CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 luglio 2010
360.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI ALL'ESTERO

Mercoledì 28 luglio 2010. - Presidenza del presidente Marco ZACCHERA.

La seduta comincia alle 9.05.

Comunicazioni del Presidente.

Marco ZACCHERA, presidente, ricorda che il Comitato ha iniziato a valutare le ipotesi di riforma delle modalità di espressione del voto degli italiani all'estero. Nell'apprezzare il rilievo della proposta di legge appena presentata dal gruppo PD, ne invita i rappresentanti ad illustrarla. Auspica che alla ripresa dei lavori sarà possibile favorire le più opportune convergenze.

Gianni FARINA (PD), nel sottolineare che la proposta del Partito Democratico è frutto di un'elaborazione approfondita, auspica che anche il gruppo del Popolo della Libertà elabori una sua proposta ai fini di una riforma della legge n. 459 del 2001. A suo avviso, la proposta del maggior partito di opposizione potrebbe favorire una convergenza di vedute, ad esempio, sulla questione della stampa delle schede elettorali, che presenta profili di tipo politico e non solo tecnico, in quanto il processo di spoglio dovrebbe ricadere sotto il controllo del Ministero degli interni, svolgersi interamente in Italia e coinvolgere i consolati per la sola spedizione delle schede. Altro aspetto è l'iscrizione dei concittadini nell'albo degli elettori italiani all'estero sulla base di una manifestazione di volontà espressa. Sottolinea che la proposta di legge presentata intende innovare seriamente il sistema in modo da valorizzare l'attaccamento al nostro Paese. Infine, ribadisce la necessità che le operazioni di spoglio, effettuate in

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Italia, non si svolgano in una sola sede, come avviene attualmente, imponendo un considerevole sforzo anche in termini di reperimento di apposito personale. Prospetta a tal proposito il decentramento, ad esempio, presso alcune corti d'appello, conferma la scelta operata a favore del voto per corrispondenza.

Marco FEDI (PD), associandosi a quanto osservato dal collega Farina, accenna a talune questioni ancora aperte: la proposta presentata mantiene inalterata la questione politicamente centrale delle modalità di esercizio del diritto di voto, anche per quanto attiene al voto di preferenza. Nel segnalare la disponibilità ad aprire un confronto, precisa che sono ancora da risolvere la questione dei cittadini italiani temporaneamente all'estero e del personale della Pubblica Amministrazione. Auspica che il Comitato dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari individui una proposta condivisa sulla base degli aspetti che accomunano le diverse proposte. Ritiene inoltre rilevante, in vista della manovra finanziaria per il 2011, monitorare la situazione della rete consolare e della riforma del Ministero degli affari esteri, eventualmente svolgendo un'audizione di un rappresentante del Governo. Ulteriori questioni da trattare in un confronto con l'esecutivo riguardo le scuole italiane all'estero, l'assistenza e la cittadinanza. Sul tema dell'editoria italiana all'estero, ritiene che alla luce dell'audizione svolta dall'agenzia di stampa sia opportuno procedere ad una proposta di riforma per il settore. Infine, sulle questioni sollevate dai rappresentanti dei sindacati dei pensionati all'estero, occorre individuare gli effetti della manovra finanziaria.

