CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 ottobre 2010
385.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 26 OTTOBRE 2010

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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 21 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Giacomo CHIAPPORI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 9.30.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità per l'anno 2011).
C. 3778 Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
C. 3779 Governo.
Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Giacomo CHIAPPORI, presidente, dà conto delle modalità di esame e dei criteri di emendabilità dei disegni di legge in oggetto.

Salvatore CICU (PdL), relatore, osserva che, secondo la nuova disciplina contabile introdotta dalla legge n. 196 del 2009, la manovra di finanza pubblica è articolata su base triennale ed è incentrata su due strumenti legislativi: il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge di stabilità.
Per quanto riguarda il disegno di legge, rammenta che esso è impostato secondo la struttura contabile per Missioni e Programmi: le missioni rappresentano le funzioni principali della spesa pubblica e ne delineano gli obiettivi strategici; i programmi definiscono le specifiche finalità di spesa perseguite all'interno di ciascuna missione.
Ritiene, quindi, opportuno sottolineare che il disegno di legge di bilancio viene considerato dalla nuova legge di contabilità uno strumento di programmazione finanziaria che può incidere anche sulla legislazione sostanziale di spesa, proponendo rimodulazioni di spese predeterminate per legge.

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A questo riguardo rammenta che tale possibilità è stata ampliata dall'articolo 2 del decreto-legge n. 78 del 2010 che consente, per «motivate esigenze» e limitatamente al triennio 2011-2013, di effettuare non solo rimodulazioni tra programmi di una stessa missione, ma anche tra missioni di ciascun stato di previsione della spesa. Tale estensione è stata riconosciuta per permettere ai singoli ministeri di far fronte con maggiore flessibilità alle riduzioni lineari di numerose dotazioni finanziarie previste dal medesimo decreto-legge e da precedenti provvedimenti legislativi, primo fra tutti il decreto-legge n. 112 del 2008 che ha autorizzato analoghi tagli lineari a partire dal 2009.
Per quanto riguarda il Ministero della difesa, il totale delle riduzioni operate alle dotazioni del bilancio a legislazione vigente dai due citati provvedimenti legislativi per il 2011 è pari a circa 1 miliardo e 90 milioni di euro.
In questo scenario, il progetto di bilancio del Ministero della difesa, come risulta dalla relazione illustrativa che correda lo stato di previsione del dicastero, è finalizzato alla realizzazione di tre priorità politiche: l'operatività dello strumento militare, l'ammodernamento dello strumento stesso nonché la realizzazione del modello organizzativo e il miglioramento della governance.
Alla luce dei citati vincoli finanziari, il volume finanziario complessivo a disposizione del Ministero della difesa è pari a 20 miliardi e 494,6 milioni di euro, nel 2011, a 21 miliardi e 16 milioni di euro, nel 2012, e a 21 miliardi e a 368 milioni di euro, nel 2013. Nonostante la crescita in valore assoluto della spesa rispetto al 2010, si registra tuttavia una diminuzione del rapporto percentuale della spesa rispetto al PIL che passa dall'1,31 per cento del 2010 all'1,28 per cento del PIL del 2011.
Come risulta dalla nota aggiuntiva, tali risorse sono distribuite all'interno dello stato di previsione per funzioni (difesa, sicurezza pubblica, esterne e pensioni provvisorie) e, all'interno di ciascuna funzione, per macrosettori di spesa (personale, investimento e esercizio).
Concentrando l'attenzione sulla funzione difesa, che più direttamente riguarda le competenze di questa Commissione, ricorda che essa riguarda innanzitutto l'assolvimento dei compiti militari specifici di Esercito, Marina ed Aeronautica, nonché della componente interforze e della struttura amministrativa e tecnico industriale del Ministero.
Stando ai dati della nota aggiuntiva, le spese per la Funzione Difesa registrano, per il 2011, un modesto incremento dello 0,2 per cento rispetto all'anno precedente, attestandosi su 14.327,6 milioni di euro (in più 32,6 milioni di euro rispetto alle previsioni di bilancio 2010). Tuttavia, il rapporto funzione difesa/PIL è stimato per lo stesso esercizio finanziario intorno allo 0,894 per cento, con un'ulteriore modesta riduzione rispetto al 2010, quando è stato pari allo 0,919 per cento. All'interno della funzione difesa si registrano particolari profili di criticità in relazione alla spesa per il personale militare e civile e all'esercizio. La spesa per il personale, pur essendo già comprensiva degli effetti riduttivi recati dall'articolo 65 del decreto-legge n. 112 del 2008, aumenta di 86,8 milioni. Tale incremento, tuttavia, non è determinato dall'incremento delle unità di personale impiegato, che invece diminuiscono, ma dall'incremento dei costi medi unitari del personale stesso rispetto a quelli utilizzati nelle previsioni di spesa per l'anno in corso. Riguardo alla diminuzione del numero delle unità impiegate, la citata relazione illustrativa segnala che l'integrale applicazione della predetta disposizione del decreto-legge n. 112 del 2008 pregiudica in maniera significativa la dimensione quantitativa e qualitativa dello strumento militare necessaria all'assolvimento dei compiti assegnati, delineando una situazione che costringerà le Forze armate a ridurre drasticamente, finanche azzerare, i reclutamenti per il 2011 e gli anni successivi, e determinerà nel tempo un «invecchiamento» del personale militare. Secondo la nota aggiuntiva, i vincoli

