CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 luglio 2010
356.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan.

La seduta comincia alle 14.45.

5-02816 Fiorio: Iniziative a tutela del patrimonio agricolo, in relazione all'ubicazione di impianti fotovoltaici nelle zone agricole.

Il Ministro Giancarlo GALAN, rispondendo all'interrogazione in titolo, rinvia, per le considerazioni di ordine normativo, ad una nota che consegna agli atti della Commissione (vedi allegato 1). Desidera quindi precisare che, a suo giudizio, costituisce un errore dal punto di vista economico, produttivo e paesaggistico utilizzare campi fertili per la produzione di energia invece che di beni agricoli. Tuttavia, posto che gli impegni assunti dall'Italia a livello internazionale vanno rispettati, potrebbe costituire una grande opportunità considerare la produzione di energia come produzione agricola. In particolare, con le opportune cautele e i necessari atti di assenso, e con un uso limitato del suolo, la produzione di energia elettrica da parte delle aziende agricole potrebbe rientrare tra gli strumenti di miglioramento dei

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redditi agricoli. Ciò potrebbe peraltro fornire un rilevante contributo al soddisfacimento dei bisogni elettrici del Paese. Si tratta in ogni caso di provvedimenti che rientrano nelle competenze delle regioni, quali autorità di gestione dei programmi di sviluppo rurale, mentre lo Stato dovrebbe definire le relative linee guida, a tutela degli interessi generali. Rileva infine che, se la produzione di energie alternative può e deve essere incentivata, sarebbe giusto che di tali incentivi beneficino soprattutto gli agricoltori, che ne hanno più diritto e maggiore necessità rispetto ad altre categorie di operatori.

Massimo FIORIO (PD), replicando, apprezza il fatto che il Ministro sostanzialmente condivida che la giungla di iniziative che si sta registrando in materia di energie rinnovabili non ha molto a che fare con l'agricoltura, anche se si realizza su terreni agricoli. Infatti, spesso gli stessi soggetti, sotto varie vesti formali, avviano una pluralità di piccole iniziative che, sommate, finiscono per assumere un rilevante significato economico.
Si dichiara quindi soddisfatto per lo scenario auspicabile disegnato dal Ministro, ma insoddisfatto per quanto riguarda gli interventi concreti. Sarebbe infatti necessario definire, con la Conferenza Stato-regioni e nei tempi più brevi, le linee guida per l'installazione degli impianti di energia nei terreni agricoli, a tutela del patrimonio agricolo del Paese.

5-03161 Agostini: Sul fermo biologico della pesca per il 2010, con particolare riferimento alla situazione del compartimento di San Benedetto del Tronto.

Il Ministro Giancarlo GALAN risponde all'interrogazione in titolo, ricordando che il provvedimento adottato lo scorso 23 giugno prevede un arresto temporaneo straordinario della pesca a strascico o volante, sulla base di indicazioni di carattere tecnico-scientifico. Comprende tuttavia che si possano creare problemi per alcune marinerie, soprattutto nelle aree di confine. Dichiara pertanto la disponibilità a valutare per il futuro diverse soluzioni.
Dal punto di vista finanziario, sottolinea che gli aiuti in favore degli armatori sono stati determinati nella misura massima consentita, che è pari al 100 per cento nelle regioni ad obiettivo «convergenza». Per i marittimi imbarcati, è invece attivabile la procedura per l'erogazione del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, come previsto dalla legge.
Rileva infine che lo scopo del fermo pesca è quello di consentire la ricostituzione delle risorse ittiche e, da questo punto di vista, una modifica delle date del periodo di fermo potrebbe apparire opportuna, sulla base dei dati scientifici.
Consegna infine una nota di sintesi agli atti della Commissione (vedi allegato 2).

Luciano AGOSTINI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto per la disponibilità a rivedere per i prossimi anni i provvedimenti di fermo pesca. Si dichiara invece insoddisfatto per la risposta allo specifico quesito riguardante la situazione del compartimento di San Benedetto del Tronto. Infatti, se il Ministro ha affermato che il provvedimento adottato per il 2010 è basato su dati tecnico-scientifici, non sembra ragionevole prevedere date diverse per il fermo di marinerie che operano nelle stesse aree di pesca, pur appartenendo a diversi compartimenti. Per questi motivi, è stata chiesta la modifica di quel provvedimento, cui l'Amministrazione non sembrava in linea di principio contraria.
Auspica pertanto che nei prossimi giorni il provvedimento in questione possa essere rivisto o che almeno possa aprirsi un confronto con le marinerie interessate, per ricercare le soluzioni più idonee.

Il Ministro Giancarlo GALAN accoglie l'invito del deputato Agostini ad aprire un confronto con le marinerie in questione.

5-02960 Oliverio: Iniziative in merito all'infezione batterica che sta colpendo le coltivazioni di kiwi.

Il Ministro Giancarlo GALAN, rispondendo all'interrogazione in titolo e consegnando una nota scritta agli atti della Commissione (vedi allegato 3), fa presente

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che l'organismo nocivo indicato sta colpendo non solo la provincia di Latina e il Lazio, ma è stato riscontrato anche in Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Preannuncia infine che il prossimo martedì 27 giugno si riunisce un tavolo tecnico con la regione Lazio, per esaminare i provvedimenti necessari.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), replicando, osserva che le informazioni fornite dal Ministro fanno registrare una situazione ancora più grave di quella descritta nella interrogazione, che risale allo scorso maggio. Pur prendendo positivamente atto delle iniziative di carattere scientifico attivate dal Ministero, rileva tuttavia che sono necessari interventi di sostegno al reddito delle imprese e dei lavoratori interessati, visto che appaiono gravi i danni procurati dall'organismo in questione in vaste aree del Paese. Non può dichiararsi soddisfatto della risposta fornita dal Governo, che appare carente su tale aspetto della vicenda.

Paolo RUSSO, presidente, dichiara pertanto concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan.

La seduta comincia alle 15.10.

DL 78/2010, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.
C. 3638 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere non espresso).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato nella seduta del 20 luglio.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore Faenzi ha svolto la relazione introduttiva.