Marco ZACCHERA, presidente, nel fare presente che è già previsto lo svolgimento di un'audizione del sottosegretario Mantica alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, segnala che è già stato elaborato un quadro sinottico sui temi trattati dalle diverse proposte di legge presentate. Ricorda poi che il Comitato è ancora in attesa di un riscontro da parte del Dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Fabio PORTA (PD) sottolinea che la proposta di legge presentata dal Partito Democratico rappresenta un importante contributo non solo per i contenuti specifici ma per la valenza politica: la proposta di legge è stata infatti presentata contemporaneamente nei due rami del Parlamento, è sostenuta da un consenso coeso ed è sottoscritta dai presidenti del gruppo del PD alla Camera e al Senato, oltre che dal segretario del partito, onorevole Bersani. Tali requisiti evidenziano una determinata volontà di salvaguardare l'istituto del voto degli italiani all'estero. Fa pertanto appello ai colleghi affinché questi temi siano al centro dell'attività del Comitato al fine di promuovere un rapido iter di esame delle proposte almeno in questo ramo del Parlamento. Considerata l'urgenza del tema, alla luce degli episodi avvenuti nel 2006 e nel 2008, sottolinea la vulnerabilità della materia anche in vista di eventuali elezioni anticipate. Alla luce di quanto osservato dal collega Farina, ribadisce la rilevanza del requisito della manifestazione espressa della volontà di votare ai fini di una corretta compilazione degli elenchi degli aventi diritto e per evitare l'invio delle schede a persone già defunte, le doppie schede, gli errori di spedizione e la sottrazione delle schede. Ulteriori aspetti innovativi riguardano quello della stampa delle schede presso l'Istituto Poligrafico e non affidato all'organizzazione a livello locale, quello dell'istituzione di comitati elettorali conformi alle previsioni normative, necessari per monitorare le varie fasi elettorali. Quanto alle operazioni di scrutinio, occorrerebbe articolarle in quattro sedi, in corrispondenza delle quattro circoscrizioni elettorali con effetti benefici per la semplificazione del processo. Nel condividere le considerazioni del collega Fedi sulle modalità di esercizio del diritto di voto, auspica un'omogeneità di disciplina tra l'Italia e le circoscrizioni all'estero in tema

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di preferenze al fine di rafforzare l'istituto del diritto di voto all'estero.

Laura GARAVINI (PD) si associa alle considerazioni dei colleghi intervenuti e sottolinea l'importanza di un'iniziativa unitaria sul voto degli italiani all'estero. Osserva che, alla luce della manovra finanziaria all'esame dell'Assemblea e in previsione di tagli ulteriori in occasione della legge finanziaria per il 2011, i lavori del Comitato dovrebbero avere per priorità anche la questione della rete consolare, tenendo conto delle prese di posizione da parte delle popolazioni locali, dei rappresentanti diplomatici italiani, delle stesse autorità locali straniere e, in alcuni casi, delle forze dell'ordine straniere.

Marco ZACCHERA (PdL) ritiene opportuno contenere il numero delle questioni oggetto di attenzione da parte del Comitato per non compromettere il raggiungimento degli obiettivi. Condivide le osservazioni della collega Garavini e fa presente che verifiche condotte sperimentalmente sull'anagrafe dei residenti all'estero presso il comune di Verbania - di cui è simbolo - hanno fatto emergere che circa un terzo degli indirizzi dei concittadini all'estero non sono aggiornati, con evidenti ripercussioni ai fini della manifestazione della volontà di esprimere il voto.

Marco FEDI (PD) ritiene che la questione del voto possa essere definita entro settembre-ottobre e che il Comitato possa successivamente prendere in considerazione le ulteriori questioni accennate.

Antonio RAZZI (IdV) ribadisce le finalità della sua proposta di legge, a favore del voto elettronico o della scelta di fissare i seggi presso i consolati quali strumenti privilegiati per evitare brogli elettorali. Ritiene che, se si vuole mantenere il voto per corrispondenza, occorra eliminare le preferenze, in analogia con la disciplina nazionale, inviare le schede con raccomandata con ricevuta di ricevimento e mantenere strutture di supporto per i concittadini per garantire il corretto esercizio del diritto di voto. Un'ulteriore esigenza è quella dell'unificazione delle anagrafi degli italiani all'estero.

Marco ZACCHERA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 9.50.

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

Mercoledì 28 luglio 2010. - Presidenza del presidente Furio COLOMBO.

La seduta comincia alle 12.15.

Comunicazioni del Presidente.
Sugli esiti della IV Riunione dell'Osservatorio parlamentare e di Governo per il monitoraggio dello stato di promozione e di tutela dei diritti fondamentali (13 luglio 2010).