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riduttivi posti dal quadro legislativo vigente, in merito alle risorse destinate alla professionalizzazione del personale delle Forze armate, modificano sostanzialmente i parametri del modello professionale in quanto, a fronte di un modello a 190 mila unità, si giunge ad una consistenza previsionale pari a 178.571 unità per l'anno 2011. In questo quadro, sempre secondo la nota aggiuntiva, occorrerà individuare ogni possibile intervento finalizzato a preservare la capacità operativa dello strumento militare. Nella stessa prospettiva, la relazione illustrativa, ritiene che i livelli di forza individuati dovrebbero essere tendenzialmente incrementati verso un obiettivo di forza pari a 184 mila unità attraverso adeguati interventi di cui, però, non vi è traccia nella legge di stabilità.
Per quanto concerne il settore dell'esercizio, si registra invece un decremento monetario di 320,4 milioni di euro, che corrisponde ad una riduzione percentuale rispetto al 2010 pari al 18,2 per cento, superando la soglia delle risorse minime indispensabili al settore. Secondo la nota aggiuntiva, quindi, si rendono necessarie adeguate azioni di intervento, con specifico riferimento al mantenimento in efficienza dei mezzi, all'addestramento del personale ed al critico depauperamento delle scorte - delle parti di ricambio, dei carbolubrificanti e del munizionamento - necessarie per l'operatività dello strumento militare.
Il settore dell'investimento, invece, registra un incremento nell'anno 2011 che, stando ai dati riportati dalla relazione illustrativa, è pari in termini assoluti a 316,3 milioni di euro e, in termini percentuali, al 9,9 per cento allo stanziamento 2010. Sempre secondo la relazione illustrativa, tali previsioni di spesa sono destinate a sostenere la prosecuzione dei programmi di investimento già approvati in passato e per i quali sono stati assunti formali impegni anche a livello internazionale. Tali volumi finanziari sono comprensivi delle riduzioni già recate dal decreto-legge n. 78 del 2010 che, per il settore, sono stati pari a 150 milioni di euro nel 2011 e a circa 200 milioni di euro per il 2012. La relazione illustrativa a questo riguardo sottolinea che tali riduzioni richiederanno una verifica della pianificazione pluriennale degli investimenti, con particolare riferimento al programma di sostituzione delle autovetture dell'Arma dei carabinieri ed ai programmi pluriennali di investimento derivanti da accordi internazionali, per renderla coerente con i volumi finanziari disponibili.
A questo riguardo, segnala una discrasia tra quanto evidenziato dalla relazione illustrativa e quanto riportato dalla nota aggiuntiva. Infatti, mentre la nota aggiuntiva, con riferimento agli investimenti concernenti la funzione sicurezza del territorio, evidenzia un volume finanziario pari a 54,8 milioni di euro per l'anno 2011, che consentirebbe di avviare parzialmente un ormai improcrastinabile piano di rinnovo mezzi dell'Arma, nella relazione illustrativa tale stanziamento figura per soli 4,8 milioni di euro. Al tempo stesso, però, mentre la relazione illustrativa indica come risorse destinate ai programmi d'armamento per la funzione difesa un importo pari a 3.503,7 milioni di euro, la nota aggiuntiva, invece, evidenzia per la medesima finalità un importo pari a 3.453,7, ossia inferiore al precedente di 50 milioni di euro. Al riguardo ritiene pertanto necessario un chiarimento da parte del Governo.
Ritiene altresì opportuno sottolineare che il citato volume di investimenti, come risulta dalla nota aggiuntiva, non considera gli stanziamenti allocati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico che concorrono al finanziamento dei Programmi Eurofighter, FREMM, VBM «Freccia» 8x8, nonché alcuni contributi pluriennali finalizzati ad assicurare l'avvio o la prosecuzione di alcuni programmi ad elevato contenuto tecnologico.
In definitiva, la relazione illustrativa evidenzia che il rischio che l'organizzazione nel suo complesso non riesca ad intervenire sulla possibilità di deterioramento generale e, in modo accentuato, in settori vitali come quello della formazione, dell'addestramento, delle manutenzioni e

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delle scorte, rimane su parametri elevati e con aspetti di criticità. Risulta pertanto prioritario e necessario, secondo la stessa relazione, che siano individuate e adottate, con una prospettiva di medio e breve termine, soluzioni di transizione che consentano di coniugare l'attuale situazione del Paese con quelle che la natura dello strumento militare richiede.
Per quanto riguarda il disegno di stabilità per l'anno 2011, ricorda che esso non produce effetti correttivi sui saldi di finanza pubblica, tenuto conto che la manovra di aggiustamento dei conti pubblici, approvata prima dell'estate con il decreto-legge n. 78 del 2010, consente il pieno rispetto degli obiettivi indicati prima nella relazione unificata sull'economia e poi nella Decisione di finanza pubblica. Il disegno di legge di stabilità si compone, pertanto, di un articolo unico che reca l'indicazione dei saldi di finanza pubblica e detta alcune disposizioni che concernono le gestioni previdenziali, i rapporti con le regioni e richiamano la parte tabellare dello stesso disegno di legge, sensibilmente modificata rispetto a quella che corredava la legge finanziaria, per effetto della nuova disciplina contabile.
In particolare:
le Tabelle A e B recano gli importi dei fondi speciali per la copertura di nuovi provvedimenti legislativi, rispettivamente di parte corrente e di conto capitale, che si prevede verranno approvati nel corso del futuro esercizio finanziario;
la Tabella C contiene autorizzazioni legislative di spese a carattere permanente dalle quali vengono espunte le autorizzazioni di spese aventi natura obbligatoria, i cui importi sono corrispondentemente riallocati nel disegno di legge di bilancio, attraverso l'istituzione di appositi capitoli di spesa;
la Tabella D riporta i definanziamenti delle autorizzazioni legislative di spesa della sola parte corrente;
la Tabella E ridetermina le spese in conto capitale, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni degli importi destinati al finanziamento delle leggi che dispongono spese a carattere pluriennale. La tabella evidenzia separatamente le voci concernenti la legislazione vigente al momento della presentazione del disegno di legge e l'importo definitivo che sconta gli effetti della stessa legge di stabilità.