Angelo ZUCCHI (PD) ricorda che il gruppo del PD da tempo segnala la gravità della crisi dell'agricoltura e la necessità di dedicare un'attenzione particolare a questo settore strategico dell'economia nazionale. Tuttavia, non si è visto alcun segnale dal Governo in questa direzione, né con il precedente Ministro Zaia - che pure si è dimostrato abile comunicatore - né con il Ministro Galan. Anzi, nelle manovre economiche che hanno segnato gli ultimi anni, il Governo ha proceduto per tagli lineari alle dotazioni del Ministero delle politiche agricole, che si ripercuotono negativamente sui settori di riferimento. Inoltre, nei tanti provvedimenti anticrisi adottati dal Governo in questa legislatura, mai si è affrontata la crisi dell'agricoltura, se non con misure marginali.
Il gruppo del PD continuerà pertanto a chiedere un'attenzione particolare del Governo, anche attraverso gli emendamenti presentati in sede di Commissione Bilancio.
In particolare, è assolutamente necessario prevedere la stabilizzazione o almeno un'ulteriore proroga delle agevolazioni contributive in scadenza al prossimo 31 luglio, senza le quali le aziende agricole situate in zone di montagna o svantaggiate si troveranno ad affrontare un insostenibile aumento del costo del lavoro, che le porrà fuori dal mercato. Su questo punto, è finora mancata una risposta da parte del Governo.
In secondo luogo, occorre provvedere al rifinanziamento del Fondo per la razionalizzazione e la riconversione della produzione bieticolo-saccarifera, al fine di fronteggiare le esigenze relative agli anni 2009 e 2010. Pur se il Ministro ha già autorizzato l'AGEA ad utilizzare risorse per 21 milioni di euro, mancano circa 65 milioni di euro per far fronte al pagamento degli aiuti nazionali al settore per

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gli ultimi due anni del regime quinquennale autorizzato dall'Unione europea, a seguito della riforma dell'organizzazione comune dei mercati nel settore dello zucchero. Si tratta di far fronte ad impegni assunti nei confronti degli operatori, che hanno investito nell'ammodernamento e nella riconversione delle aziende, contando legittimamente sul regime di aiuti concordato in sede europea.
Il suo gruppo propone inoltre l'istituzione di un fondo per facilitare l'accesso al credito delle imprese agricole, settore dove si registrano difficoltà strutturali, come emerso nel corso dell'indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole, svolta dalla Commissione. Tali difficoltà si ripercuotono anche sull'utilizzo delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, in quanto manca la possibilità di assicurare il necessario cofinanziamento degli investimenti da parte delle singole imprese.
Altri settori prioritari di intervento proposti con gli emendamenti del suo gruppo sono quelli dell'internazionalizzazione delle imprese e del ricambio generazionale in agricoltura, che non può essere assicurato solo con misure marginali, come la concessione di terre demaniali ai giovani.
In sintesi, sottolinea che, se il Governo ha riconosciuto l'esistenza di una situazione di crisi, sarebbe stato logico aspettarsi interventi per favorire la crescita, anche per il settore agroalimentare. Invece, anche il decreto-legge in esame prevede un taglio lineare del 10 per cento alla spesa del Ministero, per 58 milioni di euro, che interessano per due terzi gli investimenti e che necessariamente ricadranno sui produttori. Inoltre, laddove si occupa del settore agricolo, il decreto-legge produce ulteriori problemi. Si pensi, in particolare, al cosiddetto taglio degli enti, sul quale non si è vista una difesa risoluta da parte del Ministro. Eppure, vengono soppressi organismi che non gravano sulla spesa pubblica, come la Stazione sperimentale per l'industria delle conserve alimentari, i cui compiti saranno trasferiti alla Camera di commercio di Parma, che dovrà quindi gestire anche la struttura ora operante a Salerno. Inoltre, si sopprime l'Istituto nazionale per le conserve alimentari, già soppresso nel 2009, nonché l'Ente nazionale sementi elette, che garantisce la certificazione dei semi e gode solo dei proventi della sua attività. In sostanza, su tali enti non si realizzerà nessun risparmio nella spesa pubblica, nonostante i messaggi propagandistici sui cosiddetti «enti inutili».
Infine, si pone la questione delle quote latte, con l'articolo 40-bis, il cui obiettivo dichiarato è quello di far fronte alla grave crisi in cui versa il settore lattiero-caseario, «a seguito della negativa congiuntura internazionale e degli accertamenti in corso».
Al riguardo, sottolinea in primo luogo che la prevista proroga dei pagamenti con scadenza al 30 giugno 2010 non costituisce un intervento per il settore lattiero caseario. Infatti, la proroga non si applicherà ai piani di rateizzazione di cui al decreto-legge n. 49 del 2003, convertito nella legge n. 119 del 2003, perché le rate di questi piani scadono il 31 dicembre di ogni anno. Si applicherà invece ad una parte dei piani di rateizzazione di cui al decreto-legge n. 5 del 2009, convertito nella legge n. 33 del 2009, ovvero solo a quelli per i quali la scadenza della prima rata era fissata al 30 giugno 2010. Si tratta di circa un centinaio di produttori, che sarebbe opportuno conoscere. Inoltre, non si è ancora data attuazione alla parte finanziaria del decreto del 2009, che prevedeva misure per favorire l'accesso al credito dei produttori che hanno acquistato quote latte successivamente al periodo di applicazione della legge del 2003.
Inoltre, desta preoccupazione il riferimento agli «accertamenti in corso», contenuto nell'articolo 40-bis. Infatti, come riferito dal Ministro nel corso di una recente audizione dinanzi alla Commissione, non vi sono accertamenti in corso, essendo stato conclusivamente accertato che nessun elemento oggettivo induce a mettere in discussione la validità delle procedure svolte negli scorsi anni per l'accertamento

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del prelievo. Occorre perciò chiedersi quale sia il significato di quel riferimento.
Nel merito, premesso che sulla proroga dei pagamenti in materia di quote latte l'Unione europea ha già manifestato il suo orientamento, si domanda come possa il Governo giustificare tale intervento di fronte alla maggioranza dei produttori che hanno rispettato le leggi. A suo giudizio, il Ministro non può limitarsi a sottolineare la sua posizione contraria, quando una parte significativa della maggioranza ha creato il problema, ma dovrebbe invece assumere una decisione coerente con quanto preannunciato pochi giorni fa. Inoltre, i deputati della maggioranza dovrebbero votare secondo i propri convincimenti sopprimendo l'articolo 40-bis.