Furio COLOMBO, presidente, svolge le comunicazioni in titolo (vedi allegato), ringraziando i colleghi che hanno preso parte alla IV Riunione dell'Osservatorio parlamentare e di Governo e sottolineando che esso rappresenta una sede in cui le questioni dovrebbero essere affrontare secondo le diverse prospettive dei soggetti istituzionali che vi prendono parte, altrimenti rischia di divenire una sede limitata ad una trattazione generica delle questioni.
Ritenendo che la seduta di oggi sia finalizzata ad una riflessione sull'andamento dei lavori della riunione in titolo, sottolinea la situazione dei dissidenti cubani costituisce questione di particolare gravità sulla quale le opinioni dei gruppi politici convergono, anche per quanto concerne l'urgenza di un'iniziativa da parte dell'Unione europea. Per quanto riguarda

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la situazione dei cittadini eritrei trattenuti in Libia, riferisce della presa di posizione da parte dell'ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite sui Rifugiati secondo cui si tratterebbe di immigrati clandestini intercettati nel tratto di mare tra l'Italia e la Libia e respinti senza avere consentito richieste di asilo politico. Esprime delusione per la inadeguata trattazione in seno all'Osservatorio mentre le ultime notizie illustrano il loro rilascio in pieno deserto e senza documenti d'identità. Ritenendo che si sia trattato di un caso di grave violazione di diritti umani, esprime insoddisfazione per il ruolo svolto dal Governo italiano. Ribadisce pertanto il convincimento che l'Osservatorio potrà assolvere al suo ruolo soltanto se Parlamento e Governo eserciteranno fino in fondo le proprie funzioni, sviluppando la relativa dialettica istituzionale.

Mario BARBI (PD) concorda con le considerazioni del presidente Colombo in merito alla drammatica vicenda dei cittadini eritrei e sottolinea la necessità che in simili circostanze l'Osservatorio rappresenti una sede proficua di confronto. Sottolinea quindi l'opportunità che un rappresentante del Governo svolga un'audizione per riferirne gli sviluppi al Comitato.

Furio COLOMBO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 12.30.

COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Mercoledì 28 luglio 2010. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 15.10.

Comunicazioni del Presidente.
Sulla missione di studio in Mali (Bamako, 21-24 giugno 2010).

Enrico PIANETTA, presidente, sottolinea che la missione in titolo, svolta su invito da parte della Banca Mondiale e alla quale ha preso parte insieme al collega Barbi, ha consentito di acquisire importanti elementi conoscitivi rispetto a tematiche connesse agli Obiettivi del Millennio. Nell'illustrare gli esiti della missione, esprime un particolare ringraziamento al Dottor Stefano Capotorti e alla Dottoressa Rokia Sanogo, cooperanti esperti nei settori socio-sanitari i quali, su incarico dell'Ambasciata italiana a Dakkar, hanno fornito alla delegazione un quadro assai approfondito sulla situazione maliana. Riferisci quindi degli incontri avuti con parlamentari di Francia, Portogallo, Senegal, Burkina Faso, Nigeria e Mali, nonché di quelli con il primo ministro e con il ministro delle finanze del Mali, con esponenti della società civile locale e della Banca Mondiale. La missione, finalizzata ad una sopralluogo presso i progetti realizzati dalla Banca Mondiale con i fondi IDA, ha consentito di registrare taluni rilievi critici da parte dei parlamentari maliani e riferiti ad una gestione definita dirigista dei progetti e poco partecipata dalle istituzioni locali. Sottolinea quindi il grande impatto che i pur circoscritti progetti realizzati dalla Banca Mondiale hanno sortito per consentire servizi quali l'illuminazione stradale, la refrigerazione e conservazione di cibi e medicinali, nonché l'installazione di sistemi di radiodiffusione.
Evidenzia come in un Paese che ha una superficie quattro volte più grande dell'Italia, fertile per un terzo del suo territorio, ricco di acqua e di materie prime, in primo luogo oro e bauxite, l'impostazione neocoloniale dell'economia imponga oggi l'importazione di cereali dall'Europa, in particolare dalla ex madrepatria francese, di non consentire le esportazioni delle produzioni agricole interne, al momento limitate al 10 per cento della produzione, e di non valorizzare le potenzialità del Paese.

