CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 ottobre 2010
378.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO.

La seduta comincia alle 14.50.

Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011- 2013.
Doc. LVII, n. 3.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.

Catia POLIDORI (FLI), relatore, formula una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato).

Andrea LULLI (PD), pur apprezzando l'articolato parere proposto dal relatore, dichiara il voto contrario del proprio gruppo. Ricorda altresì le recenti dichiarazioni del ministro dell'economia che ha evidenziato la transitorietà, limitata all'anno in corso, dello strumento della DFP.

Gabriele CIMADORO (IdV) dichiara voto contrario sulla proposta di parere su un provvedimento che giudica vago e inadeguato ad affrontare la difficilissima situazione economica che nell'ultimo anno ha registrato la perdita di circa 400 mila posti di lavoro e una crescita inferiore rispetto ad altri Paesi europei.
Per quanto riguarda le competenze della X Commissione, sottolinea la necessità di adottare politiche pubbliche che potenzino concretamente la ricerca e l'innovazione che sono tra i principali motori della crescita nell'economia della conoscenza. Ricorda che nel 2007 in Italia la ricerca e lo sviluppo finanziata dal pubblico rappresentava appena lo 0, 52 per cento del PIL, quota rimasta costante nell'ultimo decennio; di favorire lo sviluppo dei settori produttivi a più alta intensità tecnologica, con particolare riguardo al settore della green economy per la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili; di prevedere il riavvio

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degli interventi di liberalizzazione dei mercati, allo scopo di ridurre le rendite di posizione e favorire la libera concorrenza fra imprese e diminuire i costi posti a carico del cittadino-consumatore; di ripristinare la piena operatività agli strumenti automatici di incentivazione, quale il credito d'imposta sugli investimenti nel Mezzogiorno, la cui efficacia risulta vanificata dal ripristino dei tetti finanziari e dagli appesantimenti amministrativi connessi al meccanismo della prenotazione; di individuare specifici indirizzi e risorse finanziarie adeguate per il sostegno del settore turistico, predisponendo adeguate misure per il sostegno del made in Italy ed interventi strutturali volti a promuovere l'immagine turistica dell'Italia all'estero, incrementando le risorse necessarie per garantire un effettivo sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e favorire al contempo il rilancio di un settore attualmente in crisi; di garantire, in linea con quanto già affermato dal Governatore della Banca d'Italia, l'effettivo accesso al credito alle piccole e medie imprese. Il difficile accesso al credito resta, infatti, al momento, uno dei maggiori ostacoli alla ripresa (in Italia i prestiti alle aziende sono in calo (-0,8 per cento annuo in luglio) e secondo le indagini qualitative della Banca d'Italia, nel secondo trimestre 2010 si è avuto un ulteriore irrigidimento dei criteri di erogazione del credito); di promuovere la cooperazione strategica tra le università e le piccole e medie imprese. In conformità alle indicazioni espresse dalla Commissione europea nelle comunicazioni sulla modernizzazione delle università COM(2006)2008 del 1o maggio 2006 e COM(2009)158 del 2 aprile 2009, si dovrebbero individuare azioni tese a realizzare una concreta sinergia e forme di partenariato tra le università e le piccole e medie imprese nella partecipazione a programmi di ricerca comunitari e internazionali. Sottolinea altresì la necessità di adottare politiche pubbliche volte ad aumentare la brevettabilità delle innovazioni italiane. Molte delle innovazioni italiane non sono brevettate e ciò rappresenta un doppio handicap nella competizione globale, perché rende più facili le imitazioni e impedisce di incassare le royalties, moltiplicando il valore dello sforzo innovativo.
Evidenzia, quindi, l'opportunità di adottare misure immediate per l'implementazione della banda larga, infrastruttura di fondamentale importanza per l'ammodernamento delle imprese e per lo sviluppo dei servizi della pubblica amministrazione. In Germania, ove si è appena conclusa la gara per l'assegnazione del «dividendo digitale» agli operatori di telefonia mobile, è stata superata la quota di 4,4 miliardi di euro, una somma quasi pari a quella tagliata annualmente a tutte le regioni italiane con la manovra finanziaria recata dal decreto n. 78/2010. Per la modernizzazione del Paese è fondamentale garantire una dotazione adeguata di infrastrutture di comunicazione avanzata su tutto il territorio nazionale puntando a superare il digital divide esistente e, soprattutto, ad assicurare connessioni ad alta velocità a territori a più alta densità di imprese come ad esempio i distretti industriali. Si tratta di infrastrutture e tecnologie abilitanti con un chiaro effetto, diretto e indiretto, sullo sviluppo economico complessivo. In particolare, da un recente studio della Commissione europea emerge che il contributo alla crescita del PIL nei Paesi con una maggiore diffusione della banda larga (crescita media del 0,89 per cento) è stato il doppio rispetto ai Paesi con una minore diffusione (0,47 per cento).
Ritiene, infine, necessario prevedere misure concrete volte a garantire il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese, attuando nel nostro ordinamento di tutte le indicazioni comunitarie sancite in materia. Il tema del ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali non è una novità sia in ambito nazionale, che europeo. Secondo l'Unione europea, tali ritardi - esaminati in termini generali e non solo in relazioni alle transazioni contratte direttamente con la pubblica amministrazione - danneggiano pesantemente le imprese, soprattutto piccole e medie. Ogni anno non vengono saldati debiti per un valore di

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23,6 miliardi di euro a causa delle insolvenze determinate da ritardi nei pagamenti. Detti ritardi, inoltre, vengono quantificati in oltre 90 miliardi di euro l'anno e rappresentano in termini di interessi perduti un valore di 10,80 miliardi di euro. La pubblica amministrazione italiana risulta, attualmente, debitrice nei confronti delle imprese per circa 70 miliardi di euro. I ritardi medi nei pagamenti superano i 200 giorni, in netta crescita rispetto ai 150 giorni di attesa, in media, stimati alla fine del 2007.

Anna Teresa FORMISANO (UdC) dichiara voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.55.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 6 ottobre 2010.

Audizione del presidente dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI), Giuseppe Mussari, in relazione agli effetti derivanti dall'entrata in vigore del nuovo Accordo «Basilea 3» sull'erogazione del credito da parte del sistema bancario nei confronti delle imprese.

L'audizione informale è stata svolta dalle 15.05 alle 16.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.05.