Sandro BRANDOLINI (PD) rileva che se l'economia italiana ha bisogno di essere rilanciata, come dichiara di voler fare il decreto-legge n. 78, ciò vale a maggior ragione per l'agricoltura, che sta assistendo al continuo calo dei suoi redditi e ora dovrà anche far fronte ad un calo dei consumi alimentari. Altri Paesi europei hanno assunto, di fronte ad una situazione analoga, misure drastiche, di natura finanziaria e di sostegno al comparto agroalimentare, giustamente ritenuto strategico. In Italia, invece, nessuna misura è prevista in favore del settore agricolo, neanche per le situazioni di maggiore gravità. Ricorda infatti che il prossimo 31 luglio cesseranno le agevolazioni contributive per l'agricoltura, sinora applicate non solo nel Mezzogiorno, ma anche in vaste aree montane o svantaggiate del Centro e del Nord. Nulla è previsto neanche per le agevolazioni sul gasolio utilizzato per le coltivazioni sotto serra.
Sottolinea al riguardo che il settore agricolo ha bisogno di interventi urgenti, se si vogliono salvare le imprese e mettere quelle che intendono ammodernarsi in condizioni di farlo. Il decreto-legge in esame - che non prevede alcuna misura per le aziende che rispettano le leggi - prevede invece un premio per gli allevatori che continuano a non rispettare le norme, mentre continuano a rimanere inattuate le misure finanziarie in favore degli allevatori che hanno regolarmente acquistato quote latte. Il gruppo del PD si porrà a fianco del mondo agricolo, compresa quella parte che in ritardo si sta mobilitando contro la manovra in discussione. Anzi, va rilevato che tale manovra sta unificando il mondo agricolo e le sue organizzazioni.
Sottolinea quindi di aver apprezzato il Ministro per il suo modo di prendere posizione, dopo le promesse mai mantenute del suo predecessore, e per aver con trasparenza chiarito la situazione trovata nell'assumere l'incarico. Si sarebbe perciò aspettato che finalmente il Ministro delle politiche agricole avesse voce in capitolo nel Governo, ma purtroppo deve constatare che evidentemente così non è stato.
Per i motivi esposti, il suo gruppo è fermamente contrario al provvedimento in esame.

Francesco BIAVA (PdL) si sofferma sulla soppressione di alcuni enti operanti nel settore agricolo, rilevando che certamente i relativi compiti continueranno ad essere svolti da altre strutture. Appaiono infatti di grande importanza quelli ora assicurati dall'Ente nazionale sementi elette, che saranno attribuiti all'INRAN.
Ricorda quindi che negli anni scorsi si è già operato un rilevante riordino degli enti di ricerca del settore agricolo, con l'istituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), che ha portato ad una riduzione della spesa e alla valorizzazione delle attività di ricerca. Auspica pertanto che il provvedimento in esame possa costituire un primo passo per una ulteriore riflessione, affinché la ricerca in agricoltura sia sempre più utile per gli agricoltori piuttosto che per altri interessi.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) deve constatare che ancora una volta nelle manovre finanziarie proposte dal Governo non vi è alcuna attenzione nei confronti dell'agricoltura, ciò che finisce anche per svilire il ruolo della Commissione Agricoltura.

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In particolare, mancano misure importanti e necessarie, come la proroga delle agevolazioni sui contributi previdenziali in scadenza a fine luglio e il rifinanziamento del Fondo bieticolo-saccarifero. Vi è però un intervento in favore di una parte degli allevatori, che non devono essere definiti disonesti, ma che certamente appaiono privilegiati. Con l'articolo 40-bis, il Governo ha infatti creato una categoria di privilegiati, perché ha deciso di sostenere solo una parte degli allevatori, lasciando tanti altri produttori in situazione di difficoltà. In sostanza, la manovra in esame non è equa e non servirà al risanamento dell'economia, perché anzi bloccherà lo sviluppo del Paese.
Nel manifestare apprezzamento per la posizione assunta dal Ministro, lo invita proprio per questo ad ascoltare la voce di tutti gli agricoltori, che devono affrontare un costante aumento dei costi di produzione e degli oneri burocratici. Invita altresì il Ministro Galan ad affermare le proprie posizioni con maggiore durezza, anche nei confronti del Ministro dell'economia e delle finanze.

Giuseppe RUVOLO (UdC), nel ringraziare il Ministro Galan per la sensibilità e il coraggio dimostrati nel partecipare ai lavori della Commissione, come dal suo gruppo sollecitato, osserva che se il Ministro avesse potuto avere un maggiore sostegno dalla maggioranza e dal Governo, avrebbe potuto oggi evitare l'imbarazzo della discussione di un provvedimento che non prevede neanche il minimo indispensabile in favore del settore agricolo. Si riferisce, in particolare, alla mancata proroga delle agevolazioni contributive per le zone montane e svantaggiate, che scadranno tra pochi giorni, senza che il Governo abbia fornito alcuna prospettiva di soluzione. Ricorda quindi che molte aspettative erano state riposte nell'esame del disegno di legge C. 2260, sulla competitività del settore agroalimentare, che giace alla Camera dal novembre 2008 e che non riesce a completare il suo iter.
Rileva poi che il gruppo dell'UDC comprende la necessità di una manovra finanziaria, ma deve constatare che per l'agricoltura questa manovra costituisce una scelta miope e rischia di essere un colpo mortale. L'onestà intellettuale del Ministro Galan merita apprezzamento, ma non emerge alcun segnale di speranza, anche dal punto di vista del rilievo che il settore agricolo assume per il Governo.
Quanto all'articolo 40-bis, rileva che si tratta di un'operazione scellerata della maggioranza e del Governo, indegna di un paese civile, che - a seguito della prevedibile procedura di infrazione che verrà aperta dalla Commissione europea - costerà cara a tutti gli italiani e agli agricoltori in particolare, che si vedranno decurtate, in via di compensazione, le risorse europee loro destinate. Ribadendo il suo apprezzamento per la posizione del Ministro Galan e il coraggio dimostrato, lo invita a resistere su quella posizione e a non aver paura delle prevedibili reazioni politiche, confidando nel sostegno della grande maggioranza degli allevatori onesti, degli italiani e delle forze politiche.
Con riferimento alla soppressione degli enti, finalità che il suo gruppo condivide in linea generale, si domanda come mai non sia stata soppressa anche Buonitalia Spa, che in questo momento di difficoltà economiche appare un «carrozzone» inutilmente costoso.
Ricorda infine alcuni interventi che ritiene prioritari, come quelli relativi alle crisi di mercato, al piano irriguo nazionale, al settore bieticolo-saccarifero, all'etichettatura di origine dei prodotti agroalimentari, nonché all'influenza della criminalità organizzata nell'aumento dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli. Formula pertanto al Ministro auguri di buon lavoro, nonostante il suo giudizio fortemente negativo sulla manovra in esame.

