'azione degli stati e dell'UE stessa nel settore della sicurezza informatica. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità scade il 1o dicembre 2010. Per la sua stretta connessione alla proposta in questione andrebbe esaminata congiuntamente anche la proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 460/2004 istitutivo di ENISA per prolungarne il mandato attuale - in scadenza il 12 marzo 2012 - di ulteriori 18 mesi. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità di questa seconda proposta scade il 30 novembre 2010.
Segnala quindi che sono stati trasmessi alla Camera le sei proposte legislative relative alla riforma della governance economica europea, presentate lo scorso 29 luglio dalla Commissione europea:
proposta di modifica del regolamento (CE) n. 1466/97 per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (COM(2010)526);
proposta di modifica del regolamento (CE) n. 1467/97 per accelerare e chiarire le modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (COM(2010)522);
proposta di regolamento sull'effettiva applicazione della sorveglianza di bilancio nell'area dell'euro (COM(2010)524);
proposta di regolamento sulle misure per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nell'area dell'euro (COM(2010)525);
proposta di direttiva concernente i requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri (COM(2010)523);
proposta di regolamento sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (COM(2010)527).

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Le prime quattro proposte sono state trasmesse anche ai fini del controllo di sussidiarietà. Tenuto conto dell'oggetto e delle finalità, le proposte in oggetto non sembrano presentare aspetti rilevanti ai fini della valutazione di sussidiarietà, essendo evidente la necessità ed il valore aggiunto di un quadro di regole stringenti a livello europeo per il coordinamento delle politiche economiche, dell'occupazione e di bilancio. Le proposte rivestono, invece, una grande delicatezza sotto i profili di merito, avendo un significativo impatto sia sul processo di integrazione europea sia sul nostro Paese. La Camera si è non a caso già pronunciata nello scorso luglio - con un documento finale approvato dalle Commissioni bilancio e politiche UE - sulle linee di riforma della governance economica, tradotte nelle proposte in questione. Appare pertanto necessario avviare tempestivamente l'esame congiunto delle proposte in questione, che sono state assegnate congiuntamente alle Commissioni bilancio e politiche dell'Unione europea. Va rilevato i Parlamenti nazionali, ai sensi del Protocollo n. 1, dispongono di un termine di garanzia di otto settimane per pronunciarsi sulle proposte, nel corso del quale esse non possono essere iscritte all'ordine del giorno provvisorio del Consiglio per l'approvazione. Tale termine scade il 13 dicembre.
Il Comitato concorda.

Nicola FORMICHELLA (PdL) propone che la Commissione avvii altresì l'esame della Comunicazione della Commissione sulla revisione del bilancio dell'Unione europea (COM(2010)700).

Sandro GOZI, presidente, condivide la proposta del collega Formichella, ritenendo che la Comunicazione citata possa essere esaminata nel merito, parallelamente alle proposte legislative relative alla riforma della governance economica europea.

Il Comitato concorda.

La seduta termina alle 14.55.