Ciò premesso, con riferimento alle disposizioni di competenza della Commissione Difesa, segnala alcune voci di spesa indicate nelle tabelle A, C ed E.
La Tabella A reca, nell'accantonamento relativo al Ministero della difesa, uno stanziamento per il triennio 2011-2013 pari a 5 milioni annui, destinati alla copertura di quota-parte degli oneri relativi all'Atto Camera 1441-quater (il cosiddetto «collegato lavoro»), limitatamente all'incremento dell'autorizzazione di spesa relativa alle vittime del dovere.
Gli stanziamenti della Tabella C di competenza del Ministero della difesa, si riferiscono al fondo scorta per le esigenze delle Forze Armate e dell'Arma dei carabinieri, all'Agenzia industrie difesa, ai contributi a favore dell'Organizzazione idrografica internazionale (IHO) di cui, rispettivamente, agli articoli 551, 559 e 565 del codice dell'ordinamento militare, e ai contributi ad enti e organismi vigilati dal Ministero della difesa, da ripartirsi ai sensi dell'articolo 1, comma 43, della legge n. 549 del 1995. Segnala, al riguardo, che i citati stanziamenti per il triennio 2011-2013, poiché non modificati dal presente disegno di legge di stabilità, corrispondono a quelli previsti dalla legislazione vigente. Rimarca altresì la sensibile riduzione dello stanziamento destinato agli enti e associazioni vigilati a partire dall'anno 2012 per effetto dell'esaurimento, nell'anno 2011, della specifica autorizzazione di spesa destinata alle associazioni combattentistiche.
Nella Tabella D, invece, per la parte di competenza del Ministero della difesa, segnala lo stanziamento destinato ai programmi interforze a elevato contenuto tecnologico di cui all'articolo 606 del codice dell'ordinamento militare che, non

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subendo variazioni rispetto alla legislazione vigente, si esaurirà nell'anno 2011.
Infine, ritiene particolarmente importante segnalare un aspetto non affrontato dal disegno di legge di stabilità ossia quello del rifinanziamento delle missioni internazionali per l'anno 2011. A questo riguardo, rammenta che le Forze armate attualmente impiegano nei teatri operativi all'estero circa 8.300 unità. Il finanziamento di tali interventi è stato autorizzato dal Parlamento fino al 31 dicembre 2010, attraverso un notevole impegno finanziario pari a oltre 1 miliardo e 500 milioni di euro. A partire dal 1o gennaio 2011, tuttavia, sarà necessario attivare un nuovo finanziamento che, come di prassi, dovrebbe coprire inizialmente almeno un semestre. A fronte di questa esigenza, però, risultano al momento iscritte nel Fondo missioni internazionali dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze risorse per un ammontare pari a circa 4 milioni e 300 mila euro, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, autorizzate dall'articolo 55, comma 5, del decreto-legge n. 78 del 2010. Ritiene quindi doveroso chiedere al Governo, proprio in questa sede in cui si definisce il quadro complessivo delle risorse da impiegare nel prossimo anno, con quali mezzi si intenda provvedere all'imminente rifinanziamento delle missioni internazionali.
In conclusione, nel ritenere che, alla luce di quanto evidenziato dai disegni di legge che compongono il quadro della manovra di finanza pubblica per le parti di competenza della difesa, risulti ormai ineludibile un serio approfondimento in merito all'attuale modello di difesa, esprime l'auspicio che la Commissione possa svolgere al più presto, su questa materia, un'apposita indagine conoscitiva.
Si riserva, quindi, di formulare una proposta di parere, anche sulla base dei chiarimenti che saranno forniti dal Governo e degli ulteriori elementi di valutazione che dovessero emergere nel corso del dibattito.