Corrado CALLEGARI (LNP) dichiara di non comprendere perché il Ministro abbia dimostrato una grande fretta nel chiudere l'indagine condotta dal Comando Carabinieri politiche agricole e forestali, quando vi era l'indubbia necessità di accertare alcuni aspetti della vicenda delle quote latte,. Infatti, numerose procure in tutta Italia

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sono state attivate; sono poi circolate «ombre» sui cosiddetti «splafonatori», che non sono poche decine, ma 15 mila allevatori e anche la Coldiretti ha chiesto spiegazioni. È necessario pertanto capire se, nel corso dell'annosa storia delle quote latte, qualcuno ha commesso errori e cosa sia effettivamente successo e la Lega Nord Padania non demorderà sul punto.
Sottolinea poi che l'articolo 40-bis prevede solo la proroga di pochi mesi dei pagamenti relativi ai piani di rateizzazione previsti dalle norme sulle quote latte, pagamenti che avverranno in ogni caso entro la fine dell'anno. Non si può quindi accettare che gli allevatori interessati siano definiti disonesti, senza fornire alcuna prova di tali affermazioni. Quanto al richiamo all'Unione europea, ricorda che in Europa si dovrebbe andare per difendere i produttori e gli allevatori italiani e che, grazie all'azione del Ministro Zaia, l'Italia non dovrà più pagare per le eccedenze nella produzione di latte.
In conclusione, sottolinea che il suo gruppo sostiene convintamente il provvedimento in esame, che ha contribuito a definire.

Susanna CENNI (PD), premesso che il confronto politico sul provvedimento in esame è fortemente limitato dalla preannunciata decisione di porre la questione di fiducia, manifesta l'impressione che il dibattito in corso costituisca l'ennesima occasione in cui si parla di politiche per l'agricoltura e la competitività, senza che nessun intervento concreto segua alle parole.
La manovra del Governo, a suo giudizio, va valutata negativamente sia per quello che contiene sia per quello che non contiene. Il relativo onere ricadrà per la metà sulle regioni, che dovranno rivedere pesantemente le loro decisioni di spesa. Il gruppo del PD ha sempre dimostrato di far prevalere il senso di responsabilità e di appartenenza al Paese e, anche in questo caso, è consapevole delle difficoltà poste dalla congiuntura economica e dalla situazione della finanza pubblica. Grande preoccupazione suscita tuttavia la crisi dell'agricoltura, che fa registrare un grave aumento della mortalità delle imprese e che deve affrontare oneri amministrativi e burocratici pesanti, l'aumento dei costi di produzione, i costi dei cambiamenti climatici, l'oscillazione dei prezzi. Pur manifestando apprezzamento per le posizioni assunte dal Ministro Galan, deve tuttavia constatare che nel decreto-legge in esame non vi è alcun segnale della volontà di intervenire su tale crisi. Anche rispetto al tema degli enti agricoli, è difficile intravedere un'idea di riorganizzazione in quanto previsto dal decreto; si parla solo di tagli alla spesa, anche se tuttavia, per esempio, nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento, si afferma chiaramente che l'Ente nazionale sementi elette (ENSE) non grava sulla finanza pubblica.
Sarebbe invece necessario aprire una fase nuova nell'azione delle istituzioni in tale settore e compiere scelte innovative. Il suo gruppo non chiede soluzioni salvifiche e nemmeno misure assistenziali, ma sottolinea che oggi non soffrono solo le impresse deboli e marginali, ma anche quelle che si dedicano a produzioni di qualità. Si potrebbero però mettere in campo diversi strumenti, non sempre onerosi, come l'istituzione di un fondo rotativo per il sostegno all'accesso al credito, che si autoalimenti. Andrebbe inoltre promosso un patto con le regioni, anche per quanto riguarda il sostegno allo sviluppo rurale. Sull'argomento, non si può criticare la capacità di spesa delle regioni, senza al contempo analizzare le cause che impediscono il pieno utilizzo delle risorse europee e gli strumenti per accelerare gli investimenti. Inoltre, andrebbero attivati strumenti trasparenti di sostegno alle filiere.
Infine, con riferimento alla vicenda delle quote latte, sottolinea che le energie dedicate per i relativi negoziati con l'Unione europea, dovrebbero piuttosto essere investite per altre questioni.

Marco CARRA (PD), richiamando le dichiarazioni rese dal Ministro Galan agli organi di stampa, deve constatare che le

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intenzioni del Ministro non trovano riscontro negli atti del suo Governo. In linea generale, inoltre, nulla è previsto per il settore agricolo, tanto che anche le organizzazioni agricole tendono ad unificare le proprie piattaforme.
Sulla vicenda delle quote latte, nel ricordare che il Ministro aveva preannunciato le dimissioni se fosse stata decisa la proroga dei pagamenti, sottolinea che l'articolo 40-bis fa riferimento agli «accertamenti in corso». Eppure, ricorda che, in sede di audizione dinanzi alla Commissione, il Ministro Galan aveva dato conto della chiusura di tali accertamenti, smentendo - a seguito di ulteriori verifiche - le conclusioni problematiche dell'indagine affidata al Comando Carabinieri politiche agricole dal Ministro Zaia. A questo punto, ritiene effettivamente necessario verificare cosa sia accaduto e chi abbia sbagliato nel corso di questo complesso di attività. Rileva poi che la proroga disposta dal decreto-legge indurrà ad ulteriori richieste di proroga anche in vista delle future scadenze e, dato il precedente, sarà difficile per le forse politiche contrastare tale tendenza. Constata quindi che, nella materia agricola, esistono almeno due linee diverse nella maggioranza e si domanda come il Ministro potrà difendere la sua credibilità dinanzi al mondo agricolo, dopo aver inutilmente minacciato le dimissioni.
In conclusione, il gruppo del PD esprime grande preoccupazione, perché pone l'interesse generale al centro dei suoi obiettivi e della sua azione.