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Tali premesse evidenziano l'impatto alquanto ridotto della cooperazione internazionale, che pur incide per il 40 per cento sul bilancio dello Stato, sulla capacità di autonomia di un Paese come il Mali. Sottolinea quindi che la parte nord del Paese è fortemente interessata da fenomeni di terrorismo di matrice fondamentalista e che tale circostanza avvalora la conclusione sulle conseguenze politiche del mancato sviluppo. Sottolinea che il Mali costituisce una realtà statuale ancora in evoluzione, fondata su istituzioni democratiche ma in cui è evidente una diffusa incapacità gestionale.
Nel far presente che nel corso della missione grande attenzione è stata dedicata al lavoro compiuto da questo Comitato, sottolinea l'inadeguato contributo dell'Unione europea come donatore, malgrado gli sforzi profusi dal capo della delegazione a Bamako, il diplomatico italiano Giacomo Durazzo. Nel ribadire la centralità della questione dell'efficienza degli aiuti, sottolinea quindi la particolare urgenza di provvedere in Mali ad iniziative specifiche per il miglioramento della condizione della donna.

Mario BARBI (PD) si associa alle considerazioni svolte dal presidente Pianetta, ricordando che l'Italia non ha una propria sede diplomatica in Mali ma soltanto un console onorario. Segnala la particolare arretratezza del Mali, evidente soprattutto nel contrasto tra la capitale Bamako e il resto del territorio e testimoniata a titolo di esempio dalla mancanza del catasto per la gestione della proprietà immobiliare. Segnala che il Paese è andato incontro ad una fase di forti tensioni politiche in occasione del tentativo di riforma del codice civile ai fini di un miglioramento della condizione delle donne maliane e che indubbiamente il radicamento di modelli sociali regolati alle leggi sciaraitiche non promuove l'emancipazione della società. Sottolinea che, con l'eccezione della regione settentrionale del Paese, il Mali si configura come Paese islamico moderato e alquanto sicuro. I colloqui con i parlamentari locali hanno consentito di individuare le conseguenze negative del passaggio dall'economia colonialista, basata sulle grandi monocolture, ad un sistema di privatizzazione delle coltivazioni con negative conseguenze sul piano sociale. Ulteriori rilievi critici sono stati sollevati rispetto all'impatto della mancata integrazione regionale sui collegamenti diretti tra i Paesi dell'area, a testimonianza di un ruolo non compiutamente svolto dalla cooperazione internazionale. Quanto agli Obiettivi del Millennio, i deboli progressi maturati nel campo dell'istruzione appaiono minacciati dalla mancanza di insegnanti e dalle precarie condizioni in cui in generale versa l'amministrazione dello Stato, cui il prelievo fiscale contribuisce per un limitato 7 per cento. Sottolinea conclusivamente che malgrado le grandi difficoltà la missione ha consentito di registrate una dinamica complessiva verso lo sviluppo del Paese, cui tuttavia la cooperazione internazionale non contribuisce come dovrebbe.

Francesco TEMPESTINI (PD) pone il quesito in ordine alla capacità dell'aiuto pubblico allo sviluppo di incidere sull'avvio di un autonomo processo di sviluppo, al di là della mera emergenza. Sottolinea che il Mali rappresenta un classico modello di Stato neocoloniale in cui gli interessi intorno allo sfruttamento delle materie prime sembrano giocare un ruolo cruciale.

Enrico PIANETTA, presidente, concorda con il dubbio avanzato dal collega Tempestini ritenendo che l'assetto degli interessi sulle risorse minerarie blocchi il processo di democratizzazione. L'analfabetismo appare ridotto in misura percentuale davvero irrisoria a fronte del costante enorme drenaggio di ricchezza a favore di speculatori privati stranieri. Segnala quale ulteriore fattore di blocco per l'intero Paese il ruolo giocato da tradizioni culturali e religiose fortemente radicate e contrarie a modelli sociali di maggiore emancipazione per le donne. In conclusione, afferma che l'aiuto pubblico allo sviluppo resta centrale nelle economie di

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Paesi come il Mali pur non ottenendo finora l'effetto di innescare con rapidità processi di sviluppo.

Mario BARBI (PD), in vista di futuri sopralluoghi analoghi a quello condotto in Mali, auspica la disponibilità di dati statistici più completi sulla condizione complessiva del Paese e sottolinea il ruolo positivo comunque svolto dagli aiuti pubblici allo sviluppo ai fini della responsabilizzazione delle istituzioni dei Paesi beneficiari, anche alla luce della evoluzione in corso dal sistema dell'aiuto a progetto a quello dell'aiuto al bilancio.

Enrico PIANETTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 15.40.