Il sottosegretario Guido CROSETTO osserva che il suo intervento odierno è inteso ad illustrare il quadro delle misure d'interesse della Difesa contenute nella manovra finanziaria varata dal Governo il 14 ottobre scorso che, come noto, ha visto i due disegni di legge di bilancio e stabilità per il 2011 e successivo triennio sino al 2013, preceduti quest'anno dal decreto-legge n. 78 del 2010.
Nel corso del suo intervento tratterà, quindi, degli stanziamenti previsti a bilancio a legislazione vigente e delle ulteriori misure inserite nei provvedimenti, soffermandomi su alcune di particolare interesse e indicando ulteriori possibili interventi, tutti corrispondenti agli obiettivi perseguiti dal Ministero della Difesa nell'ambito della complessiva manovra del Governo e delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio.
Prima di entrare nell'esame dei contenuti dei citati provvedimenti reputa opportuno esporre alcune argomentazioni di ordine generale che hanno formato la premessa delle proposte che sono state inoltrate al Ministero dell'economia e delle finanze ai fini della composizione della manovra finanziaria.
Il quadro internazionale di riferimento mantiene numerosi elementi di continuità rispetto agli anni precedenti, dovuti al permanere di un'elevata instabilità, derivante da numerose crisi regionali. Tale quadro, inoltre, non è da considerarsi consolidato a causa della natura mutevole delle situazioni di tensione interstatuale, accentuate da una probabile interazione con gli effetti ancora persistenti derivanti da una crisi finanziaria a livello globale. Alcune aree di particolare importanza per la Nazione, sia per vicinanza geografica che per interessi specifici, presentano notevoli criticità, con particolare evidenza sull'area del Mediterraneo allargato, comprendente i Balcani, l'est europeo, il Caucaso, il nord Africa, il Corno d'Africa, il Vicino e Medio Oriente e il Golfo Persico. La globalizzazione e l'interconnessione geo-economica fanno sì che situazioni di crisi e di instabilità in queste aree abbiano importanti effetti diretti ed indiretti che

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devono essere governati e risolti. Pertanto, il compito prioritario della difesa dello Stato assume una connotazione più estensiva, ovvero a più ampio raggio, che si integra con il compito assegnato alle Forze armate di operare per la pace e per la sicurezza in conformità alle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali di cui l'Italia fa parte; è in questo contesto che la capacità di proiettare le forze al di fuori dei confini nazionali assume sempre più un ruolo di fondamentale importanza.
Continua a permanere la sostanziale assenza di forze militari convenzionali ostili in grado di minacciare nel breve e medio termine direttamente il territorio nazionale, e si assiste ad un consolidamento di quei nuovi attori non statuali dotati di capacità militari offensive, prevalentemente non convenzionali, in grado di minacciare gli interessi strategici nazionali.
In tale contesto, l'aspetto tradizionale della Difesa dello Stato rappresenta un riflesso diretto del livello di sicurezza esterno, per cui è di vitale importanza la prevenzione da questo tipo di minaccia.
In aggiunta, ritiene che non possano passare inosservati, quale ulteriore elemento di continuità nell'ambito del quadro internazionale, i rischi connessi con il terrorismo internazionale, l'immigrazione illegale, i traffici illeciti e la pirateria marittima, nei confronti dei quali l'Italia si adopera, ricoprendo posizioni di primo piano, se non da promotrice, nelle iniziative della comunità internazionale.
Il Governo ritiene, inoltre, che debba essere posta un'attenzione particolare nei confronti delle problematiche dell'Africa che - oltre ad essere protagonista nel sistema di sfruttamento delle risorse energetiche, al fine di coprire le esigenze delle potenze emergenti quali la Cina e l'India - si conferma come un continente caratterizzato da complesse e differenziate problematiche, da situazioni di criticità, potenzialmente anche drammatiche.
In definitiva, lo scenario di riferimento continua ad essere caratterizzato da elevati fattori di rischio per la stabilità e la sicurezza internazionale, potenzialmente capaci di evolvere rapidamente in crisi regionali con conseguenze dirette anche sul nostro Paese, per cui è fermo intendimento del Governo e del Dicastero, garantire un approccio multilaterale per la risoluzione di tematiche di tale complessità, utilizzando gli strumenti più efficaci.
Si delinea, quindi, la necessità per l'Italia di mantenere uno strumento militare che sia in grado di assolvere il compito prioritario di difesa dello Stato, attraverso la salvaguardia dei propri interessi vitali, partecipando ad operazioni multinazionali, di presenza, sorveglianza e di proiezione anche a grande distanza dal territorio nazionale. Ciò comporta la necessità di disporre di Forze agili e flessibili in termini d'impiego, interoperabili in ambiente multinazionale e con spiccate caratteristiche di proiettabilità, al fine di contribuire alla crescente esigenza della NATO e dell'Unione europea di avvalersi di rapide capacità di reazione e di risposta.
La cooperazione militare tra NATO ed Unione europea, nonché nell'alveo dell'ONU, è ormai da considerarsi un elemento inscindibile nel sistema di sicurezza internazionale e, di conseguenza, sempre più necessario per sviluppare, in maniera coerente ed efficace, le capacità operative, perseguendo ogni possibile sinergia ed implementando ogni tipo di processo di ottimizzazione delle risorse.
In tale contesto, l'Italia, nel quadro delle organizzazioni e delle alleanze di cui fa parte, fornisce un contributo importante a quel multilateralismo efficace, che, come precedentemente accennato, rappresenta un elemento basilare della nostra azione di politica estera, nell'ambito della comunità internazionale.
La Difesa è impegnata nella gestione di aree di crisi importanti a sostegno del ruolo e del prestigio del nostro Paese e per dimostrare che l'Italia può costituire un valore aggiunto nell'ambito delle complesse iniziative che la Comunità internazionale attua ed attuerà per la stabilità, la pace, lo sviluppo e l'affermazione ed il rispetto dei diritti umani. Ciò anche per