Luca SANI (PD) osserva che una manovra correttiva era effettivamente necessaria a fronte di un debito pubblico uscito fuori controllo anche per responsabilità della maggioranza e del Governo, che avevano ereditato un avanzo primario che hanno però provveduto a dissipare in pochi anni. Si tratta di una manovra correttiva anche delle scelte sbagliate finora compiute. Si tratta altresì di una manovra straordinaria, che si caratterizza per la totale assenza di politiche per i settori di competenza della Commissione e per garantire al sistema agroalimentare di funzionare. Inoltre, si può ben dire che «mette le mani nelle tasche» degli agricoltori, una categoria tra le più deboli, che dovrà a breve affrontare il costo della mancata proroga degli sgravi sui contributi previdenziali che finora sono stati garantiti alle imprese agricole di vaste aree montane e svantaggiate del Paese. Manca inoltre ogni intervento in favore degli investimenti per la crescita, come se il sistema agroalimentare fosse estraneo alle possibilità di crescita complessiva dell'economia italiana. Nulla è previsto neanche per assicurare il ricambio generazionale e per fronteggiare l'invecchiamento che si registra in agricoltura. Da questo punto di vista, il decreto in esame si pone in una linea di continuità rispetto ai provvedimenti economici adottati dall'inizio della legislatura, condannando l'agricoltura ad un ulteriore declino. Appare pertanto facilmente comprensibile che, se non si rende vantaggiosa la produzione agricola, gli agricoltori si dedichino alla produzione di energia elettrica.
L'unica misura prevista per il settore agricolo è, purtroppo, quella relativa alle quote latte, che sarà sanzionata dall'Unione europea, con la conseguenza che i contribuenti italiani pagheranno per un favore reso a pochi «furbi». Dispiace che si tratti del primo atto politicamente significativo dopo l'insediamento del Ministro Galan e che ancora una volta il Ministro delle politiche agricole non riesca a raggiungere alcun risultato e venga anzi smentito dal Governo, anche quando minaccia le dimissioni. Si deve quindi prendere atto che, all'interno di questa maggioranza, la Lega «detta la linea».

Luciano AGOSTINI (PD) esprime un giudizi fortemente negativo sulla manovra in esame, che non offre alcuna prospettiva di crescita all'economia in generale, e all'agricoltura in particolare, apparendo impostata più su elementi da propaganda elettorale che su iniziative in grado di incidere sulle strutture economiche del Paese. Si è invece scelta la strada dei tagli lineari e quella dei tagli alla spesa delle regioni, che produrranno effetti devastanti

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sull'esercizio delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e, conseguentemente, sul territorio.
Osserva quindi che il Ministro Galan aveva fatto sperare in un'inversione di tendenza. Oggi, tuttavia, nella prima occasione utile, si deve constatare che quelle aspettative non trovano riscontro negli atti. Si pensi, in particolare, agli articolati impegni assunti dal Governo, a seguito della risoluzione sulla pesca mediterranea approvata dalla Commissione lo scorso 30 giugno.

Carlo Emanuele TRAPPOLINO (PD) sottolinea che la manovra in esame è effettivamente correttiva, soprattutto nei confronti delle scelte sbagliate sinora compiute dal Governo. Eppure, essa stessa è sbagliata, perché in parte si fonda su entrate aleatorie e perché produrrà un effetto negativo sul PIL, che comporterà prevedibilmente la necessità di un'ulteriore correzione dei conti pubblici a fine anno.
La manovra sarà altresì dannosa per l'agricoltura, in quanto aggraverà una fase recessiva che da dieci anni sta provocando un costante calo della redditività. Le prospettive appaiono quindi pessime e non potranno certamente incoraggiare l'impegno dei giovani nelle attività agricole, come dimostrano i dati di raffronto con la situazione di altri Paesi europei. Sottolinea quindi che appare imbarazzante il silenzio del Governo e della maggioranza, anche di fronte alla prossima scadenza degli sgravi contributivi per le aree svantaggiate, che rischierà di produrre un aumento dello sfruttamento del lavoro agricolo. L'unica misura di favore è solo quella prevista per un limitato segmento di produttori di latte.
Osserva poi che la preannunciata decisione di porre la questione di fiducia rende evidente la volontà del Governo di non voler discutere un provvedimento, che è riuscito a mobilitare tutte le organizzazioni di categoria. Questo esito delude le aspettative che pure erano state riposte nel nuovo Ministro delle politiche agricole.

Giovanna NEGRO (LNP) sottolinea che la posizione assunta oggi dai gruppi dell'UDC e del PD in materia di quote latte appare contraddittoria con gli atti parlamentari recentemente presentati dagli stessi gruppi.
Si riferisce, in particolare, all'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02842, a prima firma del deputato Delfino, nella quale si chiede al Governo, tra l'altro «se non intenda assumere iniziative per assicurare una sospensione del versamento della sesta rata, considerato che i produttori hanno già versato le cinque rate precedenti, e in alcuni casi, anche in un'unica soluzione il prelievo supplementare 2002/03, vista la grave crisi economica in atto che ha inciso profondamente nel settore».
Si riferisce inoltre alla risoluzione n. 7-00332, a firma del deputato Fiorio e degli altri deputati del PD della Commissione Agricoltura, nella quale, dopo aver affermato, in premessa, che «il Comando carabinieri politiche agricole e alimentari ha svolto un approfondimento su aspetti relativi all'attendibilità dei dati dichiarati nei modelli L1 ed utilizzati dall'AGEA per il conteggio del prelievo supplementare; da quanto si apprende, gli scostamenti tra i dati verificati nel corso degli approfondimenti - si fa notare nella relazione - portano inoltre a ritenere che esistano rilevanti anomalie anche sui conteggi delle compensazioni nazionali e quindi sulle imputazioni del prelievo supplementare sin dalla prima campagna soggetta al regime quote latte (1995)», si impegna il Governo «in attesa di approfondire l'esito della relazione citata in premessa, ad adottare i provvedimenti necessari per disporre la sospensione del versamento della sesta rata dell'importo dovuto ovvero la compensazione per coloro che avessero già provveduto al versamento, prevedendo che le somme relative possano essere ripartite sulle rate rimanenti e/o assorbite, almeno in parte, qualora fossero stanziati gli indennizzi prima ricordati».

Massimo FIORIO (PD) ribadisce quanto sottolineato da altri colleghi circa il fatto che la manovra in esame è correttiva soprattutto delle scelte finanziarie improvvide

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compiute dal Governo, come quelle sull'imposta comunale sugli immobili, per l'Alitalia, per la defiscaizzazione del lavoro straordinario. Inoltre, ritiene che le difficoltà nell'andamento dell'economia richiederanno ulteriori interventi di correzione dei conti pubblici.
Manifesta quindi apprezzamento per l'onestà intellettuale del Ministro Galan, che aveva preannunciato alla Commissione che nella manovra anche l'agricoltura avrebbe dovuto fare la sua parte. Purtroppo, però, l'agricoltura, a differenza di altri settori economici, non beneficia di alcuno degli interventi destinati al sostegno dello sviluppo.
Ricorda quindi che dal prossimo mese di agosto, la scadenza del regime contributivo agevolato per le imprese agricole nelle aree montane e svantaggiate comporterà per moltissime aziende - molte delle quali impegnate in produzioni di qualità - un aumento dei costi che potrebbe essere fatale per la loro sopravvivenza.
Per quanto riguarda la questione dell'andamento della spesa per i programmi di sviluppo rurale, ritiene che si stia conducendo una battaglia di bandiera, in quanto si guarda alla spesa regionale, senza analizzare i ritardi nella spesa di competenza del livello statale. Ricorda in proposito i ritardi, attribuibili agli organismi statali, nella spesa delle risorse destinate al settore vitivinicolo, che pure ne avrebbe urgente bisogno.
Quanto alla questione delle quote latte e alla risoluzione citata dal deputato Negro, sottolinea che quella risoluzione, presentata nel mese di maggio, è stata utile perché richiedeva giustamente di fare chiarezza sulla vicenda. Il suo gruppo ha poi preso atto delle dichiarazioni del Ministro, che ha ordinato ulteriori verifiche che hanno smentito le conclusioni dell'indagine svolta dal Comando Carabinieri politiche agricole e forestali. A questo punto, pertanto, non resta che dare applicazione alla legge. Ricorda poi che la stessa risoluzione poneva anche il problema della mancata attuazione degli interventi economici previsti dal decreto-legge n. 5 del 2009, finalizzati ad indennizzare anche solo parzialmente coloro che avevano acquistato quote latte.

Giuseppina SERVODIO (PD) esprime profondo sconcerto per l'andamento della odierna discussione, nella quale si sente una sola voce, quando invece l'agricoltura richiederebbe molte voci, e soprattutto quelle della maggioranza.
Osserva poi che il provvedimento in discussione, oltre che risanare i conti pubblici, si dovrebbe seriamente porre l'obiettivo di mettere in moto meccanismi per favorire l'avanzamento di un'economia in difficoltà. Invece, l'assenza di misure per il settore agricolo e la contemporanea presenza della sola proroga dei pagamenti in materia di quote latte costituiscono il segno visibile della irresponsabilità della classe dirigente. Quanto alla posizione del Ministro delle politiche agricole, ritiene che se si assumono responsabilità di governo e nel Governo non si è ascoltati, bisognerebbe trarne le conseguenze, come hanno fatto molti autorevoli ministri in passato. Precisa inoltre di aver apprezzato le linee programmatiche esposte alla Commissione dal Ministro Galan, ma deve rilevare che alle dichiarazioni non sono seguiti i fatti. Eppure, la Commissione e il suo gruppo hanno sempre assicurato un sostegno unitario ai ministri, al di là delle posizioni politiche diverse, quando serviva a rafforzarne la posizione nel Governo, rispetto alle regioni o all'Unione europea. Si rammarica pertanto che la situazione sembra peggiorata anche rispetto ai tempi del Ministro Zaia.
In questo contesto, si deve quindi segnalare l'inutilità dei dibattiti e dei documenti politici, come le mozioni approvate dalla Camera lo scorso 14 giugno, che contenevano molti impegni importanti che sono stati poi disattesi, ciò di cui il Governo e la maggioranza dovrebbero assumersi la responsabilità.
In particolare, sottolinea che nella mozione n. 1-00389, a prima firma del deputato Beccalossi, vi era un impegno per la razionalizzazione delle amministrazioni e la soppressione di tutti gli enti o società

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ritenuti inutili. Il provvedimento in esame interviene invece in materia solo con interventi di facciata e non con una vera opera di riordino. Altri impegni disattesi riguardavano addirittura la detassazione parziale dei redditi agricoli nonché la stabilizzazione degli oneri contributivi per le aree montane e svantaggiate almeno per tutto il 2010. Eppure tale mozione ha ricevuto il parere favorevole del Governo ed è stata votata dalla maggioranza
A suo giudizio, la crisi non si può affrontare con tagli di spesa, ma creando le condizioni virtuose per la crescita delle imprese. Sul punto, tuttavia, il centrodestra non sembra ritenere l'agricoltura un settore in grado di contribuire efficacemente alla crescita dell'intero Paese e non sembra avere una visione strategica del suo ruolo. Il gruppo del PD non propugna forme di assistenzialismo, ma chiede misure strutturali e di sostegno all'ammodernamento, come un più facile accesso al credito da parte delle imprese agricole. Per i motivi esposti, esprime delusione per quanto sta avvenendo e rammarico perché il Parlamento non possa sostenere unitariamente posizioni condivise.
Sottolinea quindi che il Ministro si sta assumendo una seria responsabilità, che richiederebbe giustificazioni politiche adeguate alla gravità dei fatti, rilevando che anche il mondo agricolo non potrà mancare di compiere le sue valutazioni politiche.

Gian Pietro DAL MORO (PD), nel riconoscere i meriti del Ministro Galan per la posizione assunta sulla questione delle quote latte e nel riconoscere altresì che ha assunto l'incarico ministeriale da poco tempo, deve tuttavia rimarcare che la manovra del Governo è fatta di tagli e non di investimenti. Esprime pertanto preoccupazione per la situazione dell'agricoltura, anche in vista della prossima riforma della politica agricola comune (PAC), e per le responsabilità che ricadranno sul Ministero delle politiche agricole.
Con riferimento alla proroga dei pagamenti in materia di quote latte, fa presente che un articolo oggi pubblicato su «Italia Oggi» contiene una vera analisi della situazione. In particolare, si afferma che la proroga servirà a 98 allevatori, mentre per 1.406 «splafonatori», che non hanno aderito a nessuna delle rateizzazioni, potranno essere avviate le procedure di riscossione. Tra questi, sono assolutamente contrari a ogni forma di pagamento 558, di cui 400 veneti e gli altri lombardi, tutti grandi elettori della Lega. Si segnalano in proposito le difficoltà che vi saranno nella riscossione del dovuto. L'articolo fa altresì riferimento all'interruzione delle adesioni alla rateizzazione del 2009 seguita alla diffusione di notizie circa la stima errata delle multe da pagare, notizie scaturite dall'indagine voluta dal Ministro Zaia; si prospetta in proposito un nuovo provvedimento che differisca anche i termini di adesione a tale rateizzazione. In conclusione, tutto il complesso andamento di tale vicenda comporta il rischio che in autunno il Parlamento si troverà ancora una volta, purtroppo, a discutere di quote latte.