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onorare l'impegno e soprattutto il sacrificio degli uomini e delle donne con le stellette che operano quotidianamente nelle missioni internazionali cui la Nazione prende parte.
Rammenta, quindi, che l'Italia è attualmente impegnata all'estero con più di 8 mila militari tra ufficiali, sottufficiali e truppa, che operano in oltre 30 missioni internazionali dislocate in 20 paesi. Le missioni di maggior impegno sono naturalmente quelle in Afghanistan, dove raggiungono circa 4 mila unità, nei Balcani occidentali, in cui sono impegnati circa 1.600 militari italiani e in Libano dove sono presenti circa 1.700 dei nostri soldati. Vi sono, poi, altre missioni che impiegano un numero minore di unità, cui l'Italia partecipa, in alcuni casi, da molti anni.
Grazie alla qualità di tale contributo, il nostro Paese gode oggi di un significativo prestigio nel mondo e di un apprezzamento unanime, sempre più convinto, nell'ambito di tutti i consessi internazionali. Questo apprezzamento è dovuto alla capacità di sommare efficienza e professionalità ad una dimensione di valori, fondata sulla sensibilità e sull'apertura alla comprensione delle diversità culturali con cui entriamo in contatto. Il Governo e, in particolare, il Ministro della Difesa attribuiscono elevata priorità affinché lo strumento militare e soprattutto il personale impegnato disponga di equipaggiamenti, mezzi e sistemi allo stato dell'arte in grado di assolvere i compiti affidati in massima sicurezza. Ricorda di aver personalmente visitato i contingenti nel teatro afgano, parlato direttamente con i comandanti e con il personale nei vari team di ricostruzione provinciale (PRTs) e nelle task forces, portando il sostegno e la vicinanza del Dicastero, per non far mancare mai a coloro che operano e, purtroppo talvolta, immolano la propria vita l'attenzione del Paese e delle sue Istituzioni.
Rammenta di avere anche ricevuto il plauso delle Autorità locali e militari per la preziosa opera svolta dai militari italiani nel processo di stabilizzazione e di democrazia nel territorio e di questo vuole rendere partecipe anche questa Commissione. Evidentemente, la qualificata professionalità e la profonda umanità dimostrata nelle azioni condotte sul terreno, hanno consentito di costruire negli anni un patrimonio di grande credibilità, sia con riferimento ai compiti internazionali, sia per le esigenze nazionali di difesa terrestre in senso lato, di difesa aerea e di controllo degli spazi marittimi, fornendo anche rilevanti concorsi per esigenze interne (calamità naturali, bonifica di ordigni esplosivi, controllo dell'immigrazione, operazioni «strade pulite», «strade sicure», eccetera).
La portata delle operazioni in atto ed programmi futuri rappresentano quindi per la Difesa un grande impegno: bisogna prendere atto di una realtà che vede l'Italia svolgere un ruolo di primo piano nella proiezione di stabilità e nella gestione delle crisi; questo impegno deve essere sostenuto con un apparato militare moderno, integrato ed interoperabile con quello dei principali alleati e che rende necessarie scelte coerenti ed efficaci, su cui chiede, anche per il futuro, il sostegno di questa Commissione e del Parlamento.
In questo quadro, da più di dieci anni, la Difesa ha avviato un processo di verifica e di razionalizzazione delle Forze armate, con la finalità di consentire un sostanziale incremento di impiegabilità, efficacia ed operatività dello strumento militare nazionale, che trova fondamento, «in primis», nel decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 recante il «Codice dell'ordinamento militare» - che ha recepito i contenuti della ex legge n. 331 del 2000 - che, nel passaggio dalla «coscrizione obbligatoria» al cosiddetto «sistema professionale», ha fissato precisi obiettivi per assicurare l'assolvimento dei compiti istituzionali, anche in relazione al contributo che l'Italia intende fornire alle iniziative di gestione delle crisi e di stabilizzazione internazionale.
Il comparto Difesa sta quindi continuando ad operare ricercando, anche attraverso forme innovative di gestione, un adeguato affinamento interno ed un'incisiva razionalizzazione delle strutture e dei processi proprio per coniugare le esigenze

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operative che il Paese richiede con le altrettanto importanti esigenze di contenimento della spesa pubblica, inserite nel programma di Governo.
Fatta questa premessa, passa ad esporre sinteticamente il ciclo di programmazione strategica e formazione di bilancio per l'esercizio finanziario 2011. Esso, nel rispetto degli obiettivi di Governo e dei compiti istituzionali del Dicastero, è stato sviluppato su tre pilastri fondamentali: operatività ed impiego dello strumento militare ispirato al rispetto degli standard di interoperabilità delle forze e dei mezzi con i paesi alleati, oltre che l'espletamento dei compiti istituzionali sul territorio nazionale; ammodernamento dello strumento militare, per mantenere il passo con i paesi alleati, in grado di garantire all'Italia forze per la difesa e la sicurezza flessibili e integrate; razionalizzazione del modello organizzativo e miglioramento della governance, al fine di continuare nell'opera di riorganizzazione delle strutture e dei comandi della Difesa per renderli compatibili con le risorse disponibili e migliorare il rapporto costo/efficacia degli oneri di funzionamento, anche attraverso l'analisi del controllo della spesa e dell'implementazione della contabilità economica al fine di incrementare la qualità dei servizi.
Passando all'esame del disegno di legge di bilancio, la Tabella 11, concernente lo stato di previsione del Ministero della difesa, assegna per il 2011 al Dicastero, a legislazione vigente, 20.494,6 milioni di euro (in incremento di 130,2 milioni di euro rispetto al 2010), dei quali: 14.327,6 milioni di euro per la Funzione Difesa, comprendente tutte le spese necessarie all'assolvimento dei compiti militari specifici di Esercito, Marina e Aeronautica, nonché della componente interforze e della struttura amministrativa e tecnico-industriale del Ministero; 5.740,2 milioni di euro per la Funzione Sicurezza del Territorio, che comprende tutti gli stanziamenti destinati all'Arma dei carabinieri per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali; 100,7 milioni di euro per le Funzioni Esterne, correlate ad attività affidate al Dicastero ma non specificamente rientranti nei propri compiti istituzionali, quali il rifornimento idrico per le isole minori, il trasporto aereo di Stato e per il soccorso, l'assistenza al volo negli aeroporti militari aperti al traffico civile, l'esercizio dei programmi satellitari EUMETSAT/METEOSAT oltre a contributi per enti e associazioni; 326,1 milioni di euro per trattamenti economici corrisposti al personale militare in Ausiliaria e per talune altre esigenze non correlate al trattamento economico in attività.
Gli stanziamenti sono ripartiti tra le quattro missioni e i dieci programmi nei quali si articola il Bilancio del Dicastero, ove grande prevalenza è conferita alla missione 5 «Difesa e Sicurezza» e ai programmi correlati.
Come esposto a parte nella «Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l'anno 2011» nell'ambito della Funzione Difesa, 9.433,9 milioni di euro (65,84 per cento) sono destinati a coprire le spese a carattere obbligatorio per il personale, mentre le restanti risorse sono suddivise tra i 1.440,0 milioni di euro (10,05 per cento) destinati all'Esercizio e i 3.453,79 milioni di euro (24,11 per cento) destinati all'Investimento.
Si tratta di una suddivisione delle spese che non raggiunge la percentuale, rispettivamente del 50 per cento per il Personale e 50 per cento per l'Esercizio e l'Investimento, ritenuta ottimale e tendenzialmente da perseguire, in linea con gli altri paesi del contesto occidentale.
Anche nell'ambito della Funzione Sicurezza del Territorio, assume rilevanza la dotazione finanziaria del Personale, che è di 5.431,7 milioni di euro (94,63 per cento dell'intero stanziamento), rispetto a quelle del settore Esercizio, pari a 253,7 milioni di euro (4,42 per cento), e dell'Investimento, pari a 54,8 milioni di euro (0,95 per cento).
Va rilevato, altresì, che una parte degli stanziamenti a favore dell'Arma dei carabinieri, con riferimento ad alcune spese di esercizio ed investimento sono allocate sui capitoli del Ministero dell'interno. Permane, tuttavia, una sottoalimentazione degli

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stanziamenti nei settori di Esercizio e Investimento per l'Arma dei Carabinieri che rallenta il raggiungimento di ottimali livelli di efficienza e funzionalità.
La Difesa, come già accennato, concorre, al pari delle altre amministrazioni, alla politica volta al generale risanamento della finanza pubblica voluta dal Governo. Occorre, però, ricordare che alcune peculiarità proprie del bilancio del Dicastero, producono effetti molto negativi, quando si vanno a contenere le spese per i consumi intermedi, che sono normalmente intese come spese di consumo, su cui si appuntano le manovre di riduzione delle spese. A differenza di quanto avviene per gli altri Dicasteri, infatti, le spese per i consumi intermedi della Difesa non sono destinate a soddisfare prevalentemente esigenze di mero consumo (quali bollette, canoni e funzionamento generale), ma rappresentano tutte le spese per l'approntamento, il mantenimento e la gestione efficiente ed efficace dello strumento militare. Si tratta, per la gran parte, di spese afferenti alla formazione ed addestramento, alla manutenzione ed all'efficienza dei mezzi ed alla sicurezza del personale. Inoltre, anche la mancata entrata in servizio di nuovi mezzi, dovuta alle continue riduzioni operate sui programmi di ammodernamento e rinnovamento, comporta la necessità di un prolungamento della «vita tecnico-operativa» di quelli esistenti, con connessi maggiori oneri per il settore in parola, cui si aggiunge l'impatto diretto sulla sicurezza del personale e sull'operatività dello stesso strumento militare.
La situazione, come accennato, sarà mitigata attraverso il processo di ottimizzazione del modello organizzativo, anche mediante la prosecuzione dell'opera di razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio infrastrutturale ed abitativo dell'Amministrazione Difesa, assicurando anche l'introduzione di sistemi di gestione operativi, che offriranno gli strumenti concreti per ricercare adeguati contenimenti di costo esattamente definiti ed ai quali siano associate le conseguenti risorse finanziarie.
Nel settore degli Investimenti per la Funzione Difesa, risorse pari a 3.453,7 milioni di euro, consentono il finanziamento degli impegni già assunti, conseguenti a programmi maggiori condotti in cooperazione internazionale ed a programmi i cui contratti sono operanti e formalizzati, anche se richiederanno di monitorare il concreto andamento dei programmi già pianificati per verificarne lo sviluppo in coerenza con i livelli finanziari autorizzati dalla legislazione vigente, così come ridefinita dal decreto-legge n. 78 del 2010.
Ciò assicura, sul piano tecnologico, la possibilità di migliorare le capacità funzionali allo svolgimento dei compiti assegnati per la mobilità, protezione, prevenzione e proiezione delle forze, con specifica attenzione per le esigenze correlate con gli attuali teatri operativi ed esprimere capacità operative comparabili con quelle dei partner europei di riferimento.
Ricorda, a tal proposito che i settori ad elevato tasso di innovazione tecnologica, quali l'aerospaziale, l'elettronico, il meccanico avanzato e quello della cantieristica rappresentano, in questo contesto, un nucleo fondamentale per la loro capacità di concorrere al sostegno di imprese ad elevato contenuto di ricerca ed esercitare effetto di volano per il rilancio competitivo del comparto produttivo nazionale, analogamente a quanto fatto dai paesi a struttura industriale avanzata.
In tale ambito, da lungo tempo, i Dicasteri della Difesa e dello Sviluppo Economico collaborano - in modo sinergico e concreto, affinché i mezzi destinati a soddisfare le esigenze della Difesa siano anche occasione per perseguire una politica nazionale idonea a mantenere e rinnovare il patrimonio di capacità nazionali nei settori tecnologici di punta. Ciò ha consentito di creare un modello di sviluppo tecnologico per la realizzazione di programmi caratterizzati da grandi architetture a tecnologia avanzata, che richiedono - per la gestazione e la messa a punto - l'impegno di molti anni, ma producono già lungo il cammino continue ricadute sul Paese in termini di know how.