Monica FAENZI (PdL), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con una condizione e una osservazione (vedi allegato 4).

Paolo RUSSO, presidente, avverte che è stata altresì presentata una proposta di parere contrario da parte dei deputati Oliverio, Di Giuseppe ed altri (vedi allegato 5).

Il Ministro Giancarlo GALAN, premesso che il giudizio sulla manovra in esame è ovviamente influenzato dalle appartenenze politiche, osserva che il provvedimento adottato dal Governo ha ricevuto numerosi apprezzamenti, in Italia e all'estero, anche se, a suo giudizio, contiene alcune misure non condivisibili. Sottolinea altresì che diverse disposizioni interessano il settore agricolo e che, probabilmente, è un bene che il provvedimento non si occupi troppo di agricoltura, poiché se non vi sono interventi a suo vantaggio, non vi sono neppure tagli di spesa.
Per quanto riguarda la parte relativa agli enti agricoli, osserva - con la trasparenza

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che lo caratterizza - che inizialmente era prevista la soppressione dell'Ente nazionale risi, che successivamente è stata esclusa, mentre si è prevista la soppressione dell'Ente nazionale sementi eletti. Di tali scelte non può indicare i motivi, non essendo stato consultato sul punto. Dal suo punto di vista, sarebbe stato invece necessario un intervento anche incisivo sull'UNIRE, ma non sul mondo dei cavalli, e su Buonitalia Spa, che svolge un'attività di promozione che potrebbe essere svolta direttamente dal Ministero e che è remunerata con il 12 per cento delle risorse che sono investite nella promozione. Queste misure non sono state prese, ma potranno essere valutate in altre occasioni.
Quanto alla questione delle quote latte, ricorda che, a seguito delle indagini aperte sui comportamenti di alcune cooperative di produttori di latte, il Ministro Zaia nominò una Commissione di indagine amministrativa, nella quale erano rappresentate le diverse componenti del settore. Tale Commissione sostanzialmente stabilì che era impossibile arrivare a conclusioni sulla regolarità dei metodi di calcolo adottati per la determinazione del prelievo supplementare, in quanto nel suo ambito erano stati espressi pareri contrastanti dalle diverse componenti della medesima Commissione. Successivamente, il Ministro Zaia, pur manifestando apprezzamento per l'attività della Commissione, affidò ad una sola delle sue componenti, il Comando Carabinieri politiche agricole e forestali, l'incarico di proseguire l'attività di indagine nel settore. Di fronte all'esito di tali ulteriori accertamenti, che ha fatto insorgere il dubbio che potesse essere non corretto il metodo di calcolo utilizzato per la determinazione del prelievo supplementare, egli non poteva fare altro che incaricare il competente Dipartimento ministeriale, l'AGEA e il Commissario straordinario per le quote latte di analizzare quelle conclusioni, per dissipare ogni dubbio. Tutti e tre i soggetti coinvolti sono arrivati alla conclusione che non vi sono elementi oggettivi per ritenere che si siano verificate irregolarità tali da incidere in modo apprezzabile sul calcolo del prelievo imputato ai produttori. Non vi sono dunque le ragioni per incidere sulle leggi dello Stato e sugli impegni presi con l'Unione europea e i produttori di latte. Peraltro, se vi fossero dubbi in tal senso, sarebbe suo dovere restituire le somme indebitamente pagate. Precisa poi di aver consultato la Commissione europea prima che la questione fosse posta in Parlamento, ritenendo che in Europa debbano essere sostenuti gli interessi generali dei produttori di latte e non quelli di una sparuta minoranza. Ricorda quindi che lo stesso Ministro Zaia, all'epoca dell'ultimo provvedimento in materia, aveva affermato che sarebbe stata l'ultima occasione per i produttori di latte per mettersi in regola.
Prende pertanto atto della delusione espressa da molti intervenuti nel dibattito, ma sottolinea che è stata fatta anche un'operazione di trasparenza nel rendere a tutti note le somme complessivamente pagate dall'Italia per la vicenda delle quote latte. Segnala quindi che un'ulteriore operazione di trasparenza ha riguardato anche le nuove modalità di pubblicazione delle retribuzioni dei dirigenti sul sito del Ministero. Ritiene pertanto che la sua azione già contenga evidenti elementi di novità.
Preannuncia infine che la Commissione e il Parlamento saranno chiamati prossimamente ad un serio lavoro su un provvedimento che interverrà sulle questioni aperte nel settore dell'agricoltura e di cui si è anche oggi discusso.

Giuseppe RUVOLO (UdC) sottolinea che il Ministro non ha fornito risposte in merito alla prossima scadenza degli sgravi contributivi.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), intervenendo per dichiarazione di voto, esprime una valutazione nettamente negativa nei confronti di una manovra che appare iniqua e depressiva e che certifica l'incapacità netta di questo Governo di far uscire il Paese dalla crisi.
Ancora più negativa, se possibile, è la valutazione delle conseguenze per l'agricoltura,