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Passando ora al settore dell'Esercizio, gli stanziamenti per il 2011 evidenziano potenziali aree di rischio operativo per lo strumento militare con una riduzione delle esercitazioni, delle ore di moto e di volo delle varie componenti, delle attività manutentive sui sistemi d'arma in inventario, con conseguente ricadute sull'efficienza operativa, sul settore delle scorte operative, sul settore infrastrutturale, e con un potenziale incremento della situazione debitoria nei confronti di creditori esterni nel settore del mantenimento. L'impegno del Dicastero pertanto sarà quello di assicurare, attraverso concrete azioni mirate, il necessario livello addestrativo e professionale dello strumento militare, facendo leva su una coerente razionalizzazione della dimensione quantitativa della struttura delle Forze armate, al fine di mantenere l'impiegabilità, l'efficacia e la resa operativa delle capacità in inventario.
Occorre osservare, comunque, che il settore Esercizio è quello risultato più interessato dalla compressione di risorse negli ultimi anni che ha determinato importanti riposizionamenti delle disponibilità nel volgere di un quinquennio.
In merito alla necessità di adeguate disponibilità finanziarie per la tenuta in efficienza dello strumento, va evidenziato come l'esperienza maturata e il prevedibile impegno per il 2011, richiedano il sostegno delle Istituzioni, di cui il Parlamento rappresenta, senza dubbio, quello prevalente.
In generale, la nuova impostazione della legge di bilancio, per missioni e programmi, che impone la pianificazione strategica delle esigenze, richiede, più di prima, la certezza e la disponibilità delle risorse assegnate, condizioni indispensabili per l'individuazione degli obiettivi da perseguire e per la correlata programmazione delle risorse da destinarvi.
Guardando al futuro ritiene che la dotazione di risorse adeguate ad assicurare continuità, stabilità ed equilibrio al sistema sia la condizione necessaria perché gli obiettivi nazionali in materia di Difesa possano essere pienamente conseguiti.
Per ultimo affronta le questioni legate al settore del Personale dove i vincoli riduttivi posti dal quadro legislativo vigente, in merito alle risorse a suo tempo destinate alla professionalizzazione del personale delle Forze armate, modificano sostanzialmente i parametri del modello professionale. Infatti, a fronte di un previsto modello a 190.000 unità di personale delle tre Forze armate (ufficiali, sottufficiali e volontari) si giunge ad un livello di consistenza previsionale in Anni Persona pari a 178.571 unità per l'anno 2011. Per le variazioni riferite al complesso del personale militare, raffrontando il consolidato dell'anno 2010 con il volume iniziale del 2011, si rileva una contrazione del ruolo degli ufficiali e dei marescialli, un incremento del numero dei sergenti, dei volontari in servizio permanente, dei volontari in ferma prefissata quadriennale e degli allievi delle Accademie. Ciò in coerenza con la strategia di assicurare, nel tempo, il necessario ricambio generazionale, l'ottimizzazione dell'alimentazione nei ruoli e il progressivo allineamento agli organici previsti dal modello professionale.
Tuttavia, la riduzione delle poste finanziarie operata nel settore, benché in coerenza con il citato portato normativo, teso alla ricerca di una riqualificazione e risanamento della spesa pubblica, sostanzia il rischio potenziale, nel futuro, di un blocco generalizzato dei reclutamenti e delle progressioni, palesando la possibilità di «perdita di potenziali e qualificate professionalità» con. forte impatto sulle capacità dello strumento operativo. Ciò non appare strategicamente percorribile, in quanto una corretta alimentazione dell'arruolamento è una delle condizioni indispensabili per assicurare l'operatività dello Strumento militare in quanto impedisce l'»invecchiamento» della componente organica essenziale. In assenza di modifiche apportate a livello legislativo, quindi, si dovranno individuare interventi specifici su altri settori di spesa che non abbiano, per quanto possibile, un diretto impatto sulla formazione e l'addestramento, la manutenzione e supporto direttamente collegati all'output operativo. Ciò ovviamente produrrà

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effetti conseguenti nell'area oggetto di intervento, ma consentirà di salvaguardare l'operatività dello strumento militare.
Inoltre, nell'ambito della Difesa si sta lavorando per individuare tutti i possibili interventi per garantire la corretta alimentazione delle categorie del personale delle Forze armate e, soprattutto, per non deludere le aspettative di tanti giovani.
Chiede, pertanto, al Parlamento adeguato sostegno all'azione del Governo e del Dicastero in occasione dei provvedimenti che verranno predisposti e presentati, in quanto rappresentano, a suo avviso, un concreto investimento per il futuro.
In sintesi, la situazione sopra descritta deve essere affrontata nella piena consapevolezza del difficile momento economico, della sfavorevole congiuntura economica mondiale e delle esigenze di riduzione della spesa pubblica che il nostro Paese deve affrontare. Si tratta di fare sì che le Forze armate possano continuare a disporre, in futuro, delle capacità operative necessarie per rispondere adeguatamente alle esigenze di difesa dello Stato e dei suoi interessi, assicurando nell'ambito del sistema internazionale di sicurezza, un contributo coerente con il ruolo del nostro Paese.
Per questi motivi il Dicastero si adopererà per assicurare una adeguata cornice finanziaria, nei prossimi anni, agli interventi di ristrutturazione necessari.
Di questo il Governo è ben consapevole e saprà compensare, nel futuro, i sacrifici che oggi si impongono e che qui presentiamo con grande trasparenza.
Serve quindi uno sforzo comune e convergente di tutte le Istituzioni per sostenere questo disegno che renderà merito a chi, sul territorio nazionale e nelle missioni internazionali, ha operato, opera ed opererà nel futuro con rinnovato ed incondizionato spirito di abnegazione, sacrificio e fiducia nel Paese che orgogliosamente rappresenta.
Si tratta, in sostanza, di varare in questo ambito provvedimenti che devono poggiare sul pieno e convinto avallo politico-sociale alle problematiche della Difesa per soddisfare al meglio le esigenze dello strumento militare. In questa prospettiva, ritiene pertanto pienamente condivisibile l'auspicio espresso dal relatore affinché la Commissione possa, anche attraverso un'apposita indagine conoscitiva, svolgere gli opportuni approfondimenti sul modello di difesa.
Venendo ai chiarimenti richiesti dal relatore, fa presente che riguardo agli investimenti da destinare al rinnovo del parco autovetture dell'Arma dei carabinieri, il dato riportato correttamente è quello della nota aggiuntiva che quantifica l'aumentare delle risorse in 54,8 milioni di euro. Il dato riportato dalla relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio, pari a 4,8 milioni di euro, invece, corrisponde ad una precedente versione dello stanziamento che è stata successivamente rettificata nel senso riportato dalla nota aggiuntiva. Per quanto riguarda il fondo missioni internazionali, fa presente che il Governo procederà alla sua ridotazione per l'anno 2011 in occasione dell'adozione di un prossimo decreto-legge che dovrebbe avvenire entro la fine dell'anno. Nel condividere, infine, le preoccupazioni manifestate dal relatore in ordine agli effetti dei tagli di spesa sull'attività operativa delle Forze armate, ribadisce che la riduzione degli stanziamenti per consumi intermedi del Ministero della difesa, oltre ad assumere connotazioni particolarmente penalizzanti per il Ministero stesso - posto che, a differenza di quanto accade in altri ministeri, in tale categoria di spesa rientrano anche poste destinate al trattamento del personale - segnala come in alcune ipotesi tali riduzioni possano essere causa di mancati risparmi. Cita a questo riguardo il caso dei fondi destinati all'erogazione delle indennità per trasferimenti d'ufficio del personale militare, che, in quanto inclusi tra i consumi intermedi, sono stati notevolmente ridotti, creando nuove rigidità alle possibilità di trasferire il personale in vista della riorganizzazione e dell'accorpamento di strutture militari, impedendo così di realizzare consistenti risparmi di spesa.

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Ettore ROSATO (PD) nel ringraziare il relatore, per i profili di criticità evidenziati senza reticenze e il rappresentante del Governo per averli pienamente condivisi, segnala come la situazione dell'Esercizio della Difesa si sia ulteriormente deteriorata a causa delle scelte operate dal Ministro Tremonti che, a suo avviso, ha sostanzialmente avocato a sé l'intera materia, pur mostrando il più completo disinteresse per le sorti della difesa nazionale, tutto ciò nel colpevole silenzio del Ministro La Russa che, a suo avviso, non sta facendo nulla per riformare il modello di difesa.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, replicando alle osservazioni del deputato Rosato, ricorda che presso il Ministero della difesa, su iniziativa del Ministro La Russa, è stata istituita un'apposita Commissione di studio proprio con il compito di approfondire il tema della revisione del modello di difesa. Sottolinea peraltro come il problema del contenimento delle risorse destinate alla difesa nazionale, alla luce della grave crisi economica internazionale, si ponga in termini analoghi in numerosi paesi occidentali. A questo proposito, rammenta il dibattito attualmente in corso in Gran Bretagna a seguito della presentazione della Strategic Defence and Security Review nella quale viene prefigurata una nuova strategia per la difesa con notevoli tagli sia al personale civile e militare del Ministero della difesa sia alle spese d'investimento. In conclusione, considerata l'importanza del tema, prende atto della richiesta del relatore di svolgere in Commissione un'apposita indagine conoscitiva sulla revisione del modello di difesa.

Giacomo CHIAPPORI, presidente, nel ricordare che, come convenuto dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, riunitosi nella giornata di ieri, il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedì 26 ottobre 2010, alle ore 15, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.