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verso la quale il Governo non ha dimostrato alcuna attenzione. Infatti, mentre non si è provveduto alle esigenze delle molte imprese che subiranno la scadenza del regime delle agevolazioni contributive, si è previsto un privilegio a vantaggio di pochi «splafonatori» delle quote latte. Il settore lattiero-caseario aveva invece bisogno di ben altri interventi di rilancio e sostegno.
Ricorda poi che sinora la Commissione ha lavorato su due soli provvedimenti divenuti legge, nonostante l'atteggiamento costruttivo sempre assicurato dalle opposizioni. Eppure, l'agricoltura, che potrebbe essere un vero volano per l'economia e l'occupazione, per la maggioranza e il Governo non sembrano avere alcuna importanza. Ricorda in proposito che il suo gruppo ha presentato alla Commissione 40 qualificate proposte emendative della manovra, di cui ben 4 riguardano l'agricoltura.
Preannuncia infine il voto contrario dei deputati del PD sulla proposta di parere del relatore e il voto ovviamente favorevole sulla proposta di parere contrario presentata.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) ritiene che la Commissione debba esprimersi sulla manovra, senza esprimere scorrettamente valutazioni sulle scelte compiute dall'altro ramo del Parlamento. Inoltre, il suo gruppo non può accettare di essere considerato difensore di persone «disoneste», quando vuole solo garantire che l'Italia possa continuare a produrre di latte; non può inoltre accettare lezioni di correttezza da gruppi che, come l'UDC, hanno deputati che hanno avuto problemi giudiziari. Sottolinea quindi che la Lega sostiene il Governo in modo leale e che tuttavia la politica del Governo non può essere messa in discussione solo per un avvicendamento tra ministri. Ritiene inoltre che un Ministro debba sempre assicurare un atteggiamento rispettoso nei confronti delle istituzioni, come l'Arma dei carabinieri. Osserva peraltro che le conclusioni fatte proprie dal Ministro provengono dalle stesse persone responsabili della gestione del sistema delle quote latte.
Giudica infine favorevolmente la proposta di parere del relatore sulla manovra, tranne che per la parte relativa alle quote latte.

Mario PEPE (PD) ritiene gravi le dichiarazioni del deputato Fogliato che, provenendo da un componente della maggioranza, dovrebbero indurre il Ministro alle dimissioni.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) preannuncia il suo voto contrario sulla proposta del relatore, ritenendo assolutamente inaccettabile la manovra del Governo, che dall'inizio della legislatura non ha conseguito alcun obiettivo utile per l'agricoltura, come sta risultando chiaro anche agli agricoltori.
Per quanto riguarda le quote latte, ritiene che il problema posto dall'articolo 40-bis non è la prevedibile procedura di infrazione in sede europea, ma piuttosto il privilegio garantito ad una minoranza di allevatori. Ciò fa emergere l'iniquità del provvedimento nel suo complesso, che non interviene su altri aspetti prioritari.

Viviana BECCALOSSI (PdL) invita a non perdere di vista i complessivi obiettivi della manovra, che il suo gruppo condivide, sottolineando che le questioni tuttora aperte potranno essere affrontate nei prossimi mesi. Merita tuttavia di essere segnalata, come proposto dal relatore, l'esigenza della proroga degli sgravi contributivi per le aree montane e svantaggiate.

Paolo RUSSO, presidente, sulla base di quanto emerso dal dibattito, avverte che porrà in votazione la proposta di parere del relatore per parti separate, nel senso che sarà posta in votazione prima la condizione relativa all'articolo 40-bis e le relative motivazioni contenute nelle premesse e successivamente la restante parte.

Giuseppina SERVODIO (PD) contesta la possibilità di una votazione per parti separate, come quella prospettata dal Presidente.

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Gian Pietro DAL MORO (PD) ritiene necessaria la massima chiarezza nelle votazioni, perché le posizioni politiche devono essere chiarite ora e non quando si potrà votare solo la questione di fiducia.

Renzo LUSETTI (UdC) chiede di verificare se vi siano precedenti di votazioni per parti separate di proposte di parere.

Paolo RUSSO, presidente, sottolinea che la votazione per parti separate della proposta del relatore, nel senso prospettato, appare del tutto regolare, se si considera l'autonomia, dal punto di vista normativo e politico, della parte relativa alle quote latte. Si riserva di indicare i precedenti richiesti dal deputato Lusetti.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) invita il relatore a riformulare la sua proposta di parere, che altrimenti non potrà essere votata dal suo gruppo.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) fa presente che, sulla base di verifiche compiute in precedenza, non era sembrato possibile votare separatamente la condizione relativa alle quote latte.

Paolo RUSSO, presidente, precisa che l'ipotesi del deputato Oliverio era riferita ad una precedente formulazione della proposta di parere, non formalizzata. Avverte quindi che si è proceduto alla votazione per parti separate di una proposta di parere su progetti di legge presso la VII Commissione, nella seduta del 20 gennaio 2005, nonché in altre occasioni, che si riserva di comunicare, ove richiesto. Tale precedente conferma una prospettazione del tutto coerente con le regole e le logiche delle deliberazioni parlamentari.

Susanna CENNI (PD) rileva che in questo caso non sembra ammissibile la votazione separata della condizione relativa alle quote latte e delle connesse motivazioni, in quanto tale parte caratterizza molto fortemente l'intera proposta di parere.

Corrado CALLEGARI (LNP) preannuncia che i deputati del suo gruppo non parteciperanno alla votazione, non accettando strumentalizzazioni.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) chiede che sia verificata la regolarità delle sostituzioni.

Paolo RUSSO, presidente, assicura che le sostituzioni comunicate dai gruppi sono regolari.

Giuseppina SERVODIO (PD) ribadisce che non si può procedere, sul piano regolamentare, alla votazione di una condizione separatamente dalla votazione sulla proposta di parere favorevole.

Paolo RUSSO, presidente, confermando la regolarità del sistema di votazione indicato, avverte che si passerà ora alla votazione della proposta di parere del relatore per parti separate, nel senso che sarà posta in votazione prima la parte relativa alle quote latte, che comprende le motivazioni indicate in premessa e la connessa condizione, e successivamente la restante parte.

La Commissione procede quindi alla votazione della proposta del relatore per parti separate, come precisato dal Presidente, risultando respinte entrambe le parti.

La Commissione respinge altresì la proposta di parere contrario presentata dai deputati Oliverio ed altri.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che, considerate le circostanze, la Commissione non esprimerà il parere sul disegno di legge.

La seduta termina alle 18.30

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni in favore dei territori di montagna.
Testo unificato C. 41 Brugger, C. 320 Quartiani, C. 321 Quartiani, C. 605 Caparini,

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C. 2007 Quartiani, C. 2115 Barbieri e C. 2932 Consiglio regionale della Valle d'Aosta.

SEDE REFERENTE

Disposizioni per l'adozione del Programma nazionale di sviluppo rurale.
C. 3472 Paolo Russo.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 20 luglio 2010, a pagina 364, nella seconda colonna, quattordicesima riga, le parole «l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN),» si intendono soppresse.